Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
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SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
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SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

il viaggio della vita
Il viaggio della vita
Il 23 aprile 2017, durante il ritiro mensile ad Albino, Bergamo, nella
casa dei dehoniani, Anna Pati (Rosy), dopo un cammino nel periodo
dell’orientamento nella CM, inserita nel gruppo Liguria – Lombardia ed
accompagnata nella formazione da Orielda Tomasi, è stata ammessa al Biennio di
Formazione. Accogliamo con speranza Rosy, come un bocciolo di fecondità nella
nostra famiglia e gli auguriamo che, come e con Gesù continui il suo cammino.
Rosy comunica la sua esperienza del viaggio con Colui che si mette in cammino
con noi così come ha fatto con i discepoli di Emmaus.
Rosy prima a sinistra
Il viaggio della vita è qualcosa di
veramente straordinario, meraviglioso. È un continuare a camminare insieme a
Gesù, insieme a Colui che si è fatto dono per me, per te per ogni uomo capace
di vedere con gli occhi del cuore. Ogni volta che vengo da Te è un viaggio e
ogni volta tu mi sei accanto. Ogni viaggio ha un suo perché, un suo se, un suo
ma, e ogni viaggio genera domande e produce risposte non sempre immediate e
indolore .Ogni viaggio fa fiorire certezze e dubbi, gioie e difficoltà. Ma
passo dopo passo ci da elementi per non fermarci, per andare avanti con Te e
verso di Te. Spesso la strada è in salita e non sai oltre cosa ci sarà. Lungo
la discesa non sai cosa ti aspetta ma
sai di non essere sola, di essere guidato e sorretto nei momenti più difficili.
È bello per me sentire e vivere la Tua presenza, mi piace
come mi parli attraverso chi mi circonda e incontro nella quotidianità che tu
mi dai da vivere, come mi guidi attraverso il Tuo amore di Padre, un Padre che
non fa mai mancare un suo abbraccio. Quando si parte ci si organizza cercando
di non scordare niente. Dobbiamo decidere cosa si deve portare e cosa non è
necessario portare. Preparando il tutto cerchiamo di riempire gli spazi vuoti
con ciò che per noi nonostante tutto è importante. A volte dimentichiamo
qualcosa per la fretta, altre volte si porta troppo ma in ogni caso si parte,
sempre e comunque perché l'obiettivo è la metà, il viaggio è il mezzo per
raggiungerla. Non importa quanti treni dovrò cambiare, quante valige dovrò
fare, arrivare da Te è e sarà la cosa più importante per me. Ti vedo in ogni
cosa che porto nel mio viaggio (affetti, sguardi, gioia e sofferenza), so che
mi aspetti a casa nelle cose che non ho portato con me e so che ci sei quando
giungo alla metà. In questi giorni ho vissuto un altra tappa del mio viaggio
circondata dalle persone che Tu hai messo sulla mia strada è che con me
condividono la gioia di una vita bella vissuta con Te. È una gioia grande che
mi fa essere felice. Quella felicità che nulla ti può dare, quella felicità che
accompagna ogni mio gesto, ogni mio dire.
Anna Pati (Rosy)

tutto è germogliato, è cresciuto e ha dato i suoi frutti
Eccomi a voi, sono
Argèlia, ho 21 anni, sono originaria di Namarroi, provincia della Zambezia e
sono la primogenita della mia famiglia.
Ho iniziato a studiare
nel 2003 a Ragone. Ho frequentato la scuola dalla 1° alla 3° classe, senza
uniforme, vestita con quello che avevo in casa e questo non andava bene. Ho
capito però che la mancanza dell’uniforme scolastica non doveva essere un
motivo per abbandonare gli studi. I miei genitori si impegnarono a coltivare un
campo grande e a seminare grano e fagioli… Tutto germogliava, cresceva e loro
hanno potuto raccogliere con abbondanza grano e fagioli, poi hanno organizzato
anche la confezione del raccolto in sacchi, li hanno venduti e, con il
ricavato, mi hanno comprato tutto quello che mi serviva per la scuola:
l’uniforme, le scarpe e la cartella per i miei quaderni.
