Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

il mio terzo viaggio in mozambico
Erano ben otto anni che non facevo un viaggio in aereo e già mi ero dimenticata i riti che lo precedono: prima cosa scegliere la valigia, grande, piccola, non si sa, dipende dai pacchi e pacchettini che ti arrivano da tutte le parti. Poi c’è da fare i conti con la bilancia che sfreccia subito sopra i 20 Kg. A questo punto intervengono più elementi: la testa, il cuore, il buon senso, l’altruismo per selezionare ciò che deve entrare e ciò che deve rimanere. Alla fine ti affidi allo Spirito Santo che illumini la persona che fa il check-in perché chiuda gli occhi, faccia pulsare il cuore. Ma grazie a Dio l’essenziale è partito.
Verso Lisbona... Johannesburg... e finalmente a Maputo!
Saluto calorosamente Anna Maria ed Edvige che mi hanno accompagnata all’aereoporto e mi affido con un segno di croce all’aereo che mi porterà a Lisbona. Il mio posto è F6 vicino al finestrino così posso vedere bene il panorama sia nel decollo che nell’atterraggio. A Lisbona dovevo incontrare Elvira e Teresa Gonçalves, ma all’ultimo minuto alcuni imprevisti non hanno permesso loro di venire all’aereoporto, così sono rientrata nella zona di transito e per nove ore ho osservato l’andirivieni della gente che, a seconda delle nazioni da cui arrivavano o partivano, cambiava colore della pelle e foggia dei vestiti. Devo dire che il tempo è passato veloce. Ho avuto anche la possibilità di ripassare il portoghese, perché ogni tanto qualcuno mi chiedeva qualcosa.
Finalmente è ora del mio volo per Maputo. Anche questa volta il mio posto è vicino al finestrino e dopo qualche minuto si è seduta vicino a me una signora un po’ formosa, mulatta e dagli ampi vestiti che, per star comoda durante la notte, ha alzato il bracciolo che divideva il mio sedile dal suo, costringendomi a rannicchiarmi contro la parete dell’aereo. Trovata la posizione giusta, ci siamo addormentate per risvegliarci il mattino dopo quando
l’aereo ha fatto scalo a Johannesburg. A detta del comandante, avremmo dovuto ripartire dopo 40 minuti, invece il tempo si è diluito fino a quattro ore per un guasto elettrico alle ruote dell’aereo. Con il motore fermo l’aria condizionata non funzionava e i 44°gradi di calor esterno sono penetrati dalle porte aperte e ci hanno costretti ad un spogliarello collettivo. Risolto il guasto, siamo decollati per Maputo per arrivare cinquanta minuti dopo. Lisetta e Giannina mi aspettavano per abbracciarmi e portarmi a casa. Irene Gina e Martina erano andate a messa , ma mi hanno fatto festa al ritorno.
Preparativi per la festa
A Maputo le Missionarie abitano in una villetta a due piani. Al piano terra vivono tre suore domenicane di S. Caterina da Siena e sopra alloggiamo noi. L’appartamento ha tre stanze da letto, cucina, sala da pranzo e due bagni.
Il momento più significativo di questo mio viaggio è stato il giorno della prima emissione dei voti di Helena e Gabriela. Esso è stato preceduto da due momenti importanti: gli esercizi spirituali e la scelta dei vestiti da indossare. Io avevo portato dall’Italia sei vestiti regalatimi da una signora chic, che ha cambiato il suo guardaroba. I vestiti erano belli: maniche corte, scollati, un po’ scuri e lunghi. Naturalmente c’era solo l’imbarazzo della scelta.. Ma ahimè! Quando ho chiesto un parere alle sorelle sulla scelta del vestito da indossare, mi sono sentita dire che nessuno dei miei vestiti chic andava bene. Uno dopo l’altro li ho indossati tra il caldo, il sudore, la fatica e commenti vari. Finalmente un vestito a sfondo nero con dei gran fiori ciclamino, rosa e bianchi poteva andare bene se abbellito da un po’ di bigiotteria. Ed ecco che Irene arriva con un cestino di collane una più bella dell’altra e ne troviamo una che mi dà un tocco di eleganza. Ma il giorno della festa, a detta di Mariolina, la collana non andava bene e, dal suo scrigno di “gioielli, sfila una collana di graffite che pende a forma di triangolo sul collo e copre la cicatrice della tiroide, però pesa tanto da comprimere le mie emozioni, ma… mi rendeva più femminile e adatta ad accogliere le sorelle che si avvicinavano all’altare per chiedere di essere ammesse alla consacrazione. Ah!… mi dimenticavo! Neanche i sandali erano in sintonia con il vestito e, all’ultimo minuto, ho dovuto calzare i sandali di Irene con un po’ di tacco e una striscia argentata davanti.
