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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto 2024
    Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
noi cm
 
Profeti di PACE Questa è la mia riflessione generale su alcuni temi che abbiamo affrontato nei nostri ritiri con Santina, basati sulla “Lettera programmatica” (2019-2025). Quanto ho maturato e scoperto è stato soprattutto riconoscere che la mia vita in questi anni si è arricchita attraverso la formazione, l’internazionalità e il NOI CM. La formazione ha rafforzato e chiarito la mia vita e il mio futuro. Ho sentito fortemente il valore della solidarietà e la forza dell’unione tra noi che guida i miei passi. Considero la preghiera come il grande pilastro che sostiene la mia vita e mi dà la forza di “osare” camminare con Gesù. In questo cammino ho ricevuto molto dalla fraternità e dall’amore che viene non solo dal gruppo di appartenenza ma anche dalla realtà internazionale che come Istituto stiamo vivendo. Anch’io nel mio piccolo cerco di fare la mia parte donando il mio tempo, energie e cuore per rafforzare questa comunione tra noi. Sento che tutto questo ci fa crescere nel “NOI CM” soprattutto quando ci prendiamo cura le une delle altre, sia durante gli incontri sia quando siamo sole e immerse nelle nostre attività. Il mio impegno è quello di completare in me quel che ancora mi manca per diventare un vero testimone CM. Sento che conoscere e vivere la nostra spiritualità nel concreto della vita è una cosa importante e vitale. Con questo sguardo universale vedo in tutti i membri da CM l’opportunità di diventare testimoni dell’amore e questo lo si può fare se cerchiamo di essere vicini a Dio, in maniera che sia Lui il nostro sostegno, soprattutto nei momenti in cui siamo chiamate a prendere decisioni. Il mio sogno è che ogni membro CM nella sua vita quotidiana sia paziente, disposto ad ascoltare, pronto ad aiutare, rispettandosi a vicenda e diffondendo amore. Nel mio ambiente di lavoro ho scoperto che può essere un segno profetico: l’ essere pazienti, non giudicare immediatamente qualcosa che succede e ci crea disorientamento; dovremmo essere disposti ad ascoltare le varie parti. Avere una coscienza sensibile per rispettare gli altri. In poche parole, essere profeti di PACE! In questo atteggiamento deve guidarci e sostenerci la Parola di Dio e lo Statuto. Personalmente, ritengo importante avere anche una certa padronanza delle tecnologie, delle informazioni e delle lingue straniere. Anche questo è un aspetto formativo per la nostra vita che ci aiuta ad inserirci nella realtà del mondo, nei problemi che vivono gli altri paesi e stare dentro il mondo in maniera attiva e non come ombre. Questo si concretizza se sviluppiamo in noi il senso di appartenenza alla CM e questo significa prestare attenzione a tutti i suoi sviluppi e progressi. Ciò che ci è richiesto e dobbiamo sviluppare è la disponibilità ad “aprirsi al nuovo” sapendo accogliere attraverso i nostri suggerimenti le cose positive e anche le critiche. Agustina Dwi Susanti Condividere gratitudine e gioia rafforzandoci a vicenda Prima di tutto, vorrei esprimere il mio grazie e la mia profonda riconoscenza al Sacro Cuore di Gesù per la Sua protezione, sostegno, guida e benedizioni che ha dato finora alla mia vita. Sento che Dio ha usato alcuni valori per plasmare la mia vita, attraverso la mia famiglia e la CM come: la speranza, l'onestà, l'amore, la fratellanza, la partecipazione, la solidarietà, l'apertura, la gioia, la pace, l'impegno, la pazienza, l'umiltà e tanti altri. Tutte queste cose belle hanno colorato il cammino della mia vita, mi hanno fatto vivere e crescere. Sono anche molto consapevole di tutte le debolezze e i limiti che esistono dentro di me. Tuttavia, non considero queste debolezze e limiti come fallimenti, ma li accetto invece come una "benedizione" nella lotta della mia vita quotidiana. Questo ha creato dentro di me una nuova capacità di guardare gli avvenimenti, grandi e piccoli, con più serenità. Se non si è coscienti dei difetti e debolezze che ci accompagnano non si può crescere oppure cresceremmo solo in parte. Imparare dai miei difetti mi ha reso una persona che affida esclusivamente a Dio la sua vita. Sono solo una “piccola matita che Dio sta usando”. Insieme ai punti di forza e di debolezza che esistono dentro di me, ho trovato