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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
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Viaggio in Mozambico
Posted by Lucia Capriotti

 a nome dell'Associazione GUARDARE LONTANO ODV

Il prossimo anno l'associazione compirà vent'anni e il primo progetto è stato ARMANDINHO. I soci e i benefattori sanno che questo progetto sostiene alunni bisognosi di due scuole private: CENTRO INFANTIL ESPERANÇA e NOSSA SENHORA DAS VITORIAS; a Maputo, capitale del Mozambico.

L'altro progetto è FONDO SCUOLA, per sostenere studenti di scuole superiori e universitari, nella città e nella provincia di Nampula, sempre in Mozambico.

Come è naturale, in tanti anni la storia e la vita di un Paese cambiano, le esigenze evolvono. Dialogando con il Consiglio Direttivo dell’associazione, ho deciso di andare in Mozambico per verificare i progetti, eventualmente modificarli o crearne di nuovi, cercando di rispondere alle necessità attuali.

Uscire dal proprio ambiente, incontrare un mondo lontano e diverso, conoscere realtà che non si immaginano, ascoltare la vita delle persone: un dono grandissimo e sorprendente. Ecco cosa dovrebbe sempre essere un viaggio. E così è stato questo viaggio in Mozambico.

Una doppia, ricchissima esperienza: incontrare la Compagnia Missionaria in Mozambico compresi gli amici, conoscere direttamente i progetti che l’associazione sostiene.

Ero stata in Mozambico nel lontano 1995. Era terminata la guerra civile da tre anni. C’erano tanta povertà e tanta distruzione. Oggi la situazione sociale è molto migliorata, crescono lo sviluppo e il benessere, ma ci sono ancora tante sacche di povertà, tante case senza corrente elettrica, tantissime senza acqua corrente, chilometri e chilometri di strade sterrate percorribili solo con fuoristrada e che tanti uomini percorrono su biciclette stracariche di materiale: legna, sacchi di carbone, cassette di verdura, fasci di capin (una specie di paglia per coprire i tetti delle case).

A Maputo

Dopo la morte di Irene e il rientro di Leonia in Italia, l’unica missionaria presente nella capitale è Julieta, che dirige la scuola Nossa Senhora das Vitorias. Con lei ho visitato la scuola, conosciuto il personale, incontrato i tanti alunni, che frequentano divisi in due turni: al mattino dalle 7 alle 12,10 e al pomeriggio dalle 12,30 alle 17,35.

Con Julieta abbiamo verificato la situazione economica e scolastica degli alunni che vengono sostenuti dal progetto Armandinho, preso in considerazione alcuni che, concludendo a novembre il percorso scolastico, vorrebbero iscriversi all’università, ma non hanno le risorse economiche.

Un giorno è venuto a trovarmi Isaac, un giovane che frequenta il primo anno di ingegneria meccanica, sta superando gli esami ed è felice di poter studiare. Quando può lavora come meccanico. È venuto a ringraziare perché la nostra associazione paga le sue spese universitarie.

Matola è una città mozambicana a ovest della capitale, Maputo. Le due città sono confinanti. Il quartiere Patrice Lumumba è una zona povera della città. Ma in mezzo alla povertà sorge una piccola oasi di bellezza: il Centro Infantil Esperança, voluto anni fa dalla missionaria Irene, come scuola d'infanzia per la cura, l'educazione e la crescita di tanti bimbi, che altrimenti starebbero sulla strada, perché in Mozambico non ci sono scuole d’infanzia statali. Molte famiglie dei bimbi che frequentano il centro sono in grave difficoltà economica. Spesso si tratta di mamme vedove o senza marito. Molti bimbi non hanno i genitori per vari motivi e vivono con le nonne. La sopravvivenza è legata ad un piccolo commercio di ortaggi o a lavori molto precari. 

Al Centro i bimbi ricevono una buona educazione e anche tre pasti al giorno.

Da quest’anno il Centro Infantile è affiancato da tre aule della Scuola Primaria Esperança, voluta anche questa da Irene, ma l’anno prossimo queste aule non saranno più sufficienti ed è necessario costruire altre aule. Il terreno è già stato acquistato da un benefattore di Carpi.

La direttrice didattica del Centro e della Scuola, Rosita, e Ana Maria la vicepresidente dell'associazione São Francisco de Assis che amministra il Centro e la Scuola, sono persone amiche di Irene che lei è riuscita a coinvolgere a servizio dei bambini. Si tratta di donne competenti e di grande sensibilità umana e spirituale.

Sapevo tutto questo, prima di venire qui, ma visitare il Centro e la Scuola, parlare con Rosita e Ana Maria e con le educatrici, incontrare i bambini, mi ha rivelato una realtà stupenda.

Oltre alla bellezza del posto, alla cordialità di educatori e bambini, ciò che mi ha incantata è stata l'educazione e la disciplina di quei bambini.

Ho visitato alcune famiglie dei bimbi che frequentano il Centro e sono rimasta ferita dalla povertà delle case. Ho proposto all’associazione di attivare un progetto per aiutare queste famiglie a realizzare delle case un po’ più abitabili.

