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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
educazione scolastica e cambiamento digitale
 
La situazione causata dal Covid – 19 ha portato un cambiamento anche nel campo scolastico. In Indonesia verso la metà di luglio si sono riprese le attività scolastiche in quasi tutte le scuole, dal livello elementare fino alle superiori. Anche se l’insegnamento deve essere fatto ancora con il metodo a distanza e online, gli insegnanti, hanno cominciato a ritrovarsi all’inizio del mese di luglio per preparare l’ambiente adatto agli studenti che rientravano in sede. Sappiamo tutti che il Covid -19 non è ancora completamente finito. Quindi la preparazione degli insegnanti e anche le attività di insegnamento e apprendimento degli studenti sono particolarmente legati al progresso della tecnologia digitale. La prima cosa che abbiamo preparato e pensato è stato l'adattamento dell’'ambiente scolastico. Normalmente gli insegnanti collaborano con il Consiglio degli Studenti (organizzazione Interna alla Scuola, dove i bambini vengono educati ad apprendere come organizzarsi; di solito i membri che compongono il Consiglio sono studenti delle classi superiori). Uno dei programmi scolastici è quello di preparare il Consiglio degli studenti ad accogliere gli studenti più giovani. Inoltre, si insegna l’importanza delle varie celebrazioni come al mattino la cerimonia dell’alza bandiera e altre attività con dinamiche adatte ai piccoli, ma che aiutano a conoscere l’ambiente scolastico. Questa attività che viene condivisa da piccoli e grandi è molto educativa e apre a nuove idee come le dinamiche di gruppo, l'apertura ad altre organizzazioni scolastiche, l’introduzione ad attività extracurricolari, programmi scolastici e vari curriculum che si utilizzano durante l’iter scolastico. Vengono presentate inoltre le aule di studio e una varietà di sale: laboratori, biblioteche, mense, campi sportivi nonché la sala docenti e l'ufficio del preside. Tutto questo viene fatto in modo che i nuovi alunni non si sentano disorientati nel venire a conoscenza degli spazi di cui hanno davvero bisogno. Se vogliono andare in biblioteca a leggere o a prendere in prestito libri, conoscono già il posto. Se hanno il compito di studiare in laboratorio, conoscono già lo spazio e il percorso che devono compiere per arrivare. Alcuni insegnanti presentano sia l’ambiente che i programmi attraverso Instagram dal vivo. Mentre si dirigono verso l'apprendimento della tecnologia digitale, gli studenti del settimo anno sono già pronti per imparare a usare la tecnologia digitale attraverso altre cose semplici. Durante l'apprendimento a distanza, gli studenti devono sempre entrare in contatto prima con l'operatore. Poi, successivamente imparano con i loro insegnanti secondo il programma stabilito. Tutti i professori insegnano come usare Instagram Live, Google Classroom per inviare compiti o utilizzare riunioni di Google che sono molto più facili e usare lo zoom. Pertanto, durante la pandemia, molti sono gli insegnanti che hanno appreso diversi metodi per insegnare a distanza usando la comodità della tecnologia digitale.Prima del periodo pandemico, gli studenti passavano diverso tempo a scuola, sia al mattino che al pomeriggio. A causa della pandemia, alcune attività sono state eliminate. Ora passano alcune ore a scuola e dopo sono liberi di studiare a casa. A loro si ricorda sempre di rispettare i protocolli stabiliti come: il lavare frequentemente le mani, mantenere la distanza, indossare le mascherine, riposarsi a sufficienza, abituarsi a mangiare cibi nutrienti per mantenere l'immunità del corpo. Questa è più o meno la metodologia delle scuole in Indonesia. Naturalmente i cambiamenti nelle abitudini di apprendimento influiscono anche sulle dinamiche familiari a casa. In un momento come questo, ci sono molte offerte di webinar o zoom per condividere le conoscenze digitali tra insegnanti o esperti di questi