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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
intervista a elisabeth
 
Raccontaci un po’ di te ... dove sei nata ecc. Rileggi la tua vita e fai memoria dei doni che Dio ti ha fatto. Mi chiamo Elisabeth sono nata nella zona nord del mio Paese dove comincia il Cile, nella città di Arica, confinante con il Perù e la Bolivia. La mia famiglia è di origine Aymara, con i suoi costumi e tradizioni. Mio papà si chiama Arsenio e la mia mamma Marcelina ed è deceduta da tanto tempo; precisamente l’anno scorso sono stati quaranta anni dell’anniversario della sua morte. Da questo matrimonio siamo nate due sorelle e altri due fratelli avuti da mio papà da un’altra unione. Ricordo di aver trascorso il periodo dell’ infanzia con momenti belli insieme a mia mamma e sorella. Una vita anche di sforzi e difficoltà, però il fatto di essere insieme era già sufficiente. Ringrazio mia mamma per l’esempio che mi ha dato: lavoratrice, ottimista, impegnata con la sua famiglia, per l’affetto che aveva verso il suo popolo e i suoi costumi. Ho svolto i miei primi studi in una scuola semplice poi ho continuato con il liceo pubblico, che mi hanno dato la possibilità di vivere diverse realtà. Ricordo con affetto anche la presenza dei miei nonni paterni che ci hanno accolte quando la mamma morì. In questa casa abbiamo trascorso anni molto belli inserite in una famiglia grande dove zii, cugini e vicini venivano a trovarci. Voglio ricordare anche alcuni zii paterni e sono grata a loro per l’ospitalità e la pazienza con cui ci hanno accompagnato. Questo tornare al passato mi fa ricordare anche i primi anni che ho cominciato a vivere da sola, i lavori e gli studi affrontati, dove ogni esperienza mi ha aiutato a crescere ed a maturare. Per quanto riguarda il mio cammino di fede ringrazio la mia mamma che ha pensato di prepararmi alla Prima comunione, ed è stato il primo avvicinamento a Dio. In seguito, arrivando il periodo dell’adolescenza, io stessa ho voluto cercare gli approcci con il mondo giovanile così come la preparazione alla Cresima, dove ho incontrato amici e amiche con cui condividere la vita piena di sogni e di energie. Non posso dimenticare anche il mio inserimento con il gruppo missionario, il quale marcherà significativamente la mia vita. La mia vocazione ... il mio inserimento nella CM Si, la mia vocazione si va sviluppando attraverso i misteri di Dio. Più che cercarlo, è Lui che mi ha incontrato quando stavo “riflettendo e meditando le mie inquietudini”. Inquietudini che fioriscono nella mia adolescenza con le mie amiche che partecipano in parrocchia. Vado così conoscendo poco alla volta Gesù che mi invita a vivere i valori come l’amore, la compassione, la giustizia, l’impegno. Mi sento attratta da questa figura trascendente nel pieno della nostra vita ordinaria e di quanto come Paese stavamo vivendo, la dittatura. E con questo impeto giovanile, che ci butta a giocarci la vita, cerco sempre di più esperienze che mi avvicinano a Dio, che aspetta di essere conosciuto e amato. Che fare con questa vita che Dio mi ha regalato? Dove potrei servirlo meglio? È vero che già partecipo alla parrocchia ma senza un impegno pastorale. Conosco così un’amica che mi racconta del gruppo missionario nel quale è inserita. Dopo la sua insistenza decido di partecipare per conoscere meglio di cosa si tratta. Questo gruppo era organizzato da una suora di Sant’Anna e un padre gesuita. Concretamente si trattava di collaborare per svolgere “le missioni al popolo” che abitava nella pre – Cordigliera di Arica, durante il tempo natalizio e il mese di gennaio. La preparazione impegnava tutto l’anno, un’esperienza molto bella e piena di Dio. Ho trascorso tante feste di Natale e vacanze con questi popoli, gente che abitava in piccoli e semplici villaggi, però persone piene di sincretismo religioso, di tradizioni “aymaras” e della nostra fede cattolica. Da queste esperienze sorse in me un’inquietudine vocazionale più seria. Decisi di entrare in un istituto religioso dove rimasi alcuni anni. Finita questa esperienza e con l’aiuto ed accompagnamento dei fratelli gesuiti mi inserii nell’ambiente di lavoro e ricominciai a studiare. Dopo alcuni anni, capendo che tuttavia continuavo a sentire la chiamata di Dio, faccio un cammino di discernimento spirituale che mi porta a prendere contatto con alcuni Istituti Secolari, senza tuttavia arrivare ad alcuna conclusione. Finalmente un giorno leggendo il foglietto domenicale usato per seguire la celebrazione eucaristica, oltre allo schema liturgico trovo una breve nota dove viene presentato l’Istituto Secolare della Compagnia Missionaria. Senza tanta aspettativa decido di scrivere per chiedere alcune informazioni. È così che arrivo a conoscere l’Istituto e scoprire che possedeva diverse caratteristiche che potevano dare un senso alla mia vita: la sua missione, le varie possibilità di vita, in famiglia, vita fraterna o sola e la spiritualità del Cuore Trafitto, ecc. In seguito, presi contatto con Teresa Pozo (missionaria cilena) che mi presentò l’Istituto, dandomi così un’altra opportunità di risposta alla chiamata di Dio, che mi affidava questa nuova forma di vita consacrata secolare. In quel tempo grazie a Dio viaggiavo ogni estate da Arica a Santiago per incontrare la mia famiglia e questo mi facilitava il contatto con Teresa che mi avrebbe seguita nella formazione, che subito iniziai . Mi sentivo incoraggiata dal testo di Luca 5,4: “Quando Gesù fini di parlare disse a Simone: “Prendi il largo e getta le reti”. Ecco stavo per buttare nuovamente le reti nella mia vita ... nonostante il tempo ... nonostante la notte ... Solamente nel nome di Gesù iniziai questo cammino nella CM. Nella Compagnia Missionaria si parla spesso di comunione e missione ... come declineresti concretamente questi valori importanti ... La spiritualità dell’amore e del Cuore Trafitto che propone il nostro