Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

una settimana di formazione
Durante il periodo delle vacanze invernali
normalmente si programmano corsi di formazione per gli operatori della
pastorale. In questa occasione ho partecipato alla settimana Teologica
Pastorale offerta dall’Arcivescovado di Santiago, sul tema:”E’ necessario
nascere di nuovo”, ascoltare e accompagnare per discernere.
Questa proposta di formazione è stata pensata
tenendo presente il contesto sociale ecclesiale di questo momento segnato da
gravi abusi di potere, coscienza e sessuali che per decenni si sono tenuti nascosti all’interno della Chiesa cilena e
soprattutto per la incapacità di affrontarli. Questo ha provocato rabbia, vergogna, tristezza e
dolore. In questa realtà il tema del discernimento era la chiave per riflettere
e i relatori l’hanno affrontato con tanta semplicità e serietà. Parto da qui per condividere con voi i miei
appunti:
1°
giorno: P. Eduardo Pérez-Catapos. Ha
iniziato con alcune domande: Cosa sta succedendo nelle strutture ecclesiali? Noi come ci stiamo ponendo davanti alla società? Papa
Francesco ha scritto una lettera al popolo fedele:”Alla Chiesa popolo di
Dio pellegrina”.
Spiega il titolo della lettera: Chiesa popolo di Dio, tutti i cristiani
del Cile. Pellegrina, essere
pellegrina vuol, dire camminare discernendo ciò che Dio vuole dire al suo
popolo. Abbiamo bisogno di ascoltare le voce di coloro che arrivano alla
Chiesa. In Cile, nel nostro paese,in
una realtà culturale nuova. Ci apriamo
al futuro? La Chiesa deve sapere che, come la società,ha fatto i suoi
sbagli e i suoi errori.
2° giorno: P. L. M° Garcia Dominguez. Che cos’è
l’accompagnamento? I primi Padri che hanno fatto un accompagnamento erano
eremiti, i sapienti...Ci sono molti modi di accompagnare. E’ una serie di
conversazioni che si usa per fare discernimento tra due persone, per aiutare
nella crescita della fede, per poter realizzare meglio la loro missione. In questo
modo si sviluppò quello che sarebbe stato l’accompagnamento.
3°
giorno: P. Larry Yevenes – P.
Koldo Gutierrez – P. L. M° Garcia Dominguez.
I tre espositori hanno presentato in un “panel”: · “L’arte
di discernere in una Chiesa profetica. Una chiesa piagata che non si mette al
centro, ma deve essere una chiesa interessata a come poter sanare? E’ necessario chiedersi; qual è l’ immagine che
ho di Dio? In quale chiesa credo? Che immagine di santità coltivo?· Discernere
è urgente; si cita il documento (Gaudate
et exsultate). Generare esperienze che stimolino domande.· Oggi
stiamo lavorando sul Fare e Avere...Però per
il discernimento dobbiamo lavorare nell’ambito
del SENTIRE E CONOSCERE, quello che mi avvicina a Dio.
4° giorno: Josefina Martinez. Ascoltare ed accompagnare le
vittime degli abusi. Questo tema è
stato
presentato da una psicologa. Ha consigliato alcuni punti chiave per stare
vicino e accompagnare le vittime degli abusi.
E’ chiaro che, tutto quanto abbiamo ascoltato in
questi giorni, non riesce totalmente a far capire quanto ha provocato dentro di
noi, tanto è stata forte la comunicazione e la partecipazione degli specialisti
in questi aspetti, sia nei temi affrontati che nella potenzialità di domande
che sono state presentate, (alcune di queste le sento risuonare dentro di me e
sono materia di preghiera e discernimento) e che sono da condividere insieme.
Abbiamo capito che è necessario riflettere su questo tema e soprattutto
sviluppare la capacità al discernimento, per cercare cammini nuovi, per
continuare a sanare la chiesa, come popolo fedele. E’necessario “Nascere di
nuovo”, come dice il titolo, nello Spirito di Gesù che sappiamo è con noi,
soprattutto in questo momento della storia.
