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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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preparazione all'assemblea 2015 (3)
 
Relazione è lasciare, andare e dire LA SAMARITANA (terza parte) Gv 4, 27-42 Ascolto della Parola (Lectio) In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui.Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramenteil salvatore del mondo». Riflessioni sulla Parola (Meditatio) Quella donna Samaritana, è figura della Chiesa, “lasciò la brocca, andò in città, disse alla gente...”. In questi tre verbi (lasciare, andare, dire) si compendia la missione della Chiesa. Lasciò la brocca: dimenticare tante cose superflue, tanti falsi valori, tante nostre parole, che hanno oscurato quelle di Gesù e la trasparenza del Vangelo. Recuperare il valore del silenzio e della preghiera. Lasciare o rivedere tante impalcature di un folklore o di un ritualismo, che rassomigliano ad un recipiente vuoto. Lasciare la brocca dell’isolamento per vivere uno stile di comunione con Dio (vita interiore) e con i fratelli (vita ecclesiale e pastorale). Andò in città: significa abbandonare l’oasi tranquilla delle nostre comodità, delle nostre certezze e conquiste per condividere, amare il nostro tempo con i suoi problemi, attese, gioie ed inquietudini. Significa intraprendere la fatica del viaggio del pomeriggio, per incontrare gli altri, non per conquistarli, ma per servirli. Significa scegliere gli ultimi, vincere la paura di parlare con i poveri, con quelli che non contano niente e sono la speranza della storia. Significa non tenersi solo per sé il perdono di Dio, ma trasferirlo ai fratelli. Andare a riconciliarci, lasciando l’offerta sull’altare. E disse alla gente: “Venite a vedere...”. È l’annuncio fatto con la vita, è la testimonianza umile e coerente, è una esperienza di fede, comunicata. È una proposta che fa sorgere una domanda: “Che non sia forse il Messia?”. È non avere vergogna di Gesù e del Suo messaggio, di fronte ad una mentalità superficiale, razionalistica e materialistica È non avere paura di riconoscerci peccatori come persone e come Chiesa, bisognosi sempre del perdono di Dio. È l’esperienza gioiosa di annunciare sempre meno noi stessi ed indicare, con amore, Gesù, Maestro e Signore. Verifica e confronto Siamo veramente disposti a lasciare le nostre sicurezze... andare e annunciare la misericordia del Padre all’uomo di oggi? Alla luce del nostro statuto, siamo consapevoli che solo con la nostra vita possiamo essere testimoni credibili? La Parola si fa preghiera (Contemplatio) O Signore,fa’ di me uno strumento della tua pace.Dov’è odio, che io porti l’amore,dov’è offesa, che io porti il perdono,dov’è discordia, che porti l’unione,dov’è l’errore, che io porti la verità.Dov’è la disperazione, che io porti la speranza,dov’è la tristezza, che io porti la gioia,dove sono le tenebre, che io porti la luce.Signore,fa’ che non cerchi tanto di essere consolato,quanto di consolare,di essere amato, quanto di amare.Perché è donando, che si riceveè perdonando che si è perdonati;è morendo che si risuscita a vita eterna.
la pasqua di padre albino
 
Questa mattina, 21 aprile 2014, nell'ottava di Pasqua e nella novena della Divina Misericordia, Padre Albino Elegante, fondatore della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, ha concluso serenamente il suo lungo cammino terreno, per essere accolto eternamente nella gioia del Cuore di Cristo che ha profondamente amato e instancabilmente servito nella Chiesa, nella Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore, nella Compagnia Missionaria. Missionarie e Familiares, nella sofferenza del distacco, con gioia profondamente grata, affidano l'amato Padre Fondatore all'abbraccio di Dio Amore, che solo sa compensare con il centuplo la lunga, generosa e fedele disponibilità del suo servo.Il funerale sarà celebrato mercoledì 23 aprile, alle ore 14,30, nella Chiesa della Madonna del Suffragio, in via Sante Vincenzi, a Bologna.
