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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto 2024
    Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique.... Continua
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  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
le “parole chiave” della nostra spiritualità: semplicità
 
L’insegnamento e l’esempio di Gesù ci insegnano chiaramente la via per lo splendore della nostra vita di semplicità. Però accanto ci vogliamo mettere anche il nostro impegno umano per completare l’indirizzo della fede. Un primo suggerimento ci viene dalle parole dell’apostolo Paolo: “quando sono debole è allora che sono forte” (2a Cor. 12,10). Sembrano un paradosso. Eppure, esprimono una grande realtà. Un brano di una lettera del grande psicologo Carl Jung ci aiuterà ad afferrarla. “Vi ammiro, voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date del pane a un povero, sapete di darlo a Cristo. Ciò che mi è difficile comprendere è la difficoltà che avete a riconoscere Gesù nel povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a voi stessi, quando vi trovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la presenza di Gesù in voi?” Un secondo suggerimento possiamo vederlo concretizzato in questo motto: “amati con le tue ferite” Jean Vanier, parlando ai formatori e formatrici (2004) ha detto che è molto importante per la serenità e la gioia della vita propria e altrui essere coscienti delle nostre ferite forse profonde. “Il figliol prodigo si è identificato lui stesso con i porci. Ormai non giudica più nessuno. Tutto per lui è misericordia, tutto è grazia. Il figlio maggiore, al contrario, giudica perché non ha ancora riconosciuto la propria povertà. Ha creato attorno a sé un fitto sbarramento e rifugge dal guardarsi in profondità. Ma non si può cogliere la misericordia di Dio, se non quando si è toccato profondamente la propria miseria. E quando si è toccato la propria miseria non si ha più il coraggio di mutilare la nostra fiducia per tutti gli altri”. E una grande fiducia per tutti gli altri è un coefficiente di spirito che alimenta la vita di semplicità. Il terzo suggerimento lo incontriamo nella preghiera degli A.A. (Alcolisti anonimi) È originalissima ed è detta “preghiera per la serenità”. Serenità e semplicità si integrano a vicenda. “Concedimi, Signore, la serenità necessaria per accettare le cose che non posso cambiare; avere il coraggio di cambiare quelle che rientrano nelle mie possibilità: saper distinguere intelligentemente le une dalle altre. Una breve riflessione su queste indicazioni. 1) Accettare le cose che non posso cambiare Sono molte le cose che non posso cambiare: il passato, il futuro e neppure le altre persone. È necessario che io mi impegni ad essere attento e buono con i miei familiari per tutto il tempo che il buon Dio li lascerà al mio fianco. Se una mano amica dovesse con il tempo lentamente raffreddarsi nella mia mano, accetterò la cosa come se circostanze e spazio l’avessero allontanata le miglia da me. Io non posso cambiare le persone. Esse continueranno a fare le cose alla loro maniera, anche se tenterò ripetutamente di proporre a loro il mio modo di vedere. Che cosa allora posso cambiare: ME STESSO! 2) Avere il coraggio di cambiare quelle che rientrano nelle mie possibilità Ciò significa: cambiare il MIO modo di essere. Aiutami, Signore, a modificare l’abitudine con cui penso e giudico gli altri. Invece che criticarli, devo accettarli come sono. Invece che ignorare i loro problemi, devo mostrarmi interessato ad essi e dare generosamente un aiuto a risolverli. Invece di presentarmi freddo e insensibile, devo mostrarmi con un atteggiamento affettuoso e cordiale. Aiutami, Signore, a modificare le mie emozioni aprendomi alla speranza, all’amore, al coraggio, alla pace, alla gioia…anziché chiudermi nelle amarezze, nei timori, nel disgusto, nel risentimento, nell’odio…. Tutte queste cose io posso lentamente modificare. Basta che sia sufficientemente onesto ed umile da ammettere la necessità di farlo. 3) Saper distinguere intelligentemente le une dalle altre. Se vedo cose che non mi piacciono, è il momento di esaminare me stesso: i miei sentimenti e le mie reazioni. Devo esaminarmi una volta, due, tre… prima di permettermi di criticare gli altri. Comprendo che la mia esistenza è strettamente legata alla esistenza altrui. Ma devo avere tanto buon senso da non pretendere che cambino gli altri. Sono io che devo cambiare: la mia maniera di pensare, di comportarmi, di reagire. Dunque, la mia risposta alla preghiera per la serenità è questa: POSSO E DEVO CAMBIARE SOLAMENTE ME STESSO.
