Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La
COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede
centrale a Bologna, ma è diffuso in varie regioni d’Italia, in Portogallo, in
Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All’istituto
appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate
mediante i voti di povertà, castità, obbedienza, ma mantengono la loro
condizione di membri laici del popolo di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna
o nella famiglia di origine o da sole.
I
familiares sono donne e uomini,
sposati e non, che condividono la spiritualità e la missione dell’istituto,
senza l’obbligo dei voti.
News
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27 / 05 / 2020
SOLENNITA' DEL SACRO CUORE DI GESU'
Venerdì 19 giugno 2020...

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27 / 05 / 2020
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 19 de junho de 2020...

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27 / 05 / 2020
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 19 de junio de 2020...

un pellegrinaggio con tre obiettivi
Domenica 8
aprile, data
scelta tra Missionarie ed Amici, era il giorno tanto atteso e desiderato per
rafforzare la nostra comunione con tutta la CM. Gli obiettivi sono noti a
tutti:
Vivere insieme, Missionarie ed
Amici, un tempo per fraternizzare, colmare il vuoto di relazioni e notizie
reciproche dei mesi estivi (dicembre – marzo), ma anche per sentire dentro di
noi correre il filo del NOI CM e
poterlo comunicare anche a voi che siete lontani da Maputo; quindi un tempo
di preghiera, di ascolto della Parola, a
cui è seguito il frugale lanch con il nostro farnel e le ultime notizie
dall’Istituto, in particolare sulle celebazioni del 60° nelle varie nazioni
dove siamo presenti, sulla salute delle sorelle malate e altro.
La meta: il Santuario in periferia
di Maputo dedicato a Nostra Signora delle Candele, conosciuta
anche come Nostra Signora della Luce, in
località Marracuene, a poco meno
di un’ora di auto dalla città. Questo era importante per andare
incontro alle varie difficoltà di spostamento di alcune di noi. Per Alice
abbiamo trepidato. Non c’era modo di farla salire su quel mini-bus. Per fortuna
sua figlia Julia si è offerta di venire anche lei in pellegrinaggio con il
suo fuoristrada e mamma Alice ce l’ha fatta bene. Perfino gli spostamenti dalla
chiesa alla sala erano un problema per l’impossibilità di far scorrere la sua
sedia a rotelle in mezzo a quella bella sabbia, morbida e asciutta, ottima per
affondarvici. Il pellegrinaggio è stato ben organizzato dagli Amici; in viaggio
abbiamo pregato e cantato. All’arrivo eravamo attesi, e siamo stati accolti con gioia dalla
comunità parrocchiale per la partecipazione all’Eucaristia. Erano presenti i
giovani venuti al loro ritiro ed erano molti. Siamo state invitate da Pe
Joaquim a farci conoscere dai presenti, a parlare di noi. Abbiamo offerto la
nostra bella CM in quindici minuti, con la gioia di condividere ciò che ci
abita e che desideriamo si veda, si senta, esploda.
Il
CC ha invitato tutte le realtà CM a dedicare un tempo speciale alla richiesta
della benedizione di Dio, attraverso Maria, sulla prossima IX Assemblea
Ordinaria, che si terra a Bologna nel 2019, e per l’occasione abbiamo
distribuito la preghiera fatta dal Centro CM dedicata “ALLA VERGINE DI NAZARÈ”.
È seguita una rilettura del Vangelo di Luca e il nostro percorso storico dell’ “Eccomi”, che appartiene a tutti noi,
Missionarie, Amici e a quanti apprezzano la fragilità umana della Vergine, che
nasconde una forza divina. Una riflessione sul senso della benedizione di Dio a noi
creature, ma anche tra di noi, si è concretizzata in una benedizione reciproca,
gli uni per gli altri: un quarto d’ora intimo, di commoventi auguri tutt’altro
che stereotipati.
Ci
sembra giusto e doveroso ora ringraziare e benedire chi ci ha stimolati a
riscoprire quello che abbiamo in noi CM, quello che speriamo di diventare per
la Chiesa e per l’umanità, i nostri desideri e gli obiettivi quasi nascosti che
lo Spirito ci rivelerà nella prossima Assemblea Ordinaria, alla presenza
dell’immagine di Maria delle origini.
