Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

servitori di cristo morto e risorto
Carissime/i,
eccomi
di nuovo a voi. Stiamo vivendo questi mesi di preparazione della nostra
Assemblea della Compagnia Missionaria che celebreremo insieme e che ci
coinvolge tutte. É un tempo di grazia, tempo di ascolto di ciò che lo Spirito ci suggerisce, tempo nel quale desideriamo
aprirci alle novità ed alle sorprese di Dio; tempo per guardare il presente ed
il futuro con i criteri del Vangelo.
Sentiamoci impegnate a
fare la nostra parte sia a livello personale che di gruppo mettendo in comune
ciò che siamo e ciò che ci sta a cuore per il bene della nostra famiglia.
Chiedo a tutte/i una preghiera più intensa perché il Signore guidi le nostre
scelte con la luce dello Spirito Santo.
Un
tempo prezioso ci è dato per preparare la prossima Pasqua che celebriamo
quest’anno il 21 aprile. Ci piace
collegarla al 21 aprile 2014 e ricordare il 5° anniversario del passaggio alla vita piena nella casa del
Padre, di p. Albino Elegante, fondatore della CM. A questo proposito mi è parso
provvidenziale, ritrovare una sua riflessione dell’aprile 1980 alle
missionarie. Ne propongo una parte che ritengo significativa.
… “Questo
atto “ricreativo” avviene mediante la
morte di Cristo per amore. E’ talmente sconvolgente questa rinascita
dell’umanità alla grandezza di Dio, che ci vuole la morte e la risurrezione
dello stesso Figlio di Dio per realizzarla”…
Difatti
anche dopo il battesimo noi
rimaniamo fragili, pur avendo la possibilità e la grazia di vivere una vita
nuova. Siamo sotto il peso della
fragilità “storica”, sotto il condizionamento della “carne”…
Nasce in noi
la spontaneità della risposta, spontaneità che non è superficiale, di
occasione, condotta dalla improvvisazione e dalla emotività … Si concretizza,
prevalentemente e con entusiasmo in quelle espressioni di donazione e di
servizio che già costituiscono l’intelaiatura del proprio essere nella Chiesa,
la “strada maestra” del proprio andare verso Dio e i fratelli …
Ø Si tratta di trascinare
nel proprio impegno tutto se stessi: con la propria posizione spirituale,
ecclesiale, sociale, familiare, di lavoro ...
Ø Si tratta di accettarsi,
volersi bene, valorizzarsi nell’amore, accettare i propri limiti, i propri
difetti, il proprio temperamento, la propria salute, i propri tempi …
Ø Si tratta di arrivare a
modificare le nostre abitudini nel vedere, nel considerare, nel valutare … le
persone e le realtà che ci circondano. Tutto è da Dio. Lo sono anche i miei
fratelli e le mie sorelle. Anche loro sono stati redenti con il sangue di
Cristo con la sua morte e risurrezione. E sono attualmente anche loro amati da
Dio.
E Dio come
vuole me salvo e santo, vuole salvi e santi pure loro.
Quanto
diventa bella la mia vita e come si apre alla gioia, quando nella pazienza e
nella speranza cerco di farmi servitore di Cristo morto e risorto!”.
Trovo molto attuali queste parole ripensando anche
al suo modo di essere con noi. Interpella la nostra vita di relazione con Dio e
tra di noi e ci chiede di ritornare “al primo amore” a ciò che è essenziale per
seguire il Signore e vivere rinnovate dalla Sua Parola nel nostro cammino
quotidiano.
Sono una chiamata di Dio a
lasciarci affascinare dalla bellezza delle meraviglie del Signore Risorto, per
vivere nella gioia e nella festa perché Lui è la nostra Pasqua.
Auguro a tutte e
a tutti
una buona e bella
Pasqua
In comunione.