La consacrazione di Helena e Graciela
Sistemato il problema del vestito a Maputo, il giorno dopo ci siamo trasferite a Matola presso le Suore Vincenziane per gli esercizi spirituali. Il posto era ricco di fiori e di piante gigantesche di mangos e mafura. Le camere erano piccole e dentro si moriva di caldo. Meno male che nella sala degli incontri e nella cappella si respirava per le ampie porte e finestre spalancate. Il sacerdote che ci ha tenuto gli esercizi era mozambicano, magro e sobrio nell’esposizione. Ci ha presentato le beatitudini in maniera stringata, lasciando alla nostra iniziativa l’approfondimento e l’applicazione.
Abbiamo sempre pranzato e celebrato l’eucaristia con le suore Vincenziane, davvero accoglienti. Per la festa di consacrazione delle sorelle ci siamo trasferite al seminario diocesano di Maputo. E’ un Seminario di tipo spartano, disadorno, ma per la circostanza la chiesetta era stata abbellita da capulane e fiori e la sala da pranzo dai manifesti del quarantesimo della C.M.. Ha presieduto la celebrazione il Vescovo di Maputo, Dom Francesco Chimoio, francescano, che nell’insieme della cerimonia ha saputo dare la giusta collocazione alla vita consacrata. Irene faceva da speaker e il gruppo della parrocchia della Vittoria ha animato con i canti e le danze che hanno dato un tono di mistero e di solennità alla celebrazione, soprattutto nell’azione di grazia. Helena e Gabriela sembravano due reginette. Ben vestite, sorridenti e compunte si sono avvicinate all’altare tra i flash delle macchine fotografiche e passando in mezzo a due file di adolescenti che danzavano. Il tutto si è svolto in un clima gioioso, che invitava alla riflessione e alla preghiera.
Alla fine uno scroscio di applausi ha concluso la Messa e ha dato il via al pranzo, dove c’erano più di duecento persone. Nel tavolo principale hanno preso posto il Vescovo, il Rettore del Seminario, le due festeggiate con i loro parenti. Alla fine del pranzo è incominciata la sfilata di amici e parenti con i loro doni. Ogni gruppo o persona singola presentava il proprio regalo, avvicinandosi alle festeggiate cantando e danzando.
Io pensavo di dover solo assistere allo spettacolo, quando Martina mi si è avvicinata con un bel cesto ben confezionato, contenente i vari doni che avevo portato dall’Italia per le festeggiate. Per la circostanza ho dovuto improvvisarmi danzatrice, un po’ goffa e anchilosata, ma sostenuta dal canto del gruppo della parrocchia. Vi devo dire che le danze e l’aria di festa hanno sgranchito le mie articolazioni e mi hanno fatto respirare un clima gioioso e familiare.
Al centro culturale di Nampula
Qualche giorno dopo sono andata a Nampula, città molto più povera di Maputo, ma ricca di bambini che ti salutano per strada e ti chiedono un passaggio in macchina. A Nampula le Missionarie hanno due casette una di qua e l’altra di là della strada, confinanti con l’Università di Pedagogia. Una casa funge da abitazione delle Missionarie, l’altro edificio ospita il “Centro Napipine” dove c’è la biblioteca, la saletta dei computer, tre camerette e una cucina. Questa seconda casa ospita attualmente due ragazze che stanno studiando e, allo stesso tempo, sono alla ricerca del loro futuro. Si avverte in casa la presenza giovanile. Al momento comunitario della preghiera di lodi e vespri, c’è più movimento, vivacità e perfino le piante e i fiori del giardino dimostrano di essere curati e di partecipare al calore di tutta la famiglia.
Che altro devo dire di questo viaggio? Sono contenta che il Consiglio mi abbia offerto questa occasione. Personalmente non mi sentivo preparata a rappresentare la Presidente e il suo Consiglio, ma dentro di me è prevalso l’atteggiamento della semplicità e della fraternità. Mi sono così messa accanto alle sorelle giorno dopo giorno, come una che si sente membro di quel gruppo e in una maniera fluida e spontanea ci siamo comunicate molte cose. Posso dire che le sorelle lavorano molto e con serenità.
