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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.  All'istituto appartengono missionarie e familiares Le missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
consacrate secolari dalla radice dehoniana
 
La contemplazione di Cristo nel mistero del suo Cuore trafitto, segno di amore totale per gli uomini e strumento di redenzione universale, è stata per il p. Leone Dehon la fonte da cui è promanata l’Opera da lui fondata con l’intento primario della devozione al sacro Cuore di Gesù e della Riparazione. Questa spiritualità cristocentrica si diffuse molto intensamente soprattutto negli anni ’50, ad opera di p. Albino Elegante scj, allora direttore del movimento dehoniani “Apostolato della Riparazione”. Preso atto dell’esigenza di alcune aderenti di consacrarsi a Cristo restando nel mondo, p. Albino Elegante diede inizio alla Compagnia Missionaria del S. Cuore nel Natale 1957, a Bologna. Il 25 marzo 1958, il Card. Giacomo Lercaro, allora Arcivescovo di Bologna, eresse la Compagnia Missionaria del S. Cuore in Pia Unione, approvandone lo Statuto ad experimentum. Dopo una lunga esperienza di vita e di confronto, la Pia Unione venne eretta in istituto Secolare di diritto diocesano l’8 settembre 1983, da Sua Ecc.za Mons. Enrico Manfredini, allora Arcivescovo di Bologna. È stato infine elevato al grado di diritto pontificio il 10 giugno 1994. Nel corso degli anni l’Istituto si è sviluppato e diffuso, oltre che in diverse diocesi italiane, anche in Portogallo, Mozambico, Cile, Argentina, Guinea Bissau, Indonesia. La sede centrale dell’Istituto è a Bologna, in via A. Guidotti 53 Le missionarie sono donne consacrate, attraverso i voti di castità, povertà, obbedienza, per realizzare una somiglianza più integrale all’oblazione di Cristo, alla sua assoluta disponibilità per amore al Padre e agli uomini, così da diventare strada a Dio per i fratelli. In quanto appartenenti a un istituto secolare, nella consacrazione mantengono la condizione di membri laici del popolo di Dio, vivendo in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole. “La peculiarità di tale vocazione sta nell’anelito all’affermazione simultanea di due caratteristiche: - la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, - la piena responsabilità di una presenza e azione trasformatrice al di dentro del mondo per plasmarlo, perfezionarlo, santificarlo” (Paolo VI)
echi dalla consulta delle responsabili
 
LA CONVERSIONE PERSONALE La consulta delle responsabili vissuta dal 9 al 14 luglio '22, è stato un bel momento di conoscenza e comunione con tutte le responsabili della CM. Per me è stata la prima volta . La presentazione dei vari gruppi attraverso un segno simbolico è stata molto animata, significativa e anche umoristica-divertente. Personalmente ho notato molta vitalità e freschezza dalle relazioni dell'Africa, Indonesia, Cile, Argentina dove si punta molto sulla preghiera come ascolto della Parola di Dio e incarnazione nella vita. Dai gruppi Europei (Italia – Portogallo) ho percepito più pesantezza sia per l'anzianità e le fragilità anche se queste sono vissute nell'accoglienza e valorizzate nelle energie residue ancora presenti. Da questa panoramica ho avuto la percezione che il futuro della CM sarà in Africa, in America Latina e in Indonesia. La giornata di studio tenuta da P. Enzo Brena sulla missione ci ha dato la chiave per una nuova possibilità di vita: la conversione personale. Elementi di vitalità sono venuti dalla “Fraternità Tuscolano 99” presentata da P. Marcello Mattè e Mariolina Lambo e dalla Associazione “Guardare Lontano” che gestisce e segue i progetti di solidarietà in Africa e in Italia. Davanti a noi ci sono molte sfide, sta a noi affrontarle con la forza del Vangelo e la fedeltà a Dio nella sequela di Gesù Cristo. Agnese Peroni CI SIAMO ARRICCHITE Posso dire che ho vissuto l’esperienza della Consulta Responsabili come uno degli incontri più belli e più costruttivi della mia presenza nella CM. Tutte abbiamo respirato un clima di libertà, di reciproco rispetto delle diversità. Non eravamo in molte, ma provenienti da varie parti del mondo, ciascuna ha portato con sé la propria ricchezza e la propria povertà. Abbiamo messo in comune ciò che abbiamo ritenuto utile a tutte. Ciascuna si è espressa secondo le caratteristiche della propria cultura e della propria lingua e nazione da cui proveniva, creando un ambiente gioioso e capace di ascolto, di accoglienza, di valorizzazione di ciò che veniva condiviso. Dobbiamo riconoscere che le missionarie provenienti da fuori Italia hanno portato una ventata di novità e freschezza che ci ha animate di tanta fiducia e speranza. Abbiamo sperimentato la presenza dello Spirito in mezzo a noi che ci ha consolidate nella spiritualità di amore - comunione secondo il carisma CM e ci ha spinte ad aprirci l’una l’altra senza timori, senza fraintendimenti e in un profondo rispetto delle diversità. Ci siamo arricchite così delle varie esperienze di vita. Un grazie speciale a chi ha preparato la consulta e ci ha proposto contenuti così avvincenti e coinvolgenti come anche la relazione di P. Renzo Brena che ancora ringraziamo. Mi fermo qui per benedire e lodare e ringraziare il Signore che sempre ci sostiene, ci guida nel nostro cammino donandoci gli aiuti necessari per seguirlo. Maria Madre, guida e custode della CM prega per noi perché, sul tuo esempio, sappiamo dire il nostro “Eccomi” nelle varie circostanze della