Nel 2011 sono stata promossa
all’8° classe e, in quel periodo, Padre Francesco è venuto nella comunità dove
mi trovavo, per dirmi che proprio lì vicino c’erano delle suore “che facevano
incontri vocazionali per i giovani che avevano già frequentato o che stavano
per frequentare la 10° classe”.
Quando
sono tornata a casa, ho parlato con i miei del mio desiderio di iscrivermi al
gruppo dei “vocacionados”, volevo farne parte. I mei hanno acconsentito: “Dov’è
il problema? Sei tu quella che deve fare la sua scelta di vita”. Cosí mi sono
iscritta ed ho cominciato la mia formazione vocazionale con P. Francisco
Matias, nella comunità dove già stavo per lo studio. Eravamo diverse giovani
che frequentavano questa formazione al sabato. Un giorno il Padre ci ha parlato
della vita consacrata e ci ha dato anche dei pieghevoli di diverse
congregazioni religiose e anche dell’Istituto Secolare Compagnia Missionaria
del Cuore di Gesù. Io scelsi la Compagnia Missionaria, così P. Francisco mi
diede un libretto da leggere e approfondire. Di quanto lessi mi colpì in modo
speciale dove diceva: “Siamo laiche missionarie…la nostra missione è annunciare
la Parola di Dio a tutto il mondo e la nostra spiritualità sgorga dalla
contemplazione del Cuore trafitto di
Cristo…”.
Dopo un periodo di
accompagnamento e di discernimento, il 13 gennaio 2013 sono stata accolta ad
Invinha, dove vivono le giovani che desiderano approfondire la loro vocazione
nella Compagnia Missionaria. Contemporaneamente ho frequentato la 10° classe
nella scuola secondaria Madre Maria Clara. Al mio arrivo le missionarie mi
hanno accolto con gioia. Si sono sedute vicino a me e mi hanno insegnato molte
cose: come si usa la Bibbia (saper trovare capitoli e versetti…) e il
Breviario. In seguito mi hanno insegnato a cantare i Salmi, a leggere la Parola
di Dio in modo chiaro e comprensibile ed anche quanto poteva essere utile alla
vita del gruppo.
Nel 2014 sono stata
trasferita a Nampula e lì ho frequentato la 11° e 12° classe. Nel 2016 ho fatto
un’esperienza molto positiva di volontariato nella segreteria dei Padri
Dehoniani. Facevo il lavoro di trascrizione dei dati dei battesimi, cresime e
prime comunioni dalle schede ai registri. Padre Ciscato, responsabile della
segreteria, era molto soddisfatto del nostro lavoro.
Ringrazio Dio ogni nuovo giorno che nasce per il
dono della vita. E ringrazio pure tutte le missionarie.
Argelia João

quaresima
QUARESIMA
Tempo di grazia, di
purificazione, di ascolto della parola di Dio; un incontro che può trasformare
la nostra vita: quaresima tempo di conversione, che ci chiama
ogni anno, a rinnovarci nella nostra fede. Lo scritto ci presenta una traccia spirituale
per ritrovarci nel silenzio con Dio e con noi stessi. Solo se sapremo trovare
un po’ tempo, momenti di sosta, per… fermarci.
La
Quaresima è tempo di riflessione intensa sulla Parola di Dio per promuovere una
fioritura in noi dello spirito cristiano che ha un termine di paragone
- in
natura: nel ritorno della Primavera;
- nella
fede: nell’incontro con la Pasqua del Signore.
Ci proponiamo di operarlo questo rinnovamento in un punto
fondamentale, costitutivo del nostro essere cristiano: la fede.
La Sacra Scrittura tesse
l’elogio più alto della fede.