la parola che mi ha dato sostegno "Amore". Anche la speranza è molto necessaria in questo cammino della vita perché fa scaturire la bontà di Dio che diventa luce nelle tenebre e guida della vita quotidiana. Per l’internazionalità: sono grata di poter conoscere altre culture con la loro unicità, questo è un dono di Dio. Quello che sto cercando di riflettere a livello CM è che viviamo in diverse culture ricche di caratteristiche locali; quindi, la cosa positiva che possiamo offrirci è l'apertura per spiegare chiaramente la sua identità ed accettare, valorizzare le altre culture nel rispetto reciproco. In questo momento tutto quello che posso fare è la comunione nella preghiera per le missioni - progetti attuali e futuri. “ Noi CM”: ci riferiamo a una famiglia, ovvero siamo una famiglia. Una famiglia che vuole essere un solo cuore, un solo sentire, una condivisione in tutti gli aspetti. Noi come famiglia siamo stati formati attraverso un lungo processo, come un viaggio, con dinamiche di vita straordinarie. Questo processo di vita ha invaso ogni nostra realtà CM passando da una persona all’altra, da una generazione all’altra. Sento di appartenere a questa famiglia: la famiglia di “Betania”, il luogo dove Gesù ha sempre desiderato andare. Nella mia vita, nel mio piccolo, ho avuto diverse possibilità per costruire questa Betania dentro di me e fuori di me... Oggi vivo questa realtà dell'amore di Dio nella famiglia di Betania nel mio lavoro quotidiano, presentandomi come missionaria offrendo uno spazio concreto della mia casa ai bambini (e qui svolgo il mio lavoro) alle famiglie, ai genitori, ai giovani che chiedono speranza. Attraverso questa famiglia di Betania (ho così chiamato questo spazio), presento spesso la nostra realtà CM: ai genitori, ai giovani del quartiere, della zona e a vari gruppi della mia parrocchia, dove aiuto anche per la pastorale. Questo stare insieme costruisce speranza, aiuta le persone ad avere pazienza e coraggio nella situazione difficile che oggi stiamo vivendo. Anche l'incontro di preghiera che organizziamo periodicamente come CM con gli amici e colleghi di lavoro è molto utile per condividere gratitudine, gioia e rafforzarsi a vicenda. In questo momento sto gestendo alcune difficoltà che a volte mi rendono preoccupata e ansiosa… situazioni che a volte confondono … Il “Noi CM”, il fare Betania con i nostri fratelli mi rinnovano la forza e speranza che viene da Dio e la volontà di continuare il cammino cercando cose positive e buone per la vita. Sì, ho ancora speranza di fare cose positive e buone nella mia vita. Antonia Theresia Una guida nelle “giuste” decisioni Sono convinta che la formazione è un elemento essenziale non solo per la mia vita ma anche per la vitalità dell’Istituto. La mia riflessione mi riporta agli anni trascorsi della mia vita, all'ambiente in cui sono cresciuta, al gruppo, all’Istituto, per vedere come ho vissuto i valori fino ad oggi. Dopo aver riletto la parte che parla della internazionalità, ho preso in mano la preghiera che come CM rivolgiamo a S. Giuseppe, nostro protettore. All’inizio del nostro cammino in Indonesia ci è stata consegnata e tradotta per poterlo invocare spesso … Ogni volta che lo prego e sento parole toccanti, mi sento contenta di aver incontrato la Compagnia Missionaria. In questa preghiera si dice chiaramente e si chiede al Padre, attraverso San Giuseppe, di “mettere sul nostro cammino persone giuste per crescere meglio” ossia una guida nelle giuste decisioni. Ho legato questa riflessione alle tante sfide di oggi, alle tante decisioni (piccole o grandi) che ci vengono chieste nel nostro quotidiano. Come S. Giuseppe abbiamo davvero bisogno di silenzio e del suo aiuto. Chiediamo sempre nella preghiera il coraggio, la saggezza e l’incontro con le persone giuste, affinché nel nostro cammino possiamo crescere adeguatamente. In questo aspetto ho sentito fortemente la sua guida e presenza! Riconosco la bellezza dello stare insieme e insieme come CM sparsa in vari luoghi: Italia, Portogallo, Cile, Argentina, Mozambico e Guinea Bissau. Credo che ogni luogo in cui viviamo e ci incontriamo diventi un supporto straordinario per continuare a crescere, sia nei momenti belli come nei momenti faticosi. Sempre e in ogni avvenimento sento di essere CM vicina a tutti. Quali valori mi sono stati trasmessi? Molti sono i valori che ci