Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

insieme per capire il significato della nostra vita
La vita è bella, la vita è semplice, la vita è strana, la vita è difficile, la vita è piena di sfide, la vita non è mai perfetta, la vita è breve, la vita è gratis, la vita è un problema, la vita è forte, la vita è dolce, la vita è una lotta, la vita è vigilanza, la vita è una possibilità, la vita è creativa, la vita è preziosa, la vita è esperienza, la vita è avventura, la vita è un sogno, la vita è un gioco, la vita è una promessa, la vita è speciale, la vita...
Incontrarsi insieme con una grande famiglia, la tua
famiglia, quando il desiderio si fa realtà come lo è stato per me, diventa quasi
impossibile descrivere le emozioni che si vivono. Mi è stata data l’opportunità di poter partecipare nell’incontro internazionale delle responsabili di formazione CM dove ho potuto conoscere meglio le sorelle che lavorano in
vari paesi con culture e lingue diverse e vivere insieme una bella esperienza
di comunione e formazione. Questo incontro a Porto (Portogallo) ha rinnovato me
stessa, la mia vita. Anche se i giorni sono stati pochi per poterci conoscere
in maniera più profonda (il problema della lingua non è stato un problema
semplice per me!) ci siamo sentite unite, accolte nella fratellanza
del mistero del Cuore trafitto di Cristo.
La riflessione “Sull’affettività” che ci ha proposto P. João de Deus Costa Jorge, diocesano mi
ha stimolato a impegnarmi di più nelle relazioni, mi ha fatto capire
l’importanza di costruire relazioni sane e armoniose per poter vivere insieme, per stare bene con me stessa. A volte costruiamo relazioni solo con una certa persona. Relazioni come queste spesso causano conflitti e ferite interiori perché sono relazioni esclusive, che a volte
causano divisione nella convivenza, uno
si sente escluso, mentre l’altro ha un posto speciale. I nostri gruppi
sono formati da una varietà di persone, con caratteri diversi, ma siamo unite
nell’amore divino. Ognuna di noi cerca di mettersi davanti all’altra con un
sincero atteggiamento di cuore nel condividere la vita, per comprendersi e
aiutarsi a vicenda.
Ho capito che
vivere insieme, se c’è questa apertura all’altro, l’amore si sviluppa in noi
stessi, l’amore per Dio, per gli altri. E’ in questo modo che cresce anche una
sana condivisione tra noi dei doni che abbiamo ricevuto. Cresce la voglia di
comunicare e di condividere: la gioia che sentiamo, il tempo per stare insieme,
le nostre esperienze di fede, l’apostolato, i fallimenti e i nostri limiti.
Dobbiamo imparare ad accettare e ad amare le differenze come una ricchezza.
Imparare le une dalle altre ad essere un mezzo per costruire la forza di unità.
Superare le varie fragilità nel vivere insieme; un ideale richiede un
atteggiamento illimitato di perdono. Questa espressione di amore incondizionato
rende ogni persona un essere amato e prezioso, anche nelle debolezze.
Se riusciamo a
fare questo la nostra “vita insieme” avrà un significato: diventerà una
manifestazione del vero amore di Dio sia tra noi, nei gruppi, sia tra coloro
che ci circondano.
Prego per
questo e ringrazio tutte per avermi dato la possibilità di partecipare.

dono prezioso
Il mio cuore si commuove dentro di me, il
mio intimo freme di compassione …”
(Osea 11,8)
Carissimi e carissime, la frase
che ho scelto per ricordare la prossima Solennità del Sacratissimo Cuore di
Gesù credo sia in sintonia con il
desiderio dirimanere nel Signore per vivere i sentimenti del Cuore di Dio.