· In
Genesi., cap. 15, è narrato un momento critico della vita di Abramo. Dio gli
dice: “Non temere Abram. Io sono il tuo
scudo. La tua ricompensa sarà molto grande”. Rispose Abram: bella promessa!
Ma la realtà sembra vanificarla. Infatti “io
sto per andarmene senza discendenza e un mio domestico sarà l’erede”. “Non costui
sarà tuo erede – rispose il Signore – ma
uno nato da te”. Poi, con uno squarcio fantastico di inventiva, Dio
condusse Abram fuori dalla tende e “Guarda
il cielo – gli disse – e provati a
contare le stelle! Così numerosa sarà la tua discendenza”. Abram credette al Signore – commenta la Bibbia – che
glielo accreditò come giustizia. Cioè come disposizione di spirito
infinitamente gradita a Dio e gratificante per Abram.
· In
Luca, cap. 1, è riferito l’episodio della visita di Maria alla cugina
Elisabetta. Il grido festoso e ispirato di questa donna si conclude con
l’ammirazione e l’esaltazione della fede di Maria: “Beata te che hai creduto!”(Luca 1, 35).
· Nel
Vangelo di Giovanni non è escluso che il cammino di fede possa essere
profondamente travagliato. Dice infatti Gesù a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto. Beati quelli che, pur non avendo visto crederanno” (Gv. 20,29).
Comunque, a parte le difficoltà
che a volte ci possono accompagnare nella nostra adesione a Dio il Vangelo stesso pone ripetutamente sulle
labbra di Gesù la dichiarazione che sarà la fede ad immetterci nella certezza
della vita eterna.
Vogliamo dunque in
questa quaresima che ci aspetta, ravvivare la fiamma e lo splendore della
nostra fede.
Lo facciamo nei confronti di
quella realtà che è la più grande, dopo la realtà delle tre persone divine: noi
stessi raccolti dalla sapienza e dall’amore di Dio nella creatura più bella,
più radiosa, più cara al cuore di Dio: la Chiesa.
Lo facciamo sotto la guida
della “Lumen Gentium”, esattamente il Cap. 1° che ha per titolo “il mistero
della Chiesa” e ne traccia le dimensioni divine.
Una prima esposizione ci pone di fronte all’azione specifica
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Potremmo definirla una concorrenza
di preoccupazione amorosa.
“L’Eterno Padre, dice il testo del Concilio, decise di elevare gli uomini alla
partecipazione della sua vita….Per questo li ha chiamati e raccolti nella
Chiesa del suo Cristo”.
Il Figlio,
per adempiere la volontà del Padre ne ha inaugurato sulla terra le origini. Le
ha dato una norma di vita e di comportamento con la sua parola e il suo
esempio. L’ha purificata, ricreata, resa degna della santità del Padre con
l’offerta integrale di se stesso. Ogni volta che il sacrificio della croce
viene celebrato sui nostri altari, viene rinnovata la nostra redenzione, mentre
il pane consacrato rappresenta ed effettua l’unità di tutti i credenti.
Il giorno di Pentecoste fu inviato lo
Spirito santo a santificare la Chiesa. La sua azione di guida e di aiuto è
stata significata da Gesù stesso nella figura della sorgente d’acqua
zampillante il cui getto, perenne e inarrestabile raggiunge la soglia della
vita eterna”.
Questo è il testo, riassunto, dei nn. 2 e 3 della
Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II°. Quali riflessioni ci suggerisce, ai fini
di rendere sempre più integrale e luminoso lo sguardo della nostra fede?
Anzitutto vogliamo fare un
riscontro tra l’insegnamento del Concilio e i testi della Sacra Scrittura per
rilevare l’unità dell’insegnamento della fede.
· Ripetutamente
nella Scrittura la Chiesa è presentata come proprietà originale di Dio,
radunata per iniziativa della sua elezione. Cfr. ad esempio, 1a Cor. 1,2; 1, 9:
6, 9-11; 1aTess.1,1; 1,4; Ef. 1,4-5; ecc.