ho confidato in dio e con lui nulla temerò
 
Il 3 febbraio abbiamo vissuto un momento significativo. Dopo un lungo cammino, Joana ha fatto la sua prima emissione dei voti nella Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.  Ogni volta che viviamo questi momenti, al di là della gioia di vedere che c’è ancora in chi si dona a Dio, sperimentiamo sempre anche  un’intensa comunione con tutta la famiglia CM. È con grande gioia ed entusiasmo che condivido i miei momenti belli che ho vissuto nella mia prima emissione dei voti. "Che gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore". (Salmo 122,1)                Era il mese di agosto quando ho iniziato a prepararmi per fare la domanda della consacrazione, nel mese di ottobre ho fatto la richiesta scritta per la mia prima emissione dei voti.  La risposta positiva è stata data da parte delle responsabili della formazione che mi hanno accompagnata durante il periodo di formazione e   del Consiglio Centrale. Quando mi è stato comunicato il parere positivo e la data già fissata, la mia gioia è stata grande e grande anche la mia emozione. Questo è stato per me un motivo sufficiente e chiaro per darne comunicazione alla mia famiglia e agli amici che mi hanno incoraggiato durante la mia formazione e in situazioni difficili.                Abbiamo iniziato la preparazione all’evento con le missionarie e le sorelle che sono in formazione qui a Nampula e Invinha. All'inizio eravamo incerte e insicure perché non conoscevano i canti per la liturgia, ma poi è stato un successo totale.                Prima che arrivasse il mese previsto, ho fatto gli Esercizi Spirituali con le consacrate di Nampula e Invinha insieme alle sorelle del biennio di formazione, con il tema: “Discernimento spirituale comunitario, fondamento per la crescita spirituale, individuale”. È stato orientato da padre Lazzaro, Dehoniano, ha affrontato un argomento molto interessante che ci ha aiutato a fare discernimento personale e comunitario, per vivere meglio la nostra consacrazione al Cuore di Gesù.                Avvicinandosi il giorno della festa, ho fatto anche un altro ritiro insieme alle più giovani che stavano per entrare nell'orientamento, con il tema: Cammino spirituale di San Paolo, predicato da padre Daniel, Sacerdote diocesano della Gurue,  è stato un tema che mi ha aiutato ad accrescere la mia fede nel rispondere ogni giorno al Signore.                Quel periodo, è stato un tempo di grazia, in sintonia profonda con Gesù pronta a consegnarmi a Lui come “Sposo della mia vita”.    Mi sento ancora in clima di preghiera e di interiorità, consapevole dell’impegno assunto con il Signore nella Compagnia Missionaria.  Il 3 febbraio, con la celebrazione eucaristica, ho emesso i miei voti annuali nella CM.  La celebrazione è stata presieduta da Padre Francisco Cunlela della Parrocchia di Invinha.  La festa è andata molto bene, con la presenza dei sacerdoti, della mia famiglia, di alcuni amici e delle Missionarie. Un gruppo ristretto per causa della pandemia. Come missionaria mi sono impegnata a “seguire Gesù più da vicino vivendo la vita di amore fino alla comunione con Dio e con i fratelli”, come dice il nostro Statuto CM. Quel giorno ho sentito la comunione con l'intera Compagnia Missionaria che si è fatta presente con messaggi e assicurando preghiere. E sono sicura che anche P. Albino con le missionarie là in cielo pregheranno per me. Il mio ringraziamento va a voi per le vostre preghiere, per i messaggi che ho ricevuto nel giorno della mia consacrazione, per la vostra accoglienza come missionaria e vi chiedo di continuare a pregare per me, per la mia crescita e in ogni aspetto.                Per quanto riguarda la permanenza nella comunità di Nampula, apprezzo questa collaborazione che sto vivendo ogni giorno della mia vita, sto imparando ad affrontare con le missionarie di Nampula, le responsabilità che si assumono ogni giorno e sto imparando anch’io ad assumermi queste responsabilità, sto imparando anche dalle sorelle che sono nel biennio di formazione e loro imparano da me, è con grande gioia ma a volte anche come sfida, sempre con la riflessione e la condivisione della Parola di Dio, ne apprendiamo il dinamismo e la risonanza, guidate dallo Spirito santo che sempre invochiamo su di noi,  con Maria, Madre, Guida e Custode della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.             