Anche noi ci sentiamo continuamente interpellate e stimolate a vivere secondo
il Suo Cuore. Abbiamo da poco iniziato la nostra
preparazione alla IX Assemblea Generale Ordinaria che avrà luogo a Bologna in
luglio 2019 e che ci coinvolge tutte e tutti per “vivere comunione e missione
con cuore accogliente e misericordioso”. Siamo chiamate a vivere e ad essere
comunione. Le relazioni nei nostri gruppi CM e non solo sono improntate ad
atteggiamenti di accoglienza reciproca e
di “benevolenza e misericordia” ma, nello stesso tempo, dalla fatica di trovare
e sciogliere il “nodo” che ci paralizza e che non ci lascia la libertà di fare
il primo passo; ci fa sentire impotenti nel riconoscere le nostre differenze
come un dono ed una ricchezza da stimolare e valorizzare. Siamo chiamate ad
aprire le mani per accogliere il dono
prezioso della comunione che ci è offerto dall’Alto.
Ho lasciato che il mio cuore esprimesse
alcuni sentimenti che lo abitano … non sempre sappiamo come affrontare, in modo costruttivo le nostre reciproche libertà
e responsabilità. Il Pane e la Parola ci aiutano e sostengono il nostro cammino e nutrono
la speranza che, nonostante tutto, possiamo sempre ricominciare fiduciosi a
credere nella “benevolenza e misericordia” che viene da Lui e che rende possibile la fantasia dello Spirito in
noi. “Tu
sei infatti la vera luce dei cuori: tu illumini il cuore dell’uomo nel quale ti
proponi di operare, conducendolo alla conoscenza del bene supremo ed eterno …
Scendi dunque in me, Spirito Santo, perché colui al quale doni la tua luce non
camminerà nella tenebra ma avrà la luce della vita, e per mezzo di essa
comprenderà e conoscerà come comportarsi nel suo intimo e nei riguardi degli
altri, davanti a Dio …” (La perla evangelica – Anonimo del XVI secolo) Sto leggendo e meditando, durante
l’adorazione, l’Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate” assieme alle
lettere di P. Albino in “Gettare tutto nelle fondamenta”. Fa molto bene
riflettere sugli scritti di P. Albino che, fin d’allora insisteva sul tema della santità, della misericordia e
della fiducia illimitata in Dio e nel suo amore. Papa Francesco ci dice: “Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente … . Pensiamo,
come ci suggerisce santa Teresa Benedetta della Croce, che mediante molti di
loro si costruisce la vera storia: «Nella notte più oscura sorgono i più grandi
profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane
invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono
stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei
libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli
avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo
soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato». (cf. N. 7 e 8 Gaudete et exultate) …E più avanti dello stesso testo ci viene
detto: “Essere poveri nel cuore, questo è
santità” (70). “Reagire con umile mitezza, questo è santità. Saper piangere con
gli altri, questo è santità” (74). “Cercare la giustizia con fame e sete, questo
è santità” (79). “ Guardare e agire
con misericordia, questo è santità” (82). “ Seminare pace intorno a noi è
santità” (89). “Accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri
problemi, questo è santità” (94). “La misericordia è il cuore pulsante del
Vangelo”(97). “Chi desidera veramente dare gloria a Dio con la propria vita,
chi veramente anela a santificarsi
perché la sua esistenza glorifichi il Santo, è chiamato a tormentarsi,
spendersi e stancarsi cercando di vivere le opere di misericordia” (107). Tra i vari ambiti di questo sessennio
abbiamo scelto la famiglia, l’educazione, le periferie esistenziali ed anche i giovani. Senz’altro molte di noi
hanno profuso energie su questo versante. Ci pare interessante anche la
riflessione, l’approfondimento e le iniziative che vengono portate avanti dal
gruppo di Porto in relazione a questo ambito e che ci stimola a fare un lavoro d’insieme come gruppi e come
coordinamenti. Sarebbe interessante far emergere in Vinculum questo aspetto
vissuto nei vari contesti dove siamo. Come
sappiamo, in ottobre 2018 si realizzerà il Sinodo dei Vescovi con il tema “I giovani, la fede ed il discernimento
vocazionale”, questo avvenimento è un appello a tutte/i noi per aprire
maggiormente le porte e le finestre ai nostri giovani, per conoscerli di più e
meglio, per accoglierli. Quest’anno, dal 23 al 30 luglio, a Porto in
Portogallo, abbiamo programmato l’incontro
di tutte le formatrici CM che ci permetterà di confrontarci insieme sulle
varie realtà formative che viviamo per continuare a sostenerci ed a stimolarci
in questo servizio prezioso. Desidero esprimere la mia gratitudine
perché camminiamo insieme in questa famiglia dove accogliamo doni, limiti e
povertà che il Signore trasformerà in fecondità e in Vita Eterna. Sempre unite nel Signore.
