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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
viaggio in mozambico
 
 a nome dell'Associazione GUARDARE LONTANO ODV Il prossimo anno l'associazione compirà vent'anni e il primo progetto è stato ARMANDINHO. I soci e i benefattori sanno che questo progetto sostiene alunni bisognosi di due scuole private: CENTRO INFANTIL ESPERANÇA e NOSSA SENHORA DAS VITORIAS; a Maputo, capitale del Mozambico. L'altro progetto è FONDO SCUOLA, per sostenere studenti di scuole superiori e universitari, nella città e nella provincia di Nampula, sempre in Mozambico. Come è naturale, in tanti anni la storia e la vita di un Paese cambiano, le esigenze evolvono. Dialogando con il Consiglio Direttivo dell’associazione, ho deciso di andare in Mozambico per verificare i progetti, eventualmente modificarli o crearne di nuovi, cercando di rispondere alle necessità attuali. Uscire dal proprio ambiente, incontrare un mondo lontano e diverso, conoscere realtà che non si immaginano, ascoltare la vita delle persone: un dono grandissimo e sorprendente. Ecco cosa dovrebbe sempre essere un viaggio. E così è stato questo viaggio in Mozambico. Una doppia, ricchissima esperienza: incontrare la Compagnia Missionaria in Mozambico compresi gli amici, conoscere direttamente i progetti che l’associazione sostiene. Ero stata in Mozambico nel lontano 1995. Era terminata la guerra civile da tre anni. C’erano tanta povertà e tanta distruzione. Oggi la situazione sociale è molto migliorata, crescono lo sviluppo e il benessere, ma ci sono ancora tante sacche di povertà, tante case senza corrente elettrica, tantissime senza acqua corrente, chilometri e chilometri di strade sterrate percorribili solo con fuoristrada e che tanti uomini percorrono su biciclette stracariche di materiale: legna, sacchi di carbone, cassette di verdura, fasci di capin (una specie di paglia per coprire i tetti delle case). A Maputo Dopo la morte di Irene e il rientro di Leonia in Italia, l’unica missionaria presente nella capitale è Julieta, che dirige la scuola Nossa Senhora das Vitorias. Con lei ho visitato la scuola, conosciuto il personale, incontrato i tanti alunni, che frequentano divisi in due turni: al mattino dalle 7 alle 12,10 e al pomeriggio dalle 12,30 alle 17,35. Con Julieta abbiamo verificato la situazione economica e scolastica degli alunni che vengono sostenuti dal progetto Armandinho, preso in considerazione alcuni che, concludendo a novembre il percorso scolastico, vorrebbero iscriversi all’università, ma non hanno le risorse economiche. Un giorno è venuto a trovarmi Isaac, un giovane che frequenta il primo anno di ingegneria meccanica, sta superando gli esami ed è felice di poter studiare. Quando può lavora come meccanico. È venuto a ringraziare perché la nostra associazione paga le sue spese universitarie. Matola è una città mozambicana a ovest della capitale, Maputo. Le due città sono confinanti. Il quartiere Patrice Lumumba è una zona povera della città. Ma in mezzo alla povertà sorge una piccola oasi di bellezza: il Centro Infantil Esperança, voluto anni fa dalla missionaria Irene, come scuola d'infanzia per la cura, l'educazione e la crescita di tanti bimbi, che altrimenti starebbero sulla strada, perché in Mozambico non ci sono scuole d’infanzia statali. Molte famiglie dei bimbi che frequentano il centro sono in grave difficoltà economica. Spesso si tratta di mamme vedove o senza marito. Molti bimbi non hanno i genitori per vari motivi e vivono con le nonne. La sopravvivenza è legata ad un piccolo commercio di ortaggi o a lavori molto precari.  