Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All'istituto appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate mediante i voti di povertà castità, obbedienza, ma loro abbandonate la loro condizione di membri la povertà di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna o nella famiglia di origine o da sole.
News
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14 / 05 / 2021
SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
Venerdì 11 giugno 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 11 de junho de 2021...

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14 / 05 / 2021
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 11 de junio de 2021...

il carisma cm
Pensieri di p. Albino che ci richiamano alla “vocazione come dono, come missione, come
servizio inserite nel mondo e nella chiesa, ci aiutano a rinforzarla, a riscoprire il nostro ruolo specifico”.
Ci
fanno sentire in sintonia con il messaggio di papa Francesco pronunciato ai partecipanti della Conferenza Mondiale degli
Istituti Secolari (CMIS) il 25.08.2022:
”È una missione peculiare che vi porta ad essere in mezzo alla gente per
conoscere e comprendere quello che passa nel cuore degli uomini e donne di oggi
… ma deve trovare la forza nella preghiera e nella contemplazione silenziosa di
Cristo …”.
“Siamo gelosi del dono di Dio. Custodiamolo con amore e
vigiliamo su possibili mutilazioni, manipolazioni che potrebbero diminuirne il
suo splendore e la sua integrità … fino a cambiarne la fisionomia nel pensiero
o nelle sue espressioni della vita pratica. Lo Spirito Santo ha rischiato
donando a noi il carisma dell’amore
vissuto con una intensità nei sentimenti e opere fino ad essere “uno” con Dio e
con i fratelli. La Chiesa ha bisogno di vedere incarnata questa consegna nella
nostra vita e ha bisogno che siamo testimoni per il mondo, quasi come una
sfida, per la gloria di Cristo suo Sposo e per la rigenerazione in Lui di tutti
i fratelli”.
“Il nostro “Eccomi” non avrebbe senso se non fosse per la
costruzione del Regno di Dio. Il mio “Eccomi” deve essere : docile, umile,
fiducioso, pronto a quanto Dio mi propone!!! Tutto per il Cuore di Gesù e di
Maria!”.
“Ciascuno collabora all’opera della redenzione secondo la
propria missione, questo ci insegna che possiamo essere collaboratori di Dio
per la salvezza del mondo: dove la Sua volontà ci chiama. È necessario senza
dubbio, la nostra totale adesione al
tipo di vita che Dio ha disposto per noi”.
“La santificazione
del mondo dal di dentro … per riportarlo a Dio, soprattutto con la pratica della giustizia e della carità. La
Chiesa desidera un rinnovamento radicale
per sradicare, in particolare, tutte le espressioni di “peccato sociale” per
formare uomini e donne nuovi che alla luce del Vangelo, sappiano essere
veramente liberi e responsabili”. Questa è la missione che il Signore vi affida
… ”.
“Dio si incarica della nostra crescita e con l’azione del
suo Spirito l’accompagna e la facilita in tutte le sue espressioni. Però,
parallelamente Lui esige la collaborazione della nostra libera volontà, con il
compromesso di seguire Cristo, di identificare la nostra vita con la sua, così
che tutti gli uomini possano “leggere” il nostro comportamento, la storia
misericordiosa di Dio che, in Cristo, li ama illimitatamente e li vuole
salvare”.
“L’iniziativa di Dio per inserirsi nella vita dell’uomo, è
costante, vuole essere suo compagno di cammino, essere la sua ancora di
salvezza e il suo premio. Dio ama l’uomo. Sembra innamorato della sua
compagnia. L’amore di Dio è presente in ogni particolare dell’esistenza umana e
il suo disegno si rivela a poco a poco. Gli avvenimenti sembrano fortuiti,
senza relazione tra di loro … però dentro c’è sempre Dio, che attua per
realizzare il suo progetto di misericordia!”.
