Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
maria nostro modello nella fede
Il nostro discernimento vocazionale secondo
l'esempio di Maria.
Molto diversa da questa è la figura della
donna che emerge dai racconti evangelici a lei correlati: una pellegrina della
fede, che sta gradualmente scoprendo la sua vocazione e missione. Per lei, come
per ogni giovane donna, “il discernimento vocazionale non si completa con un
singolo atto, sebbene nella narrazione di ogni vocazione sia possibile
identificare momenti o incontri decisivi. Come tutte le importanti realtà della
vita, anche il discernimento vocazionale è un lungo processo, che si sviluppa
nel tempo, durante il quale si deve continuare a vegliare sulle direzioni con
cui il Signore determina e specifica una
vocazione, che è personale e
irripetibile ».
La risposta di
Maria alla Parola ascoltata è quella di una persona di fede, che crede nella
promessa di Dio e nella potenza della sua Parola. Quando sente le prime parole
dell'Angelo, è turbata e perplessa, sorpresa. Non tanto per quello che le viene
detto, ma per averlo detto a lei. L'annuncio della sua divina maternità solleva
in lei, non il dubbio , ma la domanda sulla Fede che interroga e cerca, la
domanda di coloro che hanno uno sguardo realistico sulla sua condizione:
"Come sarà se non conosco un uomo?" Lc. 1, 34). Poi arriva il
completo consenso, la totale disponibilità, l'abbandono nella Fede: "Ecco,
l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola" (Lc 1,38).
Maria è l'ascoltatrice della Parola. La sua Fede è quella della donna che
ascolta la Parola di Dio e le risponde ogni giorno in preghiera. Dio chiama ma
non impone, chiede sempre la nostra risposta. Possiamo accettare o rifiutare.
Maria accettò in completa libertà; poiché era completamente era disponibile all'amorevole volontà di Dio.
Si è donata completamente a Dio e ha creduto in Lui in ogni istanza del suo
essere e quindi "tutte le generazioni la chiameranno Beata". (Lc
1,38).La missione di Maria è di dare Gesù al mondo.
È la prima
evangelizzatrice, la prima a portare la Buona Novella della salvezza. Maria è
la fedele compagna di Gesù, lo segue fino alla croce. Con il silenzio
accompagna la missione di suo Figlio identificandosi pienamente con Lui. La sua
vita è tutta incentrata su Gesù. Questo modo di essere è assolutamente
suggestivo per noi che cerchiamo di seguire Gesù nella Compagnia Missionaria,
perché accettare la missione implica la volontà di rischiare la vita e di
seguire il cammino della croce, sulle orme di Gesù, con determinazione e
umanità. Solo se uno rinuncia ai propri bisogni, lo spazio sarà aperto per
ricevere il piano di Dio nella vita consacrata come membro del CM, seguire
rigorosamente la specifica spiritualità e cercare seriamente il bene comune.
Soprattutto dove l'amore e la pace sono più profondamente segnati
dall'individualismo, è necessario accertare quanto le scelte siano dettate
dalla propria autorealizzazione o dalla volontà di vivere la propria esistenza
nella logica del generoso dono di se stessi. Il cammino della vocazione e
missione di Maria è estremamente stimolante per noi CM. “Lei, che in ogni fase
della sua esistenza accoglie la Parola e, come serva, “ meditando su di essa
nel suo cuore ”(Lc 2,19), è stata la prima a seguire questa strada.
Ognuno di noi può
scoprire nella vita di Maria lo stile di ascolto, il coraggio della fede, la
profondità del discernimento e la dedizione al servizio. È stata anche chiamata
a vivere i suoi progetti, imparando ad offrirsi e ad avere fiducia, non
sentendosi sola, ma pienamente amata e sostenuta da Dio. Consapevole che Dio è
con lei, Maria apre il suo cuore all' ECCOMI! Inaugurando in questo modo la via del Vangelo (Lc 1,38). Ai suoi occhi
ogni giovane può riscoprire la bellezza del discernimento e nel suo cuore può
sperimentare la tenerezza dell'intimità e il coraggio della testimonianza e
della missione.