Martina

ricordo di p. albino elegante
Leggendo i due libri: “60 anni di storia sulle strade del mondo” e “Gettare tutto nelle fondamenta” (lettere scritte da p. Elegante
ancor prima che nascesse la Compagnia Missionaria) ho trovato fervore e zelo
apostolico, pagine intense, riflessioni che continuano nel cammino della nostra
storia, perché P. Albino le ha riproposte e donate anche a noi. Punti fermi che
ancora oggi possono aiutarci a vivere la nostra donazione con un amore grande
al Cuore trafitto di Gesù e alla Chiesa. Nelle lettere ho ritrovato le
fondamenta della nostra spiritualità e dello stile di vita della Compagnia
Missionaria.
Questa nuova pubblicazione dà voce a tutti
coloro che lo hanno conosciuto: membri della Compagnia Missionaria, confratelli
Dehoniani e altri amici che attraverso il loro ricordo, ci donano queste “perle”, perché ci aiutino a conoscere
altri aspetti e sfumature della sua vita, a noi forse sconosciute.
Una persona si può conoscere in molti modi:
attraverso ciò che ha scritto, ciò che ha realizzato o altro.. ma penso che
la “statura” di una persona si possa
misurare e conoscere a fondo, guardando a come ha saputo tessere relazioni.
Attraverso queste testimonianze possiamo aggiungere altre piccole perle a ciò
che già conosciamo. Sì, ha camminato con noi e questo cammino ci ha fatto
crescere insieme: P. Albino e noi. Poter mettere in comune ciò che ciascuno ha vissuto
è come comporre un mosaico armonioso
fatto di piccole cose, che danno significato e colore alla nostra vita.
Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a comporre questo mosaico che ci
stimola a ringraziare il Signore, per averci donato p. Albino e aver
potuto costruire insieme un po’di storia.
Questa pubblicazione è un dono di
riconoscenza a P. Albino nel 5°
anniversario della morte e nel centenario della sua nascita. Lo ringraziamo per questa rete di relazioni che ha saputo
tessere, e riconosciamo che attraverso queste testimonianze il nostro caro P.
Albino ci parla ancora.
Anna Maria Berta

servire in umiltà
Studiamo il contenuto del secondo termine della nostra
denominazione: Compagnia Missionaria.
Etimologicamente
la parola è derivata dal verbo latino:
“mittere”= “mandare” e precisamente dal participio passato: “missus” =
“mandato”. Nella Scrittura questo verbo è usato spessissimo in tutta la sua
coniugazione per significare una finalità ben precisa: l’investitura da parte di Dio di una missione di salvezza.
Così, ad
esempio, in Genesi (45,5) Giuseppe dice ai fratelli: “Iddio mi mandò avanti a voi in Egitto per il vostro bene”.
Mosè, in nome
di Dio, si presenta al Faraone per dichiarargli: “Jahve Dio degli Ebrei, mi ha mandato da te per dirti: lascia partire
il mio popolo affinché mi renda un culto nel deserto” (Es 7,16)…
Anche Gesù si
dice mandato dal Padre come dono d’amore
“affinché
ognuno che crede
non
perisca, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).
La presenza
della volontà salvifica di Dio deve durare senza sosta sul cammino degli
uomini. Per questo Gesù risorto trasmette la consegna della sua missione agli
apostoli: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”(Gv
20,21). “Andate e istruite tutte le
genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”(Mt
28,19).
L’investitura
da parte di Dio importa l’accompagnarsi
della sua onnipotenza contro tutte le resistenze e tutte le difficoltà.
“Prima che ti formarsi nell’utero ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi dal seno ti ho santificato: ti ho stabilito profeta per le
nazioni” (Ger 1,5).
“Tu poi, cingiti i fianchi, levati e di loro quanto ti
ordinerò: altrimenti ti farò temere la loro faccia. Ecco io ti pongo, oggi,
come città fortificata, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i
re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo della terra. Ti
faranno guerra, ma non ti sopraffaranno perché io sono con te per salvarti” (Ger 1,17-19)
Le pagine della
Scrittura sono indistintamente segnate da questa certezza e testimoniano la
“strana” azione di Dio.