Si è conclusa questa settimana di formazione con
alcune sfide proposte a noi operatori di pastorale in ciascuna delle nostre
comunità e perchè no, utili anche per la nostra vita di consacrate CM inserite
nella chiesa cilena.
Questi i suggerimenti:ü Fortificare
la capacità di ascolto, interagire sul piano dell’ uguaglianza.ü Rinnovare
la coscienza di mettere Gesù al centro; dobbiamo insegnare ad amare e a
conoscere Gesù.ü Uno
sguardo positivo e di fede davanti a una realtà ostile.ü Trasmettere
la fede ai giovani.ü Esercitare
l’autorità nella chiesa; è positiva se diventa servizio.Ringrazio Dio per aver avuto la opportunità di
questa formazione e confido a Maria nostra Madre, guida e custode, questi
impegni.
Elizabeth
Tiayna Mollo

expo carisma 2018
Ogni anno a Resistencia
(Chaco), intorno alla festa della Natività di Maria, la Pastorale Vocazionale
Arcidiocesana realizza un Expo Carisma. Abbiamo partecipato l’1 settembre come
Famiglia Dehoniana. P. Marcelo reinoso scj, Laici dehoniani e Missionarie
abbaimo presentato il nostro carisma a giovani e bambini di varie comunità
parrocchiali. Un’esperienza che si vive con molta gioia. Abbiamo concluso
l’evento con la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Mons.
Dus.
Graciela Magaldi
preghiera, formazione, riflessione
Dal 18 al 20 agosto a Resistencia (Chaco) noi
missionarie ci siamo ritrovate per condividere un tempo di preghiera,
formazione e riflessione. Un dono ricevuto è stato anche la nostra
partecipazione alla rinnovazione della promessa di Marta e Cristina familiares
del gruppo di Resistencia. Noi missionarie abbiamo dedicato un tempo per
lavorare sul materiale di preparazione alla nostra Assemblea Generale,
attraverso un intercambio e un approfondimento del nostro Statuto e RdV, e
della condivisione sull’ esperienza quotidiana del nostro carisma. E’ stato un
lavoro che abbiamo ritenuto molto importante perché ci aiuta a discernere e a
guardare al futuro. Rosa ha condiviso con noi un materiale molto importante, un
tema presentato al Congresso Latinoamericano degli Istituti Secolari.
Durante queste giornate abbiamo condiviso anche spazi
di preghiera che ci hanno rinnovato.
Rendiamo grazie a Dio per questa esperienza.
Graciela
la lode dell'incontro
Quest’anno abbiamo fatto il ritiro annuale nel Centro di Spiritualità Oasis Istituto Secolare “Ancilla Domini”.
Questo Centro si trova ad
Ermesinde, una località abbastanza vicina alla città di Porto. In questa bella
casa siamo state accolte con molta simpatia dall’8 al 14 luglio. C’era con noi la nostra Presidente, Martina e
pure Elvira, che era in Portogallo per le vacanze. Martina è venuta a Porto per
fare il ritiro con noi; per prender parte agli incontri sia delle missionarie
del gruppo che delle Responabili della Formazione, per vedere la nuova casa del
gruppo, situata in una località lontano da rumori, in cui ci riuniamo
mensilmente per fare il nostro ritiro insieme con le missionarie di vita
fraterna, Lùcia Correia e Teresa Castro.
Il tema del ritiro era “La lode
dell’incontro” ed è stato predicato da P. Antonino scj, un giovane sacerdote,
molto dinamico e saggio. A ciascuna fu consegnato il “quaderno di Meditazione”,
che conteneva i testi inerenti al ritiro. Sulla copertina del quaderno c’era
una frase: L’importante è fermarsi, tacere…!”. Quando ci disponiamo a fare
stop, ci sono sempre domande che sono inevitabili e che ci interpellano. Tacere
perché e per qual motivo? Può darsi che non ci siano risposte facili. Se noi ci
disponiamo a voler tacere, allora dobbiamo interrogarci sul perché lo vogliamo
fare. Non è facile fare il ritiro di una settimana. Questo comporta fermarsi,
fare silenzio, stare aperte all’ascolto, pregare, stare in comunione con Dio e
avere fede.
