Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La
COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede
centrale a Bologna, ma è diffuso in varie regioni d’Italia, in Portogallo, in
Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
All’istituto
appartengono missionarie e familiares
Le
missionarie sono donne consacrate
mediante i voti di povertà, castità, obbedienza, ma mantengono la loro
condizione di membri laici del popolo di Dio. Vivono in gruppi di vita fraterna
o nella famiglia di origine o da sole.
I
familiares sono donne e uomini,
sposati e non, che condividono la spiritualità e la missione dell’istituto,
senza l’obbligo dei voti.
News
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27 / 05 / 2020
SOLENNITA' DEL SACRO CUORE DI GESU'
Venerdì 19 giugno 2020...

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27 / 05 / 2020
SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
Sexta-feira 19 de junho de 2020...

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27 / 05 / 2020
SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
Viernes 19 de junio de 2020...

realizzata
Realizzata
Intervista a Maria Justina Carneiro
Raccontaci
un po’ di te, della tua famiglia, della tua parrocchia…, la storia della tua
vocazione…come hai conosciuto la Compagnia Missionaria…
A dodici anni ero già impegnata nella catechesi
e partecipavo a vari iniziative parrocchiali…avevo e ho una famiglia che amo e
mi sento amata. Sentivo però che questo non mi bastava, non mi sentivo
realizzata. Un giorno, il mio parroco (p. Mario Barbosa), mi fece un invito per
partecipare a un incontro di giovani che si realizzava a Porto. Era l’agosto
del 1983. Un incontro che iniziava il venerdì sera e terminava la domenica. Una
vera avventura per me, perché era la prima volta che mi allontanavo da casa. Avevo
22 anni. A questo incontro andai insieme a Gloria( in seguito anche lei
sarebbe poi diventata missionaria).
Quando arrivammo a Porto, accompagnate da
Serafina, io mi sentivo emozionata e vivevo dentro me una
grande aspettativa per sapere cosa sarebbe successo, dato che venivamo da un
ambiente rurale ed era la prima volta che partecipavamo a questo tipo di attività.
A sera, mentre contemplavamo dalla nostra casa
di rua Miguel Bombarda, il paesaggio e poco lontano la torre dos “Clerigos” dissi
a Gloria: “questa sarà la prima ed ultima volta che mi vedranno ancora qui!”: A
poche ore di assenza da casa mia già mi sentivo triste e con “saudade”=
nostalgia della mia famiglia!!!Durante la notte dormii poco anche perché fui
invasa dalle tante zanzare che c’erano. Cercavo di prenderle quando mi accorsi
che invece avevo svegliato Gloria , mia
compagna di camera.
Il giorno seguente partecipammo all’incontro
guidato da Padre Antonio Augusto SCJ. Due cose mi colpirono molto: la veglia di
preghiera il sabato sera, prolungata fino a tarda ora della notte e la gioia e
serenità delle missionarie che vivevano lì nella casa. Soprattutto Teresa
Castro. Questo è stato quanto il Signore aveva preparato per me per farmi
pensare. Sì, Teresa è stata la
missionaria che più mi aveva impressionato positivamente.
Alla domenica l’incontro si concluse con una
“chiave d’oro”: la celebrazione dell’Eucarestia!!! Io, che poche ore prima avevo detto che non sarei più
tornata in questo gruppo… mi successe che durante l’Eucarestia, che quel giorno
proclamava la parabola dei talenti , mi sentii subito identificata con colui
che era andato a sotterrare il talento…
Venne il momento di andare a pranzo ed io con
tutte queste emozioni sono scoppiata in lacrime. Tutti i presenti mi guardavano
sorpresi, perché erano abituati a vedermi sempre allegra e serena, mentre in
questo momento avevano davanti a
loro una persona che piangeva a dirotto,
come fosse la Maddalena! Nel vedere che alcuni dei presenti mi volevano
consolare, p. Antonio Augusto fece cenno di lasciarmi sola nel mio “dolore”. E
fu così, perché egli aveva già capito quale era il motivo e aveva già programmato in cuor suo di dialogare con me…
Una cosa avevo capito: Dio mi chiamava a vivere
qualcosa di più di quanto già facevo. Dopo due anni di ricerca, ho sentito che
Dio mi chiamava a vivere la consacrazione secolare nella Compagnia Missionaria.
Così l’8 dicembre del 1985 sono entrata in questo Istituto.. Adesso rendo
grazie a Dio per avermi chiamata a vivere questo stile di vita, perché qui mi
sento realizzata e mi sento al mio posto.