vita. Luisa Chierici SEMPLICITÀ, DIALOGO, COMUNIONE, MISSIONE Fanno eco le parole che caratterizzano il nostro carisma CM. La Consulta è stata un’occasione di incontro nella semplicità nella comunione. Semplicità di persone, di relazioni, di parole, di modo di porsi, in un dialogo con una comunicazione libera e fresca dove riverberava sincera comunione. E li c'entra il cuore. È stata davvero un'esperienza di cuore a cuore, di incontro affettivo di vicinanza, di sorellanza autentica e profonda. Ci siamo riconosciute. Ci siamo riconosciute nel cammino comune, nella comune vocazione nel comune modo di accogliere le sfide che la vita ci pone. E poi la missione. Certamente il punto di forza dell’Istituto, perché è la spinta propulsiva che ci fa essere, lì dove siamo, ciò che il battesimo ci chiama a essere, con la nostra fisionomia CM. Sì, è stato un ritrovarci, un riconoscerci, un essere insieme legate nella comunione e nell'affetto, nell'accoglienza e nella stima reciproca. Voglio concludere dicendo ancora grazie a padre Albino e a tutte le nostre sorelle che hanno avuto il coraggio di accogliere questa grande sfida della vocazione secolare guardando al cuore trafitto, di accogliere e vivere il carisma della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Grazie a tutte le sorelle per la testimonianza luminosa. E la preghiera: lo Spirito Santo ci conduca al largo, ci sospinga verso ogni periferia della vita! Maria Grazia Virdis UN INCONTRO FRATERNO E SERENO Basterebbe solo questa definizione per esprimere la positività della consulta delle responsabili, che si è svolta al Cenacolo Mariano di Borgonuovo (BO), dal 10 al 14 luglio scorso. Anche festoso è stato questo incontro: il primo giorno abbiamo festeggiato il mio compleanno, due giorni dopo quello di Serafina. Ma poi, quando si sta insieme, è sempre un po’ festa. Consulta delle responsabili di gruppo delle missionarie: non è assolutamente un incontro spensierato; è un incontro importante e molto impegnativo; faticoso; a volte sofferto. Ma è una forte esperienza di comunione vissuta attraverso il lavoro, la ricerca del bene della CM e delle persone secondo la volontà di Dio, la preghiera, l’ascolto reciproco. È un’esperienza di memoria del passato e di speranza e impegno per il futuro. In qualche modo, un’esperienza di sogno comune: il sogno di una CM carica di vita, di amore a Dio e all’umanità, di servizio, di offerta. Partecipai a due consulte negli anni ’90, quando ero responsabile di gruppo a Bologna; poi ho partecipato alla consulta del 2016, perché ero membro del Consiglio Centrale; stavolta ho partecipato come segretaria della Consulta. È un servizio anche questo un po’ pesante: richiede molta attenzione e ascolto e fedeltà a ciò che viene fatto e detto. Ma sono stata contenta quando il Consiglio mi ha chiesto questo servizio e sono grata per l’esperienza vissuta. In 40 anni di appartenenza alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, ho partecipato anche a sei assemblee generali oltre che alle suddette Consulte e oltre alle varie assemblee nazionali. Ho visto la Compagnia Missionaria trasformarsi e crescere. E diminuire. La vita è così: ogni persona cresce e diminuisce contemporaneamente e si trasforma e lascia posto ad altra vita. E la Compagnia Missionaria è fatta di persone e vive la stessa esperienza di ognuno. Accogliere questo mistero della vita non è sempre facile, tantomeno scontato. È sempre doloroso vedere invecchiare qualcuno e vederlo anche morire; è sempre una gioia straordinaria, però, nella stessa famiglia, vedere nascere un bimbo. È doloroso affrontare malattie e incidenti di percorso e cercare cure a cambiare strade…. Ma tutto può diventare crescita, può alimentare la vita… “Solo chi perde la propria vita la trova” dice Gesù. Mistero di morte e risurrezione. Mistero fecondo, anche quando il seme è nascosto nella terra e avanza l’inverno, ma verso la primavera e il germoglio. Ho visto gli anni degli entusiasmi della Compagnia Missionaria, entusiasmi forse un po’ esagerati o … infantili. Gli entusiasmi della giovinezza: entusiasmi missionari. A volte, forse, un po’ imprudenti. E anche le paure della giovinezza e della prima maturità. Le prudenze non sempre opportune e anche un po’ di autocompiacimento e forse di pigrizie. Insomma, la vita di questa terra, la vita umana, mescolata alla fede e al desiderio di seguire Colui che è venuto a insegnarci l’esagerazione dell’Amore, pur con la prudenza dei serpenti e la semplicità delle colombe. Il fascino luminoso e appassionante del Vangelo impastato con il limite e il peccato umano. È il sogno della Compagnia Missionaria. Non è forse questo il sogno di Dio? Nel credere e nell’inseguire questo sogno, ho visto la Compagnia Missionaria crescere, trasformarsi. E maturare. Nell’ultima assemblea generale, nel 2019, e soprattutto in questa ultima consulta delle responsabili, ho sperimentato con gioia come, tra le missionarie, sia cresciuta la capacità di ascoltarsi, la libertà di esprimere ciò che si crede opportuno e di dialogare serenamente. Anche a distanza! Anche se non siamo giovani e non siamo native digitali come le nuove generazioni, abbiamo potuto lavorare insieme a responsabili che, per impedimenti di vario genere, non hanno avuto la possibilità di venire in Italia: Justina dal Portogallo, Teresa F. da Madeira, Ivone dalla Guinea Bissau, Gabriela dal Mozambico. Anche questa esperienza dimostra come la Compagnia Missionaria sia in crescita e in