Martina

l'acqua viva
La seguente riflessione ci riporta alla fonte iniziale della vita
cristiana, ci fa accostare all’acqua
viva e vera che disseta…e fa crescere. Ci aiuta a rivedere, a leggere in modo
sapienziale la nostra piccola storia personale inserita nella storia della Chiesa. Un semplice e profondo
messaggio che ci aiuta a vivere con fedeltà e creatività la nostra vocazione e
ci farà bene.
Carissimi, Bologna, 23 novembre 1991 qualunque parola mia, forse, guasterebbe la semplicità,
colma di solennità e di grandezza con cui il “chicco d’acqua” introduce le
nostre riflessioni. Diamogli allora spazio immediato e…ritroviamoci tra qualche
momento per ammirare insieme e lodare il Signore, perché “ cose grandi egli ha
fatto per noi” (Sal.126,2). Il
“Chicco d’acqua” Le riflessioni sui sacramenti condussero lentamente i Padri
a discorrere della Chiesa che li amministra. I sacramenti sono l’effusione
concreta dello Spirito. Il medesimo Spirito che, secondo S. Giovanni, è
raffigurato nell’acqua viva (cfr. Gv 7,38) e che è la linfa della Chiesa. Anche
negli scritti di S. Ireneo s’incontra questa idea. Possiamo rivederla in un
documento ufficiale del Concilio Ecumenico di Vienna (1312):” Il suo fianco fu aperto dalla lancia, perché dai fiotti di acqua e
di sangue che ne uscirono fosse formata l’unica, immacolata, santa, vergine
Madre Chiesa, sposa di Cristo. Allo stesso modo che dal fianco del primo uomo,
immerso nel sonno, fu formata Eva, per diventare sua sposa”. A questa idea si ispirano alcuni disegni di quel tempo che
raffigurano la Chiesa come una regina che sta in piedi, accanto alla croce. Ha
nelle mani un calice dove raccogliere il sangue e l’acqua che scendono dal
Cuore ferito di Cristo. Il nostro primo atteggiamento vuol essere atteggiamento di
lode alla provvidenza di Dio. Al cammino dei secoli, colmo di opere grandi e
belle, ma anche di debolezze, di ingiustizie, di peccati…ha assicurato la
presenza costante del suo amore con il dono della Chiesa. La Chiesa è il tabernacolo di
Dio che
custodisce i tesori della sua grazia e della sua misericordia. Con essi
guarisce le malattie degli uomini, arricchisce la loro povertà e santifica le
loro situazioni di vita perché tutto sia segnato dal sigillo vivificatore di
Dio. La Chiesa è l’ovile dove le pecore disperse
vengono raccolte per godere della tenerezza di Cristo e ritrovare, in lui,
l’unità che le fa riflesso sulla terra dello stile di vita del cielo. La Chiesa è la custode della parola che illumina i
passi degli uomini con la luce di Dio. Così il loro cammino li conduce con
sicurezza alla gioia di sentirsi realizzati nella verità e nella libertà. La Chiesa è la società dei
credenti in
Cristo. Ad essi , indistintamente, la fiducia di Dio ha affidato il compito di allargare a tutte
le genti la grazia della salvezza. Per questo Gesù ha pregato:” Padre che tutti
siano “uno”, come noi siamo uno. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato”
(Gv.17,21). Il carisma che lo Spirito Santo ha affidato alla CM – il
carisma della vita di amore, personificato al punto di farci “comunione” con
Dio e con i fratelli – ci inserisce pienamente nella missione della Chiesa.