Istituto, è una sfida per questo mondo carente di amore, di comunione, di pace. Per questo è necessario trasmettere il regno di Dio come Chiesa e come società, e riusciremo solo se lo faremo con gli altri, con le altre, se creiamo la comunione in diversi ambienti. Vivremo anche questa comunione solamente se costruiremo la comunione con questo Cuore di Gesù, se ci disponiamo al suo ascolto e assumiamo tutti i sentimenti che da lui sgorgano. Al di là del fatto che in Cile siamo poche sento di essere accompagnata in questo vivere la comunione in senso più ampio; a tutte/i noi pur essendo di paesi e culture diverse, ci viene data la possibilità di condividere la missione, il senso della consacrazione e approfittarne, quando è possibile di incontrarci di presenza, arricchendo così i lacci della comunione fraterna. In questa maniera sento che la realtà della CM cilena ha avuto la ricchezza di crescere e formarsi insieme al gruppo dei familiares e questo ci aiuta ad appoggiarci e condividere insieme spazi che ci permettono di vivere questa comunione. Io vedo e sento così questa nostra realtà. Questa esperienza di comunione tra noi ci chiama a vivere la missione, che per noi è rendere visibile il senso dell’Amore in mezzo al mondo. Missione allora è quanto ciascuna realizza nelle diverse realtà in cui vive. Attualmente per me è il mio lavoro nel collegio, la pastorale della parrocchia, la vita familiare e anche la vita di preghiera, dove ciascuna recita il suo Eccomi. La tua esperienza con i giovani ... quali sfide si presentano nel tuo ambiente ... Non ho propriamente esperienza con i giovani, però posso parlare di adolescenti e bambini del collegio dove lavoro. Ho capito che questi bambini si sentono molto soli, soprattutto dopo la pandemia, succede che alcune famiglie delegano molta responsabilità al collegio. Per questo noi che insegniamo dobbiamo farci carico non solo della parte pedagogica, ma anche dell’aspetto emozionale, della famiglia, della convivenza e situazioni di violenza dentro e fuori dall’ambiente della scuola. In questi aspetti sono in atto diverse iniziative, anche da parte del governo, però se non contiamo con l’appoggio e collaborazione della famiglia e dell’adulto responsabile di questo bambino/a è difficile poter migliorare la situazione. I miei sforzi e il mio compito sono rivolti ai bambini della scuola elementare con i quali lavoro abitualmente. Per me è importante che nel collegio si sentano a loro agio, protetti, voluti bene così da poter imparare bene e sentirsi responsabili del loro processo educativo. I tuoi sogni futuri ... il tuo augurio per questo anno appena iniziato In quanto ai sogni che ho sono molti e diversi, per esempio: sogno che arrivi il momento per la Chiesa del mio paese in cui riconosca le sue fragilità e la necessità di ritornare al Vangelo. Una Chiesa dove i pastori camminino insieme alla loro gente. Sogno, come diceva il Cardinale Raul Silva Henriquez “Che i bimbi abbiano la possibilità di studiare, che gli ammalati possano accedere facilmente all’assistenza sanitaria. Che ogni capo famiglia abbia un lavoro stabile che gli dia la possibilità di sostenere la sua famiglia”. Sogno che il nostro Istituto possa crescere con vocazioni missionarie e familiares, stare in mezzo al popolo della nostra America Latina tanto necessaria di amore e di consolazione da parte del Cuore Trafitto di Gesù. Desidero per ciascuno/a molto amore, pace e salute. Che possiamo vivere soprattutto la PACE nel nostro mondo e che il Cuore di Gesù ci regali per questo anno, quanto di più ci è necessario. Elisabeth Tiayna Mollo - Cile
"ballerine" contente e disponibili
 
Intervista a Bianca Iacchelli Più che intervista è il risultato frutto di chiacchierate fatte con Bianca. Incontri registrati in diversi momenti, a più riprese, ripercorrendo alcune tappe della sua vita, senza sapere dove saremmo arrivate. Una storia la sua per noi importante perché appartiene alle fondamenta, alle radici della Compagnia Missionaria. Ho cercato di raccogliere e di riunire i pezzi raccontati, anche se l’ordine degli avvenimenti e del tempo, alle volte si confondono. Ho rispettato il modo e la vivacità del suo stile per non sciupare la freschezza e la ricchezza del racconto. Grazie Bianca: ce l’abbiamo fatta!!! Bianca ti va di raccontare un po’ della tua vita? Cominciamo dalla tua famiglia. Sono nata in una famiglia composta dal padre, madre e un fratello. Mia madre era originaria della provincia di Bergamo, nord Italia. Mio padre non l’ho conosciuto perché è morto prima che io nascessi. La mamma poi si è risposata così è nato mio fratello Guido che ora abita a Bologna e ogni tanto viene a trovarmi. Sono dell’anno 1931 e ho già 92 anni; nata a Santa Maria di Labante, una località di Castel D’Aiano delle colline bolognesi a 600 metri sul livello del mare. Gli abitanti si consideravano montanari, e queste origini mi hanno sempre fatto sentire che anch’io, come loro, potevo considerarmi una montanara. Conducevamo una vita normale di una famiglia comune. Da giovane sono andata a servizio in una Famiglia a Bologna con la quale ho sempre mantenuto i contatti. Devo riconoscere che nonostante la mia età, grazie a Dio sto bene, non ho dolori; invece, la memoria è quella che è. Ed a parlare della famiglia sento che i ricordi sono sbiaditi … 29 settembre 1961, prima consacrazione delle prime otto missionarieBianca è la seconda da sinistra, in prima fila Allora parliamo della mamma? Bianca non mi lascia terminare la domanda e risponde prontamente in dialetto bolognese “El so me” = lo so io com’era! Una cosa ho chiara: mia mamma me le avrebbe “suonate” anche a 90 anni se le avessi dato delle risposte in qualche modo!!! Per dire che aveva sempre ragione lei ... la mamma era una donna forte, in casa ha sempre dominato, anche se dava l’impressione di lasciarci liberi di fare quello che volevamo però, tutto doveva essere sotto la sua direzione, sotto il suo controllo. Se avessimo chiesto una spiegazione ci avrebbe risposto: “arrangiati”, però dovevi dirle chiaro che cosa volevi fare. Siccome lei non aveva studiato e noi un po’ si, ci rispondeva: “ visto che abbiamo speso i soldi a farvi studiare adesso lavorate!”