mezzi. Un grande aiuto ci viene dato anche dagli psicologi che offrono la loro preparazione per far capire l’importanza di condurre una vita fisica sana, spirituale e mentale, come affrontare lo stress a casa, come gestire i bambini in casa e così via. Tutti forniscono utili servizi per creare un'istruzione stabile e sicura. E anche l'economia indonesiana si sta gradualmente stabilizzando. Questa metodologia dell’apprendimento a distanza, la riteniamo positiva, però riscontriamo che in Indonesia alcuni punti più fragili, in particolare per gli abitanti che vivono lontani dalla città. In questi luoghi c’è la difficoltà di accedere a questi mezzi perché non c’è“segnale della rete” per il cellulare, cioè non c’è campo. Altri studenti che hanno possibilità economiche limitate è difficile per loro partecipare perché non possiedono un cellulare. Anche per gli studenti i cui genitori lavorano a tempo pieno, è difficile che ci sia un serio accompagnamentoperché loro non hanno il tempo necessario per stare vicini ai figli nello studio. Sebbene ci siano qua e là questi punti deboli e i cambiamenti sono così rapidi, gli insegnanti ricevono molti benefici da questi mezzi digitali e nuovi: riescono a trovare tempo per gestire e riflettere sui cambiamenti da programmare, sui metodi da sperimentare ecc. Anche per gli studenti esistono vantaggi: vengono spronati e invitati a studiare a distanza, in modo indipendente, prendono familiarità con molti metodi di apprendimento digitale e hanno tempo per ritrovarsi con la famiglia, in particolare con i genitori. Molte famiglie e soprattutto i genitori che avevano poco tempo per stare insieme ai figli adesso si ritrovano in casa con loro. Questa situazione aiuta a creare un'atmosfera familiare molto intensa, sia per gli stessi bambini che per la famiglia che condivide insieme compiti e doveri. La quarantena produce l'effetto della custodia reciproca, dell’attenzione alla famiglia. La vita di preghiera che è stata abbandonata da molte famiglie cristiane a causa della frenesia della vita, in questa nuova realtà acquista un posto abbastanza significativo. Viene ripresa l’attenzione all’altro, il servizio vicendevole, la preghiera familiare, la devozione a Maria e anche l’adorazione. Forme di preghiera che continuano ad essere vissute attivamente e diventano un grande sostegno per la vita di una famiglia cristiana. La forza della famiglia sembra essere aumentata, soprattutto la solidità del nucleo familiare. Siamo in cammino… continuiamo a sperimentare e a valutare fino a che punto possiamo continuare a fornire e sostenere questo metodo che in questo momento dà continuità all’educazione degli studenti. Nel frattempo continuiamo a fare nuovi sforzi per migliorare questo nuovo modo di apprendere. E speriamo in un futuro migliore.
l'adultera perdonata
 
Entro nel silenzio: del corpo (cerco una posizione in cui stare comoda, ma concentrata e ferma), della mente, del cuore, della bocca. Prendo consapevolezza della presenza di Dio, che vuole parlarmi e invoco lo Spirito Santo. Leggo attentamente il brano. Se siamo in gruppo una persona proclama la Parola: Gv 8, 1-11 In silenzio rileggo, cercando di cogliere, anche sottolineando, le parole o frasi che attirano la mia attenzione, che suscitano un sentimento di commozione, di gioia, di timore, che provocano perplessità, incomprensione… Per cogliere il significato di alcune frasi o parole, è utile andare a leggere ciò che precede il brano che voglio meditare, o cercare in altri brani frasi simili. Si tratta di leggere la Bibbia con la Bibbia. È molto utile entrare nell’episodio descritto, fare la composizione del luogo: immaginare il posto, al situazione, le persone, l’avvenimento che viene narrato, e porre me stessa all’interno del racconto, trovare il mio ruolo; posso identificarmi con uno dei personaggi presenti, comunque è importante coinvolgermi in ciò che leggo. Medito. Se siamo in gruppo, una persona può suggerire alcuni spunti di