Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
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50 anni di consacrazione
La mia storia di
consacrazione a Dio nella Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù, è
iniziata il 29 settembre 1965,con la prima emissione dei voti di castità,
povertà e obbedienza, a Bologna nella sede centrale dell’Istituto.
In quel giorno, mentre mi avvicinavo all’altare per
pronunciare il mio SI, mi uscirono spontaneamente dal cuore queste parole: “Prendi, Signore tutta la mia vita, dammi il
tuo amore e la tua grazia e mi basta”.
Lo Statuto della Compagnia Missionaria al N° 2 dice: “scelte
da Dio, scegliamo Dio, come unico bene della nostra vita.
Queste parole, hanno rimosso dal mio cuore, timori, paure,
incertezze ect., convinta veramente che era Dio che mi era venuto incontro, mi
aveva chiamata, cercata e incoraggiata a seguire Gesù; Lui voleva essere il mio
unico sposo. Si, sebbene sperimentavo tutta la mia limitatezza, fragilità e
incapacità, ebbi la forza di andare avanti certa che c’era Gesù con me.
Sono passati 50 anni, e non mi sembra vero, perché è come se
fosse ieri; il tempo è volato, anche perché ho lasciato dietro a me ogni dubbio
ed ogni paura e mi sono fidata di Lui.
In questi 50 anni, Dio è sempre stato con me, non mi ha
lasciata sola, non mi ha fatto mancare nulla. In particolare:
- la sua grazia,
Lui, ha posto nel mio cuore il desiderio della preghiera, di una profonda
comunione con Lui, cuore a cuore e gioiosamente quella comunitaria. La forza
della preghiera mi ha sempre fatto desiderare il bene, anche quando non era facile, ma la sua grazia in me ha lavorato
rendendomi capace di discernere ciò che era gradito a Dio, ai fratelli e sorelle.
- Inoltre,
ho fatto forte esperienza della fedeltà
di Dio. Mi ha reso forte e capace di stare con Lui, di non venire meno agli
impregni presi. SI, Dio è fedele e la sua fedeltà è la mia forza, il mio
coraggio, entusiasmo e audacia.
- Altra
grazia molto bella e particolarissima è stata ed è la sua misericordia, cioè sentirmi sempre amata e accolta con tutta me stessa, e dandomi la forza di
ricominciare ogni volta che la mia fragilità mi si imponeva e mi si impone.
In questi 50 anni di vita consacrata, ho avuto grazie
particolari di cui, per dare gloria a
Dio, voglio fare memoria, perché Lui ha fatto tutto in me; io nella mia povertà
non potrei nulla.
Non posso non fare memoria della presenza di Padre Elegante
nella mia vita. Lui è stato lo strumento
che mi ha guidata, aiutata a vivere in Dio, con Dio e per Dio, aprendomi
orizzonti perché il regno di Dio si estendesse a tutti. Inoltre un ricordo va
anche alla mia famiglia naturale, che sebbene erano contrari alla mia scelta,
dopo erano orgogliosi di me e mi hanno sostenuta sempre, aiutata e voluta bene.
Il mio ricordo va anche ad ogni sorella della Compagnia Missionaria che con
amore, tenerezza e rispetto mi sono state vicine e aiutata nel mio cammino.
Non posso no ricordare i sacerdoti che ho incontrato nel mio
cammino, e quanto bene ho ricevuto da tutti. Quando c’era l’occasione e potevo
recarmi nelle loro parrocchie per testimoniare la mia gioia missionaria e
ricordare che tutti mediante il Battesimo si è missionari, era per me e per
tutti loro motivo di grande gioia e gli inviti si ripetevano, (in particolare
quando mi recavo in Sardegna per un periodo di riposo e per stare con i miei).
I miei giorni erano sempre pochi per rispondere alle
esigenze di tutti, ma nella misura del possibile mi rendevo disponibile.
Inoltre a tante altre, tantissime persone va il mio grazie,
e in particolare alla comunità di origine: Atzara: ad Atzara ho ricevuto il
Battesimo, il sacramento della confermazione, e sono cresciuta nelle file
dell’Azione cattolica, ed ho ricevuto tantissimo.
Tutti ad Atzara, mi ricordano, mi hanno voluta molto bene e
continuano a volermi bene, ho sempre sentito tutti molto vicini con la
preghiera e l’aiuto anche materiale per la mia attività missionaria.
Dopo la prima emissione dei voti, ebbi un bellissimo dono
datomi da Dio, ma offertomi dal Padre Fondatore: lui mi chiese se volevo andare
in missione, in Mozambico. Era questo il mio forte desiderio, cioè consacrami a
Dio per aiutare tutti, i vicini e i lontani.
