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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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    Agosto 2024
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  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
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  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
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  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
i giovani italiani e il papa
 
Roma, 11-12 agosto 2018:  X MILLE STRADE SIAMO QUI! CUORI UNITI: è il nome di un gruppo di giovani e giovanissimi che, sotto la guida del carissimo amico Pio Santonicola, formano il coro giovanile della parrocchia di S. Antonio Abate, nella nostra città che porta lo stesso nome. Alcuni di loro, accompagnati da Pio, da sua moglie Lucia e da me, hanno partecipato all’incontro dei giovani italiani con Papa Francesco in preparazione al Sinodo sui giovani. Molti gruppi sono giunti a Roma dopo giorni di pellegrinaggio, anche a piedi, nei luoghi segnati dalla storia cristiana delle nostre regioni. Noi non abbiamo potuto organizzare un lungo pellegrinaggio, perciò abbiamo fatto due soste, arrivando a Roma, prima dell’incontro. Siamo stati alle Tre Fontane, luogo del martirio di S. Paolo, e poi nella Basilica costruita sulla sua tomba. Nel pomeriggio abbiamo vissuto l’intensa esperienza di incontro con il Papa e con più di 70.000 giovani italiani al Circo Massimo. Dopo poche ore di riposo notturno, alle 4 del mattino siamo partiti per una visita notturna della meravigliosa città carica di storia e di arte, soprattutto di arte cristiana. La domenica mattina, il grande incontro si è concluso, dopo la Santa Messa in piazza S. Pietro, con la preghiera e la benedizione del Papa su tutti noi e sulle nostre famiglie (Lucia Capriotti). Protagonisti nel bene Era l’undici agosto, un giorno come tanti se non che era il giorno del mio onomastico. Un semplice aperitivo tra amici, così sarebbe andata se non fosse stato per il fatto che quel giorno non mi trovavo tra le confortevoli mura domestiche ma tra migliaia di giovani che, entusiasti, cantavano a voce alta sotto al sole cocente di Roma in attesa di entrare nel Circo Massimo. L’undici e il dodici agosto, a Roma, si è tenuto l’incontro dei giovani con il Papa in preparazione al Sinodo. Ottantamila giovani, provenienti da ogni regione d’Italia, attendevano l’arrivo del Pontefice nell’immenso Circo Massimo e molti di loro avevano fatto un lungo viaggio, accompagnato da un’intensa preparazione spirituale, per arrivare fino a lì. Il nostro viaggio, anche se più breve, non è stato da meno in quanto a preparazione e riflessione spirituale. Noi, il gruppo dei “Cuori Uniti” di Sant’Antonio Abate guidati dalla missionaria del Sacro Cuore Lucia Capriotti, siamo partiti da Casa Russo verso le sette del mattino. La prima tappa, senza contare la sosta all’Autogrill, è stata l’Abbazia delle Tre Fontane dove San Paolo è stato tenuto prigioniero e decapitato e leggenda narra che la testa recisa del santo cadde al suolo facendo tre balzi dai quali sgorgarono tre sorgenti. Un posto incantevole dove si percepisce una profonda spiritualità. In questo luogo ad accoglierci è stato un individuo bizzarro dall’aria tutt’altro che amichevole ma superato questo inconveniente abbiamo proseguito e abbiamo incontrato altri gruppi che, come noi, erano diretti al Circo Massimo e anche alcune suore che pregavano intensamente, in ginocchio e a capo chino sul pavimento. La seconda tappa è stata la Basilica di San Paolo fuori le mura, dove abbiamo visto la tomba del santo e il battistero della basilica. Un luogo ricco di storia e a dimostrarlo sono i ritratti di tutti i