Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
i giovani italiani e il papa
Roma, 11-12 agosto 2018:
X MILLE STRADE SIAMO QUI!
CUORI UNITI: è il nome di un gruppo di
giovani e giovanissimi che, sotto la guida del carissimo amico Pio Santonicola,
formano il coro giovanile della parrocchia di S. Antonio Abate, nella nostra
città che porta lo stesso nome. Alcuni
di loro, accompagnati da Pio, da sua moglie Lucia e da me, hanno partecipato all’incontro dei giovani italiani con Papa
Francesco in preparazione al Sinodo sui giovani. Molti gruppi sono giunti a
Roma dopo giorni di pellegrinaggio, anche a piedi, nei luoghi segnati dalla
storia cristiana delle nostre regioni. Noi non abbiamo potuto organizzare un
lungo pellegrinaggio, perciò abbiamo fatto due soste, arrivando a Roma, prima
dell’incontro. Siamo stati alle Tre Fontane, luogo del martirio di S. Paolo, e
poi nella Basilica costruita sulla sua tomba. Nel pomeriggio abbiamo vissuto
l’intensa esperienza di incontro con il Papa e con più di 70.000 giovani
italiani al Circo Massimo. Dopo poche ore di riposo notturno, alle 4 del
mattino siamo partiti per una visita notturna della meravigliosa città carica
di storia e di arte, soprattutto di arte cristiana. La domenica mattina, il
grande incontro si è concluso, dopo la Santa Messa in piazza S. Pietro, con la
preghiera e la benedizione del Papa su tutti noi e sulle nostre famiglie (Lucia Capriotti).
Protagonisti nel bene
Era l’undici agosto, un giorno come tanti se non che era il giorno del
mio onomastico. Un semplice aperitivo tra amici, così sarebbe andata se non
fosse stato per il fatto che quel giorno non mi trovavo tra le confortevoli mura
domestiche ma tra migliaia di giovani che, entusiasti, cantavano a voce alta
sotto al sole cocente di Roma in attesa di entrare nel Circo Massimo. L’undici
e il dodici agosto, a Roma, si è tenuto l’incontro dei giovani con il Papa in
preparazione al Sinodo. Ottantamila giovani, provenienti da ogni regione
d’Italia, attendevano l’arrivo del Pontefice nell’immenso Circo Massimo e molti
di loro avevano fatto un lungo viaggio, accompagnato da un’intensa preparazione
spirituale, per arrivare fino a lì. Il nostro viaggio, anche se più breve, non
è stato da meno in quanto a preparazione e riflessione spirituale. Noi, il
gruppo dei “Cuori Uniti” di Sant’Antonio Abate guidati dalla missionaria del
Sacro Cuore Lucia Capriotti, siamo partiti da Casa Russo verso le sette del
mattino. La prima tappa, senza contare la sosta all’Autogrill, è stata
l’Abbazia delle Tre Fontane dove San Paolo è stato tenuto prigioniero e
decapitato e leggenda narra che la testa recisa del santo cadde al suolo
facendo tre balzi dai quali sgorgarono tre sorgenti. Un posto incantevole dove
si percepisce una profonda spiritualità. In questo luogo ad accoglierci è stato
un individuo bizzarro dall’aria tutt’altro che amichevole ma superato questo
inconveniente abbiamo proseguito e abbiamo incontrato altri gruppi che, come
noi, erano diretti al Circo Massimo e anche alcune suore che pregavano
intensamente, in ginocchio e a capo chino sul pavimento. La seconda tappa è
stata la Basilica di San Paolo fuori le mura, dove abbiamo visto la tomba del santo
e il battistero della basilica. Un luogo ricco di storia e a dimostrarlo sono i
ritratti di tutti i pontefici, da San Pietro fino a Papa Francesco. Dopo
esserci fermati per consumare il pranzo a sacco, siamo ripartiti alla volta del
Circo Massimo dove ad attenderci c’era una folla di giovani, con cartelloni con
la propria diocesi di provenienza, striscioni di ogni genere ma soprattutto con
il desiderio di trovare un posto all’ombra dove riposare.