Nella prima
lettera ai Corinti, l’apostolo Paolo ha tentato di descriverla così:
“Ciò che è stolto per il mondo, Dio lo sceglie per
confondere quello che è forte….affinché nessuna creatura possa vantarsi davanti
a lui” (1Cor 1,27-29)…
Noi e il dono di Dio
1. La chiamata di Dio alla fede è certamente per tutti gli uomini, ma alla
perfezione della fede in una integrale imitazione di Cristo e ad una esplicita
missione di apostolato, è solo per alcuni.
Noi dobbiamo raggiungere la morale certezza di essere fra questi. Come?
Forse un indice particolarmente rivelatore è il senso di Dio che lentamente ci invade.
E’ la forza del cuore che
trascina di prepotenza tutte le facoltà verso colui che sta diventando il
grande amore e il grande interesse della nostra vita:
“Proseguo la
mia corsa, scriveva San Paolo ai Filippesi, per vedere di afferrare Cristo Gesù perché anch’io sono stato
afferrato da Lui”.
Uno scambio di attenzione. Se la nostra non riesce a diventare
preponderante per Dio, arrischieremo di fare un passo che forse non era nei
suoi disegni o che, comunque, svuota la sua scelta di quella stabile serenità
che egli voleva donarci per farci testimoni della sua vita e della sua gioia in
mezzo ai fratelli.
La volontà dunque di conquistarci brano per brano a Dio, in un lavoro
paziente, sofferto, ma tenace e soprattutto soddisfatto perché è prova d’amore,
è ricambio d’interesse, perché è dono di noi stessi a lui, immedesimazione
della nostra vita con la sua vita….è un buon criterio per affermare che egli ci
ha scelti e portati tra le file della Compagnia Missionaria.
2. La vocazione di Dio è sempre per un dono di salvezza che egli vuol porgere
agli uomini per mezzo nostro. “Come posso essere nel mio ambiente una luce che
elevi dalle bassezze della quotidiana oscurità, luce che riscalda, illumina e
vivifica? Solo se io spesso sto nel cerchio luminoso di Dio. “Il Cristo mi deve
illuminare: allora potrò irradiare diffusamente ed efficacemente la sua luce”
(B.Naegele). Il filtrare quotidianamente tutto noi stessi: pensieri,
sentimenti, parole, atteggiamenti, attività attraverso il Vangelo, perché tutto
sappia di Cristo, perché tutto ripeta, quanto meglio è possibile, l’esempio di
Cristo, non è solo un lavoro necessario per rendere certa la nostra vocazione
“radicandola nell’amore” ma è anche una questione di….onestà professionale.
“Investiti di questo ministero,...
ripudiamo i sotterfugi dettati dalla
vergogna e, invece di comportarci con astuzia e di falsare la parola di Dio, ci
affidiamo al giudizio coscienzioso di ogni uomo con la chiara manifestazione
della verità al cospetto di Dio….Poiché noi non predichiamo noi stessi, ma Gesù
Cristo” (2Cor 4,1-5).
Sembra legittimo concludere che, per essere degni del mandato di Dio, noi
dobbiamo tendere ad essere sacramento di Cristo, come Cristo fu sacramento del
Padre.
Con il termine “sacramento” intendiamo una realtà umana che ci accosta ed
immerge in una realtà soprannaturale. Questo fu certamente il compito
dell’umanità di Cristo rispetto alla divinità e all’amore del Padre. “Il Padre ed io siamo una cosa sola” (Gv
10,30). Ecco perché “chi vede me, vede anche il Padre mio”(Gv
14,9).
Possiamo ambire lo stesso traguardo nei confronti della santità e
dell’amore di Cristo?
Credo sia più esatto dire che “dobbiamo”perché “noi siamo gli operai di Cristo e gli amministratori dei misteri di Dio.
Ebbene dagli amministratori non si esige altro se non che siano fedeli”(1Cor
4,1-2).
3. Una parola anche sul contesto in cui Dio ha “calato” la nostra vocazione.
Senza dubbio diversi erano i compiti di una vocazione di Dio e re, a
profeta, a liberatore del suo popolo. Altrettanto, ai giorni nostri, di una
vocazione di Dio all’una o all’altra famiglia di consacrati. La nostra si attua
nella Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.