La missione è un grande dono, ma è una
bellissima rosa con tante spine, che non
si può fare a meno di amare: si ama, si ama tanto, perché i fratelli e le
sorelle a cui sono stata inviata mi hanno accolto con cuore grande, aperto e
generoso. In tutti ho trovato una grande sete di Dio, aspettano e amano tanto i
missionari e le missionarie.
SI, rendo grazie al mio Dio per quanto ho vissuto in terra
Mozambicana, per la gente che ho incontrato, curato, i bimbi che sono nati, i
lebbrosi che ho avvicinato, i tubercolotici che ho curato; i catechisti con i
quali ho lavorato, le comunità cristiane con le quali ho pregato e sofferto con
loro. A distanza di tempo, tanta gente è ancora presente nel mio cuore e nella
mia preghiera, la missione non finisce mai. Ora che vivo a Bologna sto facendo
una raccolta di “perle” per me sono perle, mentre non è così per tutti. Cioè mi
trovo con la fragilità che è propria della mia età, ma che mi aiuta a vivere in
stato di missione. Spesso mi trovo a percorrere strade su cui ho camminato, e
questo in Italia, in Portogallo e in Mozambico.
Sento vivo in me la forza dello Spirito che mi sospinge, mi
fa sognare e desiderare, ed io voglio accogliere con tutta sincerità lo Spirito
Santo, perché mi aiuti sempre a dare il primato a Dio e ogni giorno fargli
quello spazio necessario perché possa operare in me.
Maria,
Madre, Guida e Custode della Compagnia Missionaria, è per me il modello che mi
aiuta a riconoscere l’azione di Dio e dargli tutto lo spazio nella mia vita.
Anch’io con Maria esclamo: l’anima
mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore!
Ecco ho raccontato in breve ciò che Dio ha operato in me
durante questi 50 anni, e voglio rendergli grazie e lodarlo per tutta la mia
vita.
Elisabetta Todde
In questa tappa della mia lunga vita che segna il mio
50mo di consacrazione, mi porto dentro stupore, gioia e lode al Dio Amore per
avermi creata, voluta, amata, chiamata alla sequela di Cristo Gesù nella
Compagnia Missionaria del S. Cuore; per avermi portata, ri-generata, inviata… per
un servizio umile, nascosto, da me offerto e vissuto come sacrificio d’amore e
di riparazione perché il Regno di Dio
raggiunga tutti i cuori.
Durante questo anno ho pensato e penso spesso ai miei
50 anni di consacrazione. E ogni volta mi sale dal cuore un inno di benedizione
a Dio Trinità perché in tutta la mia vita mi ha riempita dei suoi immensi doni;
mi ha ricolmata della sua grazia; ha avuto pietà, da sempre, della mia
pochezza, fragilità, meschinità. Sì, il 50mo della mia consacrazione è
soprattutto rivelazione dell’amore fedele, paziente e misericordioso del Padre
che, nel suo Figlio dal cuore trafitto, mi ha amato fino alla fine.
Per questo sento che l’essere stata chiamata come
missionaria del s. Cuore è il dono più prezioso che abbia ricevuto nella
mia vita. Un dono che sento vivo e
vitale in me, nel concreto del mio vivere quotidiano. Un quotidiano che cerco
di vivere in docilità filiale, in solidarietà fraterna, in dimensione oblativa
e con uno sguardo continuo, ampio e attento al mondo con le sue gioie,
speranze, conflitti, grida di aiuto…
Solo così, portando in me la Parola di Dio e vivendo
con questa attenzione – apertura – servizio …, sento che la mia vita ha un
senso e mi genera dentro una profonda pace e serena gioia, frutto dello Spirito
Santo, invocato quotidianamente. Una pace e serena gioia che rimangono anche
nelle situazioni di conflitto, di fatica, di incomprensioni… che inevitabilmente
segnano il cammino di tutti.
Sì, sono profondamente grata al Padre, al Figlio dal
Cuore Trafitto e allo Spirito Santo per come hanno “segnato” la mia vita; a Maria che mi è sempre stata madre, guida e
custode sapiente. E il mio grazie profondo e affettuoso va anche a tutta la
Compagnia Missionaria, che ho sempre sentito come la “mia” preziosa e cara
famiglia nella Chiesa; a p. Albino che, obbedendo alla voce dello Spirito
Santo, ha dato origine con coraggio, fede e concretezza alla CM.