Da tutti noi di Maputo un abbraccio in
comunione. Missionarie e Amici

fedeltà
Nampula - 60° CM e 50 anni di vita CM in Mozambico
Il giorno 13 maggio nella
nostra parrocchia di S. Pedro – Napipine a Nampula abbiamo celebrato i 60 anni
di fondazione CM, i 50 anni della nostra presenza in Mozambico e 20 anni della
presenza del gruppo di amici qui a Nampula. In questa data è stata
significativa la presenza di Lisetta, una delle tre missionarie che arrivarono per
prime qui in Mozambico.
A
proposito dell’arrivo delle missionarie trascrivo ciò che P. Tarcisio Finazzi
SCJ (allora Regionale) ha scritto in occasione del ventesimo della nostra
presenza: “Ilda Candelária, Teresa Castro e Lisetta Licheri hanno messo piede
in terra mozambicana l’agosto del 1968 e andarano a Milevane nella scuola
Apostolica dei Padri del Sacro Cuore. Era il nostro primo contatto con le
laiche consacrate che venivano per collaborare al nostro fianco. Avevano una
carica di umanità, di simpatia e serenità coinvolgente che trascinava… un anno
dopo altre missionarie furono ad affiancare i padri della Missione di
Namarroi…” e dopo 50 anni la presenza di Lisetta è stata significativa per la
sua fedeltà alla missione.
Ha presieduto la Celebrazione
Eucaristica P. Sandro Capoferri scj, attuale provinciale, con lui altri padri
Dehoniani e Diocesani, da sottolineare la presenza di P. EzioToller (53 anni di
missione) uno dei padri che accolsero le prime missionarie.
La Messa è stata animata da
tutte noi missionarie con le nostre ragazze in formazione con la collaborazione
di molti amici e amiche che hanno voluto, con noi, vivere questo momento. Canti
danze tipiche, non sono mancati per allietare e accompagnare tutta la liturgia.
E’ difficile descrivere il clima che si è vissuto, ma posso dire che è stato
veramente un momento di grazia. Tra i molti segni che hanno accompagnato la
liturgia ne sottolineo uno: la processione del Vangelo al momento dell’alleluia.
Qui in Mozambico come in molti altri paesi, le donne hanno sempre dei cesti
sulla testa e trasportano ciò che serve per la vita familiare… Tre donne hanno
accompagnato questo momento, una delle tre aveva un cesto con dentro i Vangeli.
Vita per tutti noi credenti e solennemente accompagnate da una danza sono
arrivate all’altare.
Abbiamo lavorato tanto ma ne è
valsa la pena per la preghiera fatta insieme. Certamente non è mancato un buon
pranzetto e molta gioia espressa con danze e canti nel pomeriggio.
Il
momento celebrativo richiede una preparazione impegnativa e coinvolgente. Certo
che il te mpo
della preparazione è un tempo lungo che richiede disponibilità, elasticità e
saper far fronte agli immancabili imprevisti. Una preparazione che ci obbliga
anche a una rivisitazione di ciò che si è vissuto lungo questi 50 anni. Molte
persone ci hanno sottolineato il coraggio della CM che solo dopo 10 anni dalla
fondazione aveva già spiccato il volo verso la missione “ad gentes”.
Il motto “Guardare lontano” che
ci accompagna dalla fondazione, è stato realizzato in tutta la CM nelle varie
realtà e sono convinta che sempre ci ha accompagnato anche una certa audacia
che ha fatto si che il “Guardare Lontano” avesse un sapore anche profetico.
