Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
educazione scolastica e cambiamento digitale
La situazione causata dal Covid – 19 ha portato un
cambiamento anche nel campo scolastico. In Indonesia verso la metà di luglio si
sono riprese le attività scolastiche in quasi tutte le scuole, dal livello
elementare fino alle superiori. Anche se l’insegnamento deve essere fatto
ancora con il metodo a distanza e online, gli insegnanti, hanno cominciato a
ritrovarsi all’inizio del mese di luglio per preparare l’ambiente adatto agli
studenti che rientravano in sede.
Sappiamo tutti che il Covid -19 non è ancora completamente
finito. Quindi la preparazione degli insegnanti e anche le attività di insegnamento
e apprendimento degli studenti sono particolarmente legati al progresso della
tecnologia digitale.
La prima cosa che
abbiamo preparato e pensato è stato l'adattamento dell’'ambiente scolastico.
Normalmente gli insegnanti collaborano con il Consiglio degli Studenti
(organizzazione Interna alla Scuola, dove i bambini vengono educati ad
apprendere come organizzarsi; di solito i membri che compongono il Consiglio
sono studenti delle classi superiori). Uno dei programmi scolastici è quello di
preparare il Consiglio degli studenti ad accogliere gli studenti più giovani.
Inoltre, si insegna
l’importanza delle varie celebrazioni come al mattino la cerimonia dell’alza
bandiera e altre attività con dinamiche adatte ai piccoli, ma che aiutano a
conoscere l’ambiente scolastico. Questa attività che viene condivisa da piccoli
e grandi è molto educativa e apre a nuove idee come le dinamiche di gruppo,
l'apertura ad altre organizzazioni scolastiche, l’introduzione ad attività
extracurricolari, programmi scolastici e vari curriculum che si utilizzano
durante l’iter scolastico. Vengono presentate inoltre le aule di studio e una
varietà di sale: laboratori, biblioteche, mense, campi sportivi nonché la sala
docenti e l'ufficio del preside.
Tutto questo viene
fatto in modo che i nuovi alunni non si sentano disorientati nel venire a
conoscenza degli spazi di cui hanno davvero bisogno. Se vogliono andare in
biblioteca a leggere o a prendere in prestito libri, conoscono già il posto. Se
hanno il compito di studiare in laboratorio, conoscono già lo spazio e il
percorso che devono compiere per arrivare. Alcuni insegnanti presentano sia l’ambiente che i programmi attraverso
Instagram dal vivo. Mentre si dirigono verso l'apprendimento della tecnologia
digitale, gli studenti del settimo anno sono già pronti per imparare a usare la
tecnologia digitale attraverso altre cose semplici. Durante l'apprendimento a
distanza, gli studenti devono sempre entrare in contatto prima con l'operatore.
Poi, successivamente imparano con i loro insegnanti secondo il programma
stabilito.
Tutti i professori
insegnano come usare Instagram Live, Google Classroom per inviare
compiti o utilizzare riunioni di Google che sono molto più facili e usare lo
zoom. Pertanto, durante la pandemia,
molti sono gli insegnanti che hanno appreso diversi metodi per insegnare a
distanza usando la comodità della tecnologia digitale.Prima del periodo
pandemico, gli studenti passavano diverso tempo a scuola, sia al mattino che al
pomeriggio. A causa della pandemia, alcune attività sono state eliminate. Ora
passano alcune ore a scuola e dopo sono liberi di studiare a casa. A loro si
ricorda sempre di rispettare i protocolli stabiliti come: il lavare
frequentemente le mani, mantenere la distanza, indossare le mascherine, riposarsi
a sufficienza, abituarsi a mangiare cibi nutrienti per mantenere l'immunità del
corpo.
Questa è più o meno
la metodologia delle scuole in
Indonesia. Naturalmente i cambiamenti nelle abitudini di apprendimento
influiscono anche sulle dinamiche familiari a casa.