trasformazione. La comunione cresce ascoltando la vita concreta dei gruppi, così diversi per nazionalità, per cultura, per età, per missione, per fatiche e per entusiasmi. È stato un dono ascoltare le relazioni delle responsabili sulla vita e sulla missione dei relativi gruppi. E così cresce anche la speranza e il desiderio di impegnarsi sempre più nella missione che ci viene affidata. A tutte. Alle giovani e alle anziane. Alle sane e alle malate. Ognuna compie la sua missione soprattutto vivendo l’offerta della propria vita, in qualunque modo si svolga. Nessuno è inutile nel progetto di amore e di salvezza della Trinità. Un’esperienza particolarmente provocatoria e impegnativa è stato l’ascolto della relazione proposta da p. Enzo Brena, superiore provinciale dei Dehoniani del Nord-Italia, sulla missione, a partire dalla Lettera Programmatica del Consiglio Centrale. Ancora più impegnativo è stato il lavoro di riflessione personale e di condivisione in gruppo seguito all’ascolto della relazione. Ha partecipato alla Consulta, in qualità di Responsabile Centrale dei Familiares Clemente Statzu. Credo che la relazione di p. Enzo sia un materiale prezioso su cui meditare e dialogare sia per le missionarie, sia per i familiares, anche perché, come la Lettera Programmatica, fa riferimento allo stretto legame tra missione e comunione. Desidero ringraziare la Presidente Graciela e il suo Consiglio e la segretaria Martina per il lavoro che hanno preparato e svolto in questa Consulta. E un grazie di cuore a tutte per il contributo che ciascuna ha offerto. Grazie a p. Enzo per la ricchezza della sua riflessione, a p. Maurizio e a p. Marcello per la celebrazione eucaristica di ogni giorno. Lucia Capriotti LIBERTA’ E SERENITA’ Per quanto riguarda la Consulta delle Responsabili di gruppo è stata una esperienza molto arricchente che si è vissuta in un clima fraterno, in libertà e serenità. La mia gratitudine a Dio per essere stata presente e aver potuto partecipare. Ringrazio molto il Consiglio, coloro che hanno collaborato nei vari servizi e ciascuna Missionaria, già che abbiamo lavorato il materiale che ci è stato inviato in precedenza. In comunione di preghiera, chiedendo allo Spirito Santo che illumini il nostro cammino quotidiano con la mano di Maria, nostra Madre, Guida e Custode. Un abbraccio fraterno. Andrea Ramirez QUANTO BENE, IL RIUNIRSI DELLE SORELLE … In luglio, quando erano appena iniziate le vacanze invernali in Cile, mi preparo per partecipare - vivere l’incontro delle responsabili. Sono grata per l’invito anche se, in effetti, io non ho questo ruolo - servizio nel mio gruppo. Prima di questa nuova esperienza, vivo con grande aspettativa e fiducia in Dio e, con la gioia dell’incontrarsi con le sorelle responsabili o rappresentanti del proprio gruppo. In un ambiente di fiducia e sincerità si condividono i lavori della consulta rendendosi conto di quello che è la realtà di ogni gruppo, della sua esperienza e dei suoi aneliti nel crescere nel nostro carisma. Ringrazio l’organizzazione del Consiglio, gli espositori, l’Eucaristia presieduta dai fratelli dehoniani e la buona disposizione di ciascuna nel partecipare alla consulta, in modo virtuale o presenziale. Percepire la diversità delle culture, la ricchezza dell’esperienza delle sorelle che hanno più anni; tutto questo ci dà animo per andare avanti, con il desiderio di essere testimoni del Cuore di Gesù. “Come missionarie del Sacro Cuore, siamo chiamate a vivere la vita di amore sino a farci comunione con Dio e con i fratelli, …” (Statuto n. 6) Elizabeth T. Mollo
ricordo di pina martinelli
 
Il 15 giugno 2022 Pina è passata all’altra riva, nella gioia piena, dove il Signore l’ha accolta nel suo regno di amore e di pace. Pubblichiamo i messaggi che abbiamo letto nel giorno del suo funerale nella Celebrazione Eucaristica. Sei stata e sei per noi la perla più preziosa Carissima Pina, Stiamo celebrando la tua Pasqua, il tuo incontro nelle braccia del nostro Dio e Padre. Non saranno sufficienti le parole per esprimere la nostra gratitudine per la tua vita donata che è stata e sarà un esempio da seguire per tutti ed in particolare per la Compagnia Missionaria. Ricordando l’Apostolo San Paolo: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rom. 12,1), tu cara Pina ti sei offerta come ostia viva, santa e gradita a Dio. Non possiamo sapere oggi le immense grazie che per te abbiamo ricevuto e continueremo a ricevere nella nostra famiglia CM, che hai amato e servito non solo nel tempo nel quale il tuo corpo lo ha permesso ma soprattutto in modo speciale dopo che la malattia lo ha toccato. Ricordo che in una delle mie visite assieme ad Anna Maria Berta, ci dicevi che ti dispiaceva non essere la missionaria attiva che eri stata ma noi ti abbiamo detto che non era così, la tua vita consacrata era piena ed eri la missionaria maggiore nella CM. Sempre davanti al tuo letto c’era un grande poster con tutte le fotografie dei nostri gruppi e tu vedendole pregavi ed offrivi. Sei stata una vera adoratrice in spirito e verità. (cf. Gv 4,24) Carissimi familiari di Pina, ci uniamo con la preghiera a ciascuno di voi in questo momento e vi ringraziamo per averla accompagnata con tanto amore. Ringraziamo con voi anche il personale della “Ca’ Industria” che ha avuto cura di lei in tutti questi anni. Il Signore benedica tutti. Pina, ciascuna delle missionarie e dei familiares CM ricordiamo il tuo bel sorriso che non è mai mancato, continuerai a sorridere sempre nei