La benedizione di Papa Francesco in Mozambico ha
lasciato le seguenti parole di incoraggiamento: se il nostro cammino è radicato
nella fonte dell'Amore, che è Dio, allora c'è anche il movimento reciproco: dai
fratelli a Dio; L'esperienza della comunione fraterna mi porta alla comunione
con Dio. Essere uniti tra noi ci porta ad essere uniti con Dio, ci porta a
questa connessione con Dio che è nostro Padre, la nostra fede ha bisogno del
sostegno degli altri, specialmente in tempi difficili. Se siamo uniti, la fede
diventa forte.
Che bello sostenersi a vicenda
nella meravigliosa avventura della fede! Seguiamo questo percorso con fiducia,
con gioia. Un cristiano deve essere gioioso con la gioia di avere tanti
fratelli battezzati che camminano con lui; percorri questa strada con gioia!
vivere con radicalità
"Nell'Ecce
venio di Cristo e nell'Ecce ancilla di Maria è compendiata tutta la nostra
vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le nostre promesse" (P. Dehon)
Miei
fratelli e mie sorelle,
oggi ci troviamo ad essere
protagoniste/i di un tempo di prova per tutta l’umanità ed allo stesso tempo di
Grazia, poiché in questa realtà il Signore parla e sentiamo il suo abbraccio di
amore che, assieme all’abbraccio di Maria, ci sostiene.
In questa Quaresima stiamo
ripercorrendo con Gesù il deserto che ci permette di sperimentare il silenzio,
la preghiera, la contemplazione, centrati nella Comunione e nell’Oblazione,
come ci è accaduto poche volte nel corso delle nostre vite. Con fiducia
camminiamo verso la Pasqua, perché “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap.
21,5).
Come Famiglia CM il Signore ci invita a
vivere con radicalità il nostro carisma magnificamente espresso nello Statuto e nel Rdv n. 10:
“La vita d'amore così vissuta farà
di noi un complemento reale dell'immolazione di Cristo e ci renderà
cooperatrici di redenzione all'interno del mondo.
Per
questa finalità valorizzeremo tutta la nostra vita con le sue gioie e speranze,
con il suo peso di lavoro, di fatica e di prova, in comunione con le sofferenze
e la morte di Cristo (cfr. Col.1,24)” (Statuto)
“Come
San Giovanni, vediamo nel Cuore Trafitto di Cristo il segno di un amore che,
nel dono di sé, ricrea l'uomo e la donna a immagine di Dio. Siamo chiamate ad
inserirci in questo movimento dell'amore redentore mediante:
*l'unione
con Cristo e la solidarietà con tutta l'umanità e il creato, offrendoci al Padre come oblazione viva,
santa e a lui gradita (Rom. 12,1) in tutte le espressioni della nostra vita: il
lavoro, le relazioni con le persone, le circostanze liete o tristi ...;
* la "preghiera di oblazione"
recitata ogni mattina e la nostra piccola preghiera di offerta ripetuta
durante la giornata (Regolamento
di vita)
Come stiamo vivendo oggi
la nostra missione? Ciascuno/a sta cercando di farlo con creatività, usando le
reti sociali che ci permettono di stare vicini nell’ascolto, condividendo
parole di incoraggiamento e preghiera. In alcuni casi avendo cura dei familiari
e vicini vulnerabili con necessità speciali. Altri con il loro lavoro
condividendo i propri doni.
Ringraziamo Dio che ci
permette di avere cura delle nostre missionarie e delle nostre famiglie che in
questo tempo sono provati da questa pandemia. Continuiamo pregando affinché
presto abbia fine questa grande prova ed impariamo come umanità ad avere
maggiore cura gli uni degli altri ed a ritrovare l’essenziale. Ci aspettano
tempi di ricostruzione non solo economica ma anche sociale e politica nelle
quali dovremo essere protagoniste.
Cristo ha vinto la morte, in Lui abbiamo la Vita Nuova, Lui è la nostra
Speranza.