con cristo nel cuore del mondo al servizio del regno di dio
 
Prima di condividere con tutta la Compagnia Missionaria, ho pensato di pregare con voi la preghiera di Santa Teresa e della Vergine delle Origini. “Vergine delle origini, madre della gioia, vengo per stare davanti ai tuoi occhi buoni, ho bisogno della luce dei tuoi occhi sereni e della speranza del tuo volto amabile. Ti ringrazio Maria, perché sei sempre al mio fianco. Quando soffro, arriva il tuo sollievo, quando sono felice, condividi la mia gioia. Vengo a cercare il tuo aiuto di Madre per me e per tutti i fratelli e le sorelle del mondo intero". Progetto per le donne e la loro famiglia nel distretto di Gurué (Zambézia) Nel febbraio 2000, quando Irene Ratti era presente in missione nella diocesi di Gurué, sentì che era necessario creare un gruppo di donne, che si formassero a vari livelli: nell'evangelizzazione, e in particolare nella promozione umana, come mogli e madri, difendendo i propri diritti e garantendo la propria autonomia e la propria sussistenza. Nel 2001, Edvige Terenghi, essendo presente nella diocesi di Gurué, ha consolidato questo gruppo di donne che Irene aveva avviato, dandogli il nome di: “Mulher Vida e Paz (MVP)” - “Donna Vita e Pace”; aiutando le donne a scoprire, potenziare e armonizzare valori umani e soprannaturali attraverso una educazione costante ispirata al testo di S. Giovanni che ha segnato la vita di queste missionarie in riferimento all’esempio di Maria Maddalena, la prima discepola che ha visto il Signore Risorto e da Lui è stata inviata ad annunciarlo ai fratelli: “Va’ dai miei fratelli e dì loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. (Gv 20,17b). Mulher Vida e Paz L'obiettivo del gruppo era difendere le donne perché potessero ottenere la possibilità di affermarsi nella vita quotidiana, nella società, nelle parrocchie, in uguaglianza e in pari opportunità rispetto al mondo maschile; combattere la discriminazione contro le donne che soffrono di povertà, violenza domestica e analfabetismo; favorire una solida formazione e promozione umana affinché possano collaborare in modo competente nelle parrocchie, in famiglia e nelle loro comunità dove hanno già ricevuto validi aiuti che le hanno fatte crescere molto. Hanno ritenuto importante promuovere la partecipazione delle donne alla vita ecclesiale perché, in forza del Battesimo che ci rende tutti figli e figlie di Dio, possano sentirsi chiamate e inviate in missione come discepole ad annunciare e testimoniare la Parola. Promuovere la dignità di ogni persona affinché non ci siano discriminazioni o emarginazioni, difendere la promozione delle donne e accettare questa grande sfida di essere donne coraggiose e serene, in difesa dei propri diritti, della propria vita e della propria sussistenza in vista di un bene globale per tutti i popoli. Un nuovo progetto Nel 2020 il gruppo ha avuto la fortuna di ricevere padre Nélio Luciano Baptista Vieira, sacerdote del Sacro Cuore di Gesù, presidente del nuovo progetto da poco iniziato per il centro educativo in Agricoltura del Gurué. Padre Nélio Luciano ha apprezzato in modo positivo il progetto delle donne e si è mostrato disposto a collaborare ed aiutare per il suo ulteriore sviluppo: rendere possibile la valorizzazione del potenziale umano, migliorare le condizioni di vita delle donne e diminuire l'ondata di povertà che affligge e devasta il