nostri cuori. Sappiamo che continuerai ad intercedere per noi assieme a p. Albino, alle missionarie ed ai familiares della comunità del Cielo. Carissima sorella, godi la pienezza dell’Amore. Graciela MagaldiPresidente della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore Cara Pina, sono addolorata perché non sei più con noi, ma felice perché finalmente sei nella gioia piena. Ringrazio il Signore per averti conosciuta ed aver condiviso momenti importanti: per il tuo sorriso, il tuo coraggio, la tua vita che hai reso preziosa, perché accolta, amata, offerta. Credo sia stato molto difficile per te, capire, accettare, vivere la tua consacrazione, la tua missione, nel dolore, nell’impotenza, nella dipendenza dagli altri in tutto. Difficile da accettare, da capire, da abbracciare. Ci sei riuscita. Il Signore ti ha voluta con sé sulla croce. Mi inginocchio davanti al mistero della tua vita. Come il grano, che cadendo in terra muore, e per questo porta molto frutto. Grazie Pina, sei stata e sei per noi la perla più preziosa. Dove sei ora continua ad essere per i tuoi famigliari conforto e sostegno. E per noi tue sorelle nella consacrazione, intercedi perché il nostro sì sia fedele fino in fondo. I santi sono nella luce, Pina prega per noi. Franca Gherardi Responsabile del Gruppo CM Lombardia Liguria
per rendere migliore la mia vita
 
Intervista ad Antonia Theresia, missionaria indonesiana Presentati: di dove sei, la tua famiglia, il tuo lavoro ecc... Mi chiamo Antonia. Sono indonesiana, originaria dell’isola di Lembata, a Est dell’isola di Flores. Sono cresciuta in una famiglia semplice, formata da papà Ignasius Labi e mamma Martha Gelole e nove figli. Papà, mamma e quattro fratelli sono già tornati alla casa del Padre Celeste. Attualmente vivo a Palembang (Isola di Sumatra) con mia sorella, di nome Bene e altre due ragazze di Lembata. Siamo come una famiglia. Svolgo il mio lavoro quotidiano nella casa dove abitiamo, in equipe con queste persone. È un lavoro che accoglie e accompagna bambini piccoli (tipo scuola materna) nella loro crescita e sviluppo, attraverso l’assistenza giornaliera svolgendo diverse attività: leggere, scrivere, giocare e imparare a vivere insieme. Riusciamo ad accompagnare questi bimbi usando un tipo di pedagogia - terapia che dà attenzione anche a casi più problematici, più lenti nell’apprendimento come alcuni bambini autistici. La nostra casa che li accoglie l’abbiamo denominata “Casa di “Betania”: apprendimento e studio. Inoltre, il lunedì e giovedì accompagniamo coppie di varie religioni che hanno bisogno di consulenza. Il tuo incontro con la Compagnia Missionaria e in seguito la tua scelta … come è avvenuta, quali motivazioni ti hanno stimolato a scegliere questa nuova avventura … Questa domanda mi porta indietro nel tempo, un ritorno al passato della mia vita per ripensare l’inizio della mia scelta missionaria a come ho conosciuto la CM. Il primo contatto l’ho avuto attraverso padre H. Wardjito scj che allora era membro del consiglio generale SCJ a Roma. A questo primo incontro lui mi consegnò solamente un pezzo di carta con scritto il nome dell'Istituto Compagnia Missionaria, il nome di Francesca Righi allora Presidente e l'indirizzo di Bologna. Successivamente ci siamo contattate via e-mail con Francesca la quale, aiutata da p. Wardjito per la traduzione della lingua, ha iniziato ad introdurci con alcune notizie più precise. Abbiamo poi cominciato ufficialmente in cinque il cammino formativo nella CM. In questi primi passi Mudji (che era stata la prima a conoscere l’istituto), ci aiutava attraverso alcuni incontri a cui partecipavamo tutte. Dopo la morte di Francesca (nel gennaio del 2006), il nostro cammino formativo è continuato con l’aiuto di Santina. La motivazione che mi ha spinto a scegliere la CM in quel tempo e che ancora continua oggi, rimane la stessa; fare una scelta che mi aiutasse a “rendere migliore la mia vita di donazione a Dio, perché lui è buono". Ero certa che questo cammino nella CM, con la spiritualità e stile che mi veniva presentato, mi avrebbe aiutata a servire, ad amare e dare il meglio di me stessa. Se la meta è chiara tutto il resto che si fa viene svolto per la gloria di Dio. Oggi attraverso il lavoro che svolgo con i bambini e l’incontro con la mia gente nella vita quotidiana cerco sempre di tenere presente la motivazione iniziale e di vivere tutto nello spirito del Sacro Cuore. È una risposta che viene costantemente purificata attraverso anche cose semplici come ci insegna il nostro statuto: svolgere il proprio lavoro con serenità, attente all’accoglienza, alla condivisione, alla gratitudine, valorizzando i momenti di sofferenza, di fatica, senza giudicare e sentirsi amata, ... ecc. Sono ben consapevole dei miei molti limiti e alle volte mi chiedo se in questi anni sono cresciuta in questi aspetti o no. Non mi do nessuna risposta, lascio che siano gli altri che vivono con me e mi conoscono a giudicare! So che ogni giorno mi impegno, con i miei limiti, a svolgere costantemente ogni piccola cosa con grande amore. Oggi come è cambiata la tua vita? Lavoro, parrocchia, la tua presenza nella realtà sociale dove vivi … La mia vita attuale è con questa famiglia che ho già presentato: la “Casa di Betania”. Inizio la mia giornata quotidiana con la messa mattutina, alle volte online o a volte in presenza nella chiesa del mio quartiere, poi continuo con le lodi, leggo e rifletto la Parola di Dio e mi preparo così ad accogliere l'arrivo