Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
ti lodiamo, ti benediciamo, ti ringraziamo
Domenica 22 aprile in General San Martin abbiamo vissuto un giorno di festa. La
giornata è iniziata con la celebrazione dell’Eucarestia celebrata da p.
Guillermo Exner, SCJ. Durante la celebrazione hanno rinnovato i voti Andrea e
Silvia, mentre Noemì, Marta, Maricarmen, Gloria e Gladis, hanno rinnovato la
loro promessa come familiares della CM; alcune di loro sono di Resistencia
altre di General San Martin. Erano presenti oltre alle missionarie del Chaco
anche amici e persone che stanno camminando con il gruppo di General San
Martin, per conoscere meglio la realtà dei familiares e si spera in seguito, una
loro adesione a questa realtà. Al termine della Messa si è realizzato un
incontro dove si è presentato la CM e si riflettuto sulla nostra spiritualità e
missione. Poi, abbiamo condiviso il
pranzo e approfittato di questo momento per conoscerci meglio tra noi. E’ stata un’esperienza fraterna di
profonda comunione che ci ha rinnovate nel nostro impegno. Rendiamo grazie al
Signore per quanto abbiamo vissuto!
un padre che visita i suoi figli
Ricordo di p. Albino Elegante, fondatore della Compagnia Missionaria
Eravamo nell’anno 1992, quando ci è stato comunicato
che p. Albino Elegante, scj,fondatore e animatore della Compagnia Missionaria
del Sacro Cuore di Gesù, sarebbe venuto in Argentina a visitarci.
Grande è stata la nostra
gioia. Noi CM - Argentina in quel tempo,
si poteva dire che eravamo appena nate, per cui una simile notizia aveva
riempito il nostro cuore di gioia. Questa presenza del Fondatore la prendemmo
come una conferma del cammino che avevamo intrapreso e che pian piano stavamo
vivendo. Così fu. In quel viaggio lo accompagnava Santina Pirovano, missionaria italiana. La spiritualità CM era
pienamente radicata in lei , è stata ed è uno strumento validissimo, insieme a
Lucia Correia, del nostro cammino iniziale.
Questo arrivo è stato
motivo di grande festa per noi. P.
Albino ci ha fatto sentire immediatamente la sua presenza come quella di un padre che visita i suoi
figli. La sua figura ci colpi profondamente: la sua umiltà, la sua
maniera di starci vicino, la sua speranza, serenità entusiasmo. Parlava
con tale convinzione e gioia che
contagiava tutti. Voleva conoscere tutto di noi , dimostrandoci la sua
preoccupazione e interesse come un vero Padre. A me personalmente mi esprimeva
i suoi ringraziamenti perché stavo
vicino e incoraggiavo le ragazze che in quel periodo si aprivano per accogliere
nella loro vita questo germoglio CM in Argentina. Fin dall’inizio ho cercato di
essere per loro come l’ombra che accompagna il loro cammino, affinché potessero
crescere liberamente come donne adulte, nella loro consacrazione.
P. Albino mi raccontava
come era nata la CM in Italia il 25 dicembre 1957; piccola – diceva - come
“Gesù Bambino”. Mi confidava che a lui piaceva molto ringraziare il Cuore di
Gesù quando vedeva nascere un nuovo gruppo CM in altri paesi. Questi eventi gli ricordavano sempre il primo inizio
della CM che si ripeteva in ogni nuova fondazione.
Durante la sua permanenza,
l’ho portato a conoscere la realtà della nostra città di Resistencia. Avevamo
così la possibilità e il tempo di parlarci
e di condividere la gioia di vivere la stessa spiritualità in culture diverse.
Scoprire insieme che la nostra casa è il Cuore di Cristo, sempre aperto per
entrare e uscire liberamente da Lui, per questo motivo il suo Cuore è rimasto
aperto, senza chiavi. Tutto questo mi ricordava la sensazione dei primi
discepoli: li chiamò per stare sempre con Lui e per essere inviati.
