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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
dicembre 2016
 
fiume d'acqua viva
 
Festa S. Cuore 2016 “E mi mostrò un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dall’Agnello”. (Ap. 22,1) Carissime/i, prima di tutto un saluto affettuoso da parte mia e di tutto il Consiglio con il quale si è deciso di inviare questa lettera , assieme a “comunicazioni” di maggio 2016. Ci pare bene suggerire a tutti i membri CM (cfr Lettera Programmatica 2013-2019 p. 21) di ritornare a dare rilievo a questa festa molto cara a tutte noi, con la preghiera e con gesti creativi e concreti di solidarietà, tenendo conto dell’anno speciale che stiamo vivendo: il giubileo della misericordia. Vorrei anche ricordare in questa occasione il 50° di fondazione dei Familiares (1966-2016) che si realizzerà il 5 giugno 2016 a Genova ed in collegamento skype con tutti i gruppi dei Familiares dei vari paesi dove la CM è presente. Ringraziamo il Cuore di Cristo per questa bella intuizione di P. Albino Elegante. Dai suoi scritti a questo ramo della nostra famiglia, stralciamo una riflessione che ci può aiutare a realizzare la nostra vocazione: …“Il familiaris deve splendere della sua autenticità. In mezzo ai fratelli e alle sorelle egli deve essere un testimone di Dio, testimone di quanto è particolarmente specifico dell’essere di Dio: la sua bontà, la sua misericordia, il suo ottimismo, la sua fedeltà, la sua speranza … In una parola: il suo amore senza limiti e distinzioni. Una fontana che dà acqua a tutti e inesauribilmente.” … (cfr Vinculum n. 1 – 2016 p. 6-7) Quest’anno ricorre anche il 50° delle missioni popolari o dell’evangelizzazione itinerante che può essere occasione di gratitudine al Cuore di Cristo sorgente inesauribile di nuova vita. Lasciamoci inondare da quest’acqua viva che ci chiede di rinnovarci per cogliere le sfide del tempo presente anche in questo aspetto della nostra missione. Ho letto la lettera del P. Generale scj per questa festa del Sacro Cuore e ne raccomando vivamente la lettura ad ogni membro della CM. Sono in piena sintonia con quanto scrive e quanto suggerisce a tutti i membri della Famiglia Dehoniana della quale facciamo parte. Per tutte/i noi può essere bello ritornare al n. 2 del nostro Statuto dove si parla di stile della nostra donazione e ad una delle componenti essenziali del nostro essere CM: la “contemplazione che si ispira all’esempio di Maria per aderire sempre più alla persona di Cristo, al mistero del suo Cuore ed annunciare il suo amore”. Credo che tutto questo va realizzato nel quotidiano della nostra vita cercando di vivere quei gesti concreti che ci rendono capaci di dono e di perdono reciproco; quel dono e perdono senza limiti che riceviamo dall’amore pieno di misericordia del Suo Cuore; quello che zampilla abbondante e ci dona incessantemente vita nuova. Sarà questo fiume d’acqua viva che continuerà a sostenerci ogni giorno e ci farà capaci di vivere nuove sfide insieme. In comunione. Bologna, 3 giugno 2016 Martina
ottobre 2016
 