distretto di Gurué. Padre Nélio Luciano tenendo conto della vita del gruppo di donne, ha già avviato questo progetto noto per l'emancipazione delle donne nel distretto di Gurué. La campagna ha avuto molto successo, anche se in un momento di grandi difficoltà nel corso del 2020, siamo riuscite a rispettare gli obiettivi del progetto almeno per questa prima fase. Avevamo definito tre fasi; nella prima fase abbiamo voluto costruire un primo modello di “mandala” che servisse da esempio e funzionasse come la scuola di machamba: si tratta di un modello di coltivazione agricola dell'associazione ACEAG. A questo modello assoceremo due o tre famiglie che aiuteremo a realizzare lo stesso modello di mandala per poter verificare la nostra proposta; nella seconda fase, si vuole allargare negli anni il progetto a più di 50 donne con le loro famiglie e realizzare l'infrastruttura di supporto per la produzione di galline ovaiole, un pollaio e un asilo nido; terza fase, intendiamo avere l'autonomia del progetto con l'introduzione dell'agro-business, dove ACEAG sarà responsabile della logistica. Nella comunità della Compagnia Missionaria di Invinha è stata installata la scuola di machamba, e sono state messe a nostra disposizione le condizioni per alloggio e cibo per i sei tecnici che saranno impegnati nell’organizzazione del lavoro nella mandala, nel monitoraggio della produzione, nel supporto e assistenza alle famiglie coinvolte. Un aspetto importante dell'arrivo alla scuola mandala; quella casa ha permesso la costruzione di una serie di infrastrutture che consentiranno loro di fornire un servizio migliore alle comunità circostanti, ben oltre i progetti che stiamo promuovendo. Al fine di evitare conflitti di interesse tra ACEAG e la CM è stato firmato un accordo che definisce le responsabilità delle parti, in particolare le infrastrutture diventeranno di proprietà della CM, senza alcun compenso all'associazione ACEAG. L’accordo è stato firmato per un periodo di tre anni.                Le limitazioni imposte dal covid-19 ci impediscono di avanzare in altri campi dell'ACEAG che erano stati progettati e previsti nel piano di attività 2020, ovvero la diffusione delle encicliche di Papa Francesco. L'acquisizione delle encicliche sociali di Papa Francesco e l'invito ad otto relatori internazionali permetterebbero ai giovani di Gurué di riflettere sul cambiamento climatico, i vantaggi di scommettere su un'ecologia integrale. La pandemia ha costretto a rinviare tutte queste iniziative. Come accennato in precedenza, il progetto è ancora nella prima fase della sua realizzazione. Chiediamo l’appoggio di tutta la Compagnia Missionaria, familiares e amici della CM, confidiamo nelle vostre preghiere per la maggiore gloria di Dio e la crescita della missione CM in Mozambico (Invinha - Gurué). La casa della Compagnia Missionaria a Invinha e, in alto a sinistra,  la coltivazione secondo la struttura “mandala” (circolare, con al centro il pollaio)
rimanete in me per sempre
 
