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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
rimanete in me
 
4° Incontro della Famiglia Dehoniana Rendiamo grazie al Signore che ci ha dato l’occasione di partecipare a questo incontro molto bello, dopo una settimana di silenzio per gli esercizi spirituali annuali. L’incontro è stato programmato dal 29 giugno al 1 luglio presso la casa di ritiro Giri Nugraha a Palembang. Hanno partecipato circa 106 persone venute da tutte le entità della FD: SCJ, CM, laici, e giovani. I laici sono venuti da varie città: Palembang, Bengkulu, Jambi, Belitang, Lampung e Yogyakarta. Il gruppo di Palembang ha organizzato tutto sotto la guida di Ibu Sri Pujiati responsabile della Famiglia dehoniana. Il momento per stare insieme come famiglia è sempre un’occasione molto bella e preziosa. Ogni partecipante è arrivato con molto allegria e con il volto sorridente. Veramente un incontro desiderato da tutti. Abbiamo lasciato il nostro quotidiano e il lavoro per poter partecipare. Nonostante questo siamo venuti da vari luoghi e entità e ci siamo sentiti parte di una vera famiglia. All’ apertura abbiamo ascoltato le parole della sig. Sri, del sig. Philipus Haryadi responsabile generale dei laici dehoniani in Indonesia, e padre Sapto provinciale dei dehoniani. Ecco il contenuto dei loro interventi: “perchè siamo insieme e possiamo stare insieme” ! E’ stata sottolineata la crescita della famiglia dehoniana, soprattutto dei laici. La nuova vocazione SCJ è abbastanza feconda, è inviata per la missione, anche all’estero. Si desidera che la famiglia dehoniana si allarghi fino a raggiungere Riau e Papua dove ci sono i padri SCJ, e si vuole in questa espansione aiutare anche per far conoscere la CM. Padre Agus invece ha spiegato la spiritualità della Sacro Cuore di Gesù. Durante la messa, all’omelia, p. Agus ha parlato dei santi Pietro e Paolo, due persone grandi della chiesa, con carattere diverso, ma uniti insieme nella liturgia. Come noi, nella nostra realtà,siamo diversi ma siamo chiamati a essere uno, come ha detto Gesù nella sua preghiera del ‘sint unum’. Quest’incontro è stato ben preparato con varie attività: riflessione sulla spiritualità, la santa messa, momento di preghiera, discussione, gita alla casa provincialato e alla città, e poi serata di fraternità dove ogni gruppo ha presentato uno spettacolo. Durante la serata di fraternità abbiamo cantato e ballato. Ci siamo molto divertiti quando il gruppo di Yogya ha presentato un talkshow. Poi tre giudici hanno valutato ogni gruppo e la sua creatività. E’ stata veramente una serata piena di allegria. Per chiudere la giornata, padre Een ci ha poi invitato a fare la via crucis meditativa. Abbiamo cantato un canto di Taize, e subito creato un bel clima di silenzio...pronti per pregare. Alla fine, padre Een ci ha dato la benedizione per ottenere un buon riposo e poter essere pronti per l’attività del giorno seguente che comincerà alle ore 05.45 con la meditazione. Il secondo giorno l’attività è stata molto intensa...me sempre con allegria. Ci siamo divisi in due grandi gruppi. Un primo gruppo di 30 persone scelti per essere animatori e per guidare il momento di condivisione del giorno dopo. L’ altro gruppo è stato guidato da padre Kris, padre Kamto e padre Agus. Nel pomeriggio abbiamo visitato la casa del provincialato. Padre Sapta provinciale ci ha accolto con gioia insieme anche a padre Titus e padre Kelik. Davvero ci siamo sentiti come una grande famiglia. Qui abbiamo ascoltato la testimonianza del Sign. Haryadi, di come vive la spiritualità dehoniana nella sua vita quotidiana. L’ esperienza è molto bella e ispirata. A sera siamo andati a visitare la città…con un traffico intensissimo. Il terzo giorno è iniziato con la Santa Messa nella cappella, insieme alla gente del luogo. La celebrazione è stata animata da canti eseguiti dal coro della Famiglia Dehoniana. Padre Agus nella sua omelia ha spiegato cos’è la Famiglia Dehoniana e come ottenere una fede salda. Dopo colazione, abbiamo lavorato in gruppo: dieci gruppi, ogni gruppo di 6 – 8 persone, guidato da 2-3 animatori. Io insieme a Novanto abbiamo guidato un gruppo di 6 persone. Quasi tutti hanno detto di aver conosciuto da poco la Famiglia Dehoniana. La loro esperienza in questa realtà è nuova e l’hanno conosciuta tramite i padri dehoniani, adesso vorrebbero conoscere meglio questa realtà. Tutto è stato molto interessante. Prima di chiudere l’incontro, con padre Agus e padre Een abbiamo stabilito i prossimi appuntamenti: incontro nazionale della Famiglia Dehoniana si farà ogni due anni, nel 2020 a Belitang e 2022 a Bengkulu; poi faremo il primo incontro per il gruppo di animatori a Gisting a Lampung 17-20 novembre 2018. Siamo tornati a casa tutti felici e con il desiderio di incontrarci presto. Marcellina Mudji
“vivere comunione e missione con cuore accogliente e misericordioso”
 