Peccare di astrattismo è una tentazione facile, ma se seguita ci
condurrebbe alla insoddisfazione e alla sterilità.
Le linee, dunque, su cui noi dobbiamo erigerci a “segno” di Dio in mezzo ai
fratelli ed espletare il dono di grazia che egli ci ha affidato, sono quelle
che nello studio, nella pazienza, nell’obbedienza all’indirizzo di Dio e della
Chiesa sono maturate per la Compagnia Missionaria.
Porci decisamente nelle modalità di servizio che sono proprie della nostra
famiglia, amarne la fisionomia, rispettarne le tradizioni, donarci con
intelligenza e iniziativa alle sue attività, riscaldare gli ideali e le energie
al fuoco del suo spirito, significa vivere nella piena aderenza al piano di Dio
e nella soddisfazione di sentirci “realizzati”come lui ha pensato e scelto per
noi.
“Chi di voi, ha detto Gesù, se ha un servo ad
arare o al pascolo, al suo ritorno dalla campagna, gli dice: “Svelto, vieni a
metterti a tavola! Non gli dirà invece:”Preparami da mangiare, cingiti per
servirmi…poi mangerai e berrai anche tu?
Forse il
padrone ha degli obblighi con il servo perché ha eseguito gli ordini
ricevuti?
Così anche voi:
quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto
semplicemente quello che dovevamo fare” (Lc 17,7-10).
Servire con umiltà, dove e come
desidera Dio, è tutto il senso della sua chiamata.
Infatti “non siete stati voi che
avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho posto sul cammino perché andiate e
portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16).
Il pensiero
conclusivo
Questa mattina,
celebrando la Santa Messa, sono stato particolarmente colpito dalle parole
della consacrazione:
“Prendete e mangiate tutti: questo è il mio
corpo offerto in sacrificio per voi”.
Ho pensato che
l’essere scelto da Dio era anche una domanda che egli ci faceva di seguire il
suo Figlio in tutti i passi del suo cammino, eventualmente anche fino al
calvario.
Dal giorno
infatti in cui Cristo ha compiuto il suo sacrificio, sembra diventata
ineluttabile la legge della sofferenza per il traguardo della redenzione.
Ho detto al
Signore di “si” per me e per voi. Sono stato indiscreto?
Spero di no,
perché per noi “chiamati”, il vivere “è
una moneta da spendere” per comperare la salvezza nostra e dei fratelli.
(Dagli scritti di P. Albino, Bologna, 2-2-1971)

un altro mondo
VISITA DELLA PRESIDENTE IN GUINEA BISSAU
Dal 6
dicembre 2018 al 9 gennaio 2019 in Guinea Bissau per visitare il gruppo CM che
vive e lavora in questo paese dell’Africa occidentale bagnato dall’Oceano
Atlantico.
6 dicembre: viaggio con Royal Air Maroc (RAM) per la prima volta. Alcune
persone gentili mi aiutano a salire e scendere dall’aereo portandomi il
bagaglio a mano. Ne sono loro grata e le benedico. Siamo stipati in un aereo
con sedili mini, molta gente comunica ad alta voce tranquillamente senza la
minima preoccupazione di dare disturbo agli altri: tutti insieme
appassionatamente … Sarà così per quasi tutto il viaggio. A Casablanca tempo ridotto per raggiungere la coincidenza
per Bissau ma un funzionario ci fa passare prioritariamente tra la ressa dei
passeggeri. Troviamo il nostro aereo quasi pieno di passeggeri provenienti da
altri paesi. Sarà così anche a Capo Verde dove ci fermiamo per far scendere
alcuni passeggeri e salire altri. Sembra di stare su un autobus! A Bissau
scendiamo ma altri rimangono per andare in Costa d’Avorio. Questa linea aerea occidentale dell’Africa è
coperta in buona parte da RAM infatti è più economica di altre. In Guinea Bissau giungiamo il mattino presto – ore 3.30 del
7 dicembre: mi aspettano Antonieta e Ivone. Si avvicina un funzionario
dell’aeroporto, Abu, figlioccio di Antonieta, che mi aiuta nel disbrigo delle
formalità per uscire rapidamente. Subito a nanna ed il sonno sarà compagno
benefico nei giorni seguenti di assestamento tra le temperature europee e
quelle africane. Dormo, dormo, dormo e
mi fa bene. Oggi,
domenica partecipo alla Messa all’aperto, sotto gli alberi ed un grande albero
di castagna cajù, attorniata da tanta gente e tantissimi bambini. Alla fine
dell’Eucaristia devo presentarmi con un altro credente proveniente dalla Guinea
Conakry. Si usa così e vuole essere un modo per accogliere e far sentire che
sei in sintonia con la comunità. 10 dicembre: giornata internazionale dei Diritti Umani.