. Alle volte quando la facevamo disperare ci rimproverava dicendo che ci avrebbe picchiato … ma erano solamente minacce perché nella realtà non ci ha mai toccato. Facciamo un salto in avanti e raccontaci come hai conosciuto la Compagnia Missionaria. Prima vorrei comunicare alcune mie impressioni su p. Albino Elegante, nostro Fondatore. Padre Albino l’ho incontrato molto presto nella mia vita cioè quando non ero ancora nella CM perciò a questi tempi ero giovane. E come dicevo ero a servizio in una famiglia cioè non andavo a giornata ma ero proprio presso la famiglia, abitavo con loro come se fossi una di loro. E sono stata fortunata perché era una famiglia molto buona, amica. Non era di quelle famiglie pretenziose che ti mettono sotto i piedi, si viveva alla pari. Lavoravo per loro, mangiavo con loro e qualche volta si andava anche a spasso con qualcuno di loro. Ricordo che il papà era una persona molto silenziosa, però si faceva sentire in alcuni momenti decisivi. Con loro mi sono trovata bene. Da qui ho conosciuto p. Albino in via Nosadella. P. Albino Elegante SCJ direttore dell’Apostolato della Riparazione (movimento di spiritualità nato negli anni ’45 – ‘46) ) l’ho incontrato nel 1944 in occasione di una missione parrocchiale al mio paese di S. Maria di Labante. Vennero precisamente i missionari: p. Agostini e p. Montrasio Sacerdoti del Sacro Cuore di Bologna detti dehoniani. Alla conclusione venne anche p. Elegante, ma non avemmo un incontro personale. In quella circostanza i padri fecero ad alcune persone giovani la proposta dell’iscrizione all’Apostolato della Riparazione. Io accettai la proposta. Alla vigilia del mio diciottesimo compleanno, la divina provvidenza mi diede la possibilità di partecipare a un corso di esercizi spirituali organizzati dall’Azione Cattolica, a Bologna. In quella occasione chiesi al Signore la grazia di incontrare un bravo confessore. Come dicevo avevo cominciato a lavorare a Bologna presso una famiglia. Una domenica, mi recai nella chiesa della Madonna dei poveri, in via Nosadella, sede dei Sacerdoti del S. Cuore, a cercare p. Elegante, perché mi era stato consigliato da una persona di fiducia, come confessore. Non fu facile trovarlo quel giorno perché era sempre fuori per incontri e predicazioni. Una bella domenica lo trovai. Mi presentai a lui dalla porta della sacristia, dicendo che lo cercavo da tempo. Alzando il dito e senza parlare mi indicò il confessionale, poi andò in confessionale. Non è che io m’incontrassi tutti i giorni... però a un certo punto mi decisi di fargli una “dichiarazione” (diciamo così), dirgli che avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a vivere la mia vita con un indirizzo diverso dai soliti. Padre Giuseppe, - così si chiamava allora – era di poche parole, severo e deciso, ma anche paterno e comprensivo in confessione. Questo era un po’ il suo stile nelle relazioni. Con il passare del tempo poi migliorò molto il suo modo di relazionarsi. Ricordo che era una persona di guida, perciò, mi piacque perché potevo avere qualcuno a cui fare riferimento. Mi confessavo da lui, sapevo l’ora della messa e quando potevo, andavo alla messa che lui celebrava. Avevo chiaro che volevo una vita di consacrazione e ne ho parlato con lui. Cioè sentivo che in quel momento il matrimonio era già fuori dalla mia mente, non pensavo di sposarmi e neanche ragionavo per dirmi: allora cosa farò? Che tipo di consacrazione? Poi con lui ho chiarito e sono andata avanti… E la mia formazione comincia da qui. Bianca, allora parliamo di formazione. Ricordi la formazione dei primi tempi … il clima che si viveva? Per aiutarti nel pensiero ti leggo una frase trovata su un documento formativo della CM di oggi. Era proprio così anche all’inizio? “La formazione è stato un impegno che ha caratterizzato sempre dai primi anni il giovane Istituto, ma ha anche caratterizzato un grande desiderio di evangelizzazione e un forte anelito missionario. In questa formazione hanno collaborato diversi Padri Dehoniani, facendo lezioni di teologia, di filosofia, di liturgia ... .in via Guidotti… più tardi alcune missionarie hanno frequentato la scuola di teologia allo Studentato delle missioni”. (cfr. 60 anni di storia sulle strade del mondo) Bianca si fa seria e mi risponde così: Sì era proprio così! La CM nasce nel 1957 e p. Elegante era il fondatore, direttore dell’apostolato della riparazione, professore di spiritualità e datore di lavoro. Le giornate erano impegnative: preghiera, lavoro, studio… Una costante nel pensiero del Padre, così chiamavamo p. Albino, è sempre stata quella della nostra preparazione a tutti i livelli: professionale, culturale, morale, spirituale, teologale e missionaria … I temi prioritari del primo anno furono la spiritualità e la morale con la partecipazione dei Padri dehoniani professori allo Studentato e con vari incontri con Padri missionari e i Vescovi di passaggio. La nota dominante delle nostre giornate era: la preghiera, la gioia, il silenzio. Solo le ricreazioni giocando a palla volo, erano rumorose!!! Però prima di arrivare a tutto questo, c’è stato un periodo pre CM molto importante, che ci ha aiutato a vivere insieme, a chiarire meglio ciò che volevamo in futuro. Cercavamo una vita di consacrazione ma non in convento, si pensava a qualcosa d’altro, a una consacrazione secolare, nel mondo. Io sono stata una delle prime quattro che hanno cominciato a ritrovarsi insieme. Io, Bruna, Cesarina, poi è arrivata anche Irene. Altre quattro ci frequentavano. 