sono stati tramandati e che cerco sempre di integrarli nella mia vita: lo stare insieme, la sensibilità, responsabilità, coinvolgimento, partecipazione, senso di appartenenza, indipendenza, sollecitudine per i deboli, generosità, perdono, amore, accettazione di sé, fiducia … Nella riflessione che insieme abbiamo fatto ho raccolto questo lungo elenco di valori e sento che ognuno di essi guidano il mio cammino anche oggi e li ritrovo nella vita di tutta la CM. Oggi riconosco di essere cresciuta attraverso l’attenzione della mia famiglia, ma anche dal sostegno e incoraggiamento della CM, stimolata a “Essere di Dio in tutte le espressioni della nostra personalità" (Statuto n. 48 a). Siamo chiamati a raggiungere questa meta nella realtà in cui ci troviamo; in ogni spazio geografico, nella giovinezza, nell'età adulta e nella vecchiaia, accogliendo il nuovo in ogni situazione. Ritengo il NOI CM una grande FORZA … anche per costruire nella nostra Famiglia una piccola Betania per Gesù. E qui ci sentiamo tutte impegnate a fare qualcosa. Questo "NOI" che vogliamo riscoprire e migliorare e che può rafforzare la nostra identità e coesione, ci dà le ali per continuare a camminare con questo mondo, e dentro di esso, per incoraggiarlo affinché possa rimettersi a sognare e guardare a nuovi e grandi obiettivi. In questo tempo difficile che tutti stiamo vivendo, le sfide sono tante … è importante chiederci qual è la volontà di Dio per ciascuno di noi e per la CM? Con l’aiuto dello Spirito Santo riusciremo a dare la nostra risposta coraggiosa. Ludovika Endang Sulastri
esodo
 
Raccontaci un po’ la storia della tua vita: la tua famiglia … l’ambiente dove hai vissuto … i tuoi progetti ecc. Mi chiamo Rosa, e da sedici anni sono nella Compagnia Missionaria ... Sono nata 59 anni fa in una famiglia semplice e lavoratrice, nella città di Resistencia, capitale della provincia del Chaco, una delle provincie del nord dell’Argentina. Mio papà faceva il Capo cantiere edile e lavorava nel Ministero delle Opere pubbliche della Provincia. Mia mamma, ora in pensione, era docente. Sono la prima figlia di tre fratelli. Attualmente vivo con mia mamma e con mio fratello e la sua famiglia. I miei ricordi dell’infanzia sono felici, era un tempo dove c’era anche la presenza della mia nonna paterna. Trascorrevo i miei giorni tra giochi e studio con altri bimbi vicini, amici, compagni di scuola e cugini ... Senza dubbio, il fatto di avere saputo che i miei genitori mi avevano battezzato dopo tre giorni dalla nascita ha significato per me un regalo del Signore. La conoscenza di Gesù cominciò formalmente con la partecipazione al catechismo, quando già avevo nove anni. Ringrazio Dio per questi due punti luminosi della mia vita: la catechesi e la cresima. Conoscere Gesù attraverso il Vangelo, la sua Parola è stata un’esperienza straordinaria e appassionante che mi ha portato a cercare sempre di più una maggior conoscenza e intimità con Lui. La sete che Gesù aveva svegliato dentro di me mi diede l’impulso di partecipare ai gruppi dei giovani della Parrocchia. Alternavo le mie attività parrocchiali con le giornate di studio nella scuola secondaria (Liceo) e più tardi all’università. La tua vocazione: come è nata? Che cosa ti ha spinto a scegliere la Compagnia Missionaria? La chiamata per diventare “missionaria” è stata presente nella mia vita fin da giovane perché nella mia parrocchia c’erano i Sacerdoti Missionari Redentoristi che organizzavano piccole missioni di evangelizzazione nel quartiere e nelle aree più lontane. Una volta finita l’università, ho anche partecipato, alle missioni rurali con un gruppo missionario della diocesi. Le missioni mi hanno sempre creato un certo timore, ma sentivo anche un certo impulso interiore che mi spingeva a partecipare con molte aspettative e allegria ... Appena mi sono laureata in biochimica, ho cominciato a lavorare intensamente nella mia professione ... Ricordo che una amica mi invitò a partecipare a un ritiro spirituale organizzato dai Padri Gesuiti, ritiro che era conosciuto come “Esercizi spirituali di Sant’ Ignazio”. Questo ritiro è stato molto importante per la mia vita, come si suole dire qui da noi, “ha segnato un prima e un dopo...” Prima di sentire la chiamata di Dio che cominciò con l’accompagnamento spirituale, frequentavo la chiesa come una semplice fedele laica aperta al matrimonio