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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
cercansi cuori uguali al suo
 
In questa Domenica, 22 marzo 2015, nella nostra Capela Coração de Jesus e Maria Imaculada, Rua Capitão Renato Baptista, 31 – Lisboa – alle 16,00 – ci siamo riuniti per ricordare e ringraziare il Signore per il giorno 25 marzo 1958, data in cui la COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE, ha ricevuto la prima Approvazione: è la festa dell’Annunciazione, dell’ECCOMI (“ecco la Serva del Signore”) come noi, membri della Compagnia Missionaria, la chiamiamo, perché Maria è modello del SI incondizionato al piano di Dio! Abbiamo fatto un momento di MEMORIA, partendo dal pensiero di P. Dehon – “Cercasi cuori uguali al Suo!”, ricordando la sua vita e l’ispirazione per fondare la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore. Abbiamo ricordato, anche, la vita di P. Albino Elegante e la sua ispirazione per fondare la Compagnia Missionaria. Dopo questa memoria e riflessione sulla nostra spiritualità, abbiamo fatto la preghiera dei Misteri Gaudiosi del Rosario, anche per la PACE nel Mondo. E abbiamo concluso condividendo una semplice merenda! Eravamo in quindici, tra Missionaria, Familiares e Amici CM. Un abbraccio in comunione a tutti, augurando la Benedizione del Signore! Missionaria e Familiares CM a Lisbona
briciole di bene
 
A distanza di poco più di un anno dalla morte del nostro fondatore p. Albino Elegante, questa volta vogliamo proporre alcune frasi tolte dagli scritti che ci ha lasciato. Sono …briciole di bene… germogli... che se accolti, coltivati e concretizzati valorizzano la nostra vita quotidiana. Sono parole buone che partono dalla nostra radice e se vogliamo possono  trasformare la nostra vita. A NOI LA SCELTA! Assemblea generale 2001 “Perdete tutto piuttosto che perdere la carità” “Dal Cuore di Gesù aperto sulla croce nasce l’uomo dal cuore nuovo, animato dallo Spirito e unito ai suoi fratelli nella comunità di carità che è la Chiesa” “Una vocazione così bella come la nostra richiede grande fervore e una grande generosità…” “Con Gesù dobbiamo amare, agire, soffrire… Egli è la guida, il centro, il fuoco, il riposo della nostra vita” “Diventa  intercessore  davanti a Dio per i problemi del mondo, della Chiesa, della tua famiglia”. “E’ una vera provvidenza avere un amico che ti stia a fianco, che ascolti le tue confidenze e ti sostenga nelle difficoltà, che ti stimoli ad avanzare…” “E’ la  spiritualità d’amore e di oblazione  che ci rende incarnazione viva di Cristo e ci porta a fare “comunione” con tutti  nell’autenticità della nostra fede”. “ Nella imitazione di Cristo un ruolo principale è svolto dallo Spirito Santo. E’ Lui, lo Spirito Santo, che ci dà  “il gusto del bene”. E il bene supremo è Gesù, è il suo amore, è la vivacità della nostra adesione alla sua verità, è la gioia che seminiamo sui nostri passi”. “Il nostro primo impegno deve essere la docilità. Lo Spirito Santo può costruire dei capolavori di grazia anche con la creta più povera”. “Teniamo lo sguardo fisso su Maria per ammirare e per suscitare nel nostro cuore la nostalgia    della sua grandezza”. “E’ necessario che ci manteniamo in frequente contatto con Cristo, tanto da impararne il pensiero e le modalità di vita. E da esprimerle poi con decisione, con la persuasione che Cristo ci vuole “parola” dei suoi sentimenti e delle sue opere per la salvezza del mondo”. “Al di là della consuetudine, della convenienza, delle prescrizioni, dell’opportunità......bisogna che ci sia in noi una vera sete di Cristo e la coscienza chiara che i sacramenti la possono sollevare. La sete di Cristo ci sarà, se Cristo abitualmente non sarà ai margini, ma al centro dell’interesse e della ricerca della nostra vita”. “Qualunque sia il nostro posto nel mondo, teniamo presente che siamo artefici del piano di Dio”. “La nostra casa dovrebbe essere come una Betania un luogo dove Gesù possa abitare volentieri e trovare una calorosa accoglienza, carità e spirito di servizio”. “La nostra casa dovrebbe essere luogo di accoglienza reciproca, di fraternità, di ascolto della Parola e di preghiera. Dovrebbe  essere un luogo dove si impara lo stile del servizio e della condivisione, nell’umile e gioiosa testimonianza di fede nel Risorto”.