Sento importante infine dire il mio grazie anche a
tutte le persone che Dio Amore ha messo sul mio cammino, a partire dalla mia
amata famiglia di origine e a tutta la Famiglia Dehoniana . Sì, grazie per come
ogni persona, a suo modo, anche chi certe volte non mi ha compresa, mi ha aiutato a crescere come donna e come
missionaria CM.
E, se per tutto quello che è stato dico un grazie pieno di gioia e gratitudine,
per quello che sarà dico un sì nell’abbandono
pieno alle mani del Padre perché “Lui è
mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare” (Sal 62).
Marta
Bartolozzi

gesù è amore e pieno di misericordia
25
anni di vita consacrata
Quando
fui chiamata da Dio per servirlo rimasi un po’ disanimata perche avevo paura.
Fui chiamata per la CM
mediante un sacerdote, durante una confessione. Risposi subito di no, che non
volevo, ma non sapevo neppure cos’era la Compagnia Missionaria.
E’ stata una bella chiamata dello Spirito Santo. Dal
momento in cui conobbi la CM
desiderai di appartenergli il più in fretta possibile. Gesù che è amore mi
voleva per Lui.
Mi
sono consacrata il 5 di Agosto del 1990 a Vila Nova de Gaia, nelle vicinanze di
Porto. Ho sempre creduto che è stata la forza e la chiamata dello Spirito
Santo, per questo nel giorno nella mia consacrazione ho fatto delle colombe di
farina (pasta) bianca per offrire ai miei amici. La colomba è il simbolo dello
Spirito Santo che mi ha chiamato e che ha voluto che io rispondessi.
In questi 25 anni di consacrazione mi
sono sempre dedicata a vivere con amore i piccoli gesti sia nell’ambiente di
lavoro, sia dopo come pensionata. Nel lavoro pensavo sempre a qualche fratello
che potesse aver bisogno di m. Ho sempre pensato a quello che il Fondatore, padre Albino, mi
chiese davanti a un vassoio con delle
braci accese, di essere sempre come quella brace accesa, di non lasciarla mai
spegnere.
Si, con l’aiuto di Dio Amore, le
braci si sono mantenute accese, anche se ci sono stati momenti in cui sembrano
spegnersi, è bastato soffiarci
sopra per farle tornare ad accendersi ancora più vive. Rendo
grazie Dio per la forza che mi da per
andare sempre avanti.
Oggi
sono una donna felice, per essermi consacrata totalmente al Signore. Ogni
giorno mi alzo e faccio la mia preghiera di offerta e di consacrazione a Maria.
E cosi sento sempre che questi due Cuori sono sempre con me.
Quest’anno,
per me, è stata una grande grazia celebrare 25 anni di consacrazione. In
parrocchia ho avuto una grande festa, perché è coincisa anche con il 25° di
ordinazione di Padre João Manuel sacerdote dehoniano. Padre Dehon e padre
Albino sono in cielo a lodare il Cuore di Gesù e il Cuore immacolato di Maria.
La
messa di rendimento di grazie è stata il 19 luglio, è stata molto bella la
presenza della CM e per lei ho pregato molto. E’ stato un dono di Dio mettere
insieme la festa del Santissimo Sacramento (tipica dell’isola di Madeira, dove
tutte le parrocchie celebrano la festa del Corpus Domini e per questo le isole
di Madeira e di Porto Santo sono conosciute come isole del Santissimo Sacramento)
In più c’è stata la festa delle prime Comunioni dei bambini del catechismo.
Erano
presenti Madalena, Celestina e Conceiçao. Insieme a loro c’era anche il
fratello sacerdote di Madalena e sua sorella Helena. Hanno concelebrato 13
sacerdoti e io ho dato la mia piccola testimonianza, parlando della Compagnia
Missionaria. Mi sono sentita a mio agio a parlare perché non ero io a parlare
in una chiesa piena di gente , ma lo Spirito Santo. Poi fuori dalla Chiesa c’è
stata una piccola con fraternizzazione, tra vari dolci, una torta ricoperta con
il simbolo della CM. La parrocchia e i bambini del catechismo mi hanno offerto
un quadro dipinto a mano con la mia fotografia. A casa mia sono poi venuti un
gruppo di amici tra cui una giovane molto amica mia. Sono questi i segni di
affetto con cui il Signore ci ricompensa.
Obrigado, PAI.

