Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La
COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede
centrale a Bologna, ma è diffuso in varie regioni d’Italia, in Portogallo, in
Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All’istituto
appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate
mediante i voti di povertà, castità, obbedienza, ma mantengono la loro
condizione di membri laici del popolo di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna
o nella famiglia di origine o da sole.
I
familiares sono donne e uomini,
sposati e non, che condividono la spiritualità e la missione dell’istituto,
senza l’obbligo dei voti.
News
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27 / 05 / 2020
SOLENNITA' DEL SACRO CUORE DI GESU'
Venerdì 19 giugno 2020...

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27 / 05 / 2020
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 19 de junho de 2020...

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27 / 05 / 2020
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 19 de junio de 2020...

nuove case... nuove storie... nuove esperienze
E’ quasi un anno che ho cambiato casa. Dove vivo ora è un edificio a tre piani con 21 stanze e a questo indirizzo: Jalan Bangau No. 42
Palembang. E’ un edificio grande che appartiene alla Fondazione Xaverius di Palembang ed è vicinissima al mio lavoro. La finalità di questa casa è quella di ospitare ragazze e donne che
lavorano come dipendenti della Fondazione Xaverius e non hanno
un luogo dove vivere. Queste persone occupano le stanze del primo e secondo piano, mentre il terzo piano è riservato per altri che non fanno parte della Fondazione. Ogni
piano ha la sua cucina. Insomma è un tipo di pensionato nel quale io ho la
responsabilità della gestione. In questo momento ci sono 10 persone provenienti da varie isole, tribù e
lingue indonesiane. Alcune di loro lavorano come insegnanti, lavoro d’ufficio nella parte amministrativa e altre studiano.
Sabato 14 luglio 2018 la casa è stata inaugurata e benedetta dal presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione
Xaverius. Erano presenti tutti i presidenti delle
scuole di Palembang, la nostra “comunità di base” Santa Rosa e la vicina comunità del seminario. Un momento molto importante è stata l’apertura, quando Padre
Priyo SCJ, direttore della Fondazione, mi ha raccomandato di svolgere questo lavoro con responsabilità e ha comunicato ai presenti il mio compito. Padre Koro e tutti i partecipanti hanno accolto la notizia con gioia e hanno concordato.
Abitare una nuova casa, occupare un posto nuovo porta sempre con sé una certa novità
nella propria vita, insieme all’incertezza di fronte a qualcosa di estraneo. Significa cioè che devi
aggiustare la tua vita, la tua situazione a quel posto. Questo è quello che ho vissuto e sentito quando ho cominciato a vivere in questa nuova casa . Il tempo è
trascorso in fretta e oggi mi pare di aver già svolto un sacco di cose. Ecco alcuni
aspetti concreti e pratici che ho dovuto affrontare:
Y Pensare alle strutture domestiche
Y Decidere quali spazi lasciare liberi per renderla piu comoda
Y Piantare fiori nel cortile per renderla più
accogliente
Y Controllare l’acqua e l’elettricità in modo che l’utilizzo venga fatto con responsabilità, così che la spesa sia meno costosa
Y Fare attenzione alle persone che abitano la casa
Y Tenere in ordine tutto cio che fa parte della casa, in
modo da rendere la permanenza serena e comoda.
Il programma giornaliero per ora è questo: dal lunedi al sabato tutte lavoriamo, al pomeriggio o verso sera torniamo a casa. Le ragazze
sanno che sono una missionaria CM. Se ci sono attività nella “comunità di base” Santa Rosa, che è il quartiere dove abitiamo, anche noi partecipiamo. Alle volte ci
troviamo anche per pregare… Vivere insieme così in tante, e diverse tra noi, non è sempre così comodo e facile come quando si vive da sola nella propria casa. I nostri giorni poi non sono
sempre uguali, a volte devo sentire lamentele, ascoltare urla
improvvise quando per esempio viene a mancare l’elettricità o non c’è più acqua …
Il momento della giornata che più mi piace è la sera. Perche? Perchè di sera dopo il lavoro ci ritroviamo tutte. Difficilmente
usciamo, quindi possiamo avere il tempo a nostra disposizione per condividere il nostro vissuto, soprattutto quanto ci ha fatto bene e quanto ci ha
infastidito nella giornata trascorsa; condividiamo la stanchezza e anche un po’
di nostalgia. E’ uno spazio che in maniera spontanea diventa quasi una
valutazione del nostro quotidiano; ci comunichiamo anche le piccole cose che sono successe al lavoro. Queste ore diventano preziose per tutte, perché a volte la fretta che
abbiamo non ci permette di trovare tempo per guardarci in faccia. Sono momenti
che ci aiutano anche a conoscerci meglio. Cerchiamo inoltre, di vivere insieme
anche le feste. Se c’e un compleanno, collaboriamo tra noi, condividiamo con gioia la festa e la gioia di stare insieme. Non manca la creatività
come l’altra notte quando alle ore 24 siamo andate a svegliare Mareta perché
era il suo compleanno! Una bella sorpresa per la festeggiata. Da parte mia
cerco di dare il meglio di me stessa, di essere attenta a quanto le giovani
hanno bisogno. Mi sento come una mamma che fa di tutto per vederle serene, per il loro bene. Grazie .