In un momento come questo, ci sono
molte offerte di webinar o zoom per condividere le conoscenze digitali tra
insegnanti o esperti di questi mezzi. Un grande aiuto ci viene dato anche dagli
psicologi che offrono la loro preparazione per far capire l’importanza di
condurre una vita fisica sana, spirituale e mentale, come affrontare lo stress
a casa, come gestire i bambini in casa e così via. Tutti forniscono utili
servizi per creare un'istruzione stabile e sicura. E anche l'economia
indonesiana si sta gradualmente stabilizzando.
Questa metodologia dell’apprendimento a distanza, la
riteniamo positiva, però riscontriamo che in Indonesia alcuni punti più
fragili, in particolare per gli abitanti che vivono lontani dalla città. In
questi luoghi c’è la difficoltà di accedere a questi mezzi perché non
c’è“segnale della rete” per il cellulare, cioè non c’è campo. Altri studenti
che hanno possibilità economiche limitate è difficile per loro partecipare
perché non possiedono un cellulare. Anche per gli studenti i cui genitori
lavorano a tempo pieno, è difficile che ci sia un serio accompagnamentoperché
loro non hanno il tempo necessario per stare vicini ai figli nello studio.
Sebbene ci siano qua
e là questi punti deboli e i cambiamenti sono così rapidi, gli insegnanti
ricevono molti benefici da questi mezzi digitali e nuovi: riescono a trovare
tempo per gestire e riflettere sui cambiamenti da programmare, sui metodi da
sperimentare ecc. Anche per gli studenti esistono vantaggi: vengono spronati e
invitati a studiare a distanza, in modo indipendente, prendono familiarità con
molti metodi di apprendimento digitale e hanno tempo per ritrovarsi con la
famiglia, in particolare con i genitori. Molte famiglie e soprattutto i genitori che avevano poco
tempo per stare insieme ai figli adesso si ritrovano in casa con loro.
Questa situazione
aiuta a creare un'atmosfera familiare molto intensa, sia per gli stessi bambini
che per la famiglia che condivide insieme compiti e doveri. La quarantena
produce l'effetto della custodia reciproca, dell’attenzione alla famiglia. La
vita di preghiera che è stata abbandonata da molte famiglie cristiane a causa
della frenesia della vita, in questa nuova realtà acquista un posto abbastanza
significativo. Viene ripresa l’attenzione all’altro, il servizio vicendevole,
la preghiera familiare, la devozione a Maria e anche l’adorazione. Forme di
preghiera che continuano ad essere vissute attivamente e diventano un grande
sostegno per la vita di una famiglia cristiana. La forza della famiglia sembra
essere aumentata, soprattutto la solidità del nucleo familiare.
Siamo in cammino…
continuiamo a sperimentare e a valutare fino a che punto possiamo continuare a
fornire e sostenere questo metodo che in questo momento dà continuità
all’educazione degli studenti. Nel frattempo continuiamo a fare nuovi sforzi
per migliorare questo nuovo modo di apprendere. E speriamo in un futuro
migliore.
l'adultera perdonata
Entro
nel silenzio: del corpo
(cerco una posizione in cui stare comoda, ma concentrata e ferma), della mente,
del cuore, della bocca.
Prendo
consapevolezza della presenza di Dio, che vuole parlarmi e invoco lo Spirito
Santo.
Leggo
attentamente il brano. Se siamo in gruppo una persona proclama la
Parola:
Gv 8, 1-11
In
silenzio rileggo, cercando
di cogliere, anche sottolineando, le
parole o frasi che attirano la mia attenzione, che suscitano un sentimento di
commozione, di gioia, di timore, che provocano perplessità, incomprensione…
Per
cogliere il significato di alcune frasi o parole, è utile andare a leggere ciò
che precede il brano che voglio meditare, o cercare in altri brani frasi
simili. Si tratta di leggere la Bibbia con la Bibbia.
È
molto utile entrare nell’episodio
descritto, fare la composizione del
luogo: immaginare il posto, al situazione, le persone, l’avvenimento che
viene narrato, e porre me stessa all’interno del racconto, trovare il mio
ruolo; posso identificarmi con uno dei personaggi presenti, comunque è
importante coinvolgermi in ciò che
leggo.
Medito. Se siamo in gruppo, una persona può
suggerire alcuni spunti di meditazione.
vv.