bella esperienza di noi cm
Visita
di Martina e Lucia ai gruppi del Portogallo
L’aereo
fa il ballerino dalla pista di decollo a Bologna fino alla pista di atterraggio
a Lisbona, dopo aver attraversato un mare di nuvole e di nebbia, mentre io
avevo sperato di godermi il paesaggio! Poiché arriviamo in ritardo, perdiamo la
coincidenza per Porto, dobbiamo aspettare più di due ore. Insomma, partite alle
12,30 da Bologna, siamo a Porto alle 19! Ma ringrazio il Signore di toccare il
suolo portoghese! E c’è Teresa Castro ad attenderci: ho sempre avuto un bel
ricordo di quando abbiamo vissuto insieme a Bologna.
Arriviamo a casa – quella casa
che conosco solo dalle foto – sotto la pioggia battente e Lúcia ci accoglie.
Sono felice di essere qui, in questa terra e in questa casa che è carica della
presenza e dei ricordi di p. Albino e delle missionarie portoghesi e italiane
che hanno vissuto qui e fatto crescere la CM portoghese.
Nei giorni seguenti, è un via-vai
di missionarie che vengono a salutarci e soprattutto a dialogare con Martina. È
una gioia incontrarle: quelle che conosco da tanti anni e con le quali ho
condiviso esperienze di lavoro e assemblee generali, quelle che ho incontrato
solo una volta e quelle che non ho mai incontrato. La loro accoglienza, il loro
affetto, la loro generosità mi fa sentire come è bello essere in Famiglia.
C’è anche Bina, che è venuta a
casa, in vacanza, dalla Guinea Bissau. Il venerdì, con Martina e Bina andiamo a
trovare Odete, l’unica che non può venire e Porto, perché impegnata ad
assistere la mamma novantenne gravemente inferma. È stata una gioia rivedere
anche Odete, dopo tanti anni, e stare un po’ con lei. Mentre lei è in dialogo
con Martina, Bina e io facciamo una passeggiata e abbiamo modo di raccontarci
la nostra esperienza CM. Uno
scambio semplice e fraterno,
profondo, di cui ringrazio Bina e il Signore.
Porto, Fatima, Coimbra
Con Teresa Castro il primo giorno
vado a messa nella chiesa del Carmine e visitiamo anche la chiesa dei
Carmelitani, una a fianco dell’altra, bellissime. Il giorno dopo andiamo a
Fatima: arriviamo con il cielo carico di nuvoloni neri, ma dopo uno scroscio di
pioggia, mentre siamo a messa, scoppia un gran sole caldo. La messa nella
basilica della SS. Trinità, la preghiera nella cappella delle apparizioni, la
visita alla basilica di Nostra Signora del Rosario, alle case dei pastorelli e
ai luoghi delle apparizioni dell’angelo, ci mettono in ascolto del mistero. A
Maria affido la CM, le nostre famiglie, tutti coloro che chiedono la nostra
preghiera, il mondo intero, soprattutto la causa della pace.
Nei giorni seguenti ho modo di
visitare Porto: il centro con la torre dos Clerigos, la splendida Cattedrale,
la piazza della Libertà e l’Avenida dos Aliados, la Stazione s. Bento, la
Chiesa dos Congregados… e infine vado con Laura a messa nella splendida chiesa
della SS. Trinità, poi lungo il fiume Douro fino alla foce e a passeggiare
lungo la riva dell’oceano. E passeggiando, anche con Laura ci raccontiamo la
nostra vita e il dono di essere nella Compagnia Missionaria.
Lúcia un giorno mi accompagna a
visitare Coimbra, città che vanta la più antica e famosa Università del
Portogallo, nella quale lei ha vissuto la sua giovinezza di studentessa,
essendo cresciuta in un paese vicino. Una città tutta da scoprire,
affascinante, non solo per la maestosità della sua Università, ma per le sue bellissime
Chiese – Santa Cruz, la Vecchia e la Nuova Cattedrale –, le sue stradine e
scalinate a picco del centro storico, le sue casette colorate che si affacciano
sul fiume Montego, i ricordi di S. Antonio di Padova. Qui il giovane monaco
agostiniano Ferdinando incontrò i seguaci di Francesco di Assisi a Los Olivaes,
appena fuori città, e si consegnò a questo nuovo modo di servire Dio e la
Chiesa, diventando fra Antonio, l’umile e grande teologo a cui Francesco
affidò, con un biglietto autografo tuttora conservato, l’insegnamento della
teologia ai suoi frati minori; il grande Santo di Padova che rischiò la vita
nel difendere i poveri dalle prepotenze degli usurai, che convertì tanti
eretici, che predicava ai pesci quando gli uomini si rifiutavano di ascoltare
la Parola di Dio. Preziosa, nella visita a Coimbra, la presenza della sorella
di Lúcia, che non solo ci accoglie e ci offre il pranzo, ma ci accompagna anche
in auto a visitare parte della città. E preziosa la generosità di Amelia che ha
messo a disposizione la sua auto con la quale possiamo realizzare i nostri
spostamenti.