Ogni atto che noi compiamo per costruire la “comunione”nel piccolo ambiente
della nostra vita quotidiana è “servizio” alla grazia della nostra Famiglia. Ma è anche apporto che
concretizza la missione propria della Chiesa, voluta esplicitamente dal suo
Signore per essere “segno” e “strumento” in Dio, della “comunione” di tutti gli
uomini. Così ogni espressione di fedeltà allo specifico della nostra vocazione,
fa anche più bella e più grande la Chiesa di Dio. Contribuisce operosamente al
suo sforzo di riunire “insieme” gli uomini dispersi dal peccato, perché l’acqua
e il sangue del Cuore di Cristo siano per tutti dono di purificazione e di
salvezza. Il “chicco d’acqua” ci
offre ogni giorno uno stimolo eccezionale a ritrovare l’entusiasmo e la
generosità nel vivere il dono divino della nostra appartenenza alla CM e alla
Chiesa. Lo desidero veramente
per me e per tutti voi. Maria ci aiuti a renderci degni di collaborare
efficacemente all’azione di grazia della Chiesa del suo Gesù. Con affetto
P.
Albino Elegante

ancora più famiglia
60° CM – Genova
Per continuare con gioia
Domenica 11 marzo, a Genova siamo
riusciti a festeggiare il 60° della C.M. presso la Casa del Missionario, dove
ci ritroviamo abitualmente per le riunioni mensili. E’ stata un’occasione per
fare “memoriale” degli inizi della C.M., non un semplice ricordo, come ci ha
fatto presente il Celebrante all'inizio della S. Messa.Hanno condiviso con noi la
giornata Franca di Genova, Lucia e Orielda da Brugherio, Martina e Serafina da
Bologna e Rosy (in formazione)dal Veneto.
Dopo la recita di Lodi e
l'Adorazione, fatta pregando e riflettendo su alcune frasi scritte da p. Albino
sulla necessità del ringraziamento per i doni ricevuti, abbiamo fatto un giro
di presentazione della nostra storia personale come Familiares e Missionarie,
per far conoscere le diverse realtà della C.M. anche ad un'amica in ricerca. Dopo il
pranzo, condiviso con i Padri, in compagnia di amici che si sono aggiunti per
la nostra festa, Dolores ha guidato una bellissima sequenza di momenti di
preghiera intervallati da video musicali e riflessioni: il tutto con
riferimento al nostro essere “luce e sale” nel mondo. Questo momento di
riflessione è terminato con una piccola ma intensa celebrazione, durante la
quale sette persone tra i partecipanti hanno acceso e posto in un braciere
sette candele, a rappresentare i sette Paesi dove è presente la C.M. Questo è
avvenuto nel silenzio totale: ma si sentiva nell'aria che era un silenzio fatto
di partecipazione, di emozione, di preghiera, di amicizia... A sua volta Martina ci ha
ricordato le origini, il cammino e la spiritualità della C.M.E’ seguita la S. Messa celebrata
da Mons. Paolo Rigon, Sacerdote diocesano, che ci ha seguiti e formati per
molti anni. E’ stata una grande gioia averlo di nuovo tra noi: le sue parole,
durante l'omelia, ci hanno dato la “carica” per continuare con gioia il cammino;
ci ha spronati ad essere “luce e sale” per gli altri “conoscendo e guardando a
Gesù” nella vita di ogni giorno, con fede, attraverso la Sua Parola e con
l'esperienza della vita.Durante la celebrazione, i
Familiares hanno rinnovato la promessa, e anche le Missionarie presenti hanno
rinnovato la loro consacrazione. Questo ci ha fatto sentire ancora più
“Famiglia”!Dopo un piccolo rinfresco, ci
siamo lasciati con tanti baci, abbracci, ringraziamenti e arrivederci… Un particolare ringraziamento ai
Padri Dehoniani e in particolare a P. Ambrogio che si è molto impegnato per
accoglierci.