Ricevete da parte del
Consiglio Centrale e da parte mia un fraterno abbraccio ed il nostro
AUGURIO DI UNA
SANTA PASQUA
DI RESURREZIONE
In comunione
Graciela
tutto alla luce di dio
La
meditazione che presentiamo è
continuazione dei pensieri spirituali, relativi alle Assemblee CM,
pubblicati in “Vinculum” 3/2019
Prendiamo come
programma di comportamento la figura di Mosè: sempre nel disbrigo della nostra
missione come consacrate CM, ma in particolare nel lavoro dell’Assemblea … Il
Cardinal Martini commentando un altro passo del cammino del popolo di Israele
verso la terra promessa, osserva che “la responsabilità di Mosè è grande, al
punto che non riesce a rispondere a tutto quanto gli viene richiesto. Il popolo
che gli è stato affidato è difficile, esigente, facilmente pronto a mormorare.
Come esce il grande Mosè da questa situazione di schiacciante responsabilità?
Attraverso la riscoperta della funzione fondamentale della sua missione: l’intercessione.
Egli si pone davanti a Dio con la preghiera. Una preghiera ardita che, a volte,
arriva a porre al Signore domande quasi accusatrici. Ad es. “Perché hai trattato così male il tuo
servo?” (Num 11,11). A volte sembra volergli suggerire ciò che, a suo
parere, è meglio: “O mi ascolti e perdoni
al tuo popolo. Altrimenti cancellami dal tuo libro” (Es 32,32).
Attraverso la preghiera
Mosè si fa accompagnare nel suo cammino da Dio. E Dio si fa collaboratore della
sua fatica e della sua missione travagliata. La figura di Mosè, intercessore
e mediatore tra Dio e Israele rappresenta per noi un programma di
comportamento, soprattutto per il lavoro dell’Assemblea. Domandiamoci:
Con quale spirito
siamo venuti a questo appuntamento di studio e di lavoro. Per farne un
trampolino di lancio delle nostre vedute umane o per riflettere e risolvere
tutto nella luce di Dio?
Quale spazio
vogliamo lasciare a Dio perché in ogni circostanza, egli sia efficace nella sua
collaborazione? Ricordiamo la prassi del 1° Concilio di Gerusalemme: ”Abbiamo deciso lo Spirito santo e noi”
(Atti 15, 28). Proponiamoci allora di vivere con intensità di presenza e di
attenzione i momenti di preghiera. Sono momenti di lode di Dio, della
consultazione della sua volontà, del suo sacrificio di ogni idea troppo nostra
… perché tutto sia portato avanti e risolto con Dio, nel dono inestimabile
della pace.
Maria,
nostra Maestra di vita
La benedizione di
Dio è scesa sulla Compagnia Missionaria, fin dal suo primo vagito, attraverso
Maria. Si legge infatti nella cronaca degli inizi della nostra Famiglia che il
24 dicembre 1957, durante il ritiro che ha preparato l’apparire del primo
Gruppo CM sulla ribalta della Chiesa, la nostra Famiglia è stata consacrata a
Maria eletta responsabile Centrale e perpetua …
Una domanda
necessaria per verificare l’autenticità della nostra fede e del particolare
dovere di riconoscenza che come membri CM, dobbiamo a Maria: ”Fino a che punto
Maria ci vede associati/e alla sua missione specifica: l’accoglienza di Gesù e
la sua manifestazione al mondo nelle espressioni del nostra vivere
quotidiano?”. Maria è colei che medita sugli avvenimenti che hanno impresso una
svolta alla sua vita. Nella meditazione di Maria c’è il segno e il segreto
della sua grandezza, della sua capacità di collaborare al progetto salvifico di
Dio.
Il silenzio e la meditazione sono la strada maestra per
giungere alla pace. Il rumore e la frenesia sono spesso occasione e causa di
conflitti. Solo in un clima di silenzio e di riflessione si possono dire le
cose che si hanno nel cuore e ascoltare l’altro fino a capire le sue ragioni,
accogliere la sua verità, segnalare le differenze che ci distinguono da lui,
senza per questo spezzare l’amicizia …
Ma il silenzio e
la meditazione sono soprattutto la condizione per ascoltare la parola di Dio e
farla scendere nella nostra vita. Se poi crediamo che Dio, in Cristo, ci ha
reso suoi figli adottivi, allora dobbiamo ascoltare la sua parola con
l’attenzione con cui ascolteremmo un messaggio prezioso, esclusivo per noi,
decisivo per la nostra vita e la nostra santità. La bontà della Vergine
santissima ci ottenga da Dio la fedeltà di camminare quotidianamente sulle sue
orme.