Al Centro i bimbi ricevono una buona educazione e anche tre pasti al giorno. Da quest’anno il Centro Infantile è affiancato da tre aule della Scuola Primaria Esperança, voluta anche questa da Irene, ma l’anno prossimo queste aule non saranno più sufficienti ed è necessario costruire altre aule. Il terreno è già stato acquistato da un benefattore di Carpi. La direttrice didattica del Centro e della Scuola, Rosita, e Ana Maria la vicepresidente dell'associazione São Francisco de Assis che amministra il Centro e la Scuola, sono persone amiche di Irene che lei è riuscita a coinvolgere a servizio dei bambini. Si tratta di donne competenti e di grande sensibilità umana e spirituale. Sapevo tutto questo, prima di venire qui, ma visitare il Centro e la Scuola, parlare con Rosita e Ana Maria e con le educatrici, incontrare i bambini, mi ha rivelato una realtà stupenda. Oltre alla bellezza del posto, alla cordialità di educatori e bambini, ciò che mi ha incantata è stata l'educazione e la disciplina di quei bambini. Ho visitato alcune famiglie dei bimbi che frequentano il Centro e sono rimasta ferita dalla povertà delle case. Ho proposto all’associazione di attivare un progetto per aiutare queste famiglie a realizzare delle case un po’ più abitabili. A Nampula A 2000 Km a nord di Maputo, Nampula è la più grande città del nord del Mozambico. Un centro agricolo e commerciale. In questa città vive un bel gruppo di missionarie e alcune giovani in formazione. Le missionarie sono impegnate in vari settori: insegnamento, formazione, pastorale; le giovani studiano e sono impegnate in pastorale. Una presenza vivace e significativa. Le giovani mi hanno intervistata: hanno voluto conoscere il mio cammino in Compagnia Missionaria, la mia esperienza missionaria, la storia della CM, il lavoro dell’associazione. Per due giorni abbiamo visitato i profughi, fuggiti dalla regione di Cabo Delgado, dove da alcuni anni gruppi terroristici islamici aggrediscono i centri abitati, uccidono, rubano. Nella città di Corrane, a 70 km da Nampula, c’è un grandissimo campo profughi, una città nella città; è abbastanza attrezzato, ma in alcune parti manca la corrente elettrica. L’acqua viene raccolta dai pozzi. Ci sono alcuni centri medici, alcune chiese. Intorno alle piccole case ci sono piccoli appezzamenti di terreno che le famiglie coltivano e alcuni riescono anche a vendere i prodotti. I bambini frequentano le scuole a Corrane. Poco lontano da Nampula, una comunità di suore accoglie i bambini di profughi, che però hanno trovato ospitalità presso amici e parenti, quindi non ricevono gli aiuti dello stato. Intorno alla casa delle suore, sotto gli alberi si fa la scuola e sotto una tettoia i volontari preparano da mangiare. La missionaria Joana tre volte la settimana dà il suo servizio a questi bambini o al campo profughi. Ho dato a queste suore gli abitini da neonato che avevo portato dall’Italia e alle suore che lavorano al campo profughi ho dato un contributo in denaro. A Quelimane – 550 km da Nampula – ho vissuto un’esperienza forte di comunione con Gina, una delle prime missionarie mozambicane, e Dorcas, l’ultima entrata nel periodo di orientamento. A Invinha A quasi 400 km da Nampula, nel distretto di Gurué, a Invinha c’è un altro gruppo di cinque missionarie e alcune giovani in formazione. Intorno alla nostra casa c’è un grande appezzamento di terreno, che viene coltivato e i prodotti usati dalla fraternità. Una parte del terreno è stato messo a disposizione di un progetto di “Scuola di Agricoltura e allevamento”, voluto da un padre dehoniano. Soprattutto la missionaria Dalaina è impegnata in questo progetto. Viene insegnato a un gruppo di donne come coltivare vari prodotti, come allevare le galline per la produzione delle uova; il progetto comprende anche una scuola di alimentazione e cucina per queste donne che hanno bambini. Un progetto veramente molto interessante, che sta crescendo e ha bisogno di sostegno economico anche da parte nostra. Anche qui l’incontro con la Compagnia Missionaria è stato entusiasmante: è una realtà giovane, vivace, impegnata. Anche qui mi hanno chiesto di parlare della mia vita missionaria e dell’associazione. Alcuni anni fa, a Invinha fu realizzata un’esperienza di volontariato, ma non c’era ancora il progetto dell’agricoltura. Ora sono stata invitata a programmare un’altra esperienza di volontariato proprio per sostenere