Celebrare significa rileggere la storia con occhi
sapienziali per poter riconoscere il bene fatto e anche ciò che ha frenato in
alcuni momenti il cammino. La CM qui in Mozambico ha accompagnato il cammino
dal colonialismo all’indipendenza (1975), ha vissuto i 16 anni di guerra civile,
la ricostruzione del dopo guerra… che è ancora in atto dopo oltre 25 anni dagli
accordi di pace (1992). La CM ha camminato con la chiesa sostenendo il cammino
di una chiesa ministeriale. Un servizio sempre fatto con discrezione e vicino
al popolo. Ha avuto la gioia di avere nel 1993 le prime consacrate mozambicane
Alice Silva e Gina Santana e dopo di loro… Julieta, Gabriela, Helena, Dalaina e
Isabel… e ora un buon gruppo in formazione.
Oggi stiamo raccogliendo frutti seminati da altri ma come
dice S. Giovanni “Chi semina e chi
raccoglie gioiranno insieme” E’ ciò che
abbiamo vissuto in questa occasione.
Per tutto questo diciamo
GRAZIE!
* Ringraziare il Cuore di Gesù
che ci ha accompagnato e non ha fatto mancare la sua presenza di grazia e
diciamo con le Parole di Paolo VI. “Tu o Cristo ci sei necessario”;
* Ringraziare per tutto il bene
che abbiamo potuto elargire;
* Ringraziare per tutti coloro
che hanno perdonato le nostre mancanze;
* Ringraziare per tutte le
missionarie che in prima persona hanno vissuto questo cammino in Mozambico;
* Ringraziare per tutta la
Compagnia Missionaria che in molti modi hanno reso possibile e sostenuto tutto
i lavoro svolto;
* Ringraziare P. Albino che molte
volte ha visitato questa terra;
* Ringraziare per la
collaborazione e il sostegno dei sacerdoti del Sacro Cuore;
* Ringraziare questo popolo amato e benedetto, per
l’accoglienza e per il bene che ci ha sempre manifestato;
* Ringraziare la Chiesa che vive qui in Mozambico, per il
cammino di crescita fatto nella fede all’unico Signore Gesù.
Concludo con ciò che P. Albino
ha scritto per il suo 60° di Messa e penso che valga anche per questa
ricorrenza;
A te, o Cristo,che mi hai consacrato perché divenissi tramite della tua salvezza, rinnovo il mio “Grazie”e ridico il mio“Sì”.
(P. Albino 60° di ordinazione)

ti lodiamo, ti benediciamo, ti ringraziamo
Domenica 22 aprile in General San Martin abbiamo vissuto un giorno di festa. La
giornata è iniziata con la celebrazione dell’Eucarestia celebrata da p.
Guillermo Exner, SCJ. Durante la celebrazione hanno rinnovato i voti Andrea e
Silvia, mentre Noemì, Marta, Maricarmen, Gloria e Gladis, hanno rinnovato la
loro promessa come familiares della CM; alcune di loro sono di Resistencia
altre di General San Martin. Erano presenti oltre alle missionarie del Chaco
anche amici e persone che stanno camminando con il gruppo di General San
Martin, per conoscere meglio la realtà dei familiares e si spera in seguito, una
loro adesione a questa realtà. Al termine della Messa si è realizzato un
incontro dove si è presentato la CM e si riflettuto sulla nostra spiritualità e
missione. Poi, abbiamo condiviso il
pranzo e approfittato di questo momento per conoscerci meglio tra noi. E’ stata un’esperienza fraterna di
profonda comunione che ci ha rinnovate nel nostro impegno. Rendiamo grazie al
Signore per quanto abbiamo vissuto!

un padre che visita i suoi figli
Ricordo di p. Albino Elegante, fondatore della Compagnia Missionaria
Eravamo nell’anno 1992, quando ci è stato comunicato
che p. Albino Elegante, scj,fondatore e animatore della Compagnia Missionaria
del Sacro Cuore di Gesù, sarebbe venuto in Argentina a visitarci.
Grande è stata la nostra
gioia. Noi CM - Argentina in quel tempo,
si poteva dire che eravamo appena nate, per cui una simile notizia aveva
riempito il nostro cuore di gioia. Questa presenza del Fondatore la prendemmo
come una conferma del cammino che avevamo intrapreso e che pian piano stavamo
vivendo. Così fu. In quel viaggio lo accompagnava Santina Pirovano, missionaria italiana. La spiritualità CM era
pienamente radicata in lei , è stata ed è uno strumento validissimo, insieme a
Lucia Correia, del nostro cammino iniziale.