o a una vita sola come faceva ogni donna. Quando Dio mi ha confermato la chiamata e mi ha dato questa certezza ho cominciato a guardare alla mia vita e mi sono resa conto che molte cose Lui aveva fatto per me, preparando questo cammino. In questa tappa il Signore cominciò a lavorare in me attraverso delle persone, fatti, eventi, esercizi spirituali e soprattutto un accompagnamento spirituale privilegiato per arrivare poi alla Consacrazione a Dio. Qualcosa di impensato, fuori dai miei progetti, succedeva che ... con il passare del tempo, si andava confermando questo discernimento vocazionale e Dio mi stava portando per questo cammino come viene descritto nel libro dell’esodo del popolo ebreo. ... Finalmente arrivai alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore con una grande aspettativa e illusione ... Nella misura in cui partecipavo e conoscevo l’Istituto andavo convincendomi che era questo il posto che Dio aveva scelto per me. Il Sacerdote Gesuita che mi aveva accompagnato spiritualmente e l’Abbadessa delle Clarisse di Resistenza, furono le persone più significative che mi aiutarono come fedeli strumenti di Dio in questo cammino vocazionale. Parlando di discernimento vocazionale devo confermare che è uno strumento della Chiesa che mi ha molto aiutato a scegliere il cammino esatto per me. Uno sguardo alla tua vita attuale La mia vita attuale si svolge in famiglia, nella Compagnia Missionaria e più di tutto nel mio lavoro. Nella parrocchia ho un piccolo impegno alla celebrazione della Messa. Ho un ritmo di vita abbastanza intenso. In casa ho la mamma anziana che con i suoi 88 anni di vita sacrificata e donata alla famiglia, con la sua presenza riempie il mio cuore. Il mio lavoro da me gestito (nel mio laboratorio che è ubicato vicino alla mia casa), mi permette di rimanere con lei quando ha bisogno; svolgo il mio modesto servizio nel campo sanitario. Data la crisi economica del paese siamo, in un certo senso, obbligati a lavorare di più per poter sussistere… Durante la pandemia come gruppo CM ci siamo sentite aiutate dallo Spirito Santo per poter mantenere i nostri programmi di incontri e per non spezzare i momenti di comunione che ci legano tra noi. È stato molto importante poterci riunire in forma virtuale, una volta al mese con le nostre sorelle del Cile, recitare anche il rosario una volta alla settimana, usare cioè questi mezzi tecnologici con creatività, per poter condividere questo tempo incerto dovuto alla pandemia ci ha fortificate nella comunione e come Famiglia CM. La Sede Centrale CM di Bologna! Qualche hanno fa hai avuto modo di tornare alle nostre “radici” e conoscere questa realtà. Le tue impressioni? Ricordo con molto affetto il primo viaggio in Italia, per partecipare all’Incontro delle “giovani consacrate” nell’anno 2012. È stato meraviglioso poter conoscere le nostre radici e poter condividere con le sorelle di altri paesi … sentire così viva l’azione dello Spirito Santo che ci permetteva di comunicare tra di noi … nonostante le lingue diverse ed anche conoscere di persona P. Albino nostro fondatore … è stato tutto un gran regalo di Gesù attraverso la Compagnia Missionaria. In questo tempo così incerto di pandemia e di guerra quali sono le sfide che ti sembrano più importanti? In questo tempo in cui sembra che stiamo uscendo dalla pandemia, tra le tante sfide importanti che si presentano vedo: la necessità di creare un clima e iniziative che ci aiutino a ritornare alla normalità, poter ancora presenziare di persona ai vari eventi, poter progettare di nuovo ritiri, incontri, viaggi … la necessità di affrontare il futuro, con coraggio e speranza, anche se l’ombra dell’epidemia e isolamento è sempre presente … In ogni modo, penso che la nostra Madre Chiesa ci guiderà nei passi che dovremo dare. A livello di Istituti c’è stato un passo importante: si è già ritornati a programmare e organizzare la Conferenza degli istituti Secolari Argentina, incentivando la formazione delle varie comunità secolari per ogni regione. È un grande sogno che ha il suo processo… I tuoi sogni futuri… Il mio sogno futuro e la mia preghiera di ogni giorno, è quello di poter essere fedele al progetto di Dio su di me … conto sulla sua Parola … Esodo: “Io manderò un angelo davanti a te, perché ti protegga nel cammino e ti conduca fino al posto, che ti ho preparato” (Es. 23,20).