memoria della vita di p. albino
 
Fare memoria della lunga vita di p. Albino significa per noi lodare e benedire l’Amore Trinitario per le meraviglie compiute in questo Sacerdote del Sacro Cuore di Gesù, fondatore della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Lo facciamo, in parte, ascoltando quanto lui stesso raccontò in un’intervista per il suo ottantesimo compleanno: «Sono nato a Caldogno, in provincia di Vicenza, il 15 novembre 1919, da una famiglia povera e fui battezzato il 30 novembre. Mio padre, Giovanni, lavorava i campi, ma il sabato e la domenica faceva il barbiere; la mamma, Maria Galvan, era semplicemente casalinga. Ebbero tre figli: Angelo, Gemma e io. Ricevetti la cresima il 24 giugno 1928. Una sera, quando frequentavo la quarta classe, presi in mano le Letture Cattoliche di D. Bosco. In quell’opera lessi la storia di un missionario, che era andato in Cina ed era morto martire, decapitato. Ho presente l’immagine che lo raffigurava in piedi, sul parapetto della nave, mentre guardava lontano… Anziché spaventarmi, quella lettura fece sorgere in me un grande desiderio. Piansi quella sera e mi dissi: “Domani vado a farmi prete”. Andai dal parroco, che mi chiese: “Che classe fai?”. “La quarta”, risposi. “Finisci la quinta - concluse - e poi ne riparliamo”. Terminata la scuola, l’anno successivo, mi accompagnò alla scuola apostolica dei Sacerdoti del Sacro Cuore, ad Albino, in provincia di Bergamo: la mia casa distava 170 km; troppo. La nostalgia della famiglia mi fece piangere per molte notti. Era l’ottobre 1930. Il 25 marzo successivo, feci la vestizione. Dopo il ginnasio, il 29 giugno 1936, fui accolto come postulante. Fui mandato ad Albisola Superiore (SV), per il noviziato, iniziato il 28 settembre 1936 e il 29 settembre 1937 emisi i primi voti. Iniziai il liceo: il primo anno a Spotorno (SV), gli altri due a Oropa (NO). Terminato il liceo venni allo studentato, qui a Bologna, per lo studio della teologia. Qui il 29 settembre 1941 feci la professione perpetua, ma dovemmo sfollare a Castiglione dei Pepoli, sull’Appennino, a causa della guerra. Dopo tre anni fui ordinato sacerdote, il 25 giugno 1944, dal Cardinale Nasalli Rocca, nella vecchia chiesina del Suffragio, qui a Bologna, ma la mia famiglia non poté essere presente. Dopo tre giorni la raggiunsi io e celebrai la prima messa a Caldogno. Il treno che mi portò a casa fu l’ultimo che riuscì a passare. Fu bombardata la linea ferroviaria. Il quarto anno di teologia l’ho trascorso in famiglia, studiando sui libri del parroco. Erano stati anni difficili: c’era poco da mangiare a Castiglione, per giovani che avevano sempre un buon appetito. Quando arrivai a casa, la mamma mi disse che ero diventato trasparente. Tornato a Bologna, al termine della guerra, il superiore mi nominò direttore dell’Apostolato della Riparazione, un’associazione che diffondeva la spiritualità del S. Cuore, nella forma che p. Dehon aveva consegnato alla sua congregazione: vita d’amore e di riparazione per l’avvento del Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società. Furono anni bellissimi, di grandi soddisfazioni. Demmo vita anche alla rivista Adveniat Regnum tuum, diventata poi Rivista dell’Apostolato della Riparazione. Insieme con p. Moro, che seguiva gli Amici di Gesù, associazione di bambini che vivevano la stessa spiritualità, ho girato l’Italia, per diffondere l’associazione, formarne i membri, predicare gli