Questo arrivo è stato
motivo di grande festa per noi. P.
Albino ci ha fatto sentire immediatamente la sua presenza come quella di un padre che visita i suoi
figli. La sua figura ci colpi profondamente: la sua umiltà, la sua
maniera di starci vicino, la sua speranza, serenità entusiasmo. Parlava
con tale convinzione e gioia che
contagiava tutti. Voleva conoscere tutto di noi , dimostrandoci la sua
preoccupazione e interesse come un vero Padre. A me personalmente mi esprimeva
i suoi ringraziamenti perché stavo
vicino e incoraggiavo le ragazze che in quel periodo si aprivano per accogliere
nella loro vita questo germoglio CM in Argentina. Fin dall’inizio ho cercato di
essere per loro come l’ombra che accompagna il loro cammino, affinché potessero
crescere liberamente come donne adulte, nella loro consacrazione.
P. Albino mi raccontava
come era nata la CM in Italia il 25 dicembre 1957; piccola – diceva - come
“Gesù Bambino”. Mi confidava che a lui piaceva molto ringraziare il Cuore di
Gesù quando vedeva nascere un nuovo gruppo CM in altri paesi. Questi eventi gli ricordavano sempre il primo inizio
della CM che si ripeteva in ogni nuova fondazione.
Durante la sua permanenza,
l’ho portato a conoscere la realtà della nostra città di Resistencia. Avevamo
così la possibilità e il tempo di parlarci
e di condividere la gioia di vivere la stessa spiritualità in culture diverse.
Scoprire insieme che la nostra casa è il Cuore di Cristo, sempre aperto per
entrare e uscire liberamente da Lui, per questo motivo il suo Cuore è rimasto
aperto, senza chiavi. Tutto questo mi ricordava la sensazione dei primi
discepoli: li chiamò per stare sempre con Lui e per essere inviati.
Dal volto di p. Albino traspariva il suo amore
per la Vergine Maria, per questo la scelse come Madre, guida e custode della CM
del Cuore di Gesù. Dal giorno di quella sua visita, breve ma indimenticabile,
tutte le mie Ave Maria che recito sono “potenti” ( poderosas), come lui mi
aveva suggerito. E queste fanno meraviglie nel mio cuore di figlio e fanno bene
al cuore di tutti coloro che vivono la
bella realtà del Corpo mistico di Gesù, nostro Capo.
P. Albino grazie per il tuo
passaggio e vicinanza nella mia vita. La Compagnia Missionaria nel silenzio dei
miei lunghi giorni è diventata un’ oasi nel mio cuore. Da lassù, nella casa del
Padre aspettaci e benedici ciascuno di noi.
p. Guillermo Exner, scj
General
San Martin - Argentina - Chaco aprile
2018
NOTA.
La nostra vita CM argentina non ha senso se non ricordiamo la CM cilena. Questa
è stata come la nostra madre adottiva. Fin dall’inizio ci ha accompagnato, ci
ha custodito, si è sentita responsabile della nostra crescita, specialmente
nella persona di Teresa Pozo, nominata poi come formatrice delle prime
vocazioni. La CM cilena è parte viva della CM argentina e insieme abbiamo
abbracciato la grande Madre che è la Compagnia Missionaria, cominciando dalla
sede centrale di Bologna fino agli altri paesi dove la CM è presente. Siamo
un’autentica famiglia, di varie razze, colori e carisma che ci distinguono e ci
uniscono.
Benedetto sia Dio Padre che
ci ha amato fino all’estremo, che ci ha donato suo Figlio, che ci ha aperto il
suo Cuore e ci ha regalato il suo Spirito. Grazie infinite al Figlio che ha
condiviso con noi la sua meravigliosa Madre.

una semplice storia d'amore
Intervista a Irma Pedrotti
Parlaci
di te, della tua vita: famiglia, ambiente in cui sei cresciuta, il lavoro e
dove vivi attualmente… Come hai conosciuto la Compagnia Missionaria?