Hanno a cuore il problema vocazionale e per questo sono disposte anche a dei faticosi spostamenti per incontrare le giovani segnalate dai vari sacerdoti. Direi che tutte hanno una spiccata sensibilità per il sociale e le persone che hanno bisogno di aiuto sembrano non finire mai. Attualmente la maggior parte dei giovani chiede di studiare e le famiglie vorrebbero avere una casa in muratura, il loro attuale “status-symbol”. Ma oltre a questi due tipi di richieste ci sono tante altre necessità urgenti come quella della sanità, di avere un lavoro, di poter avere accesso ai mezzi di trasporto, di avere un aiuto per le famiglie numerose, ecc.. Vi assicuro che davanti a persone bisognose che implorano il nostro aiuto, mi sento impotente e questo travaglio non ti lascia dormire sonni tranquilli. Ringrazio il Signore e voi tutte per avermi permesso questa bella esperienza. Chiedo con insistenza nelle mie preghiere che il Signore sciolga il mio e il vostro cuore da ciò che ostacola la carità. Il nostro essere Missionarie fa sì che la nostra vita sia spesa per gli altri, senza tenere nulla per sé. Dio vuole attraverso di noi rimanere tra gli uomini e diffondere l suo regno di amore.

viaggio a gisting
Carissima Santina,
ecco, il racconto del nostro viaggio a Gisting di Lampung.
Come avevamo programmato in ottobre insieme a te, durante il corso di formazione a Parung, siamo andate a far visita a padre Sugino a Gisting. Durante il ritiro di gennaio Anet ci aveva proposto, di fare quello di febbraio a Gisting, così si potevano unire due cose: la visita a p. Sugino e il nostro ritiro. Siccome toccava ad Anet organizzarlo, ci siamo accordate e abbiamo così deciso di andare a Gisting.
Dopo una programmazione fatta bene da Anet, venerdì sera verso le ore 20.30 ci siamo incontrate alla stazione di Gambir - Jakarta e con il pullman delle ore 21.00 siamo partite per Lampung. Questa volta abbiamo cercato di prendere un pullman più comodo, ( non come quello che avevamo preso con te l’altra volta! ) perché il viaggio non fosse tanto pesante e avessimo così la possibilità di dormire e riposare un po’, perché all’ indomani ci aspettava un programma da svolgere e non c’era tempo per il riposo.
E’ stato un viaggio buono; verso le 8.30 del mattino siamo arrivate alla Casa del Noviziato S.C.J. Padre Marmidi ci ha accolto e ci ha accompagnate al nostro alloggio. Abbiamo chiacchierato un po’ insieme e fatto la programmazione. Ciascuna di noi poi ha preso la sua camera. Dopo una doccia ristoratrice abbiamo recitato insieme le lodi e fatto una bella colazione a base di “ riso fritto”!!!.
Padre Marmidi è venuto di nuovo per dirci che padre Sugino ci stava aspettando. Ci siamo salutati, abbiamo chiacchierato un po’, poi ci ha fatto visitare la loro casa e la Casa di riposo S.C.J. che hanno appena costruito. È una bella costruzione!
Padre Sugino era appena rientrato da Roma e ci ha dato alcuni regalini. Il Padre ci ha racconto dell’incontro avuto con te e Anna Maria a Roma…Il nostro è stato un incontro molto bello e costruttivo perché il Padre ci ha dato alcune indicazioni concrete su come dobbiamo camminare in futuro. Questi i punti che ci ha indicato:
Impegno per una maggior solidità interna al gruppo; cercare di stabilire una forte unione tra di noi. Ciascuna deve essere convinta della sua chiamata.
Creare un dialogo e una comunicazione più intensa e sincera…
Fare un programma di attività per rispondere alle varie proposte che riceviamo, tenendo conto delle situazioni e del tempo che abbiamo.
Essere attente alla dinamica del “rigenerare” e far conoscere agli altri la nostra vocazione. Essere attrattive !!!
Andare avanti con coraggio!!
Abbiamo fatto le foto e siamo andate a pranzo insieme con i Padri e novizi.