1-2: … si recò di nuovo nel tempio…. e si mise
a insegnare loro.
Nel tempio di pietra, Gesù che è il vero
tempio in cui Dio si rivela, insegna. Lui stesso, Parola fatta carne, è
l’insegnamento: la sua persona, le sue parole, i suoi genti.
vv.
3-4: … una donna sorpresa in adulterio…
L’adulterio era punito con la morte, perché
considerato come un omicidio. Tradire l’amore significa uccidere. Il Dio della
Bibbia considera adulterio il peccato di idolatria, perché Egli si considera e
si comporta come lo Sposo del suo popolo, ma il popolo amato tradisce Dio/Sposo
seguendo i propri idoli. Storia che si ripete sempre, anche nella nostra vita.
Il peccato, ogni peccato è adulterio, perché ogni peccato è idolatria. Come
Israele, noi cristiani e tutta la Chiesa siamo adulteri. Meritevoli di morte.
vv.
6: … Gesù si chinò e si mise a scrivere con il
dito per terra.
Per due volte, in questo brano,
l’evangelista nota che Gesù, in silenzio, si china a scrivere per terra, cioè
sulle pietre del pavimento del tempio.
Gesto
misterioso. Proprio per questo ci interpella. Quando una parola della Scrittura
ci sembra incomprensibile, troppo misteriosa… è su quella che dobbiamo
fermarci, ascoltarla dentro… riascoltarla… Non inventarci delle spiegazioni, ma
cercare nella stessa Scrittura una luce.
Sono presente a questa scena e osservo Gesù
e coloro che lo interpellano, e la donna là in mezzo… e Gesù che scrive sul
pavimento… Che cosa mi dice questa scena, questo gesto di Gesù?
Quando Dio dà la legge a Mosè, scrive con
il suo dito sulle pietre. Scrive una legge che è atto di amore perché il popolo
viva; è alleanza di amore con il suo popolo. I profeti, constatando l’adulterio
del popolo, avevano annunciato un tempo in cui Dio avrebbe scritto la legge non
più sulle pietre, ma nel cuore di carne dell’umanità. Il cuore di carne su cui
è incisa perfettamente la Parola del Padre è il Cuore di Gesù. Se non siamo
uniti a Lui dallo Spirito, i nostri cuori restano di pietra. Possiamo
immaginare che forse Gesù, sulle pietre del tempio, scrivesse il pieno
compimento della legge: l’amore.
vv.
7-9: Chi di voi è senza peccato…
Ci poniamo una domanda: se la donna era
adultera, con quale adultero aveva commesso adulterio? Se era stata sorpresa in
adulterio, dunque era stata sorpresa con un uomo.
Ma era più facile condannare solo lei. E
sono solo uomini quelli che la accusano. Non si parla di marito, eppure era il
marito che decideva la morte della moglie.
Ciò che è in ballo, ciò che interessa a
scribi e farisei – esperti e osservanti della legge – è mettere alle strette
Gesù, coglierlo in fallo, dimostrare ai presenti che è un impostore. Se dice di
applicare la legge, che prevede la morte violenta, allora smentisce tutti i
suoi insegnamenti sulla misericordia. Se dice di non ucciderla si mette contro
la Legge di Mosè, è un bestemmiatore.
Osservando la scena, non è possibile
riconoscere il marito della donna, ma vediamo Gesù, il vero Sposo di Israele,
della Chiesa, dell’umanità. E vediamo la donna, immagine di Israele, della
Chiesa, dell’umanità, che ignora, dimentica, tradisce l’amore dello Sposo.
È Gesù lo sposo, il giusto senza peccato,
che può condannare l’adultera. E può condannare anche coloro che la accusano,
perché nessuno è giusto davanti a Dio e il giusto pecca sette volte al giorno:
così dice la Scrittura. Ma Gesù non è venuto a condannare; è venuto a salvare
l’una e gli altri. Ciò che gli sta a cuore, perché si salvino, è che prendano
coscienza di essere peccatori e dunque tutti bisognosi della sua salvezza, del
suo amore.
E infatti uno per uno se ne vanno. Nessuno
è senza peccato.