Il corso di Esercizi spirituali di quest’anno era stato programmato un anno fa: dal 19 al 24 giugno 2018 a Teluk vicino a Lampung,(isola di Sumatra), con Padre Teja SCJ nella casa del Buon Pastore. Purtroppo la data scelta è coincisa con gli esercizi spirituali dei fratelli SCJ, nello stesso luogo, per cui abbiamo  dovuto cercare altrove. Dopo vari tentativi finalmente trovammo un altro posto chiamato Casa SCJ a Teluk Tanjung Karang, sempre nell’ isola di Sumatra. Casa Teluk , è familiare a noi CM in Indonesia. Anche Santina conosce questo posto, perché nel suo secondo viaggio dopo gli incontri formativi personali al Seminario, c’eravamo spostate tutte a Teluk per fare il corso di formazione che avrebbe tenuto lei e Padre Sugino SCJ. Spero che Santina se lo ricordi… A questi esercizi, io e Antonia siamo andate in pullman perché non siamo arrivate in tempo per prenotare il viaggio in treno. Il 17 Giugno 2018 alle ore 17 siamo partite da Palembang e siamo arrivate di notte all’ 1:45 a Casa Teluk. Siamo state subito accolte dal signor Jumadi responsabile della Casa. La mattina dopo abbiamo partecipato alle lodi e santa messa celebrata da padre Dani e Padre Teja. Dopo aver fatto colazione insieme ai Padri, abbiamo organizzato la sistemazione nelle camere e andate a fare la spesa; per comprare quanto serviva alla signora addetta alla cucina, in questi giorni di ritiro. Il giorno dopo siamo state invitate a recarci in pellegrinaggio a La Verna, ( un luogo simile a quello che c’è in Italia). Qui padre Wicak ha incontrato alcuni confratelli venuti dall’India, mentre noi abbiamo sostato davanti alla grotta di Maria, pregato insieme il rosario per affidare a lei il nostro corso di esercizi spirituali. Ritornate a casa abbiamo trovato Lucy arrivata il 19 giugno 2018 nel pomeriggio. Così si è completata la presenza dei partecipanti agli esercizi: Ibu Surtinha, Mudji, Susi, Antonia, Ludo e Lucy. Abbiamo iniziato il ritiro con la celebrazione Eucaristica. Il tema di quest’anno era "Vivere comunione e missione con un cuore accogliente e misericordioso”. Questo tema suggerito dal Centro CM ci richiama al valore della spiritualità e del carisma, come deve essere concretizzato. Un tema molto importante per noi perché ci aiuta ad essere consapevoli della nostra missione a non lasciarci trascinare dalle intense correnti che circolano nel mondo, ci aiuta a resistere e a testimoniare i nostri valori con fedeltà e audacia. L'unione - comunione diventa la forza unificante dei membri nel mezzo delle sfide dei tempi. La vita quotidiana diventa l'incarnazione della missione che è espressione dell'atteggiamento del cuore e della spiritualità. Il primo giorno P. Teja ha iniziato con l’ introduzione: “il cuore della mia attività”. Una riflessione che ci ha permesso di rivisitare profondamente la nostra chiamata, con la sua storia…e di riflettere anche sulla nostra presenza di CM nel mondo e nella Chiesa. Rivedere l'inizio della chiamata riscoprendo l'incredibile, energico, appassionato sentimento della nostra giovinezza, la straordinaria passione della nostra risposta davanti a Dio, alle volte anche attraverso un lungo e faticoso viaggio, è stato veramente importante per tutte. Ci è stato ricordato come i nostri sentimenti s’ innamorano come pazzi , veri pazzi di Dio. Ci siamo lasciate portare in un lungo e appassionato viaggio della nostra storia, in parte gioiosa e in parte con le sue fatiche. Abbiamo riflettuto anche sulla nostra presenza nel mondo e nella chiesa. I giorni si sono alternati toccando temi molto importanti per la nostra vita missionaria. P. Teja ci ha presentato la riflessione sulla spiritualità e il carisma stimolandoci ad aprire e a esplorare il nostro Statuto e Regolamento di vita soprattutto i primi numeri. Una riflessione importante per noi è stata anche quella di pensare sul modo di vivere “insieme” noi CM indonesiana dove non esiste un tetto unico dove tutte siamo riunite nella stessa casa. Un tema che fa scaturire le nostre esperienze quotidiane, che descrivono la nostra maniera di vivere in unità, in comunione tra noi pur nella distanza. E’ per ciascuna come una verifica sia per i momenti di gioia e fraternità sia nelle difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. Nel silenzio e nell’ adorazione scopriamo che tutto contribuisce a rafforzare la nostra unione con Cristo e tra di noi. “Vivere in Missione “ :ci ha portato sulle orme dei profeti dell'amore e della costruzione della pace. C'è un detto che nessun profeta è rispettato nella sua città natale o dove vive. In effetti questo dire diventa il nostro turbamento interiore ogni volta che ci sentiamo coinvolti in questa realtà…. I profeti possono essere solo persone dalla mentalità aperta, in grado di vedere e sentire la voce di Dio, in ogni avvenimento della storia. E’ colui che nelle varie situazioni sociali sa parlare con coraggio e far riflettere per poter costruire un mondo più giusto e più dignitoso. La sfida per noi missionarie è stare dentro le situazioni quotidiane con i vari conflitti per saperle cambiare a vantaggio del bene comune. La nostra disposizione interiore deve avere come riferimento atteggiamenti aperti e misericordiosi. Saper coltivare saggiamente cuori aperti e compassionevoli. Specchiare la nostra storia in quella del nostro Maestro:Gesù profeta e nel cuore aperto di Dio, ci porta più in profondità nel suo amore e nelle relazioni nella nostra vita quotidiana con i nostri fratelli e sorelle che ci circondano. Soprattutto nel nostro mondo immediato: la comunità nel gruppo, nell’ambiente di lavoro, la comunità parrocchiale, il paese e il mondo. Questa riflessione è molto profonda, perché è come una sfida a diventare profeti dell'amore, con la disposizione interiore di atteggiamento aperto e compassionevole. Padre Teja ha svolto il nostro ritiro usando diversi power point..con un metodo di insegnamento e anche di pratica di meditazione svolta in vari modi. Ci ha condotto con uno stile di meditazione orientale, ma anche con uno stile di meditazione insegnato da alcuni contemplativi della Chiesa occidentale. Inoltre ci è stata consegnata una sessione di domande e risposte, un materiale ricco e prezioso da continuare a riflettere anche quando gli esercizi saranno finiti. Abbiamo avuto anche il tempo di condividere insieme come gruppo, parte della nostra vita e i risultati ottenuti durante nel ritiro. Questi momenti li abbiamo vissuti alla fine di ogni sessione. L'adorazione quotidiana e