Il tuo
gruppo di appartenenza: faccelo conoscere un po’ di più…
Il mio gruppo mi è molto caro. Le missionarie che lo compongono
pur nella diversità,sono un tesoro! Con loro io cammino nella fede, nella
comunione, nella preghiera, nella gioia, nella semplicità, nell’amicizia, nella
docilità allo Spirito nel servizio, nell’offerta e nella donazione. Sento che per tutto questo
ci vogliamo bene e ci rispettiamo una con l’altra. Riassumendo: il mio gruppo
mi piace. Siamo donne normali e questo non vuol dire che siano tutte rose;
abbiamo momenti di armonia e momenti di
difficoltà, comuni della vita quotidiana di tutti.
Come
ricordi il tuo inserimento…il tuo inizio?
E’ stato
un periodo di alti e bassi. Sapevo che in fondo era quello che volevo, ma mia madre aveva programmato
un’altra cosa per me: il matrimonio. Ma è stata la certezza di sentire
che Dio mi chiamava a seguirlo più da vicino , e questo mi ha dato sempre la forza per lottare con tutte
le mie forze per superare le varie difficoltà che incontravo.
Durante il giorno lavoravo e a sera ho
cominciato anche a studiare. Inoltre ero impegnata in parrocchia, nella
formazione, studio e lavoro e anche dovevo accudire alla casa. Nonostante tutto
questo, è stato però un periodo molto bello anche se esigente. Ho sentito la
presenza di Dio soprattutto nei momenti di prova. Ho sentito che Dio non ci
abbandona e mi ha dato sempre la forza attraverso la preghiera, la meditazione
della parola, le persone che mi ha messo vicino nel mio cammino. Lui era lì.
Momenti che riassumo in quella frase di quella poesia: “Orme sulla sabbia” dove
dice: “E proprio in questi momenti, di
difficoltà, che io sono con te e ti porto sulle mie spalle…”
Ricordo il giorno che feci la mia prima
consacrazione. Mi chiesero come mi sentivo ed io risposi:”sono
la sposa più felice del mondo!”.
Con l’aiuto di Dio ancora oggi sento che posso
ripetere: “sono la sposa più felice del mondo. Perché tutto posso in Colui che
mi conforta.
Il sogno
di Papa Francesco: una Chiesa “in uscita”. Come gruppo CM come vivete la
missionarietà nel contesto portoghese e
ad “Gentes”?
Come gruppo viviamo la missionarietà in famiglia
assistendo i malati e anziani, e appoggiamo anche le missionarie più fragili,
sia per problemi di salute sia per altre situazioni delicate. Siamo presenti
nella parrocchia, nell’animazione vocazionale. Diamo la nostra collaborazione
anche alla missione “ad Gentes”: Bina è in Guinea Bissau ( Africa) , Serafina
presta il suo servizio nel Consiglio Centrale della Compagnia Missionaria in
Italia ed Elvira anche lei è in Italia. Vedo il nostro gruppo aperto e
sensibile a questa realtà missionaria. Oltre a queste presenze , devo dire che
altre missionarie portoghesi hanno fatto la loro esperienza in terra di
missione come il Mozambico, Brasile, Guinea Bissau…
La tua
esperienza con i giovani…qual è il tuo attuale impegno in questa realtà ?Cosa
si aspettano i giovani da noi consacrate?
Nella mia esperienza ho sempre camminato di pari
passo con i giovani della parrocchia, soprattutto nell’animazione vocazionale.
In questo momento per problema di salute
ho chiesto al mio parroco di potermi staccare per un periodo da questo impegno, almeno fin tanto che mi
ristabilisca bene. Intanto offro questa mia sofferenza fisica per questa
intenzione. Per l’esperienza che ho credo che i giovani oggi aspettino da noi
consacrate accoglienza, ascolto,
disponibilità,rispetto comprensione, gioia, serenità…e per finire essere
portatrici della misericordia di Dio che è Amore.
Nella
Compagnia Missionaria si parla molto di comunione e missione, aspetti della
nostra spiritualità. Come declineresti concretamente questi valori importanti
per noi membri della Compagnia Missionaria?
“La nostra missione, come la spiritualità,
nasce e si alimenta al Cuore di Cristo.
Il costato trafitto è come un epilogo che riassume ed insieme suggella tutto
l’ineffabile mistero dell’amore divino, che si è donato nel Cristo e che nella
sua efficacia, perdura perenne nella Chiesa”.(Statuto n. 11).