Siamo invitate da Ivone ad un incontro nel Centro Culturale Francese dove si
parla di inclusione sociale delle persone con handicap. Andiamo tutte:
Antonieta, Ivone, Nhamo, Silvia ed io. Molte persone partecipano a questo
evento dove si raccontano storie di vita di persone che hanno lottato per
affrontare dignitosamente e con determinazione il loro limite riuscendo ad
impegnarsi ed a lavorare affinché molti altri connazionali potessero accedere a
migliori condizioni di vita. Una di queste persone é appunto la nostra Ivone.
Una serata di festa con canti e danze che coinvolgono un poco tutti. Vita quotidiana: il mattino dopo la preghiera e la colazione
ciascuna va o a scuola (Silvia e Nhamo, Antonieta), o al lavoro (Ivone) ed io
rimango in casa. Jaime (custode di giorno) si occupa di varie cose, galline,
cani, giardino, e vigila sull’ampio spazio dove si affacciano la nostra
abitazione, la scuola, l’atelier (dove imparano a cucire alcune donne). Rosa,
sordomuta, lavora come inserviente nella scuola ma viene tutte le mattine ed ha
cura della pulizia esterna di una parte della casa, ... tutte persone che sono
preziose per l’andamento della casa e che mi insegnano la fedeltà quotidiana al
proprio dovere. Il
pomeriggio ci dedichiamo agli incontri tra di noi e cerco di cogliere e di
capire attraverso il dialogo ciò che le persone vivono. Antonieta e Ivone (46
anni) fanno parte della CM da 14 anni e Nhamo (30 anni) da 4 anni; Silvia vive
con noi da settembre 2017 e frequenta il primo anno della Università per
educatrici d’Infanzia; sta vivendo il periodo di accompagnamento iniziale ed ha
21 anni. Colgo le storie familiari e quello che sentono nel loro cuore. La scuola, della quale è direttrice Antonieta, con 450
alunni dal lunedì al venerdì riempie di voci il cortile dove si affacciano le
nostre abitazioni. Oltre alla scuola c’è anche l’atelier che ha una sua
organizzazione con l’appoggio e l’impegno appassionato di Ivone. Feste natalizie: canti ben preparati e liturgie curate con
la presenza dei francescani OFM della parrocchia di Brà che fedelmente
celebrano l’Eucaristia nello spazio davanti alla nostra casa e sotto un grande
albero di caju. La presenza della comunità di S. Paolo abbastanza corposa ed
attiva con l’appoggio e la collaborazione delle nostre missionarie. 26 dicembre: passeggiata a Nhoma dai frati francescani che
lì hanno una scuola ed un liceo in una zona che dista circa 30 km da Bissau.
Una zona difficile dal punto di vista pastorale. Grande accoglienza e una
giornata vissuta nella gioia della fraternità squisitamente francescana. Un
giorno di distensione che fa bene a tutte. 30 dicembre: visita alle famiglie delle missionarie:
iniziamo con la famiglia di Antonieta che abita relativamente vicina lì
preparano il pranzo con la presenza del papà e dello zio con parte della sua
grande famiglia. I vicini partecipano alla nostra festa che diventa festa per
tutti. Scambio di regali: ricevo il tessuto tipico che qui viene realizzato a
mano. Anche dalla famiglia di Ivone che abita vicino alla parrocchia di Fatima
(in centro) veniamo ricevuti con molta gioia ed anche qui scambio di doni.