(Assemblea 2001)
“O Padre, che esaudisci sempre la voce dei tuoi
figli, ricevi il nostro umile ringraziamento, e fa’ che in una vita serena e
libera dalle insidie del male, lavoriamo con rinnovata fiducia all’edificazione
del tuo regno. Per Cristo nostro Signore”.
Con questa liturgia eucaristica che
stiamo per concludere si conclude anche la celebrazione del 50° anno di vita
della Compagnia Missionaria. Ha inizio un nuovo periodo che vorremmo emulo del
primo in fervore di vita e di donazione alla spiritualità e alla attività
apostolica che la provvidenza di Dio ha assegnato alla Compagnia Missionaria.
Mi pare che per questa finalità la
Sacra Scrittura ci offra un quadro di vita e di azione sul cui esempio sia da
modellare quanto è oggi negli aneliti di tutti i membri dell’Istituto. Il
quadro Scritturale lo troviamo nel “Primo Libro di Samuele” che inizia con la
presentazione di una donna, la futura madre del profeta Samuele, profondamente
travagliata dalla sua condizione di donna sterile. Al tempio di Silo prega con
forte insistenza e lacrime che Dio la tolga da questa situazione, che in quel
tempo era considerata una situazione di vergogna. “Se mi darai un figlio maschio, io l’offrirò al Signore per tutti i
giorni della sua vita” (1 Sam 1,11). Il sacerdote Eli, appreso che era il
dolore e l’amarezza della situazione a suggerire a quella donna quanto esponeva
al Signore, “Va in pace -- le disse -
e il Dio di Israele ascolti la domanda
che gli hai fatto” (1 Sam 1,17).
E avvenne proprio cosi. Al finir
dell’anno Anna partorì un figlio che chiamò Samuele. L’esempio che abbiamo
colto dalla Sacra Scrittura segna la via del nostro ricambio riconoscente per
il periodo di servizio e di bene che il Signore apre davanti alla nostra
generosità. Non temiamo la nostra debolezza e la facilità, a cui purtroppo
siamo soggetti, di dimenticare le nostre promesse. Abbiamo detto nel Salmo di
ringraziamento, recitato prima della S. Messa, che: “Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con
cuore sincero (Salmo 145,18).
E cosi sia, sempre, in piena verità e in
sovrabbondanza di aiuto …
E
con la celebrazione dell’Assemblea Generale iniziamo un secondo, nuovo periodo
di vita della Compagnia Missionaria, che, come ho detto, desidererei vissuto da
me e da tutta la CM nella piena coerenza e nella piena fedeltà.
L’obbiettivo base che ci
proponiamo, a cominciare dall’Assemblea Generale, è tutto nel responsorio che
la santa Chiesa ci ha fatto recitare molto frequentemente nel tempo di Avvento:
“Gerusalemme, città di Dio, su di te
sorgerà il Signore. In te apparirà la sua Gloria”.
Gerusalemme è figura di ciascuno di
noi, e noi dobbiamo essere rivelazione della santità e della grandezza di Dio.
Il mondo laico è questo che si
aspetta. E potrebbe non aver bisogno d’altro, da noi, per vivere con lealtà e
fervore la sua fede cristiana. Diceva il Mauriac (scrittore francese e buon
cattolico): “Per me la predicazione più
efficace del sacerdote è sempre stata la sua vita: io lo guardo e ciò mi
basta”. E' questa la viva preoccupazione della liturgia della
Chiesa che, ad esempio, nella Colletta del 4 gennaio mette sulle labbra del
sacerdote l'invocazione. "Dio
onnipotente, il Salvatore che tu hai
mandato, luce nuova all'orizzonte del mondo, sorga ancora e risplenda su tutta
la nostra vita …".