Verso le 16, abbiamo cominciato il nostro ritiro sul tema “PARADIGMA NUOVO”. Un bel tema. Padre Sugino ci ha lasciato alcune domande su cui riflettere :
1. Come vedo me stessa?
2. Come vedo gli altri?
3. Come vedo la situazione attorno?
4. Qual è la mia visione della vita? È simile a quella che Dio vuole della mia vita?
5. Nella vita di consacrazione sono io che “ordino” a Dio che realizzi i miei desideri o i miei sogni?
6. Chi sono io secondo il tuo sguardo, o mio Signore?
Abbiamo vissuto e trovato un clima aperto e caloroso. Verso le 18 siamo andate in cappella per l’adorazione e recitare i vespri insieme a tutta la comunità, Padri e novizi. Questa esperienza di preghiera mi è molto piaciuta.
Dopo cena, Padre Sugino si è reso disponibile per parlare con ciascuna di noi, poi abbiamo deciso alcune cose pratiche che riguardano il nostro gruppo di Jakarta.
Tra i vari punti:
Stiamo portando avanti l’iniziativa che abbiamo preso con te a Parung di visitare ogni mese alcune di noi. Così:
domenica 22 febbraio andremo a casa di Lucy con questo programma :
- pregare
- mangiare
- parlare del ritiro di marzo.
La visita a casa di Anet la decideremo più avanti.
Abbiamo visto insieme come programmare alcuni momenti importanti che vivremo quest’anno :
- L’entrata nel biennio di formazione di Anet
- la rinnovazione dei voti di Mudji
- gli esercizi spirituali in luglio (Lucy sta programmando e coordinando il tutto)
- la cerimonia dei primi voti di Ludo e Antonia.
Finito questo incontro è venuto padre Marmidi per invitarci a fare un po’ di relax, di ricreazione insieme ai novizi e postulanti e anche per far la festa dell’ HAPPY VALENTINE. Ciascuna di noi si è presentata dicendo il proprio nome e da dove veniva . Loro invece hanno fatto un spettacolo: recita di poesie, canti e racconti spontanei. Poi da parte nostra, abbiamo invitato loro a giocare al bingo = “tombola”, con regali portati da noi da Jakarta. E’ stato molto divertente e interessante!
Verso le ore 23 padre Marmidi ci ha portato alla scuola del villaggio perché c’era un incontro per i giovani della parrocchia. Erano tanti: piccoli e adulti. Il Padre ha voluto dare un po’ di tempo anche a noi per presentarci e farci conoscere. Ho parlato io, però, solamente 5 minuti perché era già troppo tardi. Siamo tornati a casa verso l’una di notte…Avevamo molto sonno e ci siamo addormentate subito perché la stanchezza era grande, però, eravamo molto contente..
Il giorno dopo alle sei del mattino ci siamo ritrovati tutti insieme per la recita delle lodi e eucaristia nella cappella . Padre Priyo ha preseduto la messa. La Parola di Dio parlava del lebbroso. Ci ha rivolto una domanda: ciascuno di noi porta dentro di sè una lebbra....quale?
Subito dopo colazione ci siamo salutati e preparate per il ritorno a Jakarta.
Abbiamo fatto lungo viaggio, ma grazie a Dio tutto è andato bene.
Jakarta, 19 – 20 febbraio 2009

viaggio a memba
A conclusione dell’anno 2008 il gruppo degli amici della CM di Nampula, ha organizzato un ritiro che si è realizzato l’ultimo fine settimana di Novembre in una località sul mare chiamata Memba. Abbiamo chiesto ai partecipanti alcune risonanze e qualcuno si è anche impegnato. In attesa del contributo di qualche membro del gruppo, mi accingo a riportare quanto abbiamo vissuto.
Dieci anni di esistenza
Avevamo già raccontato alcuni mesi fa (17 agosto 2008) della festa dei 10 anni di questo gruppo. In effetti la composizione di questo gruppo è piuttosto dinamica.
L’inizio del gruppo nel 1998 con Mariolina che aveva risposto al desiderio di alcuni suoi studenti (dell’Università Cattolica del Mozambico = UCM) di conoscere la spiritualità dehoniana.
Un gruppo che da molto tempo si riunisce regolarmente ogni mese per vivere momenti di riflessione e di condivisione
Dunque un gruppo di studenti dell’Università Cattolica che, dopo dieci anni si ritrovano a ricoprire cariche di responsabilità dovute alla preparazione e competenze acquisite durante questo periodo.
Questo fatto è positivo ma richiede una certa capacità di accettare che la maggior parte delle persone si trovano a svolgere la propria professione in città diverse a volte temporaneamente, a volte definitivamente.