“Cristo ha concretizzato la sua opera nel “servizio” e
nell’”accoglienza misericordiosa”. Naturalmente l’esempio di Cristo deve farsi
norma di vita per i suoi seguaci, che devono accogliersi gli uni gli altri,
senza esclusione o disprezzo, in una autentica carità universale. La mia
attitudine quotidiana, il rispetto della carità, ricalca e rende visibile
l’attitudine di Cristo”.
“La pace di Dio” è inseparabile dalla nostra vocazione. La
sincerità della nostra donazione alla vita di amore ci fa necessariamente i
“seminatori” della soavità e della
benevolenza di Dio su ogni sentiero, in tutte le circostanze, con tutti gli
uomini”.
“È necessario che ci manteniamo in frequente contatto con
Cristo in maniera che, possiamo fare
nostro il suo pensiero e la maniera di vivere per manifestarli poi con
decisione, con la persuasione che Cristo ci vuole PAROLA dei suoi sentimenti e
della sue opere per la salvezza del mondo”.
“La vocazione di Dio è sempre per un dono di salvezza che
Lui vuole offrire agli uomini per mezzo nostro. Come posso essere nel mio
ambiente luce che eleva, nelle difficoltà della vita quotidiana, Luce che dà
calore illumina e vivifica? Solamente se sto frequentemente immerso nel cerchio
luminoso di Dio”.
“La carità è quanto ci fa figli di Dio, a sua immagine, e ci
fa seminatori della felicità di Dio. L’amore è quanto richiamava l’attenzione
nei primi cristiani. L’esperienza delle prime comunità, che inducevano a dire:
“guardate come si amano”. (Dagli scritti di p. Albino Elegante)

incontro giovani consacrate
Nei giorni 25 e 26 giugno
2022 si è realizzato l’incontro online delle giovani
consacrate della CM sulla
piattaforma Meet.
Per il Consiglio Centrale hanno
partecipato Graciela Magaldi, Serafina Ribeiro, Amelia Gabriel Sitoe, Gloria
Neto e Marcellina Mudji. Per l’Italia: Santina e Orielda, per il Cile Teresa
Pozo e Ely, per l’Argentina Irma, Rosa e Andrea, per l’Indonesia Lucy, per il
Portogallo Justina, per il Mozambico Anna Maria, Helena, Julieta, Bina,
Dalaina, Isabel, Joana, Ilda, Melita, per la Guinea Bissau Antonieta e Ivone.
Tenendo conto della
differenza oraria dei vari paesi si è
potuto lavorare solamente alcune ore della giornata. Il primo giorno è iniziato
con un momento di preghiera animato dalla realtà mozambicana. Graciela ha
aperto l’incontro rivolgendo un saluto
ed un augurio a tutte le partecipanti. Poi si è dato spazio alla presentazione
di ciascuna. Questo primo tempo l’avevamo programmato proprio per questo scopo
così da lasciare a ciascuna la possibilità di farsi conoscere un po’ meglio.
Alla fine con un canto mozambicano abbiamo terminato questo prima “giornata”.
Il giorno seguente si è aperto
con la preghiera animata dall’America Latina. In seguito, è stata data la parola a Maria Rosa Zamboni, membro
dell’Istituto Secolare delle “Spigolatrici della Chiesa”. Maria Rosa è
conosciuta dalla CM perché altre volte è venuta ad aiutarci nei nostri
incontri. Il tema che ci ha presentato e che noi avevamo proposto era: “Come vivere la nostra secolarità oggi alla
luce dei cambiamenti sociali ed ecclesiali”. Ecco un piccolo riassunto dei
punti trattati:
Maria Rosa è partita da una
premessa. In che contesto viviamo? Nel contesto ecclesiale e nel contesto
socioculturale. Ha presentato alcuni suggerimenti di grande attualità,
sottolineate dal magistero di Papa Francesco, che danno agli Istituti secolari
ed al loro carisma una rinnovata connotazione profetica.