voglia di scrivere
Questo pomeriggio mi è stato ricordato da Santina di
scrivere qualcosa sulla pastorale nella scuola, luogo e ambiente dove svolgo il
mio lavoro.
In questo periodo la
mia testa è piena di idee, con tanta voglia di scrivere libri per bambini. Sono
anche ansiosa di conoscere i risultati di alcune riflessioni che ho proposto ai
ragazzi della mia scuola. Le loro risposte mi aiuteranno a scrivere qualcosa
sulla figura della madre oppure raccontare il tipo di relazione che hanno con
la mamma o col papà. Naturalmente prevedo già che le loro risposte saranno
molto varie, perché ogni bambino ha un’esperienza diversificata sia con la
madre sia col padre. Non tutti hanno relazioni normali, affettuose… forse la
maggior parte di loro ha relazioni molto difficili e tristi, fragili. E’ così
che questo pomeriggio, con questi pensieri e la testa un poco confusa, prima di
scrivere le mie idee pastorali sulla scuola, sono stata costretta a scaldarmi un po’ d’acqua
sul fornello e preparare un buon caffè, per svegliare e ordinare le idee che ho
in testa.
Ho camminato avanti e indietro per capire il filo giusto
per cominciare. Ho aperto un libro e ho trovato un foglio scritto di Elisabetta
Todde, una preghiera: riflessione sui doni dello Spirito Santo. Elisabetta era
una sorella che amava molto scrivere su Vinculum… Ritrovando un suo ricordo, ho
pensato alla mano di Dio che mi veniva offerta per scrivere le mie idee.
“Vieni Santo Spirito e donaci la Sapienza. La
Scienza e la tecnica umana non sempre bastano: abbiamo bisogno di Sapienza per
gustare la nostra vita. La tecnica ci dice quello che è possibile fare, la
Sapienza quello che è lecito. La tecnica prepara cuori artificiali, la Sapienza
cuori saggi. La tecnica ci rende potenti, la Sapienza ci fa uomini…”
Grazie Elisabetta sei stata una
cara sorella. Anch’io sento di avere una certa passione per scrivere… un
sentimento vivo, come se fossi innamorata di quest’arte. Quando le persone si
innamorano sentono dentro di sé una grande energia che vorrebbero comunicare
agli altri. Qualche tempo fa oltre a scrivere per Vinculum, ho trovato un'altra
maniera per esprimere questo mio desiderio. Nel periodo 2001-2004 sono stata
insegnante e guida degli studenti che venivano alla Casa di ritiro Rumah Retret
di Palembang. Ricordo che in quel periodo ho scritto molto: poesie e
riflessioni, materiale vario, che ho già pubblicato in quattro libretti insieme
ad altre insegnanti che hanno la stessa sensibilità. Adesso mi piacerebbe
annotare le molte idee e i sogni che appartengono a studenti, pensieri che
possano favorire l'entusiasmo, sviluppare i talenti e gli interessi degli
studenti stessi. Sono contenta perché quest‘arte dello scrivere può contribuire
a lavorare di più sulla crescita e sullo sviluppo della vita dei ragazzi e dei
giovani. A volte mi viene il desiderio di inventare cose nuove, metodi nuovi di
insegnamento per la scuola, per gli studenti.