questo progetto. Speriamo di poter rispondere positivamente a questo invito. La vita e la fede Certamente ciò che ho incontrato è una terra diversa: il colore della terra, il clima nel quale sono stata benissimo, le coltivazioni, le abitazioni. Una società diversa: è impressionante la capacità di lavorare, un lavoro duro, che richiede davvero tanto sudore, tanto sacrificio; una società che manca di tantissime cose che per noi sono indispensabili; i bambini fanno chilometri a piedi per andare a scuola, partendo da casa anche prima delle 5 del mattino per arrivare alla lezione delle 6. E si incontrano bambini di 7/8 anni con il fratellino legato alla schiena e un fascio di legna in testa o un secchio di acqua. Una società piena di vita e di vita giovane. Folle di bambini e di giovani. E tutti in attività. Folle di bambini che vanno a scuola, ma anche ragazzi che frequentano le scuole superiori e giovani che vanno all’università. Ho visto molta pubblicità che invita allo studio. Negli ultimi anni stanno nascendo università in tutto il Paese. Purtroppo molti giovani non hanno le possibilità economiche necessarie per lo studio. Per questo sarà importante far crescere il progetto Fondo Scuola. Ciò che più sbalordisce, in Mozambico, è la vivacità della fede, l’impegno e la responsabilità dei laici nella vita della comunità cristiana, la partecipazione gioiosa dei giovani e dei bambini alle celebrazioni, il senso forte della comunità e dell’appartenenza alla vita parrocchiale, la capacità di condivisione e di solidarietà. E di tutto viene reso conto alla comunità, al termine della messa. Avremmo bisogno che alcuni di questi laici venissero ad evangelizzarci. Naturalmente ringrazio il Signore che mi ha donato un’esperienza così forte di comunione con la Compagnia Missionaria e con una parte di popolo mozambicano. Ma devo ringraziare con tanto affetto le missionarie per l’accoglienza e la testimonianza della loro vita di fraternità e di servizio missionario e di passione ecclesiale. Un grazie speciale ad Anna Maria Berta, che mi ha dedicato totalmente il suo tempo per accompagnarmi e farmi conoscere e comprendere le varie realtà incontrate. E dopo tanti anni abbiamo avuto modo di stare insieme e raccontarci tanta vita!
un sogno... una realtà
 
Carissime/i, al mio rientro in Portogallo dalla Guiné-Bissau, dopo sei anni di missione, voglio benedire il Signore che  mi ha concesso di far parte di questo popolo e di condividerne le difficoltà e le speranze in un futuro migliore che sembra tardare… In alcuni momenti non  si intravvede nemmeno una piccola luce in fondo al tunnel, a causa dalla instabilità che è una costante e che blocca lo sviluppo in questa piccola nazione della Costa Africana. La mia collaborazione nella segreteria della scuola mi ha dato l’opportunità di intessere relazioni positive con i genitori degli alunni, inoltre ho potuto percepire meglio la realtà e le difficoltà delle loro famiglie. Venendo in segreteria i genitori coglievano l’occasione per aprirsi alla confidenza e per condividere la loro vita come se ci conoscessimo già da molto tempo. Il terreno dove sorge la scuola di S. Paulo, e dove abitiamo noi, é pure luogo di accoglienza, dove le persone cercano ogni giorno aiuti per i molti problemi che le preoccupano e dove, di sabato e di domenica, si riuniscono alcune centinaia di persone, tra adulti, giovani e bambini, che prendono parte alla catechesi e alla messa festiva. Celebriamo l’Eucaristia sotto gli alberi di cajù, grandi alberi frondosi, che offrono l’ombra dei loro rami ricchi di foglie e riparano tutte le persone dai raggi cocenti del sole. Rivedo ancora i piccoli attaccati alle gonne delle mamme, che cercano di trattenere, perché i loro passi non sono come quelli degli adulti, e i bambini, che vanno a scuola a piedi scalzi sul sentiero di terra battuta sotto un sole accecante, tipico del continente africano. Ho lasciato per ultimi, tanto mi sembra passato molto tempo, uomini e donne che, con il sorriso sulle