Piera Rissotto
Una profezia, un sogno, una promessa di crescita
Avevo accolto con
gioia l’invito di andare a Genova per partecipare alle celebrazioni del 60°
anniversario della C.M. Un incontro organizzato dai familiares.
Siamo partiti il 10/03/2018 da
Bologna, in due: Martina ed io. Pioggia, neve, nebbia e un cielo grigio mi
invitavano a scoprire comunque la bellezza di un paesaggio, nonostante il sole
non brillasse e le montagne si confondessero con le nubi.
Franco Cardinale ci venne incontro
all’entrata di Genova e lo seguimmo fino a casa sua: lì ci ha ospitati. Una
piccola Betania quella di Dolores e Franco, tutta colori e simpatia. Li ci
siamo riposati, conversando amabilmente. La sera ci ritrovammo in un ristorante
con altri amici: Lucia Maistro, Orielda Tomasi, Anna Pati (Rosy), Franca
Campanella e Piera Rissotto.
L’incontro
del giorno dopo, 11/03/18 è stato nella casa dei padri Dehoniani. Accoglienza,
riflessione, semplicità, condivisione, creatività, gioia sono stati i
sentimenti che hanno condotto le varie attività della giornata. Incontrare
nuovamente i padri della Casa del Missionario, riabbracciare Maria Pia,
l’incontro con Rossana (una amica che veniva per la prima volta) l’entusiasmo
di Piera (responsabile del gruppo familiares); e poi l’organizzazione, la
collaborazione di tutti, la presenza dei missionari, tutto questo mi ha dato la
forte percezione che, nonostante il numero (appena 11 persone) questo di Genova
era un “grande gruppo” e ciò che celebravamo era un momento importante. I lavori sono incominciati con le condivisioni: ciascuno si
presentava dicendo chi era, perché era lì, quale cammino aveva percorso, cosa
sognava. Ovviamente questa condivisione ha contribuito non poco alla reciproca
conoscenza. Ho sentito come ognuno, a livello esistenziale, avesse vissuto il
percorso nella C.M. e mi colpiva come tutti ascoltassero con attenzione e
silenzio, l’esperienza presentata. È stato un momento unico: non lo
dimenticherò più. Ho capito anche come la condivisione dell’esperienza fa
capire che i punti di partenza di ogni cammino spirituale sono diversi ma il
punto di arrivo è identico. Nel nostro caso: il vivere la spiritualità, il
carisma, la missione C.M. e fare comunione.
Durante l’intervallo arrivò don
Paolo Rigon, un amico di lunga data: entrò subito nelle dinamiche del gruppo
come l’avesse fatto da sempre.
Dopo una adorazione vissuta tra
silenzio, canto e qualche testo di riflessione, ci siamo trovati in sala da
pranzo. Grande organizzazione e collaborazione! Tutti si davano da fare, chi
nel preparare la tavole e chi cucinando: in un batter d’occhio tutto era
pronto. Ho notato una grande armonia. Anche i cinque padri dehoniani della
comunità hanno pranzato con noi. Ho notato condivisione, gioia, fraternità.
Verso le
14.30 cominciarono ad arrivare altre persone amiche o conoscenti, desiderosi di
condividere con noi questo avvenimento: più o meno una quindicina di persone.
In una sala piuttosto ampia, si è vissuto il secondo momento della giornata.