Dal volto di p. Albino traspariva il suo amore
per la Vergine Maria, per questo la scelse come Madre, guida e custode della CM
del Cuore di Gesù. Dal giorno di quella sua visita, breve ma indimenticabile,
tutte le mie Ave Maria che recito sono “potenti” ( poderosas), come lui mi
aveva suggerito. E queste fanno meraviglie nel mio cuore di figlio e fanno bene
al cuore di tutti coloro che vivono la
bella realtà del Corpo mistico di Gesù, nostro Capo.
P. Albino grazie per il tuo
passaggio e vicinanza nella mia vita. La Compagnia Missionaria nel silenzio dei
miei lunghi giorni è diventata un’ oasi nel mio cuore. Da lassù, nella casa del
Padre aspettaci e benedici ciascuno di noi.
p. Guillermo Exner, scj
General
San Martin - Argentina - Chaco aprile
2018
NOTA.
La nostra vita CM argentina non ha senso se non ricordiamo la CM cilena. Questa
è stata come la nostra madre adottiva. Fin dall’inizio ci ha accompagnato, ci
ha custodito, si è sentita responsabile della nostra crescita, specialmente
nella persona di Teresa Pozo, nominata poi come formatrice delle prime
vocazioni. La CM cilena è parte viva della CM argentina e insieme abbiamo
abbracciato la grande Madre che è la Compagnia Missionaria, cominciando dalla
sede centrale di Bologna fino agli altri paesi dove la CM è presente. Siamo
un’autentica famiglia, di varie razze, colori e carisma che ci distinguono e ci
uniscono.
Benedetto sia Dio Padre che
ci ha amato fino all’estremo, che ci ha donato suo Figlio, che ci ha aperto il
suo Cuore e ci ha regalato il suo Spirito. Grazie infinite al Figlio che ha
condiviso con noi la sua meravigliosa Madre.
una semplice storia d'amore
Intervista a Irma Pedrotti
Parlaci
di te, della tua vita: famiglia, ambiente in cui sei cresciuta, il lavoro e
dove vivi attualmente… Come hai conosciuto la Compagnia Missionaria?
Incomincio
a raccontare un po’ della mia vita. Mi chiamo Irma Pedrotti sono la maggiore di
altri 2 fratelli: Josè Juan minore di me di due anni e Dante Alejandro dieci
anni più giovane di me. I miei genitori Dante e Elsa, figli di emigranti
italiani, sono nati a Cordoba città dell’Argentina, dove i miei nonni si erano
stabiliti al loro arrivo dall’Italia. Qui con tanto sacrificio hanno messo le
loro radici, formarono le loro famiglie e riuscirono per merito loro, a
costruire la loro casa ed avere un lavoro proprio.
Sono
cresciuta in un ambiente di forti valori cristiani; i miei genitori ci hanno
trasmesso la fede e alcuni valori fondamentali come il rispetto per il
prossimo, la solidarietà, la semplicità, l’unione... Inoltre sono cresciuta in
un clima dove si respirava la spiritualità dehoniana perché, a Malagueño, la
cittadina dove sono nata e vissuta fino a 37 anni, la parrocchia apparteneva ai
Sacerdoti del sacro Cuore di Gesù (dehoniani). I primi sacerdoti che arrivarono
qui erano missionari italiani; ogni giorno frequentavano la casa dei miei nonni
materni. Con loro ho cominciato a conoscere questa spiritualità, soprattutto mi
colpiva la loro testimonianza di vita. Di loro ho un ricordo molto bello: erano
persone entusiaste, pieni di zelo e generosità caratteristiche proprie di
giovani coraggiosi che vanno in terre lontane per portare la parola di Dio.
