Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

scelti da dio...
...vogliamo scegliere Dio
come pienezza
delle aspirazioni della nostra vita.
COME GESU' E LA MADONNA
CI MANTERREMO APERTI AL "SI'"
E DISPONIBILI AL SERVIZIO PER AMORE.
consacrate secolari dalla radice dehoniana
La contemplazione di Cristo nel mistero del suo Cuore trafitto, segno di amore totale per gli uomini e strumento di redenzione universale, è stata per il p. Leone Dehon la fonte da cui è promanata l’Opera da lui fondata con l’intento primario della devozione al sacro Cuore di Gesù e della Riparazione.
Questa spiritualità cristocentrica si diffuse molto intensamente soprattutto negli anni ’50, ad opera di p. Albino Elegante scj, allora direttore del movimento dehoniani “Apostolato della Riparazione”.
Preso atto dell’esigenza di alcune aderenti di consacrarsi a Cristo restando nel mondo, p. Albino Elegante diede inizio alla Compagnia Missionaria del S. Cuore nel Natale 1957, a Bologna. Il 25 marzo 1958, il Card. Giacomo Lercaro, allora Arcivescovo di Bologna, eresse la Compagnia Missionaria del S. Cuore in Pia Unione, approvandone lo Statuto ad experimentum. Dopo una lunga esperienza di vita e di confronto, la Pia Unione venne eretta in istituto Secolare di diritto diocesano l’8 settembre 1983, da Sua Ecc.za Mons. Enrico Manfredini, allora Arcivescovo di Bologna. È stato infine elevato al grado di diritto pontificio il 10 giugno 1994.
Nel corso degli anni l’Istituto si è sviluppato e diffuso, oltre che in diverse diocesi italiane, anche in Portogallo, Mozambico, Cile, Argentina, Guinea Bissau, Indonesia.
La sede centrale dell’Istituto è a Bologna, in via A. Guidotti 53
Le missionarie sono donne consacrate, attraverso i voti di castità, povertà, obbedienza, per realizzare una somiglianza più integrale all’oblazione di Cristo, alla sua assoluta disponibilità per amore al Padre e agli uomini, così da diventare strada a Dio per i fratelli.
In quanto appartenenti a un istituto secolare, nella consacrazione mantengono la condizione di membri laici del popolo di Dio, vivendo in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
“La peculiarità di tale vocazione sta nell’anelito all’affermazione simultanea di due caratteristiche:
- la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza,
- la piena responsabilità di una presenza e azione trasformatrice al di dentro del mondo per plasmarlo, perfezionarlo, santificarlo” (Paolo VI)

i familiares
La Compagnia Missionaria del S. Cuore ha appena fatto i primi passi del suo cammino, quando lo Spirito di Dio le suggerisce di aprire le porte per accogliere quanti desiderano condividerne l'indirizzo spirituale, anche se non possono donarsi alla vita di consacrazione, nel senso tradizionale inteso dalla Chiesa. A fianco delle Missionarie, nascono i Familiares (inizio 1966). Il nome sta a significare che sono parte della stessa Famiglia: la Compagnia Missionaria del S. Cuore. Anche se la volontà di Dio li ha posti a vivere la propria esistenza su strada diversa, essi sentono di potere, come le Missionarie, fare del Cuore di Gesù il centro della propria attenzione di fede, per viverne i sentimenti di amore e farsi collaboratori e testimoni del suo Regno.
"Chi può diventare Familiaris della Compagnia Missionaria?" - si domandava p. Albino Elegante guardando al nuovo germoglio che stava per sbocciare - e rispondeva: "chiunque abbia la volontà di stringersi in comunione di aspirazioni, di spiritualità, di lavoro . . . con la Compagnia Missionaria. Non vi é dunque alcuna difficoltà di età, di condizioni di vita, di lavoro. A casa propria, nel proprio impiego, sposati o no, uomini o donne
. . . tutti possono essere Familiares della Compagnia Missionaria. Si tratta, in definitiva, di una cosa semplice: darci la mano per camminare insieme, per aiutarci a salire e conquistare il mondo al Cuore di Gesù".
Nelle file della Famiglia Dehoniana
Nei giorni 3-9 settembre 1990 i rappresentanti dei gruppi che vivono la spiritualità dei Sacerdoti del S. Cuore, si sono riuniti a Roma, per celebrare il 1° Convegno Internazionale "Laici Dehoniani". Erano presenti, per l'occasione, i Sacerdoti del S. Cuore, la Compagnia Missionaria, i Gruppi e i Movimenti laicali che si ispirano nella loro struttura, nel loro stile di vita e di attività, al pensiero di P. Dehon, alle modalità specifiche con cui egli ha servito il proprio ideale di fede.