E resta Gesù solo con la donna, là in
mezzo. “La misera e la misericordia” scrive Agostino di Ippona. Prima era in
mezzo al cerchio degli accusatori. Ora è in mezzo al cuore misericordioso di
Cristo: al centro della sua attenzione amorosa. Gesù ha rivendicato e manifesta
in modo sublime la sua identità e la sua missione di Sposo.
vv.
10-11: Gesù si alzò…. “Neanch’io ti condanno. Va’
e d’ora in poi non peccare più”.
Sorprende e commuove questo gesto di Gesù,
che si alza in piedi davanti a questa donna, disprezzata perché adultera. E la
chiama “donna”, come chiama sua Madre, la samaritana e Maria di Magdala.
“Donna” cioè icona di Israele e dell’umanità, sposa amata da Dio.
Alzarsi in piedi davanti a qualcuno significa
onorarlo, rispettarlo. È ciò che fa Gesù davanti a ogni peccatore: non ci
disprezza, non ci umilia. A volte, anche quando facciamo il bene siamo capaci
di umiliare la persona che pure aiutiamo. Gesù, invece, ci rispetta, ci onora,
perché in ogni peccatore egli riconosce l’immagine e somiglianza del Creatore,
l’impronta del Padre nei figli, il volto sfigurato della Sposa.
Davanti al peccatore, davanti all’adultera,
Gesù non ignora la gravità del peccato, non la sminuisce, non dice: In fondo
che male c’è? Passiamoci sopra, tanto lo fanno tutti…
Il peccato ferisce, umilia la sposa di Dio,
deforma, uccide i figli del Padre, quindi umilia e ferisce il Cuore del Padre e
il Cuore del Figlio Unigenito. Ma Gesù è venuto proprio, con la sua morte e
risurrezione, a risuscitare il peccatore dal male, a salvarlo, a vincere il
peccato.
E allora “Nessuno ha potuto condannarti,
Donna. Neanch’io, il Giusto, ti condanno, perché la mia giustizia è salvezza.
Accogli il perdono, rinunciando d’ora in poi al tuo peccato”.
L’adultera è rigenerata sposa. Icona della
speranza di Dio sui peccatori.
un tempo opportuno?
In Te
Signore mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me l’orecchio, vieni presto a liberarmi. Salmo 31(30)
La
pandemia ha devastato molti paesi, uccidendo centinaia e centinaia di persone
in breve tempo. Ascoltando da lontano sembrava una cosa incredibile, si è
diffusa nei paesi europei, uccidendo migliaia di persone e ora è la volta dei
paesi africani. Un animale non visibile ad occhio nudo, lo puoi vedere solo al
microscopio.
In breve
tempo si è diffuso in tutto il mondo, uccidendo principalmente, medici, preti,
infermieri, persone consacrate, tante persone di buona volontà. Oggi siamo
tutti sottoposti alla quarantena, a separarci dai nostri familiari, a non farci
visita, tutte le attività pubbliche sono paralizzate, a scuola i bambini delle
classi iniziali già non stanno ascoltando la voce del loro insegnante, sono già
nell’insegnamento a distanza attraverso esercizi forniti con i media come:
televisione, WhatsApp, e-mail e altri mezzi.
Figuriamoci
nei luoghi più lontani, dove non ci sono molte possibilità di utilizzare questi
mezzi di comunicazione, non c’è elettricità, non c’è la possibilità di
internet, già molti dei loro genitori non hanno potuto andare a scuola, per cui
mi chiedo: quale sarà il futuro di questi bambini. Insomma, ora viviamo con le
maschere, divisi a causa di questo virus Covid19, non possiamo rendere omaggio
al nostro familiare, amico, vicino quando intraprende il suo pellegrinaggio
alla casa del Padre. Proprio a causa del Corona Virus, le autorità competenti
hanno deciso di stabilire alcune regole, per contrastarne la diffusione.