Incomincio
a raccontare un po’ della mia vita. Mi chiamo Irma Pedrotti sono la maggiore di
altri 2 fratelli: Josè Juan minore di me di due anni e Dante Alejandro dieci
anni più giovane di me. I miei genitori Dante e Elsa, figli di emigranti
italiani, sono nati a Cordoba città dell’Argentina, dove i miei nonni si erano
stabiliti al loro arrivo dall’Italia. Qui con tanto sacrificio hanno messo le
loro radici, formarono le loro famiglie e riuscirono per merito loro, a
costruire la loro casa ed avere un lavoro proprio.
Sono
cresciuta in un ambiente di forti valori cristiani; i miei genitori ci hanno
trasmesso la fede e alcuni valori fondamentali come il rispetto per il
prossimo, la solidarietà, la semplicità, l’unione... Inoltre sono cresciuta in
un clima dove si respirava la spiritualità dehoniana perché, a Malagueño, la
cittadina dove sono nata e vissuta fino a 37 anni, la parrocchia apparteneva ai
Sacerdoti del sacro Cuore di Gesù (dehoniani). I primi sacerdoti che arrivarono
qui erano missionari italiani; ogni giorno frequentavano la casa dei miei nonni
materni. Con loro ho cominciato a conoscere questa spiritualità, soprattutto mi
colpiva la loro testimonianza di vita. Di loro ho un ricordo molto bello: erano
persone entusiaste, pieni di zelo e generosità caratteristiche proprie di
giovani coraggiosi che vanno in terre lontane per portare la parola di Dio.
Penso che, così senza saperlo, seminarono
dentro di me una piccola semente che con il passare del tempo, sarebbe
lentamente germinata. È in questo piccolo e semplice paese e nel seno di una
famiglia semplice, modesta, che ho imparato cos’è la fede e ho scoperto un Gesù
amico, vicino, tenero e amoroso. Anche l’influenza delle suore della
Congregazione della misericordia di Verona, che insegnavano alle scuole
elementari che io frequentavo, mi hanno
aiutata molto a mettere le basi della mia fede. Da loro abbiamo ricevuto una
bellissima educazione fondata nella fede e nei valori. In seguito ho studiato
Scienze Economiche e mi sono laureata. Ho sempre lavorato e ancora lavoro in
una piccola impresa in cave di pietra, che possedeva mio papà a Malagueño. Ho insegnato
anche nel Collegio della Parrocchia; è stata un’esperienza molto bella perchè
oltre al lavoro in sè, mi ha dato la possibilità di avere contatto con ragazzi
adolescenti. E’ stato come un far conoscere in questo ambiente, Gesù in maniera
indiretta, attraverso incontri e lunghe conversazioni... sono stati dieci anni
che mi hanno arricchito molto! Attualmente vivo a Carlos Paz (provincia di
Cordoba) con mia mamma di 88 anni, a 15 chilometri dal mio lavoro. E’ una città
grande, turistica, molto bella, attorniata da montagne e da un bellissimo lago.
Nell’anno
1993 condividendo i miei dubbi vocazionali con Padre Eufrasio SCJ, mia guida
spirituale, lui mi informò che c’era un Istituto Secolare fondato da un
sacerdote dehoniano e mi consigliò di parlare con p. Guillermo, anche lui
dehoniano. Dopo un lungo colloquio questo sacerdote mi disse di parlare con Graciela Magaldi. Finalmente mi
decisi a scriverle e a raccontarle quello stavo vivendo in quel periodo della
mia vita e così è cominciata questa
storia di Amore tra Gesù e Irma.