n. 2 - giugno
 
mistero e grandezza di donne incinte
 
«39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo . Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo . 45E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,39-45) Una donna incinta: sacramento di speranza. Testimone della presenza creatrice e salvatrice di Dio, nel mondo. Attesa di una donna incinta è attesa di un popolo. Una donna incinta contiene, custodisce e alleva un progetto di vita, un progetto di Dio. Una donna incinta rivela Dio al mondo. L'agire di Dio creatore e padre passa attraverso un rapporto d'amore umano, attraverso il mistero che vive nel corpo di una donna incinta. E quando il tempo giunge a pienezza, finalmente partorirà colei che deve partorire, colei che è sgorgata dal cuore del Creatore fin dai giorni più remoti; il Figlio, infatti, ha le sue origini nell'antichità. Ma nascerà dalla carne di una donna, nella piccola Betlemme. E sarà la pace del suo popolo. Proprio perché sceglie ciò che è piccolo, come Betlemme. Ciò che non è riconosciuto, apprezzato, ciò che non è sacro, come il corpo di una donna, incinta. Un Figlio che è l'attesa, la speranza, la gioia, la salvezza. Un Figlio che è la pace, perché nel suo corpo compie la volontà di amore, di vita, di salvezza del Padre. Un corpo umano di questo Figlio è il luogo sacro in cui si celebra e si compie la volontà del Santo. Volontà di pace e di salvezza. Nell'incontro di due donne incinte si compie la proclamazione di un evangelo, lieto annuncio di salvezza, che raggiunge l'umanità nella beatitudine della fede. Una donna incinta porta Dio nel frutto del suo grembo e il frutto del grembo dell'altra lo riconosce e lei è piena di Spirito Santo. Una pentecoste che passa attraverso i grembi di due donne incinte. Profezia di una umanità chiamata a diventare gravida di Dio, chiamata a generare Cristo nel mondo, attraverso la beatitudine della fede. Come Maria di Nazaret, proclamata beata e benedetta da Elisabetta, in casa dell'incredulo Zaccaria, sacerdote. L'attesa, la santa fragilità della speranza, la dolorosa tribolazione e la gioia esuberante del parto diventano paradigma che illumina e rivela il senso della vita di ogni persona che nasce dal  grembo di una donna, per essere figlio amato del Padre, destinato alla vita. Perché ciò che il Signore dice, si compirà. Per la fede. Attraverso un cammino misterioso e impensabile, sorprendente, come la danza di un nascituro nel grembo di sua madre. Come la generazione, nella carne umana di una donna, del Verbo di Dio che deve nascere nella piccola Betlemme, Casa del Pane.