· La
lettera agli Efesini, in particolare sottolinea le preoccupazioni straordinarie
dell’amore di Cristo per la sua Chiesa (amore di Cristo proposto come modello
dell’amore che lo sposo cristiano deve avere per la sua sposa); cfr. Ef.
5,25-27.
· L’azione
dello Spirito Santo è descritto ripetutamente come componente essenziale del
nostro vivere cristiano, della nostra crescita spirituale e della nostra
salvezza. Così con lo Spirito siamo stati segnati per il giorno della
redenzione (Ef. 4,30); lo Spirito di Dio abita in noi e da lui siamo guidati
sui passi del nostro cammino di fede (Rom. 8,9) e all’incontro con la tenerezza
paterna di Dio (Rom. 8,15). Però, dice l’Apostolo “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Gal. 5,25) Allora veramente noi diverremo
gloria della Chiesa di Dio, e l’esempio del nostro vivere quotidiano si farà
rivelazione piena del fascino e della potenza dell’amore di Dio che vuole salvi
tutti gli uomini.
La preoccupazione amorosa della
Trinità ha donato agli uomini la Chiesa e l’ha arricchita d’ogni bene di
sapienza soprannaturale e di grazia perché essa sia strumento efficace della
loro elevazione e della loro salvezza.
Ma gli
uomini non devono cercare la Chiesa… nella stratosfera. Dio l’ha posta al
loro fianco, l’ha inserita nelle
vicende della loro vita terrena. Fatti membri della Chiesa con il Battesimo, essi la esperimentano
vicina, con la sua guida e il suo aiuto, sulle strade stesse della loro città secolare, e, a passo per
passo, essa dice loro come devono vivere gli avvenimenti, gli interessi, le preoccupazioni, le
stesse sofferenze, sopraffazioni, ingiustizie di quaggiù perché divengano
capaci della conquista del cielo.
Sorprendiamoci qualche volta ad ammirare,
benedire, lodare …. l’attenzione, la preoccupazione, la provvidenza dell’amore
di Dio che ci ha donato la Chiesa per fasciarci della sua volontà di salvezza
fin dai primi vagiti della nostra vita terrena. Questo potrebbe essere un
ottimo momento di fede, da collocare, ad esempio, nel tempo della nostra
preghiera quaresimale.
Così tutto nella nostra vita si
sentirebbe a servizio della filialità e dell’amore. E mentre gli uomini si
agitano e le vicende del mondo che ci circonda si accavallano con l’aspetto
minaccioso dei marosi in tempesta… Il nostro cuore non teme: “Molti saranno i dolori
dell’empio – cantava il salmista -, ma
la grazia circonda chi confida nel
Signore” (Salmo 31,10).
Noi ci sentiamo come figli
nelle braccia del Padre, il cui passato è stato purificato dalla sua
misericordia, il cui presente si aggrappa alla certezza della sua provvidenza
onnipotente, mentre l’avvenire non ci fa paura perché viviamo nella forte speranza
che il suo amore sostenga la nostra debolezza e nulla ci possa separare
gravemente dalla sua carità.
La vita di Gesù è allora il nostro
modello nell’essere figli e nell’essere persone che amano gli altri.
Domandiamo al Signore la Grazia
che una nuova ondata di amore verso il prossimo pervada non solamente noi, ma
anche questo povero mondo.
(dagli scritti di p. Albino, Bologna 15.03.1991)

comunione e missione
Comunione
e missione
Carissime/i,
riprendiamo la
comunicazione in questo nuovo anno 2017 dopo un tempo in cui ho avuto il dono
di sostare per due mesi in Mozambico – dono e sfida. Una realtà che ci
interpella per la vitalità CM ma anche per le fragilità di alcune che,
nonostante l’età e la salute continuano ad offrire un servizio generoso al
popolo ed alla formazione delle giovani. “Nella
vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare
quanto è retto il Signore …” (cfr Salmo 91). Una realtà che non tocca solo
il Mozambico ma un buon numero di noi chiamate a continuare con gioia e
speranza il proprio servizio, nella prova e nella fragilità, ovunque il Signore
ci ha chiamate per servire il Suo Regno.