giugno 2016
 
cammino e riposo
 
“Gli apostoli si riunirono intorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ ”. (Mc 6, 30-31a) Carissimi/e, eccomi di nuovo a voi con l’augurio per un tempo di riposo (almeno per chi vive in Europa ed in Guinea Bissau), dato che i mesi che ci aspettano sono classicamente di vacanze. Per gli altri Paesi dove la CM è presente (Argentina, Cile, Mozambico e Indonesia) invece le vacanze sono verso fine inizio dell’anno ma tutte/i in qualche modo siamo chiamati/e a riposarci nel Signore. Nelle parole di Gesù sentiamo tutta l’attenzione e la tenerezza di una relazione che dà spazio all’incontro, all’ascolto e al dialogo. Egli invita ciascuno/a di noi a vivere i suoi stessi sentimenti ed il suo modo di tessere le relazioni con gli altri/e. “Venite a me , voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. (Mt 11,28-30) Questa estate vivremo la nostra Consulta delle Responsabili di gruppo e vorremmo proprio che fosse un incontro ricco di umanità, di relazioni autentiche che partono dalla relazione con Gesù nostro maestro e Signore. Desideriamo camminare con Lui e riposarci in Lui e chiediamo per questo il dono dello Spirito che ci sospinge e ci chiede di percorrere “passi nuovi”. “Camminare è una delle parole che preferisco quando penso al cristiano e alla Chiesa … Penso che questa sia veramente l’esperienza più bella che viviamo: far parte di un popolo in cammino, in cammino nella storia, insieme con il suo Signore, che cammina in mezzo a noi”! (Papa Francesco) E’ l’esperienza del giubileo della misericordia che stiamo vivendo, l’esperienza di un incontro più profondo con il Signore che ci fa accogliere continuamente il suo perdono, la sua vicinanza e ci invita a vivere a nostra volta il perdono e la vicinanza con coloro che sbagliano e vogliono riprendersi, ricominciare. Continuiamo a sentirci unite nel desiderio di crescere nell’essere misericordiose come Lui seguendolo anche nei momenti difficili e della prova in comunione le une con le altre. Maria nostra madre, guida e custode ci sostenga e ci benedica. Martina PROFONDITA’ DELLA MISERICORDIA “Aiutami, Signore, fa’ che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi nulla sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto. Aiutami a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori e ai gemiti del mio prossimo. Aiutami, Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono. Aiutami, Signore a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi. Aiutami, Signore, a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, i n modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. Il mio vero riposo sta nella disponibilità verso il prossimo. Aiutami, Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A nessuno rifiuterò il mio cuore. Mi comporterò sinceramente anche con coloro di cui so che abuseranno della mia bontà, mentre io mi rifugerò nel misericordiosissimo Cuore di Gesù. Non parlerò delle mie sofferenze. Alberghi in me la tua misericordia, o mio Signore. Tu stesso mi comandi di esercitarmi in tre gradi della misericordia. Primo: nell’azione misericordiosa di ogni specie. Secondo: nel parlare con misericordia; quel che non riesco a fare con le azioni, devo farlo con le parole. Terzo: nel pregare; qualora non possa comportarmi con misericordia né agendo, né parlando, lo posso sempre fare pregando. Estenderò la mia preghiera fino a raggiungere anche i luoghi in cui non posso essere fisicamente presente. O Gesù mio, trasformami in te stesso poiché tu puoi fare tutto”. Faustina Kowalska
memoria
 