Penso che, così senza saperlo, seminarono
dentro di me una piccola semente che con il passare del tempo, sarebbe
lentamente germinata. È in questo piccolo e semplice paese e nel seno di una
famiglia semplice, modesta, che ho imparato cos’è la fede e ho scoperto un Gesù
amico, vicino, tenero e amoroso. Anche l’influenza delle suore della
Congregazione della misericordia di Verona, che insegnavano alle scuole
elementari che io frequentavo, mi hanno
aiutata molto a mettere le basi della mia fede. Da loro abbiamo ricevuto una
bellissima educazione fondata nella fede e nei valori. In seguito ho studiato
Scienze Economiche e mi sono laureata. Ho sempre lavorato e ancora lavoro in
una piccola impresa in cave di pietra, che possedeva mio papà a Malagueño. Ho insegnato
anche nel Collegio della Parrocchia; è stata un’esperienza molto bella perchè
oltre al lavoro in sè, mi ha dato la possibilità di avere contatto con ragazzi
adolescenti. E’ stato come un far conoscere in questo ambiente, Gesù in maniera
indiretta, attraverso incontri e lunghe conversazioni... sono stati dieci anni
che mi hanno arricchito molto! Attualmente vivo a Carlos Paz (provincia di
Cordoba) con mia mamma di 88 anni, a 15 chilometri dal mio lavoro. E’ una città
grande, turistica, molto bella, attorniata da montagne e da un bellissimo lago.
Nell’anno
1993 condividendo i miei dubbi vocazionali con Padre Eufrasio SCJ, mia guida
spirituale, lui mi informò che c’era un Istituto Secolare fondato da un
sacerdote dehoniano e mi consigliò di parlare con p. Guillermo, anche lui
dehoniano. Dopo un lungo colloquio questo sacerdote mi disse di parlare con Graciela Magaldi. Finalmente mi
decisi a scriverle e a raccontarle quello stavo vivendo in quel periodo della
mia vita e così è cominciata questa
storia di Amore tra Gesù e Irma.
Ho
iniziato così i primi passi per dare una risposta a Dio che mi chiamava a
vivere in pienezza la mia vita, donandomi completamente a Lui. Il Signore mi ha
chiamato fin da sempre, però nel suo grande affetto, ha rispettato i miei tempi
di maturità umana e di impegno, fin tanto che il mio cuore non ha potuto più
aspettare... la sua chiamata è stata più forte di me! Ho dovuto dire: “Eccomi sono qua per vivere tutto donata
a Te”. Così, con grande sorpresa ho scoperto che esisteva la Compagnia Missionaria, un
Istituto con la stessa spiritualità che mi aveva accompagnata fin dall’inizio
della mia infanzia... Tutto era stato preparato da Lui e per Lui. Oggi, con
grande gioia, sono una Missionaria del sacro Cuore di Gesù, di incorporazione
perpetua. Membro di questa grande famiglia CM che mi ha accolta con amore e con
grande rispetto.
13
marzo 2013: una data storica che ha segnato cinque anni fa l’elezione di Papa
Francesco, il “Papa venuto da lontano..”, il Papa argentino, del tuo paese!
Descrivici la “sorpresa”, del popolo argentino a questa elezione…
Missionaria argentina.
Oggi questo nome ha un risalto speciale dato che il nostro caro Papa Francesco
è… possiamo dire “nostro”!!! Ricordo il giorno che è stato eletto. Ero con mia
mamma davanti alla televisione e lei mi stava dicendo: io penso che sarà eletto
Papa il nostro Cardinale Bergoglio. Da parte mia l’ascoltavo e sorridevo senza
darle tanta importanza… quando poi è stato annunciato il suo nome in latino ho
cominciato a saltare e gridare di gioia, non potevo crederci… ho cominciato a
mandare messaggi di qua e di là per comunicare anche ad altri la grande notizia
… è stata una gioia tanto grande che sia io che la mamma abbiamo pianto di
gioia per l’emozione. In seguito, quando è apparso al balcone con il suo
messaggio semplice, come lui è, ci siamo sentite ancora più emozionate. Tutti i
canali della televisione erano sintonizzati su questo grande avvenimento. Le
immagini che trasmettevano mostravano le diverse città dell’Argentina dove la
gente usciva per le strade mostrando allegria e gioia per tale notizia. Credo
sia molto difficile esprimere con parole i sentimenti che abbiamo vissuto quel
giorno.
L’Argentina
in questo momento sta vivendo la sfida di accogliere e mettere in pratica il
messaggio di Papa Francesco cioè la scelta preferenziale dei poveri. Stiamo
vivendo una tappa di transizione politica, economica e sociale, cercando di
uscire da un periodo di molta corruzione che c’è stata in questi anni... però
questo è un processo molto lento, che a
sua volta richiede molto tempo...