esercizi spirituali. Tra le giovani iscritte all’Apostolato della Riparazione, alcune volevano consacrarsi totalmente al Signore e io indicavo loro gli istituti dedicati al S. Cuore, ma finalmente, a Cesuna (VI), durante un corso di esercizi, nel 1955, con un piccolo gruppo di giovani che desideravano la vita di consacrazione, decidemmo di dare inizio ad una nuova realtà. Fu quello il primo passo verso la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, che nacque a Bologna la notte di Natale del 1957”. Fin qui la testimonianza diretta di p. Albino. Il cammino, iniziato con tanto entusiasmo e tante speranze, ha richiesto ascolto e impegno, ricerca e fatica per comprendere i sentieri di Dio, sempre nello spirito dell’Ecce venio e dell’Ecce ancilla, sotto la spinta del motto Guardare lontano. La Compagnia Missionaria, arricchitasi fin dai primi anni di consacrate portoghesi, nella seconda metà degli anni ’60 andava intraprendendo vie nuove: le missionarie studiavano teologia con gli studenti dehoniani; si preparavano a partire per il Mozambico; cominciavano ad impegnarsi nell’animazione del tempo libero con la gestione stagionale di una casa per ferie e con l’agenzia ITER; in diretta collaborazione con p. Albino offrivano alle parrocchie il servizio di evangelizzazione nella forma delle missioni popolari. Cominciava intanto a bussare alla porta un’altra realtà, che p. Albino accolse, coltivò, cercando di darle, nel volgere del tempo, una fisionomia sempre più chiara: i familiares, laici uomini e donne che assumono la spiritualità e partecipano alla missione della Compagnia Missionaria senza i voti di consacrazione. Nell’apertura allo Spirito, con il sostegno e l’accompagnamento di p. Albino, la Compagnia Missionaria è cresciuta e si è diffusa in quattro continenti, costringendo il Fondatore e viaggiare molto, a imparare diverse lingue e… a prendere molta confidenza con computer e posta elettronica. Con gioia e gratitudine, nel corso degli anni, p. Albino ha accolto i riconoscimenti della Chiesa per la Compagnia Missionaria: il 25 marzo 1958 l’erezione in Pia Unione da parte del Card. Lercaro, l’8 settembre 1983 l’erezione in Istituto Secolare di Diritto Diocesano da parte dell’Arcivescovo Mons. Manfredini, il 10 giugno 1994, con il consenso del Papa Giovanni Paolo II, l’elevazione a Istituto di Diritto Pontificio da parte della Congregazione per gli Istituto di vita consacrata. Dopo essersi dedicato a tempo pieno alla Compagnia Missionaria fino al 1979, pur continuando ad accompagnarla spiritualmente, si è reinserito pienamente nella vita della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore: dal 1979 al 1982 è stato superiore nella comunità di Albisola (SV); dal 1982 al 1985 nella comunità di Boccadirio (BO). Dal 1985 è stato nella comunità della Parrocchia del Suffragio e poi nella comunità dello Studentato, qui a Bologna, dedito per più di 20 anni alla segreteria dei benefattori. Dal settembre 2011, avendo bisogno di assistenza per sopraggiunti problemi di salute, ha vissuto serenamente nella comunità della Compagnia Missionaria in via Guidotti, a Bologna, circondato dall’affetto delle missionarie. In serenità e pace, è passato da questo mondo al Padre, il mattino del 21 aprile 2014, lunedì di Pasqua. Con gioia profondamente grata, lo affidiamo all'abbraccio di Dio Amore, che solo sa compensare con il centuplo la lunga, generosa e fedele disponibilità del suo servo.