“Stare con Dio”… nessuno vuole rinunciarvi!
Noi non siamo mai sole…
P. Antonino ci ha detto:
“Abbiamo bisogno di fare pulizia ogni giorno nella nostra mente e nel nostro
cuore, è questa una delle condizioni per vivere felici. Il ritiro presuppone
l’incontro personale con noi stesse e il desiderio di incontrarci con
“Qualcuno”. Questo Qualcuno è Dio. Un incontro non è altro che ascolto e
conversazione… La frase “Gesù è il volto umano della tenerezza di Dio” ci mette
indubbiamente di fronte ad una grande
responsabilità, ma è pure un privilegio. “Amar come Gesù amò…” “Amatevi gli uni
gli altri come io vi ho amato”. La nostra vocazione è amarci così, in questo
modo, come siamo amate e predilette da Dio. Amare Gesù significa imitarlo!
Imitare Gesù è una scelta di vita esigente e speciale, ma possibiile, quando ci
abbandoniamo a Lui e vogliamo seguirlo.
In questo ritiro il padre ha
sottolineato: “la grandezza dell’essere umano è la sua reale ricchezza, non sta
mai in ciò che si vede, ma in quello che porta nel suo cuore!”. E ancora. “La
grandezza dell’uomo non gli viene dallo stato sociale che occupa, né dal ruolo
che ricopre, né dal suo successo personale, ma, al contrario, dalla sua semplicità,
dalla sua capacità di ascoltare e accogliere l’altro, rispettandolo e
procurandogli gioia. Il segreto per essere felici, come diceva p. Antonino, sta
nel desiderio e nel rendere felice
l’altro. Chi desidera il bene degli altri scopre che la loro felicità è la
sorgente più generosa per la propria felicità.
Tutto quanto ci è stato dato in
questo ritiro, è stato una grande ricchezza di cui siamo riconoscenti a Dio,
alla vita e a ciascuna di noi…
E concludo con queste parole di
Martina scritte su Vinculum 2/2018, che traducono
quanto tutte noi abbiamo
vissuto in questo ritiro: “Esprimo la mia
gratitudine a Dio perché camminiamo insieme in questa famiglia dove abbiamo
accolto doni, limiti e povertà, che il Signore trasformerà in fecondità e Vita
Eterna”.
Grazie a Martina, Grazie a
tutte. Sempre unita nel Signore, un abbraccio fraterno.
Carmen Barros

“vivere comunione e missione con cuore accogliente e misericordioso”
Il corso di Esercizi
spirituali di quest’anno era stato programmato un anno fa: dal 19 al 24 giugno
2018 a Teluk vicino a Lampung,(isola di Sumatra), con Padre Teja SCJ nella casa
del Buon Pastore. Purtroppo la data scelta è coincisa con gli esercizi spirituali
dei fratelli SCJ, nello stesso luogo, per cui abbiamo dovuto cercare altrove. Dopo vari tentativi
finalmente trovammo un altro posto chiamato Casa SCJ a Teluk Tanjung Karang,
sempre nell’ isola di Sumatra. Casa Teluk , è familiare a noi CM in Indonesia.
Anche Santina conosce questo posto, perché nel suo secondo viaggio dopo gli
incontri formativi personali al Seminario, c’eravamo spostate tutte a Teluk per
fare il corso di formazione che avrebbe tenuto lei e Padre Sugino SCJ. Spero
che Santina se lo ricordi…
A questi esercizi, io e Antonia
siamo andate in pullman perché non siamo arrivate in tempo per prenotare il
viaggio in treno. Il 17 Giugno 2018 alle ore 17 siamo partite da Palembang e siamo
arrivate di notte all’ 1:45 a Casa Teluk. Siamo state subito accolte dal
signor Jumadi responsabile della Casa. La mattina dopo abbiamo partecipato alle
lodi e santa messa celebrata da padre Dani e Padre Teja. Dopo aver fatto
colazione insieme ai Padri, abbiamo organizzato la sistemazione nelle camere e
andate a fare la spesa; per comprare quanto serviva alla signora addetta alla
cucina, in questi giorni di ritiro. Il giorno dopo siamo state invitate a
recarci in pellegrinaggio a La Verna, ( un luogo simile a quello che c’è in
Italia). Qui padre Wicak ha incontrato
alcuni confratelli venuti dall’India, mentre noi abbiamo sostato davanti alla grotta di Maria, pregato insieme il
rosario per affidare a lei il nostro corso di esercizi spirituali. Ritornate a
casa abbiamo trovato Lucy arrivata il 19 giugno 2018 nel pomeriggio. Così si è
completata la presenza dei partecipanti agli esercizi: Ibu Surtinha, Mudji,
Susi, Antonia, Ludo e Lucy.