Con
questo ci abbandoniamo nelle mani di Dio. Lui sa quello che fa, c'è un male che
viene per il bene, da una parte si piange e dall'altra ci si rallegra. Gesù ha
sofferto in modo tale da sopportare le nostre infermità, sputato, picchiato a
morte, tutto per redimerci e consegnarci a Dio. Chissà che questa quarantena
non sia il momento opportuno per approfondire la nostra Fede attraverso la
preghiera, letture bibliche, rosario, meditazione su vari libri, breviario,
adorazione e contemplazione di Gesù presente nell'Eucaristia.
L'ultimo
discorso di Mosè è: “... avete visto tutto ciò che Yahweh vostro Dio ha
fatto, per amor vostro, a tutte queste nazioni; è stato il Signore tuo Dio che
ha combattuto per voi. Vedete, l'ho distribuito per voi, come possesso per le
vostre tribù ...”. Mi fido anche io, perché so che mi hai accompagnato
quotidianamente nel mio cammino.
un cuore che vede
Carissime/i,
nell’approssimarsi della celebrazione della
Festa del Sacro Cuore di Gesù ricevete un abbraccio fraterno.
Alcuni potranno celebrarlo quest’anno
nell’Eucaristia, altri per mezzo della comunione spirituale nelle proprie case,
l’essenziale è ringraziare per questo enorme dono dell’Amore che sgorga dal Suo
Cuore e che è sorgente della nostra spiritualità e missione.
Stiamo
riprendendo lentamente gli impegni quotidiani che, a causa della pandemia,
abbiamo dovuto lasciare. Anche se è buona cosa non abbandonare il vissuto in
questo tempo: il silenzio – l’ascolto – la contemplazione. Chiediamo al Signore
un cuore nuovo:
“un
cuore che Vede. Questo cuore vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo
conseguente” [1]… “Dio guarisce la miopia dei nostri occhi e non lascia
che il nostro sguardo si fermi in superficie … La
persona contemplativa si esercita per guardare con gli occhi di Dio
sull’umanità e sulla realtà
creata, fino a vedere l’invisibile …”[2]
Come il Buon Samaritano siamo chiamate ad
essere il pellegrino che guarda con il cuore la realtà che lo circonda e con un
cuore misericordioso accoglie quelli che soffrono.
A nome del Consiglio auguro una Gioiosa Festa
del Cuore di Gesù a tutti.
Graciela
VINCENT
VAN GOGH, Buon samaritano, 1890
[1]
Contemplate - Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di
Vita Apostolica n. 59
[2]
Contemplate - Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di
Vita Apostolica n. 58
in pieno clima di salvezza
Riflessioni
tolte da un ritiro di padre Albino Elegantealle missionarie
di Bolognaper la
festa di Pentecoste e del Sacro Cuore.(7 giugno
1987)
Lo scambio delle consegne
La Pentecoste è il giorno
dello scambio delle consegne tra Cristo e lo Spirito Santo per la continuazione
della redenzione e della santificazione degli uomini da parte dell’amore di
Dio.
Scambio delle
consegne, per cui in questo momento noi viviamo in pieno clima di salvezza.
Ecco il cammino della salvezza. Questo mi pare una cosa molto importante,
perché siamo troppo portati a pensare che la salvezza sia opera del solo
passato.
Allora va
particolarmente bene l’esortazione del salmo 94: “Ascoltate anche la sua voce; non indurite il vostro cuore come fecero i
vostri Padri a Meriba, a Massa nel deserto, dove mi tentarono, mi misero alla prova. Ascoltate anche la sua
voce”. La voce dello Spirito Santo che appunto continua quest’opera
dell’amore di Dio, proteso alla salvezza, alla santificazione.
Guardiamo agli
atteggiamenti che noi possiamo avere in questo momento di pieno clima di
salvezza. Lo facciamo con una osservazione del Marmion (un autore che qualche
tempo fa era abbastanza in voga, adesso è un po’ passato), comunque ha della
dottrina molto buona. Il Marmion osserva che, nei giorni della vita terrena di
Cristo, molti andavano da lui, accoglievano l’invito alla conversione e di
fatto cercavano nella misura delle proprie possibilità di impostare la loro
vita quotidiana secondo l’indirizzo delle parole di Cristo e lo facevano,
secondo la testimonianza in particolare di S. Luca, sotto l’azione dello Spirito Santo.