1974. A Bagnaia (VT) All’inizio ci siamo messe a collaborare con la Pia Opera, che era un’attività dei dehoniani. La Bruna ci lavorava a tempo pieno … in seguito io sono stata inserita nella libreria dehoniana, io che in quel tempo avevo solo le elementari (Bianca fa una risata) (ho fatto poi più avanti la terza media). Ho quindi collaborato con la libreria dehoniana, dovevo almeno saper leggere e me la cavavo bene perché mi piaceva leggere … Mi piaceva il lavoro in sé e quando non c’era nessuno leggevo le recensioni delle novità che arrivavano perché così, se fosse venuto qualche cliente avrei potuto spiegare e dare consigli. E poi sapevo come fare per accogliere le persone. Ero giovane e sveglia anche se non avevo studiato! Però questo non lo dicevo a nessuno quando venivano in libreria. Ero intelligente e sapevo gestire la situazione …e ripeto questo lavoro mi piaceva proprio … praticamente io ero anche presuntuosa, perché mi davo importanza, non l’avevo ma io me la davo (risata!) . Sentivo la responsabilità di questo lavoro che i padri dehoniani mi avevano affidato ed io l’ho preso a cuore. Ripensando oggi a quel che ho fatto debbo dire che me la sono cavata bene nell’assumere una tale responsabilità. La Cesarina e la Bruna lavoravano alla Pia Opera. Cesarina era un po’ come la “capa”, era l’unica che aveva studiato. Lavorare alla Pia Opera ci aveva aiutato anche dal punto di vista economico. Eravamo proprio all’inizio e non sapevamo esattamente come sarebbe stata questa Compagnia Missionaria del S. Cuore, non sapevamo se la strada ci portasse a un istituto religioso o secolare. Però fin dall’inizio avevamo chiaro che non volevamo essere religiose ma secolari…ma di questa realtà ancora non si sentiva parlare, era una realtà conosciuta da pochi. Però con l’esperienza, confronti , riflessioni, vari studi e pregando siamo diventati Istituto Secolare della Compagnia Missionaria del S. Cuore, ed era quello che volevamo… Questo cammino di chiarifica ci ha coinvolto un po’ tutte e anche alcuni padri dehoniani che ci hanno appoggiato e accompagnato. Alcuni però non capivano questo nostro modo di essere ci trattavano come religiose … e per noi non era facile condividere questo modo di vederci .… Ne parlavamo tra noi e lavoravamo come si dice, sottosotto, inizialmente non ci capivano e pensavano che fossimo suore... poi si sono ricreduti e ci hanno capite e hanno cominciato a chiamarci per nome o signorine. Comunque, dobbiamo riconoscerlo che con il passare del tempo le cose sono cambiate e siamo state comprese e valorizzate! Come dicevo c’era anche la Bruna pero lei aveva un carattere diverso dal mio. Un po’ timida e la sua timidezza alle volte la esprimeva in durezza, si difendeva ... però e questo l’ho capito dopo, usava queste maniere perché lei si credeva incapace di determinate cose, allora prendeva questo atteggiamento. Ricordo che in quel tempo lei aveva in mano anche la parte economica del gruppo nostro e c’è stato un periodo che Bruna cucinava per noi. Era una persona buona come il pane, però voleva essere lei la padrona e avere la responsabilità interna alla casa. Molto disponibile per le cose di casa, meno per gli incontri fuori. La Bruna aveva il complesso di dover parlare, ma quando parlava, parlava proprio, nel senso che non si fermava. Poi c’era anche la Cesarina, aveva fatto le magistrali, ma non aveva mai insegnato… era un po’ come la direttrice e ci teneva anche a farlo… Irene era la più giovane, in seguito ha studiato con me e la Bruna per prepararci alla terza media. Irene ha poi continuato gli studi per diventare infermiera e altre specializzazioni a livello sanitario. Poi in seguito è partita per il Mozambico. Io ero più portata per le cose pratiche .... devo riconoscere che eravamo quattro persone diverse con caratteri diversi e ogni tanto sorgevano delle difficoltà nelle relazioni tra noi. Però eravamo state abituate fin dall’inizio a chiarire sempre e subito le cose e ... dopo si riprendeva a vivere in comunione. All’inizio eravamo come “ballerine”, dove c’era bisogno si andava un po’ di qua un po’ di là, sempre pronte, contente e disponibili, pur di andare avanti. 1976. A San Benedetto del Tronto (AP) Vorrei tornare ancora sulla formazione a p. Albino e il suo modo di essere … In quel tempo era lui che ci faceva la formazione. Era un tipo deciso e alle volte sembrava anche austero, però quando ti mettevi in confidenza con lui era di una dolcezza straordinaria, mite, non contraddiceva mai. Quando si parlava personalmente però prolungava poi il discorso con la sua sapienza … Io mi trovavo bene con lui perché mi aiutava a pregare senza darsi importanza (adesso lo capisco meglio) guidava i miei passi. A un certo punto ho capito che guidava oltre a me, a noi, parecchie altre ragazze. Arrivò il momento in cui ci propose di vivere come gruppo… Ricordo che prima di tutto era un tipo esigente e come primo avvio di una formazione ci fece riflettere sui comandamenti e lo fece per parecchio tempo… lui ci dava domande e risposte, poi quando ci incontravamo noi dovevamo dare le risposte giuste. Ma non dovevano essere solo formule o parole dovevano esserci anche i fatti, dire cioè come ciascuna si era comportata in questa o quella situazione e ci interrogava. La formazione che ci dava era ben concreta, come una correzione, una verifica del comportamento tra noi, con la famiglia, con coloro che frequentavamo… E aveva il suo modo di farti un’osservazione perché quando ci parlava ci portava degli esempi per farci capire dove avevamo sbagliato… io avevo imparato quando ogni tanto si andava per un colloquio, a chiedergli spiegazioni di quello che non capivo. Lui teneva conto delle osservazioni che facevamo e poi delle volte anche lui mi faceva domande per conoscermi di più: come vivere questo, come fare quello… e mi dava consigli. Adesso pensandoci, io mi sentivo sempre un asino di fronte a lui… ma capivo l’importanza dei suoi interventi e richiami. Capivo che era una maniera per conoscermi, ma anche per raddrizzare il mio cammino di formazione… CONTINUA...
