Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

mistero e grandezza di donne incinte
«39In quei giorni Maria si alzò e andò in
fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata
nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta
ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo . Elisabetta fu colmata di
Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra
le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa
devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena
il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel
mio grembo . 45E
beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,39-45)
Una donna incinta:
sacramento di speranza. Testimone della presenza creatrice e salvatrice di Dio,
nel mondo. Attesa di una donna incinta è attesa di un popolo.
Una donna incinta
contiene, custodisce e alleva un progetto di vita, un progetto di Dio.
Una donna incinta rivela
Dio al mondo.
L'agire di Dio creatore
e padre passa attraverso un rapporto d'amore umano, attraverso il mistero che
vive nel corpo di una donna incinta.
E quando il tempo giunge a pienezza, finalmente partorirà
colei che deve partorire, colei che è sgorgata dal cuore del Creatore fin
dai giorni più remoti; il Figlio, infatti, ha le sue origini nell'antichità. Ma
nascerà dalla carne di una donna, nella piccola Betlemme. E sarà la pace del
suo popolo. Proprio perché sceglie ciò che è piccolo, come Betlemme. Ciò che non
è riconosciuto, apprezzato, ciò che non è sacro, come il corpo di una donna,
incinta.
Un Figlio che è
l'attesa, la speranza, la gioia, la salvezza.
Un Figlio che è la pace,
perché nel suo corpo compie la volontà di amore, di vita, di salvezza del
Padre.
Un corpo umano di questo
Figlio è il luogo sacro in cui si celebra e si compie la volontà del Santo.
Volontà di pace e di salvezza.
Nell'incontro di due
donne incinte si compie la proclamazione di un evangelo, lieto annuncio di
salvezza, che raggiunge l'umanità nella beatitudine della fede. Una donna
incinta porta Dio nel frutto del suo grembo e il frutto del grembo dell'altra
lo riconosce e lei è piena di Spirito Santo.
Una pentecoste che
passa attraverso i grembi di due donne incinte.
Profezia di una umanità
chiamata a diventare gravida di Dio, chiamata a generare Cristo nel mondo,
attraverso la beatitudine della fede. Come Maria di Nazaret, proclamata beata e
benedetta da Elisabetta, in casa dell'incredulo Zaccaria, sacerdote.
L'attesa, la santa
fragilità della speranza, la dolorosa tribolazione e la gioia esuberante
del parto diventano paradigma che illumina e rivela il senso della vita di ogni
persona che nasce dal grembo di una donna, per essere figlio amato del
Padre, destinato alla vita.
Perché ciò che il
Signore dice, si compirà. Per la fede.
Attraverso un cammino
misterioso e impensabile, sorprendente, come la danza di un nascituro nel
grembo di sua madre.
Come la generazione,
nella carne umana di una donna, del Verbo di Dio che deve nascere nella piccola
Betlemme, Casa del Pane.

animazione vocazionale: stare insieme
Quest’anno la giornata
vocazionale in Indonesia si è svolta domenica 8 maggio 2022. Il tema proposto
era “Stare insieme”. La parrocchia di San Giovanni Battista di Perawang, (Isola
di Sumatra ) Pekan Baru - Riau dei padri dehoniani ha programmato una tre
giorni di preparazione e ha invitato anche noi CM. Scopo dei tre giorni è stato
quello di conoscere l’ambiente e animare i fedeli concretizzando e vivendo lo
“stare insieme”. Il parroco Dwi Rahardjo SCI ha invitato gli Istituti di
diverse diocesi: Medan, Padang, Palembang, Lampung, Jakarta. Un bel gruppo
formato da diverse congregazioni e Istituti: frati cappuccini, sacerdoti
diocesani, saveriani, suore di diversi istituti e noi Compagnia Missionaria del
Sacro Cuore.
Come gruppo CM ci siamo chieste
chi di noi potesse partecipare a questo evento. Abbiamo valutato gli impegni di lavoro di ciascuna ed io mi
sono resa disponibile. Ho fatto un viaggio un po’ pesante nonostante avessi
deciso di prendere un pullman rapido e diretto e soprattutto famoso per la sua
puntualità. Da notare che il viaggio si sarebbe svolto alla fine del Ramadan
quando in Indonesia la maggior parte
della popolazione si mette in viaggio, per cui il traffico è intenso e c’è sempre il rischio di non arrivare
puntuali a destinazione. In realtà è
successo così anche a noi: dopo 29 ore di viaggio siamo arrivati con un ritardo
di 9 ore…per l’intensità del traffico, l’autista era molto stanco aveva sonno,
quindi andava molto piano. Per fortuna siamo arrivati sani e salvi a Pekan
Baru!!! Ho alloggiato per due notti in casa di amici e questo mi ha favorito
molto per conoscere l’ambiente e la realtà che avremmo incontrato. Ho avuto la
possibilità di incontrare tutto il vicinato e di presentare la Compagnia
Missionaria a tutti i presenti. I giovani mi sono sembrati molto interessati
sul tipo di vita che forse conoscevano per la prima volta. Sono stata poi
accompagnata alla parrocchia di
Perawang, in tempo per la celebrazione eucaristica. Dopo cena le suore
dell’istituto FMM (Francescane di Maria) che avevano con loro alcune suore del Vietnam hanno presentato la loro realtà.