Se sapessimo
mettere tanta fedeltà e tanto amore nella missione che il Signore ha messo
nelle nostre mani! Ad esempio: noi siamo stati eletti per l’Assemblea Generale
dove si trattano e discutono tante cose che domandano un nuovo respiro di
donazione, di accettazione, di vitalità per una CM splendida ... So darne
l'esempio con la mia impostazione di vita, o ne svilisco il valore, l'urgenza
nel racconto di piccole cose, in rilievi senza significato o forse anche in
qualche mormorazione? ... Vorrei che la mia parola di questa mattina fosse un po' come il riepilogo di quanto
abbiamo meditato in questi giorni. Mi introduco con un pensiero di S. Agostino.
"E' venuto - egli dice - il
Signore, maestro di carità, e ci ha insegnato che tutta la Sacra Scrittura (la
Legge e i Profeti) si fonda sui due precetti dell'amore … Essi non si devono
mai cancellare dal nostro cuore. Sempre, cioè in ogni circostanza dobbiamo aver
presente che bisogna amare Dio e il prossimo. Dio con tutto il cuore e il
prossimo come noi stessi …" "Infatti - specifica S. Paolo - vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le
sue azioni e avete rivestito il nuovo … a immagine del Creatore. Nel suo
giudizio e nella sua valutazione non c' è più greco o giudeo, circonciso o incirconciso, barbaro o Sciita,
schiavo o libero, ma Cristo è tutto in
tutti. Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, di sentimenti che siano copia
sentimenti, cioè di misericordia e di bontà" (Col. 3,10-12).
Quando prenderemo
tutto questo come programma di vita? Oggi stesso! Il Signore ci ha fatto il
dono della grazia di partecipare all'Assemblea. Dobbiamo tornare ai nostri
Gruppi portando la nostra fisionomia tutta luminosa di serenità e di amore.
(Assemblea 2007)
Dagli scritti di p. Albino
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Assemblea 2013. Dalla Relazione finale della
Presidente Anna maria Berta:
“Per la prima volta è assente p. Albino
Elegante perché ormai impedito dalla malattia. Ecco l’ultimo suo messaggio in risposta ai miei auguri di buon natale:
“Carissima Anna Maria… ti scrivo anche per un
motivo strettamente personale che riguarda la tua appartenenza alla CM. Nella
prossima estate la Compagnia Missionaria celebrerà l’Assemblea. E’ una
circostanza di un forte impegno per la nostra famiglia. Ci impegneremo a
prepararci spiritualmente con la recita della bella preghiera al “Cuore Trafitto” dove si supplica incessantemente il
Cuore di Gesù per la Compagnia Missionaria. Auguri a te e a tutti. Con affetto
P. Albino (Bologna 7 dicembre 2012)
l'eccomi di maria nel quotidiano
«Ecco
la serva del Signore» (Lc
1, 38)
È una risposta personale. Maria accoglie
nella sua persona l’intervento di Dio nella storia umana. Non si tratta,
dunque, solo di una storia tra Dio e lei.
Sempre, quando Dio entra nella vita di una
persona lo fa per il bene dell’umanità. Perciò la risposta della persona
interpellata da Dio è risposta personale, ma non individuale. È una risposta
per l’umanità, a nome dell’umanità. Un ”no” ferirebbe e impoverirebbe tutta
l’umanità. Un “sì”, come quello di Maria, è a beneficio di tutta l’umanità. Il
“sì” di Gesù ha redento l’umanità, che essendo prima solidale nel peccato, è
poi diventata solidale nella salvezza. Gesù, solidale con tutta l’umanità
peccatrice, ha offerto la sua obbedienza per tutti e lui, primogenito, ci ha
resi tutti suoi fratelli nella grazia. Da questa fede scaturisce la
spiritualità della riparazione trasmessaci da p. Dehon, che essenzialmente
significa dire “Eccomi” al posto di chi non risponde o rifiuta.
Maria si definisce serva. Il suo modo, però, di ascoltare
e rispondere al messaggero di Dio non è da schiava, da persona sottomessa e
costretta a subire, ma è piuttosto un modo che esprime una obbedienza fiduciosa
e amorosa, un’attesa che si compia il progetto in cui Dio la coinvolge. È figlia. Figlia si Sion, perché così si
percepisce il popolo che il Signore ha scelto come primogenito, secondo la
parola dei profeti e dei salmi. E la figlia di Sion è anche la sposa che Dio ama. La sposa che gioisce
per lo sposo, come lo sposo gioisce per lei.