La
formazione è uno degli elementi più
importanti per il nostro Istituto. Da alcuni anni sei impegnata come formatrice
all’interno del tuo gruppo argentino. Qual è la tua esperienza?
Sì, da diversi anni ormai, il mio Istituto mi ha affidato il compito
della formazione qui in Argentina . Per me questa è una sfida costante che mi
porta a vivere in prima persona il mio essere consacrata, a incarnare la nostra
spiritualità nella mia vita, per poi aiutare nel loro cammino formativo le
persone che fanno questa scelta e che tuttora sto accompagnando. In tutti
questi anni ho vissuto momenti molto belli e anche momenti di sofferenza. Non
sempre le cose che si fanno danno un risultato come alle volte si spera... E’
necessario abbandonarsi a Gesù come guida e maestro, solo così possiamo
andare avanti nel cammino. Credo
fermamente che con molto amore e dando la mia mano a Gesù possa compiere la mia
missione. Il nostro carisma è molto bello però alle volte nella concretezza
della vita, diventa esigente. Con molta sapienza il nostro Statuto ci dà il tempo
necessario, nelle distinte tappe formative, perchè la persona possa poco a poco
incarnare i suggerimenti e le indicazioni che vengono date. Anche il gruppo di
appartenenza ha molta importanza nel cammino formativo perchè qui è il luogo
dove la persona che arriva può vedere concretamente come si vive nella CM. Cioè
vedere la testimonianza in ogni missionaria e anche la maniera di vivere la
comunione all’interno di un gruppo. Per noi è stato molto importante anche
l’aiuto di una psicologa che ci ha rinforzato nell’aspetto della maturità
umana.
In
questo tempo stiamo celebrando i 60 anni
di fondazione della Compagnia Missionaria. Che significato ha per te questo
traguardo ? Il tuo augurio per il suo futuro.
Penso
ai 60 di vita del nostro Istituto. Sembrano tanti anni ma alle volte se
confrontato con altri istituti appare ancora giovane! Per prima cosa ringrazio
il Signore per aver potuto conoscere il nostro
Padre Fondatore, il nostro caro p. Albino. Personalmente ritengo una grazia
quella di aver potuto ascoltare le sue omelie, incontri, colloqui personali.
Ricordo ancora le sue parole dette con fermezza ma anche il suo bel sorriso!!!
Considero tutto questo come una eredità
da accogliere per continuare a vivere e a far vivere, come lui sognava
sempre, questa grande famiglia. Una umile eredità che la CM offre alla Chiesa
con la sua spiritualità della contemplazione del Cuore trafitto di Cristo, dove
noi incontriamo l’alimento che ci fortifica e ci guida. Un’altra grazia per la
mia vita è aver conosciuto le prime missionarie e altre che le hanno
seguite…tutte, ciascuna a suo modo, hanno arricchito la mia vita.
Desidero
che tutto l’ardore, lo zelo ed entusiasmo degli inizi non si spenga mai, che
ogni giorno sia rinnovato con il contributo di tutte, che questo ricordo sia
uno stimolo per continuare il cammino seminando l’amore e la comunione in ogni
luogo dove siamo. Che possiamo con la nostra testimonianza contagiare altre a
seguire Gesù a dire il loro sì, in un mondo sempre più individualista e
materialista. Che possiamo dimostrare che la felicità verrà quando faremo posto
nel nostro cuore all’ unico Signore della nostra vita!!!
Maria,
madre, guida e custode della Compagnia Missionaria del sacro Cuore, prega per
noi!!!
un viaggio lungo e meraviglioso
Lo scorso 6 marzo ho preso l’aereo
per Lisbona, meta Timor Est, su invito della ARTESAL, un’Organizzazione non
Governativa (OnG) che lavora con tessuti fatti a telaio, fondata da Mariana,
una signora rumena che ha sposato un cittadino della Guinea e che ha vissuto in
Guinea per 33 anni; e dalla CABAZ DI TERRA –OnG, che lavora nella
commercializzazione dei tessuti fatti a telaio, anch’essa fondata da Mariana e
dal CIDAD – Centro di intervento Amilcare Cabral, a Lisbona.