labbra vanno al loro duro lavoro, il viso grondante di sudore, per guadagnare a fine giornata qualche cosa da mangiare insieme alla loro famiglia. La mia esperienza in questa terra non è stata frutto di casualità. Qui, tra questa gente io ho imparato sia a staccarmi da molte cose, sia a vivere nella semplicità. Possedere tanto poco ha riempito il mio cuore e mi ha dato ali per librarmi verso l’infinito. Il cinguettare dei passeri, il sorriso e le fragorose risate dei bambini mi hanno dato la forza, nel mio silenzio, di lodare con loro il Signore e mettere la mia vita nelle Sue mani. La semplicità di ciò che mi circondava, mi ha aiutato a entrare in me, a spogliarmi di tante cose che sono solo di inciampo nel cammino di una vita missionaria. Se puoi andare in missione e lasciare un po’ di profumo, va’, ma non trattenerti! Non ti fermare! Cammina! Altri ti aspettano e il Regno di Dio deve essere annunciato anche attraverso il tuo lavoro e ancora per ciò che tu sei e non solo per ciò che annunci. La tua vita parla molto più delle tue parole. Né i venti né le piogge potranno distoglierti dalla tua decisione di partire un giorno per questa avventura, di andare incontro ad un popolo che ti sta aspettando, di andare incontro ai bambini che giocano e si divertono con quel minimo di cui dispongono: potrà essere una lattina vuota, con cui costruire un camioncino; intelligenti e saggi sanno vivere con poco o quasi niente, ma non perderanno il sorriso di felicità che hanno stampato in volto. Lodo il mio Signore che mi ha dato la possibilità di fare questa esperienza e di vivere questi anni inserita in un’altra cultura, con tante tradizioni, con svariatissime etnie, tra gli odori, il caldo soffocante, le montagne di immondizie, le strade non transitabili nei giorni di pioggia che rallenta gli spostamenti e, sia che tu sia a piedi o in macchina, ti ci vogliono molte ore prima che tu arrivi a destinazione. Ma la pazienza è una costante, adottare la rassegnazione e andare avanti... Andare avanti per costruire un mondo più umano e solidale è l’urgenza dei nostri tempi nel pianeta Terra. Posso affermare che, per andare in missione, non servono molte cose, soltanto un grande distacco e spogliamento, portare con sé unicamente il minimo indispensabile, ovvero, solo e soltanto l’Amore. Mosse unicamente dall’Amore, come ci chiede Papa Francesco, potremo diffondere nel mondo il Regno di Dio, forti dell’azione trasformatrice del suo Spirito. Canterò al Signore per tutto quanto ha fatto per me.
guardare lontano
 
Missionarietà è intesa come il contesto dentro il quale si respira e ci si muove. Dentro questa sensibilità missionaria globale si sviluppa e si concretizza anche la dimensione missionaria ad gentes. C'è stato fin dall'inizio della Compagnia Missionaria lo zelo e il fervore per questo aspetto di partire per altre terre, e il motto "Guardare lontano" guidava i primi passi delle missionarie. Il Mozambico è stato per noi la prima esperienza di missione ad gentes. Un'esperienza che ha segnato profondamente non solo le missionarie che l'hanno vissuta in prima persona, ma anche l'intero Istituto... E da allora questa dimensione ad gentes è sempre stata ben caratterizzata e ben presente. Attraverso questo servizio di collaborazione alle giovani chiese e alle terre dove l'evangelizzazione e la promozione umana sono più urgenti, si esprime e si realizza uno degli aspetti specifici della nostra missione di amore e di servizio. La nostra presenza missionaria è stata orientata da queste scelte: * l'inserimento di tipo professionale, in strutture sociali ed ecclesiali, promuovendo i valori di giustizia, unità, speranza, pace e solidarietà; * la condivisione della vita della gente, con semplicità, rispetto e cercando di vivere la solidarietà con i poveri; * la partecipazione, insieme ad altri laici, a progetti di organismi di volontariato internazionale; * i vivi legami di comunione con la Chiesa locale, partecipando attivamente alla sua vita e alle sue iniziative.