1. Custodire la contemplazione... (verso il Signore e nei
confronti del mondo)... Avere uno spirito contemplativo significa allora
dedicarsi consapevolmente a tutto ciò che è bene, che rende migliore l’uomo e
la società, che qualifica la storia come “storia della salvezza”.
2. Camminare per le strade del mondo e abitare le periferie... (... in uscita, andare oltre e
in mezzo, lì dove si gioca tutto: la politica, l’economia, l’educazione, la
famiglia...). La Chiesa è chiamata a “coinvolgersi”, “accompagnare”, “fruttificare e celebrare”. Questi sono i quattro verbi
della secolarità.
3. Toccare con mano, sullo stile
del buon samaritano... ha
a che fare con la missionarietà... passare
accanto ad ogni uomo e farvi prossimo di ogni persona che incontrate...
4. ... nella povertà, gratuità,
disponibilità...
questi sono i segni caratteristici della testimonianza; la gratuità, la
semplicità, il disinteresse e la pace.
5. ... nell’ordinarietà, la secolarità consacrata ci
colloca nelle “condizioni ordinarie della vita”.
6. Rivalutare il senso di
appartenenza... (alla
propria comunità vocazionale, dove si sperimenta l’essere Chiesa povera per i
poveri e si diventa “antenne”). Ha a che fare con la fraternità. Questa ci
porta ad accogliere la povertà e le
fragilità proprie ed altrui, motiva lo scambio non solo in termini di intesa
psicologica, ma soprattutto di condivisione della fede e degli impegni.
7. Trasmettere la gioia … (... dell’incontro con Cristo
e della vicinanza ai fratelli). Ha a che fare con la spiritualità. La gioia è, nello stesso tempo, contenuto e forma dell’annuncio. La gioia del cristiano è la certezza, anche nella prova,
dell’amore del Signore che ci raggiunge, ci coinvolge, ci salva.
Alla fine di questa bellissima
riflessione, ci è stato dato un tempo per rileggere e riflettere sul materiale
esposto. Poi, in gruppo o
individualmente si è fatto una dinamica scritta: un acrostico dalla parola
“Compagnia Missionaria” letta dall’alto in basso (in verticale) e da ogni
lettera iniziale si doveva comporre un’altra parola che facesse riferimento al
tema ascoltato o ad altre parole simili.
La condivisione è stata molto
positiva perché si è scoperto la grandezza e profondità di aver trovato parole
simili ma anche la novità e creatività di tante altre. Un canto di lode e gratitudine ha chiuso la giornata.
Rendiamo grazie al Signore e
alla Vergine Maria per averci accompagnato in questi giorni; si è sentita la
presenza dello Spirito Santo che ha operato nel cuore di ogni missionaria.
Irma,
Orielda, Santina e Mudji
ACROSTICO COMPAGNIA MISSIONARIA
C
Cristo, carisma, comunità, cura, confidare, consacrazione, camminare,
collaborare, contesto, contemplare, coraggio, condivisione, costruzione del
regno, compagnia, chiesa, custodiamo olio di missionari età, coinvolgersi,
comunione, celebrare, custodire.
O
oltre ed in
mezzo, obbedienza, oblazione, offerta, obiettivo.
M
mansuetudine,
misericordia, mondo, modello, meglio, manifestiamo, missione.
P
preghiera,
pazienza, profezia, presenza, povertà, Parola, professionalità, periferie,
passione, prossimità, problematiche del quotidiano, non fuga ma certezza,
partecipazione.
A
Amore,
annunciare, aiutarsi reciprocamente, attualizzare, appartenenza, abitare,
armonia, accompagnare, assumere, apertura.
g
giocarci tutto,
gioia, gratuità,
n
nascere,
necessità, natura, non perdere lo slancio.
I
infiammare,
imperfetto, iniziative, impatto, impegno, immergersi nelle vicende e nella
storia, istituto, imparando a leggere la cifra dell’attualità,
internazionalità.
A
Ascoltare, allegria, amore, affetto, agire, attive, attrazione,
accogliere.