Persone in diaspora
Una di queste persone di nome Felisbela si trova temporaneamente a Memba un distretto sulla parte costiera, a svolgere il servizio di Amministratrice (Sindaco) di quel distretto. Felisbela é vedova con quattro figli già grandi, ha frequentato fino a due anni fa la facoltà di Diritto dell’UCM e dopo aver ricoperto altre cariche pubbliche ora ha dovuto rispondere ad una situazione delicata che richiedeva la sua competenza.
E’ stata proprio lei che ha suggerito al gruppo di realizzare un incontro-ritiro e vivere un fine settimana in questo luogo che dista circa 200 km da Nampula.
E così ci siamo organizzati chiedendo la collaborazione a P. Elia Ciscato scj che si è messo a disposizione ed ha svolto con grande impegno il tema richiestole: “IL CRISTIANO OGGI QUI”.
Eravamo una decina di persone e siamo stati ospiti della comunità parrocchiale di Memba che ha messo a disposizione alcuni locali adibiti a giovani studenti e così siamo riusciti a vivere un fine settimana tra riflessione e relax in un ambiente molto bello dal punto di vista del paesaggio, mare azzurrissimo, natura africana come sempre affascinante.
Un gruppo in movimento
Attualmente il gruppo è composto da persone della prima ora tipo Lucia Leo (che alcune di noi conoscono bene e che tra l’altro ha una grande ammirazione per P. Albino Elegante che ha conosciuto in Mozambico) e da persone più giovani.
Dei primi erano presenti oltre a Lucia: Bonifacio, Olimpio e naturalmente Mariolina. C’erano anche persone che hanno aderito da poco al gruppo, più giovani sempre studenti universitati; tra loro Renato, Nunes, Gildo, Geltrudes.
Si è poi aggregato a noi il Dr. Amanzio, cardiologo specialista, italiano che presta la sua opera gratuitamente nell’ospedale di Marrere e che ha partecipato con interesse a questa nostra iniziativa.
Il cristiano oggi qui
Certo momenti come questi aiutano a fermarsi e a riflettere su quale fondamento sicuro poniamo la nostra vita e se cerchiamo di capire sempre meglio quello che è il nostro impegno oggi come credenti.
P. Elia Ciscato ci ha fatto dono di una riflessione che ha aiutato ciascuno di noi a ritrovare quella base sicura che viene da Dio: il Suo Amore. Solo accettandolo e ringraziando possiamo entrare nel mistero dell’amore di Dio. Possiamo così , a partire dal Suo Dono offrire la nostra vita, trasformare la nostra vita secondo il progetto di Dio, seguendo Gesù, seguendo la sua Persona.
Ci è richiesto allora di avere disciplina e discernimento e quell’equilibio che non è facile perchè la nostra capacità di sperare è messa a dura prova dalla sofferenza e dalla disillusione. Come resistere e camminare nel mezzo delle varie situazioni con pazienza e perseveranza? Il nostro essere alternativi e rappresentanti di un’altra logica richiede uno stile di fedeltà al Cielo – apparteniamo a Dio e di fedeltà alla Terra perche apparteniamo alla terra. E’ l’incontro del Vangelo con la storia. Ci è chiesto di essere testimoni dell’amore di Dio e segni di speranza per le persone che ci circondano.
Le sfide sono quelle che ci fanno percepire il grande salto che sta avvenendo nella nostra società post-tradizionale , condividiamo gli stessi schemi mentali di tante persone, il pensiero debole, liquido, il relativismo, dobbiamo confrontarci con gli altri: sta cambiando l’idea di tempo, la nostra mente...
Il cristiano di fronte a queste sfide, con l’aiuto della Parola, potrà diventare la persone della speranza, del coraggio, della comunione e fermento nella pasta. Il cristiano non può guardarsi l’ombelico ma é per gli altri e dovrà rimanere legato al contesto dove vive.
Logicamente non riusciamo a dare un’idea piena di quanto abbiamo ricevuto ma condividiamo quello che possiamo perchè desideriamo camminare insieme e sentire che tutto ciò che ravviva la nostra speranza e il nostro impegno può aiutarci ad andare avanti con perserveranza. “Chi persevererà fino alla fine sarà salvo”. Questa Parola ed altre risuonano dentro di noi e ci stimolano a continuare con coraggio a seminare ogni giorno ciò che è buono, giusto e gradevole al Signore.