Nel 2011, dopo essere tornata da Bologna, sono
stata inserita in una scuola unica e piccola dove ora sono vice preside. Qui ho
trovato un’altra realtà: bambini, ragazzini di 11-14 anni alcuni un po’
fragili, un po’ carenti per la mancata attenzione dei loro genitori. Tra di
loro alcuni hanno grandi problemi: feriti, scoraggiati nell'apprendimento, non
si sentono accettati in famiglia. Qualche insegnante si lamenta perché questi
bambini, oltre ad essere difficili da seguire, faticano a stare attenti. Sono
molto distratti e per questo non seguono bene le lezioni. Noi non possiamo
cambiare il materiale didattico che ci viene consegnato. Ma possiamo adattarlo
alle varie situazioni in maniera che i ragazzi siano educati al senso etico e
religioso. Mi dispiace vederli così disorientati, ma anche da parte delle insegnanti
alle volte vedo una certa insofferenza e incapacità di gestire le varie
situazioni. Perciò spesso, li invito a praticare la meditazione per liberare la
mente, per fare sogni per il futuro e insieme trovare maniere diverse, nuove e
anche rilassanti.
In questo terzo millennio, in cui
si usa Whatsapp, ci troviamo invasi da messaggi - video musicali, corti e brevi
che trasmettono anche la parola del Papa. Mi piace usare questo mezzo e spesso
mi ritrovo in classe ascoltandoli insieme agli studenti. Secondo me il Papa,
nel suo
parlare, è molto vicino alla lingua dei giovani. Molti messaggi di papa
Francesco hanno toccato il mio cuore di insegnante e anche quello dei bambini.
Alle volte sono messaggi semplici che riportano alcune sue indicazioni: come
essere santi nel quotidiano, attraverso piccoli gesti, come salutare amici e
parenti, dire grazie per le piccole cose, sorridere e scusarsi se abbiamo torto
ecc. All'inizio per i ragazzi tutto questo sembrava difficile, ma poco a poco
hanno provato a fare piccole cose, salutarsi, dire grazie, scusarsi, sorridere,
tutto con amore. Il mio desiderio è quello di farli crescere, poter far capire
che attraverso questi gesti quotidiani possono sentire l'amore dei genitori per
loro finalmente concretizzato.
Adesso ho tra le mani le loro
risposte al mio questionario, mi piacerebbe raccogliere in un piccolo libro il
loro lavoro. Ciascuno ha creato una storia semplice, breve, di soli tre
paragrafi, ma sono scritti toccanti che commuovono. E’ una maniera per
esprimere il loro semplice amore ai loro genitori. Degli 80 ragazzi che hanno
scritto, ho già scelto 35 idee da proporre loro. Sento che questo potrebbe
diventare un piccolo libro, una piccola loro storia con la mamma o il papà.
Alcuni sono messaggi da consegnare ai loro genitori, eventi di vita semplice, a
volte messaggi molto duri e tristi. Ma in fondo c’è sempre una parola di
gratitudine perché vivono in attesa dell’amore della madre e del padre.
La Chiesa cattolica dal Concilio
Vaticano II fino ad oggi ha pubblicato vari documenti riguardanti l'educazione
cattolica come istruzione. Io, missionaria, che lavoro come
insegnante in una scuola cattolica, sento la responsabilità di aiutare gli
studenti cattolici a crescere e svilupparsi nella loro fede e a praticarla.
Quindi, ovviamente, il mio primo compito è quello di conoscere questi documenti
e impostare il mio lavoro sulle linee che vengono date. Mi sento pienamente
coinvolta nelle direttive della Chiesa, per svolgere il mio lavoro come un
servizio e assistere gli studenti in cose pratiche e semplici.
Concretamente collaboro con i
gruppi del coro di studenti, con gli accoliti; nella catechesi per i giovani,
li seguo nella partecipazione all'Eucaristia, nella processione all'offertorio.
Accompagno i ragazzi in questo cammino di fede: con loro preparo l'Eucaristia
ogni primo venerdì del mese, insegno loro il raccoglimento, e insieme viviamo
il mese della Bibbia a livello nazionale (in Indonesia è il mese di settembre),
il Rosario in ottobre e maggio, il tempo della Quaresima, l'Avvento. Cerco il
metodo per presentare gli orientamenti della Chiesa locale e universale in
maniera semplice ma incisiva.
Rimane aperta la sfida per
continuare questo cammino:
Ø come dare una formazione/istruzione in
Indonesia nelle scuole cattoliche, una formazione dinamica che faccia crescere
e maturare le persone?