I partecipanti hanno voluto raggrupparsi sotto una denominazione comune:"La Famiglia Dehoniana", dove, nella piena autonomia di organizzazione e di opere, si propongono di aiutarsi reciprocamente per mantenere viva e rendere sempre più efficace di santità e di salvezza il dono della loro vocazione.
Narrano i biografi che sul letto di morte, stendono la mano verso un'immagine del S. Cuore, con voce chiara P. Dehon disse: "Per Lui sono vissuto e per Lui muoio".
Queste furono le sue ultime parole, il testamento spirtuale che egli porge a noi, perché anche noi realizziamo, nell'amore e nell'offerta, lo stesso atteggiamento di fede e di grazia.

incontro alla nostra terra
S. Angelo a Fasanella
Quest’anno, per la prima volta, con i gruppi dell’ACR, terminata la scuola, abbiamo potuto fare nuove e indimenticabili gite.
La prima giornata – 2 luglio - siamo andati a S. Angelo a Fasanella (SA): si chiama S. Angelo perché si pensa che in quel paese sia apparso s. Michele arcangelo; a Fasanella, perché vicino scorre un fiume con questo nome. Siamo partiti alle 9.00. Già in pullman, dopo aver salutato le mamme e aver pregato, Luisa e Lucia ci hanno fatto fare dei giochi: ci è piaciuto molto quello dell’uomo di legno. Siamo arrivati a S. Angelo alle 12,30 per colpa di un incidente che ha creato una lunga coda sull’autostrada. Quindi una navetta ci ha accompagnati in un parco situato in mezzo alla natura. Dopo aver pranzato, ci siamo divertiti facendo bellissimi giochi; il primo a coppie: Lucia ci dava degli ordini e noi dovevamo eseguirli e ci siamo aggrovigliati e abbiamo riso molto. Poi ci siamo divisi in squadre. Nella prima gara ogni squadra doveva fare una corda con tutto ciò che avevamo. Poi, invece, si trattava di prendere acqua dal ruscello con un bicchiere, senza usare le mani, e riempire una bottiglina. Ci siamo divertiti moltissimi. È stato fantastico! Alla fine abbiamo fatto una passeggiata per andare a vedere le cascate, che erano bellissime e con il caldo che faceva avremmo voluto farci un bel bagno. Tornati in paese, siamo andati a visitare la grotta di S. Michele, che è adibita a chiesa. La cosa più caratteristica è che, dietro l’altare di S. Michele, si intravvede la forma di due ali sulla roccia, perciò si dice che l’Arcangelo abbia lasciato l’impronta quando è apparso nella grotta. Ma gli angeli sono puri spiriti, non hanno ali e non lasciano impronte.
Santuario del Getsemani e Madonna del Granato
Il 4 luglio siamo andati al Getsemani, un santuario vicino a Paestum. Appena arrivati abbiamo visitato la chiesa dedicata a Gesù che prega nell’orto degli ulivi. Al centro della chiesa c’è una statua di Gesù che prega appoggiato ad una grande roccia. Intorno a questa immagine abbiamo parlato di Gesù, della sua vita e soprattutto della sua sofferenza per tutti noi. Usciti, siamo andati nel bosco che circonda il santuario, e abbiamo fatto una lunga passeggiata, poi, in un anfiteatro abbiamo pranzato e giocato, prima a pallone, poi a scendere i gradini portando in testa un bicchiere pieno d’acqua e non dovevamo farla cadere.
Prima di ripartire, siamo andati in una fattoria vicina a vedere l’allevamento delle bufale.
In pullman siamo andati nella vicina chiesa della Madonna del Granato dalla quale si ammira un bel panorama.
Lanciano e Fossacesia
Domenica 6 luglio siamo andati a Lanciano, dove c’è la chiesa del miracolo eucaristico. Sono venuti anche alcuni genitori. Dopo aver partecipato alla santa messa, abbiamo osservato l’ostia diventata carne e il vino grumi di sangue. Siamo scesi nei sotterranei della chiesa dove ci sono i resti della città antica. Attraversata la città, siamo arrivati in un parco dove abbiamo pranzato all’ombra degli alberi. Quel posto era stupendo. C’erano anche i pavoni. Anche lì abbiamo fatto giochi nuovi e divertenti e abbiamo socializzato. Più tardi siamo andati all’abazia di S. Giovanni in Venere a Fossacesia. Abbiamo ammirato il bellissimo panorama sul mare e visitato l’abazia dove ci sono i frati passionisti.