E così anche la condivisione con la comunità cristiana ci ha animato nella prima domenica di avvento e ci ha fatto partire con il piede giusto per la preparazione del Natale. Gli stessi giovani che ci hanno accolto si sono lasciati coinvolgere e così abbiamo condiviso la nostra fede pregando con loro.
Il parroco di questa parrocchia era in una comunità lontana, è italiano e della Sardegna. E’ venuto solo per poco tempo per dirci che era contento di accoglierci. Nella sua casa parrocchiale c’era un volontario (pensionato) della Sardegna che sta aiutando a costruire delle cisterne per l’acqua poichè questa zona vive molto tempo senza la pioggia. Un grande problema che si cerca di ovviare preparando luoghi per avere riserve di acqua quando viene la pioggia.
Una cosa curiosa. Il mattino della domenica è caduta la pioggia proprio quando stavamo preparandoci a celebrare l’Eucaristia domenicale. L’abbiamo vista come una benedizione per noi e per la gente di questa cittadina.
In comunione.

confusione... speranza per vivere l'insicurezza
Questo è in sintesi ciò che ho sperimentato di fronte ad alcune situazioni vissute mesi fa.
1. Per diversi motivi abbiamo avuto difficoltà a trovare un luogo tranquillo per fare insieme una giornata di ritiro; la casa che avevamo a disposizione, dove di solito c’incontriamo non era più disponibile.
2. Sul lavoro. Anche da noi, qui in Indonesia, la crisi globale che si è abbattuta su tutte le industrie, soprattutto nel settore abbigliamento, c’è crisi. Anche nel mio ambiente di lavoro c’è difficoltà. Sento che l’azienda sta andando avanti come una nave in mare aperto che non sa dove navigare. Guardando al futuro ci sono molte difficoltà. In questa situazione, cerco di essere serena anche perché l’industria dove lavoro, per il momento, sta ancora in piedi… i clienti rimangono… le richieste sono le stesse e si va avanti … Sì, spero e mi auguro che tutto vada bene.
E’ stato ed è una grande sfida. Mi svegliavo al mattino e mi sentivo confusa perché non sapevo che cosa fare; poi dopo un po’ di silenzio mi è venuto un pensiero. Sono andata al mio solito posto di preghiera (una cappellina) per ascoltare e riflettere sulla Parola di Dio. Il Signore mi ha donato la Parola giusta per affrontare la situazione: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. ( Lc 11,9 ). Mi sono fermata su questa frase, e ho trovato più fiducia, speranza per affrontare la situazione. Ho sentito veramente l’efficacia della Parola che dice che Il Padre Nostro celeste darà il suo Spirito a coloro che gli chiedono Io ho pregato perché Dio intervenisse come Padre.
Sono convinta che noi abbiamo bisogno del suo aiuto e di una maggior collaborazione tra di noi; lealtà, amore, e generosità sono valori che devono entrare nel mondo e nella nostra vita allora tutto sarà più bello.
Ho terminato quindi con una preghiera: “Padre … apri il mio cuore e la mia mente; mettimi nel tuo cuore, perché la pace, la disciplina, la speranza. la fedeltà, e la tenerezza rimangano in me.
Insegnami a distinguere tra la tua volontà e la mia, perché nel mio camminare in questo mondo possa sentire la presenza dell’Emmanuele. Lui, Gesù Cristo, è manifestazione del tuo amore.

allarga la tua tenda
Nella sua visita ufficiale al nostro gruppo di Funchal, la presidente Anna Maria Berta, ha tracciato con noi un programma di riflessione/revisione utilizzando e consigliandoci due strumenti essenziali: lo Statuto e la Lettera programmatica per il sessennio 2008 – 2013.
Durante questo percorso di formazione, ognuna di noi ha scritto un racconto, partendo dalla frase “Io sono”... una pietra preziosa, un aspiratore, una violetta, un capriolo, una cucina, un fiore… Narrando la sua storia ognuna ha fatto riferimento a parole chiave o a sue convinzioni a proposito di Dio - Uomo/donna - Mondo- Chiesa -Missione -Istituto. Ha poi fatto seguito l’interpretazione del racconto da parte delle altre partecipanti, sottolineando gli aspetti osservati.
In un altro momento siamo passate alla lettura dello Statuto, e poi al confronto per scoprire il senso delle parole chiavi riferite.