dei bambini. Riservo questi momenti di preghiera per me stessa perché so che mi daranno sostegno ed un aiuto efficace per tutta la giornata. Nella mia parrocchia sono ministra dell’Eucaristia e ogni domenica dopo la messa porto la santa comunione agli anziani ed ai malati e prego un po’ con loro. Svolgo anche altre attività: leggo la parola di Dio nella liturgia domenicale ed accompagno i genitori che vogliono battezzare i loro figli. In casa abbiamo altri momenti di preghiera che viviamo insieme, seguendo alle volte quanto ci viene segnalato dalla parrocchia: novene, rosario e varie proposte che viviamo insieme come gruppo. Ogni giovedì partecipiamo all’adorazione eucaristica online che viene trasmessa da una casa di ritiro qui a Palembang. A volte partecipiamo ad altre attività spirituali: seminari o altro programmate nell'arcidiocesi di Palembang o in altre diocesi. Preghiamo online insieme con le sorelle CM ogni sabato sera, ritiro mensile ed esercizi spirituali annuali. I rapporti con la comunità dove abito sono buoni e si collabora bene; l’ambiente è semplice e così pure gli abitanti. Insieme condividiamo diverse attività sociali, cose semplici che però aiutano a conoscerci sempre di più e a creare un clima fraterno. C'è una collaborazione reciproca dove anche con noi di “Casa Betania” partecipiamo: la pulizia dell'ambiente, raccolta di viveri in aiuto a famiglie più bisognose ecc. Come è vissuta, capita, accettata la presenza degli Istituti Secolari nella realtà indonesiana in cui vivi? Quali speranze vedi per il futuro? Siamo in mezzo al mondo..., cerchiamo di vivere una vita secolare in mezzo al mondo con lo spirito del Cuore di Dio: in famiglia, con il lavoro, l'incontro con le persone, le attività sociali , con la comunità dove ciascuna si trova. Nell’ambiente in cui viviamo la presenza degli Istituti secolari è un po' difficile da accettare e capire, perché l'Indonesia è abituata a vedere persone consacrate con una divisa e in comunità. Nella chiesa indonesiana la presenza degli Istituti secolari è riconosciuta a livello giuridico, si sa che esistono, però è poco capita per lo stile di come si presenta o si vive. Va anche notato che l'Indonesia con tante isole ha una cultura diversificata e questa vita di consacrazione è fortemente influenzata dalla cultura locale. Per esempio, nell’isola di Flores è difficile che venga accettata una presenza di I.S. eppure è l’isola più cattolica dell’Indonesia. Qui hanno messo le radici un buon numero di Istituti religiosi oltre ad avere vocazioni in continua crescita, tutti però con abiti particolari o divise. C’è stato un I.S. che ha cercato di stabilirsi in quest’isola ma all’inizio ha incontrato parecchie difficoltà per non avere una divisa. Alcuni anni fa anche noi come CM abbiamo voluto conoscere questa realtà da vicino e siamo andate a Flores. Non sono mancati momenti di incontro sia con i giovani che con persone impegnate nella chiesa. Ci siamo presentate ed abbiamo spiegato la realtà degli I.S. Dall’espressione di meraviglia mista a perplessità di chi ascoltava, si è capito subito che stavamo comunicando loro qualcosa di molto nuovo riguardo a una vita di consacrazione nella Chiesa. Credo fosse la prima volta che sentissero parlare di istituto secolare. Questo non ha impedito ai presenti, parroco e giovani, di farci molte domande, sia sui voti che sul nostro modo di essere testimoni in mezzo alla gente, nel nostro quotidiano, sul lavoro, come e dove vivono le missionarie indonesiane … noi abbiamo risposto con semplicità e chiarezza. Anche il Vescovo locale che ci ha accolte; Monsignor Hubertus Leteng, ci ha ascoltato con attenzione e disponibilità. Anche lui però ha avuto un’espressione di meraviglia ed era un po’ sorpreso che non avessimo alcun segno esteriore o un distintivo che ci definisse “consacrate”, anche se di un istituto secolare! Per lui, per la cultura locale, non è ammissibile appartenere ad una congregazione o ad un istituto senza avere una divisa, un segno che ci distingua dalla gente comune. In questo ambiente mancavano esempi concreti di vita consacrata secolare. Era una novità forse troppo audace per la chiesa locale … La mia speranza è che l’Istituto secolare sia sempre più accettato in Indonesia con le sue caratteristiche e anche l’Istituto secolare deve essere aperto ad accettare la cultura locale. Questo esempio che ho fatto è solamente per capire una delle difficoltà che sentiamo in Indonesia. È solo una condivisione che ho voluto fare e questo non significa che la CM debba essere così come loro dicono!!! Noi CM indonesiana dobbiamo essere convinte che la nostra “identità” di IS è valida ed efficace. Piano piano la nostra testimonianza, esperienza e convinzione darà il suo risultato. Personalmente credo che essendo noi le prime della CM dobbiamo sentire la responsabilità e presentare l’Istituto ovunque, direttamente o indirettamente … e lasciare che i tempi maturino. Stiamo vivendo un periodo difficile, fragile a causa dell’epidemia, delle guerre in atto. Quale messaggio vorresti comunicare ai giovani e ai nostri lettori? · Mantenere vivace la nostra fede e lo spirito di vita nonostante le difficoltà che ogni realtà incontra sul suo cammino. · Investire tutta la nostra capacità e tempo per cercare di capire, comprendere, le varie situazioni che succedono nel mondo. Essere persone che trasmettono ottimismo, con gli stessi sentimenti di Gesù e con l’aiuto della preghiera, del sacrificio e della carità.