La comunione e la missione sono come due realtà che si intrec-
ciano. Sono sta-te al centro delle nostre ri-flessioni e della nostra forma-zione
perma- nente in Mozambico. Riprendendo in mano le riflessioni sullo Statuto
che P. Albino aveva proposto negli anni ’70 e che sono risultate molto attuali
per ciascuna di noi, propongo alla vostra riflessione quanto segue. “Ricordiamo la nostra vocazione missionaria.
Essa importa una particolare investitura della missione profetica di Cristo. Ma
la credibilità della verità e dell’amore del padre egli non l’ha affidata
all’intelligenza della nostra parola o alla capacità della nostra
organizzazione. L’ha affidata solo ed integralmente alla nostra disponibilità a
“fare comunione”. “ Che essi siano una cosa sola come noi siamo uno … affinché
il mondo riconosca che tu mi hai mandato e hai amato loro come hai amato me”. Mi
piace proporre questo tema per tutti i membri della CM perché sono essenziali
per noi oggi e per la nostra testimonianza evangelica.
Riprendo
qui il discorso di Papa Francesco ai consacrati (28.1.17): “Se la vita consacrata vuole mantenere la sua
missione profetica e il suo fascino, continuando ad essere scuola di fedeltà per i vicini e per i lontani (cfr Ef 2,17), deve mantenere la
freschezza e la novità della centralità di Gesù, l’attrattiva della
spiritualità e la forza della missione, mostrare la bellezza della sequela di
Cristo e irradiare speranza e gioia. Speranza e gioia. Questo ci fa vedere come
va una comunità, cosa c’è dentro. C’è speranza, c’è gioia?
Un aspetto che si dovrà curare in modo
particolare è la vita fraterna in
comunità. Essa va alimentata dalla preghiera comunitaria, dalla lettura
orante della Parola, dalla partecipazione attiva ai sacramenti dell’Eucaristia
e della Riconciliazione, dal dialogo fraterno e dalla comunicazione sincera tra
i suoi membri, dalla correzione fraterna, dalla misericordia verso il fratello
o la sorella che pecca, dalla condivisione delle responsabilità. Tutto questo
accompagnato da una eloquente e gioiosa testimonianza di vita semplice accanto
ai poveri e da una missione che privilegi le periferie esistenziali. Dal
rinnovamento della vita fraterna in comunità dipende molto il risultato della
pastorale vocazionale, il poter dire «venite e vedrete» (cfr Gv 1,39) e la perseveranza dei
fratelli e delle sorelle giovani e meno giovani”.
Un nuovo tempo liturgico si
avvicina, la Quaresima e la Pasqua del Signore. Tempo da vivere con uno sguardo
di fede dove si intrecciano giorni faticosi con tempi più gioiosi e dove
continuiamo a seminare nella nostra vita di ogni giorno tanti gesti di accoglienza,
di attenzione le une per le altre, di verifica delle scelte che operiamo: sono
scelte ti vita, di resurrezione? La lotta interiore che ciascuna di noi vive ci
chiede di discernere in ogni momento se accogliamo la voce dello Spirito che ci
guida alla verità tutta intera, alla vita, oppure ci siamo fermate davanti ad ostacoli che ci parevano e ci
sembrano insormontabili. La grazia di Dio, la sua continua benevolenza e
misericordia ci chiamano a rinnovarci ed a percorrere cammini di vita nuova sia
personalmente che come famiglia CM. La Parola di Dio di ogni giorno ci aiuti a
scegliere il bene e la vita sempre. E’ l’augurio che rivolgo a ciascuno/a di
voi ed a me stessa perché il Signore ci doni di camminare nei suoi sentieri e
di compiere la sua volontà.
In comunione
Martina