pontefici, da San Pietro fino a Papa Francesco. Dopo esserci fermati per consumare il pranzo a sacco, siamo ripartiti alla volta del Circo Massimo dove ad attenderci c’era una folla di giovani, con cartelloni con la propria diocesi di provenienza, striscioni di ogni genere ma soprattutto con il desiderio di trovare un posto all’ombra dove riposare. Dopo una lunga fila, riusciamo ad entrare e cerchiamo di prendere posto vicino alle transenne in modo da vedere il Papa da vicino quando la sera sarebbe passato con la papamobile. Nonostante la stanchezza e il caldo, cominciammo tutti a ballare e a scatenarci all’arrivo dei “The Sun”, una band di ragazzi che ci hanno dato la prima testimonianza di quanto a volte Dio, anche se lo si esclude dalla propria vita, trova comunque il modo per farci capire che non siamo soli. Questi ragazzi infatti stavano per sciogliere la band poiché ognuno aveva preso strade sbagliate. Fu l’aiuto e la testimonianza di un sacerdote a dare ai giovani una nuova speranza per rimettere in sesto il gruppo e, con esso, le proprie vite. All’arrivo del Papa abbiamo cominciato tutti ad esultare chiamandolo per nome ed è passato così vicino a noi che quasi sembrava di toccarlo. È stata un’emozione unica. Altrettanto bello è stato ascoltare le sue parole, dalla prima all’ultima, così come ascoltare ogni testimonianza. In quel momento sembrava che il Papa parlasse a ognuno di noi e intanto il sole calava, il silenzio di ottantamila giovani in ascolto delle parole del Pontefice avvolgeva il Circo Massimo e fu in quell’istante che sperimentai quello che la mia docente di Filosofia definì un “attimo di eternità”. A sera inoltrata provai un altro di questi momenti, quando tutti assieme accendemmo le torce sulle note della canzone Jesus Christ You are my life, sembrava che per un attimo le stelle fossero discese sulla Terra, partecipi della nostra gioia. Dopo il saluto del Papa è iniziato il concerto, del quale non ero del tutto a conoscenza, per cui è stata una sorpresa ancora più grande trovarsi di fronte a cantanti del calibro di Alex Britti, Mirko il Cane e Clementino, oltre che ad altri artisti. Abbiamo ballato fino a notte fonda ma ad un certo punto le forze mi hanno abbandonato, al contrario di alcuni dei miei compagni di viaggio che erano ancora arzilli e pimpanti. Era una notte umida e afosa e abbiamo dormito circa un paio d’ore poiché alle quattro del mattino ci siamo incamminati alla volta della Basilica di Santa Maria del Popolo per vedere un dipinto di Caravaggio e partecipare alle attività notturne organizzate per noi giovani in occasione dell’incontro. Per nostra sfortuna arrivammo tardi e la trovammo chiusa ma non ci siamo persi d’animo e siamo andati alla chiesa di San Luigi dei francesi dove abbiamo potuto ammirare la bellezza de “La Vocazione di San Matteo”, un altro maestoso dipinto di Caravaggio che ti colpisce dritto al cuore con il suo gioco di luci e ombre. Infine ci siamo incamminati verso piazza San Pietro dove avremmo assistito alla messa del Papa. Camminare tra le strade deserte di Roma, dove ogni cosa supera di gran lunga la misura d’uomo, è stata un’emozione indescrivibile. E ancor di più lo è stato vedere il sole sorgere alle spalle di Castel Sant’Angelo e le luci dell’alba illuminare la maestosa cupola della Basilica di San Pietro. Per entrare nella piazza abbiamo dovuto affrontare più di tre ore di fila ma quando finalmente riusciamo ad entrare la piazza era già gremita di persone. La stanchezza cominciava a farsi sentire e il caldo non aiutava ma fortunatamente c’era chi ci rinfrescava con dei getti d’acqua. Purtroppo non sono riuscita a godermi quel momento fino in fondo come avrei voluto ma sono rimasta molto contenta e non avrei potuto desiderare compagni di