Dopo una lunga fila, riusciamo ad entrare e cerchiamo di prendere posto
vicino alle transenne in modo da vedere il Papa da vicino quando la sera
sarebbe passato con la papamobile. Nonostante la stanchezza e il caldo,
cominciammo tutti a ballare e a scatenarci all’arrivo dei “The Sun”, una band
di ragazzi che ci hanno dato la prima testimonianza di quanto a volte Dio,
anche se lo si esclude dalla propria vita, trova comunque il modo per farci
capire che non siamo soli. Questi ragazzi infatti stavano per sciogliere la
band poiché ognuno aveva preso strade sbagliate. Fu l’aiuto e la testimonianza
di un sacerdote a dare ai giovani una nuova speranza per rimettere in sesto il
gruppo e, con esso, le proprie vite. All’arrivo del Papa abbiamo cominciato
tutti ad esultare chiamandolo per nome ed è passato così vicino a noi che quasi
sembrava di toccarlo. È stata un’emozione unica. Altrettanto bello è stato
ascoltare le sue parole, dalla prima all’ultima, così come ascoltare ogni
testimonianza. In quel momento sembrava che il Papa parlasse a ognuno di noi e
intanto il sole calava, il silenzio di ottantamila giovani in ascolto delle
parole del Pontefice avvolgeva il Circo Massimo e fu in quell’istante che
sperimentai quello che la mia docente di Filosofia definì un “attimo di
eternità”. A sera inoltrata provai un altro di questi momenti, quando tutti
assieme accendemmo le torce sulle note della canzone Jesus Christ You are my life, sembrava che per un attimo le stelle
fossero discese sulla Terra, partecipi della nostra gioia.
Dopo il saluto del Papa è iniziato il concerto, del quale non ero del
tutto a conoscenza, per cui è stata una sorpresa ancora più grande trovarsi di
fronte a cantanti del calibro di Alex Britti, Mirko il Cane e Clementino, oltre
che ad altri artisti. Abbiamo ballato fino a notte fonda ma ad un certo punto le
forze mi hanno abbandonato, al contrario di alcuni dei miei compagni di viaggio
che erano ancora arzilli e pimpanti. Era una notte umida e afosa e abbiamo
dormito circa un paio d’ore poiché alle quattro del mattino ci siamo
incamminati alla volta della Basilica di Santa Maria del Popolo per vedere un
dipinto di Caravaggio e partecipare alle attività notturne organizzate per noi
giovani in occasione dell’incontro. Per nostra sfortuna arrivammo tardi e la
trovammo chiusa ma non ci siamo persi d’animo e siamo andati alla chiesa di San
Luigi dei francesi dove abbiamo potuto ammirare la bellezza de “La Vocazione di
San Matteo”, un altro maestoso dipinto di Caravaggio che ti colpisce dritto al
cuore con il suo gioco di luci e ombre. Infine ci siamo incamminati verso
piazza San Pietro dove avremmo assistito alla messa del Papa. Camminare tra le
strade deserte di Roma, dove ogni cosa supera di gran lunga la misura d’uomo, è
stata un’emozione indescrivibile. E ancor di più lo è stato vedere il sole
sorgere alle spalle di Castel Sant’Angelo e le luci dell’alba illuminare la
maestosa cupola della Basilica di San Pietro. Per entrare nella piazza abbiamo
dovuto affrontare più di tre ore di fila ma quando finalmente riusciamo ad
entrare la piazza era già gremita di persone. La stanchezza cominciava a farsi
sentire e il caldo non aiutava ma fortunatamente c’era chi ci rinfrescava con
dei getti d’acqua. Purtroppo non sono riuscita a godermi quel momento fino in
fondo come avrei voluto ma sono rimasta molto contenta e non avrei potuto
desiderare compagni di viaggio migliori. È stata un’esperienza intensa e
formante, un susseguirsi di emozioni una dopo l’altra; un cammino che mi ha
dato molto e che rifarei in qualsiasi momento.