realizzare il progetto di dio su di me
 
Ho accettato la sfida che mi è stata fatta da Celestina Camacho di scrivere un articolo per Vinculum. Effettivamente, da tanto tempo non ho comunicato con questo mezzo, con tutta la CM e lo faccio adesso. Sto leggendo il libro: “Um Percurso de Vida e de Pensamento” di Lúcia Correia nel quale lei comunica il suo percorso di vita e di pensiero utilizzando gli articoli pubblicati su diverse riviste ed anche su Vinculum. É molto interessante e ne raccomando la lettura. Però quello che scrivo oggi ha come punto di partenza le risposte al questionario inviato dal Consiglio Centrale alle Missionarie ed ai Familiares intorno al capitolo II° “La nostra fisionomia” (Statuto delle Missionarie) e “Il nostro programma di Vita” (Statuto dei Familiares).                La conoscenza della Compagnia Missionaria ha dato un nuovo senso alla mia vita e spiego di seguito il perché.                Sono nata da una famiglia molto religiosa ed ho frequentato alcuni collegi religiosi; ho studiato Letteratura alla Faculdade Clássica de Lisboa, dove ho presentato la tesi su un poeta di Madeira “L'opera poetica di Francisco de Paula Medina e Vasconcelos”. Ho svolto un tirocinio e ho presentato la tesi per l'esame di tirocinio “Contributo a una Psicopedagogia della Grammatica”. Poi sono andata a Parigi per frequentare i corsi della “Alliance Française” e contemporaneamente ho lavorato part-time presso una famiglia francese come “au pair”. Ritornata a Funchal ho insegnato Portoghese e Francese nelle scuole pubbliche. Mi sforzadei aulas de Português e Francês em escolas públicas. Mi sono impegnata ed ho cercato di  trasmettere la conoscenza agli studenti e far loro sviluppare le loro capacità intellettuali e umane. Dal punto di vista pastorale, ero catechista, visitavo i carcerati, ero membro dell’Azione Cattolica. Nonostante questo, non mi sentivo né felice e nemmeno realizzata.   Un giorno, un sacerdote mi chiese in confessione cosa facessi ed io ho risposto che insegnavo. Lui ha capito che mi mancava qualcosa per dare senso alla mia vita. Mi ha parlato della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore e mi ha dato il telefono delle missionarie. Teresa Castro e Lúcia Correia sono venute a Funchal ed io ho parlato con Celestina Camacho invitandola ad essere presente. Ho trovato la mia vocazione che era l’offerta della mia vita al Cuore di Cristo per essere segno del Suo Amore per tutti noi. Nell’ “Ecce Venio” di Cristo e nell’ “Ecce Ancilla” di Maria è compendiata tutta la nostra vocazione, il nostro fine, il nostro dovere e le nostre promesse. Come missionarie del Sacro Cuore di Gesù siamo chiamate a vivere la vita di amore fino a farci comunione con Dio e con i fratelli. Come Gesù e la Madonna ci manterremo aperte al “si”. Il gruppo CM di Madeira è formato da 5 missionarie e da 7 familiares. Facciamo insieme il ritiro mensile ed alcune missionarie accompagnano i Familiares in alcune riunioni. Noi missionarie ci riuniamo ogni quindici giorni e mensilmente per i ritiri. Non sentendo bene anche se uso gli apparecchi uditivi, mi costa non partecipare attivamente come sarebbe mio desiderio. Siccome mi piace leggere, faccio il riassunto delle Encicliche del Papa: “Luce della Fede”, “Fratelli Tutti”, “Laudato Si”, di testi sullo Spirito Santo: “Spirito Santo fonte di vita e di amore”, “Lo Spirito Santo implora Abba! Pai”, “Lo Spirito Santo che ci fa dire: Gesù è il Signore”, “Lo Spirito Santo che ci consacra ed invia in missione”, “ Lo Spirito Santo che prega in noi”, “Lo Spirito Santo Consolatore”, “Non spegnete lo Spirito”. Li distribuisco al Gruppo, così come i testi inviati dal Consiglio Centrale. “Dalla Sinodalità, all’autorità del servizio” di Daniela Leggio, il riassunto della Consulta delle Responsabili di p. Renzo Brena scj. Consegno questi riassunti al gruppo delle Missionarie. Come vivo il mio si nelle circostaze attuali della mia vita? Partecipo quotidianamente alla Eucaristia nella Cattedrale di Funchal e sono lettrice nella Messa delle ore 11 del venerdì. Nella famiglia: mi occupo della mia sorella ammalata di 91 anni. Ho una cognata ed un nipote che vivono nel continente e chiedono aiuto economico. Ho 2 pronipoti (figlie di nipoti) non sposate ed ho dato loro alcuni documenti riguardanti la CM. A livello sociale appoggio economicamente una ex impiegata che è ammalata. Sono consapevole che il Signore mi chiede molto e che dò poco ma con la Sua Grazia e di Maria Sua e nostra Madre, continuo ad impegnarmi per realizzare il progetto di Dio su di me. Madalena, seconda da destra, con missionarie e familiares a Madeira
consacrate secolari dalla radice dehoniana
 
La contemplazione di Cristo nel mistero del suo Cuore trafitto, segno di amore totale per gli uomini e strumento di redenzione universale, è stata per il p. Leone Dehon la fonte da cui è promanata l’Opera da lui fondata con l’intento primario della devozione al sacro Cuore di Gesù e della Riparazione. Questa spiritualità cristocentrica si diffuse molto intensamente soprattutto negli anni ’50, ad opera di p. Albino Elegante scj, allora direttore del movimento dehoniani “Apostolato della Riparazione”. Preso atto dell’esigenza di alcune aderenti di consacrarsi a Cristo restando nel mondo, p. Albino Elegante diede inizio alla Compagnia Missionaria del S. Cuore nel Natale 1957, a Bologna. Il 25 marzo 1958, il Card. Giacomo Lercaro, allora Arcivescovo di Bologna, eresse la Compagnia Missionaria del S. Cuore in Pia Unione, approvandone lo Statuto ad experimentum. Dopo una lunga