Per prima cosa dobbiamo dare il primato
all’Amato. Solo così possiamo vivere la vita di amore a Dio e con i fratelli.
Essere portatrici dell’amore di Cristo con noi stesse e con quanti ci stanno
vicini. Siamo chiamate ad essere portatrici dell’amore misericordioso,
portatrici di pace, di gioia, di serenità, onestà, di responsabilità, di
rispetto mutuo, di accoglienza…perché la testimonianza trascina e le parole
invece si perdono nel nulla, le porta via il vento.
Qual è
l’augurio per tutti noi in questo anno appena terminato, della misericordia?
Abbiamo vissuto
un anno dedicato alla misericordia:
mi auguro che sia stato certamente per tutti noi un tempo misericordioso, prima di tutto
con noi stessi, ma anche per il nostro prossimo: famiglia, gruppo, per tutti quelli che vivono accanto a noi. Ma mi
auguro che questo atteggiamento di misericordia, non sia stato vissuto
solamente per quest’anno, ma che sia un inizio,
come un “aperitivo”, per continuare a crescere nella misericordia, per
essere sempre più simili al nostro Maestro.
Rendo grazie a Dio per la mia famiglia naturale
e spirituale e per essere chiamata a seguire Cristo da vicino nella Compagnia Missionaria.
Termino con questo messaggio a me tanto caro:
Solamente
Dio è…ma tu puoi…
Solo Dio può dare la
fede, ma tu puoi dare la tua testimonianza.
Solo Dio può dare speranza, ma tu puoi comunicare speranza
ai tuoi fratelli.
Solo Dio può dare amore, ma tu puoi insegnare agli altri ad
amare.
Solo Dio può fare forza, ma tu puoi donare coraggio a uno
scoraggiato.
Solo Dio è il cammino, ma tu puoi indicare questo cammino
agli altri.
Solo Dio è luce, ma tu puoi fare brillare questa luce agli
occhi degli altri.
Solo Dio è Vita, ma tu puoi comunicare agli altri il
desiderio di vivere.
Solo Dio può fare ciò che sembra impossibile, ma tu puoi
fare il possibile.
Solo Dio basta a se stesso, ma Lui preferisce aver bisogno di te…
a cura di
Santina Pirovano

pane… spezzato
Una breve
riflessione di una mattinata un po’ diversa dal solito.
E’ quanto abbiamo
vissuto della festa dell”Eccomi” svoltasi a Bologna ,nella nostra casa di Via
Guidotti 53, il 25 marzo festa dell’Annunciazione.
E’ un appuntamento ormai consolidato, vissuto come famiglia,
al quale NOI CM rispondiamo in diversi
modi e altrettanti stili, a secondo della realtà dei continenti e delle città,
dove siamo presenti.
La nostra casa di
Bologna è considerata Centro CM. Alcuni giorni prima ci arrivavano echi sulle
date e iniziative che altri gruppi CM avevano stabilito per questo avvenimento:
dal Portogallo, Mozambico, Indonesia, Cile, Argentina… Queste notizie ci
sembravano piccole luci , fari luminosi che pian piano si accendevano per
illuminare le strade del mondo, ma avevano anche il potere di farci sentire in
comunione di cuori e di ideale, cancellare le distanze tra noi, accogliere
risposte concrete al “Noi CM”.
Così
succede ogni anno quando i gruppi, missionarie, familiares e amici ricordano e
celebrano insieme il Si di Gesù e di Maria:” Ecce Venio – Ecce Ancilla”. E’ una adesione quasi unanime fatta di
riflessione, preghiera e ricordi condivisi tra noi e che abbiamo voluto
chiamare semplicemente: “Festa
dell’”Eccomi”. E’ diventata uno spazio di accoglienza per vivere e
condividere insieme la spiritualità, il carisma, il senso missionario ,
l’amicizia.
Anche questa volta ci siamo ritrovati: missionarie, alcuni
amici, e una buona rappresentanza di Padri dehoniani.
Quest’anno noi missionarie di Bologna abbiamo creduto
opportuno riflettere sul tema che la nostra chiesa ha stabilito per l’Anno del Congresso Eucaristico
Diocesano ( dal 13 novembre 2016 all’8 ottobre 2017): “Voi stessi date loro da mangiare”. Ci ha aiutato nella riflessione p. Marco
Bernardoni SCJ.
P. Marco nella sua introduzione ha riassunto bene la
motivazione: Un’idea felice che onora il
respiro ecclesiale della Compagnia Missionaria del Sacro cuore, il suo
desiderio ovunque si trovi, di mettersi al passo e al servizio della Chiesa
locale.