Ascolto
e dialogo
Il sabato tutto il gruppo si
riunisce per ascoltare la presidente che offre una lettura della vita della CM,
negli sviluppi vissuti attraverso le Assemblee, cercando di cogliere i valori,
l’impegno, le esigenze della situazione attuale. Pone alcune domande su cui il
gruppo riflette in silenzio. Infine c’è un ampio e ricco dialogo, che
evidenzia la disponibilità alla
missione, il desiderio della comunione, l’impegno nel servizio, la ricerca
faticosa e le difficoltà concrete nella scelta e nella realizzazione del bene.
Tutto apre il cuore a una grande speranza per guardare con fiducia il futuro.
All’incontro è presente e attiva anche Ermelinda, rappresentante del piccolo
gruppo di familiares di Lisbona.
Domenica ancora tutte insieme per
il ritiro. Tocca a me proporre la meditazione, sul tema
“Dall’ECCOMI al NOI CM”. Anche qui viviamo un profondo clima
di ascolto e di condivisione, di preghiera e di ringraziamento per ciò che lo
Spirito ci permette di comprendere e di vivere.
La Messa è celebrata dal Vescovo
ausiliare emerito di Porto, D. João, molto amico della CM, che resta poi con
noi per la merenda e per le foto ricordo.
Funchal
E arriva il tempo di partire,
dopo una settimana a Porto, per raggiungere quella sorprendente isola vicina al
Marocco, che è Madeira. Anche in questa occasione il volo attraversa nubi nere
e arriviamo a Funchal con la pioggia e il vento, ma la temperatura è più che
mite. C’è Teresa Freitas ad attenderci e ci accompagna nell’appartamento, che è
la sede della CM in questo avamposto atlantico, dove siamo attese da Paixão, la
responsabile del gruppo. E arrivano subito le altre missionarie e alcuni
familiares, felici di incontrarci. E noi ancora di più. Martina e io arriviamo
qui per la prima volta. Tutto ci è nuovo e ci sorprende. Il tempo guarisce in
fretta e ci ritroviamo in piena estate, tra monti e mare, in una città distesa
sul fianco del monte, fatta di case circondate di fioritissimi giardini
arricchiti di innumerevoli bananeti. Con gratitudine penso che le prime
aspiranti missionarie portoghesi giunsero nella Compagnia Missionaria a
Bologna, provenienti da Madeira.
Dopo i saluti e gli abbracci,
subito ci ritroviamo a gustare un video sulla vita di p. Albino, che abbiamo
visto anche a Porto. Si crea un clima di silenzio che sa di preghiera e alla
fine siamo commossi e grati.
Nei giorni seguenti, mentre
Martina incontra singolarmente le missionarie, trovo il tempo di andare a
scoprire questa bellissima città con il suo lungomare e le sue stradine ripide.
Mi ricorda molto la nostra costiera sorrentina. Ogni giorno a messa nella
bellissima cattedrale o nella chiesa del Carmine, e quasi sempre qualcuna delle
missionarie è a messa e a pranzo con noi.
Calore
familiare
Momenti di relax e di caloroso clima familiare ci sono
stati donati in casa di Madalena e di Paixão. A pochi passi dalla sede, c’è la
casa di Madalena, dove vivono anche il fratello sacerdote e una sorella.
Commovente la presentazione dell’album dei ricordi di famiglia – una famiglia
di dieci figli – e dell’ordinazione sacerdotale del fratello.
Per raggiungere la casa di Paixão invece, viaggiamo circa un ora su per
i monti e, infine, dalla sua casa, vediamo ancora l’oceano! Ci attendono le sue
due sorelle con un’accoglienza vivace e calorosa. Ci sono anche Madalena e
Teresa Freitas. Veramente un’esperienza di fraternità semplice animata dalla
carica di entusiasmo che caratterizza Paixão.
Al
ritorno in città, visita al cimitero, alla tomba di Teresa Carvalho. Sostiamo
in preghiera, rendendo grazie al Signore per il dono della sua lunga vita e
della sua passione per il Regno di Dio, vissuta in un grande spirito di
appartenenza alla Compagnia Missionaria. La rivedo nelle tante occasioni in cui
ci siamo incontrate in Italia: i suoi vivaci racconti, la sua carica di gioia
nel cantare e ballare “Linda Morena”,
i suoi interventi appassionati nelle Assemblee generali.