Abbiamo iniziato il ritiro con la
celebrazione Eucaristica. Il tema di quest’anno era "Vivere comunione e missione con
un cuore accogliente e misericordioso”. Questo tema suggerito
dal Centro CM ci richiama al valore della spiritualità e del carisma, come deve
essere concretizzato. Un tema molto importante per noi perché ci aiuta ad
essere consapevoli della nostra missione a non lasciarci trascinare dalle
intense correnti che circolano nel mondo, ci aiuta a resistere e a testimoniare i nostri valori
con fedeltà e audacia. L'unione - comunione diventa la forza unificante dei
membri nel mezzo delle sfide dei tempi. La vita quotidiana diventa
l'incarnazione della missione che è espressione dell'atteggiamento del cuore e
della spiritualità. Il primo giorno P. Teja ha iniziato con l’ introduzione: “il cuore della mia attività”. Una
riflessione che ci ha permesso di rivisitare profondamente la nostra chiamata,
con la sua storia…e di riflettere anche sulla nostra presenza di CM nel mondo e
nella Chiesa. Rivedere l'inizio della chiamata riscoprendo l'incredibile,
energico, appassionato sentimento della nostra giovinezza, la straordinaria passione
della nostra risposta davanti a Dio, alle volte anche attraverso un lungo e
faticoso viaggio, è stato veramente importante per tutte. Ci è stato ricordato
come i nostri sentimenti s’ innamorano come pazzi , veri pazzi di Dio. Ci siamo
lasciate portare in un lungo e appassionato viaggio della nostra storia, in
parte gioiosa e in parte con le sue fatiche. Abbiamo riflettuto anche sulla
nostra presenza nel mondo e nella chiesa.
I giorni si sono alternati
toccando temi molto importanti per la nostra vita missionaria. P. Teja ci ha
presentato la riflessione sulla spiritualità e il carisma stimolandoci ad
aprire e a esplorare il nostro Statuto e Regolamento di vita soprattutto i
primi numeri. Una riflessione importante per noi è stata anche quella di pensare
sul modo di vivere “insieme” noi CM indonesiana dove non esiste un tetto unico
dove tutte siamo riunite nella stessa casa. Un tema che fa scaturire le nostre esperienze quotidiane,
che descrivono la nostra maniera di vivere in unità, in comunione tra noi pur
nella distanza. E’ per ciascuna come una verifica sia per i momenti di gioia e
fraternità sia nelle difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. Nel
silenzio e nell’ adorazione scopriamo che tutto contribuisce a rafforzare la
nostra unione con Cristo e tra di noi.
“Vivere in Missione “ :ci ha portato sulle orme dei profeti dell'amore e della
costruzione della pace. C'è un detto che nessun profeta è rispettato nella sua
città natale o dove vive. In effetti questo dire diventa il nostro turbamento
interiore ogni volta che ci sentiamo coinvolti in questa realtà…. I profeti
possono essere solo persone dalla mentalità aperta, in grado di vedere e
sentire la voce di Dio, in ogni avvenimento della storia. E’ colui che nelle
varie situazioni sociali sa parlare con coraggio e far riflettere per poter
costruire un mondo più giusto e più dignitoso. La sfida per noi missionarie è
stare dentro le situazioni quotidiane con i vari conflitti per saperle cambiare a vantaggio del bene comune. La
nostra disposizione interiore deve avere come riferimento atteggiamenti aperti
e misericordiosi. Saper coltivare saggiamente cuori aperti e compassionevoli.