omelia al funerale di p. albino
 
Carissime sorelle della Compagnia Missionaria, cari amici di p. Albino, carissimi confratelli, oggi, quando il giorno di p. Albino è ormai tramontato, noi siamo entrati nel tempio, dove vogliamo lodare Dio per il nostro fratello e padre Albino: nella sua vita, a modo suo, ha cercato il Signore, quel Signore che sempre crea comunione tra gli uomini, anche se noi fatichiamo a vederla e a ricercarla. Noi oggi siamo gli uomini e le donne dal cuore che sa “gioire”, oggi siamo in festa. Una festa segnata dal dolore della morte, ma scaldata dalla forza della Parola di Dio che sa far ardere il cuore. Il nostro volto triste incontra oggi Colui che ogni giorno si spezza e si dona all’umanità. È solo questo gesto d’amore intenso che fa rinvigorire le nostre caviglie stanche e atrofizzate e ci rende di nuovo uomini e donne che sanno camminare, saltare, partire senza indugio. Siamo noi, oggi, l’uomo che veniva portato per chiedere l’elemosina fin alla soglia del tempio – non dentro – con l’intento di trovare una risposta al proprio bisogno, sperando ed elemosinando qualche buon gesto, e che si trova a varcare finalmente la soglia del Tempio, del luogo in cui poter lodare Dio. In cui poter saltare per Dio. Lo fa non per merito proprio ma solo come dono gratuito e inaspettato. Siamo noi, oggi, lo storpio che ottiene in dono una Parola che ha la forza, se accolta, di rimetterci in piedi per “provocare” stupore e meraviglia in chi ci guarda e vede nella nostra vita, in trasparenza, l’azione vivificante di Dio, che sa far risorgere ogni uomo e donna. Siamo noi, oggi, Cleopa e il suo compagno di strada, segnati dalla confitta, uomini dallo sguardo basso, dal passo stanco, che ragionano troppo spesso al passato, ad essere “avvicinati” dall’uomo che sempre cammina con noi, il Signore Gesù Risorto. Siamo noi, oggi, i due uomini in cammino per Emmaus che sazi di Parola e Pane, con il cuore ardente, possono ripartire senza indugio e ritornare dove la comunità è riunita e insieme gridare con forza “davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!”. Qui attorno alla bara del nostro fratello e padre Albino ci sono dei fratelli, delle sorelle, delle figlie che vogliono continuare a “narrare” ciò che è accaduto di straordinario nella nostra vita e come lo abbiamo riconosciuto nel pane e nella Parola che altri fratelli e sorelle hanno spezzato e condiviso con noi. La Pasqua di Gesù, continuata nella pasqua di Albino, è la nostra Pasqua. Siamo stati chiamati ad essere uomini e donne dal “cuore che sa gioire”, sa fare festa, perché riconosciamo le meraviglie del Signore Risorto nella nostra vita. Le abbiamo viste realizzate nella vita e nella carne fragile di tanti uomini e donne e tra questi p. Albino. Siamo stati chiamati a essere donne e uomini capaci di attraversare la soglia del Tempio, la soglia della presenza di Dio nella nostra vita. È possibile rispondere a tale chiamata se ci fidiamo – non dei beni, dell’oro o dell’argento che possiamo desiderare e possedere – ma della Parola di Vita che ci è stata consegnata da uomini e donne di fede e tra questi p. Albino. Siamo stati chiamati a partire senza indugio per andare agli altri e raccontare come la Parola e il Pane spezzato aprono i nostri occhi e ci rendono capaci di guardare alla vita con uno sguardo nuovo, pieno di luce, caldo, perché nasce da un cuore riscaldato dall’amore del Risorto. Una Parola e un Pane spezzato che ci è stato messo nelle mani da uomini e donne di parola e di condivisione, e tra questi p. Albino. Siamo stati chiamati a formare comunione, a diventare uomini e donne del “con”, dell’insieme, di “compagnia”, che sanno entrare alla presenza di Dio con i fratelli e le sorelle che vivono accanto; che condividono la fatica e la sconfitta con chi vive al nostro fianco; che sanno allargare la propria tavola a chi fa strada con noi; che sanno riconoscere la fatica di ogni sera che segna la vita di tutti; che sanno ascoltare le meraviglie operate dal Risorto nella vita di chiunque. Compagnia che ci è stata testimoniata da uomini e donne che, pur nella fatica, hanno cercato di farsi compagni di tutti, e tra questi p. Albino. Siamo stati chiamati a essere