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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.  All'istituto appartengono missionarie e familiares Le missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
un indimenticabile avventura…
 
Al mio ritorno, molte volte mi è stata posta la domanda “Com’è andato il viaggio in Albania?”. La mia risposta, pur variando nella forma, non varia mai nel significato “E’ di certo stata l’esperienza più forte della mia vita”. Poi, puntualmente, il mio pensiero lascia per un attimo quelle facce attonite, a tratti sorprese dalle parole appena pronunciate, ed inizia a ripercorrere qualche piccolo pezzo della mia indimenticabile avventura. E diventa allora così difficile cercare di spiegare a parole quello che hai provato la prima volta che hai toccato quella terra, ben diversa da come l’avevi dipinta, che vive tempi e ritmi ancora tanto lontani dai nostri. Una terra ricca di tradizioni, cultura, storia, ma allo stesso tempo sofferente a causa del regime comunista che ha cercato con ogni mezzo di distruggere gli ideali, i valori di questo popolo, un popolo che sicuramente ha molto da insegnarci in materia di dignità e la cui sofferenza è ancora oggi pienamente visibile. Difficile spiegare a parole il perché hai deciso di partire per questa esperienza sfidando le tue insicurezze, mettendo alla prova te stessa e le tue paure; difficile spiegare i dubbi, che prima della partenza affollavano i tuoi pensieri, o le domande che ti ponevi ed alle quali cercavi inutilmente di dare una risposta: ma che ci sono venuta a fare? Domande che sono svanite il secondo giorno, non appena hai messo piede giù dal pullmino ed hai visto con i tuoi occhi quei bimbi senza alcune pretesa se non il desiderio di vivere un’estate degna della loro età… Difficile spiegare a parole il sorriso di quei bimbi, la cui lingua, a te sconosciuta, rappresentava teoricamente una barriera, superata dal reciproco desiderio di un contatto profondo. In realtà, infatti, i loro occhi pieni di speranze lasciavano trasparire più di quanto ci servisse per capirci e più che mai ho sperimentato un linguaggio nuovo, quello della fratellanza. Carezze, abbracci, una stretta di mano o semplicemente uno sguardo…ognuno di questi gesti assumeva per loro un significato importante, ben diverso da quello che di solito noi, nella nostra superficialità, siamo abituati a dare. Difficile spiegare a parole l’armonia, la collaborazione, la sintonia che fin da subito hai creato con chi conoscevi da solo poche ore e che indiscutibilmente è diventato tuo compagno di avventure; mi sono sentita parte di una vera squadra i cui capi, Padre Giuseppe, Padre Gianni, Padre Mario e Padre Antonio, con il valido aiuto delle dolcissime suore, hanno saputo guidare verso la meta da raggiungere, con estremo entusiasmo ed attenzione. Difficile da spiegare a parole tutto ciò che hai imparato in quei giorni che trascorrevano così velocemente tanto che a sera, ti soffermavi a pensare alle ore appena trascorse, cercando di imprimere nella mente ogni piccolo episodio. Difficile spiegare cosa provavi ogni volta che ti sentivi chiamata per nome da quei piccini che ti hanno regalato parole, sguardi, lacrime, silenzi ricchi di significato, e che giorno per giorno, sentivi sempre più vicini, sempre più tuoi o quello che hai provato quando hai dovuto lasciarli… Perché è vero che è difficile spiegare i ricordi, le emozioni,…quelle sensazioni che ti sono chiare dentro, che custodisci in quella scatola chiamata ”cuore”e che non sempre riescono ad uscire… ma è anche vero che, in fin dei conti spiegare alle volte non serve perché ormai senti che l’Albania è qualcosa che adesso ti appartiene, che grida nei tuoi pensieri, nel tuo cuore...e più di tutto capisci che questo viaggio, dono immenso del Signore, che ringrazio infinitamente, assume una valenza maggiore in base alla testimonianza che ognuno di noi seminerà nei propri ambienti.