Ø E noi missionarie, con compiti
specifici ed ecclesiali nell’ambiente dove lavoriamo, come possiamo sviluppare
nei giovani il senso di appartenenza al mondo e alla Chiesa, ovunque siamo?
Ø Cosa abbiamo seminato? E cosa
raccoglieremo?
Sono domande che ritengo
importanti per prepararci al futuro della scuola e al futuro della nostra CM.
Questa è la mia piccola
esperienza che ho voluto condividere con tutti voi nella speranza che aiuti a
rinnovare la nostra fede e il nostro amore in Gesù Cristo Signore, nostro
Salvatore, che ci è guida nell’inserimento di questo mondo anche come
consacrate secolari.

educazione scolastica e cambiamento digitale
La situazione causata dal Covid – 19 ha portato un
cambiamento anche nel campo scolastico. In Indonesia verso la metà di luglio si
sono riprese le attività scolastiche in quasi tutte le scuole, dal livello
elementare fino alle superiori. Anche se l’insegnamento deve essere fatto
ancora con il metodo a distanza e online, gli insegnanti, hanno cominciato a
ritrovarsi all’inizio del mese di luglio per preparare l’ambiente adatto agli
studenti che rientravano in sede.
Sappiamo tutti che il Covid -19 non è ancora completamente
finito. Quindi la preparazione degli insegnanti e anche le attività di insegnamento
e apprendimento degli studenti sono particolarmente legati al progresso della
tecnologia digitale.
La prima cosa che
abbiamo preparato e pensato è stato l'adattamento dell’'ambiente scolastico.
Normalmente gli insegnanti collaborano con il Consiglio degli Studenti
(organizzazione Interna alla Scuola, dove i bambini vengono educati ad
apprendere come organizzarsi; di solito i membri che compongono il Consiglio
sono studenti delle classi superiori). Uno dei programmi scolastici è quello di
preparare il Consiglio degli studenti ad accogliere gli studenti più giovani.
Inoltre, si insegna
l’importanza delle varie celebrazioni come al mattino la cerimonia dell’alza
bandiera e altre attività con dinamiche adatte ai piccoli, ma che aiutano a
conoscere l’ambiente scolastico. Questa attività che viene condivisa da piccoli
e grandi è molto educativa e apre a nuove idee come le dinamiche di gruppo,
l'apertura ad altre organizzazioni scolastiche, l’introduzione ad attività
extracurricolari, programmi scolastici e vari curriculum che si utilizzano
durante l’iter scolastico. Vengono presentate inoltre le aule di studio e una
varietà di sale: laboratori, biblioteche, mense, campi sportivi nonché la sala
docenti e l'ufficio del preside.
Tutto questo viene
fatto in modo che i nuovi alunni non si sentano disorientati nel venire a
conoscenza degli spazi di cui hanno davvero bisogno. Se vogliono andare in
biblioteca a leggere o a prendere in prestito libri, conoscono già il posto. Se
hanno il compito di studiare in laboratorio, conoscono già lo spazio e il
percorso che devono compiere per arrivare. Alcuni insegnanti presentano sia l’ambiente che i programmi attraverso
Instagram dal vivo. Mentre si dirigono verso l'apprendimento della tecnologia
digitale, gli studenti del settimo anno sono già pronti per imparare a usare la
tecnologia digitale attraverso altre cose semplici. Durante l'apprendimento a
distanza, gli studenti devono sempre entrare in contatto prima con l'operatore.
Poi, successivamente imparano con i loro insegnanti secondo il programma
stabilito.
Tutti i professori
insegnano come usare Instagram Live, Google Classroom per inviare
compiti o utilizzare riunioni di Google che sono molto più facili e usare lo
zoom. Pertanto, durante la pandemia,
molti sono gli insegnanti che hanno appreso diversi metodi per insegnare a
distanza usando la comodità della tecnologia digitale.Prima del periodo
pandemico, gli studenti passavano diverso tempo a scuola, sia al mattino che al
pomeriggio. A causa della pandemia, alcune attività sono state eliminate. Ora
passano alcune ore a scuola e dopo sono liberi di studiare a casa. A loro si
ricorda sempre di rispettare i protocolli stabiliti come: il lavare
frequentemente le mani, mantenere la distanza, indossare le mascherine, riposarsi
a sufficienza, abituarsi a mangiare cibi nutrienti per mantenere l'immunità del
corpo.