meditazione. vv. 1-2: … si recò di nuovo nel tempio…. e si mise a insegnare loro. Nel tempio di pietra, Gesù che è il vero tempio in cui Dio si rivela, insegna. Lui stesso, Parola fatta carne, è l’insegnamento: la sua persona, le sue parole, i suoi genti. vv. 3-4: … una donna sorpresa in adulterio… L’adulterio era punito con la morte, perché considerato come un omicidio. Tradire l’amore significa uccidere. Il Dio della Bibbia considera adulterio il peccato di idolatria, perché Egli si considera e si comporta come lo Sposo del suo popolo, ma il popolo amato tradisce Dio/Sposo seguendo i propri idoli. Storia che si ripete sempre, anche nella nostra vita. Il peccato, ogni peccato è adulterio, perché ogni peccato è idolatria. Come Israele, noi cristiani e tutta la Chiesa siamo adulteri. Meritevoli di morte. vv. 6: … Gesù si chinò e si mise a scrivere con il dito per terra. Per due volte, in questo brano, l’evangelista nota che Gesù, in silenzio, si china a scrivere per terra, cioè sulle pietre del pavimento del tempio. Gesto misterioso. Proprio per questo ci interpella. Quando una parola della Scrittura ci sembra incomprensibile, troppo misteriosa… è su quella che dobbiamo fermarci, ascoltarla dentro… riascoltarla… Non inventarci delle spiegazioni, ma cercare nella stessa Scrittura una luce. Sono presente a questa scena e osservo Gesù e coloro che lo interpellano, e la donna là in mezzo… e Gesù che scrive sul pavimento… Che cosa mi dice questa scena, questo gesto di Gesù? Quando Dio dà la legge a Mosè, scrive con il suo dito sulle pietre. Scrive una legge che è atto di amore perché il popolo viva; è alleanza di amore con il suo popolo. I profeti, constatando l’adulterio del popolo, avevano annunciato un tempo in cui Dio avrebbe scritto la legge non più sulle pietre, ma nel cuore di carne dell’umanità. Il cuore di carne su cui è incisa perfettamente la Parola del Padre è il Cuore di Gesù. Se non siamo uniti a Lui dallo Spirito, i nostri cuori restano di pietra. Possiamo immaginare che forse Gesù, sulle pietre del tempio, scrivesse il pieno compimento della legge: l’amore. vv. 7-9: Chi di voi è senza peccato… Ci poniamo una domanda: se la donna era adultera, con quale adultero aveva commesso adulterio? Se era stata sorpresa in adulterio, dunque era stata sorpresa con un uomo. Ma era più facile condannare solo lei. E sono solo uomini quelli che la accusano. Non si parla di marito, eppure era il marito che decideva la morte della moglie. Ciò che è in ballo, ciò che interessa a scribi e farisei – esperti e osservanti della legge – è mettere alle strette Gesù, coglierlo in fallo, dimostrare ai presenti che è un impostore. Se dice di applicare la legge, che prevede la morte violenta, allora smentisce tutti i suoi insegnamenti sulla misericordia. Se dice di non ucciderla si mette contro la Legge di Mosè, è un bestemmiatore. Osservando la scena, non è possibile riconoscere il marito della donna, ma vediamo Gesù, il vero Sposo di Israele, della Chiesa, dell’umanità. E vediamo la donna, immagine di Israele, della Chiesa, dell’umanità, che ignora, dimentica, tradisce l’amore dello Sposo. È Gesù lo sposo, il giusto senza peccato, che può condannare l’adultera. E può condannare anche coloro che la accusano, perché nessuno è giusto davanti a Dio e il giusto pecca sette volte al giorno: così dice la Scrittura. Ma Gesù non è venuto a condannare; è venuto a salvare l’una e gli altri. Ciò che gli sta a cuore, perché si salvino, è che prendano coscienza di essere peccatori e dunque tutti bisognosi della sua salvezza, del suo amore. E infatti uno per uno se ne vanno. Nessuno è senza peccato. E resta Gesù solo con la donna, là in mezzo. “La misera e la misericordia” scrive Agostino di Ippona. Prima era in mezzo al cerchio degli accusatori. Ora è in mezzo al cuore misericordioso di Cristo: al centro della sua attenzione amorosa. Gesù ha rivendicato e manifesta in modo sublime la sua identità e la sua missione di Sposo. vv. 10-11: Gesù si alzò…. “Neanch’io ti condanno. Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Sorprende e commuove questo gesto di Gesù, che si alza in piedi davanti a questa donna, disprezzata perché adultera. E la chiama “donna”, come chiama sua Madre, la samaritana e Maria di Magdala. “Donna” cioè icona di Israele e dell’umanità, sposa amata da Dio. Alzarsi in piedi davanti a qualcuno significa onorarlo, rispettarlo. È ciò che fa Gesù davanti a ogni peccatore: non ci disprezza, non ci umilia. A volte, anche quando facciamo il bene siamo capaci di umiliare la persona che pure aiutiamo. Gesù, invece, ci rispetta, ci onora, perché in ogni peccatore egli riconosce l’immagine e somiglianza del Creatore, l’impronta del Padre nei figli, il volto sfigurato della Sposa. Davanti al peccatore, davanti all’adultera, Gesù non ignora la gravità del peccato, non la sminuisce, non dice: In fondo che male c’è? Passiamoci sopra, tanto lo fanno tutti… Il peccato ferisce, umilia la sposa di Dio, deforma, uccide i figli del Padre, quindi umilia e ferisce il Cuore del Padre e il Cuore del Figlio Unigenito. Ma Gesù è venuto proprio, con la sua morte e risurrezione, a risuscitare il peccatore dal male, a salvarlo, a vincere il peccato. E allora “Nessuno ha potuto condannarti, Donna. Neanch’io, il Giusto, ti condanno, perché la mia giustizia è salvezza. Accogli il perdono, rinunciando d’ora in poi al tuo peccato”. L’adultera è rigenerata sposa. Icona della speranza di Dio sui peccatori.
un tempo opportuno?
 
In Te Signore mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. Tendi a me l’orecchio, vieni presto a liberarmi. Salmo 31(30) La pandemia ha devastato molti paesi, uccidendo centinaia e centinaia di persone in breve tempo. Ascoltando da lontano sembrava una cosa incredibile, si è diffusa nei paesi europei, uccidendo migliaia di persone e ora è la volta dei paesi africani. Un animale non visibile ad occhio nudo, lo puoi vedere solo al microscopio. In breve tempo si è diffuso in tutto il mondo, uccidendo principalmente, medici, preti, infermieri, persone consacrate, tante persone di buona volontà. Oggi siamo tutti sottoposti alla quarantena, a separarci dai nostri familiari, a non farci visita, tutte le attività pubbliche sono paralizzate, a scuola i bambini delle classi iniziali già non stanno ascoltando la voce del loro insegnante, sono già nell’insegnamento a distanza attraverso esercizi forniti con i media come: televisione, WhatsApp, e-mail e altri mezzi. Figuriamoci nei luoghi più lontani, dove non ci sono molte possibilità di utilizzare questi mezzi di comunicazione, non c’è elettricità, non c’è la possibilità di internet, già molti dei loro genitori non hanno potuto andare a scuola, per cui mi chiedo: quale sarà il futuro di questi bambini. Insomma, ora viviamo con le maschere, divisi a causa di questo virus Covid19, non possiamo rendere omaggio al nostro familiare, amico, vicino quando intraprende il suo pellegrinaggio alla casa del Padre. Proprio a causa del Corona Virus, le autorità competenti hanno deciso di stabilire alcune regole, per contrastarne la diffusione. Con questo ci abbandoniamo nelle mani di Dio. Lui sa quello che fa, c'è un male che viene per il bene, da una parte si piange e dall'altra ci si rallegra. Gesù ha sofferto in modo tale da sopportare le nostre infermità, sputato, picchiato a morte, tutto per redimerci e consegnarci a Dio. Chissà che questa quarantena non sia il momento opportuno per approfondire la nostra Fede attraverso la preghiera, letture bibliche, rosario, meditazione su vari libri, breviario, adorazione e contemplazione di Gesù presente nell'Eucaristia. L'ultimo discorso di Mosè è: “... avete visto tutto ciò che Yahweh vostro Dio ha fatto, per amor vostro, a tutte queste nazioni; è stato il Signore tuo Dio che ha combattuto per voi. Vedete, l'ho distribuito per voi, come possesso per le vostre tribù ...”. Mi fido anche io, perché so che mi hai accompagnato quotidianamente nel mio cammino.