Lago di Barrea
Barrea è un paese in provincia dell’Aquila, vicino a un lago, molto grande, bello e pulito, che fa provare un’emozione indescrivibile. Quel posto sembra un paradiso. Dopo aver visitato il paese, siamo andati in un parco enorme, la Camosciara, dove abbiamo pranzato e dopo abbiamo fatto il giro del parco con un grazioso trenino turistico, che ci ha lasciato all’inizio di un sentiero che porta alle cascate delle ninfee. Dopo una lunga passeggiata fu bellissimo vedere quelle cascate piene di vita e di purezza e Lucia ne ha approfittato per parlarci di Dio e di come la nostra vita assomigli ad una sorgente.
Siamo andati anche a Civitella Alfedena dove abbiamo visitato il museo del lupo e abbiamo visto anche un lupo vivo, ma dentro una zona recintata. Infine, per rinfrescarci abbiamo preso un gelato e siamo ripartiti. Il viaggio di ritorno, anche se lungo, ci sembrò molto breve, perché eravamo in compagnia, infatti abbiamo fatto tutto insieme e questa è la cosa più importante, perché nella vita non c’è gusto se non condividi le cose con gli altri.
Monte Faito
Ultima tappa, che ci è piaciuta di più, il Monte Faito. Questa gita è stata molto emozionante per la maggior parte di noi, perché abbiamo affrontato il viaggio con vari mezzi: il pullman di linea, il treno e infine la funivia, il mezzo per noi più nuovo, emozionante e divertente… bellissimo! Si vedeva il golfo di Napoli; ci sentivamo felici, pieni di forza e di speranza nell’affrontare quel viaggio. L’aria lassù era diversa, fresca e pura. Abbiamo fatto una lunga passeggiata per arrivare alla chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo. La cosa più bella è stata vedere il panorama, come se fosse un piccolo mondo da tenere in mano. In chiesa abbiamo pregato e ringraziato il Signore. Da lassù si potevano persino toccare le nuvole! Scendendo, abbiamo trovato un posticino dove pranzare e fare dei giochi. Riprendendo il cammino siamo arrivati al Belvedere, da dove, salendo su alcune rocce, abbiamo ammirato i due golfi, di Napoli e di Salerno. Era a dir poco fantastico: dietro di noi c’erano le cime della montagna.
Dopo tutto questo abbiamo ripreso la funivia e gli altri mezzi per tornare a casa, stanchi ma felici.
Per noi questi giorni sono stati una magnifica esperienza e la faremmo di nuovo molto volentieri. Il gioco che ci è piaciuto di più è proprio quello di essere stati insieme e di aver condiviso tutto come fratelli. Grazie alle missionarie e alle educatrici che ci hanno guidati con amore e dedizione, e preghiamo per loro.

eccomi…
Campo vocazionale itinerante alle Cinque Terre: da Levanto a Portovenere 3-10 agosto 2008
proposto dai dehoniani del nord-Italia, a cui ha partecipato Orielda della Compagnia Missionaria
Parole chiave della nostra spiritualità
Si parte! Siamo anche quest’anno un bel gruppetto pronto ad avventurarsi in quest’esperienza di cammino e di condivisone…ci attendono giorni caldi, ma soprattutto ci attendono i posti incantevoli che andremo a visitare, ci attendono momenti di fraternità, di preghiera di meditazione…pronti con lo zaino in spalla, sacco a pelo, scarpe comode; il nostro appuntamento è come al solito allo Studentato a Bologna. La partenza non è delle migliori soprattutto per il nostro p.Giogio che con la sua voglia matta di camminare si vede costretto a rinunciare (almeno per i primi giorni) a causa di un investimento avuto proprio la mattina del sabato antecedente la partenza a Milano…che dire: proprio non ci voleva, ma con gli imprevisti della vita siamo un po’ abituati a lottare e a perseverare nei nostri obiettivi e così il nostro mitico p.Giorgio, dopo aver passato una “bella mattinata” al pronto soccorso di Milano, si avventura con il gruppetto dei milanesi verso Bologna. Ad accoglierci allo studentato, mentre si arriva un po’ alla volta, c’è l’immancabile Antonio scj, oggi diacono, è stato il nostro tour operator durante tutta la settimana.