M
missionarietà,
missione, missionaria, mezzi, unico mezzo della missione siamo noi,
mondo,misericordia, marginalizzazione, Maria.
I
Incontrarsi,
impulso, inclinarsi, implacabile, impatto, Istituto, iniziativa, identità,
inculturazione, identità secolare.
S
Statuto,
storia, samaritano, sale, sinodalità, sacramenti, santità, società,
secolarità, semplicità, significativo, sacrificio.
S
Sfide,
significato, samaritano, sognare, serenità, salvezza, santificare, servizio,
solidarietà.
I
invocare lo
Spirito, Istituto Secolare, interiorità, imparare a incontrarsi con gli
altri.
O
Ordinarietà
della vita, Onnipotente, organizzare, osservare, offerta, opzioni.
N
Noi CM,
naturalezza, necessario, novità, nascondimento, nostro, navigare.
A
Amore del
Signore che ci coinvolge, assumere, agire, apprezzare, affrontare le
difficoltà con speranza.
R
Regno,
costruzione del regno senza riserve e senza ripensamenti, resistere,
responsabilità, relazione, realistico, rigore, realtà, recuperare, risorto, rinascere, recuperiamo immagine di
Dio, redenzione, radicalità, realtà teologica, regolamento di vita.
I
Incorporare, ispirazione, interiore, i linguaggi della
gente comune, i ritmi vitali, i conflitti quotidiani, incontro.
A
augurio,
andare oltre e in mezzo, amore del Signore che ci raggiunge, ci coinvolge e
ci salva, antenne, allegria di vivere.

come vivere la nostra secolarità oggi alla luce dei cambiamenti sociali ed ecclesiali
(prima parte)
Premessa
E’ importante
una premessa.
In che contesto
noi viviamo?
Il contesto
ecclesiale in cui si pone questo nostro momento di riflessione è caratterizzato
dallo svolgimento del Sinodo sulla Sinodalità.
Il contesto
socio-culturale, invece, è segnato dalla pandemia e dalla guerra in Europa, che
si aggiunge alle numerose guerre in atto e dalla crisi economica, divenuta
presto anche sociale ed etica, capace com’è stata di mettere a nudo le
diseguaglianze, gli abusi di potere e i comportamenti immorali di singoli
cittadini e della stessa classe dirigente. In Italia è diminuita la fiducia
nella partecipazione, ha preso piede una forma strisciante di egoistico “fai da
te” da parte di singoli e di gruppi, la disperazione si palesa nei suicidi,
nelle depressioni, in diverse forme di violenza, anche privata.
Per quanto
attiene il carisma della secolarità consacrata rimane confermato lo scarso
impatto che esso ha nella realtà ecclesiale e a livello di rilevanza sociale.
Nella Chiesa non è più riconosciuto come una novità e, dato il limitato numero
dei membri e la loro età avanzata, non incide significativamente
nell’elaborazione della sua identità e della sua missione. Nella società la
mancanza di fiducia nelle istituzioni ha fatto crescere il sospetto anche nei
confronti delle persone impegnate cristianamente, fatte salvo quelle che
operano nel campo del volontariato e della carità.
Il luogo della
santificazione personale di noi laici consacrati è, senza dubbio, il mondo con
quello che implica l’essere immersi nelle sue vicende e nella storia. Il modo
in cui esserci esige un continuo discernimento secondo la Parola di Dio e il
mistero della vita di Gesù di Nazaret, prima della sua vita pubblica, a cui far
riferimento per vivere in pienezza la vocazione secolare.
L’impegno
secolare trova la sua massima espressione nel lavoro (come impegno, esecuzione,
competenza, esercizio professionale e assolvimento del comando divino di
assoggettare le cose). Accanto ad esso e non di importanza secondaria sono le
attività di “pubblico servizio”, sia in ambito associativo che attraverso un
impegno diretto in politica. E’ edificante la testimonianza del come i primi
membri degli Istituti secolari siano riusciti a conciliare gli impegni anche
onerosi, sotto l’aspetto della presenza secolare nei vari ambiti, con fedeltà
assoluta alla preghiera, fondamentale per ogni vocazione.