Comunione
ecclesiale
Abbiamo vissuto alcune
significative esperienze di comunione ecclesiale. Anzitutto la visita al
Vescovo di Funchal, D. António Carrilho, con Madalena e Paixão. Ci ha accolte
con affetto e con grande gentilezza, quasi con “rispetto”. Ci ha rivolto tante
domande sulla vita della nostra Famiglia e sul suo carisma. Un
dialogo davvero coinvolgente. Un’attenzione nei nostri confronti che ci ha
stupite e commosse. Infine lo scambio di nomi e di indirizzi e la foto ricordo,
ripetuta in varie posizioni per soddisfare il grande senso estetico del
Vescovo, che vuole pubblicare una pagina sul notiziario diocesano.
Altri incontri significativi sono
stati le visite a due comunità dei padri Dehoniani: il seminario e il collegio.
Anche in queste occasioni abbiamo ricevuto un’accoglienza semplice, simpatica e
affettuosa. Martina e io non conoscevamo i padri, ma ci siamo proprio sentite
in famiglia.
Anche a Funchal momenti di grande
comunione e condivisione sono stati gli incontri del gruppo con la presidente e
il ritiro. Grande clima di ascolto reciproco, nel silenzio orante. Momenti di
profonda gratitudine per quanto il Signore concede di scoprire e di vivere a ciascuno e insieme, secondo le
proprie possibilità e nella consapevolezza dei propri limiti. Senso di
rinnovata consegna allo stile e alla missione CM. Viva speranza in una
rinnovata presenza e animazione missionaria e vocazionale nella comunità
cristiana, nella possibilità di un maggiore coinvolgimento nella vita
diocesana.
Ringrazio il Signore e tutta la
Compagnia Missionaria portoghese per l’esperienza di forte comunione che
abbiamo vissuto. Soprattutto per la testimonianza di corresponsabilità e
condivisione nella vita del gruppo, a Porto, tra missionarie di vita fraterna
(solo due) e missionarie che vivono in famiglia. Per la comunione e la
condivisione di vita, a Funchal, tra missionarie e familiares.
Il Signore benedica e renda
feconda questa bella realtà della nostra Famiglia.

uno zaino pieno di...
“Mettiamo
sulle spalle uno zaino vuoto. In questi
giorni metteremo dentro tutti i doni che il Cuore di Gesù ci offrirà”.
Con queste parole pronunciate da Anna Maria ci
siamo addentrate nella camminata degli
esercizi spirituali “via e metodo
particolarmente prezioso per cercare e trovare Dio, in noi, attorno a noi e in
ogni cosa, per conoscere la sua volontà e metterla in pratica”. ( Benedetto
XVI)
Esercizi
Spirituali che abbiamo fatto a Podomoro – Indonesia dal 30 giugno al 7 luglio
2015. C’eravamo tutte: Ludo, Antonia. Mudji, Susi, Lucy, Ibu Surtinah nostra amica, Santina ed Anna Maria .
Simbolicamente
ciascuna ha preso lo zaino sulle proprie spalle ed abbiamo iniziato il nostro
cammino di ricerca della volontà di Dio.
Ritornata a casa, con calma e tranquillità ho
cercato di riaprire lo zaino per scoprire quanto avevo saputo accogliere e mettere dentro. Con mia grande
sorpresa mi sono ritrovata con
molti doni!!!
Gioia, allegria, condivisione,
momenti di preghiera, di ascolto, lo stare insieme con semplicità, sia nei
momenti dei pasti che nei momenti degli incontri, la preghiera, la liturgia, il
canto, e anche… lo scherzare insieme. Tanti piccoli gesti, che mi hanno aiutata a riprendere la mia vita quotidiana
in modo diverso. La gioia più grande è stata quella di poter condividere
insieme alle mie sorelle un po’ del nostro cammino e soprattutto di aver
ascoltato da Santina ed Anna Maria la
loro esperienza con p. Albino.
E’
stato molto importante percorrere questo cammino in atteggiamento di silenzio. Silenzio che abbiamo voluto,
accolto e concretizzato. Personalmente sento che anche questo aspetto ha segnato positivamente
il nostro cammino. Durante l’anno abbiamo altri spazi e momenti per parlare e
fare progetti, il fare silenzio in noi e
attorno a noi ci ha aiutato a capire
meglio cosa dovevamo mettere nello zaino.