Chiara Giordano
«Oggi
vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Non sentitevi a posto quando non
fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Non
basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna
pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare
pace dove non c’è» è l'esortazione che Papa Francesco ha fatto
all'Angelus, di domenica 12 agosto, a Piazza San Pietro ai 70mila giovani
presenti, provenienti da tutte le realtà cattoliche d'Italia, convocati in
vista del Sinodo dei Vescovi di ottobre. Ultimo monito, ultima indicazione
della rotta di un viaggio breve nella durata ma lungo e intenso nel percorso,
quello della 2 giorni dell’incontro 2018 a Roma.
È stata
un'esperienza unica ed emozionante; vissuta insieme ai fratelli e alle sorelle
del Gruppo Cuori Uniti e alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.
Logisticamente
ero pronto al viaggio a Roma, venendo dall'esperienza Scout sia da ragazzo che
da Capo avevo ben preparato lo zaino e tutto l'occorrente; spiritualmente, con l'animo
un po' meno: un po’ come se fossi a una finale di una partita di calcio ai
rigori e tu sei l'ultimo a dover calciare il rigore; ti rendi conto
dell'importanza di ciò che stai facendo, solo quando metti la palla su
dischetto e guardi il portiere. Nonostante ciò sono riuscito a vivere
intensamente tutti i momenti di questa esperienza; della prima parte, dove
abbiamo visitato la Basilica delle Tre Fontane e quella di San Paolo Fuori le
Mura mi è rimasta impressa proprio il racconto dell'esperienza di vita e di
conversione di San Paolo che ho notato somigliasse molto alla mia stessa
esperienza di vita in alcuni tratti.
Da lì
siamo passati al Circo Massimo e la lunga e interminabile fila ed attesa
estenuante sotto il sole al caldo prima di potervi entrare. Attesa
ripagata dai momenti vivi e intensi vissuti all'interno del Circo durante il
pomeriggio di sabato; l'attesa per l'arrivo del Papa e il momento di preghiera
vissuto insieme a lui con tutti gli altri 70mila giovani. Le testimonianze
degli altri giovani, le domande al Papa su temi fondamentali del mondo
giovanile quali il lavoro e l'amore e i suggerimenti e i consigli del Santo
Padre, di cui ricordo in particolare il monito fatto a un giovane alla Gmg in
Polonia sulla vita cristiana da vivere coerentemente per poter attrarre anche
chi è lontano da Gesù, e una frase su tutte, tra le tante: "Se vuoi andare
veloce vai da solo, ma se vuoi andare lontano vai insieme" che ci
ricordava l'impegno alla fratellanza e all'ascolto all'interno delle nostre
comunità. Poi il saluto con Papa Francesco vissuto sulle note di Jesus Christ you are my life a tarda
sera cantato da tutti i 70mila giovani e atmosfera magica illuminata dalle luci
di accendini e cellulari di tutti. Dopo l'incontro col Papa i bellissimi
e divertentissimi momenti del concerto con Alex Britti e Clementino vissuti a
ballare e cantare insieme a tutto il gruppo. A seguire la notte vissuta sempre
al Circo Massimo all'aperto nel calore del sacco a pelo e nel sudore.
Poi la
sveglia alle 4 e il cammino lungo la Roma notturna; bellissimo ricordo anche
quello, con la visita ad alcuni dei monumenti più importanti e anche alcune
delle chiese famose tra cui San Luigi dei Francesi dove abbiamo ammirato i
bellissimi dipinti del Caravaggio.
Da lì
l'arrivo finale, in prestissima mattinata, a Piazza San Pietro e l'ennesima
interminabile fila che ci ha provati molto fisicamente; a terminare l'ultimo
incontro col Papa all'Angelus dopo la messa.
Alla
fine posso testimoniare che è stato un incontro ricco, intenso e vivo, fatto di
straordinari e indimenticabili momenti. Un grande grazie devo assolutamente
farlo a Pio Santonicola per l'invito e a tutti i fratelli e alle sorelle del
gruppo Cuori Uniti, alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore e a Lucia
Capriotti che è stata un'ottima guida durante il nostro cammino di due
giorni, una vera lampada per i nostri passi.