il sorriso di p. albino
 
15 marzo: festa dell’ECCOMI e commemorazione di P. Elegante a S. Antonio Abate. Un giovane, figlio dei familiares  Gennaro e Lucia, offre il suo ricordo Da bambino, di volta in volta, mi ritrovavo a trascorrere delle domeniche a seguito dei miei genitori, i quali si incontravano con delle persone per meditare sulla vita di un certo Gesù. Non capivo cosa realmente facessero, ma vedevo in loro e nei loro amici tanta felicità e gioia, la stessa che provavo io nel giocare con gli altri bambini che in quelle circostanze incontravo. Gli incontri si tenevano regolarmente con cadenza, se non erro mensile, ma durante l’anno si verificava un evento particolare i cui preparativi iniziavano anzitempo: l’arrivo di Padre Albino. Sapevo che si trattasse del fondatore del gruppo e percepivo che la sua presenza fosse importante e sentita da tutti, poiché era proprio grazie al suo lavoro che questi amici potessero incontrarsi e pregare … ed io giocare! Fondatore è un termine che trasmette un’immagine di forza, coraggio ed impeto. Non nascondo che sentivo anche un po’ di turbamento alla notizia che all’incontro successivo padre Albino sarebbe stato presente. Arrivato il giorno tanto atteso, vedevi venirti incontro un uomo dalla corporatura minuta, occhi dolcissimi protetti da occhiali tondi, capelli bianchi e grandi orecchie. Insomma, del mito tanto temuto nessuna traccia. Ma qualcosa di particolare c’era ed era talmente palese che non è possibile non ricordare: il sorriso. Quest’uomo dall’accento “strano”, nonostante la tanta timidezza che avessi nell’incontrarlo, finanche a nascondermi dietro le gambe di mamma, mi donava un sorriso coinvolgente tale da far scomparire qualsiasi broncio. E allora, forse qualche potere ce l’ha… sa farti felice! Crescendo riesci a valutare le cose in un’ottica diversa e ad ampliare il raggio d’azione delle tue analisi sulla base delle esperienze vissute ed in virtù dell’educazione ricevuta. Oggi, posso affermare che la forza di padre Albino era proprio nel suo sorriso. Viene da chiedersi come sia possibile munirsi di quel sorriso. Cerchi, invano, una risposta nel mondo materiale, d'altronde, in tale contesto, è impossibile trovarla! La tua ricerca termina solamente in Cristo, nell’amore di Cristo. È l’incontro con Lui a donarti il vero amore, lasciandoti l’onere di trasmetterlo al prossimo. Il coraggio di Padre Albino è stato quello di rendersi disponibile a Cristo. Egli ha messo la sua vita al servizio della chiamata e ha dato esecuzione al progetto che Dio ha disegnato per lui. L’impeto mostrato nella sua evangelizzazione in terre così lontane è il frutto della vicinanza con Dio, fidandosi di Dio egli ha superato limiti impervi. Le difficoltà, infatti, nella sua opera non sono affatto mancate ma, sostenuto dal Cuore di Gesù, è riuscito ad attuare le sue idee. Grazie P. Albino, grazie per la Compagnia Missionaria, per le Missionarie e i Familiares. Grazie per aver contribuito indirettamente alla mia formazione umana e spirituale. Salvatore Mercurio
il mondo che viene e il mondo dove andiamo
 
Uscire! E’ necessario uscire, andare  incontro agli altri, immergerci nelle realtà concrete e condividere l’esperienza della missione. Dal 12 al 18 febbraio u.s. Martina, Edvige, suo nipote Igor ed io siamo andati a passare alcuni giorni nella nostra Casa per ferie, Villa San Giuseppe a Monguelfo. Avevamo come finalità quella di condividere momenti di preghiera, pasti, lavoro e convivio con le missionarie Fiora e Marta, Gianna, gli amici e volontari, con gli ospiti la gioia, il sorriso e il servizio. Mentre lavoravo, immersa nella realtà del mondo che veniva a noi attraverso gli ospiti che arrivavano da “mille strade diverse”: Italia, Lettonia, Canada, Indonesia, Svizzera, Uganda, Repubblica Ceca, Ungheria, Kossovo, Cambogia, Venezuela, Messico…ho pensato: queste missionarie che non sono partite per la missione Ad Gentes, sembrano perdute in mezzo a queste montagne, ma in realtà il mondo viene da loro. Ho continuato a pensare! Questa missione ha un duplice significato: il