Condividere con voi il mio passo all’Incorporazione Perpetua è come ricordare la prima chiamata di Dio a seguirlo per donarmi a Lui e alla Compagnia Missionaria. Il tempo che precede la cerimonia ci aiuta a preparare il cuore, nonostante immerse nel lavoro, la pandemia, la fine d’anno … però lo Spirito che è vicino, suscita nuove emozioni. Un aspetto che sento molto presente in questo fare memoria del cammino vocazionale che ho percorso fino ad oggi, è il contesto dove ho sentito la chiamata: mi trovavo in mezzo al popolo rurale della pre-cordigliera nel nord del Cile. Il mio incontro con il Signore è avvenuto durante “una missione rurale” alla quale partecipavo, assieme a una suora dell’Istituto S. Anna e a un sacerdote gesuita. Avevamo passato il periodo natalizio (da noi è estate) visitando alcune popolazioni. Qui è cominciato tutto: l’incontro con la gente semplice, i loro costumi, l’ambiente agreste e la natura intorno. È qui che ho incontrato il Signore della vita. Assieme a tutto questo è cresciuta in me la voglia di un impegno più concreto con le comunità che conoscevo e la mia vita di fede. Da questo periodo iniziale è trascorso tanto tempo, però ho sempre sentito che questa esperienza è stata qualcosa di importante, di fondamentale per la mia vita. Chissà se questo periodo già stava concretizzando e dava un senso al “guardare lontano” di p. Albino! Dio non ha un tempo preciso per realizzare i suoi progetti dentro di noi. Più avanti ancora una volta, Dio si fa presente interpellandomi e riproponendomi la chiamata iniziale. Anche questa volta mi trovo in mezzo alla gente della mia pre– cordigliera, però il mio lavoro è nelle scuole del settore: Putre, Murmuntani, Belèn, Ticnamar. Immersa in questi paesaggi suggestivi ascolto la voce di Dio attraverso il sibilo del vento, il rumore dei torrenti, e il cielo limpido e terso. Piano piano mi avvicino alla Compagnia Missionaria, che già dal suo nome mi sembra molto interessante perché fa riferimento alla missione. Mi colpisce anche la sua spiritualità e carisma. Sono cosciente della sfida e di cosa significhi “contemplare il Cuore trafitto di Gesù, chiamate a vivere la vita di amore …a percorrere l’itinerario della comunione in tutti gli ambiti della vita…”. Sono parole molto profonde che richiedono di essere approfondite. Così inizia il mio cammino formativo in un primo tempo a distanza poi sono seguita più da vicino. Anche se questo percorso formativo mi sembrava molto lungo ora riconosco che è stato prezioso per conoscere concretamente altri volti concreti, esperienze varie ritenute fondamentali, per capire meglio cosa voleva significare Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, per la mia vita e per la Chiesa, per il mondo e per il Regno di Dio che vogliamo costruire. Per questo ringrazio Dio per il cammino che abbiamo fatto, perché ogni incontro ha contribuito alla mia formazione: la mia famiglia, ogni persona che ho incontrato nel mio cammino di fede, sia appartenente o meno alla Chiesa, sia quando le cose andavano bene e quando invece c’erano difficoltà. Ciascuno ha contribuito a farmi “rimanere nell’amore di Dio”. Per questo con grande gioia il giorno 30 dicembre 2020 è stato il momento della mia consacrazione definitiva, perpetua. La cerimonia è stata celebrata dal padre Cristian Cuevas dehoniano e Pietro Maglozzi, camilliano. Data la situazione del virus in atto, ha potuto partecipare solo un piccolo gruppo di amici, parte della mia famiglia, Teresa Pozo e alcuni familiares CM. Una cerimonia molto semplice però preparata con tanto affetto. “Scelte da Dio, vogliamo scegliere Dio come pienezza delle aspirazioni della nostra vita” Statuto n. 2. Per sempre, per Dio e per la missione nel mondo specialmente per i più poveri e svantaggiati. Eccomi Signore.