Dunque si parte: prima meta Levanto, posto incantevole, come tutti quelli che abbiamo avuto la gioia di vedere…lì a Levanto inizia la nostra avventura; il tema pensato per il campo è stato: Eccomi…io vengo o Dio per fare la tua volontà! In questa frase è racchiuso la perla preziosa della spiritualità dehoniana, quella radice a cui dehoniani, noi membri della Compagnia Missionaria e tutti coloro che si ispirano alla fonte di p.Dehon, troviamo nutrimento e significato. Ogni giorno del campo è stato pensato sviluppando gli aspetti fondamentali racchiusi nella nostra spiritualità che sono:
1 Il CUORE DI CRISTO
2 L’ECCE VENIO
3. IL CUORE TRAFITTO
4. OBLAZIONE
5. SINT UNUM
6. LA RIPARAZIONE
7. L’ADORAZIONE EUCARISTICA
Le nostre giornate sono sempre state scandite da momenti di riflessione sul tema del giorno; ore di cammino, meditazione personale e momenti di preghiera comune; naturalmente a tutto questo non sono mancati i momenti di fraternità, di amicizia, di scambio, la voglia di stare insieme e di divertirsi.
Le bellissime camminate ci hanno permesso di gustare i paesaggi e i magnifici posti della terra ligure…davvero incantevoli; il sole di agosto ha reso ancora più magnifico il nostro cammino permettendoci di ammirare quanto di bello esiste attorno a noi!
Riporto qui alcuni testi di riflessione personale che ci sono stati proposti durante la settimana che ci hanno aiutato ad entrare sempre un po’ di più in quel meraviglioso tesoro ricevuto dalle mani di Dio : il Cuore di Cristo
“Più che con l’intelligenza tu pensi con il cuore. Con il cuore guardi gli uomini e le cose. Osservi tutto con il cuore! I rapporti con i tuoi vicini dipendono dal tuo cuore. Sai difendere con tutta l’intelligenza e tutte le forze quanto il tuo cuore desidera. Il tuo cuore sceglie gli uomini e le cose con i quali vivere. Il tuo cuore sceglie le idee, la politica, il sistema per i quali vuoi combattere. Il cuore oscura o illumina la ragione. La regola sicura per il cuore è l’amore. Se il tuo cuore è colmo di egoismo e di diffidenza, non troverà mai un cammino di pace.(Phil Bosmans)”
La vocazione e la spiritualità del Cuore di Cristo
L’altra grande questione fondamentale che ha accompagnato la nostra settimana è appunto il tema della chiamata, per dirla in un altro termine il tema della vocazione intesa come ricerca di quel progetto che Dio ha pensato per ciascuno di noi…una chiamata nella chiamata per vivere secondo la spiritualità del Cuore di Cristo.
“Non ogni modo di vivere porta alla sorgente della vera gioia per la propria vita. Non ogni cosa che promette felicità vi conduce. Non vi si giunge quasi automaticamente, per evoluzione spontanea. Per potersi predisporre ad un incontro vero con se stessi, con gli altri e con Dio, sorgente di ogni vera gioia, è necessario a poco a poco educarsi al senso e al gusto delle realtà essenziali della vita. La tua ricerca vocazionale non fa passi avanti fino a che, in rapporto alla tua età, dopo vari tentativi, tu non ritrovi le “realtà veramente essenziali” per la tua vita, per ogni vita umana. Capita a tutti, prima o poi, di perdersi nell’accessorio e nel secondario, di faticare a distinguere e scegliere quello che veramente vale rispetto a ciò che attira di più, che soddisfa i sensi o l’intelligenza logica o la curiosità. La società attuale propone come necessari, attraverso vari bisogni indotti, tanti beni di consumo che in realtà sono periferici, talora fuorvianti rispetto a ciò che è costitutivo. Facendo così, suscita una sete quasi insaziabile. Fa’ centrare prevalentemente sull’avere, anziché sull’essere. Ci si costruisce allora in modo unidimensionale, spesso sulla facciata, sull’apparire, anziché nel cuore di sé.