Il viaggio aveva lo scopo di
aiutare le donne guineensi ad imparare questo lavoro. In quasi tutto il mondo
sono le donne ad occuparsi di tessitura, ma nella Guinea Bissau lo fanno gli
uomini ed esiste un mito che dice che le donne non devono fare questo lavoro
perché, se lo facessero, morirebbero. In Guinea solo due etnie fanno questo
tipo di attività: a Manjaca e a Papel.
Secondo informazioni raccolte,
in tutto il Paese in questo momento esistono soltanto 20 artigiani tessitori e,
per questo, vogliamo che le donne assumano questo lavoro al fine di poter
mantenere nel tempo la cultura e la tradizione della tessitura a telaio e anche
per conquistarsi una maggiore autonomia e potere. Nell’aeroporto di Bissau,
come tutti noi sappiamo, non ci sono condizioni per una persona con handicap
fisico di poter viaggiare comodamente e, per questo, per salire sull’aereo mi
hanno portato una sedia a rotelle, a cui sono stata legata con delle cinghie e
quattro uomini mi hanno sollevato fin dentro l’aereo. Arrivata a Lisbona, mi
sono trovata in condizioni migliori: mi hanno messa sempre su una sedia a
rotelle, e, poi con un sollevatore e mi hanno fatta scendere dall’aereo senza
grandi difficoltà. All’uscita, Mariana, responsabile della ARESAL mi stava
aspettando per portarmi all’Hotel Imperador, in via 5 ottobre 55. Erano le
quattro del mattino.
Il giorno dopo, l’8 marzo, ho
conosciuto Carlos che era venuto ad unirsi al nostro gruppo. Carlos è di CIDAD
ed è uno dei coordinatori, che conosce bene l’inglese e il ”tétume”, per cui ci
ha fatto da interprete.
Appena arrivati all’aeroporto
di Singapore, di mattina presto, un’altra sedie a rotelle mi aspettava.
Anche all’aeroporto di Timor –
la situazione era come quella di Guinea Bissau – non erano forniti di servizi
“speciali” e nelle mie condizioni non c’era modo di spostarsi. Allora ho
tentato da sola di scendere le scale che non erano …corte, infine, con l’aiuto
di alcune braccia, grazie a Dio, ce l’abbiamo fatta.
Il 12 marzo abbiamo avuto il
nostro primo incontro con la Fondazione ALOLA (Direzione) e con la ALOLA
speranza delle donne tessitrici. Nello stesso giorno siamo andati al centro di
riabilitazione motoria per chiedere in prestito una sedia a rotelle.
Il 13 marzo abbiamo visitato
tutti i negozi di artigianato di Dìli e, il giorno dopo, abbiamo incontrato
anche gruppi di donne che fanno cesti con materiale vegetale.
Il 15
successivo avevamo programmato un incontro con l’Ambasciata del Portogallo, ma
non è stato possibile. Il 16 c’è stato l’incontro con l’unità di appoggio del
gabinetto del Primo Ministro, Coordinatore della Società Civile e questo fu
molto proficuo. Si è concluso con la firma di un accordo di partenariato a
livello di CPLP.
Il 19 seguente siamo andati al
nord, verso le montagne (LOSPALO), insieme con lo staff della Alola; siamo
passati per Bachau, città che i portoghesi consideravano la 2° capitale, perché
era in montagna, in un ambiente pù fresco; dopo aver fatto pranzo, abbiamo
proseguito il viaggio in direzione di Lospalo. Il giorno dopo abbiamo
incontrato lì diversi gruppi di donne, impegnate nella produzione di “tais”, un
telo che si porta ai fianchi e tessuti fatti a telaio.
Il
giorno 20 siamo arrivati ai confini con Timor, nella parte nord, dove ci siamo
resi conto, increduli, dell’altezza della montagna dove ci trovavamo….era una
cosa impressionante, mai avrei immaginato che un giorno sarei salita sulla cima
di un monte tanto alto… e mai avrei pensato di fare un viaggio tanto meraviglioso!