creare i colori giusti
 
 Esperienza di volontariato con l'Associazione "Guardare lontano" “Viaggiare significa mettersi in strada, in cammino, significa lasciare casa per raggiungere un luogo che chiamerai casa, solo così ovunque si poggeranno i tuoi piedi non ti sentirai fuori posto. Anche percorrere ogni giorno la stessa strada che da casa ci porta al lavoro, a scuola, all’università o a casa di un amico, può divenire un viaggio. Lo spessore del viaggio non lo danno i chilometri che percorri o i luoghi che visiti ma la gente che incontri. Ecco perché ogni giorno, su quella strada che conosciamo a memoria, possiamo sperimentare la bellezza e la profondità del viaggiare, perché ovunque possiamo fare degli incontri, se siamo disposti a viverli.” Alex Zappalà – Viaggi dentro. L’esperienza di volontariato estivo quest’anno ha avuto come punto di arrivo la Guinea Bissau e più precisamente la scuola San Paolo, mentre le partenze sono state da luoghi diversi… Sant’Antonio Abate, Bussolengo e Bologna da dove il gruppetto è partito. Biglietto aereo, certificato vaccino febbre gialla, visto, due bagagli a testa, di cui uno pieno zeppo di materiale scolastico, profilassi per la malaria e anche un percorso formativo per prepararsi al viaggio unito ad un programma comune che aveva come obiettivo principale collaborare alla tinteggiatura della scuola San Paolo condividendo la vita della comunità che ci accoglieva. Tutti aspetti importanti per affrontare nel migliore dei modi un viaggio... poi inizia il viaggio vero e proprio dove è necessario mettersi in gioco fino in fondo con i propri punti di forza ma anche con i propri limiti per lasciarsi incontrare dalla realtà. Personalmente è stato un ritornare in un luogo già conosciuto che solo a pensarlo richiamava persone e volti amici… poi il “mettersi in strada, in cammino” richiede di incontrare nuovamente le persone e la realtà… sperimentando lo stupore davanti alla vita e alla realtà che cresce e si trasforma ma anche dispiacere per ciò che non la promuove. Il viaggio inizia… e con esso si comincia a sperimentare la bellezza e la fatica dell’incontro con un clima e una cultura differenti, sperimenti che la prima difficoltà arriva dal medicinale per la profilassi della malaria e poi anche dal clima… la soluzione al medicinale arriva da una pianta naturale usata dal popolo e trattata da suore brasiliane con sapienza e pazienza, la stessa pazienza necessaria per far si che il corpo si adatti ad un clima umido al novanta percento. Noi italiani partiamo in quinta… c’è il materiale per il lavoro da comprare, il lavoro da organizzare e la vita comune da predisporre insieme, ma capisci quasi subito che quando ti dicono: «La prima settimana è necessaria per l’adattamento» sono parole verissime e allora inizi un po’ a scalare le marce, ad andare più piano. Allora partiamo con ordine… saliamo sul fuori strada per andare a comprare il materiale, fare la spesa e la sensazione è stupenda quando puoi viaggiare su una strada asfaltata quasi nuova, poi dopo un po’ inizi a danzare… la strada asfaltata non c’è più e la schiena lo sente subito. Che bello trovare il materiale che ci serve, entrare nel supermercato e trovare tante cose a cui siamo abituati… ma ti accorgi in breve tempo, facendo due calcoli tra il cambio moneta e lo stipendio mensile delle persone che quello che noi stiamo facendo per la maggioranza delle persone non è possibile… lo capisci anche osservando che non c’è fila o confusione in questi posti, confusione che incontri invece al mercato. Eccoci allora in gioco… in “un luogo che chiamerai casa”, a stretto contatto con il “colore”, i pennelli, l’acqua ragia, la preghiera, i pasti, la nostra umanità… un luogo che è diventato casa con l’impegno e la fatica di tutti… del gruppetto italiano, delle missionarie presenti a San Paolo e degli amici guineani che hanno collaborato in questa esperienza. Ci è voluto tempo per creare i colori giusti, a volte è stato necessario mettere colori scuri per ottenere l’azzurro… colore predominante nelle strutture della scuola, come ci è voluto tempo per dipingere quei muri e farli diventare colorati… così è successo anche nell’imparare a conoscerci dal vero con le nostre qualità ma anche con i nostri limiti… così è della vita quando siamo disposti a viverla fino in fondo!