Quale
testimonianza chiede a noi il Signore? E’ la domanda sempre attuale, che ci
poniamo per verificare se il nostro cristianesimo nella vita ordinaria è
rivolto tutto alla costruzione del “Regno”, senza riserve e ripensamenti.
Il cammino
compiuto in questi 75 anni dagli Istituti secolari, dalla Provida Mater
Ecclesia a oggi, sia a livello di riflessione teologica e magisteriale che a
livello di esperienza di vita, ci permette di affrontare l’argomento di questo
incontro tenendo sullo sfondo gli elementi prima ricordati.
Oggi però si
stagliano in primo piano alcune suggestioni di grande attualità, sottolineate
dal magistero di papa Francesco, che conferiscono agli Istituti secolari e al
loro carisma una rinnovata connotazione profetica.
Basti citare
alcune definizioni che il papa ha dato degli Istituti secolari all’Udienza
concessa ai Responsabili italiani il 10 maggio 2014.
A partire da
una lettura attenta del suo discorso mi sembra si possano individuare 5
suggestioni.
Custodire la
contemplazione…
… (verso il
Signore e nei confronti del mondo).
Ha a che fare
con la consacrazione.
L’espressione è
stata usata da papa Francesco nella conversazione libera. Precisamente egli ha
affermato: “E da quel tempo (il tempo
della Provida Mater) fino ad ora è tanto
grande il bene che voi fate nella Chiesa, con coraggio perché c’è bisogno di
coraggio per vivere nel mondo (…). Tutti i giorni, fare la vita di una persona
che vive nel mondo, e nello stesso tempo custodire la contemplazione, questa
dimensione contemplativa verso il Signore e anche nei confronti del mondo,
contemplare la realtà, come contemplare le bellezze del mondo, e anche i grossi
peccati della società, le deviazioni, tutte queste cose, e sempre in tensione
spirituale …”
Nella Evangelii
Gaudium (EG) al n. 264 aveva scritto: “E’
urgente recuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire
ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre
una vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri”.
Vengono
spontanee alcune considerazioni.
Innanzitutto,
va focalizzato l’oggetto primario della nostra consacrazione che è il Signore
Gesù. È al suo amore che noi aderiamo, alla sua chiamata che noi diciamo il
nostro ‘sì’; è del suo progetto che noi ci mettiamo a servizio. La stessa
professione dei voti, quindi, va nel senso di quell’incontro personale con Gesù
che ci mette in movimento dietro di lui dentro la storia.
Va poi
specificato che, intesa in questo senso, la consacrazione non porta fuori, non
distrae, non separa dalla realtà mondana, positiva o negativa che essa sia, ma
offre piuttosto una prospettiva pasquale, di redenzione e di speranza. Addirittura,
la relazione personale con Cristo passa attraverso le vicende umane e si
sostanzia di tutto ciò che noi portiamo della nostra esistenza concreta.
Avere uno
spirito contemplativo significa allora dedicarsi consapevolmente a tutto ciò
che è bene, che rende migliore l’uomo e la società, che qualifica la storia
come ‘storia di salvezza’. Custodire la contemplazione è proprio di chi, a
diretto contatto con il mondo, ne conosce le dinamiche e vi incarna la fede
attraverso il suo vissuto.