viaggio migliori. È stata un’esperienza intensa e formante, un susseguirsi di emozioni una dopo l’altra; un cammino che mi ha dato molto e che rifarei in qualsiasi momento. Chiara Giordano «Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è»  è l'esortazione che Papa Francesco ha fatto all'Angelus, di domenica 12 agosto, a Piazza San Pietro ai 70mila giovani presenti, provenienti da tutte le realtà cattoliche d'Italia, convocati in vista del Sinodo dei Vescovi di ottobre. Ultimo monito, ultima indicazione della rotta di un viaggio breve nella durata ma lungo e intenso nel percorso, quello della 2 giorni dell’incontro 2018 a Roma. È stata un'esperienza unica ed emozionante; vissuta insieme ai fratelli e alle sorelle del Gruppo Cuori Uniti e alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Logisticamente ero pronto al viaggio a Roma, venendo dall'esperienza Scout sia da ragazzo che da Capo avevo ben preparato lo zaino e tutto l'occorrente; spiritualmente, con l'animo un po' meno: un po’ come se fossi a una finale di una partita di calcio ai rigori e tu sei l'ultimo a dover calciare il rigore; ti rendi conto dell'importanza di ciò che stai facendo, solo quando metti la palla su dischetto e guardi il portiere. Nonostante ciò sono riuscito a vivere intensamente tutti i momenti di questa esperienza; della prima parte, dove abbiamo visitato la Basilica delle Tre Fontane e quella di San Paolo Fuori le Mura mi è rimasta impressa proprio il racconto dell'esperienza di vita e di conversione di San Paolo che ho notato somigliasse molto alla mia stessa esperienza di vita in alcuni tratti. Da lì siamo passati al Circo Massimo e la lunga e interminabile fila ed attesa estenuante sotto il sole al caldo prima di potervi entrare. Attesa ripagata dai momenti vivi e intensi vissuti all'interno del Circo durante il pomeriggio di sabato; l'attesa per l'arrivo del Papa e il momento di preghiera vissuto insieme a lui con tutti gli altri 70mila giovani. Le testimonianze degli altri giovani, le domande al Papa su temi fondamentali del mondo giovanile quali il lavoro e l'amore e i suggerimenti e i consigli del Santo Padre, di cui ricordo in particolare il monito fatto a un giovane alla Gmg in Polonia sulla vita cristiana da vivere coerentemente per poter attrarre anche chi è lontano da Gesù, e una frase su tutte, tra le tante: "Se vuoi andare veloce vai da solo, ma se vuoi andare lontano vai insieme" che ci ricordava l'impegno alla fratellanza e all'ascolto all'interno delle nostre comunità. Poi il saluto con Papa Francesco vissuto sulle note di Jesus Christ you are my life a tarda sera cantato da tutti i 70mila giovani e atmosfera magica illuminata dalle luci di accendini e cellulari di tutti.  Dopo l'incontro col Papa i bellissimi e divertentissimi momenti del concerto con Alex Britti e Clementino vissuti a ballare e cantare insieme a tutto il gruppo. A seguire la notte vissuta sempre al Circo Massimo all'aperto nel calore del sacco a pelo e nel sudore. Poi la sveglia alle 4 e il cammino lungo la Roma notturna; bellissimo ricordo anche quello, con la visita ad alcuni dei monumenti più importanti e anche alcune delle chiese famose tra cui San Luigi dei Francesi dove abbiamo ammirato i bellissimi dipinti del Caravaggio. Da lì l'arrivo finale, in prestissima mattinata, a Piazza San Pietro e l'ennesima interminabile fila che ci ha provati molto fisicamente; a terminare l'ultimo incontro col Papa all'Angelus dopo la messa. Alla fine posso testimoniare che è stato un incontro ricco, intenso e vivo, fatto di straordinari e indimenticabili momenti. Un grande grazie devo assolutamente farlo a Pio Santonicola per l'invito e a tutti i fratelli e alle sorelle del gruppo Cuori Uniti, alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore e a Lucia Capriotti che è stata un'ottima guida durante il nostro cammino di due giorni, una vera lampada per i nostri passi.  