John Buononato
Quando mi è stata proposta questa nuova esperienza
a Roma ero animata da due spiriti contrastanti. Se da un lato ero titubante
perché, avendo già fatto l'esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di
Madrid, avevo paura che questa non fosse all'altezza, dall'altra ero felice di
accompagnare i miei compagni in un esperienza che con grande probabilità
avrebbe segnato pure loro. Alla fine è stato l'entusiasmo a travolgermi e a
farmi capire che scegliere di ESSERE PARTECIPE sarebbe il regalo più grande che
potessi farmi. Quello che porterò sempre con me di questa esperienza è il fatto
di aver ricevuto tante risposte alle domande che mi pongo quotidianamente. In
particolare mi ha colpito questo racconto fatto dal Papa durante l'incontro del
sabato: durante un pranzo con i giovani, uno di loro gli ha rivolto questa
domanda: «Mi dica, Padre, cosa devo dire a questo compagno agnostico per fargli
capire che la nostra è la vera religione?» e lui ha risposto: «Caro, l'ultima
cosa che devi fare è dirgli qualcosa. Incomincia a vivere come cristiano e sarà
lui a domandarti perché vivi così». Questa è stata la risposta più bella che
potessi ricevere perché, alle volte, il pensiero di non riuscire a trasmettere
la bellezza della fede mi incupisce. In realtà basta semplicemente lasciar
filtrare nei nostri atteggiamenti quotidiani quella luce che solo l'amore di
Dio è in grado di donare... e questi due giorni insieme ne sono stati una prova
per me!
Maria D’Auria
le meraviglie di dio
50 anni di vita consacrata
Ripensando ai miei 50 anni di vita consacrata mi piace fare
memoria di alcuni eventi importanti per me, per lodare e benedire il Signore
nello stupore e nella gioia per tutto quello che mi ha donato: dopo un’accurata
seppur breve ricerca di un Istituto missionario per realizzare la mia vocazione
che da tempo sentivo chiara forte e inquietante in me, mi fu indicata la
Compagnia Missionaria del S. Cuore come Istituto dove regnava un buonissimo
spirito di fraternità e di missionarietà. Entrai nella Compagnia Missionaria il
20 settembre 1964. Dopo quattro anni di formazione, il 29 settembre 1968,
assieme a Santina e a Leonia, emisi i voti di castità, povertà e obbedienza
secondo lo Statuto della Compagnia Missionaria.
Da quell’ indimenticabile e meraviglioso giorno sono passati
50 anni. Non pensavo di poter
raggiungere così in fretta un simile traguardo ed ora, dopo averlo celebrato,
quasi non riesco a crederci.
Insieme al mio gruppo CM del
Sud, abbiamo voluto festeggiare l’evento per fare memoria del grande dono del
Signore anche perché non risultasse un fatto privato ma bensì ecclesiale,
infatti i doni del Signore anche se dati ai singoli sono sempre dono per tutti.
La sera del 28 settembre, vigilia della festa dei santi Arcangeli Michele,
Gabriele e Raffaele, ci siamo ritrovati numerosi per la concelebrazione
dell’Eucaristia presieduta da P. Fabrizio Valletti, Gesuita e apostolo di
Scampia, un quartiere in periferia di Napoli. La concelebrazione eucaristica è
stata molto viva, partecipata e coinvolgente, ha lasciato un segno dentro di
noi.
Veramente celebrare il 50° è stato per me celebrare le
meraviglie di Dio nella mia storia – 50 anni: un buon tratto del cammino per
dire grazie a Dio Padre.
L’eucaristia è l’unico vero e grande grazie che Gesù ha
detto al Padre nello Spirito santo perché, mediante il dono della sua vita che
noi celebriamo nella S. Messa, ha realizzato la nostra salvezza.
In questo grazie del Signore
Gesù intendo unire anche il mio grazie.
Un grazie grande, immenso anzitutto per la fedeltà di Dio
nei miei confronti. Mi ha chiamata a seguirlo e mi ha condotta per mano.
Nonostante la mia povertà, il mio peccato, i miei distacchi da Lui, non mi ha
mai voltato le spalle, sempre pronto a riabbracciarmi.