Il tema pensato e orientato dalla
responsabile generale dei Familiares, Dolores Biggio era sulla “LUCE”. Mentre
su un piccolo schermo venivano proiettati dei quadri molto belli, Dolores
leggeva dei testi appropriati di riflessioni e preghiere. Dopo il quarto testo
e la preghiera, c’è stato un momento di alta simbologia: nel buio più completo,
sono state accese ad una ad una, sette candele e poste tutte insieme davanti ad
un quadro su cui erano disegnati i sette punti del mondo in cui la C.M. è
presente. Sottofondo: una canzone di Giuni Russo ispirata a uno scritto di
Giovanni della Croce. Dolores spiegò come:
«Sette sono i paesi in cui la C.M. porta la sua luce. Sette, nella
Bibbia, è il numero simbolo della pienezza. Nessuno è escluso, tutti siamo
chiamati a “sporcarci” le mani per fare il bene e cancellare il male. E tutti
siamo chiamati ad accendere questa piccola fiamma in modo da dissipare le
tenebre». È stato un momento semplice e bello insieme. ricco di parole,
silenzi, musica e preghiera. Anche il volto dei presenti era luminoso!
Martina, la presidente della C.M. ha
poi letto un suo messaggio: «Grati a Dio, grati a coloro (vivi o defunti) che
hanno fatto vivere e nascere questa opera e che lungo questi 60 anni hanno
sperimentato come “la gioia del Signore rinnova e dà vita” e che “vivere la
comunione e la missione con cuore accogliente e misericordioso” (è il logo del 60°) è la sintesi della nostra
testimonianza che abbraccia il passato e ci proietta nel futuro».
Durante l’Eucarestia, presieduta da
don Paolo Rigon, i Familiares hanno rinnovato la loro promessa. Tutto molto
semplice e bello. Ho sentito in quel momento la presenza di p. Albino Elegante
e tutta la sua attenzione per i Familiares. Nella omelia il celebrate ci invitò
a guardare ma soprattutto a conoscere Gesù: una conoscenza interiore da
esprimere nella voglia di conoscere la sua Parola, e di condividerla. Guardare
a Gesù come una madre guarda suo figlio, lo ama e cerca di capirlo in ciò che
pensa e vuole. Un vivere come questo, ci aiuta a essere luce del mondo e sale
della terra.
A conclusione di tutto, prima di
lasciarci, ho espresso a Emo e Piera la speranza che cresca l’adesione di nuovi
amici e soprattutto cresca il coraggio di investire nella animazione
vocazionale. Questa era una delle preoccupazioni di p. Albino: «Sono molto
preoccupato con la mancanza di crescita, di espansione e della lentezza con cui
essa si realizza» (Atti della IV Assemblea Generale Ordinaria dei familiare
2005. pag. 15). Ho vissuto questa giornata come una profezia, un sogno, una
promessa di crescita; come un dono di Dio per intercessione di p. Albino, in questo
60° anno di fondazione della C.M.
Serafina Ribeiro

il modello della spiritualità familiare
Festa
dell’Eccomi nel Sud-Italia
Il 18 marzo la
Compagnia Missionaria del Sud insieme a molti amici si è ritrovata per celebrare la festa dell’Eccomi e riflettere
sul nostro eccomi, sulla nostra adesione alla chiamata che Dio Padre ha suscitato nei nostri cuori
sull’esempio di Gesù e Maria.
È stata
una giornata vissuta all’insegna della fraternità, della comunione e della
gioia, nella parrocchia Gesù Buon Pastore di Castellammare di Stabia: hanno
partecipato alla nostra festa anche laici impegnati nelle attività della
parrocchia. Ogni partecipante ha condiviso ciò che possedeva con la propria
presenza attenta e partecipata e con quanto ha offerto per realizzare comunione
nella concordia, nella serenità e nella
gioia.
La giornata è stata
allietata dalla presenza del nostro carissimo Vescovo Don Franco Alfano che ci
ha aiutati con una stupenda riflessione e la celebrazione della Eucarestia
oltre che con la presenza per tutta la giornata.