Considero il viaggio come opera
di Dio. Io… che non ho tanta forza come in passato… fare un viaggio come questo!
Bisognava proprio avere del coraggio e affidarsi alla provvidenza di Dio - e
questo è quanto ho fatto: mi sono abbandonata completamente nelle sue mani, ho
incontrato persone meravigliose che mi sono state di aiuto in ogni senso, ho
avuto anche la fortuna di essere ospitata nel Centro Giovanile di Balide, della
Diocesi di Balide, accolta in casa delle suore che parlavano soltanto inglese o
tétume.
Sono tornata a casa con un
orizzonte più aperto; ho imparato molte cose sull’artigianato; ho visto il mondo
da un’altra prospettiva; ho contemplato le grandi meraviglie di Dio ed ho
incontrato molte persone buone: un popolo umile, accogliente, amabile e molto
religioso.
Ho visto cose che mai avrei
immaginato di vedere. Ne è valsa la pena! È stato difficile, ma con l’aiuto di
Dio, tutto si è risolto bene. Senza la sedia a rotelle e senza quelle persone
meravigliose, non sarei arrivata tanto
lontano.
Grazie, mio Dio, per tutte le meraviglie che hai fatto in
me, grazie per aver messo persone meravigliose nella mia vita: grazie Signore,
per ognuna di queste persone (Carlos, Mariana e altre).
Sono tornata a casa con il cuore pieno di gratitudine a
Dio, a ciascuna persona e per tutto quanto ho vissuto. Sono grata al Consiglio
Centrale e al mio gruppo della Guinea che ha deciso che io facessi questo
viaggio. Grazie ad ARTISAL, grazie a CABAZ DE TERRA e grazie a CIDAD!
missione di offerta
Questo è il titolo che voglio dare alla mia condivisione
di “Cuidadora”...colei che si cura degli altri. Per otto anni, dopo che aveva
perso la capacità di camminare ed era immobile a letto, ho aiutato mio padre in ciò che ho potuto,
collaborando con i miei fratelli perchè tutti erano impegnati nelle loro
attività professionali. L’ho
“accompagnato” fino al giorno in cui il Signore lo ha chiamto a sé: era il 1°
febbraio 2017.
Intanto dal mese di ottobre del 2016, sto ogni giorno
accanto a mia madre, dandole tutto l’affetto e la tenerezza di cui ha bisogno e
che merita, perchè è totalmente dipendente. Io sono ormai in pensione, per
questo posso offrirle tutta la mia disponibilità.
Noi siamo 11
fratelli e tutti danno la loro collaborazione, il meglio che possono, facendo,
fin dall’inizio della malattia di mamma, i turni delle notti e i fine
settimana.
Sento che questa è una missione grande ed esigente,
soprattutto dopo che mamma è caduta, il 31 marzo 2016; da allora il suo
cervello è rimasto molto lesionato e non sempre ci capisce. Nei primi tempi dopo
la caduta si nutriva con il sondino, ma
ora già riesce a mangiare normalmente, anche se è necessario prepararle il
cibo, tenendo conto delle sue difficoltà di deglutire. Mia mamma è la dolcezza
in persona, molto serena ed ha un bel sorriso.
Come dicevo nel titolo, si tratta della mia missione
di offerta verso coloro che ci hanno dato la vita perchè, uniti a Gesù, possano
vivere una vita degna, con molto amore e tenerezza da parte di tutti i figli e
del resto della famiglia. Per questo la mia missione, dall’ottobre 2016 è aver
cura degli altri, amare e servire. Questa missione è esigente. Molte volte ho
difficoltà a vivere i momenti di preghiera come mi piacerebbe e dovrei, come
consacrata, ma cerco di conciliare nel
migliore dei modi la mia vita di azione con la contemplazione. Infatti non
riesco a partecipare all’Eucarestia ogni giorno, ma faccio della mia donazione
a mia madre la mia Eucaristia. Riesco a combinare l’impegno con l’esigenza di prendere parte ai momenti di
ritiro e di formazione, organizzati dal mio gruppo di appartenenza, durante i
quali vengo sostituita nel mio lavoro dai miei fratelli che si prendono cura
della mamma.