Proseguiamo e visitiamo il fratello di Antonieta, Alberto con la sua famiglia
ed infine la mamma di Nhamo. Un grande giro che mi dà occasione di conoscere
alcuni quartieri della città di Bissau. Un pomeriggio pieno di incontri che
rendono gioiosa e bella questa ultima domenica dell’anno. La sera del 31 dicembre partecipiamo alla messa di
ringraziamento di fine anno nella parrocchia centrale di Brà di cui fa parte la
comunità di S. Paolo ed altre 4 comunità. E’ una messa molto animata con canti
e danze. I Frati Francescani Minori animano questa Eucaristia. Sono tutti
giovani sacerdoti della Guinea e si sente questo clima gioioso che fa bene al
cuore. 2 gennaio 2019: visita a Takir, alla Casa Regionale dei
missionari del PIME presenti in Guinea da più di 70 anni. Incontro con P. Fabio
Motta Superiore regionale del PIME, che ci fa conoscere questo luogo dove sono
vissuti molti missionari. La presenza ed il servizio missionario si svolge non
solo a Bissau ma anche in varie missioni. Collaborano anche molti laici. La
Compagnia Missionaria deve molto ai missionari del PIME perché sono loro che
hanno accolto l’inizio del cammino vocazionale di Antonieta ed Ivone ed
accompagnato la nascita della CM in terra di Guinea. Un ringraziamento sentito
a loro, (soprattutto a p. Dionisio Ferraro, ora in Italia) che ha collaborato fin dal 1994 per la nascita
e la crescita della comunità di S. Paolo, la scuola e le iniziative sociali e
missionarie in questa zona della città. Proseguiamo il nostro giro visitando anche il Centro di
N’Dame creato da un missionario del PIME. Incontriamo due suore missionarie
(provenienti dall’India – Kerala) dell’Istituto Oblate del Sacro Cuore –
Frascati (Roma). Sono loro che accolgono i vari gruppi delle due diocesi della
Guinea, (Bissau e Bafatà) sia per esercizi spirituali che per incontri
diocesani di vario genere. E’ un luogo molto frequentato. Riusciamo
a dedicarci alle varie visite per il fatto che siamo in tempo di vacanze e cerchiamo di intercalarle con incontri vari
tra di noi così da valorizzare queste giornate con un lavoro di approfondimento
di alcuni temi specifici CM. La Guinea Bissau ha circa un milione e mezzo di abitanti e
una conformazione geografica particolare contornata dal mare. Attualmente si
dibatte tra vari problemi grandi e piccoli. Finalmente dopo vari rimandi, sono
state indette le elezioni per il 10 marzo 2019 ma molti partiti si contendono
il potere. In questo periodo ci sono stati sia gli scioperi degli insegnanti
della scuola pubblica sia quello dei trasporti collettivi. Finalmente gli
insegnanti hanno interrotto lo sciopero ed hanno ripreso il 7 gennaio 2019; gli
ospedali sono molto precari… Un paese con grandi problemi dove emerge l’impegno
di tanti ma anche il prevalere di situazioni che per ora non trovano una via di
miglioramento reale per la maggior parte della popolazione. Il 4 gennaio: viene a trovarci il Vescovo D. José Câmnate na Bissign, è un momento bello e significativo.