esperienza di vita e di confronto, la Pia Unione venne eretta in istituto Secolare di diritto diocesano l’8 settembre 1983, da Sua Ecc.za Mons. Enrico Manfredini, allora Arcivescovo di Bologna. È stato infine elevato al grado di diritto pontificio il 10 giugno 1994. Nel corso degli anni l’Istituto si è sviluppato e diffuso, oltre che in diverse diocesi italiane, anche in Portogallo, Mozambico, Cile, Argentina, Guinea Bissau, Indonesia. La sede centrale dell’Istituto è a Bologna, in via A. Guidotti 53 Le missionarie sono donne consacrate, attraverso i voti di castità, povertà, obbedienza, per realizzare una somiglianza più integrale all’oblazione di Cristo, alla sua assoluta disponibilità per amore al Padre e agli uomini, così da diventare strada a Dio per i fratelli. In quanto appartenenti a un istituto secolare, nella consacrazione mantengono la condizione di membri laici del popolo di Dio, vivendo in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole. “La peculiarità di tale vocazione sta nell’anelito all’affermazione simultanea di due caratteristiche: - la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, - la piena responsabilità di una presenza e azione trasformatrice al di dentro del mondo per plasmarlo, perfezionarlo, santificarlo” (Paolo VI)
echi dalla consulta delle responsabili
 
LA CONVERSIONE PERSONALE La consulta delle responsabili vissuta dal 9 al 14 luglio '22, è stato un bel momento di conoscenza e comunione con tutte le responsabili della CM. Per me è stata la prima volta . La presentazione dei vari gruppi attraverso un segno simbolico è stata molto animata, significativa e anche umoristica-divertente. Personalmente ho notato molta vitalità e freschezza dalle relazioni dell'Africa, Indonesia, Cile, Argentina dove si punta molto sulla preghiera come ascolto della Parola di Dio e incarnazione nella vita. Dai gruppi Europei (Italia – Portogallo) ho percepito più pesantezza sia per l'anzianità e le fragilità anche se queste sono vissute nell'accoglienza e valorizzate nelle energie residue ancora presenti. Da questa panoramica ho avuto la percezione che il futuro della CM sarà in Africa, in America Latina e in Indonesia. La giornata di studio tenuta da P. Enzo Brena sulla missione ci ha dato la chiave per una nuova possibilità di vita: la conversione personale. Elementi di vitalità sono venuti dalla “Fraternità Tuscolano 99” presentata da P. Marcello Mattè e Mariolina Lambo e dalla Associazione “Guardare Lontano” che gestisce e segue i progetti di solidarietà in Africa e in Italia. Davanti a noi ci sono molte sfide, sta a noi affrontarle con la forza del Vangelo e la fedeltà a Dio nella sequela di Gesù Cristo. Agnese Peroni CI SIAMO ARRICCHITE Posso dire che ho vissuto l’esperienza della Consulta Responsabili come uno degli incontri più belli e più costruttivi della mia presenza nella CM. Tutte abbiamo respirato un clima di libertà, di reciproco rispetto delle diversità. Non eravamo in molte, ma provenienti da varie parti del mondo, ciascuna ha portato con sé la propria ricchezza e la propria povertà. Abbiamo messo in comune ciò che abbiamo ritenuto utile a tutte. Ciascuna si è espressa secondo le caratteristiche della propria cultura e della propria lingua e nazione da cui proveniva, creando un ambiente gioioso e capace di ascolto, di accoglienza, di valorizzazione di ciò che veniva condiviso. Dobbiamo riconoscere che le missionarie provenienti da fuori Italia hanno portato una ventata di novità e freschezza che ci ha animate di tanta fiducia e speranza. Abbiamo sperimentato la presenza dello Spirito in mezzo a noi che ci ha consolidate nella spiritualità di amore - comunione secondo il carisma CM e ci ha spinte ad aprirci l’una l’altra senza timori, senza fraintendimenti e in un profondo rispetto delle diversità. Ci siamo arricchite così delle varie esperienze di vita. Un grazie speciale a chi ha preparato la consulta e ci ha proposto contenuti così avvincenti e coinvolgenti come anche la relazione di P. Renzo Brena che ancora ringraziamo. Mi fermo qui per benedire e lodare e ringraziare il Signore che sempre ci sostiene, ci guida nel nostro cammino donandoci gli aiuti necessari per seguirlo. Maria Madre, guida e custode della CM prega per noi perché, sul tuo esempio, sappiamo dire il nostro “Eccomi” nelle varie circostanze della vita. Luisa Chierici SEMPLICITÀ, DIALOGO, COMUNIONE, MISSIONE Fanno eco le parole che caratterizzano il nostro carisma CM. La Consulta è stata un’occasione di incontro nella semplicità nella comunione. Semplicità di persone, di relazioni, di parole, di modo di porsi, in un dialogo con una comunicazione libera e fresca dove riverberava sincera comunione. E li c'entra il cuore. È stata davvero un'esperienza di cuore a cuore, di incontro affettivo di vicinanza, di sorellanza autentica e profonda. Ci siamo riconosciute. Ci siamo riconosciute nel cammino comune, nella comune vocazione nel comune modo di accogliere le sfide che la vita ci pone. E poi la missione. Certamente il punto di forza dell’Istituto, perché è la spinta propulsiva che ci fa essere, lì dove siamo, ciò che il battesimo ci chiama a essere, con la nostra fisionomia CM. Sì, è stato un ritrovarci, un riconoscerci, un essere insieme legate nella comunione e nell'affetto, nell'accoglienza e nella stima reciproca. Voglio concludere dicendo ancora grazie a padre Albino e a tutte le nostre sorelle che hanno avuto il coraggio di accogliere questa grande sfida della vocazione secolare guardando al cuore trafitto, di accogliere e vivere il carisma