mondo che viene fino qui e il mondo dove vanno mediante il frutto del loro lavoro… Sappiamo che questa attività Casa per ferie supporta le diverse iniziative di animazione vocazionale e missionaria nei Continenti dove siamo presenti come Compagnia Missionaria. Così sono tornata a riflettere, questa volta, sulle parole di papa Francesco: “Uscire verso le periferie esistenziali e geografiche” e lì portare, incarnare e testimoniare il Vangelo. Ho colto in ciascuna delle persone che lavorano nella Casa un atteggiamento costante ad uscire da se stesse in una disponibilità totale per servire e amare incondizionatamente. Ho capito che la loro dedizione e donazione a questa causa ha il carisma dell’ospitalità e, in un orizzonte più ampio, le necessità dell’Istituto e, particolarmente la missione Ad Gentes. Il nostro campo di missione è molto ampio e diversificato…Rendo grazie a Dio dell’opportunità di conoscere la bellezza e la grandezza dell’arcobaleno che è la missione CM.
va' e fa' uscire il mio popolo
 
Missione popolare a S. Antonio Tortal (BL) dal 10 al 17 maggio 2015 In febbraio 2002 fummo impegnate nella missione popolare a S. Antonio Tortal (BL) – 700 m. di altitudine in vista dei monti del Cadore - insieme con alcuni fratelli cappuccini provenienti dalla Parrocchia di S. Giuseppe Sposo a Bologna, a cui appartiene la nostra fraternità di via Guidotti. A parte il freddo e il ghiaccio che ogni mattina bisognava togliere dall’auto, fu un’esperienza molto positiva e interessante, per l’entusiasmo del Parroco di allora D. Francesco Prade e per la preziosa collaborazione degli animatori giovani e adulti. Con alcuni di loro si sono mantenuti alcuni contatti, soprattutto quando ci hanno comunicato avvenimenti speciali: matrimoni, nascite e l’ordinazione sacerdotale di uno dei giovani. In particolare ci è rimasta impressa nel cuore la simpatica espressione di D. Francesco, che da qualche anno è andato a riposare in Dio: “È la nuova moderna missione”. E lui di missioni in parrocchia ne aveva fatte spesso con diversi gruppi di religiosi. Un momento del musical dei ragazzi Con gioia e gratitudine, più di un anno fa, ci è giunta la richiesta di una nuova missione. Proprio gli animatori laici hanno proposto al nuovo parroco D. Egidio Dal Magro di ripetere l’esperienza della missione di cui sentivano il bisogno, per ridare nuova forza alla vita della comunità, che si trova ad affrontare, come altrove, mutate situazioni sociali e ecclesiali. Il Parroco ci ha confessato con semplicità di non aver mai fatto esperienza di missione popolare, ma uno degli animatori più impegnati, Ezechiele, è il fratello di D. Egidio e, con sua moglie Barbara, non hanno fatto fatica a convincerlo del valore dell’iniziativa. Gli altri animatori sono in parte i giovani di 13 anni fa, oggi sposati con figli. Figlio di Ezechiele e Barbara è don Marco, giovane animatore di allora che oggi è viceparroco in un paese non lontano. Quando noi missionarie abbiamo incontrato il consiglio pastorale abbiamo trovato una sorprendente disponibilità a cercare insieme metodi e iniziative per preparare la missione e per realizzarla. Bisogna notare che il D. Egidio è parroco a Trichiana (4000 abitanti) e a S. Antonio (1000 abitanti). La distanza tra i due paesi è 5 km di curve. Insomma il tempo che può dedicare a S. Antonio è limitato, nonostante il suo impegno: la gente è preoccupata che lavori troppo ed è grata per il suo servizio. In questa situazione, il consiglio pastorale, le catechiste, gli animatori dei giovani e tutti i collaboratori hanno capito che la vita della comunità è affidata, oltre che al servizio del Parroco, anche alla loro responsabilità di laici battezzati. Potremmo dire che questa missione è stata una grande testimonianza dell’importanza della corresponsabilità dei laici nella vita della chiesa e nella sua missione evangelizzatrice. Scherzando, abbiamo soprannominato Barbara “viceparroco”. Nonostante il suo lavoro presso la Scuola materna, ha avuto in mano l’organizzazione della visita alle famiglie e agli ammalati, distribuendo il lavoro