Ho
iniziato così i primi passi per dare una risposta a Dio che mi chiamava a
vivere in pienezza la mia vita, donandomi completamente a Lui. Il Signore mi ha
chiamato fin da sempre, però nel suo grande affetto, ha rispettato i miei tempi
di maturità umana e di impegno, fin tanto che il mio cuore non ha potuto più
aspettare... la sua chiamata è stata più forte di me! Ho dovuto dire: “Eccomi sono qua per vivere tutto donata
a Te”. Così, con grande sorpresa ho scoperto che esisteva la Compagnia Missionaria, un
Istituto con la stessa spiritualità che mi aveva accompagnata fin dall’inizio
della mia infanzia... Tutto era stato preparato da Lui e per Lui. Oggi, con
grande gioia, sono una Missionaria del sacro Cuore di Gesù, di incorporazione
perpetua. Membro di questa grande famiglia CM che mi ha accolta con amore e con
grande rispetto.
13
marzo 2013: una data storica che ha segnato cinque anni fa l’elezione di Papa
Francesco, il “Papa venuto da lontano..”, il Papa argentino, del tuo paese!
Descrivici la “sorpresa”, del popolo argentino a questa elezione…
Missionaria argentina.
Oggi questo nome ha un risalto speciale dato che il nostro caro Papa Francesco
è… possiamo dire “nostro”!!! Ricordo il giorno che è stato eletto. Ero con mia
mamma davanti alla televisione e lei mi stava dicendo: io penso che sarà eletto
Papa il nostro Cardinale Bergoglio. Da parte mia l’ascoltavo e sorridevo senza
darle tanta importanza… quando poi è stato annunciato il suo nome in latino ho
cominciato a saltare e gridare di gioia, non potevo crederci… ho cominciato a
mandare messaggi di qua e di là per comunicare anche ad altri la grande notizia
… è stata una gioia tanto grande che sia io che la mamma abbiamo pianto di
gioia per l’emozione. In seguito, quando è apparso al balcone con il suo
messaggio semplice, come lui è, ci siamo sentite ancora più emozionate. Tutti i
canali della televisione erano sintonizzati su questo grande avvenimento. Le
immagini che trasmettevano mostravano le diverse città dell’Argentina dove la
gente usciva per le strade mostrando allegria e gioia per tale notizia. Credo
sia molto difficile esprimere con parole i sentimenti che abbiamo vissuto quel
giorno.
L’Argentina
in questo momento sta vivendo la sfida di accogliere e mettere in pratica il
messaggio di Papa Francesco cioè la scelta preferenziale dei poveri. Stiamo
vivendo una tappa di transizione politica, economica e sociale, cercando di
uscire da un periodo di molta corruzione che c’è stata in questi anni... però
questo è un processo molto lento, che a
sua volta richiede molto tempo...
La
formazione è uno degli elementi più
importanti per il nostro Istituto. Da alcuni anni sei impegnata come formatrice
all’interno del tuo gruppo argentino. Qual è la tua esperienza?
Sì, da diversi anni ormai, il mio Istituto mi ha affidato il compito
della formazione qui in Argentina . Per me questa è una sfida costante che mi
porta a vivere in prima persona il mio essere consacrata, a incarnare la nostra
spiritualità nella mia vita, per poi aiutare nel loro cammino formativo le
persone che fanno questa scelta e che tuttora sto accompagnando. In tutti
questi anni ho vissuto momenti molto belli e anche momenti di sofferenza. Non
sempre le cose che si fanno danno un risultato come alle volte si spera... E’
necessario abbandonarsi a Gesù come guida e maestro, solo così possiamo
andare avanti nel cammino. Credo
fermamente che con molto amore e dando la mia mano a Gesù possa compiere la mia
missione. Il nostro carisma è molto bello però alle volte nella concretezza
della vita, diventa esigente. Con molta sapienza il nostro Statuto ci dà il tempo
necessario, nelle distinte tappe formative, perchè la persona possa poco a poco
incarnare i suggerimenti e le indicazioni che vengono date. Anche il gruppo di
appartenenza ha molta importanza nel cammino formativo perchè qui è il luogo
dove la persona che arriva può vedere concretamente come si vive nella CM. Cioè
vedere la testimonianza in ogni missionaria e anche la maniera di vivere la
comunione all’interno di un gruppo. Per noi è stato molto importante anche
l’aiuto di una psicologa che ci ha rinforzato nell’aspetto della maturità
umana.