noi come le donne che si sono recate al mattino alla tomba e che hanno saputo dire la grande notizia della mattina di Pasqua: il Signore è vivo. Uomini e donne che mettono la propria vita e voce a servizio dell’annuncio del Vangelo della Vita, anche se siamo ancora lenti di cuore nel credere e abbandonarci all’amore di Dio. Ma la nostra fede ha radice in quanto molti uomini e donne hanno testimoniato con la loro vita e le loro parole, e tra questi p. Albino. Ti ringrazio Signore perché ci hai donato in p. Albino un uomo che, nella sua fragilità e nella sua umanità, ci ha permesso di vedere in trasparenza qualcosa del tuo grande mistero di vita. Ti ringrazio perché ci hai raccolti oggi insieme, uomini e donne che fanno del tuo amore la ragione della loro vita, e ci chiami – nella semplice parola della vita di Albino – a diventare compagni di strada per annunciare insieme il Vangelo della vita, che sa ridare vigore, ancora oggi, alle caviglie fiacche e ai cuori tristi. P. Oliviero Cattani, Superiore Provincia  Italia Settentrionale Sacerdoti del Sacro Cuore
seme fecondo di nuova vita
 
Alla Provincia Italiana Settentrionale dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù Alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù Sorelle e Fratelli Carissimi, Mentre sono in visita ai confratelli dell’India, vengo a conoscenza della partenza di P. Albino Elegante da questo mondo verso la pienezza della vita, avvenuta in questi giorni in cui la Chiesa celebra il trionfo del Signore Gesù sulla sofferenza, la corruzione e la morte. Con voi sento la tristezza di questa separazione da un fratello e padre che ci ha dato una così bella testimonianza della trasformazione che l’amore di Dio opera in quelli che da Lui si lasciano guidare. La memoria della sua bontà e dell’eleganza umana e spirituale dei suoi rapporti fa ben giustizia al suo nome. La sorgente di questo modo di essere egli l’ha trovata nel Cuore del Signore Gesù, ha guidato la sua vita nella Congregazione dei Dehoniani ed è stata lasciata come eredità all’Istituto da lui fondato, la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù. Insieme alla tristezza inevitabile di questa partenza, mi lascio portare più intensamente da un sentimento di gratitudine e di lode davanti alla conclusione del pellegrinaggio di P. Albino su questa terra e del suo passaggio alla pienezza della vita. La memoria della sua consacrazione e ministero è un seme fecondo di nuova vita, specialmente per le sorelle della Compagnia Missionaria, prime destinatarie e responsabili dell’eredità spirituale che egli ci lascia. Il Signore sia benedetto per quanto in lui ha operato! Possa questo suo sogno di una missione fondata su un cuore di misericordia continuare a svilupparsi al servizio della chiesa e del mondo, dando frutti di compassione, di giustizia e di pace, specialmente al servizio dei più poveri ed esclusi, come segno della presenza del Regno di Dio su questa terra. Unito a voi, nel Cuore del Signore, P. José Ornelas Carvalho Superiore Generale SCJ
l'ideale della vita laicale consacrata
 
Prego e faccio pregare che l’intercessione di padre Elegante rafforzi la provincia e le sorelle della CM. Padre Elegante ha saputo vivere e si è lasciato dietro una lunga vita di servizio alla vita consacrata e della consacrazione laicale, fondando la CM , con le giovani “garibaldine” che si è trovato e con le quali ha voluto continuare, con loro, una spiritualità concreta e missionaria . Oggi le sue figlie sono in varie parti del mondo: Dio sa tutto il bene che hanno seminato in questi lunghi anni. Padre Albino, dietro le quinte, ha sempre accompagnato e sostenuto l’ideale della vita laicale consacrata con varie sfaccettature e modalità. Prego per lui ma specialmente per quelle della Compagnia Missionaria, con molte delle quali ho potuto vivere e evangelizzare a Milevane e al Guruè. Padre Albino, continua a intercedere per tutti noi e di’ una bella parolina al Padre e al Cristo, ora che sei entrato definitivamente nella casa! +Elio Greselin, vescovo
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Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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