musica, colori, odori e affetti
 
La mia esperienza africana Il 23 aprile è iniziata la mia avventura in terra mozambicana. E’ così che ho conosciuto un’altra realtà africana che ha lasciato dentro di me meravigliose orme di colori, odori e anche affetti. Una realtà come quella della nostra presenza CM ad Invinha, dove abbiamo una casa che attualmente è abitata da 10 giovani della Zambesia, che frequentano il liceo, una giovane di Nampula, che sta facendo un’esperienza di discernimento per una vita di consacrazione nella CM, una giovane professoressa Melita, che è nel periodo di orientamento, due giovani che frequentano l’università, Alefa e Joana che sono nel Biennio di formazione ed Isabel che ha fatto la sua prima emissione dei voti il 13 agosto. Questo è stato un giorno molto speciale per la nostra Famiglia CM. E’ stata una bella cerimonia e un’opportunità per me per incontrare altre missionarie: Irene e Giannina da Maputo, Anna Maria, Helena e Gabriela da Nampula. Il mio primo impatto con questo posto è stato visuale nel vedere una bellissima terra rossa , le sue verdi e fertili valle , belle montagne, il suo cielo azzurro e l’aria limpida. Le notti con il cielo stellato!!! La musica accompagna tutte le manifestazioni della vita diaria. Il risveglio è alla 5 del mattino con una soave melodia di un flauto e se per caso non ti svegli allora si aggiunge un rumoroso e simpatico suono di tamburello; poi la preghiera delle lodi con inno, salmi e benedetto tutto cantati. Il sottofondo di un suono fatto da una o due delle giovani di casa che ritmicamente macinano il grano, il cernere dei cereali…la preghiera della sera con i vespri cantati, adorazione, lettura della parola di Dio e la Messa con canti ritmici e armoniosi. I sapori della verdura e frutta fresca prodotta dal nostro orto… Un aspetto che mi ha molto impressionato è il grande amore per l’Eucaristia che hanno i Ministri straordinari delle varie comunità della zona. Vivono lontani e devono percorrere molti chilometri per andare in Parrocchia a prendere l’Eucaristia . Partono all’alba per tornare alle loro comunità con il grande tesoro e ogni domenica celebrano la Parola, perché la messa viene celebrata solamente due volte all’anno. Porto nel mio cuore e nella mia preghiera ogni giovane che ho conosciuto in questi mesi. Saranno il futuro della CM se dentro di loro si consoliderà la vocazione per la nostra famiglia oppure, se sceglieranno un’altra strada, avranno davanti un buon futuro per le loro famiglie e per la società. Ringrazio Mariolina per la sua accoglienza sempre amabile e vicina. Mi sono sentita a casa. Ringrazio anche ciascuna di Nampula che mi ha ricevuto e mi hanno salutato prima del mio rientro in Italia.