Attraverso il dialogo con lui colgo le sue preoccupazioni sia pastorali che
sociali ed il suo impegno, assieme a tanti missionari, diocesani e operatori
pastorali, per un miglioramento delle condizioni di vita e di futuro di questo
popolo. So dell’impegno della diocesi a livello educativo con più di
40 scuole elementari ed altrettante scuole dell’infanzia. Altre scuole di
livello superiore molto importante per la crescita delle persone. La Caritas ha un ruolo importante nel favorire progetti sia
agricoli che di promozione della donna … Una chiesa piena di vita impegnata a
promuovere e ad alimentare la fede e la speranza. Mi viene spontanea la comparazione con il Mozambico (dove ho
vissuto molto tempo e dove siamo presenti come CM) e vedo tante cose uguali ed
altre diverse ma tutte con uno sguardo che coglie la bellezza della gente
d’Africa. Quel non so che di mistero che abita questo continente e che lo rende
attraente ma che a volte interroga per le molte contraddizioni. Qualcosa che ti
appassiona e ti fa pensare … E rimane aperta una riflessione che non può
contenere e comprendere fino in fondo un altro mondo che guardo con speranza ed
empatia.

freschezza della gioventù
L’11 novembre 2018 sono entrate
nel Biennio di formazione: Angelina, Argentina, Ilda e nel periodo di
orientamento Bete e Olga. Abbiamo celebrato questo evento con gli amici della
CM, il giorno della chiusura dell’anno sociale. P. Aderito scj, amico di
sempre, ha celebrato l’Eucarestia. Questi momenti sono sempre pieni di gioia e
per noi sono anche una grande responsabilità. Le testimonianze scritte qui di
seguito sono semplici ma manifestano la freschezza della gioventù che si sta
donando e mostrando il desiderio di andare avanti. Chiedo molta preghiera
perché tutto possa continuare come desidera il Cuore di Gesù. In questo
percorso formativo ho fiducia in Maria che è madre guida e custode.
Accompagnateci con la vostra preghiera.
Anna Maria Berta
Sono entrata nel Biennio di Formazione il giorno 11novembre
2018. Per me è stato molto bello dare
ancora un passo in più nella Compagnia Missionaria. Sono contenta di vivere in
gruppo camminando verso la consacrazione.Ho conosciuto la CM nel 2012,
quando vivevo nel convitto degli studenti e frequentavo la parrocchia di
Namarroi. Ho cominciato il cammino nella CM nell’anno 2013, quando cominciava
il gruppo di Invinha; non mancarono le difficoltà perché la casa era ancora in
costruzione, ma ne è valsa la pena perché ho imparato molto. Nel 2014 sono
passata nel gruppo di Nampula e l’anno successivo sono entrata nel periodo
dell’orientamento. Mi è piaciuta molto la formazione oltre che la formatrice
Anna Maria; è stato molto importante per me anche l’accompagnamento di altre
missionarie. Ringrazio tutte quelle persone che mi hanno aiutata ad arrivare
fino a questa tappa del Biennio.
Angelina Alberto Mutipo
Sono Argentina Fernando Saraua, nata a Regone-Namarroi; ho
iniziato il Biennio di formazione l’11 Novembre 2018.Celebriamo questo giorno con molta gioia ed entusiasmo. E’
stato molto importante per me dare più un passo nel mio percorso. E’ stato un
giorno diverso: ascoltando, sapendo e credendo che in verità da ora in poi
starò nella tappa del Biennio di formazione. Ho acclamato con grande gioia e ho
lodato Dio, il Padre, per avermi scelta e accompagnata.Chiedo a Dio che continui sempre ad accompagnarmi nel mio
cammino, che mi aiuti ad affrontare le difficoltà, e a vivere nella fede e
nella gioia. Ringrazio Dio per essere riuscita ad affrontare tutti gli ostacoli
e stare decisa ad avanzare. Chiedo che mi dia il desiderio di contemplare
sempre il mistero del suo Cuore trafitto segno dell’amore totale al Padre e che
mi conceda la grazia di scegliere Dio come pienezza della mia vita.