L’incontro ha avuto
inizio con la preghiera delle lodi e subito dopo con il momento di riflessione
sul capitolo nono dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di Papa
Francesco, sulla Spiritualità coniugale e
familiare.
La riflessione ha
riacceso in me, ma penso anche in tutti
i presenti, il desiderio di continuare a testimoniare l’Amore di Dio nel mondo.
Ogni battezzato, ogni consacrato, come
ogni coppia deve essere, nel mondo, sacramento di Dio Amore in tutte le circostanze e situazioni della
vita. Il progetto di Dio deve trovare, con la nostra partecipazione, la sua
realizzazione per il bene di tutti. In ciascuno deve sgorgare il desiderio e la
convinzione che si può contribuire alla realizzazione del progetto di Amore di
Dio Padre unicamente abbandonandoci a Lui e seguendo l’esempio del figlio Suo,
Gesù Cristo e lasciando prendere per mano dalla vergine Maria, Madre di Gesù e
nostra, nel cammino angusto e pieno di difficoltà della vita.
Una cosa stupenda è stata la partecipazione alla Santa Messa,
presieduta dal Vescovo e concelebrata dal Parroco don Antonio Santarpia. Un sacerdote umile e accogliente, che lavora
nel nascondimento, nel silenzio, dietro le quinte ma mantiene la comunità viva
con numerose attività portate avanti dai
laici.
Pieni dello Spirito
Santo “Spirito d’Amore” e con il cuore colmo di gioia, pace e serenità ci siamo
ritrovati per l’agape fraterna alla quale tutti hanno contribuito con le proprie specialità
gastronomiche. Anche il momento del pranzo è stato un corroborare la
nostra amicizia e la nostra comunione in uno stile di fraternità e di condivisione.
Momento significativo e bello, che ci ha visti tutti riuniti: noi appartenenti alla CM (missionarie e familiares)
ma anche tantissimi amici che ogni volta arricchiscono, con la loro presenza e
le loro esperienze di vita, le nostre riunioni e i nostri ritiri.
Dopo il pranzo vi è
stato un altro significativo momento: la condivisione con domande o
testimonianze su quanto il Vescovo aveva proposto nella riflessione. Don Franco
nel rispondere ha aiutato nella comprensione offrendo ulteriori chiarimenti.
Il confronto è stato
costruttivo, affascinante,
coinvolgente e spronante. Hanno fatto
seguito alcune testimonianze tra cui anche quella di mio marito Clemente,
familiaris della CM.
Clemente ha tracciato il suo percorso di vita
evidenziando come abbia cercato di mettere in pratica la sua adesione a Cristo
attraverso la spiritualità CM dando prosieguo al suo appartenere a Cristo e
alla Chiesa a partire dal giorno del suo battesimo e di come abbia continuato a
cercare di corrispondere al progetto d’amore di Cristo come coniuge e padre,
nel matrimonio, e come diacono permanente
nella Chiesa e nella società di oggi.
La sua testimonianza è stata scandita da un filo
conduttore che fin dall’inizio lo ha guidato: l’esperienza con Gesù, il fidarsi di Gesù, e sceglierlo come
compagno di viaggio. Questa sua
esperienza cerca di testimoniarla con la sua vita sforzandosi di essere sempre
più coerente al Vangelo di Gesù.
Al
termine la nostra cara Lucia Capriotti ci ha deliziato con un video in cui ci
ha proposto un escursus sull’at-
tività e storia della CM a partire dalla
intuizione che, nel lontano 1957, ebbe il nostro caro p. Albino Elegante,
sacerdote del Sacro Cuore (Dehoniano) fondatore della CM.
Quest’anno ricorre il
quarto anniversario della sua nascita al cielo avvenuta il 21 aprile del 2014 e
noi lo ricordiamo con tanto affetto
pregando per lui e affidandoci alla sua preghiera perché interceda presso Dio per il bene della CM.