Il tema è stato presentato con entusiasmo e convinzione.
Oltre a farci riflettere ci ha suggerito alcune indicazioni per continuare con
fedeltà in questo cammino e ci ha soprattutto provocato a “ trovare la spiritualità adeguata a questo
passaggio di epoca Si tratta,dunque,di intuire le direzioni verso quali lo
Spirito spinge la Chiesa”.
Le risonanze e interventi dei presenti hanno arricchito la
riflessione.
Ci sembra di aver trovato risposte adatte anche per
rispondere all’obiettivo che si vuole raggiungere in questo anno del Congresso
Eucaristico presentato dal nostro Vescovo Matteo:”…Gesù ci insegna a rispondere alla fame di tanti. Per farlo non dobbiamo
cercare capacità particolari o possibilità straordinarie, che non avremo mai,
ma solo offrire il poco che abbiamo e condividerlo, affidarlo al suo amore
perché tutti siano saziati, noi e il prossimo”. Una mattinata trascorsa
nell’ascolto della Parola, nella
condivisione, nella semplicità, nell’amicizia.
Il depliant che avevamo preparato come invito alla festa
diceva: “Desideriamo condividere con
ciascuno/a di voi una mattinata di amicizia, riflessione e gioiosa
convivialità”. Nel nostro piccolo possiamo dire che ci siamo riuscite,
perché il poco che avevamo lo abbiamo condiviso.
Al termine dell’incontro abbiamo voluto concretizzare
attraverso un simbolo la continuità di questa condivisione, anche fuori dal
nostro ambiente: a ogni partecipante è stato consegnato un piccolo pane, non
come semplice ricordo, ma come “segno concreto” da spezzare e condividere una
parte, con chi ci è vicino. Pane per un cammino insieme!
Santina Pirovano

un cuore di carne
Jan van Eyck, Agnello mistico, sec XV
“E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come
cristallo,
che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della
città e, da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà
frutti dodici volte l’anno, portando frutti ogni mese; le foglie dell’albero
servono a guarire le nazioni”
(Ap. 22, 1-2)
.
Carissime/i,
ci ritroviamo di nuovo per vivere
insieme, pur se ognuno/a nel suo luogo di missione, la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
fonte di acqua viva, di vita e di grazia per ciascuna/o di noi.
E’ un nuovo invito che ci viene rivolto
perché accogliamo e scegliamo percorsi e cammini di vita nell’“oggi di Dio” che
ci è dato di vivere.
“Ma se camminiamo nella luce, come Egli è nella luce,
siamo in comunione gli uni con gli altri,
e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni
peccato”
(1Gv 1,7)
Davvero dobbiamo ringraziare il Signore che ci dona vita e vita in
abbondanza qualora ci lasciamo guidare dal Suo Spirito e viviamo i nostri
giorni dentro il mistero del suo amore e della sua tenerezza, che cambiano il
nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Ed un cuore di carne è un cuore
che vive la comunione.
Suggerisco, a questo proposito, prendendo dagli scritti di P. Albino,
quanto segue:
“Le condizioni per “fare comunione”:
1) Umiltà
sul piano umano e sul piano cristiano: è la condizione assoluta, voluta da Dio,
per suscitare ovunque, negli uomini e in Dio stesso la compiacenza, la
benevolenza, l’aiuto, il dono di ogni interesse per “fare comunione”. E, nella
“comunione”, per arrivare ad ogni bene.
2) Fare atti di
“comunione”, farne molti, proprio molti, per quanto ordinari ed insignificanti.
Farli con il cuore, nella piena sincerità, con la più grande magnanimità.
3) Se ci capitasse
di mancare alla “comunione” con chi ci sta d’attorno e, più largamente con i
fratelli,
… facciamo entrare con decisa umiltà l’accusa
delle nostre mancanze contro la “comunione”: una parola amara, un giudizio
azzardato, un pettegolezzo, un aiuto o anche solo un sorriso mancato. Poi,
purificati dalla nostra colpa, potremo “ritornare a presentare la nostra
offerta” ( Mt. 5, 24 ).