Bello il
pensiero di S. Ireneo: “Lo Spirito Santo, nel momento in cui Cristo si fece
uomo, invase anche l’umanità di Cristo e di tutti coloro che andavano ad
ascoltarlo”.
Chi andava da
Cristo obbediva alla voce dello Spirito Santo, chi invece aveva una fiducia
accanita nelle proprie intuizioni e si manteneva refrattario ad ogni
suggerimento di conversione che poteva venire dall’esterno, nel caso specifico
dalla Parola di Cristo, costui lo faceva resistendo allo Spirito Santo. Questo
si ripete anche oggi.
Ecco perché ci
tengo a sottolineare ancora una volta: siamo
in pieno clima di salvezza. Chi ha la capacità di rinunciare al proprio modo
di vedere per accettare quello tracciato da Cristo, lo fa sotto l’azione dello
Spirito Santo. Chi invece è abbarbicato al suo modo di vedere e non c’è
possibilità che la parola penetri nel suo cuore, costui resiste allo Spirito
Santo. Ed è il famoso rimprovero che Santo Stefano rivolgeva ai Sinedriti, i
quali molto probabilmente erano irreprensibili dal punto di vista delle
prescrizioni legali, però non andavano oltre: “Voi resistete sempre allo
Spirito Santo”.
Che cosa può fare lo Spirito santo in noi
“Il primo uomo
divenne, secondo l’espressione cara a S. Ireneo, “la gloria di Dio”. L’argilla
con cui era stato impastato ricevette il soffio di vita e allora l’argilla,
vivificata da questo soffio, divenne la gloria di Dio, la creatura più bella,
più espressiva della grandezza di Dio. Noi ci poniamo in questa sfera di
grandezza, nello splendore della testimonianza che è nell’aspettativa di Dio e
dei fratelli se, circostanza per circostanza, la nostra iniziativa personale
avrà il coraggio di cedere il passo all’azione dello Spirito Santo, che è il
soffio di vita capace di trasformare la povera argilla del nostro essere in
un’immagine luminosa e continuata nel tempo di Cristo Risorto.
Allora è chiaro
che la nostra vita diventa l’esempio e la strada che conduce a Cristo.
Ricordiamo l’espressione di San Paolo: “In qualunque posto andiamo, lasciamo il
profumo di Cristo”. E questo capiterà anche di noi se, circostanza per
circostanza, la nostra azione sarà capace di cedere il passo all’azione dello
Spirito Santo …
Stare sempre dalla parte della carità
Per noi c’è il
nostro essere Compagnia Missionaria. Lo Statuto al N° 9 dichiara “invisibile”
pienezza della nostra vocazione al carisma dell’amore, senza l’aiuto efficace
dello Spirito Santo. Impegniamoci durante la giornata: se i nostri sensi ci
immergono nelle realtà materiali, in queste cerchiamo la via della nostra
ascesa allo Spirito. In che modo? Stando sempre dalla parte della carità.
“Tutto tra voi si compia nella carità”, dice l’Apostolo Paolo nella 1a lettera ai Corinzi (6,14). La preziosità
degli atti di carità, che forse qualche volta sottovalutiamo perché siamo
refrattari all’azione dello Spirito Santo, viene diminuita perché ci
comportiamo secondo il nostro modo di vedere, mentre la preziosità degli innumerevoli
atti di carità che possiamo compiere durante la giornata, sono indicati nella
lettera ai Galati (5,22). Sicuramente questi atti di carità ci mettono dalla
parte dei desideri dello Spirito Santo e ci fanno camminare da uomini del
nostro tempo, circondati da questa realtà complessa, ma secondo la volontà
dello Spirito: questo è importante.
Non è la
modalità che dobbiamo tener presente, è la sostanza! Se dunque vivo immerso in
questa realtà che mi distrae in tutte le maniere, che moltiplica le iniziative,
la creatività per suscitare i miei interessi e la mia distrazione, mi abbarbico
a questi atti di carità che sicuramente piacciono allo Spirito santo che è
Spirito D’Amore. Inoltre diventano una manifestazione della dolcezza, della
pazienza, della grazia dello Spirito Santo è questo è tutto, sia come cristiani
sia come membri della Compagnia Missionaria.