John Buononato Quando mi è stata proposta questa nuova esperienza a Roma ero animata da due spiriti contrastanti. Se da un lato ero titubante perché, avendo già fatto l'esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, avevo paura che questa non fosse all'altezza, dall'altra ero felice di accompagnare i miei compagni in un esperienza che con grande probabilità avrebbe segnato pure loro. Alla fine è stato l'entusiasmo a travolgermi e a farmi capire che scegliere di ESSERE PARTECIPE sarebbe il regalo più grande che potessi farmi. Quello che porterò sempre con me di questa esperienza è il fatto di aver ricevuto tante risposte alle domande che mi pongo quotidianamente. In particolare mi ha colpito questo racconto fatto dal Papa durante l'incontro del sabato: durante un pranzo con i giovani, uno di loro gli ha rivolto questa domanda: «Mi dica, Padre, cosa devo dire a questo compagno agnostico per fargli capire che la nostra è la vera religione?» e lui ha risposto: «Caro, l'ultima cosa che devi fare è dirgli qualcosa. Incomincia a vivere come cristiano e sarà lui a domandarti perché vivi così». Questa è stata la risposta più bella che potessi ricevere perché, alle volte, il pensiero di non riuscire a trasmettere la bellezza della fede mi incupisce. In realtà basta semplicemente lasciar filtrare nei nostri atteggiamenti quotidiani quella luce che solo l'amore di Dio è in grado di donare... e questi due giorni insieme ne sono stati una prova per me! Maria D’Auria
le meraviglie di dio
 
50 anni di vita consacrata Ripensando ai miei 50 anni di vita consacrata mi piace fare memoria di alcuni eventi importanti per me, per lodare e benedire il Signore nello stupore e nella gioia per tutto quello che mi ha donato: dopo un’accurata seppur breve ricerca di un Istituto missionario per realizzare la mia vocazione che da tempo sentivo chiara forte e inquietante in me, mi fu indicata la Compagnia Missionaria del S. Cuore come Istituto dove regnava un buonissimo spirito di fraternità e di missionarietà. Entrai nella Compagnia Missionaria il 20 settembre 1964. Dopo quattro anni di formazione, il 29 settembre 1968, assieme a Santina e a Leonia, emisi i voti di castità, povertà e obbedienza secondo lo Statuto della Compagnia Missionaria. Da quell’ indimenticabile e meraviglioso giorno sono passati 50 anni. Non pensavo di poter raggiungere così in fretta un simile traguardo ed ora, dopo averlo celebrato, quasi non riesco a crederci. Insieme al mio gruppo CM del Sud, abbiamo voluto festeggiare l’evento per fare memoria del grande dono del Signore anche perché non risultasse un fatto privato ma bensì ecclesiale, infatti i doni del Signore anche se dati ai singoli sono sempre dono per tutti. La sera del 28 settembre, vigilia della festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ci siamo ritrovati numerosi per la concelebrazione dell’Eucaristia presieduta da P. Fabrizio Valletti, Gesuita e apostolo di Scampia, un quartiere in periferia di Napoli. La concelebrazione eucaristica è stata molto viva, partecipata e coinvolgente, ha lasciato un segno dentro di noi. Veramente celebrare il 50° è stato per me celebrare le meraviglie di Dio nella mia storia – 50 anni: un buon tratto del cammino per dire grazie a Dio Padre. L’eucaristia è l’unico vero e grande grazie che Gesù ha detto al Padre nello Spirito santo perché, mediante il dono della sua vita che noi celebriamo nella S. Messa, ha realizzato la nostra salvezza. In questo grazie del Signore Gesù intendo unire anche il mio grazie. Un grazie grande, immenso anzitutto per la fedeltà di Dio nei miei confronti. Mi ha