animazione vocazionale: stare insieme
 
Quest’anno la giornata vocazionale in Indonesia si è svolta domenica 8 maggio 2022. Il tema proposto era “Stare insieme”. La parrocchia di San Giovanni Battista di Perawang, (Isola di Sumatra ) Pekan Baru - Riau dei padri dehoniani ha programmato una tre giorni di preparazione e ha invitato anche noi CM. Scopo dei tre giorni è stato quello di conoscere l’ambiente e animare i fedeli concretizzando e vivendo lo “stare insieme”. Il parroco Dwi Rahardjo SCI ha invitato gli Istituti di diverse diocesi: Medan, Padang, Palembang, Lampung, Jakarta. Un bel gruppo formato da diverse congregazioni e Istituti: frati cappuccini, sacerdoti diocesani, saveriani, suore di diversi istituti e noi Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Come gruppo CM ci siamo chieste chi di noi potesse partecipare a questo evento. Abbiamo valutato gli impegni di lavoro di ciascuna ed io mi sono resa disponibile. Ho fatto un viaggio un po’ pesante nonostante avessi deciso di prendere un pullman rapido e diretto e soprattutto famoso per la sua puntualità. Da notare che il viaggio si sarebbe svolto alla fine del Ramadan quando in Indonesia la maggior parte della popolazione si mette in viaggio, per cui il traffico è intenso e c’è sempre il rischio di non arrivare puntuali a destinazione. In realtà è successo così anche a noi: dopo 29 ore di viaggio siamo arrivati con un ritardo di 9 ore…per l’intensità del traffico, l’autista era molto stanco aveva sonno, quindi andava molto piano. Per fortuna siamo arrivati sani e salvi a Pekan Baru!!! Ho alloggiato per due notti in casa di amici e questo mi ha favorito molto per conoscere l’ambiente e la realtà che avremmo incontrato. Ho avuto la possibilità di incontrare tutto il vicinato e di presentare la Compagnia Missionaria a tutti i presenti. I giovani mi sono sembrati molto interessati sul tipo di vita che forse conoscevano per la prima volta. Sono stata poi accompagnata alla parrocchia di Perawang, in tempo per la celebrazione eucaristica. Dopo cena le suore dell’istituto FMM (Francescane di Maria) che avevano con loro alcune suore del Vietnam hanno presentato la loro realtà. L’interesse dei presenti si è rivolto sul perché alcuni giovani scelgono questo tipo di vita e la difficoltà che sentono alcuni genitori di accettare e accompagnare questa scelta, ma cercano di appoggiarli con la preghiera, anche se alle volte il cammino è faticoso. Il giorno seguente verso le ore 11 ci siamo ritrovati tutti quanti sotto il gazebo che era stato allestito fuori dalla chiesa parrocchiale per la nostra presentazione. È seguito il pranzo comunitario e l’incontro con le famiglie che ci avevano ospitate. Rientrata a casa ho incontrato le famiglie di questa zona povera che, sapendo che ero lì, erano venute all’incontro. Naturalmente le loro domande erano soprattutto sul tipo di scelta: consacrata secolare e stile diverso dalle suore… Dopo questo incontro mi sono preparata per la chiusura della giornata con la preghiera comunitaria che era stata programmata con tutti gli abitanti della zona. Hanno partecipato le famiglie e i loro figli; pochi gli uomini presenti perché la maggior parte di loro lavora in fabbriche fuori città. La preghiera è stata molto profonda e “sacra” soprattutto perché segnata da profonde ferite. Altre persone hanno comunicato le loro profonde lotte nella fede. Sono state testimonianze molte belle e aperte, anche se sofferte. Come esempio, la testimonianza di una donna triste perché suo marito era morto e lei non aveva avuto la fortuna di avere un figlio. È una ferita molto profonda per una persona già anziana che deve accettare questa sua situazione! Nella tradizione “Batak”, avere figli, soprattutto se maschi, è motivo di orgoglio perché porta la bandiera della famiglia e del clan (cioè il nome della tribù). Questa donna soffriva molto anche perché l’altra sua cognata invece ha avuto sei figli … uno di questi era diventato la sua croce perché con grossi problemi psicologici. Le due donne tra loro, non si parlavano da diversi anni. La nostra preghiera insieme è stata come una preghiera di guarigione perché le due rivali si sono riconciliate. Alla fine, si sono abbracciate. Ho ricordato loro che la gioia che sentivano era la stessa avvenuta nell’incontro di Maria con Elisabetta. Abbiamo terminato recitando dieci Ave Maria e chiedendo