il silenzio assoluto sono state la base del nostro cammino. Abbiamo terminato il nostro corso con la celebrazione penitenziale guidata da padre Dani SCJ. A sera con p. Teja abbiamo voluto esprimere la nostra gioia e fraternità alla “Pizza Hut” locale dove abbiamo gustato una buonissima pizza. Il giorno seguente siamo andate alla spiaggia e pranzato fuori perché era il nostro giorno comunitario di vacanza insieme. Verso sera mi ritrovo ancora con Antonia sul treno di ritorno … In serata anche Mudji e Lucy partono per Palembang per partecipare all’incontro della Famiglia Dehoniana = THE AWAM COMMUNITY DEHON. Tutte e tre (Mudji, Lucy ed io) ci siamo ritrovate a vivere questo evento con la famiglia Dehon Awam. Con noi c’era anche Yosephine, una giovane, amica della Compagnia Missionaria che in questo periodo ci sta accompagnando perché interessata a conoscere meglio il nostro Istituto. Spero che la nostra partecipazione a questi incontri di giovani e la nostra presenza CM Indonesia, renda anche i giovani affascinati e innamorati della CM. Luglio 2018 – Palembang IndonesiaLudovika Endang Sulastri
vita di speranza e compimento
 
Assemblea generale della Conferenza Asiatica Istituti Secolari (ACSI) 2018 in Vietnam Per la prima volta ho partecipato alla Conferenza Asiatica degli Istituti secolari dell’Asia. L'evento si è svolto in Vietnam dal 4 al 6 settembre 2018. Il tema è stato: "Dentro e fuori l'Asia: gli istituti secolari vivono una vita di speranza e compimento". I partecipanti provenivano da diversi paesi: Filippine, India, Tailandia, Giappone, Corea del Sud, Laos, Indonesia, Hong Kong, Francia e Vietnam…eravamo circa 27 istituzioni laiche e una presenza di una cinquantina di partecipanti. Il primo giorno è iniziato con la Celebrazione eucaristica presieduta dal Prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, il cardinale Joao Braz De Aviz, che ha concelebrato con i Vescovi Peter Nguyen Van De, Fernando Capalla.D.D. e altri sacerdoti. Il cardinale Joao Braz De Aviz ha commentato il libro “Consacrazione e secolarità”. E’ stata una presentazione molto bella e profonda, che mi ha aiutato a rendermi un po’ più consapevole del mio essere membro di un istituto secolare dentro la chiesa e di sentirne tutta la sua bellezza. C’è stata poi la presentazione dei partecipanti dei vari istituti e l’informazione delle varie realtà. La Responsabile Miss Lily Fernandes dell'India ci ha aiutato in questo cammino di condivisione della speranza e adempimento. Il secondo giorno abbiamo ascoltato la conferenza del Dr. Emilio Tresalti dell'Istituto Secolare di Cristo Re, di Roma, che è stato con noi per tutto il tempo dell’incontro asiatico. Ci ha parlato e dato suggerimenti sulla secolarità consacrata. C’è stato un lavoro di riflessione in piccoli gruppi (4 gruppi): Gruppo 1: Filippine; Gruppo 2: India; Gruppo 3: Tailandia, Hong Kong, Taiwan, Laos, Giappone, Indonesia, Corea del Sud; Gruppo 4: Vietnam. I risultati della discussione sono stati presentati alla fine e riassunti in un programma concreto per i prossimi 4 anni. E’ stato suggerito di: tradurre l'opuscolo "Consacrazione e secolarità" nelle varie lingue. Trovare modi e mezzi per consegnare ai Vescovi che conosciamo una copia di questo opuscolo. Invitare persone preparate o membri di Istituti Secolari come relatori principali. Creare almeno un programma di formazione per i formatori. Pensare a un Consiglio di amministrazione… Al termine c’è stata l’elezione del prossimo direttivo che rimarrà in carica da settembre 2018 ad agosto 2022. Sono state elette: Presidente - Lilly Fernandes dell’India, segretaria - Kim Quyen, Vietnam; amministratrice - Maria Conception Conie, Filippina; consigliere - Agustina Dwi, Indonesia e Kim Sook (Cecilia), Corea del Sud. Si sta pensando di fare il prossimo Convegno del 2022 in Indonesia! Per noi CM sarà una sfida! L'evento è terminato con una preghiera conclusiva. Speriamo che tutti i programmi concordati possano essere concretizzati con successo. Grazie! Susi
acconsentire all'armonia e alla bellezza
 
Dal 19 giugno al 28 luglio 2017 con Santina siamo state in Indonesia dove la CM è presente nell’Isola di Java a Jakarta con Mudji e, a Bandung, con Susi; quindi nell’isola di Sumatra a Palembang con Ludo, Lucy e Antonia. Un altro viaggio…altri sogni! Scrivere per ricordare con gratitudine. Nella nostra lettera del 1 giugno 2017 Martina ed io comunicavamo la data della nostra partenza per l’Indonesia e alcune tappe importanti che stabilivano il programma da svolgere. Dicevamo che questa “comunicazione stimolava tutti quanti alla preghiera e ci avrebbe aiutato in maniera concreta a crescere nel “Noi CM”. Al termine di questo viaggio possiamo dire che realmente è stato così. Prima di descrivere alcuni momenti vissuti con le missionarie indonesiane mi piace iniziare con un ringraziamento rivolto a quanti ci hanno accompagnato, pensato e ricordato nella preghiera: grazie, obrigada, gracias, terima kasih,veramente abbiamo sentito la presenza concreta di tutti. Siamo ancora “fresche” del viaggio e i ricordi scaturiscono spontaneamente, si tratta solamente di ordinarli e forse alcuni maturarli meglio. Jakarta: il soggiorno a Jakarta al nostro arrivo (e alla fine della nostra visita) è stato caratterizzato da giornate vissute nella semplicità di un quotidiano tranquillo, sereno, nella casetta di Mudji. Per diversi motivi non avendo potuto andare a Yogyakarta per l’incontro della Famiglia dehoniana, ci siamo programmate altri incontri con Mudji e Susi. Insieme abbiamo potuto riflettere su alcune prospettive concrete e altri temi inerenti alla nostra spiritualità. Jakarta è stata anche lo spazio dove incontrare i numerosi amici