In Lui, in Gesù Eucaristia ho incontrato e incontro tutti
voi, tutta l’umanità che Dio mi ha dato e mi dà per amarla e per lasciarmi
amare.
In Lui ancora il mio grazie per il dono della vita, e per il
dono della mia numerosa famiglia che mi ha educata alla fede e alla
solidarietà.
Grazie per il dono della vocazione a seguirlo nella via
della consacrazione come recita lo Statuto della CM: “Noi missionarie, scelte da Dio, vogliamo scegliere Dio come pienezza
delle aspirazioni della nostra vita”.
Grazie per la Compagnia
Missionaria - fondata da P. Albino Elegante: una creatura stupenda dell’amore
di Dio - dove ho vissuto le esperienze più belle e ricche di grazia della mia
vita come l’ intensa e profonda spiritualità di amore e oblazione al Sacro Cuore
di Gesù in unione a Maria; la vita fraterna di comunità, vissuta nella gioia e nella festa, espressa anche
attraverso le attività svolte, in particolare attraverso le missioni
parrocchiali, la missione ad gentes e il lavoro nella nostra casa per ferie;
l’entusiasmo ha sempre caratterizzato la nostra vita e le nostre attività,
assieme a tribolazioni come dice il vangelo. Certo, siamo consapevoli di essere
alla sequela di Gesù crocifisso, morto per amore e risorto per far risorgere
anche noi a vita nuova.
Grazie ai Padri
Dehoniani che ci hanno sempre sostenute con la loro presenza discreta e
generosa.
E in fine un grazie personale a tutti e a ciascuno di voi
per aver potuto celebrare insieme questa Eucaristia.
una settimana di formazione
Durante il periodo delle vacanze invernali
normalmente si programmano corsi di formazione per gli operatori della
pastorale. In questa occasione ho partecipato alla settimana Teologica
Pastorale offerta dall’Arcivescovado di Santiago, sul tema:”E’ necessario
nascere di nuovo”, ascoltare e accompagnare per discernere.
Questa proposta di formazione è stata pensata
tenendo presente il contesto sociale ecclesiale di questo momento segnato da
gravi abusi di potere, coscienza e sessuali che per decenni si sono tenuti nascosti all’interno della Chiesa cilena e
soprattutto per la incapacità di affrontarli. Questo ha provocato rabbia, vergogna, tristezza e
dolore. In questa realtà il tema del discernimento era la chiave per riflettere
e i relatori l’hanno affrontato con tanta semplicità e serietà. Parto da qui per condividere con voi i miei
appunti:
1°
giorno: P. Eduardo Pérez-Catapos. Ha
iniziato con alcune domande: Cosa sta succedendo nelle strutture ecclesiali? Noi come ci stiamo ponendo davanti alla società? Papa
Francesco ha scritto una lettera al popolo fedele:”Alla Chiesa popolo di
Dio pellegrina”.
Spiega il titolo della lettera: Chiesa popolo di Dio, tutti i cristiani
del Cile. Pellegrina, essere
pellegrina vuol, dire camminare discernendo ciò che Dio vuole dire al suo
popolo. Abbiamo bisogno di ascoltare le voce di coloro che arrivano alla
Chiesa. In Cile, nel nostro paese,in
una realtà culturale nuova. Ci apriamo
al futuro? La Chiesa deve sapere che, come la società,ha fatto i suoi
sbagli e i suoi errori.
2° giorno: P. L. M° Garcia Dominguez. Che cos’è
l’accompagnamento? I primi Padri che hanno fatto un accompagnamento erano
eremiti, i sapienti...Ci sono molti modi di accompagnare. E’ una serie di
conversazioni che si usa per fare discernimento tra due persone, per aiutare
nella crescita della fede, per poter realizzare meglio la loro missione. In questo
modo si sviluppò quello che sarebbe stato l’accompagnamento.
3°
giorno: P. Larry Yevenes – P.
Koldo Gutierrez – P. L. M° Garcia Dominguez.