«Nessuno
ti chiamerà più Abbandonata,
né
la tua terra sarà più detta Devastata,
ma
sarai chiamata Mia Gioia
e
la tua terra Sposata,
perché
il Signore troverà in te la sua delizia
e
la tua terra avrà uno sposo.
Come
gioisce lo sposo per la sposa,
così
il tuo Dio gioirà per te»
(Is 62, 4-5).
«Rallégrati,
figlia di Sion,
grida
di gioia, Israele,
esulta
e acclama con tutto il cuore,
figlia
di Gerusalemme!
Il
Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è
un salvatore potente.
Gioirà
per te,
ti
rinnoverà con il suo amore,
esulterà
per te con grida di gioia»
(Sof 3, 14.17)
L’eccomi
di Maria è risposta di sposa, di figlia/serva. A servizio del progetto di Dio,
Maria è a servizio dell’umanità che Dio vuole salvare anche con la sua
collaborazione, rendendola madre del Salvatore. Il suo eccomi è obbedienza a Dio per l’umanità e a nome dell’umanità, che
lei rappresenta.
Maria ci testimonia la solidarietà
umana. In lei Dio prende la carne dell’umanità, diventa carnalmente solidale
con l’umanità e così diventa possibile la salvezza per tutti coloro che hanno
la stessa carne e lo stesso sangue.
«Poiché
dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso
modo ne è divenuto partecipe» (Eb
2,14)
L’eccomi di Maria non è solo una parola, ma si esprime in diversi
atteggiamenti, che devono diventare nostri per dare concretezza al nostro eccomi, personale ed ecclesiale.
Silenzio. Solo il silenzio permette l’ascolto, la
contemplazione, la sapienza.
Ascolto di Dio e dell’umanità. Nell’ascoltare e
accogliere il progetto del Padre, Maria ascolta anche la storia di Elisabetta e
se ne rende partecipe; va in fretta a condividere la gioia di un progetto
d’amore che le unisce in modo sublime e che le rende capaci di una vera lode al
Signore. Nel cantico che sgorga dal cuore e dalle labbra di Maria in casa di
Elisabetta, ella esprime tutta la sua capacità di ascolto della storia di
Israele e dell’umanità; un ascolto così profondo e illuminato dalla Parola che
le permette di riconoscere quella storia come il luogo dell’agire di Dio, un
agire sorprendente e assolutamente diverso da quello umano e per questo
illuminato dalla sua misericordia.
Contemplazione, cioè l’attitudine a osservare la storia,
il vivere quotidiano, alla luce della memoria
di ciò che Dio ha operato e opera nella sua vita e nella vita del popolo;
l’attitudine a conservare nel cuore ciò che vede e ascolta, anche quando non
può immediatamente comprendere, nella certezza della fede che Dio è all’opera.
Nei Vangeli stupisce il silenzio
contemplativo e orante di Maria dalla culla alla croce e dopo la risurrezione
fino alla Pentecoste.
Il silenzio, l’ascolto, la contemplazione
conducono Maria al servizio. Un servizio vissuto nella libertà dell’amore. Un
servizio che, infine, conduce alla pienezza della gioia.
Tutto questo Maria lo vive in un semplice e
povero quotidiano, segnato da fatiche e tribolazioni, attese e speranze, gioie
e angosce, persino persecuzione e morte. Da Nazaret a Betlemme, da Betlemme in
Egitto, dall’Egitto a Nazaret a Gerusalemme a Cana, fino al Golgota e infine in
casa del discepolo amato: Maria è sempre la donna dell’eccomi, la serva del Signore e dell’umanità. Per questo è la Madre
del Salvatore che ha vinto la morte, la Donna che vince il maligno, la Sposa
del gran Re, la Regina. Perché per i discepoli del Signore regnare è servire.
Esattamente come lo è stato per il Maestro e Signore.
Il cammino dell’eccomi di Maria è lo stesso
su cui devono incamminarsi i discepoli del Signore. Noi Chiesa. Noi Compagnia
Missionaria. Noi umanità bisognosa di salvezza e chiamata a collaborare
all’opera della redenzione.