Questa è più o meno
la metodologia delle scuole in
Indonesia. Naturalmente i cambiamenti nelle abitudini di apprendimento
influiscono anche sulle dinamiche familiari a casa.
In un momento come questo, ci sono
molte offerte di webinar o zoom per condividere le conoscenze digitali tra
insegnanti o esperti di questi mezzi. Un grande aiuto ci viene dato anche dagli
psicologi che offrono la loro preparazione per far capire l’importanza di
condurre una vita fisica sana, spirituale e mentale, come affrontare lo stress
a casa, come gestire i bambini in casa e così via. Tutti forniscono utili
servizi per creare un'istruzione stabile e sicura. E anche l'economia
indonesiana si sta gradualmente stabilizzando.
Questa metodologia dell’apprendimento a distanza, la
riteniamo positiva, però riscontriamo che in Indonesia alcuni punti più
fragili, in particolare per gli abitanti che vivono lontani dalla città. In
questi luoghi c’è la difficoltà di accedere a questi mezzi perché non
c’è“segnale della rete” per il cellulare, cioè non c’è campo. Altri studenti
che hanno possibilità economiche limitate è difficile per loro partecipare
perché non possiedono un cellulare. Anche per gli studenti i cui genitori
lavorano a tempo pieno, è difficile che ci sia un serio accompagnamentoperché
loro non hanno il tempo necessario per stare vicini ai figli nello studio.
Sebbene ci siano qua
e là questi punti deboli e i cambiamenti sono così rapidi, gli insegnanti
ricevono molti benefici da questi mezzi digitali e nuovi: riescono a trovare
tempo per gestire e riflettere sui cambiamenti da programmare, sui metodi da
sperimentare ecc. Anche per gli studenti esistono vantaggi: vengono spronati e
invitati a studiare a distanza, in modo indipendente, prendono familiarità con
molti metodi di apprendimento digitale e hanno tempo per ritrovarsi con la
famiglia, in particolare con i genitori. Molte famiglie e soprattutto i genitori che avevano poco
tempo per stare insieme ai figli adesso si ritrovano in casa con loro.
Questa situazione
aiuta a creare un'atmosfera familiare molto intensa, sia per gli stessi bambini
che per la famiglia che condivide insieme compiti e doveri. La quarantena
produce l'effetto della custodia reciproca, dell’attenzione alla famiglia. La
vita di preghiera che è stata abbandonata da molte famiglie cristiane a causa
della frenesia della vita, in questa nuova realtà acquista un posto abbastanza
significativo. Viene ripresa l’attenzione all’altro, il servizio vicendevole,
la preghiera familiare, la devozione a Maria e anche l’adorazione. Forme di
preghiera che continuano ad essere vissute attivamente e diventano un grande
sostegno per la vita di una famiglia cristiana. La forza della famiglia sembra
essere aumentata, soprattutto la solidità del nucleo familiare.
Siamo in cammino…
continuiamo a sperimentare e a valutare fino a che punto possiamo continuare a
fornire e sostenere questo metodo che in questo momento dà continuità
all’educazione degli studenti. Nel frattempo continuiamo a fare nuovi sforzi
per migliorare questo nuovo modo di apprendere. E speriamo in un futuro
migliore.

indonesia
Missionarie di vita in famiglia
Responsabile: Marcellina M. Mudjijahmudji_cm@yahoo.com
rimanete in me
4° Incontro della Famiglia Dehoniana
Rendiamo
grazie al Signore
che ci ha dato l’occasione di partecipare a questo incontro molto bello, dopo una settimana di silenzio per gli esercizi spirituali annuali. L’incontro è stato programmato
dal 29 giugno al 1 luglio
presso la casa di
ritiro Giri Nugraha a Palembang. Hanno partecipato circa 106 persone venute da tutte le entità
della FD: SCJ, CM, laici, e giovani.
I laici sono venuti da varie
città: Palembang, Bengkulu, Jambi, Belitang,
Lampung e Yogyakarta. Il gruppo di
Palembang ha organizzato tutto sotto la guida di
Ibu Sri Pujiati responsabile
della Famiglia dehoniana.