(…)
Le strade che portano al proprio essenziale sono varie. Possono essere la riflessione, il contatto con persone veramente adulte in umanità e nella fede, certe prove della vita che mettono a nudo ciò che davvero conta, ecc. E’ importante che ciascuno, quanto prima, scopra esistenzialmente il proprio essenziale. Ne guadagna la propria crescita personale, soprattutto la ricerca vocazionale. Frutto della scoperta del proprio essenziale sono l’unificazione di sé attorno ad alcun valori centrali,
l’autoaccettazione gioiosa, il gusto scriteriato dell’avventura e del rischio, il senso della provvisorietà di tante cose secondo la dinamica del provvisorio, la fiducia nella vita come chi conosce e possiede un tesoro, la gioia di vivere, pur entro le immancabili prove. (…)
La vocazione resta nel suo nucleo costitutivo un mistero: gratuità totale da parte di Dio e sua priorità nella realtà vocazionale. Impegno totale nel rischio della fede da parte dell’uomo. L’essenziale di una vocazione non è particolarmente sapere dove si va; è andare sotto la guida di Dio. L’atteggiamento della disponibilità avvia, sostiene, e fa maturare ogni vocazione cristiana. Ogni cristiano che costruisce liberamente il suo avvenire prendendo le sue responsabilità di uomo, in riferimento continuo alla volontà di Dio, manifestata nel presente, si mette nelle condizioni più sicure per non sbagliare strada. Ogni vocazione nella Chiesa è una continua riconversione delle nostre viste sulle viste di Dio, un ricercare ciò che abbiamo già trovato, un chiedere ciò che abbiamo già ricevuto, un dialogo mai finito dell’uomo con Dio.”(Giuseppe Sovernigo)
L’amore di Dio
Proprio p.Dehon aveva detto: “Vi lascio il più meraviglioso dei tesori: il Cuore di Cristo”…ed è stato proprio questo Cuore ad accompagnare il nostro cammino, a farci intravedere fin dove arriva la potenza dell’amore di Dio; a farci gustare come è bello che i fratelli stiano insieme; a farci contemplare la bellezza della natura come segni visibili della creazione; a permetterci di sperimentare la fatica del cammino per arrivare alle mete prefissate gioiosi e soddisfatti; a godere nel sentirci uniti verso un’unica direzione; è stata l’esperienza del Cuore di Cristo a farci sentire che la comunione e l’unità sono realtà possibili da vivere!
La settimana è passata talmente veloce che non ci siamo resi conto del lungo cammino che abbiamo fatto…anche quest’anno, dunque, abbiamo potuto sperimentare che pur provenendo da esperienze diverse, pur non conoscendoci tutti, ci siamo sentiti uniti da grandi desideri che sono stati gli ingredienti portanti della nostra bella esperienza: cammino, fraternità e amicizia, desiderio di fare esperienza di Cristo, voglia di divertirsi e di svagarsi, ricaricarsi per ripartire alla grande…ci è stata offerta la possibilità di vivere un tempo forte di incontro con noi stessi, con gli altri e con Dio…abbiamo sperimentato la nostra reale capacità di metterci in gioco sempre e comunque!!
Un grazie ai giovani con cui ho condiviso questa bella settimana, un grazie ad Antonio che con arte ha preparato questo itinerario e a p.Giorgio che dopo una partenza un po’ provata ha recuperato alla grande…nella vita mai disperare…anche quando le partenze sembrano complicate poi alla fine tutto si aggiusta!!

roma, giubileo paolino 2009
11 gennaio 2009
Il "gruppo sposi", con altre famiglie, si è recato in pellegrinaggio a Roma per il giubileo paolino.
La giornata è iniziata con la visita all'abazia delle Tre Fontane e alle chiese limitrofe della Scala Coeli -sulla prigione di S. Paolo- e della chiesa del martirio di S. Paolo: all'interno si trovano le tre fontane che la tradizione vuole sgorgate dai punti dove è rotolata la testa del l'Apostolo decapitato, e il ceppo della decapitazione.
Quindi il gruppo si è recato alla Basilica di S. Paolo fuori le mura, dove ha potuto sostare in preghiera sulla tomba dell'Apostolo, avvicinarsi al sacramento della riconciliazione e partecipare alla S. Messa.
Dopo il pranzo nel pensionato S. Paolo, vicino alla Basilica, si è trasferito all'Appia Antica, per visitare: la Basilica di S. Sebastiano, dove è custodita la tomba del Martire e anche la stupenda opera del Bernini "Salvator mundi"; le catacombe di S. Callisto; la chiesa del Quo Vadis, costruita sul luogo dove S. Pietro, fuggendo dalla persecuzione di Nerone, incontrò il Cristo che gli disse di essere diretto a Roma per essere nuovamente crocifisso: l'Apostolo tornò sui suoi passi.