L’ascolto
della Parola ci mette alla scuola dello Spirito e ci permette di avere i
pensieri e i sentimenti di Cristo.
«1Anch'io,
fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di
Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza. 2 Io
ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo
crocifisso. 3 Mi presentai a voi nella debolezza e con
molto timore e trepidazione. 4 La mia parola e la mia
predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla
manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5 perché
la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
16Ora,
noi abbiamo il pensiero di Cristo» (1Cor 2,1-5.16).
«
5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti
di Cristo Gesù: 6 egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un
privilegio l'essere come Dio, 7 ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo, 8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. 9 Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra
di ogni nome, 10 perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli,
sulla terra e sotto terra, 11 e ogni lingua proclami: "Gesù Cristo è Signore!",
a gloria di Dio Padre» (Fil
2,5-11).
Come per Maria, dall’ascolto obbediente
scaturisce il servizio concreto,
fattivo, responsabile, intraprendente. Non è Dio che ordina a Maria di andare
da Elisabetta, ma quando ci si pone a servizio di Dio, inevitabilmente,
necessariamente ci si pone a servizio dell’umanità, delle persone concrete.
Chiediamoci, però, cosa intendiamo per
servizio. Guardiamo ancora Maria. Possiamo giustamente pensare che abbia svolto
servizi domestici in casa di Elisabetta, che l’abbia aiutata a preparare
l’occorrente per il nascituro, che le sia stata vicina nel parto. Ma il Vangelo
di Luca, che mette in evidenza la “fretta” di Maria nel partire per la Giudea,
non parla di tutto questo, non si preoccupa di dire quale aiuto ella abbia dato
alla sua parente. Pone in piena luce, invece, un servizio straordinario, quello
che solo lei poteva fare: condividere il dono dello Spirito di cui era colma e
annunciare le grandi opere del Signore. Il servizio per eccellenza che non
disdegna tutti gli altri servizi, anzi li illumina di senso.
Così a Cana, la sapienza della Madre di
Gesù, che le viene dalla Parola e dallo Spirito, non solo le apre gli occhi su
una necessità materiale (la mancanza di vino nella festa di nozze) ma la guida
a intuire in suo Figlio la presenza del vero sposo che dona la gioia del vero
vino nuovo. Si fa così strumento che apre la via alla prima rivelazione e
manifestazione di Gesù e fa sbocciare la fede dei discepoli.
In circostanze squisitamente umane come la
nascita di un figlio e una festa di nozze, Maria vive in tutta semplicità, ma
con grande senso di responsabilità e di concretezza, il suo servizio sapiente.
Umile, ma non banale. Da lei impariamo che non c’è luogo o circostanza del
nostro vivere quotidiano dove non sia possibile essere a servizio non solo
delle necessità umane, ma del progetto di salvezza di Dio.
L’obbedienza al servizio esprime la
consapevolezza della solidarietà umana, perché l’ascolto della Parola ci rende
abili ad ascoltare i bisogni umani, quelli veri, più profondi, non quelli
indotti dalle mode, dalla mondanità, dal consumismo, dalle dipendenze, dalle
ideologie. L'ascolto della Parola ci educa a vedere e ascoltare con gli occhi e
con il cuore di Dio. Allora la solidarietà umana non sarà solo un impegno
morale, ma semplicemente la percezione di una realtà nella quale siamo immersi
e che ci realizza come persone e come figli del Padre.
L’ascolto e il servizio, in tutte le
circostanze della vita, ci immergono nella gioia, anche faticosa, di
riconoscerci sempre più persone,
cioè relazione, salvandoci dalla
solitudine amara e vuota di pensarci o volerci singoli individui. L’ascolto e
il servizio ci fanno crescere nella gratitudine di saperci uniti nella stessa
carne, in quanto umanità, e nello stesso Spirito, in quanto Chiesa.
ECCOMI è la parola e l’atteggiamento che
esprimono una relazione di amore. È risposta di amore.
L’ECCOMI di Maria è l’eco perfetta
dell’ECCOMI di Dio all’umanità e di Gesù
al Padre e a noi.
L’ECCOMI di Dio al mondo passa attraverso
il mio e nostro ECCOMI, perché Dio è una carne sola con me, con noi.