E un altro aspetto per accogliere cammini di vita nuova è il servizio come ci suggerisce Papa
Francesco: “Siate gioiosi, mai tristi. Gioiosi. Con la
gioia del servizio di Cristo, anche in mezzo alle sofferenze, alle
incomprensioni, ai propri peccati”. … La Chiesa sia in piedi e in
cammino, in ascolto delle inquietudini della gente e sempre nella gioia. “Ma
per evangelizzare, 'alzati e va'. Non dice: 'Rimani seduta, tranquilla, a casa
tua': no! La Chiesa sempre per essere fedele al Signore deve essere in piedi e
in cammino: 'Alzati e va'.
Una
Chiesa che non si alza, che non è in cammino, si ammala … finisce
chiusa con tanti traumi psicologici e spirituali, “chiusa nel piccolo mondo
delle chiacchiere, delle cose… chiusa, senza orizzonti”. “Alzati e va’, in
piedi e in cammino. Così deve agire la Chiesa nell’evangelizzazione”… .
Ai neo sacerdoti
ma, anche a noi tutti ed in particolare a noi, missionarie e familiares dice: “Tra i compiti del sacerdote uno “forse
noioso, anche doloroso” è “quello di andare a trovare gli ammalati”: “Fatelo, voi. Sì, sta bene che vadano i fedeli
laici, i diaconi, ma non lasciate di toccare la carne di Cristo sofferente
negli ammalati: questo santifica voi, vi avvicina al Cristo” (cfr News.Va).
Siamo chiamate ad
aprire la porta del nostro cuore e della nostra interiorità per unificare la
nostra persona: “Lasciarsi
istruire, riconoscere i movimenti dello Spirito in noi, … aderirvi, fa parte della vita del cuore profondo. E’
nel cuore che si comprendono le cose del regno, che si impara come integrare la
vita dello Spirito nella propria umanità. … aprire la propria terra interiore
nella sua totalità alla presenza del Cristo, alla vita dello Spirito (Ap.
3,20), è molto unificante, una circolazione viva, un soffio che parte dal cuore
e si espande nella psiche e nel corpo.” (Simone Pacot, Torna alla vita, pp. 253-254, ed. Queriniana)
Il mio augurio è che
viviamo sempre più convinte il dono di Dio che abbiamo nelle nostre mani e che
il Signore ci ha elargito abbondantemente dal Suo Cuore Trafitto perché
possiamo continuare a stimolarci ed a sostenerci a vicenda con una vita
generosa e piena di opere buone.
In
comunione.
Martina

maria, aiutaci a conservare questo “tesoro”
Maria, aiutaci a conservare questo
“tesoro”
Il gruppo CM di Porto si è riunito
dal 25 al 28 febbraio 2017 per un Corso di Formazione Permanente nella sede di
Rua Miguel Bombarda- Porto. Il 26 siamo andate alla chiesa di Nossa Senhora da
Vitòria, dove abbiamo partecipato all’Eucaristia, celebrata da p. Jardim
Moreira, per rendere grazie dei 50 anni di presenza della Compagnia Missionaria
in Portogallo. Molte di noi hanno lavorato in quella parrocchia a livello
ecclesiale, pastorale, sociale e professionale. Lì abbiamo avuto una presenza
molto significativa per diversi anni. L’invito rivolto alla comunità
parrocchiale per questa celebrazione era stato esteso anche alle persone che un
tempo avevano frequentato la catechesi e che tante volte avevano fatto della
nostra casa una Betania: uno spazio di amicizia, di preghiera, di
condivisione…incontri di giovani, momenti di festa…
Al
termine della celebrazione eucaristica, p. Jardim ha offerto un pranzo squisito
a tutte le persone che volevano partecipare, comprese le missionarie. C’era un
bel gruppo! È stato motivo di vera gioia il vedere la soddisfazione di p.
Jardim e il ritrovarci con persone che non vedevamo da molti anni! Che gioia
incontrare le giovani famiglie con i loro figli! Ricordare che erano stati i
nostri bambini del catechismo ed ora vederli arrivare con i loro figli…Come
scorre veloce il tempo! Con il cuore pieno di gioia, siamo ritornate a casa a
continuare il nostro lavoro.
Il
corso di formazione sul tema: “La storia della Compagnia missionaria in
Portogallo: Guardare lontano”, è
stato orientato da Lùcia Correia. È partita dagli ultimi anni del ’60, ma più
concretamente dalla rivoluzione di maggio del 1968 (la rivoluzione culturale),
sottolineando come questa rivoluzione toccò molto anche il nostro Istituto che,
allora aveva appena 10 anni di vita. Abbiamo capito meglio questo pezzo di
storia che sentivamo raccontare, ma non con questa chiarezza. Abbiamo ricordato
l’arrivo della CM a Porto con le prime missionarie: Maria Ilda, Teresa Castro e
Lisetta Licheri e dopo arrivò anche Maria Teresa Carvalho. Nell’autunno del
1968 partirono per il Mozambico le prime tre missionarie che erano arrivate
l’anno prima dall’Italia.