esodo
 
Raccontaci un po’ la storia della tua vita: la tua famiglia … l’ambiente dove hai vissuto … i tuoi progetti ecc. Mi chiamo Rosa, e da sedici anni sono nella Compagnia Missionaria ... Sono nata 59 anni fa in una famiglia semplice e lavoratrice, nella città di Resistencia, capitale della provincia del Chaco, una delle provincie del nord dell’Argentina. Mio papà faceva il Capo cantiere edile e lavorava nel Ministero delle Opere pubbliche della Provincia. Mia mamma, ora in pensione, era docente. Sono la prima figlia di tre fratelli. Attualmente vivo con mia mamma e con mio fratello e la sua famiglia. I miei ricordi dell’infanzia sono felici, era un tempo dove c’era anche la presenza della mia nonna paterna. Trascorrevo i miei giorni tra giochi e studio con altri bimbi vicini, amici, compagni di scuola e cugini ... Senza dubbio, il fatto di avere saputo che i miei genitori mi avevano battezzato dopo tre giorni dalla nascita ha significato per me un regalo del Signore. La conoscenza di Gesù cominciò formalmente con la partecipazione al catechismo, quando già avevo nove anni. Ringrazio Dio per questi due punti luminosi della mia vita: la catechesi e la cresima. Conoscere Gesù attraverso il Vangelo, la sua Parola è stata un’esperienza straordinaria e appassionante che mi ha portato a cercare sempre di più una maggior conoscenza e intimità con Lui. La sete che Gesù aveva svegliato dentro di me mi diede l’impulso di partecipare ai gruppi dei giovani della Parrocchia. Alternavo le mie attività parrocchiali con le giornate di studio nella scuola secondaria (Liceo) e più tardi all’università. La tua vocazione: come è nata? Che cosa ti ha spinto a scegliere la Compagnia Missionaria? La chiamata per diventare “missionaria” è stata presente nella mia vita fin da giovane perché nella mia parrocchia c’erano i Sacerdoti Missionari Redentoristi che organizzavano piccole missioni di evangelizzazione nel quartiere e nelle aree più lontane. Una volta finita l’università, ho anche partecipato, alle missioni rurali con un gruppo missionario della diocesi. Le missioni mi hanno sempre creato un certo timore, ma sentivo anche un certo impulso interiore che mi spingeva a partecipare con molte aspettative e allegria ... Appena mi sono laureata in biochimica, ho cominciato a lavorare intensamente nella mia professione ... Ricordo che una amica mi invitò a partecipare a un ritiro spirituale organizzato dai Padri Gesuiti, ritiro che era conosciuto come “Esercizi spirituali di Sant’ Ignazio”. Questo ritiro è stato molto importante per la mia vita, come si suole dire qui da noi, “ha segnato un prima e un dopo...” Prima di sentire la chiamata di Dio che cominciò con l’accompagnamento spirituale, frequentavo la chiesa come una semplice fedele laica aperta al matrimonio o a una vita sola come faceva ogni donna. Quando Dio mi ha confermato la chiamata e mi ha dato questa certezza ho cominciato a guardare alla mia vita e mi sono resa conto che molte cose Lui aveva fatto per me, preparando questo cammino. In questa tappa il Signore cominciò a lavorare in me attraverso delle persone, fatti, eventi, esercizi spirituali e soprattutto un accompagnamento spirituale privilegiato per arrivare poi alla Consacrazione a Dio. Qualcosa di impensato, fuori dai miei progetti, succedeva che ... con il passare del tempo, si andava confermando questo discernimento vocazionale e Dio mi stava portando per questo cammino come viene descritto nel libro dell’esodo del popolo ebreo. ... Finalmente arrivai alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore con una grande aspettativa e illusione ... Nella misura in cui partecipavo e conoscevo l’Istituto andavo convincendomi che era questo il posto che Dio aveva scelto per me. Il Sacerdote Gesuita che mi aveva accompagnato spiritualmente e l’Abbadessa delle Clarisse di Resistenza, furono le persone più significative che mi aiutarono come fedeli strumenti di Dio in questo cammino vocazionale. Parlando di discernimento vocazionale devo confermare che è uno strumento della Chiesa che mi ha molto aiutato a scegliere il cammino esatto per me. Uno sguardo alla tua vita attuale La mia vita attuale si svolge in famiglia, nella Compagnia Missionaria e più di tutto nel mio lavoro. Nella parrocchia ho un piccolo impegno alla celebrazione della Messa. Ho un ritmo di vita abbastanza intenso. In casa ho la mamma anziana che con i suoi 88 anni di vita sacrificata e donata alla famiglia, con la sua presenza riempie il mio cuore. Il mio lavoro da me gestito (nel mio laboratorio che è ubicato vicino alla mia casa), mi permette di rimanere con lei quando ha bisogno; svolgo il mio modesto servizio nel campo sanitario. Data la crisi economica del paese siamo, in un certo senso, obbligati a lavorare di più per poter sussistere… Durante la pandemia come gruppo CM ci siamo sentite aiutate dallo Spirito Santo per poter mantenere i nostri programmi di incontri e per non spezzare i momenti di comunione che ci legano tra noi. È stato molto importante poterci riunire in forma virtuale, una volta al mese con le nostre sorelle del Cile, recitare anche il rosario una volta alla settimana, usare