Specchiare la nostra storia in quella del nostro Maestro:Gesù profeta e nel cuore
aperto di Dio, ci porta più in profondità nel suo amore e nelle relazioni nella
nostra vita quotidiana con i nostri fratelli e sorelle che ci circondano.
Soprattutto nel nostro mondo immediato: la comunità nel gruppo, nell’ambiente
di lavoro, la comunità parrocchiale, il paese e il mondo. Questa riflessione è
molto profonda, perché è come una sfida a diventare profeti dell'amore, con la
disposizione interiore di atteggiamento aperto e compassionevole.
Padre Teja ha svolto il nostro
ritiro usando diversi power point..con un metodo di insegnamento e anche di
pratica di meditazione svolta in vari modi. Ci ha condotto con uno stile di
meditazione orientale, ma anche con uno stile di meditazione insegnato da
alcuni contemplativi della Chiesa occidentale. Inoltre ci è stata consegnata
una sessione di domande e risposte, un materiale ricco e prezioso da continuare
a riflettere anche quando gli esercizi saranno finiti. Abbiamo avuto anche il
tempo di condividere insieme come gruppo, parte della nostra vita e i risultati
ottenuti durante nel ritiro. Questi momenti li abbiamo vissuti alla fine di
ogni sessione. L'adorazione quotidiana e il silenzio assoluto sono state la
base del nostro cammino.
Abbiamo terminato il nostro corso
con la celebrazione penitenziale guidata da padre Dani SCJ. A sera con p. Teja
abbiamo voluto esprimere la nostra gioia e fraternità alla “Pizza Hut” locale
dove abbiamo gustato una buonissima pizza. Il giorno seguente siamo andate alla
spiaggia e pranzato fuori perché era il nostro giorno comunitario di vacanza
insieme. Verso sera mi ritrovo ancora
con Antonia sul treno di ritorno … In serata anche Mudji e Lucy partono per Palembang per partecipare
all’incontro della Famiglia Dehoniana = THE AWAM COMMUNITY DEHON. Tutte e tre
(Mudji, Lucy ed io) ci siamo ritrovate a vivere questo evento con la famiglia
Dehon Awam. Con noi c’era anche Yosephine, una giovane, amica della Compagnia
Missionaria che in questo periodo ci sta accompagnando perché interessata a conoscere meglio il nostro Istituto.
Spero che la nostra partecipazione a questi incontri di giovani e la nostra
presenza CM Indonesia, renda anche i giovani affascinati e innamorati della CM.
Luglio 2018 – Palembang IndonesiaLudovika Endang Sulastri

in coppia, con cristo
Intervista a Rosa De Conte e Clemente Statzu
Per conoscerci meglio vi
chiediamo di sfogliare insieme alcune pagine delle vostra vita, facendo memoria
delle “grandi cose” che il Signore ha compiuto sul vostro cammino.
Una prima conoscenza tra me e
Clemente è avvenuta a S. Antonio Abate intorno al 1978. Ma poi per diverse
situazioni siamo vissuti lontani senza legami particolari, solo qualche ricordo
sporadico da buoni amici. Questa conoscenza è stata ripresa intorno al 1981,
quando, dopo il terremoto per necessità Clemente ha trovato appoggio a Napoli
in viale Colli Aminei, presso un’anziana persona sola, che aveva bisogno di
compagnia, in una casa tutta puntellata perché gravemente lesionata dal
terremoto. Era in attesa di un lavoro che gli era stato assicurato.
Il 07 gennaio 1982, dopo
attenta e ponderata decisione giunse il giorno del nostro
matrimonio. Una festa straordinaria, anche perché nella
stessa celebrazione eravamo due coppie a celebrare il matrimonio. È stato, lo
dobbiamo dire con franchezza, un matrimonio molto chiacchierato, e qualcuno ha
giocato i numeri su quanto accadeva… chissà ??? Per noi è stato un momento di
grazia nonostante alcune avversità evidenti, frutto di pettegolezzi, di
pregiudizi e di maldicenze. Nonostante le avversità mai è venuta meno la fede
nel Signore e ne abbiamo sempre avvertito la Sua presenza. Accanto abbiamo
avuto sempre un santo sacerdote, il nostro padre spirituale, che ci ha guidati
e accompagnati amorevolmente. Precedente al matrimonio e nei primi mesi di
matrimonio, mentre Clemente si adoperava in svariati modi per raccogliere i
fondi necessari per andare avanti, anche se vi era un appoggio totale nella mia
famiglia, io continuavo ad andare all’università dove mi ero iscritta presso la
facoltà di medicina. Clemente a settembre del 1982 riusciva ad inserirsi come
applicato nella biblioteca comunale e da lì, per necessità fu inserito nel
Comando Vigili Urbani, sempre come applicato.