ricordo di lucia maistro
 
Messaggio della Presidente Carissimi fratelli e sorelle, ci stiamo congedando dalla nostra sorella Lucia, nella sua Pasqua. Desidero ringraziare il Signore per il dono della sua vita nella CM di cui ha fatto parte fin dalla sua giovinezza. Molto possiamo dire di Lucia, ma desidero far memoria della sua fede, del suo amore per la Parola di Dio e della sua donazione generosa in ogni servizio che ha svolto. Una donna semplice, umile e sincera, con una grande forza interiore, esigente con sé stessa e molto sensibile negli ambiti socio-pastorali. Viveva la sua disponibilità missionaria con generosità, anche se significava per lei una fatica senza risparmio. Oggi molti dei presenti che l’hanno conosciuta, condividendo la vita con lei, avranno molte altre cose da ricordare. Mi rimane solo da far emergere la SUA TESTIMONIANZA di fede e offerta in questi ultimi mesi, quando la malattia è arrivata nella sua vita. Realmente, per tutte le missionarie e familiares della CM, la sua testimonianza è stata una grazia. Ci ha permesso di essere partecipi di quello che stava vivendo giorno per giorno. Con le cose buone e dolorose, condividendo il suo cammino di preparazione  per l’incontro col suo Amato e la gratitudine a Maria nostra Madre. E a lei diceva questo in uno dei suoi ultimi scritti: “Grazie Maria per il bene che mi vuoi, - grazie per il sorriso che tutti giorni mi regali attraverso le persone, -grazie per l'amore che mi fai sentire, -grazie per la fiducia che mi hai sempre dato, -grazie per le lezioni di vita che mi hai insegnato, -grazie per essermi madre, guida e custode di vita, - grazie per non farmi sentire mai un senso di ribellione. Sento che nel corso degli anni hai fatto del tuo meglio perché i sentimenti del Cuore di tuo Figlio impregnassero il mio essere, per cui la sofferenza del momento è come un nodo che mi lega al cuore di Cristo, tanto che mi viene spontaneo pregare per le persone che mi assistono e soffrono con me. A Maria chiedo solo di intercedere per me presso suo Figlio perché con tutta la mia vita possa esprimere il bene che gli voglio.” Accompagno in questo momento di dolore i suoi familiari. Sappiamo che lei condividerà la gioia con coloro che l’hanno preceduta nella Casa del Padre. Carissima comunità pastorale “Epifania del Signore”, carissimo Don Vittorino, grazie per l’affetto e vicinanza che  avete manifestato nei confronti di Lucia e Orielda, e di tutte le missionarie che l’hanno accompagnata. Siete stati per loro forza nel cammino. Avete dato testimonianza di una vera comunità cristiana. A te Lucia in nome di tutta la CM: GRAZIE, GRAZIE carissima sorella per tutto quello che ci hai donato. Intercedi per tutti noi insieme a P. Albino, il nostro Fondatore e le altre missionarie e familiares che ora vivono alla presenza del Signore. Graciela Magaldi L' ECCOMI  di  Lucia Domenica 24 gennaio è morta a Brugherio (Monza/Brianza) la missionaria Lucia Maistro, 77 anni, malata da agosto scorso. Entrata in Compagnia Missionaria a 16 anni, aveva emesso i primi voti nel 1964. "Volevo dare al Signore la mia giovinezza” disse una volta. È stata a Porto (Portogallo), a Salerno, a Grottammare e a Bologna. Da tre anni era a Brugherio, impegnata soprattutto nella Caritas parrocchiale, nella catechesi degli adulti, e, da un po’ di tempo, nell’animazione del centro di ascolto della Parola, che si tiene una volta al mese in diverse case delle famiglie ospitanti. Siamo grate al Signore per il dono di Lucia alla nostra Famiglia CM, e per il bene da lei compiuto. Vogliamo affidarla all'amore misericordioso del Cuore di Cristo. Che dire di Lucia? Chi ha avuto modo di conoscerla ha potuto cogliere in lei una donna determinata, impegnata, con un profondo senso di responsabilità di fronte agli impegni che si assumeva. Una donna di una fede incrollabile, di una puntualità spiccata