L’itinerario
del percorso ci ha portato a riflettere sull’Eredità di P. Albino. Mi hanno colpito diversi aspetti
concreti della vita di p. Albino: la sua
fedeltà alla preghiera, la fedeltà alla missione ,al carisma, all’obbedienza .
all’Ecce Venio e Ecce Ancilla…
Questa
figura ci è stata presentata in maniera molto concreta e ha veramente riempito lo zaino della mia
vita. E’ stato molto importante conoscere
la sua vita, la sua persona. Noi tutte ci siamo sentite disponibile all’ascolto
perché abbiamo capito che dobbiamo continuare a far vivere dentro di noi la sua vita, e dire anche grazie. Abbiamo
compreso che p. Albino ha avuto una grande influenza non solo per la vita della CM in generale, ma per ogni
singola missionaria. In questo clima di ascolto, di serenità, di
attenzione nel mio piccolo ho raccontato anch’io la mia esperienza perché anch’io ho vissuto momenti importanti
con lui. Adesso sento che questa eredità che mi è stata presentata e raccontata deve continuare a
vivere nella mia vita. Grazie!!!

"per lui vivo, per lui muoio"
Grande incontro della Famiglia Dehoniana
Indonesia - La Verna Pringsewu, 14 - 15 -16 Agosto 2015
Come
Compagnia Missionaria abbiamo ricevuto l’invito a partecipare all’incontro
della Famiglia Dehoniana organizzata dai padri dehoniani. Dopo un confronto tra
noi come gruppo, abbiamo deciso che sarebbero andate da Jakarta Mudji e da
Palembang Lucy.
Per 3 giorni, insieme al Provinciale SCJ dell’indonesia, è stato realizzato “alla
grande” l’incontro della Famiglia Dehoniana, a Pringsewu, nella casa di ritiro a La Verna Padangbulan Lampung. A questa iniziativa sono state invitate le varie realtà
dehoniane presenti in Indonesia : SCJ, Compagnia Missionaria, Dehoniani, OMK – Giovani anche ex SCJ e parenti, genitori dei dehoniani.. I partecipanti sono convenuti da varie città: Jambi, Belitang, Lampung, Palembang, Jakarta e Yogyakarta. Eravamo una cinquantina di persone di diverse
età.
Il
primo giorno dell’incontro è cominciato alle 16,30 dopo la merenda con la
cerimonia di apertura. Padre Agus SCJ ( membro
della Commissione organizzativa ) nell sue parole di introduzione al convegno ci ha detto che il programma
proposto per queste giornate doveva essere vissuto come luogo per approfondire
e vivere sempre più il carisma di P. Leone Dehon. Abbiamo ricordato anche l’anniversario della morte di P. Leone Dehon avvenuta il 12 di agosto.
L’incontro è iniziato alla grande con varie
proposte di attività , con lo scopo, come aveva detto Padre Agus SCJ, di far crecere in ciascuno di noi lo spirito, l’eredità di P. Dehon.
Praticamente questo era il primo incontro di tutta la famiglia dehoniana qui in
Indonesia.
Ha preso la parola anche Padre Madya Sriyanto SCJ,
provinciale SCJ in Indonesia. Ha
presentato la finalità di questo evento sottolineando quanto già detto da p.
Agus. Ci ha spiegato anche come era sorta l’idea di questo incontro. Già alla fine dello scorso anno (2014), c’erano stati precedenti incontri in ogni gruppo di Famiglia Dehoniana, presenti in ogni regione. Da lì, venne l'idea di poter
riunire queste realtà in un convegno, per uno scambio – verifica reciproca. Un
incontro non per riunire tanta gente, ma i rappresentanti di queste realtà .
“Si spera, ha
continuato p. Madya, che questa iniziativa
possa diventare un luogo, uno
spazio per conoscersi meglio l'un l'altro. E infine, pensare anche a cosa possiamo fare insieme. Noi SCJ, vogliamo condividere con voi tutti la ricchezza spirituale che
abbiamo ricevuto con l'eredità di P. Dehon.”
Dopo questa introduzione p. Een ha costituito
i gruppi di lavoro composti da vari elementi; per distinguersi, ad ogni gruppo ha assegnato un nome di personaggi
dehoniani come per esempio, p. Andrea Prevot ecc. Una volta in gruppo,ci siamo
presentati e abbiamo cercato di capire chi era e cosa aveva fatto il
personaggio che ci era stato affidato.
In seguito p. Madya ha presieduto la santa
messa nella cappella. In questo giorno la liturgia ricordava San Massimiliano
Kolbe. Nell’omelia ci ha parlato della vita di questo santo, soprattutto del
sacrificio che aveva fatto per salvare una famiglia. Una testimonianza forte
che richiamava anche noi a concretizzare questo aspetto nella nostra vita.
La sera dopo cena abbiamo fatto una dinamica
di gruppo animata da alcuni giovani. E’ stata per davvero una serata piena di
allegria e fraternità. Abbiamo giocato e cantato insieme, come una vera
famiglia. A conclusione di questa giornata c’è stata la via crucis meditata.