A Nampula

A 2000 Km a nord di Maputo, Nampula è la più grande città del nord del Mozambico. Un centro agricolo e commerciale. In questa città vive un bel gruppo di missionarie e alcune giovani in formazione. Le missionarie sono impegnate in vari settori: insegnamento, formazione, pastorale; le giovani studiano e sono impegnate in pastorale. Una presenza vivace e significativa. Le giovani mi hanno intervistata: hanno voluto conoscere il mio cammino in Compagnia Missionaria, la mia esperienza missionaria, la storia della CM, il lavoro dell’associazione.

Per due giorni abbiamo visitato i profughi, fuggiti dalla regione di Cabo Delgado, dove da alcuni anni gruppi terroristici islamici aggrediscono i centri abitati, uccidono, rubano.

Nella città di Corrane, a 70 km da Nampula, c’è un grandissimo campo profughi, una città nella città; è abbastanza attrezzato, ma in alcune parti manca la corrente elettrica. L’acqua viene raccolta dai pozzi. Ci sono alcuni centri medici, alcune chiese. Intorno alle piccole case ci sono piccoli appezzamenti di terreno che le famiglie coltivano e alcuni riescono anche a vendere i prodotti. I bambini frequentano le scuole a Corrane.

Poco lontano da Nampula, una comunità di suore accoglie i bambini di profughi, che però hanno trovato ospitalità presso amici e parenti, quindi non ricevono gli aiuti dello stato. Intorno alla casa delle suore, sotto gli alberi si fa la scuola e sotto una tettoia i volontari preparano da mangiare. La missionaria Joana tre volte la settimana dà il suo servizio a questi bambini o al campo profughi.

Ho dato a queste suore gli abitini da neonato che avevo portato dall’Italia e alle suore che lavorano al campo profughi ho dato un contributo in denaro.

A Quelimane – 550 km da Nampula – ho vissuto un’esperienza forte di comunione con Gina, una delle prime missionarie mozambicane, e Dorcas, l’ultima entrata nel periodo di orientamento.

A Invinha

A quasi 400 km da Nampula, nel distretto di Gurué, a Invinha c’è un altro gruppo di cinque missionarie e alcune giovani in formazione.

Intorno alla nostra casa c’è un grande appezzamento di terreno, che viene coltivato e i prodotti usati dalla fraternità. Una parte del terreno è stato messo a disposizione di un progetto di “Scuola di Agricoltura e allevamento”, voluto da un padre dehoniano. Soprattutto la missionaria Dalaina è impegnata in questo progetto. Viene insegnato a un gruppo di donne come coltivare vari prodotti, come allevare le galline per la produzione delle uova; il progetto comprende anche una scuola di alimentazione e cucina per queste donne che hanno bambini. Un progetto veramente molto interessante, che sta crescendo e ha bisogno di sostegno economico anche da parte nostra.

Anche qui l’incontro con la Compagnia Missionaria è stato entusiasmante: è una realtà giovane, vivace, impegnata. Anche qui mi hanno chiesto di parlare della mia vita missionaria e dell’associazione.

Alcuni anni fa, a Invinha fu realizzata un’esperienza di volontariato, ma non c’era ancora il progetto dell’agricoltura. Ora sono stata invitata a programmare un’altra esperienza di volontariato proprio per sostenere questo progetto. Speriamo di poter rispondere positivamente a questo invito.

La vita e la fede

Certamente ciò che ho incontrato è una terra diversa: il colore della terra, il clima nel quale sono stata benissimo, le coltivazioni, le abitazioni.

Una società diversa: è impressionante la capacità di lavorare, un lavoro duro, che richiede davvero tanto sudore, tanto sacrificio; una società che manca di tantissime cose che per noi sono indispensabili; i bambini fanno chilometri a piedi per andare a scuola, partendo da casa anche prima delle 5 del mattino per arrivare alla lezione delle 6. E si incontrano bambini di 7/8 anni con il fratellino legato alla schiena e un fascio di legna in testa o un secchio di acqua.

Una società piena di vita e di vita giovane. Folle di bambini e di giovani. E tutti in attività.

Folle di bambini che vanno a scuola, ma anche ragazzi che frequentano le scuole superiori e giovani che vanno all’università. Ho visto molta pubblicità che invita allo studio. Negli ultimi anni stanno nascendo università in tutto il Paese. Purtroppo molti giovani non hanno le possibilità economiche necessarie per lo studio. Per questo sarà importante far crescere il progetto Fondo Scuola.

Ciò che più sbalordisce, in Mozambico, è la vivacità della fede, l’impegno e la responsabilità dei laici nella vita della comunità cristiana, la partecipazione gioiosa dei giovani e dei bambini alle celebrazioni, il senso forte della comunità e dell’appartenenza alla vita parrocchiale, la capacità di condivisione e di solidarietà. E di tutto viene reso conto alla comunità, al termine della messa. Avremmo bisogno che alcuni di questi laici venissero ad evangelizzarci.

Naturalmente ringrazio il Signore che mi ha donato un’esperienza così forte di comunione con la Compagnia Missionaria e con una parte di popolo mozambicano. Ma devo ringraziare con tanto affetto le missionarie per l’accoglienza e la testimonianza della loro vita di fraternità e di servizio missionario e di passione ecclesiale. Un grazie speciale ad Anna Maria Berta, che mi ha dedicato totalmente il suo tempo per accompagnarmi e farmi conoscere e comprendere le varie realtà incontrate. E dopo tanti anni abbiamo avuto modo di stare insieme e raccontarci tanta vita!

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