In
questo tempo stiamo celebrando i 60 anni
di fondazione della Compagnia Missionaria. Che significato ha per te questo
traguardo ? Il tuo augurio per il suo futuro.
Penso
ai 60 di vita del nostro Istituto. Sembrano tanti anni ma alle volte se
confrontato con altri istituti appare ancora giovane! Per prima cosa ringrazio
il Signore per aver potuto conoscere il nostro
Padre Fondatore, il nostro caro p. Albino. Personalmente ritengo una grazia
quella di aver potuto ascoltare le sue omelie, incontri, colloqui personali.
Ricordo ancora le sue parole dette con fermezza ma anche il suo bel sorriso!!!
Considero tutto questo come una eredità
da accogliere per continuare a vivere e a far vivere, come lui sognava
sempre, questa grande famiglia. Una umile eredità che la CM offre alla Chiesa
con la sua spiritualità della contemplazione del Cuore trafitto di Cristo, dove
noi incontriamo l’alimento che ci fortifica e ci guida. Un’altra grazia per la
mia vita è aver conosciuto le prime missionarie e altre che le hanno
seguite…tutte, ciascuna a suo modo, hanno arricchito la mia vita.
Desidero
che tutto l’ardore, lo zelo ed entusiasmo degli inizi non si spenga mai, che
ogni giorno sia rinnovato con il contributo di tutte, che questo ricordo sia
uno stimolo per continuare il cammino seminando l’amore e la comunione in ogni
luogo dove siamo. Che possiamo con la nostra testimonianza contagiare altre a
seguire Gesù a dire il loro sì, in un mondo sempre più individualista e
materialista. Che possiamo dimostrare che la felicità verrà quando faremo posto
nel nostro cuore all’ unico Signore della nostra vita!!!
Maria,
madre, guida e custode della Compagnia Missionaria del sacro Cuore, prega per
noi!!!

un viaggio lungo e meraviglioso
Lo scorso 6 marzo ho preso l’aereo
per Lisbona, meta Timor Est, su invito della ARTESAL, un’Organizzazione non
Governativa (OnG) che lavora con tessuti fatti a telaio, fondata da Mariana,
una signora rumena che ha sposato un cittadino della Guinea e che ha vissuto in
Guinea per 33 anni; e dalla CABAZ DI TERRA –OnG, che lavora nella
commercializzazione dei tessuti fatti a telaio, anch’essa fondata da Mariana e
dal CIDAD – Centro di intervento Amilcare Cabral, a Lisbona.
Il viaggio aveva lo scopo di
aiutare le donne guineensi ad imparare questo lavoro. In quasi tutto il mondo
sono le donne ad occuparsi di tessitura, ma nella Guinea Bissau lo fanno gli
uomini ed esiste un mito che dice che le donne non devono fare questo lavoro
perché, se lo facessero, morirebbero. In Guinea solo due etnie fanno questo
tipo di attività: a Manjaca e a Papel.
Secondo informazioni raccolte,
in tutto il Paese in questo momento esistono soltanto 20 artigiani tessitori e,
per questo, vogliamo che le donne assumano questo lavoro al fine di poter
mantenere nel tempo la cultura e la tradizione della tessitura a telaio e anche
per conquistarsi una maggiore autonomia e potere. Nell’aeroporto di Bissau,
come tutti noi sappiamo, non ci sono condizioni per una persona con handicap
fisico di poter viaggiare comodamente e, per questo, per salire sull’aereo mi
hanno portato una sedia a rotelle, a cui sono stata legata con delle cinghie e
quattro uomini mi hanno sollevato fin dentro l’aereo. Arrivata a Lisbona, mi
sono trovata in condizioni migliori: mi hanno messa sempre su una sedia a
rotelle, e, poi con un sollevatore e mi hanno fatta scendere dall’aereo senza
grandi difficoltà. All’uscita, Mariana, responsabile della ARESAL mi stava
aspettando per portarmi all’Hotel Imperador, in via 5 ottobre 55. Erano le
quattro del mattino.