La consacrazione
ci chiede di essere, in mezzo
agli altri, sacramento vivo di Dio. Noi siamo chiamate a manifestare questo
primato di Dio, a proclamare che Lui è al centro delle nostre vite e l’unico
vero significato della nostra esistenza. A questo scopo, mettiamo a disposizione
la visibilità, nella nostra umanità, del Dio silenzioso, nascosto, del Dio
“debole”, in modo che ancora una volta tra gli uomini e le donne del nostro
tempo possano rendersi visibili l’amore fraterno di Cristo, la paternità del
Padre, la sua misericordia, la sua tenerezza, il suo perdono, la sua speranza …
La profezia sta
nella chiamata a tenere sempre uniti fede e vita, dimensione spirituale e
vissuto concreto, celebrazione dei sacramenti e impegno storico…o, ancora
meglio, il nostro essere nel mondo e il nostro essere di Dio senza che questo
costituisca dicotomia ma generi continuità e si configuri come preannuncio del
Regno.
Camminare per
le strade del mondo e abitare le periferie…
(… in uscita,
andare oltre e in mezzo, lì dove si gioca tutto: la politica, l’economia,
l’educazione, la famiglia…)
Ha a che fare
con la secolarità.
Anche questa
espressione è stata usata dal Papa all’Udienza, in questo preciso contesto: “Non perdete mai lo slancio di camminare per
le strade del mondo, la consapevolezza che camminare, andare anche con passo
incerto e zoppicando, è sempre meglio che stare fermi, chiusi nelle proprie
domande o nelle proprie sicurezze. La passione missionaria, la gioia
dell’incontro con Cristo che vi spinge a condividere con gli altri la bellezza
della fede, allontana il rischio di restare bloccati nell’individualismo”.
Nella EG al
n.20 aveva scritto: “Ogni cristiano e
ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti
siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e
avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della
luce del Vangelo”. E al n.46: “La
Chiesa ‘in uscita’ è una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per
giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una
direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da
parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze
per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte è come il padre
del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte perché quando ritornerà
possa entrare senza difficoltà”.
Anche qui
alcune considerazioni.
La Chiesa vive nel mondo e in dialogo con esso. Il Signore Gesù ha voluto
la Chiesa come sacramento della sua presenza di risorto nella storia. Ora
Cristo continua “a prendere l’iniziativa”,
a “precedere nell’amore, (come spiega
il n.24 dell’EG) e quindi la Chiesa è chiamata a “coinvolgersi” (“La comunità evangelizzatrice mediante opere e gesti si
mette nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino
all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana…”), ad “accompagnare” (“Conosce le lunghe attese e
la sopportazione apostolica. Usa molta pazienza ed evita di non tener conto dei
limiti…”), a “fruttificare” “Trova il modo per far sì che la Parola si
incarni in una situazione concreta e dia
frutti di vita nuova, benché apparentemente siano imperfetti e incompiuti…”) e
a “festeggiare” (“Celebra e festeggia
ogni piccola vittoria, ogni passo avanti (…) si fa bellezza nella Liturgia in
mezzo all’esigenza quotidiana di far progredire il bene…”).
Sono 4 verbi
della secolarità, cioè di una presenza operosa ed incisiva in ogni angolo di
umanità dove risuonano più forti gli interrogativi degli uomini e dei popoli.
La Chiesa abita
le periferie attraverso di noi che, per vocazione, siamo chiamati a restare “in
saeculo” e ad agire “con i mezzi che sono propri del mondo” senza alcuna
distinzione che non sia la testimonianza di fedeltà al Vangelo che connota le
nostre scelte e il conseguente stile di vita.
Secolarità è
anche andare, non restare bloccate sulle proprie posizioni e le proprie
sicurezze. Richiede la capacità di porsi delle domande e non solo di dare delle
risposte, rischiando nella ricerca, ascoltando la realtà della vita prima di
stigmatizzarla con delle norme.
La profezia sta
nella chiamata a non temere nessun luogo e nessuna situazione, anzi a leggere e
a collaborare nel compimento della storia della salvezza proprio a partire da
lì, dove la persona è al limite dell’esclusione, soffre l’indifferenza, è
svuotata della sua dignità.
“Voi fate parte di quella Chiesa povera e in uscita che sogno!”: ci ha detto papa Francesco.