conosciuti in questi anni. Calorosa accoglienza reciproca, ascolto paziente, gioia del ritrovarci: sono quelle espressioni, quei gesti stimolanti che perseverano, che ci presentano anche sfide su come continuare e coltivare i nuovi germogli che crescono e vogliono farlo con noi, scoprendo un cammino di vita coinvolgente, che promette ed offre la gioia di Cristo … Incorporazione perpetua di Lucy e Susi Vicino a Bandung in un luogo molto bello, Pratista, abbiamo partecipato agli esercizi spirituali. Nei due giorni che li hanno preceduti, abbiamo scelto di fare un incontro nostro, tutte insieme. Abbiamo cercato di dialogare tra di noi, attente a cogliere le espressioni personali piú profonde… una ricchezza che ci ha aiutato anche a fare il punto sulle diverse tematiche che abbiamo preso in considerazione, tutto in continuità con il lavoro di accompagnamento formativo di Santina. Da molti anni lei ha questo importante compito per cui, a noi ed a lei sta a cuore questa realtá in crescita, ma soprattutto le persone che la incarnano: le indonesiane che fanno parte della nostra famiglia CM. Gli Esercizi Spirituali sono stati predicati da Padre Rudyanto OSC (Ordine Santa Croce) con un approfondimento sulla vita di S. Teresa del Bambino Gesù di Lisieux e di S. Francesco Saverio, unitamente al valore dei voti nella prospettiva del Padre Nostro: “Sia fatta la tua volontà”. In un clima di silenzio e di adorazione e nella contemplazione della bellezza della natura, ci siamo sentite avvolte dalla tenerezza di Dio. In Indonesia la cura dei giardini è superlativa (non manca l’acqua) e questo luogo attorniato dalle montagne, pur se piuttosto umido, ci ha aiutato a lodare il Signore per la sua armonia e bellezza. In quel contesto c’è stata la cerimonia della lavanda dei piedi tra di noi: un momento davvero importante e di grande emozione. Alla fine degli esercizi abbiamo celebrato la cerimonia dell’Incorporazione Perpetua di Lucy e Susi. In un clima intimo e con una liturgia semplice e solenne, nella gioia del “si”, il Signore ha donato alla CM e alla chiesa indonesiana queste due donne speciali, donne consacrate per stare nel mondo, come “fermento” nella massa. Abbiamo partecipato ad un momento unico di forte commozione e di profonda lode per questi due virgulti che stanno fiorendo. Erano presenti anche la mamma, il fratello, la cognata ed il nipote di Susi, i soli che sono riusciti a raggiungerla, pur essendo la sua famiglia non molto distante da questo luogo. Con questa cerimonia il gruppo delle cinque indonesiane ha completato il suo iter formativo e possiamo affermare che esse sono a pieno titolo membri della CM. È un traguardo che stupisce e meraviglia se pensiamo a come si è realizzata questa meta di formazione in un Paese tanto lontano dall’Italia. Dobbiamo ringraziare il Signore per questa tappa importante che ci fa cogliere tutta la benevolenza di Dio. Abbiamo sentito P. Albino molto vicino ed anche Francesca Righi e Anna Santi dal cielo. Abbiamo anche percepito la preghiera di tutte voi che ci ha dato coraggio e fortezza. Un grazie sentito, riconoscente, lo dobbiamo sia a Santina che ad Anna Maria che, per molti anni hanno seguito con cura e tanto sacrificio questo piccolo gruppo, germogliato per la gratuità di Dio in terra lontana, un gruppo davvero convinto della propria vocazione e missione CM in Indonesia. Palembang Dal 7 al 16 luglio sono stata a Palembang. Mudji mi ha accompagnata e si è fermata con me solo alcuni giorni perché ha dovuto rientrare a Jakarta per lavoro. Il 13 luglio Santina è tornata da Flores direttamente a Palembang in compagnia di Antonia. Il 16 Santina e io siamo ritornate a Jakarta insieme come da programma. Palembang è il primo luogo dell’Indonesia dove sono approdati i Padri Dehoniani nel 1926. La loro presenza in questa città e nell’Isola di Sumatra è ancora molto forte e radicata nel tempo. Ho potuto partecipare a due eventi: uno di animazione vocazionale rivolto agli adolescenti della Diocesi dove mi sono incontrata con il Vescovo; l’altro era l’incontro degli appartenenti alla Famiglia Dehoniana, dove si promuovono iniziative con lo scopo di realizzare un’intercomunicazione, come scambio di esperienze di vita tra le diverse espressioni dell’unica spiritualità dehoniana: sono momenti, occasioni per esprimere relazioni positive, aperte ed accoglienti della diversità delle forme e modalitá, nell’unità della medesima spiritualitá. La presenza accogliente dei Padri Dehoniani L’accoglienza dei Padri Dehoniani è stata una splendida fraterna conferma della loro stima. A Palembang ci siamo sentite davvero in famiglia e, nella loro casa, abbiamo realizzato i vari incontri sia personali che di gruppo ed abbiamo potuto incontrare alcune giovani che si stanno interessando alla nostra Famiglia. A seguire, Santina ed io abbiamo attuato l’incontro con Ludo, Antonia e Lucy. Siamo contente perché tutte loro sono molto impegnate sia nel lavoro professionale che in parrocchia e inserite nel tessuto sociale di questo luogo. Abbiamo anche avuto modo di fare una visita a casa di Antonia e di sua sorella. Loro hanno inserito la loro casa in una Organizzazione approvata dallo Stato, dove gestiscono l’accoglienza di alcuni bambini, incluso un disabile. Abbiamo anche avuto la possibilità di visitare alcuni luoghi dehoniani e di incontrare molte persone che avevano già conosciuto Santina. In questi luoghi è tenuta in grande considerazione la cura della natura. Ogni casa dove sono stata, ha il suo giardino ben curato, con bellissimi fiori e non mancano pesci e uccelli a rendere magico l’ambiente. Fanno sognare. Anche le persone esprimono calma e serenitá. Le relazioni sono improntate a