in tutte le cose da compiere, appassionata dell’ordine e della cura degli ambienti in cui sempre si è trovata a spendere le sue giornate. Da quando era arrivata qui a Brugherio, subito si era inserita nel contesto parrocchiale e ha avuto i primi contatti con le associazioni Caritas, dove ha dato la sua disponibilità per questo importante servizio. Soprattutto nel centro di ascolto è riuscita a creare attorno a lei importanti relazioni; era diventata il loro punto di riferimento per la preghiera, e non solo. Attenta ai bisogni di chi è più provato, attenta alle sofferenze degli altri, presente nella vita delle persone, con molta discrezione, ma sempre presente con un ricordo, una frase, una preghiera. Preoccupata che tutto fosse in ordine e pulito anche gli ambienti esterni: tutte le mattine, anche in inverno, lei alle 6.30 scendeva giù a pulire, scopare e riordinare l’entrata della scuola materna anche fuori dei cancelli perché - diceva - chi viene a portare i bambini alle 7.30, è più bello, se trova pulito... Innamorata di Dio e della sua Parola, tutte le mattine prestissimo la trovavo in ascolto di Dio. Anche durante questi mesi di malattia il suo primo appuntamento era mettersi a pregare, e ha pregato insieme alle altre missionarie fino all’ultimo. Consapevole che la malattia non le avrebbe dato scampo, lucidissima nel suo percorso di salute precaria, ma decisa a percorrerlo fino in fondo con profonda fede. La malattia ci ha travolto insieme: io, con la diagnosi di tumore maligno di mia mamma, lei, con una triste sentenza di non scampo. E le nostre vite si sono dovute dividere: io, da una parte ad accudire mia mamma, e lei qui, assistita amorevolmente da tre missionarie che le sono state accanto fino all’ultimo respiro. Ci sentivamo per telefono, spesso, e entrambe eravamo rattristate per non poter condividere da vicino la sofferenza. A volte per telefono piangevamo insieme, forse era un modo per dirci la fatica di accettare il mistero di quello che ci stava capitando. In tutto questo resta la stima, la fiducia reciproca, l’intensa comunione che ci ha fatto sentire ancora più sorelle. Quando le sue forze ancora lo permettevano ha mantenuto contatti con tutti, e così mi scriveva qualche tempo fa: “Sto prendendo una pastiglia che agisce 100/100 quando le metastasi si moltiplicano in maniera irregolare. Ed è il mio caso. Perciò la qualità della vita è migliorata. Sinceramente, al Signore, non chiedo mai la guarigione del corpo, ma piuttosto la serenità interiore e di volto. Nella mia breve esperienza di vita la bontà mi ha sempre accattivata. Ora nella malattia sento che potrebbe essere mitezza e serenità contagiosa per abbattere barriere e creare ponti. In questo tempo di attesa, che viene, lascerò uno spazio allo Spirito Santo, e non invocherò la sua grazia "protettiva", ma piuttosto che io possa abbandonarmi, la consapevolezza di dover tornare alle fonti, l'umiltà di chiedere aiuto e farmi guidare, la spinta dell'affidarmi allo Spirito Santo di Dio e, se ci sarà battaglia, la spinta a rinnovare la mia consacrazione con Chi tanto ha mi voluto e mi ha cercato per condividere il suo amore. Che il Signore mi accompagni nei momenti di maggiore intimità con Dio... È un dono grande, ma sono consapevole, che l’ho sempre cercato, chiesto, implorato! Il Signore che non si lascia mai battere in generosità, e che riesce sorprendermi, mi ha donato molto di più di quello che potevo sperare: rispettando la mia "testa", sta guarendo il mio "cuore"! Per attenderlo con cuore accogliente. Ciò che il Signore sta facendo a me lo chiedo anche per te. Ti auguro una serena attesa impreziosita da un forte abbraccio”. Ecco questa è Lucia! Orielda Tomasi Mi ha insegnato tanto Abbiamo dialogato, tanto; spesso. In cucina, in sala, mentre le somministravo le terapie. Io e lei ci stupivamo di ritrovarci al mattino presto a far