un cuore che vede
 
Carissime/i, nell’approssimarsi della celebrazione della Festa del Sacro Cuore di Gesù ricevete un abbraccio fraterno. Alcuni potranno celebrarlo quest’anno nell’Eucaristia, altri per mezzo della comunione spirituale nelle proprie case, l’essenziale è ringraziare per questo enorme dono dell’Amore che sgorga dal Suo Cuore e che è sorgente della nostra spiritualità e missione. Stiamo riprendendo lentamente gli impegni quotidiani che, a causa della pandemia, abbiamo dovuto lasciare. Anche se è buona cosa non abbandonare il vissuto in questo tempo: il silenzio – l’ascolto – la contemplazione. Chiediamo al Signore un cuore nuovo: “un cuore che Vede. Questo cuore vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente” [1]… “Dio guarisce la miopia dei nostri occhi e non lascia che il nostro sguardo si fermi in superficie … La persona contemplativa si esercita per guardare con gli occhi di Dio sull’umanità e sulla realtà creata, fino a vedere l’invisibile …”[2] Come il Buon Samaritano siamo chiamate ad essere il pellegrino che guarda con il cuore la realtà che lo circonda e con un cuore misericordioso accoglie quelli che soffrono. A nome del Consiglio auguro una Gioiosa Festa del Cuore di Gesù a tutti. Graciela VINCENT VAN GOGH, Buon samaritano, 1890 [1] Contemplate - Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica n. 59 [2] Contemplate - Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica n. 58
in pieno clima di salvezza
 
Riflessioni tolte da un ritiro di padre Albino Elegantealle missionarie di Bolognaper la festa di Pentecoste e del Sacro Cuore.(7 giugno 1987) Lo scambio delle consegne La Pentecoste è il giorno dello scambio delle consegne tra Cristo e lo Spirito Santo per la continuazione della redenzione e della santificazione degli uomini da parte dell’amore di Dio. Scambio delle consegne, per cui in questo momento noi viviamo in pieno clima di salvezza. Ecco il cammino della salvezza. Questo mi pare una cosa molto importante, perché siamo troppo portati a pensare che la salvezza sia opera del solo passato. Allora va particolarmente bene l’esortazione del salmo 94: “Ascoltate anche la sua voce; non indurite il vostro cuore come fecero i vostri Padri a Meriba, a Massa nel deserto, dove mi tentarono, mi misero alla prova. Ascoltate anche la sua voce”. La voce dello Spirito Santo che appunto continua quest’opera dell’amore di Dio, proteso alla salvezza, alla santificazione. Guardiamo agli atteggiamenti che noi possiamo avere in questo momento di pieno clima di salvezza. Lo facciamo con una osservazione del Marmion (un autore che qualche tempo fa era abbastanza in voga, adesso è un po’ passato), comunque ha della dottrina molto buona. Il Marmion osserva che, nei giorni della vita terrena di Cristo, molti andavano da lui, accoglievano l’invito alla conversione e di fatto cercavano nella misura delle proprie possibilità di impostare la loro vita quotidiana secondo l’indirizzo delle parole di Cristo e lo facevano, secondo la testimonianza in particolare di S. Luca, sotto l’azione dello Spirito Santo. Bello il pensiero di S. Ireneo: “Lo Spirito Santo, nel momento in cui Cristo si fece uomo, invase anche l’umanità di Cristo e di tutti coloro che andavano ad ascoltarlo”. Chi andava da Cristo obbediva alla voce dello Spirito Santo, chi invece aveva una fiducia accanita nelle proprie intuizioni e si manteneva refrattario ad ogni suggerimento di conversione che poteva venire dall’esterno, nel caso specifico dalla Parola di Cristo, costui lo faceva resistendo allo