gentilezza e delicatezza, secondo un codice tradizionale preciso. Ringrazio Il Signore per questi incontri e per tutto quello che ho ricevuto in quei giorni. Il viaggio a Flores di Santina con Antonia Flores, come dicevamo nella nostra comunicazione, è un’isola che dista circa 2100 chilometri da Jakarta. Era il viaggio che sognavamo da tempo ma difficile da concretizzare per vari motivi. Uno di questi era la lontananza da Jakarta e anche la difficoltà a raggiungere le varie località intermedie per mancanza di voli diretti. Ci avevano anche avvisato che talvolta il brutto tempo può causare ritardi in tutto e fare brutti scherzi! Antonia è nata in quest’isola dove tuttora vive parte della sua famiglia. Il viaggio che faceva parte dei nostri sogni, ci appariva sempre come un “sogno proibito”! Ci spingeva a compierlo anche il desiderio di “uscire”, di andare al di lá della realtà CM indonesiana che già avevamo concretizzato in questi anni, un modo per aprirci al nuovo, per vedere una diversa Animazione giovanile e missionaria possibile in altri luoghi. Questa volta, dopo gli esercizi spirituali ed aver valutato la nostra realtà CM indonesiana, abbiamo capito che era arrivato il tempo “favorevole” e che potevamo concretizzare questo obiettivo. Antonia, che conosce bene l’isola, ha fatto del suo meglio per organizzare le tappe da farsi. Inoltre l’isola di Flores ci sembrava un terreno fertile, favorevole all’accoglienza e alla semina della nostra spiritualità. Siamo in una delle isole più cattoliche dell’Indonesia. Qui hanno messo le radici un buon numero di Istituti religiosi, anche di fondazione italiana, attirati dalle vocazioni in continua crescita. Perché la nostra accoglienza risultasse più facile, abbiamo prima comunicato la nostra presenza sull’isola al Vescovo della diocesi di Ruteng, dove saremmo approdate. In questo viaggio a Flores non sono mancate avventure, disagi, contrattempi, ma comunque è stata un’esperienza positiva per tanti aspetti. Comunque di tutto questo ne parlerà Antonia nel suo articolo! Famiglia Dehoniana Indonesiana Proprio verso fine luglio era programmato l’incontro a Jogyakarta della Famiglia Dehoniana Indonesiana ed eravamo desiderose di partecipare. Non ci è stato possibile perché dovevamo andare a Jakarta, ad incontrarci con Mudji e Susi l’ultimo fine settimana 22-23 luglio. Con loro ci sarebbero state anche altre persone per un possibile discernimento vocazionale. Abbiamo tentato con Lucy, ma nemmeno lei poteva, a causa del suo lavoro. Abbiamo comunque avuto provvidenzialmente un fuori programma con Padre Sugino ed alcuni padri dehoniani di passaggio a Jakarta. Abbiamo passato alcune ore insieme visitando alcuni luoghi della città con loro e pranzando insieme. È stato un momento bello perché abbiamo conosciuto alcuni dehoniani di altri paesi: Camerun, Brasile, Cile, Argentina, Spagna. Santina e Mudji ne conoscevano vari. Loro erano convocati a Yogyakarta, al Seminario Teologico della Congregazione, sul tema “Carisma e devozioni. Verso una identità dehoniana inculturata” dal 20 al 25 luglio. Ringraziamo per questa bella occasione di incontro fraterno. Sguardo al futuro La CM indonesiana in questo momento appare “come un piccolo gregge all’interno di una chiesa locale giovane e fiorente”. Parole queste che ci erano state dette anni fa dal Vescovo di Jakarta quando eravamo andate a presentarci come Istituto Secolare, parole di speranza che, in questi anni, ci hanno fatto guardare al futuro con ottimismo, con fede. In questo momento vogliamo riconoscere il cammino che questo gruppo ha compiuto, non senza le sue difficoltà. Adesso, attraverso fatti concreti si trova a gestire la sua maturità, la sua capacità di organizzazione. La cerimonia di incorporazione perpetua di Susi e Lucy è stata un momento molto significativo e semplice. Questo evento segna in un certo senso un’apertura nuova, un guardare avanti per continuare una tappa diversa che apre l’orizzonte a nuove prospettive, che promuove germogli nuovi di altre probabili vocazioni. Sì, credo che sia l’inizio di una tappa che apre il cuore ad un clima di speranza e di creatività nuova. E’ come riaprire le porte verso l’orizzonte che presenta un nuovo cammino, una seconda tappa. E’ su questo cammino che la CM indonesiana ha vissuto e sta vivendo. Anche le ragazze che abbiamo conosciuto e che vogliono conoscere la CM attraverso un percorso di discernimento, costituiscono in questo momento una grande speranza e anche una sfida da accogliere e maturare nella luce della fede. Sono vie nuove che si aprono e richiedono ancora ascolto, pazienza, discernimento. Mi viene spontaneo ripensare a questa visita richiamando alla mente alcuni passi del vangelo: il seminatore che uscì a seminare, la vigna del Signore, il chicco di grano che muore per dare frutto…C’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere. L’ultima domenica a Jakarta Martina, Mudji , Susi ed io siamo andate in centro per la celebrazione eucaristica nella Cattedrale. Proprio lì di fronte è stata costruita la più grande moschea di Jakarta. I due edifici sono separati dalla strada principale che riceve il grande traffico della città. Nei miei viaggi in Indonesia ho sempre portato un sogno dentro me: poter entrare, almeno una volta, in una moschea. Non c’ero mai riuscita! Dato che eravamo in anticipo per la messa, a Susi è venuta l’idea di attraversare la strada per vedere se si poteva entrare nella moschea. Ci siamo avvicinate all’edificio e, dopo vari tentativi e tanta burocrazia, finalmente ci hanno permesso di entrare: scalze, con i nostri sandali in mano, in silenzio, ci siamo così avviate verso l’interno … ma di questo ve ne parlerò un’altra volta!