un sogno realizzato
 
Albina è una missionaria portoghese, del gruppo di Porto. Ha 53 anni. Da sempre vive nella sua famiglia. Sarta di professione, in parrocchia fa la catechista, partecipa al coro e al gruppo biblico. Si interessa e dà il suo appoggio, con altre persone, ai senzatetto. Da molto tempo aveva un sogno: andare in Africa… La decisione Era l’agosto 2008. Stavo faccendo, con tutto il gruppo del Portogallo, gli esercizi spirituali annuali, quando in cappella, nel momento dell’adorazione, mi è venuta al pensiero una domanda: perché non andare il prossimo anno a fare un’esperienza in Africa? Perché non realizzare questo vecchio e accarezzato sogno, sempre rimandato? Infatti, questo desiderio era cresciuto con me da quando ero piccola. Quest'idea non mi ha mai lasciata e andava prendendo sempre più consistenza, sentivo crescere in me una grande determinazione interiore che mi aiutava a portare avanti questo progetto; infatti, tutte le volte che sembrava sorgere un’ostacolo, immediatamente si presentava la soluzione. Questo era per me come un segno di Dio, mi diceva che il progetto era Suo e non soltanto mio. E' quindi arrivato il momento di comunicare al gruppo quanto andavo maturando e di sentire il parere delle mie sorelle. Tutto il gruppo mi ha dato il suo appoggio. Il più difficille era comunicarlo alla mia famiglia…ma Dio mi ha dato la sapienza e la fortezza e io ho sentito che questa volta niente mi avrebbe fatto deviare dalla mia decisione. Il desiderio più antico era quello di andare in Mozambico…era anche il primo spazio missionario della Compagnia Missionaria…ma a un certo punto ho preso coscienza che dovevo essere aperta alle necessità dell’Istituto. Questa apertura è stata molto importante, giacché nel frattempo mi è arrivata del Consiglio Centrale la proposta di cambiare il Mozambico con la Guinea Bissau. Qui sembrava esserci più bisogno perché Cecilia era venuta in Europa per partecipare alla Consulta delle responsalili di gruppo e per passare un periodo di vacanze e io ho accettato volontieri questo cambiamento; l’importante era potere servire ed essere utile. Ho fatto di tutto L’11 luglio sono arrivata in Guinea. Teresa, Antonieta e Ivone erano in aeroporto ad aspettarmi…e vi lascio immaginare i saluti e gli abbracci, la gioia dell’incontro. Era più di mezzanotte. In aeroporto c’era abbastanza luce…ma uscendo fuori ci trovammo immerse in grande oscurità che si trasformò in buio fitto nella misura in cui ci avviavamo verso casa. Mancanza di luce pubblica e mancanza di luce nelle case…il primo colpo che mi ha fatto prendere coscienza che eravamo già in Africa. Mi sono sentita subito a casa, le missionarie mi hanno accolto veramente bene, e mi hanno fatto vedere il lavoro quotidiano di ognuna. Ho cercato di fare il mio meglio collaborando qua e là, secondo le necessità. Ma il mio principale impegno è stato la collaborazione con Ivone che gestice un “atelier” di cucito. Questo lavoro mi è molto piaciuto e l’ho trovato molto importante perché oltre al cucito c’è tutta una dimensione di promozione della donna veramente utile e importante. Insieme a Teresa ho aiutato nel lavoro relativo alla scuola, tipo amministrazione e segreteria…veramente ho fatto di tutto un poco, perché le cose da fare erano tante e non si poteva stare soltanto a guardare. Devo ringraziare veramente Dio che mi ha dato una buona salute…devo dire che non ho sentito particolari difficoltà con l’adattamento. Il contatto con le persone era buono, con i bambini era ancora meglio…io non avevo un contatto diretto con loro, che erano affidati particolarmente ai giovani che in quel perdiodo facevano volontariato…ma i bambini sono sempre tanti in quella casa! Ho trovato una Chiesa molto giovane…molti giovani già con delle responsabilità nei gruppi a cui appartengono. L’Eucaristia è sempre una festa con le danze e le offerte tipiche del popolo africano. L’ora della partenza Il giorno della mia partenza, il 31 agosto, è arrivato e devo dire che avevo già non poche “saudades” (= nostalgia)! Non parto sola: porto con me tante cose! In una realtà dove le carenze sono a tutti i livelli, emerge il valore della solidarietà. Presso quel popolo c’è sempre posto per chi ha bisogno, che sia uno della famiglia o no. Ringrazio il gruppo che mi ha accolta con tanto affetto. Ringrazio il Cuore di Cristo che ha fatto di me uno strumento nelle sue mani. Adesso posso dire parafrasando il vecchio Simeone: “Già posso morire perché i miei occhi hanno visto l’Africa”.
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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