Ci sono tante questioni che ci spiazzano, nella vita, nella fede e nella
Chiesa. Camminare con responsabilità significa rifiutare ogni soluzione facile
e ogni scorciatoia, per percorrere i sentieri più ardui del pensiero, della
ricerca e del dialogo.
Qui è sempre attuale l’immagine che ci ha affidato Paolo VI: essere
laboratori sperimentali… con tutto ciò che questa immagine significa…
Maria Rosa Zamboni

ricordo di pina martinelli
Il 15
giugno 2022 Pina è passata all’altra riva, nella gioia piena, dove il Signore l’ha
accolta nel suo regno di amore e di pace. Pubblichiamo i messaggi che abbiamo
letto nel giorno del suo funerale nella Celebrazione Eucaristica.
Sei stata e
sei per noi la perla più
preziosa
Carissima
Pina,
Stiamo
celebrando la tua Pasqua, il tuo incontro nelle braccia del nostro Dio e Padre.
Non saranno sufficienti le
parole per esprimere la nostra gratitudine per la tua vita donata che è stata e sarà un esempio da
seguire per tutti ed in particolare per la Compagnia
Missionaria.
Ricordando l’Apostolo San
Paolo: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i
vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro
culto spirituale” (Rom. 12,1), tu cara Pina ti sei offerta come ostia viva,
santa e gradita a Dio. Non possiamo sapere oggi le immense grazie che per te abbiamo ricevuto e continueremo
a ricevere nella nostra famiglia CM, che hai amato e servito non solo nel tempo
nel quale il tuo corpo lo ha permesso ma soprattutto in modo speciale dopo che
la malattia lo ha toccato.
Ricordo che in una delle
mie visite assieme ad Anna Maria Berta, ci dicevi che ti dispiaceva non essere
la missionaria attiva che eri stata ma noi ti abbiamo detto che non era
così, la tua vita consacrata era piena ed eri la
missionaria maggiore nella CM. Sempre davanti al tuo letto c’era un grande
poster con tutte le fotografie dei
nostri gruppi e tu vedendole pregavi ed offrivi. Sei stata una vera adoratrice
in spirito e verità. (cf. Gv 4,24)
Carissimi familiari di
Pina, ci uniamo con la preghiera a ciascuno di voi in questo momento e vi
ringraziamo per averla accompagnata con tanto amore. Ringraziamo con voi anche
il personale della “Ca’ Industria” che ha avuto cura di lei in tutti questi
anni. Il Signore benedica tutti.
Pina, ciascuna delle
missionarie e dei familiares CM ricordiamo il tuo bel sorriso che non è mai
mancato, continuerai a sorridere sempre nei nostri cuori. Sappiamo che
continuerai ad intercedere per noi assieme a p. Albino, alle missionarie ed ai
familiares della comunità del Cielo.
Carissima sorella, godi la
pienezza dell’Amore.
Graciela MagaldiPresidente della Compagnia
Missionaria del Sacro Cuore
Cara
Pina,
sono addolorata perché non sei più con noi, ma
felice perché finalmente sei nella gioia piena. Ringrazio il Signore per averti
conosciuta ed aver condiviso momenti importanti: per il tuo sorriso, il tuo
coraggio, la tua vita che hai reso preziosa, perché accolta, amata, offerta.
Credo sia stato molto difficile per te, capire,
accettare, vivere la tua consacrazione, la tua missione, nel dolore,
nell’impotenza, nella dipendenza dagli altri in tutto. Difficile da accettare,
da capire, da abbracciare.
Ci sei riuscita.
Il Signore ti ha voluta con sé sulla croce.
Mi inginocchio davanti al mistero della tua vita.
Come il grano, che cadendo in terra muore, e per questo porta molto frutto.
Grazie Pina, sei stata e sei per noi la perla più
preziosa.
Dove sei ora continua ad essere per i tuoi
famigliari conforto e sostegno.