L’ape fa scuola
d’amore
La festa del Sacro Cuore ci richiama a quello che Marta (missionaria) ha definito il “gesto
semplice e profetico” della consegna di quell’immagine del Crocifisso dal Cuore
squarciato. Nella consegna di questa immagine è stato detto che essa “diventa
l’appello a farne il punto di riferimento vitale come membri C.M.” Non un
riferimento qualunque, devozionale, ma vitale.
Abbiamo appena
detto che in tutte le manifestazioni della nostra vita dobbiamo renderci
disponibili alla grazia dello Spirito santo, assurgendo dalle realtà materiali
allo Spirito mediante la carità, per cui diventiamo manifestazione della grazia
dello Spirito.
Lo Statuto
della Compagnia Missionaria al N° 9 ci dice che dobbiamo diventare segno
visibile della presenza di Dio proprio attraverso la carità. Essa costituisce
la “nota dominante” della nostra volontà di amore, altrimenti sono chiacchiere.
L’atto di
carità che io compio diventa nota dominante del mio servizio al carisma
dell’amore. Inoltre il N° 9 specifica anche il sorriso, la comprensione,
l’accettazione, la capacità di perdono e di ripresa integrale, senza lasciare
strascichi.
Quando Pietro
chiese a Gesù se doveva perdonare 7 volte, Gesù rispose: “Non 7 volte, ma 70
volte 7”, cioè sempre. Qualsiasi atto di carità è sempre un superamento di se
stessi. C’è una bella poesiola di R. Pezzani intitolata: L’ape che fa’
scuola d’amore.
Il fiore disse
all’ape affaccendata:“Sei davvero sfacciata;il nettare mi rubi e te ne vai,e un dono in cambio non mi lasci mai. Disse l’ape
sincera: “Sono un’operaia della primavera, e tutto il giorno faccio miele e cera. Agli uomini piace tanto il miele mio e la cera che arde piace a Dio. Se quello che
abbiamo non lo diamo di cuoreChe diremo allora al Signore?”“Prendi quello che vuoi, rispose il fiore, mi hai insegnato che cos’è l’amore”.
Semplicissima,
ma molto bella.
La nostra ape è il Cuore ferito di Cristo. Ecco perché torno ad insistere: cerchiamo di fissare piccole zone della
nostra giornata e facciamo in modo che sia una contemplazione piena di
intensità, di tenerezza, di riconoscenza. Allora il Cuore di Gesù ci insegna che cos’è l’amore, anzi ci provoca
all’amore.
Voi dovete
arrivare fino a qui. Quel giorno che stavo facendo un lavoro materialissimo, mi
sono innervosito pensando a tanta gente che tendeva la mano, poi ho visto
l’immagine del Cuore trafitto e ho pensato: “Che cosa importa allora il posto dove
sono? L’importante è che io diventi come Cristo”. Ecco l’immagine che mi ha
provocato e mi sono detto: “Anche se dovessi rimanere così per tutta la vita
...”. Cristo non si è staccato da solo dalla croce, l’hanno staccato gli altri.
Lui sarebbe rimasto lì per l’eternità.
E’questa la lezione che mi dà il Cuore
ferito di Gesù. Naturalmente anche qui ci vuole un motivo, perché essere sempre
nell’atteggiamento dell’ape che attinge e dà, non è facile.
Noi siamo
troppo abbarbicati a noi stessi, siamo troppo stretti nelle morse dell’egoismo.
Ho cercato nella Sacra Scrittura e ho trovato un brano del discorso che San
Paolo ha fatto agli anziani di Efeso: “E
ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di
edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati. Non ho desiderato
né argento, né oro, né la veste di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e
di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le
maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli,
ricordandoci della Parola del Signore: “Vi è più gioia nel dare che nel
ricevere”. (Atti 20, 32 – 35)
Noi dobbiamo
tenere abitualmente presente questa parola del Signore, custodirla nel nostro
cuore. Purtroppo noi ci stanchiamo di dare, di dare in continuità; eppure Gesù
ha detto e forse ne abbiamo fatto anche l’esperienza, che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.