Sono felice di poter accompagnare mia madre in questi
ultimi tempi della sua vita, anche se non sappiamo quanto durerà. Sì, ho in me
una grande gioia di poter condividere i miei giorni con la mamma che mi ha dato
la vita e sempre si è preoccupata per la mia salute, se stavo bene, così come
si è preoccupata di tutti i miei fratelli. E’ stata una madre sempre presente.
In coscienza sento il dovere di prendermi cura di tutti, ma in particolare di
quelli che ci hanno dato la vita: devono essere “ONORATI, AMATI E ASSISTITI CON AMORE”, come dice papa
Francesco. Come famiglia siamo molto uniti, abbiamo dato quanto di meglio abbiamo
potuto e ora continuiamo la nostra missione con mamma. Questa è la mia
condivisione a collaborare all’Opera del Creatore, che ringrazio di tutto cuore
per i genitori che ci ha dato.
Con un
abbraccio grande a tutti e a ciascuno che riceve il nostro Vinculum...
Maria Amelia, missionaria del gruppo di Porto
purificazione del tempio
Entro nel silenzio: del
corpo (cerco una posizione in cui stare comoda, ma concentrata e ferma), della
mente, del cuore, della bocca.
Prendo consapevolezza della
presenza di Dio, che vuole parlarmi e invoco lo Spirito Santo.
Leggo attentamente il brano. Se siamo in gruppo una persona proclama la
Parola:
Gv 2,13-22
In silenzio rileggo, cercando
di cogliere, anche sottolineando, le
parole o frasi che attirano la mia attenzione, che suscitano un sentimento di
commozione, di gioia, di timore, che provocano perplessità, incomprensione…
Per cogliere il significato di
alcune frasi o parole, è utile andare a leggere ciò che precede il brano che
voglio meditare, o cercare in altri brani frasi simili. Si tratta di leggere la
Bibbia con la Bibbia.
È molto utile entrare nell’episodio descritto, fare
la composizione del luogo:
immaginare il posto, al situazione, le persone, l’avvenimento che viene
narrato, e porre me stessa all’interno del racconto, trovare il mio ruolo;
posso identificarmi con uno dei personaggi presenti, comunque è importante coinvolgermi in ciò che leggo.
Medito. Se
siamo in gruppo, una persona può suggerire alcuni spunti di meditazione.
v.
13: … la Pasqua… a Gerusalemme
La Pasqua è la festa della
liberazione che prepara l’alleanza nuziale tra Dio e il popolo. Gerusalemme è
la città santa, la città di Dio, la città dell’alleanza. È la sposa, l’amata.
Il segno dell’alleanza è il tempio dove Dio abita nel cuore della città. Dopo
il segno a Cana, dove si rivela come lo Sposo, Gesù sale a Gerusalemme per la
Pasqua. Va a cercare la sua sposa. Per liberarla.
vv.
14-15: … fece
una frusta di cordicelle … gettò a terra…
Il
secondo segno nuziale. Il bell’annunciovangelo, offerto già dai profeti, e che
Gesù è venuto a compiere, è che Dio ama tanto l’umanità da volerla come sposa
libera, a cominciare da Gerusalemme. La sua presenza nel Tempio, cuore della
città, è la testimonianzaprofezia di questo amore.
Ma quando lo Sposo viene nella
sua casa, trova la sposa, liberata un tempo dalla schiavitù politica, schiava
dell’idolatria, intenta a mercanteggiare l’amore. Di quell’amore totale e
gratuito che Dio offre, la sposa ne fa mercato. Crede di comprare con denaro,
con offerte di animali, la benevolenza di Dio, che invece offre se stesso e il
suo Unigenito per amore. Poiché il grande potere, nelle relazioni umane, è
quello del denaro, anche nella relazione con Dio,
il vero potere
è riconosciuto al denaro. E così
anche davanti a Dio l’umanità si deve dividere in ricca o povera, a seconda del
denaro che ha per comprare l’offerta del sacrificio.