della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Grazie a tutte le sorelle per la testimonianza luminosa. E la preghiera: lo Spirito Santo ci conduca al largo, ci sospinga verso ogni periferia della vita! Maria Grazia Virdis UN INCONTRO FRATERNO E SERENO Basterebbe solo questa definizione per esprimere la positività della consulta delle responsabili, che si è svolta al Cenacolo Mariano di Borgonuovo (BO), dal 10 al 14 luglio scorso. Anche festoso è stato questo incontro: il primo giorno abbiamo festeggiato il mio compleanno, due giorni dopo quello di Serafina. Ma poi, quando si sta insieme, è sempre un po’ festa. Consulta delle responsabili di gruppo delle missionarie: non è assolutamente un incontro spensierato; è un incontro importante e molto impegnativo; faticoso; a volte sofferto. Ma è una forte esperienza di comunione vissuta attraverso il lavoro, la ricerca del bene della CM e delle persone secondo la volontà di Dio, la preghiera, l’ascolto reciproco. È un’esperienza di memoria del passato e di speranza e impegno per il futuro. In qualche modo, un’esperienza di sogno comune: il sogno di una CM carica di vita, di amore a Dio e all’umanità, di servizio, di offerta. Partecipai a due consulte negli anni ’90, quando ero responsabile di gruppo a Bologna; poi ho partecipato alla consulta del 2016, perché ero membro del Consiglio Centrale; stavolta ho partecipato come segretaria della Consulta. È un servizio anche questo un po’ pesante: richiede molta attenzione e ascolto e fedeltà a ciò che viene fatto e detto. Ma sono stata contenta quando il Consiglio mi ha chiesto questo servizio e sono grata per l’esperienza vissuta. In 40 anni di appartenenza alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, ho partecipato anche a sei assemblee generali oltre che alle suddette Consulte e oltre alle varie assemblee nazionali. Ho visto la Compagnia Missionaria trasformarsi e crescere. E diminuire. La vita è così: ogni persona cresce e diminuisce contemporaneamente e si trasforma e lascia posto ad altra vita. E la Compagnia Missionaria è fatta di persone e vive la stessa esperienza di ognuno. Accogliere questo mistero della vita non è sempre facile, tantomeno scontato. È sempre doloroso vedere invecchiare qualcuno e vederlo anche morire; è sempre una gioia straordinaria, però, nella stessa famiglia, vedere nascere un bimbo. È doloroso affrontare malattie e incidenti di percorso e cercare cure a cambiare strade…. Ma tutto può diventare crescita, può alimentare la vita… “Solo chi perde la propria vita la trova” dice Gesù. Mistero di morte e risurrezione. Mistero fecondo, anche quando il seme è nascosto nella terra e avanza l’inverno, ma verso la primavera e il germoglio. Ho visto gli anni degli entusiasmi della Compagnia Missionaria, entusiasmi forse un po’ esagerati o … infantili. Gli entusiasmi della giovinezza: entusiasmi missionari. A volte, forse, un po’ imprudenti. E anche le paure della giovinezza e della prima maturità. Le prudenze non sempre opportune e anche un po’ di autocompiacimento e forse di pigrizie. Insomma, la vita di questa terra, la vita umana, mescolata alla fede e al desiderio di seguire Colui che è venuto a insegnarci l’esagerazione dell’Amore, pur con la prudenza dei serpenti e la semplicità delle colombe. Il fascino luminoso e appassionante del Vangelo impastato con il limite e il peccato umano. È il sogno della Compagnia Missionaria. Non è forse questo il sogno di Dio? Nel credere e nell’inseguire questo sogno, ho visto la Compagnia Missionaria crescere, trasformarsi. E maturare. Nell’ultima assemblea generale, nel 2019, e soprattutto in questa ultima consulta delle responsabili, ho sperimentato con gioia come, tra le missionarie, sia cresciuta la capacità di ascoltarsi, la libertà di esprimere ciò che si crede opportuno e di dialogare serenamente. Anche a distanza! Anche se non siamo giovani e non siamo native digitali come le nuove generazioni, abbiamo potuto lavorare insieme a responsabili che, per impedimenti di vario genere, non hanno avuto la possibilità di venire in Italia: Justina dal Portogallo, Teresa F. da Madeira, Ivone dalla Guinea Bissau, Gabriela dal Mozambico. Anche questa esperienza dimostra come la Compagnia Missionaria sia in crescita e in trasformazione. La comunione cresce ascoltando la vita concreta dei gruppi, così diversi per nazionalità, per cultura, per età, per missione, per fatiche e per entusiasmi. È stato un dono ascoltare le relazioni delle responsabili sulla vita e sulla missione dei relativi gruppi. E così cresce anche la speranza e il desiderio di impegnarsi sempre più nella missione che ci viene affidata. A tutte. Alle giovani e alle anziane. Alle sane e alle malate. Ognuna compie la sua missione soprattutto vivendo l’offerta della propria vita, in qualunque modo si svolga. Nessuno è inutile nel progetto di amore e di salvezza della Trinità. Un’esperienza particolarmente provocatoria e impegnativa è stato l’ascolto della relazione proposta da p. Enzo Brena, superiore provinciale dei Dehoniani del Nord-Italia, sulla missione, a partire dalla Lettera Programmatica del Consiglio Centrale. Ancora più impegnativo è stato il lavoro di riflessione personale e di condivisione in gruppo seguito all’ascolto della relazione. Ha partecipato alla Consulta, in qualità di Responsabile Centrale dei Familiares Clemente Statzu. Credo che la relazione di p. Enzo sia un materiale prezioso su cui meditare e dialogare sia per le missionarie, sia per i familiares, anche perché, come la Lettera Programmatica, fa riferimento allo