Spirito Santo. Questo si ripete anche oggi. Ecco perché ci tengo a sottolineare ancora una volta: siamo in pieno clima di salvezza. Chi ha la capacità di rinunciare al proprio modo di vedere per accettare quello tracciato da Cristo, lo fa sotto l’azione dello Spirito Santo. Chi invece è abbarbicato al suo modo di vedere e non c’è possibilità che la parola penetri nel suo cuore, costui resiste allo Spirito Santo. Ed è il famoso rimprovero che Santo Stefano rivolgeva ai Sinedriti, i quali molto probabilmente erano irreprensibili dal punto di vista delle prescrizioni legali, però non andavano oltre: “Voi resistete sempre allo Spirito Santo”. Che cosa può fare lo Spirito santo in noi “Il primo uomo divenne, secondo l’espressione cara a S. Ireneo, “la gloria di Dio”. L’argilla con cui era stato impastato ricevette il soffio di vita e allora l’argilla, vivificata da questo soffio, divenne la gloria di Dio, la creatura più bella, più espressiva della grandezza di Dio. Noi ci poniamo in questa sfera di grandezza, nello splendore della testimonianza che è nell’aspettativa di Dio e dei fratelli se, circostanza per circostanza, la nostra iniziativa personale avrà il coraggio di cedere il passo all’azione dello Spirito Santo, che è il soffio di vita capace di trasformare la povera argilla del nostro essere in un’immagine luminosa e continuata nel tempo di Cristo Risorto. Allora è chiaro che la nostra vita diventa l’esempio e la strada che conduce a Cristo. Ricordiamo l’espressione di San Paolo: “In qualunque posto andiamo, lasciamo il profumo di Cristo”. E questo capiterà anche di noi se, circostanza per circostanza, la nostra azione sarà capace di cedere il passo all’azione dello Spirito Santo … Stare sempre dalla parte della carità Per noi c’è il nostro essere Compagnia Missionaria. Lo Statuto al N° 9 dichiara “invisibile” pienezza della nostra vocazione al carisma dell’amore, senza l’aiuto efficace dello Spirito Santo. Impegniamoci durante la giornata: se i nostri sensi ci immergono nelle realtà materiali, in queste cerchiamo la via della nostra ascesa allo Spirito. In che modo? Stando sempre dalla parte della carità. “Tutto tra voi si compia nella carità”, dice l’Apostolo Paolo nella 1a lettera ai Corinzi (6,14). La preziosità degli atti di carità, che forse qualche volta sottovalutiamo perché siamo refrattari all’azione dello Spirito Santo, viene diminuita perché ci comportiamo secondo il nostro modo di vedere, mentre la preziosità degli innumerevoli atti di carità che possiamo compiere durante la giornata, sono indicati nella lettera ai Galati (5,22). Sicuramente questi atti di carità ci mettono dalla parte dei desideri dello Spirito Santo e ci fanno camminare da uomini del nostro tempo, circondati da questa realtà complessa, ma secondo la volontà dello Spirito: questo è importante. Non è la modalità che dobbiamo tener presente, è la sostanza! Se dunque vivo immerso in questa realtà che mi distrae in tutte le maniere, che moltiplica le iniziative, la creatività per suscitare i miei interessi e la mia distrazione, mi abbarbico a questi atti di carità che sicuramente piacciono allo Spirito santo che è Spirito D’Amore. Inoltre diventano una manifestazione della dolcezza, della pazienza, della grazia dello Spirito Santo è questo è tutto, sia come cristiani sia come membri della Compagnia Missionaria. L’ape fa scuola d’amore La festa del Sacro Cuore ci richiama a quello che Marta (missionaria) ha definito il “gesto semplice e profetico” della consegna di quell’immagine del Crocifisso dal Cuore