La reazione violenta di Gesù è
segno profetico, manifesta la sua passione d’amore, perché l’amore che si
compra è prostituzione. Il tempio, luogo sacro dell’Amore è trasformato in
luogo di prostituzione. Dio non si compra con l’offerta di agnelli e buoi.
Entra nel tempio il vero Agnello di Dio che offre se stesso al popolo per
liberarlo dalla mortale idolatria.
vv.
16-17: … ai venditori di colombe… non
fate della casa del Padre mio un mercato!
La colomba è simbolo di
Israele. Nel Cantico dei Cantici, l’innamorato così si rivolge all’amata:
“Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba, che stai nelle
fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi
sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole”.
(Ct 2,13-14).
E nella Casa del Padre, le
colombe immagine della sposa, vengono vendute. Ancora un’immagine dell’amore
sottoposto a mercato, segno del tradimento dell’amore. La casa è il luogo
dell’amore nuziale, della fedeltà, dell’intimità tra lo sposo e la sposa. La
casa dell’Amore di Dio è profanata, insozzata dall’idolatria: il vero dio di
cui si riconosce il potere è il denaro, tradimento dello sposo e schiavitù
della sposa. Questa ira di Gesù rivela la gelosia di Dio. Dio è geloso di noi,
nel senso che ci difende, a costo della sua vita, dall’idolatria che ci uccide.
E i discepoli cominciano a
comprendere le parole del salmo 69: “La passione per la casa dell’amore mi
divora”.
vv.
18-21: “Distruggete questo tempio e in
tre giorni lo farò risorgere”
I giudei chiedono a Gesù le
credenziali dei segni, per poter riconoscere la sua autorità. Anche a noi,
troppo spesso, non bastano la Parola e la Vita di Gesù per credere, chiediamo
segni straordinari, miracoli. Ma l’unico segno sarà l’antisegno: il crocifisso!
L’esatto contrario di ciò che ci aspettiamo: aspettiamo i segni del potere. Ci
verrà dato il segno della debolezza dell’amore.
Con questo gesto della
purificazione del Tempio, Gesù vuole purificare noi, liberarci dall’idolatria e
dalla schiavitù del denaro e del potere che con esso crediamo di acquistare.
E vuole rivelarci che il vero
tempio non è più quello di pietre e in muratura. Il vero Tempio è Lui e viene
distrutto: anche di Lui fanno mercato, venduto per trenta denari! Ma Lui non si
vende al successo e alla menzogna, per questo muore, fedele all’amore del Padre
e fedele all’amore anche verso coloro che lo uccidono, perché piova su loro il
perdono del Padre e abbiano la vita eterna. E la risurrezione al terzo giorno
suggella la vittoria dell’amore sulla morte.
v.
22: Quando fu risuscitato dai
morti…
Noi siamo discepoli, siamo la
chiesasposa, ma come i discepoli di allora ancora oggi proviamo disagio di
fronte a questa scena, a questo comportamento di Gesù. Ci sembra che
contraddica tutto ciò che egli ci rivela dell’amore e della misericordia.
L’evangelista dichiara che solo se abbiamo contemplato il crocifisso risorto
possiamo accogliere questo segno che Gesù compie. È la stessa passione d’amore
che lo ha condotto a offrirsi liberamente alla passione dolorosa e alla morte
di croce. Non ha reagito con la frusta contro chi oltraggiava e torturava lui.
Ma reagisce con la frusta contro chi, in nome dell’onore da offrire a Dio,
rende schiava la sua sposa e oltraggia il Padre.
Lasciamoci stupire dall’agire
di Gesù, lasciamoci stupire dalla sua croce, che è la piena rivelazione di Dio.
E lasciamo che ci scandalizzi la passione del suo Cuore, se è la sua arma per
distruggere immagini false e idolatriche che ancora inquinano il nostro
rapporto con lui, lo Sposo che ama e si dona, non l’idolo che attende di essere
conquistato con preghiere e offerte a pagamento.
Se siamo in gruppo, dopo qualche momento
di silenzio, è bene fare la condivisione, dove ciascuno parla e ascolta, senza
discussione. È lo Spirito che parla in ognuno.
Infine prego o preghiamo a partire dalla
Parola ascoltata.