Il momento per stare
insieme come famiglia è sempre un’occasione molto bella e preziosa. Ogni partecipante
è arrivato con molto allegria e con il
volto sorridente.
Veramente un incontro desiderato da tutti. Abbiamo lasciato il nostro
quotidiano e il lavoro per poter partecipare. Nonostante questo siamo
venuti da vari luoghi e entità
e ci siamo sentiti parte di una vera famiglia.
All’ apertura abbiamo ascoltato le parole della sig. Sri, del sig.
Philipus Haryadi responsabile generale dei laici dehoniani in Indonesia,
e padre Sapto provinciale dei dehoniani. Ecco il contenuto dei loro interventi: “perchè
siamo insieme e possiamo stare insieme” ! E’ stata sottolineata la
crescita della famiglia dehoniana, soprattutto dei laici. La nuova vocazione SCJ è abbastanza feconda, è inviata per la missione, anche all’estero. Si desidera che la famiglia dehoniana si allarghi fino a raggiungere
Riau e Papua dove ci sono i
padri SCJ, e si
vuole in questa espansione aiutare anche per far conoscere la CM. Padre Agus invece ha
spiegato la spiritualità della Sacro Cuore di Gesù. Durante la
messa,
all’omelia, p. Agus ha parlato dei santi
Pietro e Paolo, due persone grandi della chiesa, con carattere diverso, ma uniti insieme nella
liturgia. Come noi, nella nostra realtà,siamo diversi ma siamo chiamati a essere
uno, come ha detto
Gesù nella sua preghiera del ‘sint
unum’.
Quest’incontro è stato
ben preparato con varie attività: riflessione sulla
spiritualità, la santa messa, momento di preghiera, discussione, gita alla casa
provincialato e alla città, e poi serata di fraternità dove ogni gruppo ha presentato uno spettacolo.
Durante la serata di
fraternità abbiamo cantato
e ballato.
Ci siamo molto divertiti quando il gruppo di Yogya ha presentato un talkshow.
Poi tre
giudici hanno
valutato ogni gruppo e la sua creatività. E’ stata veramente una serata piena di
allegria. Per chiudere la
giornata, padre Een ci ha poi invitato a fare la via
crucis meditativa. Abbiamo
cantato un canto di Taize, e
subito creato un bel clima di silenzio...pronti
per pregare.
Alla fine,
padre Een ci ha dato
la benedizione per ottenere un buon
riposo e poter
essere pronti per l’attività del giorno seguente che
comincerà alle ore
05.45 con la meditazione.
Il secondo
giorno l’attività è stata molto
intensa...me sempre con allegria. Ci siamo divisi in due grandi gruppi. Un primo
gruppo di 30 persone scelti per
essere animatori e per
guidare il momento di condivisione
del giorno dopo. L’ altro
gruppo è stato
guidato da padre Kris, padre Kamto e padre Agus. Nel pomeriggio abbiamo visitato
la casa del provincialato. Padre Sapta provinciale ci ha accolto con gioia
insieme anche a padre Titus e padre Kelik. Davvero ci siamo sentiti come una
grande famiglia. Qui abbiamo ascoltato la testimonianza del Sign. Haryadi, di
come vive la spiritualità dehoniana nella sua vita quotidiana. L’ esperienza è
molto bella e ispirata. A sera siamo andati a visitare la città…con un
traffico intensissimo.
Il terzo
giorno è iniziato con la Santa Messa nella cappella, insieme alla gente del
luogo. La celebrazione è stata animata da canti eseguiti dal coro della
Famiglia Dehoniana. Padre Agus nella sua omelia ha spiegato cos’è la Famiglia
Dehoniana e come ottenere una fede salda. Dopo colazione, abbiamo lavorato in
gruppo: dieci gruppi, ogni gruppo di 6 – 8 persone, guidato da 2-3 animatori.
Io insieme a Novanto abbiamo guidato un gruppo di 6 persone. Quasi tutti hanno
detto di aver conosciuto da poco la Famiglia Dehoniana. La loro esperienza in
questa realtà è nuova e l’hanno conosciuta tramite i padri dehoniani, adesso
vorrebbero conoscere meglio questa realtà. Tutto è stato molto interessante.