chiamata a seguirlo e mi ha condotta per mano. Nonostante la mia povertà, il mio peccato, i miei distacchi da Lui, non mi ha mai voltato le spalle, sempre pronto a riabbracciarmi. In Lui, in Gesù Eucaristia ho incontrato e incontro tutti voi, tutta l’umanità che Dio mi ha dato e mi dà per amarla e per lasciarmi amare. In Lui ancora il mio grazie per il dono della vita, e per il dono della mia numerosa famiglia che mi ha educata alla fede e alla solidarietà. Grazie per il dono della vocazione a seguirlo nella via della consacrazione come recita lo Statuto della CM: “Noi missionarie, scelte da Dio, vogliamo scegliere Dio come pienezza delle aspirazioni della nostra vita”. Grazie per la Compagnia Missionaria - fondata da P. Albino Elegante: una creatura stupenda dell’amore di Dio - dove ho vissuto le esperienze più belle e ricche di grazia della mia vita come l’ intensa e profonda spiritualità di amore e oblazione al Sacro Cuore di Gesù in unione a Maria; la vita fraterna di comunità, vissuta nella gioia e nella festa, espressa anche attraverso le attività svolte, in particolare attraverso le missioni parrocchiali, la missione ad gentes e il lavoro nella nostra casa per ferie; l’entusiasmo ha sempre caratterizzato la nostra vita e le nostre attività, assieme a tribolazioni come dice il vangelo. Certo, siamo consapevoli di essere alla sequela di Gesù crocifisso, morto per amore e risorto per far risorgere anche noi a vita nuova. Grazie ai Padri Dehoniani che ci hanno sempre sostenute con la loro presenza discreta e generosa. E in fine un grazie personale a tutti e a ciascuno di voi per aver potuto celebrare insieme questa Eucaristia.
una settimana di formazione
 
Durante il periodo delle vacanze invernali normalmente si programmano corsi di formazione per gli operatori della pastorale. In questa occasione ho partecipato alla settimana Teologica Pastorale offerta dall’Arcivescovado di Santiago, sul tema:”E’ necessario nascere di nuovo”, ascoltare e accompagnare per discernere. Questa proposta di formazione è stata pensata tenendo presente il contesto sociale ecclesiale di questo momento segnato da gravi abusi di potere, coscienza e sessuali che per decenni si sono tenuti nascosti all’interno della Chiesa cilena e soprattutto per la incapacità di affrontarli. Questo ha provocato rabbia, vergogna, tristezza e dolore. In questa realtà il tema del discernimento era la chiave per riflettere e i relatori l’hanno affrontato con tanta semplicità e serietà. Parto da qui per condividere con voi i miei appunti: 1° giorno: P. Eduardo Pérez-Catapos. Ha iniziato con alcune domande: Cosa sta succedendo nelle strutture ecclesiali? Noi come ci stiamo ponendo davanti alla società? Papa Francesco ha scritto una lettera al popolo fedele:”Alla Chiesa popolo di Dio pellegrina”. Spiega il titolo della lettera: Chiesa popolo di Dio, tutti i cristiani del Cile. Pellegrina, essere pellegrina vuol, dire camminare discernendo ciò che Dio vuole dire al suo popolo. Abbiamo bisogno di ascoltare le voce di coloro che arrivano alla Chiesa. In Cile, nel nostro paese,in una realtà culturale nuova. Ci apriamo al futuro? La Chiesa deve sapere che, come la società,ha fatto i suoi sbagli e i suoi errori. 2° giorno: P. L. M° Garcia Dominguez. Che cos’è l’accompagnamento? I primi Padri che hanno fatto un accompagnamento erano eremiti, i sapienti...Ci sono molti modi di accompagnare. E’ una serie di conversazioni che si usa per fare discernimento tra due persone, per aiutare nella crescita della fede, per poter realizzare meglio la loro missione. In questo modo si sviluppò quello che sarebbe stato l’accompagnamento. 