La
decisione di aprire una casa in Portogallo, la prima presenza della CM fuori
dall’Italia, aveva come motivo quello di costituire una specie di rampa di
lancio perché l’Istituto si aprisse a nuovi orizzonti. Inoltre c’era la
necessità di una preparazione immediata per la missione e per apprendere la
lingua portoghese, dato che in quegli anni il Mozambico dipendeva ancora dal
Portogallo.
Come
un vero padre, p. Albino (nostro Fondatore) aveva accompagnato, con la sua
presenza, la nascita della CM nella città di Porto e la descrive così: «Nei giorni
13- 24 ottobre 1967 sono stato in Portogallo. Così ho avuto modo di assistere
personalmente alla nascita e alle prime espressioni di vita del nuovo centro
comunitario della CM a Porto, in via Miguel Bombarda, 211. La generosità del
Sig. Francisco Wancheneider e l’efficienza instancabile del caro p. Giulio
Gritti ci hanno messo a nostra disposizione una vecchia casa signorile ancora
in buone condizioni, in una via centrale della simpatica città. Tuttavia,
quando sono arrivato la casa era completamente vuota. Ricordo l’impressione
desolante che mi suscitò la sera della mia visita: appena tre sedie, un tavolo
vecchio, due o tre letti, con materassi duri come il legno…
Sotto l’effige di San Giuseppe, che
da tempo lo consideriamo come il provvido amministratore della CM, ho collocato
un biglietto con una raccomandazione: “Abbiamo bisogno di una casa. Ci
piacerebbe rimanere qui, poveri ma tranquilli”. Dato che la casa era intestata,
poteva essere persa da un giorno all’altro. Ma credo che San Giuseppe ci
penserà a non metterci sulla strada». San Giuseppe ha fatto
veramente la sua parte se pensiamo che ancora oggi ci troviamo in questa bella
casa!
La
CM in Portogallo è andata crescendo con il sorgere di nuove vocazioni
portoghesi, con la presenza di missionarie italiane che hanno trascorso qui
periodi di tempo e dopo alcune sono rientrate in Italia e altre sono andate in
missione in Mozambico. Così si è espansa la CM nel nostro paese. Attualmente la
CM è presente a Porto, Lisbona e Funchal (Madeira).
Infine
Lùcia Correia ci ha offerto anche un commento sul Vaticano II. Luisa Chierici,
missionaria italiana, ci ha presentato e commentato un PowerPoint sulla sua
esperienza riguardo alle Missioni Parrocchiali in Italia. Ha testimoniato la
ricchezza del suo lavoro nell’ambito della missione CM e il suo vissuto nel
gruppo di Porto dal novembre 1972 al giugno 1974. Abbiamo ringraziato la sua
presenza, il suo contributo formativo che ci ha offerto e soprattutto l’amore
alla missione che ci ha testimoniato e che ci ha interpellato.
Abbiamo terminato questi
giorni di formazione con l’Eucaristia, celebrata dal provinciale dei dehoniani,
p. Agostinho e con il pranzo di fraternità. Sono stati giorni di una ricchezza
straordinaria!
Ringraziamo
il Signore per il dono della Compagnia Missionaria e per la nostra storia.
Maria, madre, guida e custode della CM ci aiuti a conservare questo “Tesoro” e
a trasmetterlo agli altri…
Maria
Justina Carneiro

maria, aiutaci a conservare questo “tesoro”
Maria, aiutaci a conservare questo
“tesoro”
Il gruppo CM di Porto si è riunito
dal 25 al 28 febbraio 2017 per un Corso di Formazione Permanente nella sede di
Rua Miguel Bombarda- Porto. Il 26 siamo andate alla chiesa di Nossa Senhora da
Vitòria, dove abbiamo partecipato all’Eucaristia, celebrata da p. Jardim
Moreira, per rendere grazie dei 50 anni di presenza della Compagnia Missionaria
in Portogallo. Molte di noi hanno lavorato in quella parrocchia a livello
ecclesiale, pastorale, sociale e professionale. Lì abbiamo avuto una presenza
molto significativa per diversi anni. L’invito rivolto alla comunità
parrocchiale per questa celebrazione era stato esteso anche alle persone che un
tempo avevano frequentato la catechesi e che tante volte avevano fatto della
nostra casa una Betania: uno spazio di amicizia, di preghiera, di
condivisione…incontri di giovani, momenti di festa…
Al
termine della celebrazione eucaristica, p. Jardim ha offerto un pranzo squisito
a tutte le persone che volevano partecipare, comprese le missionarie. C’era un
bel gruppo! È stato motivo di vera gioia il vedere la soddisfazione di p.