E per noi tue sorelle nella consacrazione,
intercedi perché il nostro sì sia fedele fino in fondo.
I santi sono nella luce, Pina prega per noi.
Franca Gherardi Responsabile del Gruppo CM
Lombardia Liguria

visita della presidente in venezuela
Dal 16 al
26 settembre ho fatto il viaggio al Venezuela per incontrarmi con Ana Coralia
Pinto e Katty Liendo. Questo viaggio è stato rimandato varie volte per varie
situazioni, tra le quali la pandemia.
Facendo un poco di storia:
nel 2016 Margarita Castillo ha dato a P. Carlos Luis Suarez scj, (che in quel
tempo era missionario in Venezuela) durante la sua visita a San Bernardo in
Cile, il materiale informativo sulla CM.
Dopo un
certo tempo Margarita ha ricevuto un messaggio di Ana Coralia dove manifestava il suo desiderio
di conoscere il nostro Istituto. A partire da quel momento ci sono stati
contatti periodici con Teresa Pozo e Margarita. In gennaio 2018 ho ricevuto la
richiesta ufficiale da Ana dove manifestava il suo desiderio di una
consacrazione secolare e l’ho presentato al CC però si considerò che era bene
che si avessero almeno due o tre aspiranti per cominciare un cammino. Ho
mantenuto i contatti con p. Carlos Luis che, in seguito mi ha presentato Katty
ed è cominciato un accompagnamento con ambedue fino a che è stato nominato
Generale scj e dopo, è continuato il contatto con p. Alejandro Iglesias scj.
I gruppi CM di Argentina e
Cile, in ottobre 2020 hanno manifestato al CC la loro disponibilità per
accompagnare questa nuova realtà. Nel CC si è considerato necessario realizzare
un viaggio, per prendere contatti e valutare la realtà.
Ho potuto conoscere Katty
che ha compiuto 46 anni quando ero lì in Venezuela e conoscere la sua mamma Margarita con la quale
vive a Caracas. Lei lavora nella pastorale della Parrocchia San Miguel
Arcangel affidata ai dehoniani. È ministro straordinario dell’Eucaristia e
visita le famiglie più povere della zona che si trovano sulla collina. Ho avuto
il dono di accompagnarla ed incontrare gli ammalati e le loro famiglie.
A Tinaquillo a 200 km
circa da Caracas, ho incontrato Ana Coralia che ha 45 anni ed a partire da
quest’anno lavora in un Collegio religioso come insegnante di religione, Vive
con il suo papà di 86 anni e, da molti anni, fa parte dell’equipe di Pastorale
Vocazionale dei dehoniani.
Durante la mia visita ho
potuto condividere con ciascuna alcuni incontri personali ed insieme e questo
mi ha permesso di capire il loro impegno e le loro motivazioni per una chiamata
alla vita consacrata secolare.
Ho visitato tutte le
comunità scj presenti in Caracas, San Pablo, Valencia, Tinaquillo
y Mariara; in tutte sono stata
ricevuta con molto affetto e disponibilità a collaborare con la CM. Ho
realizzato incontri con giovani ed animatori pastorali dove ho presentato il
nostro Istituto.
Mi sono messa d’accordo
con Ana Coralia e Katty, ed i p. Alejandro Iglesias ed il p. Juan Yepez
(Superiore Regionale del Venezuela) per il cammino che seguiremo fino alla
prossima visita circa i ritiri mensili e la formazione. Manterremo anche
incontri regolari via on line approfittando dei mezzi tecnologici.
La realtà
venezuelana è dura per la povertà e la situazione sociopolitica, nonostante
questo la gente ha una fede immensa ed una vita sacrificata ed allo stesso
tempo solidale tra loro.
Ringrazio il Signore per questa
esperienza e raccomandiamo allo Spirito Santo ed a Maria nostra Madre, il
cammino che abbiamo iniziato. Ringrazio tutti/e per avermi accompagnato con la
preghiera e con l’affetto.