3° giorno: P. Larry Yevenes – P. Koldo Gutierrez – P. L. M° Garcia Dominguez. I tre espositori hanno presentato in un “panel”: · “L’arte di discernere in una Chiesa profetica. Una chiesa piagata che non si mette al centro, ma deve essere una chiesa interessata a come poter sanare? E’ necessario chiedersi; qual è l’ immagine che ho di Dio? In quale chiesa credo? Che immagine di santità coltivo?· Discernere è urgente; si cita il documento (Gaudate et exsultate). Generare esperienze che stimolino domande.· Oggi stiamo lavorando sul Fare e Avere...Però per il discernimento dobbiamo lavorare nell’ambito del SENTIRE E CONOSCERE, quello che mi avvicina a Dio. 4° giorno: Josefina Martinez. Ascoltare ed accompagnare le vittime degli abusi. Questo tema è stato presentato da una psicologa. Ha consigliato alcuni punti chiave per stare vicino e accompagnare le vittime degli abusi. E’ chiaro che, tutto quanto abbiamo ascoltato in questi giorni, non riesce totalmente a far capire quanto ha provocato dentro di noi, tanto è stata forte la comunicazione e la partecipazione degli specialisti in questi aspetti, sia nei temi affrontati che nella potenzialità di domande che sono state presentate, (alcune di queste le sento risuonare dentro di me e sono materia di preghiera e discernimento) e che sono da condividere insieme. Abbiamo capito che è necessario riflettere su questo tema e soprattutto sviluppare la capacità al discernimento, per cercare cammini nuovi, per continuare a sanare la chiesa, come popolo fedele. E’necessario “Nascere di nuovo”, come dice il titolo, nello Spirito di Gesù che sappiamo è con noi, soprattutto in questo momento della storia. Si è conclusa questa settimana di formazione con alcune sfide proposte a noi operatori di pastorale in ciascuna delle nostre comunità e perchè no, utili anche per la nostra vita di consacrate CM inserite nella chiesa cilena. Questi i suggerimenti:ü Fortificare la capacità di ascolto, interagire sul piano dell’ uguaglianza.ü Rinnovare la coscienza di mettere Gesù al centro; dobbiamo insegnare ad amare e a conoscere Gesù.ü Uno sguardo positivo e di fede davanti a una realtà ostile.ü Trasmettere la fede ai giovani.ü Esercitare l’autorità nella chiesa; è positiva se diventa servizio.Ringrazio Dio per aver avuto la opportunità di questa formazione e confido a Maria nostra Madre, guida e custode, questi impegni. Elizabeth Tiayna Mollo
expo carisma 2018
 
Ogni anno a Resistencia (Chaco), intorno alla festa della Natività di Maria, la Pastorale Vocazionale Arcidiocesana realizza un Expo Carisma. Abbiamo partecipato l’1 settembre come Famiglia Dehoniana. P. Marcelo reinoso scj, Laici dehoniani e Missionarie abbaimo presentato il nostro carisma a giovani e bambini di varie comunità parrocchiali. Un’esperienza che si vive con molta gioia. Abbiamo concluso l’evento con la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Mons. Dus.   Graciela Magaldi
preghiera, formazione, riflessione
 
Dal 18 al 20 agosto a Resistencia (Chaco) noi missionarie ci siamo ritrovate per condividere un tempo di preghiera, formazione e riflessione. Un dono ricevuto è stato anche la nostra partecipazione alla rinnovazione della promessa di Marta e Cristina familiares del gruppo di Resistencia. Noi missionarie abbiamo dedicato un tempo per lavorare sul materiale di preparazione alla nostra Assemblea Generale, attraverso un intercambio e un approfondimento del nostro Statuto e RdV, e della condivisione sull’ esperienza quotidiana del nostro carisma. E’ stato un lavoro che abbiamo ritenuto molto importante perché ci aiuta a discernere e a guardare al futuro. Rosa ha condiviso con noi un materiale molto importante, un tema presentato al Congresso Latinoamericano degli Istituti Secolari. Durante queste giornate abbiamo condiviso anche spazi di preghiera che ci hanno rinnovato. Rendiamo grazie a Dio per questa esperienza. Graciela