squarciato. Nella consegna di questa immagine è stato detto che essa “diventa l’appello a farne il punto di riferimento vitale come membri C.M.” Non un riferimento qualunque, devozionale, ma vitale. Abbiamo appena detto che in tutte le manifestazioni della nostra vita dobbiamo renderci disponibili alla grazia dello Spirito santo, assurgendo dalle realtà materiali allo Spirito mediante la carità, per cui diventiamo manifestazione della grazia dello Spirito. Lo Statuto della Compagnia Missionaria al N° 9 ci dice che dobbiamo diventare segno visibile della presenza di Dio proprio attraverso la carità. Essa costituisce la “nota dominante” della nostra volontà di amore, altrimenti sono chiacchiere. L’atto di carità che io compio diventa nota dominante del mio servizio al carisma dell’amore. Inoltre il N° 9 specifica anche il sorriso, la comprensione, l’accettazione, la capacità di perdono e di ripresa integrale, senza lasciare strascichi. Quando Pietro chiese a Gesù se doveva perdonare 7 volte, Gesù rispose: “Non 7 volte, ma 70 volte 7”, cioè sempre. Qualsiasi atto di carità è sempre un superamento di se stessi. C’è una bella poesiola di R. Pezzani intitolata: L’ape che fa’ scuola d’amore. Il fiore disse all’ape affaccendata:“Sei davvero sfacciata;il nettare mi rubi e te ne vai,e un dono in cambio non mi lasci mai. Disse l’ape sincera: “Sono un’operaia della primavera, e tutto il giorno faccio miele e cera. Agli uomini piace tanto il miele mio e la cera che arde piace a Dio. Se quello che abbiamo non lo diamo di cuoreChe diremo allora al Signore?”“Prendi quello che vuoi, rispose il fiore, mi hai insegnato che cos’è l’amore”. Semplicissima, ma molto bella. La nostra ape è il Cuore ferito di Cristo. Ecco perché torno ad insistere: cerchiamo di fissare piccole zone della nostra giornata e facciamo in modo che sia una contemplazione piena di intensità, di tenerezza, di riconoscenza. Allora il Cuore di Gesù ci insegna che cos’è l’amore, anzi ci provoca all’amore. Voi dovete arrivare fino a qui. Quel giorno che stavo facendo un lavoro materialissimo, mi sono innervosito pensando a tanta gente che tendeva la mano, poi ho visto l’immagine del Cuore trafitto e ho pensato: “Che cosa importa allora il posto dove sono? L’importante è che io diventi come Cristo”. Ecco l’immagine che mi ha provocato e mi sono detto: “Anche se dovessi rimanere così per tutta la vita ...”. Cristo non si è staccato da solo dalla croce, l’hanno staccato gli altri. Lui sarebbe rimasto lì per l’eternità. E’questa la lezione che mi dà il Cuore ferito di Gesù. Naturalmente anche qui ci vuole un motivo, perché essere sempre nell’atteggiamento dell’ape che attinge e dà, non è facile. Noi siamo troppo abbarbicati a noi stessi, siamo troppo stretti nelle morse dell’egoismo. Ho cercato nella Sacra Scrittura e ho trovato un brano del discorso che San Paolo ha fatto agli anziani di Efeso: “E ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati. Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci della Parola del Signore: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”. (Atti 20, 32 – 35) Noi dobbiamo tenere abitualmente presente questa parola del Signore, custodirla nel nostro cuore. Purtroppo noi ci stanchiamo di dare, di dare in continuità; eppure Gesù ha detto e forse ne abbiamo fatto anche l’esperienza, che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
n. 2- giugno
 
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Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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