L’interesse dei presenti si è rivolto sul perché alcuni giovani scelgono questo tipo di vita e la difficoltà che
sentono alcuni genitori di accettare e accompagnare questa scelta, ma cercano
di appoggiarli con la preghiera, anche
se alle volte il cammino è faticoso.
Il giorno seguente verso le ore
11 ci siamo ritrovati tutti quanti sotto il gazebo che era stato allestito
fuori dalla chiesa parrocchiale per la nostra presentazione. È seguito il
pranzo comunitario e l’incontro con le famiglie che ci avevano ospitate.
Rientrata a casa ho incontrato le famiglie di questa zona povera che,
sapendo che ero lì, erano venute all’incontro. Naturalmente le loro domande erano soprattutto sul tipo di scelta:
consacrata secolare e stile diverso dalle
suore… Dopo questo incontro mi sono preparata per la chiusura della giornata con la preghiera comunitaria che era
stata programmata con tutti gli abitanti della zona. Hanno partecipato le famiglie e i loro figli; pochi gli uomini
presenti perché la maggior parte di loro lavora in fabbriche fuori città. La
preghiera è stata molto profonda e “sacra” soprattutto perché segnata da
profonde ferite. Altre persone hanno comunicato le loro profonde lotte nella fede. Sono state
testimonianze molte belle e aperte, anche se sofferte. Come esempio, la
testimonianza di una donna triste perché suo marito era morto e lei non
aveva avuto la fortuna di avere un figlio. È una ferita molto profonda per una
persona già anziana che deve accettare
questa sua situazione! Nella tradizione
“Batak”, avere figli, soprattutto se maschi, è motivo di orgoglio perché porta
la bandiera della famiglia e del clan (cioè il nome della tribù). Questa donna
soffriva molto anche perché l’altra sua cognata invece ha avuto sei figli … uno di questi era diventato la sua croce
perché con grossi problemi psicologici. Le due donne tra loro, non si parlavano da diversi anni.
La nostra preghiera insieme è stata come una preghiera di guarigione perché le due
rivali si sono riconciliate. Alla fine, si sono abbracciate. Ho ricordato loro
che la gioia che sentivano era la stessa avvenuta nell’incontro di Maria con
Elisabetta. Abbiamo terminato recitando dieci Ave Maria e chiedendo la
benedizione di Dio. E alla fine abbiamo cenato tutti insieme. Sono stata molto
contenta perché c’è la presenza di 8
famiglie che hanno condiviso la loro vita e preghiera con noi. Il giorno dopo
abbiamo visitato ogni singola famiglia e la visita terminava sempre con la
preghiera di guarigione che loro stessi chiedevano. È stato interessante notare
che ogni volta che salutavo la famiglia per andare da un’altra i bambini mi
seguivano e mi guardavano curiosi, considerandomi sicuramente una persona diversa da loro; in
gruppo mi accompagnavano dai vicini … mi sono sentita come Gesù quando passava
da un villaggio all’altro seguito dai bambini e dalla gente del posto. Ho
rivissuto l’esperienza che ho sentito raccontare dalle missionarie in Italia quando facevano
le missioni popolari. Certo, qui è un’altra cultura e un altro paese… ed i
metodi devono essere differenti ma la finalità è unica: evangelizzare.
Avrei altre testimonianze da raccontare
molto profonde e belle ma il racconto diventerebbe molto lungo. Ci sono famiglie che abitano in ambienti
poveri e alcune sono musulmane. Però in tutte senza distinzione di credo ho
trovato una grande disponibilità, di ascolto e apertura dei loro problemi.
L’ultima sera ho avuto ancora la possibilità di parlare della Compagnia
Missionaria. Mi sono resa conto che il fatto di essere presente in un ambiente povero era come una chiamata del
Signore che mi chiedeva di pregare con loro e per loro, per sostenerli
nella vita, così provata da tanti
problemi. Mi ha riempito di gioia vederli arrivare alle 6 del mattino per
pregare e ascoltare la Parola di Dio e la sera per recitare il rosario insieme.
Per loro questo non era considerato un peso, al contrario erano momenti festosi da vivere con una persona che aveva voluto conoscerli e
condividere oltre gli incontri, anche il
pranzo e la vita di ogni giorno. Il sabato pomeriggio abbiamo partecipato in
Chiesa alla funzione per preparare la “grande tenda” per la Giornata
Vocazionale della domenica. Alla sera con tutti gli Istituti presenti ci siamo
trovati per la celebrazione eucaristica con i giovani dei vari quartieri poi
è seguita la presentazione degli Istituti. Io ho
presentato la CM usando il “PowerPoint” che Susi aveva preparato per la festa di p. Dehon dello scorso marzo. È
stato un evento molto bello e vivace, i giovani erano attenti ed entusiasti
nell’ascoltarci.