cioè questi mezzi tecnologici con creatività, per poter condividere questo tempo incerto dovuto alla pandemia ci ha fortificate nella comunione e come Famiglia CM. La Sede Centrale CM di Bologna! Qualche hanno fa hai avuto modo di tornare alle nostre “radici” e conoscere questa realtà. Le tue impressioni? Ricordo con molto affetto il primo viaggio in Italia, per partecipare all’Incontro delle “giovani consacrate” nell’anno 2012. È stato meraviglioso poter conoscere le nostre radici e poter condividere con le sorelle di altri paesi … sentire così viva l’azione dello Spirito Santo che ci permetteva di comunicare tra di noi … nonostante le lingue diverse ed anche conoscere di persona P. Albino nostro fondatore … è stato tutto un gran regalo di Gesù attraverso la Compagnia Missionaria. In questo tempo così incerto di pandemia e di guerra quali sono le sfide che ti sembrano più importanti? In questo tempo in cui sembra che stiamo uscendo dalla pandemia, tra le tante sfide importanti che si presentano vedo: la necessità di creare un clima e iniziative che ci aiutino a ritornare alla normalità, poter ancora presenziare di persona ai vari eventi, poter progettare di nuovo ritiri, incontri, viaggi … la necessità di affrontare il futuro, con coraggio e speranza, anche se l’ombra dell’epidemia e isolamento è sempre presente … In ogni modo, penso che la nostra Madre Chiesa ci guiderà nei passi che dovremo dare. A livello di Istituti c’è stato un passo importante: si è già ritornati a programmare e organizzare la Conferenza degli istituti Secolari Argentina, incentivando la formazione delle varie comunità secolari per ogni regione. È un grande sogno che ha il suo processo… I tuoi sogni futuri… Il mio sogno futuro e la mia preghiera di ogni giorno, è quello di poter essere fedele al progetto di Dio su di me … conto sulla sua Parola … Esodo: “Io manderò un angelo davanti a te, perché ti protegga nel cammino e ti conduca fino al posto, che ti ho preparato” (Es. 23,20).
per un francobollo
 
Abito sull’appendice del Lago di Como, a Novate Mezzola, e dalla mia casa vedo il lago. Vista che mi riconcilia la mente. Sono in pensione da due anni, dopo quasi quarant’anni di insegnamento nella scuola, ma anche dopo tante esperienze lavorative iniziate a tredici anni e mezzo, appena finita la terza media. Ho sempre lavorato e studiato, forse per ambizione, forse spinta da una ricerca di senso che mi accompagna da bambina. Ero a un corso di esercizi spirituali nel 1990, quando in una pausa tra una meditazione e l’altra mi avvicina una signora. Mi chiede di accompagnarla in paese a comprare dei francobolli. Ero proprio stanca, volevo dire di no. Ma sì, un piccolo atto di carità non sta mai male, mi sembrava così disorientata, bisognosa di chiacchierare un po’. Era Rosanna Testa, la nostra missionaria. E così per un francobollo ho conosciuto la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Per poco nascevo in Argentina! I giovani del mio paese che si sposavano dopo la guerra avevano una preoccupazione: i loro figli avrebbero dovuto avere un avvenire migliore, soprattutto non dovevano morire per le polveri della miniera. Arbus, il paese dove sono nata, viveva soprattutto del lavoro della miniera di Ingurtosu e Montevecchio, così quando i miei genitori si sono sposati hanno subito fatto domanda per emigrare in Argentina. Mio papà era il più piccolo dei figli, e mia nonna aveva già perso una figlia da bambina (che era la gemella di mio papà) e un figlio in guerra, in marina. È mia mamma che mi raccontava come mia nonna si fosse attaccata al rosario, e, un’Ave Maria dopo l’altra, è riuscita a far chiudere le frontiere argentine all’immigrazione. Così nel 1952 sono nata in Sardegna, ad Arbus in una casa costruita ancora di mattoni crudi. Ma a sette mesi ero già sul traghetto, migrante, non in America, ma nell’Italia settentrionale, a Parma. A Parma risalgono i miei primi ricordi, e la prima consapevolezza della fede. Certo una “fede bambina”, ma che ricordo come esperienza profonda e radicata affettivamente. Sopra al letto dei miei genitori c’era un’immagine del Sacro Cuore in rilievo, con una mano che sporgeva e dove mia madre mi faceva trovare al mattino una ciambella di pastafrolla. Poi un crocifisso di metallo, che quando avevo la febbre mi teneva compagnia (povero Gesù, gli avevo spezzato le gambe facendolo cadere), poi il Gesù deposto, non so in quale chiesa che mia mamma frequentava. Lì un ricordo nitido, i piedi di Gesù: «Mammina, posso portare le mie scarpette rosse a Gesù?». Non so come possono essere letti questi episodi da chi ha esperienza di vita spirituale, ma per me segna la continuità di una fede affettiva che è andata maturando in tutta la mia vita. Forse il dono di un seme di senape! Mia sorella Rosanna è nata a Parma, e questa volta era lei in fasce, a fare il viaggio di ritorno sul traghetto! Mio papà si era ammalato, il clima umido della Val Padana comprometteva la sua salute. Quindi ritorno in Sardegna, profughi di ritorno! E tutto da ricominciare. Nella vita dei miei genitori ci sono stati undici traslochi. Una continua migrazione interna. I primi spostamenti rappresentavano