I tre espositori hanno presentato in un “panel”: · “L’arte
di discernere in una Chiesa profetica. Una chiesa piagata che non si mette al
centro, ma deve essere una chiesa interessata a come poter sanare? E’ necessario chiedersi; qual è l’ immagine che
ho di Dio? In quale chiesa credo? Che immagine di santità coltivo?· Discernere
è urgente; si cita il documento (Gaudate
et exsultate). Generare esperienze che stimolino domande.· Oggi
stiamo lavorando sul Fare e Avere...Però per
il discernimento dobbiamo lavorare nell’ambito
del SENTIRE E CONOSCERE, quello che mi avvicina a Dio.
4° giorno: Josefina Martinez. Ascoltare ed accompagnare le
vittime degli abusi. Questo tema è
stato
presentato da una psicologa. Ha consigliato alcuni punti chiave per stare
vicino e accompagnare le vittime degli abusi.
E’ chiaro che, tutto quanto abbiamo ascoltato in
questi giorni, non riesce totalmente a far capire quanto ha provocato dentro di
noi, tanto è stata forte la comunicazione e la partecipazione degli specialisti
in questi aspetti, sia nei temi affrontati che nella potenzialità di domande
che sono state presentate, (alcune di queste le sento risuonare dentro di me e
sono materia di preghiera e discernimento) e che sono da condividere insieme.
Abbiamo capito che è necessario riflettere su questo tema e soprattutto
sviluppare la capacità al discernimento, per cercare cammini nuovi, per
continuare a sanare la chiesa, come popolo fedele. E’necessario “Nascere di
nuovo”, come dice il titolo, nello Spirito di Gesù che sappiamo è con noi,
soprattutto in questo momento della storia.
Si è conclusa questa settimana di formazione con
alcune sfide proposte a noi operatori di pastorale in ciascuna delle nostre
comunità e perchè no, utili anche per la nostra vita di consacrate CM inserite
nella chiesa cilena.
Questi i suggerimenti:ü Fortificare
la capacità di ascolto, interagire sul piano dell’ uguaglianza.ü Rinnovare
la coscienza di mettere Gesù al centro; dobbiamo insegnare ad amare e a
conoscere Gesù.ü Uno
sguardo positivo e di fede davanti a una realtà ostile.ü Trasmettere
la fede ai giovani.ü Esercitare
l’autorità nella chiesa; è positiva se diventa servizio.Ringrazio Dio per aver avuto la opportunità di
questa formazione e confido a Maria nostra Madre, guida e custode, questi
impegni.
Elizabeth
Tiayna Mollo
expo carisma 2018
Ogni anno a Resistencia
(Chaco), intorno alla festa della Natività di Maria, la Pastorale Vocazionale
Arcidiocesana realizza un Expo Carisma. Abbiamo partecipato l’1 settembre come
Famiglia Dehoniana. P. Marcelo reinoso scj, Laici dehoniani e Missionarie
abbaimo presentato il nostro carisma a giovani e bambini di varie comunità
parrocchiali. Un’esperienza che si vive con molta gioia. Abbiamo concluso
l’evento con la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Mons.
Dus.
Graciela Magaldi
preghiera, formazione, riflessione
Dal 18 al 20 agosto a Resistencia (Chaco) noi
missionarie ci siamo ritrovate per condividere un tempo di preghiera,
formazione e riflessione. Un dono ricevuto è stato anche la nostra
partecipazione alla rinnovazione della promessa di Marta e Cristina familiares
del gruppo di Resistencia. Noi missionarie abbiamo dedicato un tempo per
lavorare sul materiale di preparazione alla nostra Assemblea Generale,
attraverso un intercambio e un approfondimento del nostro Statuto e RdV, e
della condivisione sull’ esperienza quotidiana del nostro carisma. E’ stato un
lavoro che abbiamo ritenuto molto importante perché ci aiuta a discernere e a
guardare al futuro. Rosa ha condiviso con noi un materiale molto importante, un
tema presentato al Congresso Latinoamericano degli Istituti Secolari.
Durante queste giornate abbiamo condiviso anche spazi
di preghiera che ci hanno rinnovato.
Rendiamo grazie a Dio per questa esperienza.