La domenica durante l’Eucaristia ben
partecipata, al posto dell’omelia viene dato ancora spazio agli Istituti, per
la loro presentazione. Anch’io parlo della Compagnia Missionaria Istituto
Secolare, la sua spiritualità e missione. Alla fine della lunga liturgia
eucaristica tutti siamo stati invitati a
fare festa, coinvolti nel ballo
tradizionale chiamato Batak.
Questa esperienza dello “stare insieme” mi ha portato a
riflettere su tante cose: il significato della chiamata vocazionale, la mia
chiamata alla CM … Ho capito che il nostro modo di vivere richiama al modo di vivere del popolo eletto
di Dio: sicure del cammino perché Dio ci guida, ma è anche difficile sotto
altri aspetti. È una scelta poco
compresa soprattutto la nostra maniera di vivere diversa dai religiosi. Questo
crea dubbi nei giovani perché non avendo una struttura si sentono incapaci di
riuscire a vivere questo tipo di vita. È una vocazione non comune per il popolo
indonesiano. Però nonostante questo come CM ci sentiamo forti e finora non ci
siamo arrese. Io credo che Dio Padre ci abbia scelte come pioniere di questo
cammino. Ed è per questo che non ci scoraggiamo facilmente. Anzi siamo contente
quando ci chiamano a fare animazione e abbiamo la possibilità di presentare il nostro Istituto, il nostro modo
di vivere. Con il passare degli anni forse sarà necessario ripensare al modo di
fare animazione. Siamo convinte di essere chiamate e inviate a portare il
nostro carisma, il dono che p. Dehon e p. Albino ci hanno trasmesso attraverso
uno stile di vita che si fa anche
adorazione nell’ambiente dove viviamo,
nell’apostolato, nel nostro lavoro… attraverso la spiritualità dell’Ecce Venio
e Ecce Ancilla. Guardando a Gesù dal Cuore trafitto ci sentiamo confermate nel suo Amore ed è qui che
troviamo la forza di confermare i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.

camminare insieme
Carissime/i,
stiamo
concludendo questo anno con esperienze vissute come famiglia CM, piene di
crescita a partire dalle gioie e dai dolori che ci hanno unito e ci hanno dato
maggiore forza. Abbiamo celebrato con cuore grato i 60 anni di vita consacrata
di Irene, Cesarina, Bruna e Bianca.
La
dipartita della nostra cara Irene alla Casa del Padre ci ha portato a fare
memoria ed a ricordare tutta la sua vita consacrata piena di ardore missionario
per l’evangelizzazione e la promozione umana. Un invito a guardare le nostre
vite di missionarie e familiares chiedendoci qual è la nostra presenza
incarnata nella storia. Nella Lettera Programmatica abbiamo segnalato: “Essere presenza
incarnata nella storia esige la disponibilità a lasciarsi trasformare dallo
Spirito Santo, essere attente al mondo che ci circonda, leggere gli avvenimenti
alla luce della Parola di Dio, vedere la bellezza e la bontà delle creature”.[1] Siamo chiamate a vivere la missione con cuore accogliente e
misericordioso e ad autentificarla con la testimonianza.[2] Ringraziamo
il Signore per la vita di Irene che l’ha donata con questo spirito.
Con il tema “Per una Chiesa sinodale: comunione,
partecipazione e missione” lo scorso 10 ottobre abbiamo iniziato il cammino
sinodale convocato da Papa Francesco. Ci invita a camminare insieme e ci
chiede: come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello
universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il
Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo
Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?[3].
È un’opportunità per partecipare a livello locale (parrocchia/diocesi) però
anche come istituto, attraverso la CMIS, e per questo abbiamo formato un’Equipe
che ci aiuterà a lavorare sui documenti ed a riunire i suggerimenti di ciascun
gruppo. Ringrazio Lucia Capriotti, Teresa Pozo, Gabriela Sitoe e Mudji
Marcellina per la loro disponibilità per questo servizio.
Nel CC abbiamo iniziato la preparazione della Consulta
delle Responsabili di Gruppo che si realizzerà il prossimo anno a Bologna dal
10 al 13 luglio 2022. Come primo passo abbiamo chiesto alle Responsabili
suggerimenti, temi essenziali da considerare, e per questo le ringraziamo per
le loro risposte. Invito tutte ad accompagnarci con la preghiera affinché la
stessa sia uno spazio di partecipazione e di comunione che aiuti a
rivitalizzare la nostra famiglia CM.
Si avvicina il tempo di Avvento nell’attesa della
celebrazione del Natale, il mio augurio è quello che lo viviamo con molta fede
e nella docilità allo Spirito Santo affinché i nostri cuori ricevano le grazie
del Bambino Gesù e festeggiamo con molta gioia e gratitudine un nuovo
anniversario della nostra CM.
In
comunione, ricevete un grande abbraccio.
Graciela
Auguri per un Santo Natale !!!!
[1] Lettera
Programmatica. 9.1.pag.23
[2] Ibidem,
p. 20
[3]
Documento Preparatorio Sinodo n. 2