Il giorno dopo, l’8 marzo, ho
conosciuto Carlos che era venuto ad unirsi al nostro gruppo. Carlos è di CIDAD
ed è uno dei coordinatori, che conosce bene l’inglese e il ”tétume”, per cui ci
ha fatto da interprete.
Appena arrivati all’aeroporto
di Singapore, di mattina presto, un’altra sedie a rotelle mi aspettava.
Anche all’aeroporto di Timor –
la situazione era come quella di Guinea Bissau – non erano forniti di servizi
“speciali” e nelle mie condizioni non c’era modo di spostarsi. Allora ho
tentato da sola di scendere le scale che non erano …corte, infine, con l’aiuto
di alcune braccia, grazie a Dio, ce l’abbiamo fatta.
Il 12 marzo abbiamo avuto il
nostro primo incontro con la Fondazione ALOLA (Direzione) e con la ALOLA
speranza delle donne tessitrici. Nello stesso giorno siamo andati al centro di
riabilitazione motoria per chiedere in prestito una sedia a rotelle.
Il 13 marzo abbiamo visitato
tutti i negozi di artigianato di Dìli e, il giorno dopo, abbiamo incontrato
anche gruppi di donne che fanno cesti con materiale vegetale.
Il 15
successivo avevamo programmato un incontro con l’Ambasciata del Portogallo, ma
non è stato possibile. Il 16 c’è stato l’incontro con l’unità di appoggio del
gabinetto del Primo Ministro, Coordinatore della Società Civile e questo fu
molto proficuo. Si è concluso con la firma di un accordo di partenariato a
livello di CPLP.
Il 19 seguente siamo andati al
nord, verso le montagne (LOSPALO), insieme con lo staff della Alola; siamo
passati per Bachau, città che i portoghesi consideravano la 2° capitale, perché
era in montagna, in un ambiente pù fresco; dopo aver fatto pranzo, abbiamo
proseguito il viaggio in direzione di Lospalo. Il giorno dopo abbiamo
incontrato lì diversi gruppi di donne, impegnate nella produzione di “tais”, un
telo che si porta ai fianchi e tessuti fatti a telaio.
Il
giorno 20 siamo arrivati ai confini con Timor, nella parte nord, dove ci siamo
resi conto, increduli, dell’altezza della montagna dove ci trovavamo….era una
cosa impressionante, mai avrei immaginato che un giorno sarei salita sulla cima
di un monte tanto alto… e mai avrei pensato di fare un viaggio tanto meraviglioso!
Considero il viaggio come opera
di Dio. Io… che non ho tanta forza come in passato… fare un viaggio come questo!
Bisognava proprio avere del coraggio e affidarsi alla provvidenza di Dio - e
questo è quanto ho fatto: mi sono abbandonata completamente nelle sue mani, ho
incontrato persone meravigliose che mi sono state di aiuto in ogni senso, ho
avuto anche la fortuna di essere ospitata nel Centro Giovanile di Balide, della
Diocesi di Balide, accolta in casa delle suore che parlavano soltanto inglese o
tétume.
Sono tornata a casa con un
orizzonte più aperto; ho imparato molte cose sull’artigianato; ho visto il mondo
da un’altra prospettiva; ho contemplato le grandi meraviglie di Dio ed ho
incontrato molte persone buone: un popolo umile, accogliente, amabile e molto
religioso.
Ho visto cose che mai avrei
immaginato di vedere. Ne è valsa la pena! È stato difficile, ma con l’aiuto di
Dio, tutto si è risolto bene. Senza la sedia a rotelle e senza quelle persone
meravigliose, non sarei arrivata tanto
lontano.
Grazie, mio Dio, per tutte le meraviglie che hai fatto in
me, grazie per aver messo persone meravigliose nella mia vita: grazie Signore,
per ognuna di queste persone (Carlos, Mariana e altre).
Sono tornata a casa con il cuore pieno di gratitudine a
Dio, a ciascuna persona e per tutto quanto ho vissuto. Sono grata al Consiglio
Centrale e al mio gruppo della Guinea che ha deciso che io facessi questo
viaggio. Grazie ad ARTISAL, grazie a CABAZ DE TERRA e grazie a CIDAD!