Prima di chiudere l’incontro, con padre Agus e padre Een abbiamo stabilito i
prossimi appuntamenti: incontro nazionale della Famiglia Dehoniana si farà ogni
due anni, nel 2020 a Belitang e 2022 a Bengkulu; poi faremo il primo incontro
per il gruppo di animatori a Gisting a Lampung 17-20 novembre 2018. Siamo
tornati a casa tutti felici e con il desiderio di incontrarci presto.
Marcellina Mudji

“vivere comunione e missione con cuore accogliente e misericordioso”
Il corso di Esercizi
spirituali di quest’anno era stato programmato un anno fa: dal 19 al 24 giugno
2018 a Teluk vicino a Lampung,(isola di Sumatra), con Padre Teja SCJ nella casa
del Buon Pastore. Purtroppo la data scelta è coincisa con gli esercizi spirituali
dei fratelli SCJ, nello stesso luogo, per cui abbiamo dovuto cercare altrove. Dopo vari tentativi
finalmente trovammo un altro posto chiamato Casa SCJ a Teluk Tanjung Karang,
sempre nell’ isola di Sumatra. Casa Teluk , è familiare a noi CM in Indonesia.
Anche Santina conosce questo posto, perché nel suo secondo viaggio dopo gli
incontri formativi personali al Seminario, c’eravamo spostate tutte a Teluk per
fare il corso di formazione che avrebbe tenuto lei e Padre Sugino SCJ. Spero
che Santina se lo ricordi…
A questi esercizi, io e Antonia
siamo andate in pullman perché non siamo arrivate in tempo per prenotare il
viaggio in treno. Il 17 Giugno 2018 alle ore 17 siamo partite da Palembang e siamo
arrivate di notte all’ 1:45 a Casa Teluk. Siamo state subito accolte dal
signor Jumadi responsabile della Casa. La mattina dopo abbiamo partecipato alle
lodi e santa messa celebrata da padre Dani e Padre Teja. Dopo aver fatto
colazione insieme ai Padri, abbiamo organizzato la sistemazione nelle camere e
andate a fare la spesa; per comprare quanto serviva alla signora addetta alla
cucina, in questi giorni di ritiro. Il giorno dopo siamo state invitate a
recarci in pellegrinaggio a La Verna, ( un luogo simile a quello che c’è in
Italia). Qui padre Wicak ha incontrato
alcuni confratelli venuti dall’India, mentre noi abbiamo sostato davanti alla grotta di Maria, pregato insieme il
rosario per affidare a lei il nostro corso di esercizi spirituali. Ritornate a
casa abbiamo trovato Lucy arrivata il 19 giugno 2018 nel pomeriggio. Così si è
completata la presenza dei partecipanti agli esercizi: Ibu Surtinha, Mudji,
Susi, Antonia, Ludo e Lucy.
Abbiamo iniziato il ritiro con la
celebrazione Eucaristica. Il tema di quest’anno era "Vivere comunione e missione con
un cuore accogliente e misericordioso”. Questo tema suggerito
dal Centro CM ci richiama al valore della spiritualità e del carisma, come deve
essere concretizzato. Un tema molto importante per noi perché ci aiuta ad
essere consapevoli della nostra missione a non lasciarci trascinare dalle
intense correnti che circolano nel mondo, ci aiuta a resistere e a testimoniare i nostri valori
con fedeltà e audacia. L'unione - comunione diventa la forza unificante dei
membri nel mezzo delle sfide dei tempi. La vita quotidiana diventa
l'incarnazione della missione che è espressione dell'atteggiamento del cuore e
della spiritualità. Il primo giorno P. Teja ha iniziato con l’ introduzione: “il cuore della mia attività”. Una
riflessione che ci ha permesso di rivisitare profondamente la nostra chiamata,
con la sua storia…e di riflettere anche sulla nostra presenza di CM nel mondo e
nella Chiesa. Rivedere l'inizio della chiamata riscoprendo l'incredibile,
energico, appassionato sentimento della nostra giovinezza, la straordinaria passione
della nostra risposta davanti a Dio, alle volte anche attraverso un lungo e
faticoso viaggio, è stato veramente importante per tutte. Ci è stato ricordato
come i nostri sentimenti s’ innamorano come pazzi , veri pazzi di Dio. Ci siamo
lasciate portare in un lungo e appassionato viaggio della nostra storia, in
parte gioiosa e in parte con le sue fatiche. Abbiamo riflettuto anche sulla
nostra presenza nel mondo e nella chiesa.