Argentina Fernando Saraua
Mi chiamo Ilda Manuel Antonio, sono di Alto Molocue-Mutala
della Zambesia. Dopo il cammino fatto nel periodo dell’orientamento, sono
felice per la mia entrata nel Biennio di Formazione. In questo percorso
conoscerò meglio e di più la spiritualità della CM e Gesù, nel mistero del suo
Cuore Trafitto che è segno di amore totale per il Padre e per gli uomini e le
donne.Sono felice di stare in questo percorso, della chiamata e di
stare in questa famiglia in cui mi sento di essere proprio in famiglia. Sono
molto contenta di appartenere a Cristo, di essere testimone viva, secondo i
suoi insegnamenti, e sono disposta di assumere con responsabilità il mio
crescere nella Compagnia Missionaria, per l’avvento del Regno di Dio. Sono
sicura che in questa tappa formativa apprenderò molte cose su Gesù, sul vivere
i suoi insegnamenti nell’amore, nell’umiltà, nella semplicità nell’onestà con
Cristo, vivere nella preghiera e seguirei cammini de Dio. Ringrazio
Dio per il dono della vita, per il grande Amore che Lui ha per me e voglio
chiedergli anche che aumenti la mia fede, che lo Spirito illumini il mio Cuore
e che Maria mi guidi nei momenti di gioia e di tristezza e mi protegga nelle
difficoltà.Grazie Gesù per il grande amore che mi dai.
Ilda Manuel António
Io, Bete Vasco Neves, figlia di Vasco Neves e di Lidia
Capena, nata il 24 aprile 1996 nella provincia della Zambesia, distretto di
Gurue, ho 5 fratelli e sorelle; ho conosciuto la CM nel 2015 quando frequentavo
la decima classe a Invinha.E’ stato in questo anno che ho bussato alla porta della CM,
nella comunità di Invinha, e che ho cominciato a partecipare agli incontri
quindicinali di discernimento spirituali. Nel 2016 sono entrata a far parte del
gruppo della CM a Invinha, dove sono stata accolta da: Mariolina, Lisetta e
Dalaina insieme ad altre giovani che là abitavano. Ho vissuto 2 anni nei quali
mi sono sentita molto felice e gioiosa di conoscere più da vicino la CM e ho
acquisito più forza per continuare questo percorso. Con la chiamata che sempre
ho sentito e sento, nel 2018 ho continuato la mia esperienza a Nampula. L’11
Novembre2018 è stato un giorno di grande gioia per me perché ufficialmente ho
cominciato il periodo di Orientamento.Questo passo mi lascia serena e
com la sicurezza che il Cuore di Gesù mi accompagnerà. Voglio chiedere a Maria
che continui a essere Madre, Guida e Custode e che indichi il cammino e mi
illumini in questo mio cammino.
Bete Vasco Neves
Ciao! Mi chiamo Olga Alcino, sono di Nampula, sono nata il 10
giugno 1994, figlia di Alcino Francesco e Maria Lúcia Domingos, ho 3 sorelle(2
degli stessi genitori e una che è sorella solo da parte di padre) con me siamo
4 sorelle, sono figlia di genitori separati. Chi mi ha presentato alla
Compagnia Missionaria è stato il responsabile della comunità parrocchiale. Il
primo contatto è stato con Anna Maria che mi ha parlato della CM: mi ha parlato
della storia e mi ha dato un libretto da leggere. Mi piacque…e nel 2017 sono
entrata nel gruppo di Invinha per conoscere maggiormente la CM e anche per
farmi conoscere. E’ stata una bella esperienza; mi è piaciuto relazionarmi con
le altre giovani, in nuovo ambiente, ho appreso a leggere la Bibbia e questo è
stato molto bello. Nel 2018 sono tornata nel gruppo di Nampula e nell’11 di
Novembre ho iniziato il periodo di orientamento. E’ stato un giorno di gioia e
felicità. Nel profondo del mio cuore sento che Dio mi chiama per camminare in
questa famiglia CM.Voglio seguire Gesù Cristo come le missionarie della CM
seguono. Questo è stato il motivo che mi ha fatto lasciare la famiglia di
sangue e stare qui,Ringrazio il Signore Gesù e sua Madre Maria Santissima che
mi ha accompagnato e illuminato nel mio cammino attraverso l’ascolto, la
preghiera .Grazie, Signore Gesù.
Olga Alcino