pergilah aku mengutus kamu - “ vai, io ti invio”
 
Con questa frase nel cuore siamo partite ( io e Santina) per l’isola di Flores ( Indonesia) e precisamente per la città di Ruteng. Sì, ci sentivamo mandate per una missione! Il 7 luglio alle ore 5,30 siamo uscite dalla casa di Mudji per dirigerci verso l’aeroporto “Soekarno” di Jakarta. Con noi c’erano anche Martina e Mudji che andavano a Palembang per incontrarsi con Ludo e Lucy. Consegnati i bagagli al check-in siamo uscite di nuovo per salutare Martina e Mudji e ci siamo augurate un reciproco buon viaggio. A un certo punto il mio sguardo si è fermato su una ragazza. Ciò che mi aveva colpito di lei era il suo aspetto europeo e mi sono detta: “forse è un’italiana”. Immediatamente l’ho salutata con un “ciao”,al quale lei ha risposto: “Ciao!”. Allora mi sono detta: “Questa è un’ italiana!” Ho chiamato Santina che camminava un poco più avanti a me per farle conoscere la giovane. Santina si è fermata, si sono salutate e hanno scambiato alcune notizie su di lei, su di noi…In realtà era una ragazza italiana che si trovava all’aeroporto di Jakarta per problemi di Visto…Nulla di particolare, che può capitare a chiunque viaggia all’estero. Un semplice incontro che per me ha assunto un aspetto positivo, un buon presagio per la nostra missione. Alle 21,15 puntualmente l’aereo è partito da Jakarta per Kupang dove siamo arrivate alla sera. Questa era la prima tappa della nostra missione. All’aeroporto “Eltari” di Kupang abbiamo trovato Fratel Dismas che ci ha portato nella sua comunità per trascorrervi la notte, in attesa di proseguire il giorno dopo per la città di Ruteng, destinazione finale della nostra missione. Così è stato. Il giorno dopo,con un piccolo aereo, siamo finalmente arrivate all’aeroporto “Fra Sales Lega” di Ruteng. Anche qui ci stava aspettando qualcuno, Fratel Felix, francescano, che ci ha offerto di ospitarci nella sua comunità. Questi incontri ci hanno incoraggiato e tranquillizzato. Mi hanno fatto pensare che non sarebbero mancati altri buoni samaritani sul nostro cammino. In questa comunità cattolica di Ruteng abbiamo cominciato a seminare il carisma CM, presentando in sintesi la realtà della nostra Famiglia. Dall’espressione di meraviglia mista a perplessità di chi ci ascoltava, ho subito capito che stavamo comunicando loro qualcosa di molto nuovo riguardo alla consacrazione nella Chiesa. Credo fosse la prima volta che sentivano parlare di istituto secolare. Questo non ha impedito ai presenti, parroco e giovani, di farci molte domande, sia sui voti che sul nostro modo di essere testimoni in mezzo alla gente, nel quotidiano, sul nostro lavoro, come e dove vivono le missionarie indonesiane… quante missionarie ci sono, in quali nazioni, e molto altro, a cui abbiamo risposto con semplicità e chiarezza. Il nostro viaggio è continuato con la visita alla comunità di Suor Adelina della Congregazione di Maria di Galeazza, una fondazione italiana. La comunità è formata da aspiranti e da diverse novizie che ci hanno accolto gioiosamente, parlando anche un poco italiano. In attesa che arrivasse suor Adelina, impegnata in quel momento in parrocchia, le ragazze si sono unite a noi e ci hanno offerto un buon caffè “italiano”. Mi sono sembrate entusiaste di conoscere la CM e la realtà degli Istituti Secolari, che appariva loro come una grande novità. L’arrivo di Suor Adelina è stato davvero gioioso ed entusiasmante. Mi sono sentita felice nel vedere l’abbraccio tra Santina e la suora. Sembrava si conoscessero da sempre, mentre in realtà era la prima volta che si incontravano personalmente, sapendo l’una dell’esistenza dell’altra, da conoscenze comuni. Ecco due persone piene di gioia che finalmente si trovano. Mi è venuto spontaneo pensare all’’incontro di Maria con la cugina Elisabetta. Davvero! Un incontro che mi ha emozionato per la festa e la condivisione che c’è stata! La gioia e l’accoglienza di questa comunità ha ravvivato il nostro coraggio per continuare il programma di animazione che ci aveva spinto ad “uscire” da Jakarta. Tuttavia non è stato così facile. Per esempio, in una parrocchia dove eravamo ospitate non ci è stato possibile fare nulla di concreto proprio a causa di una certa chiusura, diffidenza (?) a conoscere dal vivo la nostra identità di consacrate di istituto secolare. Era una novità forse “troppo audace” per la chiesa locale, ma non solo, anche le giovani erano perplesse per l’assenza di una divisa, per non essere riconoscibili da tutti come “suore”. Una novità che faceva paura? Penso proprio di sì ma dobbiamo lasciare che i tempi maturino. Ho provato ad uscire e a piedi mi sono avviata verso un piccolo santuario della Madonna situato poco lontano dalla casa dove eravamo ospitate. Sulla strada ho incontrato un gruppo di ragazze che tornavano da scuola. Le ho fermate e ci siamo presentate. Poco più in là un gruppetto di donne stavano chiacchierando tra loro. Ho preso coraggio e mi sono avvicinata. Anche a loro ho potuto dire chi ero e ho consegnato loro il depliant dove è presentata la CM. Ho ringraziato il Signore per questi “piccoli” incontri che mi hanno fatto ricordare le cinque vergini prudenti del Vangelo. Ho cercato di interpretare questi eventi con occhi di fede che sempre portano al cuore gioia e sicurezza. In tutto quello che abbiamo fatto, abbiamo sentito che c’erano due maniere di guardarci: una di attento ascolto, l’altra quasi di rifiuto, di paura, di incomprensione… Il giorno dopo abbiamo avuto l’incontro con il Vescovo di Ruteng, Monsignor Hubertus Leteng, che ci ha accolte con gentilezza e ci ha ascoltato. Anche lui però ha avuto un’espressione di meraviglia ed era un po’ sorpreso che non avessimo alcun segno esteriore o un distintivo che ci definisse consacrate, anche se di istituto secolare! Per lui, per la cultura