alle missionarie, al missionario P. Rocco Nigro dehoniano e agli accompagnatori. Alcuni di questi hanno saputo mettere in atto strategie simpatiche e intelligenti per preparare la visita delle missionarie e predisporre le famiglie all’accoglienza. Tutti loro, alcuni più timidi, altri più intraprendenti, ci hanno testimoniato di aver vissuto un’esperienza forte, di essersi sentiti missionari, di aver imparato a conoscere di più le persone e le famiglie. Numerosi sono stati i centri di ascolto del Vangelo nelle famiglie, la sera. Molti di coloro che ospitavano hanno sentito viva la responsabilità di invitare vicini e conoscenti. Grazie a tutti loro, non ci sono state perdite di tempo, abbiamo lavorato intensamente. Domenica 10 maggio, la missione si è aperta con il mandato missionario al mattino e con due momenti molto significativi e intensi nel pomeriggio: la processione con l’immagine della Madonna del Rosario cui è seguito il musical di bambini ragazzi e giovani, registe le catechiste. Titolo del musical il tema della missione che è anche il tema dell’anno pastorale diocesano: VA’ E FA’ USCIRE IL MIO POPOLO. Mosè è stato inviato da Dio a liberare Israele e Gesù è venuto a liberarci dal peccato e dalla morte. I discepoli di Gesù sono ancora oggi inviati ad annunciare il Vangelo, buona notizia di amore e di libertà per tutti. E questo è lo scopo della missione: ridare slancio all’impegno missionario della comunità cristiana per il bene di ogni persona, dai piccoli, ai grandi, agli anziani, ai malati. Naturalmente tutta la settimana di missione ha trovato vitalità nella celebrazione e nell’adorazione eucaristica quotidiane. Nonostante il temporale – unico in una settimana piena di sole – un gruppo di anziani ha partecipato alla celebrazione eucaristica in cui è stato amministrato anche il sacramento dell’Unzione. Assemblea parrocchiale Dopo gli incontri con i giovani, con alcune famiglie giovani e le confessioni del venerdì sera, il sabato numerosi sono stati i partecipanti all’adorazione eucaristica dalle 20 alle 24, nonostante che i giovani fossero andati a vivere un’esperienza di comunione e di riflessione in montagna con il parroco. Quando già la chiesa si stava chiudendo, a mezzanotte, sono arrivati e hanno chiesto di fermarsi un po’ anche loro davanti all’Eucaristia. Veramente è stata una richiesta commovente, che Orielda ha subito esaudito, accompagnandoli nella preghiera. Domenica 17, festa delle prime comunioni, al pomeriggio la missione si è conclusa con una partecipatissima assemblea parrocchiale in cui gli animatori, alcuni giovani e ragazzi hanno pubblicamente testimoniato la ricchezza dell’esperienza vissuta e espresso desideri propositi e suggerimenti per il cammino futuro della comunità. Noi missionarie, per bocca di Orielda, che ha accompagnato la preparazione della missione, abbiamo dato la nostra testimonianza, espresso la gratitudine al Signore e a tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione di questa esperienza d fede, di spiritualità, di missionarietà ecclesiale. Abbiamo anche lasciato alcuni suggerimenti e incoraggiato un cammino sempre più responsabile e generoso. Testimonianze durante l'assemblea Una missione popolare non è un toccasana. Non risolve tutti i problemi della comunità. Non si fa una volta per tutte. E non è vero che sia un fuoco di paglia. Soprattutto se non è affidata solo ai missionari, ma esige l’impegno condiviso tra missionari e laici della parrocchia. È un’esperienza ecclesiale che rinnova il cammino, ridà slancio, intensifica la vita di fede, impegna a una revisione e spinge a un rinnovamento. La quotidianità rischia di far appassire la fede e l’esperienza ecclesiale. O di stressarla. La missione è come gli esercizi spirituali. Il Papa per primo li vive ogni anno. Certo una missione non si fa una volta l’anno, ma ci sono comunità che sentono spesso il bisogno di ravvivarsi.
giugno 2015
 
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Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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