Jardim e il ritrovarci con persone che non vedevamo da molti anni! Che gioia
incontrare le giovani famiglie con i loro figli! Ricordare che erano stati i
nostri bambini del catechismo ed ora vederli arrivare con i loro figli…Come
scorre veloce il tempo! Con il cuore pieno di gioia, siamo ritornate a casa a
continuare il nostro lavoro.
Il
corso di formazione sul tema: “La storia della Compagnia missionaria in
Portogallo: Guardare lontano”, è
stato orientato da Lùcia Correia. È partita dagli ultimi anni del ’60, ma più
concretamente dalla rivoluzione di maggio del 1968 (la rivoluzione culturale),
sottolineando come questa rivoluzione toccò molto anche il nostro Istituto che,
allora aveva appena 10 anni di vita. Abbiamo capito meglio questo pezzo di
storia che sentivamo raccontare, ma non con questa chiarezza. Abbiamo ricordato
l’arrivo della CM a Porto con le prime missionarie: Maria Ilda, Teresa Castro e
Lisetta Licheri e dopo arrivò anche Maria Teresa Carvalho. Nell’autunno del
1968 partirono per il Mozambico le prime tre missionarie che erano arrivate
l’anno prima dall’Italia.
La
decisione di aprire una casa in Portogallo, la prima presenza della CM fuori
dall’Italia, aveva come motivo quello di costituire una specie di rampa di
lancio perché l’Istituto si aprisse a nuovi orizzonti. Inoltre c’era la
necessità di una preparazione immediata per la missione e per apprendere la
lingua portoghese, dato che in quegli anni il Mozambico dipendeva ancora dal
Portogallo.
Come
un vero padre, p. Albino (nostro Fondatore) aveva accompagnato, con la sua
presenza, la nascita della CM nella città di Porto e la descrive così: «Nei giorni
13- 24 ottobre 1967 sono stato in Portogallo. Così ho avuto modo di assistere
personalmente alla nascita e alle prime espressioni di vita del nuovo centro
comunitario della CM a Porto, in via Miguel Bombarda, 211. La generosità del
Sig. Francisco Wancheneider e l’efficienza instancabile del caro p. Giulio
Gritti ci hanno messo a nostra disposizione una vecchia casa signorile ancora
in buone condizioni, in una via centrale della simpatica città. Tuttavia,
quando sono arrivato la casa era completamente vuota. Ricordo l’impressione
desolante che mi suscitò la sera della mia visita: appena tre sedie, un tavolo
vecchio, due o tre letti, con materassi duri come il legno…
Sotto l’effige di San Giuseppe, che
da tempo lo consideriamo come il provvido amministratore della CM, ho collocato
un biglietto con una raccomandazione: “Abbiamo bisogno di una casa. Ci
piacerebbe rimanere qui, poveri ma tranquilli”. Dato che la casa era intestata,
poteva essere persa da un giorno all’altro. Ma credo che San Giuseppe ci
penserà a non metterci sulla strada». San Giuseppe ha fatto
veramente la sua parte se pensiamo che ancora oggi ci troviamo in questa bella
casa!
La
CM in Portogallo è andata crescendo con il sorgere di nuove vocazioni
portoghesi, con la presenza di missionarie italiane che hanno trascorso qui
periodi di tempo e dopo alcune sono rientrate in Italia e altre sono andate in
missione in Mozambico. Così si è espansa la CM nel nostro paese. Attualmente la
CM è presente a Porto, Lisbona e Funchal (Madeira).
Infine
Lùcia Correia ci ha offerto anche un commento sul Vaticano II. Luisa Chierici,
missionaria italiana, ci ha presentato e commentato un PowerPoint sulla sua
esperienza riguardo alle Missioni Parrocchiali in Italia. Ha testimoniato la
ricchezza del suo lavoro nell’ambito della missione CM e il suo vissuto nel
gruppo di Porto dal novembre 1972 al giugno 1974. Abbiamo ringraziato la sua
presenza, il suo contributo formativo che ci ha offerto e soprattutto l’amore
alla missione che ci ha testimoniato e che ci ha interpellato.