locale, non è ammissibile appartenere ad una congregazione o ad un istituto senza avere una divisa, un segno che ci distingua dalla gente comune. Al pomeriggio siamo andate a fare animazione in una delle parrocchie di Ruteng. Il parroco, padre Gabriele Harim, ci ha accolte con entusiasmo e questo ci ha dato coraggio e gioia. All’incontro programmato hanno partecipato una ventina di giovani: ragazze e ragazzi. Ho dato a Santina l’opportunità di aprire lei l’incontro, di farsi conoscere. Poi ho preso la parola io presentando la CM. Avevamo con noi un Powerpoint su cui abbiamo presentato la figura del Fondatore, Pe. Albino Elegante scj, la spiritualità che ci caratterizza e che nasce dal Cuore di Gesù, la nostra missione, i vari gruppi CM sparsi nel mondo. I ragazzi hanno seguito tutto con molta attenzione, curiosi di sapere, di conoscere qualcosa di nuovo nella Chiesa e della Chiesa. Al termine dell’esposizione, diversi di loro hanno posto domande: sugli istituti secolari, sul cammino formativo nella CM, sui voti, sulla difficoltà di non avere una divisa per essere capiti dalla loro cultura e tanto altro ancora. Ho cercato di rispondere il meglio possibile, ma ho notato che il nostro discorso suscitava ancora un senso di meraviglia e di curiosità sugli IS., ma mancavano loro esempi concreti di vita di consacrate secolari. Credo che questa sensazione si può capire bene se si tiene presente che a Ruteng ci sono oltre 55 istituti e congregazioni religiose, per cui non è facile presentare e far capire che esiste “altro” di diverso da queste realtà. Eravamo quasi alla fine del nostro incontro. Fuori c’era un clima freddo e pioveva. Né io né Santina abbiamo pensato di portarci un maglione, un ombrello per ripararci. Il nostro programma finisce qui. Siamo pronte per ritornare in città. Rientrate in parrocchia ci aspetta una sorpresa che ci fa divertire e rilassare. P. Felix ci avvisa che l’indomani mattina ci accompagna all’aeroporto un’ ambulanza, perché in città non ha trovato altri mezzi disponibili. Ma la cosa divertente è che questa ambulanza appartiene ad una clinica qui vicino, gestita da suore e serve solamente per urgenze delle partorienti del luogo. Lasciamo immaginare la nostra reazione!!! Decidiamo di pregare, affinché durante la notte o nella mattina seguente non avvengano parti urgenti che potrebbero togliere a noi questa esperienza originale!!! E soprattutto ci farebbero perdere l’aereo! Concludendo, la mattina seguente senza altri problemi ripartiamo per Kupang dove ancora una volta ad aspettarci c’è p. Dismas che ringrazio di cuore per la disponibilità e l’accoglienza che ci ha riservato. E’ da qui che domattina riprenderemo il viaggio verso Palembang. Sull’aereo di ritorno rivolgo così la mia preghiera al Signore per questa missione compiuta: “Benedetto sei tu Signore. Abbiamo accolto il tuo invito di uscire in missione per “accendere e lanciare il fuoco” del tuo amore. Siamo partite nel tuo nome. Benedici tutte le persone che abbiamo incontrato sul nostro cammino. O mio Dio, ti offriamo tutti gli eventi che abbiamo sperimentato, le persone che abbiamo incontrato in questo viaggio di animazione…in unione a Gesù per mezzo di Maria, in spirito di amore e per l’avvento del tuo Regno nel mondo. Amen”. Un grazie di cuore anche alla nostra Presidente Martina Cecini e al Consiglio che hanno affidato a Santina e a me questo compito missionario. Un grazie a Santina, amica e vicina compagna di questa esperienza, grazie di tutto e di cuore per il tuo aiuto! Grazie a tutte le mie sorelle indonesiane e a tutti coloro che ci hanno accompagnato con la preghiera. Il Sacro Cuore di Gesù benedica la CM e tutto il mondo!
incorporazione perpetua
 
La chiave giusta che apre alla vita Dal 29 giugno al 4 luglio 2017 il nostro gruppo CM Indonesia , insieme a Martina e Santina si è riunito a Pratista – Bandung per fare gli esercizi spirituali accompagnate da p. Rudiyanto Subagio OSC. Il tema che avevamo scelto era la missione riflettendo su due figure dei nostri patroni: S. Teresina del Bambino Gesù e S. Francesco Saverio.E’ stata un’esperienza molto profonda e fraterna. Per me e Susi una grande occasione per prepararci alla nostra incorporazione perpetua avvenuta alla conclusione degli esercizi spirituali.  Questo avvenimento per me ha segnato e rinnovato il mio camino di consacrazione e di offerta a Dio e al prossimo. E’ stato un momento importante in cui ho potuto concretizzare ancora nella mia vita alcuni valori che mi accompagnano nel mio cammino di consacrazione. La possibilità di distaccarmi alcuni giorni dal mio solito  quotidiano, dal trambusto della vita di tutti i giorni è stato veramente una grande grazia. Ho potuto così: Ø rinnovare la mia vita spirituale, e conoscere di più Dio… Ø conoscere di più me stessa e le persone che mi sono accanto Ø ritrovare forza ,rinnovamento e ristoro per continuare il cammino… Io credo che le riflessioni fatte e lo stare insieme nella preghiera silenziosa, nell’ ascolto  della Parola e nell’ascolto reciproco mi hanno messo in grado di riprendere quota e di guardare avanti con fiducia e coraggio. Nella messa di apertura il Padre ci ha detto che nel cammino della nostra vita, dobbiamo sempre avere una chiave per entrare attraverso una porta. Questa porta si apre se si utilizza la chiave giusta. Io ho capito che la chiave della mia vita è la fede e se farò  in questo modo Dio sarà sempre  al mio fianco. Mi hanno colpito due domande di riflessione che ci sono state date: · “Quale significato ha per me il Fiat voluntas Tua?” Sento che devo continuare a coltivare dentro di me la risposta dell’Eccomi, del dono e del’offerta in spirito di amore e sacrificio. Devo filtrare attraverso l’Eccomi ogni mia risposta, ogni mia azione, e anche la mia missione quotidiana sia nell’ambiente di lavoro sia