I giorni si sono alternati
toccando temi molto importanti per la nostra vita missionaria. P. Teja ci ha
presentato la riflessione sulla spiritualità e il carisma stimolandoci ad
aprire e a esplorare il nostro Statuto e Regolamento di vita soprattutto i
primi numeri. Una riflessione importante per noi è stata anche quella di pensare
sul modo di vivere “insieme” noi CM indonesiana dove non esiste un tetto unico
dove tutte siamo riunite nella stessa casa. Un tema che fa scaturire le nostre esperienze quotidiane,
che descrivono la nostra maniera di vivere in unità, in comunione tra noi pur
nella distanza. E’ per ciascuna come una verifica sia per i momenti di gioia e
fraternità sia nelle difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. Nel
silenzio e nell’ adorazione scopriamo che tutto contribuisce a rafforzare la
nostra unione con Cristo e tra di noi.
“Vivere in Missione “ :ci ha portato sulle orme dei profeti dell'amore e della
costruzione della pace. C'è un detto che nessun profeta è rispettato nella sua
città natale o dove vive. In effetti questo dire diventa il nostro turbamento
interiore ogni volta che ci sentiamo coinvolti in questa realtà…. I profeti
possono essere solo persone dalla mentalità aperta, in grado di vedere e
sentire la voce di Dio, in ogni avvenimento della storia. E’ colui che nelle
varie situazioni sociali sa parlare con coraggio e far riflettere per poter
costruire un mondo più giusto e più dignitoso. La sfida per noi missionarie è
stare dentro le situazioni quotidiane con i vari conflitti per saperle cambiare a vantaggio del bene comune. La
nostra disposizione interiore deve avere come riferimento atteggiamenti aperti
e misericordiosi. Saper coltivare saggiamente cuori aperti e compassionevoli.
Specchiare la nostra storia in quella del nostro Maestro:Gesù profeta e nel cuore
aperto di Dio, ci porta più in profondità nel suo amore e nelle relazioni nella
nostra vita quotidiana con i nostri fratelli e sorelle che ci circondano.
Soprattutto nel nostro mondo immediato: la comunità nel gruppo, nell’ambiente
di lavoro, la comunità parrocchiale, il paese e il mondo. Questa riflessione è
molto profonda, perché è come una sfida a diventare profeti dell'amore, con la
disposizione interiore di atteggiamento aperto e compassionevole.
Padre Teja ha svolto il nostro
ritiro usando diversi power point..con un metodo di insegnamento e anche di
pratica di meditazione svolta in vari modi. Ci ha condotto con uno stile di
meditazione orientale, ma anche con uno stile di meditazione insegnato da
alcuni contemplativi della Chiesa occidentale. Inoltre ci è stata consegnata
una sessione di domande e risposte, un materiale ricco e prezioso da continuare
a riflettere anche quando gli esercizi saranno finiti. Abbiamo avuto anche il
tempo di condividere insieme come gruppo, parte della nostra vita e i risultati
ottenuti durante nel ritiro. Questi momenti li abbiamo vissuti alla fine di
ogni sessione. L'adorazione quotidiana e il silenzio assoluto sono state la
base del nostro cammino.
Abbiamo terminato il nostro corso
con la celebrazione penitenziale guidata da padre Dani SCJ. A sera con p. Teja
abbiamo voluto esprimere la nostra gioia e fraternità alla “Pizza Hut” locale
dove abbiamo gustato una buonissima pizza. Il giorno seguente siamo andate alla
spiaggia e pranzato fuori perché era il nostro giorno comunitario di vacanza
insieme. Verso sera mi ritrovo ancora
con Antonia sul treno di ritorno … In serata anche Mudji e Lucy partono per Palembang per partecipare
all’incontro della Famiglia Dehoniana = THE AWAM COMMUNITY DEHON. Tutte e tre
(Mudji, Lucy ed io) ci siamo ritrovate a vivere questo evento con la famiglia
Dehon Awam. Con noi c’era anche Yosephine, una giovane, amica della Compagnia
Missionaria che in questo periodo ci sta accompagnando perché interessata a conoscere meglio il nostro Istituto.
Spero che la nostra partecipazione a questi incontri di giovani e la nostra
presenza CM Indonesia, renda anche i giovani affascinati e innamorati della CM.
Luglio 2018 – Palembang IndonesiaLudovika Endang Sulastri