la lode dell'incontro
 
Quest’anno abbiamo fatto il ritiro annuale nel Centro di Spiritualità  Oasis Istituto Secolare “Ancilla Domini”. Questo Centro si trova ad Ermesinde, una località abbastanza vicina alla città di Porto. In questa bella casa siamo state accolte con molta simpatia dall’8 al 14 luglio. C’era con noi la nostra Presidente, Martina e pure Elvira, che era in Portogallo per le vacanze. Martina è venuta a Porto per fare il ritiro con noi; per prender parte agli incontri sia delle missionarie del gruppo che delle Responabili della Formazione, per vedere la nuova casa del gruppo, situata in una località lontano da rumori, in cui ci riuniamo mensilmente per fare il nostro ritiro insieme con le missionarie di vita fraterna, Lùcia Correia e Teresa Castro. Il tema del ritiro era “La lode dell’incontro” ed è stato predicato da P. Antonino scj, un giovane sacerdote, molto dinamico e saggio. A ciascuna fu consegnato il “quaderno di Meditazione”, che conteneva i testi inerenti al ritiro. Sulla copertina del quaderno c’era una frase: L’importante è fermarsi, tacere…!”. Quando ci disponiamo a fare stop, ci sono sempre domande che sono inevitabili e che ci interpellano. Tacere perché e per qual motivo? Può darsi che non ci siano risposte facili. Se noi ci disponiamo a voler tacere, allora dobbiamo interrogarci sul perché lo vogliamo fare. Non è facile fare il ritiro di una settimana. Questo comporta fermarsi, fare silenzio, stare aperte all’ascolto, pregare, stare in comunione con Dio e avere fede. “Stare con Dio”… nessuno vuole rinunciarvi! Noi non siamo mai sole… P. Antonino ci ha detto: “Abbiamo bisogno di fare pulizia ogni giorno nella nostra mente e nel nostro cuore, è questa una delle condizioni per vivere felici. Il ritiro presuppone l’incontro personale con noi stesse e il desiderio di incontrarci con “Qualcuno”. Questo Qualcuno è Dio. Un incontro non è altro che ascolto e conversazione… La frase “Gesù è il volto umano della tenerezza di Dio” ci mette indubbiamente di fronte ad una grande responsabilità, ma è pure un privilegio. “Amar come Gesù amò…” “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”. La nostra vocazione è amarci così, in questo modo, come siamo amate e predilette da Dio. Amare Gesù significa imitarlo! Imitare Gesù è una scelta di vita esigente e speciale, ma possibiile, quando ci abbandoniamo a Lui e vogliamo seguirlo. In questo ritiro il padre ha sottolineato: “la grandezza dell’essere umano è la sua reale ricchezza, non sta mai in ciò che si vede, ma in quello che porta nel suo cuore!”. E ancora. “La grandezza dell’uomo non gli viene dallo stato sociale che occupa, né dal ruolo che ricopre, né dal suo successo personale, ma, al contrario, dalla sua semplicità, dalla sua capacità di ascoltare e accogliere l’altro, rispettandolo e procurandogli gioia. Il segreto per essere felici, come diceva p. Antonino, sta nel desiderio e nel rendere felice l’altro. Chi desidera il bene degli altri scopre che la loro felicità è la sorgente più generosa per la propria felicità. Tutto quanto ci è stato dato in questo ritiro, è stato una grande ricchezza di cui siamo riconoscenti a Dio, alla vita e a ciascuna di noi… E concludo con queste parole di Martina scritte su Vinculum 2/2018, che traducono quanto tutte noi abbiamo vissuto in questo ritiro: “Esprimo la mia gratitudine a Dio perché camminiamo insieme in questa famiglia dove abbiamo accolto doni, limiti e povertà, che il Signore trasformerà in fecondità e Vita Eterna”. Grazie a Martina, Grazie a tutte. Sempre unita nel Signore, un abbraccio fraterno. Carmen Barros 
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Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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