in altri impegni che svolgo. · Il significato dei voti per me? L’Eccomi ritorna come risposta, come una pronta donazione  della mia vita legata alla croce di ogni giorno, di ogni momento. Ho capito che con l’incorporazione perpetua la lotta non è finita e le difficoltà non svaniscono. Allora guardiamo alla Madonna, alla sua vita perchè da lei possiamo prendere il coraggio di avanzare verso l’altare   per rinnovare a Dio il nostro sì con fiducia e speranza. Ave Maria  piena di grazia il Signore è con te… Palembang 12 agosto 2017 Lucia Ekawati Sentirmi piccola davanti a Lui: bellissimo! Il tempo passa così veloce! … non mi sembra vero di avere camminato tanto e di essere giunta così al giorno dell’incorporazione perpetua: il 4 luglio 2017, a Bandung. Il corso degli esercizi spirituali, orientato da Padre Rudiyanto  OSC (Ordine Santa Croce), mi ha rinvigorita e ben preparata a questo passo. Anche i momenti di riflessione con le mie sorelle, la loro preghiera, il clima di silenzio che si è creato…tutto ha contribuito ad incoraggiami a donare per sempre la mia vita a Cristo e ai fratelli. Nelle mie riflessioni personali ho scoperto con gioia alcuni aspetti della personalità di Cristo che hanno inciso sulla mia vita. Il primo lo colgo in Filippesi 2, 1-11: “Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, se vi è qualche conforto, frutto della carità, se vi è qualche comunione di spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri… Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, il quale, pur essendo di condizione divina, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini. Riconosciuto come uomo nell’aspetto, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, nella gloria di Dio Padre”. Riconosco che, come creatura umana, anch’io ho momenti non sempre sereni e facili. Sono spesso in atteggiamento di attesa di gratificazione da parte di quanti lavorano con me sia nella scuola che nella parrocchia. Eccomi allora a riflettere sulla persona di Gesù: Lui non è venuto nel mondo per ricercare la lode, il riconoscimento degli uomini, ma per amarli e farli sentire amati, soprattutto quelli che più avevano bisogno di aiuto materiale e spirituale. Ha voluto liberarci dal peccato e farci rivivere quella vita piena a noi destinata fin dalla creazione. È venuto nel mondo per aprire la strada vera che conduce al Padre, così che tutti quanti credono in Lui abbiano la salvezza e la vita eterna. Sulla terra Gesù ha fatto molti miracoli in nome del Padre suo. Ha fatto tutto questo non per promuovere se stesso o per dare spettacolo, ma per rendere il Suo nome sempre più conosciuto e lodato, per adempiere al piano di Dio. Non è venuto per essere servito ma per servire. Nonostante sia stato maltrattato, considerato come un qualsiasi criminale, umiliato e condannato, Gesù ha continuato con perseveranza il suo cammino per compiere il progetto del Padre su di lui. Matteo 11, 25-30: «In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». In questo giorno della mia incorporazione perpetua mi piace riflettere su questo passo della Scrittura, perché mi è di aiuto, quando nel mio quotidiano incontro molte difficoltà a comunicare con il mio ambiente, quando la routine diventa noiosa, pesante, quando sento l’aridità nella preghiera e la fatica nel lavoro. In tali situazioni cerco di essere fedele alla mia promessa guardando alla vita di Gesù: meditare, riflettere e seguire Gesù, coerente con la sua obbedienza al Padre! Alle volte questa parola: "giogo" mi mette paura, perché mi fa pensare che forse c’è in arrivo qualche altro problema nella mia vita. Però allora alzo il mio sguardo verso Cristo e mi ritorna la tranquillità perché penso che, se così fosse, sarà Lui ad aiutarmi a portare il peso. Anzi mi darà forza per accettare il “giogo” con serenità, giustizia e nella verità. Sono certa che Lui mi accompagnerà con la sua gioia e la sua bontà. Devo lasciare che Dio viva nel mio cuore in modo da sentire più leggero e confortevole il peso che sta passando nella mia vita quotidiana perché Dio non mi darà un giogo superiore alle mie capacità. Gesù è diventato la mia fonte di ispirazione per imparare sempre con umiltà: a riconoscere che tutti i miei successi non sono dovuti alla mia capacità e alla mia grandezza ma sono tutti da attribuire alla grazia di Dio; a imparare da Gesù a ringraziare sempre e per tutto nei momenti belli e nei momenti difficili. Come Gesù che è stato obbediente al Padre, voglio anch’io essere obbediente ascoltando costantemente la voce di Dio. E’ su questa certezza che voglio continuare il mio cammino! Termino la mia riflessione con questa piccola preghiera che mi viene dal profondo del cuore: Padre, ho riconosciuto il tuo amore nelle piccole cose del quotidiano: Nei piccoli petali di una rosa, molto belli nel colore e nel loro fragrante profumo Nel piccolo passero che cinguetta e vola libero Nell’amore di un bambino che mi fai incontrare per ricordarmi come tu mi vuoi Nella piccola fede che può portarmi verso un grande cambiamento passo dopo passo Nei piccoli sentieri che possono portare a destinazioni significative Nella piccola preghiera che mi sale dal cuore “dato” come gratitudine e benedizione E… le sorprese che scopro nel mio vissuto rivedendo la mia infanzia e… avere un Padre in paradiso... Ti prego ora, qui, di accettare tutto il mio amore in questo mio passo in avanti perché è il tuo grande amore per me che mi dà il coraggio di procedere. Tengo lo sguardo su di Lui, Tuo Figlio, ragione del mio esistere e della mia gioia. Padre, grazie per tutti i doni che mi hai dato fino ad oggi. Molti altri ne hai in serbo per la tua figlia amata. Maria, Madre e compagna di vita, grazie per tutto il Tuo Amore! Bandung – Indonesia 13 agosto 2017 Susi
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