Abbiamo terminato questi
giorni di formazione con l’Eucaristia, celebrata dal provinciale dei dehoniani,
p. Agostinho e con il pranzo di fraternità. Sono stati giorni di una ricchezza
straordinaria!
Ringraziamo
il Signore per il dono della Compagnia Missionaria e per la nostra storia.
Maria, madre, guida e custode della CM ci aiuti a conservare questo “Tesoro” e
a trasmetterlo agli altri…
Maria
Justina Carneiro

effondere l’amore
Sabato 11 Marzo come
gruppo CM Lombardia Liguria ( familiares e missionarie), abbiamo vissuto con un gruppo di amici la festa dell'Eccomi.
E' stato bello preparare insieme questo evento ed è stato bello presentarci
così come siamo: laiche/i che vivono diverse realtà condividendo la
spiritualità che li rende famiglia all'interno della Compagnia Missionaria del
Sacro Cuore. Abbiamo voluto presentare con dei power point e due video le
nostre realtà: i familiares, le missionarie, come entrambi viviamo l'Eccomi e
la missione là dove il Signore ci chiama. Non abbiamo offerto una conferenza
bella e arricchente tenuta da qualche padre come solitamente avviene; abbiamo
voluto inviare il messaggio che chiunque
è chiamato a fare della sua vita un Eccomi. Nell'immaginario collettivo le
missionarie o i missionari, sono eroi che lasciato tutto.: casa, lavoro , affetti..., si trasferiscono in
Paesi poveri per aiutare e portare Cristo a poveretti bisognosi di tutto, salvo
poi, scoprire che Cristo lo si incontra lì e che quello che si porta è proprio
poco rispetto a quello che si riceve. Si pensa di non essere in grado di
appartenere a questa schiera di eroi e si fa quel che si può raccogliendo soldi
per qualche progetto, visitando l'amica missionaria e raccontare poi in che
stato di indigenza l'ha portata a vivere la sua scelta ( o il suo sì),
tutto in perfetta buona fede ; non
vorrei essere fraintesa. Quello, però, che mi è sembrato un messaggio
bellissimo e forte , è stata la conclusione di un'intervista di Anna Maria
Berta che abbiamo presentato come video,
in cui dice: “ [...]la donna africana va aiutata ma va soprattutto amata”. Questa
è la chiave giusta per vivere la missione: AMARE. Vuol dire diffondere ed
effondere l'amore come un olio profumato. Andare incontro all'altro con le
nostre fragilità e le nostre paure e accogliere le sue fragilità e le sue
paure. Maria con il sui SI ha vinto le sue e ha contribuito a cambiare il
mondo.
Il messaggio è ,quindi
, che ognuno di noi: missionarie, familiares, cristiani, uomini e donne di
buona volontà, è chiamato a dire il suo SI' dove la vita lo pone, sia l'Africa,
L'America Latina ,L'Asia, una città della Liguria o un piccolo paese del
Piemonte. Ovunque “ dobbiamo imparare a penetrare le cose e trovarci Dio” (
Master Ekard) ed a accoglierlo, aggiungo io; l'Africa ci viene incontro e noi
ne abbiamo paura, vediamo un nemico e ci chiudiamo a riccio e non ci accorgiamo che questo atteggiamento
ci porta alla morte. Noi realizziamo la nostra umanità quando sappiamo entrare
in relazione, quando si esce da se stessi per vivere in comunione con Dio, con
gli altri, con l'ambiente( cfr LS 240). Chiedo scusa, mi sono fatta prendere la
mano dalle mie riflessioni e forse sono uscita dal “seminato” però credo sia
stato bello presentare i nostri Pawr point con l'intento di cui sopra. Subito
non c'è stata una grande risonanza ma nel momento conviviale che è seguito,
parlando a tu per tu con alcune persone si è proprio giunti a questo: il
Signore chiama tutti e alla nostra risposta generosa segue la scoperta che il
regno di Dio è anche nell 'infinitamente piccolo delle cose che ci circondano e
che non vi sono eroi irraggiungibili e mediocri scontenti.
Termino con:
C'è una buona notizia e una cattiva.
La prima è che anche in un mondo dominato
da titanici centri di potere finanziario,
costruire il bene comune e accrescere la possibilità
di decidere veramente delle nostre vite è ancora possibile.
La seconda è che non possiamo farlo mettendo semplicemente
una croce su una scheda e poi tornare a guardare le TV.
( Noam Chomsky)
Maria Dolores Biggio.