Ecco in sintesi come sono sottolineate nel nostro Statuto:
Dio: è amore, comunione, gratuità, misericordia.
Uomo /donna: dignità, rispetto, mistero.
Chiesa:collaboratrice nel piano di salvezza, fonte di grazia, piena comunione
Società: luogo dove incarnare la nostra spiritualità, servizio continuo, competenza, solidarietà, speranza.
Missione: annuncio e testimonianza del vangelo. promozione umana, partecipazione nelle strutture temporali, laboratorio sperimentale.
Istituto: carità, perdono mutuo, formazione continua, preghiera, appartenenza, obbedienza nelle condizioni ordinarie.
Abbiamo costatato che nella vita di ciascuna di noi emergono alcune lacune che hanno poi le loro conseguenze. Allora coscienti delle nostre fragilità e confidando nella fedeltà del Signore, andiamo avanti “Tenendo sempre presente che la pelle diventa rugosa, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.. però quello che è importante non cambia, la nostra forza e la nostra convinzione non hanno età” (Madre Teresa di Calcutta)
La lettera programmatica ci traccia un progetto: “ Un nuovo stile di vita per essere ,oggi, segno e profezia”
Ci accompagnano due idee chiave: Allarga la tua tenda (Isaia 54,2) La sapienza di Rute e di Noemi. Valorizzare l’antico e il nuovo, l’esperienza e la gioventù, per costruire insieme la C.M.
Padre Dehon ha scritto molto (otto volumi solo per l’aspetto sociale) Pero il brano più citato è: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Fig

incontrare e incontrarsi
Il gruppo di Porto si è riunito dal 22 al 24 di febbraio per tre giorni di formazione e uno di ritiro. Abbiamo avuto tra noi la presenza della Presidente, Anna Maria, che ha orientato i lavori.
Abbiamo fatto una lettura della vita alla luce del nostro Statuto, applicando una dinamica, basata in un orizzonte teorico: Dio - Uomo/Donna- Mondo- Chiesa- Società - Missione e Istituto
Per ciascuno di questi punti abbiamo seguito questa metodologia
Interpretazione personale della nostra storia e lettura dello Statuto (lavoro personale)
Osservazione delle altre sulla nostra interpretazione (piccolo gruppo)
Orizzonte teorico di riferimento (lavoro personale e sintesi in gruppo)
Lacune emergenti e le loro conseguenze (lavoro personale
L’applicazione di questa dinamica è stata molto utile per capire meglio come viviamo sia personalmente sia come Istituto, per conoscere e valorizzare quello che siamo, per vivere il presente con realismo e allo stesso tempo progettare il futuro.
Durante il ritiro abbiamo approfondito la lettera programmatica 2008/2013. Un nuovo stile di vita, per essere ,oggi ,segno e profezia
Anna Maria ci ha ricordato che per un nuovo stile di vita, per essere segno e profezia abbiamo bisogno di aprirci all’amore, alla novità di Dio: questo implica rispondere all’appello “allarga la tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle , rinforza i tuoi paletti”.(Isaia 54,2-3)
Ci ha ricordato anche che la tenda è luogo di provvisorietà, di disponibilità e di cambiamento, spazio che ci mette in contatto con la realtà esterna e che esige un atteggiamento di attenzione e di vigilanza a tutto quello che ci circonda, persone condizioni climatiche Anche il popolo di Dio nel deserto viveva in tende e aveva sempre con se una tenda speciale, la tenda dell’incontro con Dio.
Cristo il Figlio di Dio ha stabilito la sua tenda in mezzo a noi e san Paolo ci dice che la tenda è il nostro proprio corpo.
Tante volte sentiamo la nostra tenda minacciata dalle tempeste della vita e non ci rendiamo conto che della tenda di Dio presente in noi.
Per finire, a mo di sintesi, la Presidente ci ha lasciato come un decalogo che può costituire le linee portanti di come deve essere un gruppo:
APERTO
ACCOGLIENTE
DINAMICO
RISPETTOSO
PROPOSITIVO
RIFLESSIVO
PROVOCATORE
DIALOGANTE
UMORISTICO
RICONCILIATO
Credo che questi giorni ci hanno aiutato a intravedere questo nuovo stile di vita per essere nel mondo segno e profezia
Auguro a tutte una Quaresima di ascolto attivo e attento agli appelli di Dio e una disponibilità totale per dire: “Ecce venio” e “Ecce Ancilla”.