la benedizione di Dio. E alla fine abbiamo cenato tutti insieme. Sono stata molto contenta perché c’è la presenza di 8 famiglie che hanno condiviso la loro vita e preghiera con noi. Il giorno dopo abbiamo visitato ogni singola famiglia e la visita terminava sempre con la preghiera di guarigione che loro stessi chiedevano. È stato interessante notare che ogni volta che salutavo la famiglia per andare da un’altra i bambini mi seguivano e mi guardavano curiosi, considerandomi sicuramente una persona diversa da loro; in gruppo mi accompagnavano dai vicini … mi sono sentita come Gesù quando passava da un villaggio all’altro seguito dai bambini e dalla gente del posto. Ho rivissuto l’esperienza che ho sentito raccontare dalle missionarie in Italia quando facevano le missioni popolari. Certo, qui è un’altra cultura e un altro paese… ed i metodi devono essere differenti ma la finalità è unica: evangelizzare. Avrei altre testimonianze da raccontare molto profonde e belle ma il racconto diventerebbe molto lungo. Ci sono famiglie che abitano in ambienti poveri e alcune sono musulmane. Però in tutte senza distinzione di credo ho trovato una grande disponibilità, di ascolto e apertura dei loro problemi. L’ultima sera ho avuto ancora la possibilità di parlare della Compagnia Missionaria. Mi sono resa conto che il fatto di essere presente in un ambiente povero era come una chiamata del Signore che mi chiedeva di pregare con loro e per loro, per sostenerli nella vita, così provata da tanti problemi. Mi ha riempito di gioia vederli arrivare alle 6 del mattino per pregare e ascoltare la Parola di Dio e la sera per recitare il rosario insieme. Per loro questo non era considerato un peso, al contrario erano momenti festosi da vivere con una persona che aveva voluto conoscerli e condividere oltre gli incontri, anche il pranzo e la vita di ogni giorno. Il sabato pomeriggio abbiamo partecipato in Chiesa alla funzione per preparare la “grande tenda” per la Giornata Vocazionale della domenica. Alla sera con tutti gli Istituti presenti ci siamo trovati per la celebrazione eucaristica con i giovani dei vari quartieri poi è seguita la presentazione degli Istituti. Io ho presentato la CM usando il “PowerPoint” che Susi aveva preparato per la festa di p. Dehon dello scorso marzo. È stato un evento molto bello e vivace, i giovani erano attenti ed entusiasti nell’ascoltarci. La domenica durante l’Eucaristia ben partecipata, al posto dell’omelia viene dato ancora spazio agli Istituti, per la loro presentazione. Anch’io parlo della Compagnia Missionaria Istituto Secolare, la sua spiritualità e missione. Alla fine della lunga liturgia eucaristica tutti siamo stati invitati a fare festa, coinvolti nel ballo tradizionale chiamato Batak. Questa esperienza dello “stare insieme” mi ha portato a riflettere su tante cose: il significato della chiamata vocazionale, la mia chiamata alla CM … Ho capito che il nostro modo di vivere richiama al modo di vivere del popolo eletto di Dio: sicure del cammino perché Dio ci guida, ma è anche difficile sotto altri aspetti. È una scelta poco compresa soprattutto la nostra maniera di vivere diversa dai religiosi. Questo crea dubbi nei giovani perché non avendo una struttura si sentono incapaci di riuscire a vivere questo tipo di vita. È una vocazione non comune per il popolo indonesiano. Però nonostante questo come CM ci sentiamo forti e finora non ci siamo arrese. Io credo che Dio Padre ci abbia scelte come pioniere di questo cammino. Ed è per questo che non ci scoraggiamo facilmente. Anzi siamo contente quando ci chiamano a fare animazione e abbiamo la possibilità di presentare il nostro Istituto, il nostro modo di vivere. Con il passare degli anni forse sarà necessario ripensare al modo di fare animazione. Siamo convinte di essere chiamate e inviate a portare il nostro carisma, il dono che p. Dehon e p. Albino ci hanno trasmesso attraverso uno stile di vita che si fa anche adorazione nell’ambiente dove viviamo, nell’apostolato, nel nostro lavoro… attraverso la spiritualità dell’Ecce Venio e Ecce Ancilla. Guardando a Gesù dal Cuore trafitto ci sentiamo confermate nel suo Amore ed è qui che troviamo la forza di confermare i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.
n. 1 - marzo
 
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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