Lo scorso  21 aprile abbiamo ricordato  il secondo anniversario della morte del nostro Fondatore p. Albino Elegante. Fare memoria attraverso i suoi scritti, della lunga vita di p. Albino significa per noi lodare e benedire l’Amore Trinitario per le meraviglie compiute in lui. Riproponiamo, in parte, quanto lui stesso raccontò in un’intervista per il suo ottantesimo compleanno: «Sono nato a Caldogno, in provincia di Vicenza, il 15 novembre 1919, da una famiglia povera, e fui battezzato il 30 novembre. Mio padre, Giovanni, lavorava i campi, ma il sabato e la domenica faceva il barbiere; la mamma, Maria Galvan, era semplicemente casalinga. Ebbero tre figli: Angelo, Gemma e io. Ricevetti la cresima il 24 giugno 1928. Una sera, quando frequentavo la quarta classe, presi in mano le Letture Cattoliche di D. Bosco. In quell’opera lessi la storia di un missionario, che era andato in Cina ed era morto martire, decapitato. Ho presente l’immagine che lo raffigurava in piedi, sul parapetto della nave, mentre guardava lontano… Anziché spaventarmi, quella lettura fece sorgere in me un grande desiderio. Piansi quella sera e mi dissi: “Domani vado a farmi prete”. Andai dal parroco, che mi chiese: “Che classe fai?”. “La quarta”, risposi. “Finisci la quinta - concluse - e poi ne riparliamo”. Terminata la scuola, l’anno successivo, mi accompagnò alla scuola apostolica dei Sacerdoti del Sacro Cuore, ad Albino, in provincia di Bergamo: la mia casa distava 170 km; troppo. La nostalgia della famiglia mi fece piangere per molte notti.  Era l’ottobre 1930. Il 25 marzo successivo, feci la vestizione. Dopo il ginnasio, il 29 giugno 1936, fui accolto come postulante. Fui mandato ad Albisola Superiore (SV), per il noviziato, iniziato il 28 settembre 1936 e il 29 settembre 1937 emisi i primi voti. Iniziai il liceo: il primo anno a Spotorno (SV), gli altri due a Oropa (NO). Terminato il liceo venni allo studentato, qui a Bologna, per lo studio della teologia. Qui il 29 settembre 1941 feci la professione perpetua, ma dovemmo sfollare a Castiglione dei Pepoli, sull’Appennino, a causa della guerra. Dopo tre anni fui ordinato sacerdote, il 25 giugno 1944, dal Cardinale Nasalli Rocca, nella vecchia chiesina del Suffragio, qui a Bologna, ma la mia famiglia non poté essere presente. Dopo tre giorni la raggiunsi io e celebrai la prima messa a Caldogno. Il treno che mi portò a casa fu l’ultimo che riuscì a passare. Fu bombardata la linea ferroviaria. Il quarto anno di teologia l’ho trascorso in famiglia, studiando sui libri del parroco. Erano stati anni difficili: c’era poco da mangiare, a Castiglione, per giovani che avevano sempre un buon appetito. Quando arrivai a casa, la mamma mi disse che ero diventato trasparente. Tornato a Bologna, al termine della guerra, il superiore mi nominò direttore dell’Apostolato della Riparazione, un’associazione che diffondeva la spiritualità del S. Cuore, nella forma che p. Dehon aveva consegnato alla sua congregazione: vita d’amore e di riparazione per l’avvento del Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società. Furono anni bellissimi, di grandi soddisfazioni. Demmo vita anche alla rivista  Adveniat Regnum tuum, diventata poi  Rivista dell’Apostolato della Riparazione. Insieme con p. Moro, che seguiva gli Amici di Gesù, associazione di bambini che vivevano la stessa spiritualità, ho girato l’Italia, per diffondere l’associazione, formarne i membri, predicare gli esercizi spirituali. Tra le giovani iscritte all’Apostolato della Riparazione, alcune volevano consacrarsi totalmente al Signore e io indicavo loro gli istituti dedicati al S. Cuore, ma finalmente, a Cesuna (VI), durante un corso di esercizi, nel 1955, con un piccolo gruppo di giovani che desideravano la vita di consacrazione, decidemmo di dare inizio ad una nuova realtà. Fu quello il primo passo verso la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, che nacque a Bologna la notte di Natale del 1957.” Fin qui la testimonianza diretta di p. Albino di una storia che continua fino ad oggi. Nel riordinare i suoi “ricordi” ci siamo ritrovate tra le mani questa preghiera che p. Albino ha scritto il giorno della sua ordinazione diaconale, due mesi prima della sua ordinazione sacerdotale. “O Divino fuoco, o Divino Amore, o dolce Ospite dell’anima mia,  arrendimi e purificami sono povero, sono nudo, sono freddo;  ma mi abbandono tutto a te. Lava, irriga, sana, piega… Compi nel mio spirito, ciò che compisti nel caos primitivo della materia: sii principio di ordine, di luce, di vita. Trasforma la mia anima, come nei dì di Pentecoste trasformasti l’anima degli apostoli:  donami la gioia ineffabile del servizio fedele, nell’amore generoso a Gesù. Riempimi dei tuoi divini carismi:  donami la vera sapienza, donami l’intelletto delle cose celesti;  sii mia guida e la mia fortezza; ricolmami la mente della scienza celeste; fammi profondamente pio nel santo timor divino.  Donami la gioia di vivere abitualmente assorto in te dimentico di tutti e di tutto.” (Castiglione dei Pepoli 23 aprile 1944)                                                P. Albino nel giorno della sua ordinazione sacerdotale,  25 giugno 1944 Con la stessa preghiera, in comunione con p. Albino, lo  affidiamo all'abbraccio di Dio Amore, che solo sa compensare con il centuplo la lunga, generosa e fedele disponibilità del suo servo.
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