colazione e a parlar di Dio, della missione, della CM, dello Statuto… Che discorsi! A quest’ora! …Per i fratelli! … mi si allarga il cuore, la mente… Lucia è stata definita come donna dalla fede incrollabile. Certo, ma di una fede adulta, che resisteva al vaglio degli avvenimenti della vita, al vaglio del pensiero, impegnato a dar ragione della fede che è in noi. Davanti all’ineluttabile interrogativo della sofferenza, del male, di quel mistero della croce che segna ogni uomo, non si rassegnava a risposte scontate e banali. Niente che stride con DIO AMORE può essere accolto in modo acritico. E allora il silenzio, il non capire, anche la fatica di accettare. La protesta e la ribellione in conflitto col desiderio e la volontà di abbandono. Facile a dirsi, abbandono, quando tocca agli altri. Bisogna attraversare il dubbio, la paura, anche l’angoscia. E in uno di questi momenti di buio, di scoramento davanti alle forze che vengono meno, a ricercare una luce nella Parola di Dio, nella vocazione CM: l’Eccomi a Dio per i fratelli… E allargava le braccia, dal petto al Cielo. “Mi si allarga il cuore, la mente, lo spirito. I fratelli, è un allargarsi dell’orizzonte che dà la forza di sostenere tutto…” Più o meno erano queste le sue ultime parole in una delle nostre chiacchierate in cucina, intorno alle cinque del mattino. E per i fratelli ha allargato le braccia sulla croce. E nell’abbraccio di Dio, ora abbraccia anche noi. “Pietra viva e preziosa, scolpita dallo Spirito” Sarebbero davvero tante le cose da raccontare, e si affollano alla mente, in modo caotico e disordinato. Il tempo vissuto con Lucia da settembre a gennaio è stato davvero un tempo di Grazia. Di Comunione profonda. Si respirava la premura tra sorelle, in gara nell’attenzione reciproca. Abbiamo imparato a conoscerci, ad accoglierci, anche con le nostre fatiche, superate volendoci bene e desiderando soprattutto il rispetto e la libertà dell’altra. È stato un tempo per raccontarsi: la sua famiglia, la mia famiglia, l’infanzia e l’adolescenza della nostra CM. Le attese, le vocazioni nella vocazione. Le sue parole vibravano di quella premura preveniente (che attingeva al nostro Statuto) e che si manifestava in piccole cose, per sollevare dalla fatica le sorelle. Vibrava d’affetto per i suoi familiari, viveva la presenza di suo fratello Giuseppe, della mamma, del papà. Attendeva con trepidazione l’arrivo dei suoi, sorrideva sempre ricordando i suoi nipoti, Fabio e Susi. E Accompagnava con la preghiera i giovani, soprattutto i giovani in discernimento vocazionale; e i sacerdoti: “bisogna pregare per loro, è una vocazione impegnativa”, mi diceva. Chiamava il suo parroco, don Vittorino, suo Pastore, e ne condivideva le fatiche nella preghiera. Aveva davvero un’anima pastorale: era costante l’attenzione per coloro che accompagnava, per gli amici, per la Caritas. “Inclusiva! Che parola meravigliosa!” Ripeteva con un sorriso che nasceva dal cuore dilatato, per far suo fino in fondo l’insegnamento di Papa Francesco. Amare con un cuore capace di includere tutti. Tutti fratelli! Aperta, ma concreta. Nella sua sapienza vedeva con chiarezza – e anche con un po’ di ironia – i nostri, i suoi limiti. Ed era capace di smascherare le bugie che inconsapevolmente ci diciamo per accontentarci, per mantenere i nostri piccoli privilegi. A volte poteva sembrare urticante. Ma sapeva chiedere scusa. Ho imparato tanto da Lucia, mi ha fatto scuola, formazione permanente, mi ha insegnato a guardare con libertà, e non è poco. Lucia grazie, sei per me volto autentico di missionaria CM, dono d’Amore a Dio e ai fratelli! Continua a essermi sorella in cielo, a essermi compagna nel cammino di donazione totale, finché danzeremo insieme nell’Assemblea dei Santi! Maria Grazia Virdis
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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