un miglioramento: da una vecchia casa nel centro storico di Cagliari, fino a un bell’appartamento in una piazza prestigiosa dove i miei avevano un laboratorio di sartoria che aveva una clientela numerosa. Poi il declino, crisi economica, ritorno al paese, niente lavoro e emigrazione a Milano, prima solo io e mia mamma, dopo qualche anno anche mio papà e i miei fratelli (intanto erano nati mio fratello Antonio e mia sorella Daniela). A Milano io e la mia famiglia abbiamo condiviso la condizione degli immigrati del Sud. Sorvolo il racconto. Nella metà degli anni ’60 bisognava superare diffidenza, pregiudizi, emarginazione…, attraversare l’esperienza della disoccupazione, della ricerca del lavoro adattandosi a quello che si trovava. Da bambina avevo un forte desiderio di studiare. A rivedere oggi la storia di quegli anni non so davvero dove abbia trovato la forza e la caparbietà di oppormi agli avvenimenti: avevo cominciato a lavorare a tredici anni e mezzo, poi dopo un anno mi sono iscritta al liceo classico e ho sempre continuato a lavorare e studiare. L’esperienza del ’68 aveva mosso le acque, abbattuto barriere sociali, ma il grande fermento di idee, di bisogno di rinnovamento comportava per chi era adolescente un forte disorientamento. Quegli anni erano un vaso di Pandora scoperchiato: tutti i beni e tutti i mali circolavano liberi. Il buio della fede Certamente l’esperienza vissuta in famiglia mi aveva reso sensibile alle istanze di giustizia sociale. Non avevo mai sentito parlare di dottrina sociale della Chiesa. Quel mondo “religioso” che vivevo, fatto solo di precetti, non dava più risposte alle mie domande esistenziali. La religione mi sembrava un retaggio culturale da cui liberarsi. Ma da questa crisi si è sviluppata la profonda ricerca di senso: un cammino, il mio, che non ha percorso vie ma sentieri! La passione politica vissuta dalla contestazione giovanile mi ha affascinato ma non travolto. Troppe incoerenze di vita, incongruenze di pensiero. Quindi l’incontro con l’Oriente, la ricerca a partire dall’interiorità. Venite e gustate quanto è buono il Signore… Il Signore si fa trovare da chi lo cerca con cuore sincero Avevo tra i 17 e 18 anni quando il mio pensiero era animato dall’idea che se c’è qualche cosa di veramente VERO, BUONO, AUTENTICO l’uomo può farne esperienza. I versetti dei salmi mi davano una conferma. È possibile INCONTRARE DIO? Farne esperienza? Ho cominciato a occuparmi di religioni, interessata soprattutto ai testi sacri, Bibbia compresa. Per questo quando ho dovuto scegliere la facoltà ho optato per Lettere antiche, pensavo che la parola, più che la filosofia, portasse alla rivelazione profonda dell’uomo. Rivelazione che dovevo cercare nelle lingue dei testi sacri. Avevo anche iniziato a studiare ebraico e sanscrito, ma poi ho dovuto abbandonare questi studi per motivi di salute: come i più mi devo accontentare delle traduzioni. Durante un corso di meditazione buddista, tenuto in una casa di Esercizi spirituali, mi ritiravo nella cappella, dove mi sembrava di concentrarmi meglio. E nella cappella il coro delle due suore francescane che pregavano ha attraversato il mio cuore: …ETERNA è LA SUA MISERICORDIA …ETERNA è LA SUA MISERICORDIA …ETERNA è LA SUA MISERICORDIA … I miei occhi si riempivano di lacrime, un lavacro di lacrime. Uscita dalla cappella sapevo che volevo la Chiesa. Da quel giorno sono passati circa vent’anni prima di incontrare la Compagnia Missionaria, ma quando ne ho letto lo Statuto, mi sono riconosciuta. La vocazione Quando è nata allora la “vocazione”? Ho ricordato quei momenti della mia prima infanzia che sento significativi nella mia identità di fede. Credo che in me vocazione sia stata, ed è, un anelito all’Assoluto, al Tutto: questo anelito era un faro, luce che mi ha guidato all’incontro col Cristo nella Chiesa. Incontro capace di fare sintesi della passione per Dio e della passione per l’uomo. E l’ingresso nella Compagnia Missionaria ha segnato l’inizio di una nuova consapevolezza: la missione è cantare la misericordia di Dio¸ non quanto io sono brava, ma quanto è buono con me il Signore. … per ricapitolare in Cristo tutte le cose In questa luce ha riacquistato significato tutta la mia storia: gli studi, fatti nella fatica del lavoro, la nascita di mia figlia, dei miei nipoti, la professione come insegnante nella scuola. E oggi, nel tempo della pensione, mi faccio incontrare dagli eventi: non ho più resistenza alla fatica, mi rendo disponibile a mantenermi accogliente a ciò che mi raggiunge da vicino per vivere nella solidarietà e condivisione di ciò che sono. I sogni per il futuro e il mio messaggio per i giovani di oggi I miei sogni per il futuro coincidono col messaggio che vorrei passare ai giovani: conservare la capacità di sognare, di desiderare cose grandi. La speranza non è vana, ci fa intravedere orizzonti di Bene anche dove sembra prevalere il male. Ogni bene possibile è una tessera di quel grande mosaico che è il Regno di Dio. Non siamo soli, siamo Corpo di Cristo in forza dello Spirito Santo!
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
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