Graciela
la lode dell'incontro
Quest’anno abbiamo fatto il ritiro annuale nel Centro di Spiritualità Oasis Istituto Secolare “Ancilla Domini”.
Questo Centro si trova ad
Ermesinde, una località abbastanza vicina alla città di Porto. In questa bella
casa siamo state accolte con molta simpatia dall’8 al 14 luglio. C’era con noi la nostra Presidente, Martina e
pure Elvira, che era in Portogallo per le vacanze. Martina è venuta a Porto per
fare il ritiro con noi; per prender parte agli incontri sia delle missionarie
del gruppo che delle Responabili della Formazione, per vedere la nuova casa del
gruppo, situata in una località lontano da rumori, in cui ci riuniamo
mensilmente per fare il nostro ritiro insieme con le missionarie di vita
fraterna, Lùcia Correia e Teresa Castro.
Il tema del ritiro era “La lode
dell’incontro” ed è stato predicato da P. Antonino scj, un giovane sacerdote,
molto dinamico e saggio. A ciascuna fu consegnato il “quaderno di Meditazione”,
che conteneva i testi inerenti al ritiro. Sulla copertina del quaderno c’era
una frase: L’importante è fermarsi, tacere…!”. Quando ci disponiamo a fare
stop, ci sono sempre domande che sono inevitabili e che ci interpellano. Tacere
perché e per qual motivo? Può darsi che non ci siano risposte facili. Se noi ci
disponiamo a voler tacere, allora dobbiamo interrogarci sul perché lo vogliamo
fare. Non è facile fare il ritiro di una settimana. Questo comporta fermarsi,
fare silenzio, stare aperte all’ascolto, pregare, stare in comunione con Dio e
avere fede.
“Stare con Dio”… nessuno vuole rinunciarvi!
Noi non siamo mai sole…
P. Antonino ci ha detto:
“Abbiamo bisogno di fare pulizia ogni giorno nella nostra mente e nel nostro
cuore, è questa una delle condizioni per vivere felici. Il ritiro presuppone
l’incontro personale con noi stesse e il desiderio di incontrarci con
“Qualcuno”. Questo Qualcuno è Dio. Un incontro non è altro che ascolto e
conversazione… La frase “Gesù è il volto umano della tenerezza di Dio” ci mette
indubbiamente di fronte ad una grande
responsabilità, ma è pure un privilegio. “Amar come Gesù amò…” “Amatevi gli uni
gli altri come io vi ho amato”. La nostra vocazione è amarci così, in questo
modo, come siamo amate e predilette da Dio. Amare Gesù significa imitarlo!
Imitare Gesù è una scelta di vita esigente e speciale, ma possibiile, quando ci
abbandoniamo a Lui e vogliamo seguirlo.
In questo ritiro il padre ha
sottolineato: “la grandezza dell’essere umano è la sua reale ricchezza, non sta
mai in ciò che si vede, ma in quello che porta nel suo cuore!”. E ancora. “La
grandezza dell’uomo non gli viene dallo stato sociale che occupa, né dal ruolo
che ricopre, né dal suo successo personale, ma, al contrario, dalla sua semplicità,
dalla sua capacità di ascoltare e accogliere l’altro, rispettandolo e
procurandogli gioia. Il segreto per essere felici, come diceva p. Antonino, sta
nel desiderio e nel rendere felice
l’altro. Chi desidera il bene degli altri scopre che la loro felicità è la
sorgente più generosa per la propria felicità.
Tutto quanto ci è stato dato in
questo ritiro, è stato una grande ricchezza di cui siamo riconoscenti a Dio,
alla vita e a ciascuna di noi…
E concludo con queste parole di
Martina scritte su Vinculum 2/2018, che traducono
quanto tutte noi abbiamo
vissuto in questo ritiro: “Esprimo la mia
gratitudine a Dio perché camminiamo insieme in questa famiglia dove abbiamo
accolto doni, limiti e povertà, che il Signore trasformerà in fecondità e Vita
Eterna”.
Grazie a Martina, Grazie a
tutte. Sempre unita nel Signore, un abbraccio fraterno.
Carmen Barros