stretto legame tra missione e comunione. Desidero ringraziare la Presidente Graciela e il suo Consiglio e la segretaria Martina per il lavoro che hanno preparato e svolto in questa Consulta. E un grazie di cuore a tutte per il contributo che ciascuna ha offerto. Grazie a p. Enzo per la ricchezza della sua riflessione, a p. Maurizio e a p. Marcello per la celebrazione eucaristica di ogni giorno. Lucia Capriotti LIBERTA’ E SERENITA’ Per quanto riguarda la Consulta delle Responsabili di gruppo è stata una esperienza molto arricchente che si è vissuta in un clima fraterno, in libertà e serenità. La mia gratitudine a Dio per essere stata presente e aver potuto partecipare. Ringrazio molto il Consiglio, coloro che hanno collaborato nei vari servizi e ciascuna Missionaria, già che abbiamo lavorato il materiale che ci è stato inviato in precedenza. In comunione di preghiera, chiedendo allo Spirito Santo che illumini il nostro cammino quotidiano con la mano di Maria, nostra Madre, Guida e Custode. Un abbraccio fraterno. Andrea Ramirez QUANTO BENE, IL RIUNIRSI DELLE SORELLE … In luglio, quando erano appena iniziate le vacanze invernali in Cile, mi preparo per partecipare - vivere l’incontro delle responsabili. Sono grata per l’invito anche se, in effetti, io non ho questo ruolo - servizio nel mio gruppo. Prima di questa nuova esperienza, vivo con grande aspettativa e fiducia in Dio e, con la gioia dell’incontrarsi con le sorelle responsabili o rappresentanti del proprio gruppo. In un ambiente di fiducia e sincerità si condividono i lavori della consulta rendendosi conto di quello che è la realtà di ogni gruppo, della sua esperienza e dei suoi aneliti nel crescere nel nostro carisma. Ringrazio l’organizzazione del Consiglio, gli espositori, l’Eucaristia presieduta dai fratelli dehoniani e la buona disposizione di ciascuna nel partecipare alla consulta, in modo virtuale o presenziale. Percepire la diversità delle culture, la ricchezza dell’esperienza delle sorelle che hanno più anni; tutto questo ci dà animo per andare avanti, con il desiderio di essere testimoni del Cuore di Gesù. “Come missionarie del Sacro Cuore, siamo chiamate a vivere la vita di amore sino a farci comunione con Dio e con i fratelli, …” (Statuto n. 6) Elizabeth T. Mollo
ricordo di pina martinelli
 
Il 15 giugno 2022 Pina è passata all’altra riva, nella gioia piena, dove il Signore l’ha accolta nel suo regno di amore e di pace. Pubblichiamo i messaggi che abbiamo letto nel giorno del suo funerale nella Celebrazione Eucaristica. Sei stata e sei per noi la perla più preziosa Carissima Pina, Stiamo celebrando la tua Pasqua, il tuo incontro nelle braccia del nostro Dio e Padre. Non saranno sufficienti le parole per esprimere la nostra gratitudine per la tua vita donata che è stata e sarà un esempio da seguire per tutti ed in particolare per la Compagnia Missionaria. Ricordando l’Apostolo San Paolo: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rom. 12,1), tu cara Pina ti sei offerta come ostia viva, santa e gradita a Dio. Non possiamo sapere oggi le immense grazie che per te abbiamo ricevuto e continueremo a ricevere nella nostra famiglia CM, che hai amato e servito non solo nel tempo nel quale il tuo corpo lo ha permesso ma soprattutto in modo speciale dopo che la malattia lo ha toccato. Ricordo che in una delle mie visite assieme ad Anna Maria Berta, ci dicevi che ti dispiaceva non essere la missionaria attiva che eri stata ma noi ti abbiamo detto che non era così, la tua vita consacrata era piena ed eri la missionaria maggiore nella CM. Sempre davanti al tuo letto c’era un grande poster con tutte le fotografie dei nostri gruppi e tu vedendole pregavi ed offrivi. Sei stata una vera adoratrice in spirito e verità. (cf. Gv 4,24) Carissimi familiari di Pina, ci uniamo con la preghiera a ciascuno di voi in questo momento e vi ringraziamo per averla accompagnata con tanto amore. Ringraziamo con voi anche il personale della “Ca’ Industria” che ha avuto cura di lei in tutti questi anni. Il Signore benedica tutti. Pina, ciascuna delle missionarie e dei familiares CM ricordiamo il tuo bel sorriso che non è mai mancato, continuerai a sorridere sempre nei nostri cuori. Sappiamo che continuerai ad intercedere per noi assieme a p. Albino, alle missionarie ed ai familiares della comunità del Cielo. Carissima sorella, godi la pienezza dell’Amore. Graciela MagaldiPresidente della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore Cara Pina, sono addolorata perché non sei più con noi, ma felice perché finalmente sei nella gioia piena. Ringrazio il Signore per averti conosciuta ed aver condiviso momenti importanti: per il tuo sorriso, il tuo coraggio, la tua vita che hai reso preziosa, perché accolta, amata, offerta. Credo sia stato molto difficile per te, capire, accettare, vivere la tua consacrazione, la tua missione, nel dolore, nell’impotenza, nella dipendenza dagli altri in tutto. Difficile da accettare, da capire, da abbracciare. Ci sei riuscita. Il Signore ti ha voluta con sé sulla croce. Mi inginocchio davanti al mistero della tua vita. Come il grano, che cadendo in terra muore, e per questo porta molto frutto. Grazie Pina, sei stata e sei per noi la perla più preziosa. Dove sei ora continua ad essere per i tuoi famigliari conforto e sostegno. E per noi tue sorelle nella consacrazione, intercedi perché il nostro sì sia fedele fino in fondo. I santi sono nella luce, Pina prega per noi. Franca Gherardi Responsabile del Gruppo CM Lombardia Liguria
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