Il 25 novembre del 1982 una
grande gioia, la nascita del nostro primogenito Giovanni. A settembre del 1983
Clemente ebbe l’incarico, da parte della Curia di Castellammare di Stabia, come
docente di Religione a S. Antonio Abate. Anche la situazione economica
incominciava ad avere una maggiore stabilità e ci permetteva una piena
indipendenza, che precedentemente mancava. Da subito abbiamo preso, insieme, la
decisione di collaborare nella comunità parrocchiale e a livello ecclesiale,
secondo le nostre capacità e conoscenze. Clemente nel guidare le celebrazioni
con il canto e entrambi come catechisti. Anche in virtù del nostro impegno
ecclesiale fu possibile per Clemente avere l’incarico come docente di
religione. Con la nascita di Gianni, per problemi di salute sono stata
costretta a lasciare l’università e a dedicarmi maggiormente al bambino.
Intorno al 1985, a seguito
della conoscenza, in maniera più forte, della Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore, insieme, abbiamo deciso di entrare a far parte di questo Istituto
secolare come familiares, colpiti e coinvolti dalla spiritualità e
dall’entusiasmo delle Missionarie e dei Familiares. Successivamente Clemente ha
sentito forte la chiamata a prestare il suo servizio nella Chiesa Diocesana
come Diacono permanente e, dopo averne preso coscienza e aver valutato quanto
poteva incidere in positivo e anche, perché no, in negativo sulla nostra
famiglia, presentò richiesta al Vescovo. Insieme abbiamo preso la decisione di
accogliere questo progetto che il Signore aveva messo nel cuore di Clemente, e
ne sono stata ben lieta di partecipare con la mia collaborazione fattiva alla
sua scelta. È stato un cammino lungo ma bello, circa dieci anni, che ha portato
Clemente a ricevere il sacramento dell’ordine per il diaconato il 30 dicembre
del 2000. Nel tempo, gli impegni per Clemente non sono mancati anche a livello
di familiaris della CM, che mi hanno, di volta in volta, sempre coinvolta, e ne
sono stata lieta. Tutto partiva dal confronto e dalla scelta operata
concordemente. Spesso chi ci frequentava non riusciva a capire chi dei due
avesse voce in capitolo circa le decisioni e per noi era una conferma che
camminavamo sempre in armonia. Come familiaris Clemente è stato eletto come
primo consigliere e vice-responsabile dal 1989 al 1999 (per due mandati) e
successivamente, per altri due mandati,
dal 1999 al 2009 come responsabile centrale.
Il 05 luglio 1990 è nato il
secondogenito Pasquale e il 25 giugno1997 il nostro terzogenito Daniele. Gli
impegni non ci hanno assolutamente distolto dalle premure necessarie
nell’educazione e crescita dei nostri figli, e continuiamo, seppur con i nostri
limiti a compiere il nostro ruolo di genitori. Accanto ai momenti di gioia
diversi eventi di sofferenza hanno segnato la nostra vita e i tentativi di
scoraggiamento non sono mai mancati, ma non sono valsi a distruggere la nostra
vita di coppia e ciò che ci ha dato forza è stata sempre la preghiera, e la
costante partecipazione all’Eucarestia e al sacramento della riconciliazione.
Inoltre ciò che ci manteneva fortemente legati al Signore era la certezza che
anche nella notte più buia non ci avrebbe mai lasciati soli.