Il giorno seguente, sabato, è iniziato con la
celebrazione eucaristica presieduta da padre Kusmartono. La giornata si
presentava con un programma abbastanza pieno.
Le
riflessioni sono state divise in due sessioni. La prima sessione svolta da P. Madya ci ha parlato della spiritualità
dehoniana. Ci ha consegnato il materiale circa la Famiglia dehoniana.
Poi ha spiegato ancora la storia: come è sorta , la
spiritualità SCJ, l’opera, il lavoro e ciò che ci
unisce nella Famiglia Dehoniana.
Nella seconda sessione, Padre Yudistira SCJ, ha invitato
i
partecipanti a conoscere di nuovo il profilo e la spiritualità di Padre Dehon, attraverso
un percorso
spirituale (iter Formativo) e l'accordo Cagayan (frutto dell’incontro
della famiglia dehoniana nelle Filippine ). In questa sessione, i
partecipanti sono stati invitati a considerare quali misure possono essere prese, per crescere insieme e proseguire anche nel futuro questo camino di unità. Quali misure possono essere
adottate per trasmettere lo spirito e la spiritualità.
Poi, per conoscere anche il luogo dove i
dehoniani hanno fatto i primi passi come
discepoli di padre Dehon, dopo il pranzo
è stata programmata la visita al noviziato di Gisting. Con il pullman siamo
andati sul posto. Il viaggio è stato un
po’ lento a causa del traffico e delle manifestazioni che c’erano perché si
celebrava la festa dell’indipendenza in Indonesia. Comunque ci siamo divertiti
cantando e raccontandoci barzellette. Abbiamo goduto di tutto quello che vedevamo…
Quando ci stavamo avvicinando al noviziato, abbiamo visto padre
Santo e alcuni studenti (postulanti e novizi) che ci stavano aspettando. Ci
hanno invitato nella loro cappella per
pregare. Si sentiva un clima di accoglienza calorosa e di allegria. Dalla
cappella siamo passati in una sala dove
abbiamo potuto conoscerci meglio e
dialogare tra noi. E’ stato molto bello perché hanno fatto anche uno spettacolo
per noi e abbiamo gustato insieme cibi tradizionali. Alla fine dopo un lungo
viaggio di ritorno da Gisting siamo arrivate a La Verna e la cena ci ha ridato
forze per continuare la nostra riflessione nei lavori di gruppo, anche se l’ora
era già avanzata!!!
I partecipanti in base al gruppo di appartenenza o di regione ( Lampung, Palembang,
Jambi, Belitang, Yogyakarta e Jakarta) sono
stati invitati da p. Yudis a riflettere e discutere
tre cose: la
situazione del gruppo in ambito
locale, quali idee potrebbero attuare un percorso spirituale - formativo in ogni territorio,
quali suggerimenti per sviluppare questa nostra realtà. Si è convenuto che un follow-up
della riunione da parte dei
partecipanti aiuterebbe a socializzare con gli altri membri nelle rispettive
regioni e gruppi.
L’ultimo giorno la messa è stata presieduta
da p. Agus. Poi, in assemblea, ogni gruppo ha comunicato quanto si era maturato sulle tre proposte. Tutti siamo
stati concordi di continuare con questi incontri e di trasmettere al nostro
gruppo di appartenenza quanto avevamo vissuto in questi giorni.
Padre Madya ha concluso facendo emergere i valori spirituali che sono stati
presentati e vissuti in queste giornate.
Prima di tutto i valori della nostra spiritualità che abbiamo vissuto in questa
esperienza possiamo concretizzarli nella nostra vita quotidiana. Ha anche auspicato che attraverso
questo incontro ogni partecipante possa ritornare al proprio gruppo con più
convinzione e voglia di costruire l’unità anche con altri membri della Chiesa.
“Non dobbiamo presentarci come un gruppo di elite separato dalla vita degli altri, tanto meno
come un gruppo
rivale o con una struttura rigorosa, distinta dalle altre realtà. Chi
è giovane dehoniano, deve essere anche giovane della chiesa propria. Se si vuole essere un membro serio, dobbiamo
collaborare tra noi per costruire una buona famiglia Dehoniana, in grado di diventare un buon
membro della comunita di base in ogni ambiente…”.
Come ultima attività e a chiusura
dell’incontro abbiamo fatto un pellegrinaggio con la
visita alla tomba dei dehoniani, vicino alla parrocchia di San Giuseppe. Di
Pringsewu.- Lampung.