una realtà difficile
 
Non avrei mai immaginato il percorso che mi ha portato oggi a raccontare l'avventura dell'Albania, iniziata quasi per caso e cresciuta col tempo, fino a riconoscerla come avventura di Dio. Tutto è iniziato quando la nostra cara missionaria Lucia ha ricevuto la proposta di padre Giuseppe e padre Gianni, due giovani dehoniani, a far partecipare un gruppo di suoi giovani ad un'esperienza estiva in Albania, nei dintorni della città di Scutari. Il gruppo ha accettato con entusiasmo la sfida, ed ha accolto questa come una chiamata a... servire la pace, perché questo significa incontrare e conoscere popoli diversi, condividendo un’esperienza di vita. Si trattava in fondo di sacrificare un po’ delle nostre vacanze per una 'nobile causa'. O almeno, questo era il presupposto da cui io partivo.... Tuttavia credo di non aver mai sperimentato meglio in vita mia le parole di Gesù che assicurano che"c'è più gioia nel dare che nel ricevere". L'esperienza in Albania è stata infatti per me un susseguirsi di accadimenti, di doni, di emozioni......Cioè, altro che dare! Io non ho smesso un istante di ricevere! Innanzitutto l'affetto dei bambini, che ci hanno atteso (ed ogni mattina ci attendevano ansiosi davanti al pullmino che ci portava al villaggio!) e che ci hanno amato! Abbiamo vissuto con loro e con alcuni giovani incontri di catechesi, una serie di laboratori divertenti che metteva in moto la creatività di tutti . Abbiamo danzato, recitato, impasticciato con il gesso, giocato con la carta e con i palloncini.... Tirando le somme, oltre l'affetto dei bimbi, una delle cose più belle che mi sono portato a casa è stata la stima per il popolo albanese, verso cui a volte noi Italiani nutriamo tanti pregiudizi. E' un popolo che ha conservato una grande fede, nonostante il comunismo avesse messo al bando la religione e avesse condannato la professione di qualsiasi credo. Si tratta di un popolo che ha sofferto grandi dolori, e che tuttavia vive con impareggiabile dignità una condizione di povertà e di precarietà. Eppure solo ora mi accorgo che sono davvero tanti gli albanesi in Italia, che vengono qui spinti dal mito di un paese ricco e libero, e che accettano i lavori più umili, con delle sotto-paghe ridicole, perché con quei pochi soldi messi da parte, rimpatriati, loro riescono poi a costruirsi una casa, ad aiutare i genitori, a sostenere la famiglia, i figli. Certo, si tratta a volte di persone emarginate e che hanno anche commesso reati e creato disordini. Ma forse ci fa ancora comodo pensarli così: emarginati, diversi, fragili, inadeguati, per non dover ammettere il nostro fallimento, quindi la nostra responsabilità. Può infatti anche sbalordire il fatto che in Albania esista, e sia ancora molto radicata, la tradizionale legge del taglione secondo la quale, se una famiglia subisce un omicidio, tutti i maschi di quella famiglia sono tenuti a vendicarsi sulla famiglia del colpevole. Se gli albanesi son arrivati a questo, è perché non hanno visto un'alternativa, non hanno trovato punti di riferimento (lo stato è praticamente assente, e una polizia fantasma corrotta e degradata), luoghi precisi dove poter gustare valori diversi. Non li hanno trovati neppure nella Chiesa, frequentata, come in Italia, solo dalle donne. Eppure, una delle testimonianze più forti è proprio quella dei padri missionari, Mario e Antonio, che hanno investito la propria vita in una missione difficile, quella in Albania. Sono arrivati negli anni bui, quando si usciva dalla guerra e quando quella terra devastata soffriva di tanti, troppi disagi: non c'era nessun servizio, non c'era elettricità, non c'era acqua. E soprattutto, c'era la diffidenza e la paura della gente. Ancora oggi la sanità è fatiscente in Albania. In teoria, gli ospedali dovrebbero essere gratuiti e aperti a tutti, ma siccome i medici e gli infermieri percepiscono stipendi troppo bassi (che oscillano tra i 100 e i 150 euro al mese), c'è da pagare una sorta di tangente. Risultato: solo chi ha forza economica si cura, e questo ancora una volta a discapito dei poveri. Tutto questo è inconcepibile, se si pensa solo per un istante che l'Albania non si trova in Africa....ma in Europa!! So di essermi soffermato troppo su questi aspetti sociali e poco sull'esperienza in sè, ma per me è stato importante l'approccio con la realtà albanese. E soprattutto so che i miei piedi sono, (ringraziando Dio, dico ora), su questo suolo italiano, e che l'impegno non può e non deve fermarsi all'esperienza dell'estate. C'è tanto da fare per gli albanesi in Italia, e spero di poter intraprendere qualche attività in questo senso con il mio gruppo; c'è da aiutare chi continua a impegnarsi e a sporcarsi le mani sul campo, e soprattutto a pregare per la missione in Albania. Non dimentichiamo infatti che Santa Teresa di Lisieux è la santa delle missioni, lei che non si è mai mossa dal suo piccolo convento, ma che con la sua preghiera e con la sua vita contemplativa ha offerto tutto e sostenuto più di tutti i missionari.
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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