Papa Francesco nella sua visita
pastorale all’arcidiocesi di Milano ha detto ai diaconi presenti che:
“Il diaconato è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il
servizio…parola chiave per capire il vostro carisma.” (Incontro con sacerdoti e
consacrati - 25.03.2017). Clemente, qual
è la tua esperienza: gioie e difficoltà…
La mia esperienza di diacono la ritengo molto bella ed
entusiasmante. Però, devo ammetterlo, non è facile vivere il servizio. Di
fronte alle difficoltà iniziali di ammissione al sacramento - non vi erano
diaconi permanenti in Diocesi - e tante erano le difficoltà. Anche il cammino
di
formazione, oltre agli studi teologici fatti in precedenza
per l’insegnamento della religione, è stato lungo e non facile. Ma anche una
volta diventato diacono le difficoltà non sono mancate. Agli inizi, dovevo
spesso farmi violenza perché avrei voluto che tutto funzionasse per il verso
giusto, o meglio secondo il mio modo di vedere. La grazia di Dio ha piano piano
agito in me e mi sono lasciato toccare e illuminare dalla Parola di Dio e così i miei punti di vista sono andati
diminuendo, lasciando spazio alla condivisione, alla collaborazione e al
silenzio, imparando a proporre in maniera diversa ciò che io ritenevo
importante per la vita della comunità. Con la collaborazione di mia moglie, e
non esagero se dico che è più diacono lei di me, in quanto mi ha sempre
incoraggiato e sostenuto nelle varie situazioni di difficoltà, ho potuto
rendere il mio servizio fattivo e collaborativo nelle diverse comunità dove il
Vescovo mi ha inviato. E il Signore ci ha sempre sostenuti e ricolmati del Suo
Amore.
Il vostro cammino nella
Compagnia Missionaria, la conoscenza del fondatore P. Albino, la collaborazione
alle attività CM, i momenti più significativi…
Parlare di momenti
significativi è riduttivo, crediamo di aver sperimentato sempre la bellezza di
appartenere alla CM e di vivere le nostre giornate conformandole alla Volontà
di Gesù secondo la spiritualità CM. La collaborazione, secondo le nostre
possibilità vi è sempre stata e speriamo continui ad esserci, nonostante le
tante difficoltà incontrate. Partecipazione alle attività di governo CM da
parte di Clemente, alle missioni popolari da parte mia e di Clemente, la
collaborazione alla casa di ferie sia ad Asiago che a Monguelfo sono stati
sempre vissuti splendidamente e ci hanno offerto delle soddisfazioni e gioie
grandi.
Il legame poi con P. Albino è
stato molto forte e significativo. Il Padre ha avuto un ruolo importante sia
nella nostra vita di coppia che nel cammino come familiares della CM aiutandoci
a crescere nel conoscere e sperimentare il grande Amore del Cuore trafitto di
Gesù. Ritornano spesso alla nostra mente i momenti belli vissuti con lui.
Fare memoria è sì un ricordare
ma sempre con lo sguardo proiettato al futuro. Quale messaggio vorreste comunicare ai nostri lettori?
Lasciare un messaggio è un può
arduo. Tuttavia possiamo sintetizzare ciò che per noi è diventato fondamentale
nel nostro cammino di coppia. Alla base vi è la scelta radicale di appartenere
a Cristo Gesù e cercare di vivere secondo il suo volere. Il percorso di coppia,
ne eravamo a conoscenza, poteva essere spigoloso e per questo prima di sposarci
avevamo scelto come impegno, partendo da una frase della lettera di San Paolo
agli Efesini “non tramonti il sole sopra
la vostra ira” (4, 26), di chiarire ogni cosa prima di addormentarci. Senza
Gesù non si va avanti, e questo lo abbiamo sperimentato sempre. Preghiera,
ascolto della Parola, partecipazione all’Eucarestia, dialogo, condivisione,
sempre pronti ad essere dono l’uno per l’altro, tutto nell’amore del Signore,
sono aspetti fondamentali se si vuole crescere e camminare insieme. Momenti critici?
Sempre! Non ne sono mancati e ne siamo certi non mancheranno, ma una certezza
vi è ed è forte: Gesù non ci abbandona mai, nonostante le nostre fragilità.