Lucia
Capriotti
corso di formazione permanente del gruppo di porto
Ciao carissime missionarie, amici e amiche
della Compagnia Missionaria.
Il gruppo di Porto (come
al solito) si è riunito dal 22 al 25 febbraio, approfittando del periodo di
Carnevale, per favorire le missionarie
che lavorano.
Il tema scelto per la riflessione è stato:
"ATTI
DELLA IX ASSEMBLEIA G.O."
Tre Missionarie hanno scelto di partecipare
alla “Settimana Di Studio Della Vita Consacrata”, che si è tenuta a Fatima nella stessa data.
Dopo aver accolto e ascoltato Martina,
arrivata dall'Italia il giorno prima, Lúcia ha presentato il lavoro su gli
Atti che, ci erano già stati consegnati
un mese prima, per prenderne visione e facilitare così la riflessione di questi
giorni.
Lúcia ha indicato anche un metodo di lavoro e
ha consigliato di iniziare a leggere da pagina 6
a 23 partendo dai titoli per focalizzare l’attenzione su ciò che
veniva indicato.
Abbiamo formato due gruppi di lavoro e abbiamo
preso in esame le seguenti domande :
1 ° Cosa troviamo più significativo?
2 ° Cosa c'è di più impegnativo per noi?
3 ° In quali aspetti troviamo le maggiori
difficoltà?
PLENARIA
- Formazione del Consiglio centrale:
1°
Il primo aspetto importante è stato il decentramento del Consiglio Centrale,
che fino a quest’ultima Assemblea, la
Presidente e la Vice-Presidente risiedevano a Bologna / Italia nella casa
madre. Ora invece le cose sono cambiate, Presidente e membri del Consiglio
centrale risiedano in diversi paesi e continenti. Questo è di grande importanza
per l'internazionalità e la multiculturalità dell’Istituto. Un altro aspetto
significativo è stata la nomina di una segretaria per supportare il Consiglio
centrale e occuparsi anche degli Archivi, per i quali, deve rimanere in Italia.
2 ° Questo cambiamento richiede molto più sforzo e creatività, è un
salto di qualità, come è stato detto in Assemblea è "... un vento di
rinnovamento ... di apertura allo Spirito, di maggiore consapevolezza da parte
di ogni singolo CM.
3 ° In relazione al CC, il percorso sta
procedendo, non ci sono echi di difficoltà, anche se da parte dell'una o
dell'altra missionaria, si avverte un certo disagio.
- La formazione delle aspiranti nel
contesto africano:
Su questo aspetto, il Gruppo Porto è molto
favorevole nell'accogliere le giovani per la formazione, è anche una risorsa per l'animazione vocazionale. È
necessario continuare a indagare su come facilitare il visto di soggiorno, sia
in Portogallo che nel paese di origine, i visti SCHENGEN, ma di lunga durata.
Amministrazione ed equipe economica
Per quanto riguarda la questione, il Gruppo
non ha commentato molto, riferendosi solo alla difficoltà di sostituire
l'Amministratrice anche se si ricorresse ad un commercialista credibile. Questa
è un'altra questione che ricade sulle spalle del CC.
Assemblea dei familiares
Il Gruppo è già a conoscenza di questo
evento, per questo sta seguendo la preghiera, l'uno o l'altro ha già letto i
testi di preparazione, Teresa Castro sta pensando di partecipare all'Assemblea
e dopo, dare un aiuto per sostenere Monguelfo.
Il corso di formazione, oltre ai temi da
noi scelti ogni anno, ha momenti molto forti di preghiera, comunione,
condivisione e sostegno negli acquisti e nei pasti, ecc.
Un abbraccio,
Laura
Gonçalves
tempo di fraternità
Del 17 al 23 de febrero en Córdoba Argentina hemos vivido acontecimientos llenos de gracia.
Se realizó el retiro anual donde participamos misioneras de Chile y Argentina, familiares y amigas de la CM. El Juan Domingo Griffone, scj nuevo Provincial predicó y acompañó el p. Guillermo Exner. Al finalizar el mismo hemos vivido varias celebraciones que renovaron nuestro Si al Señor en la CM.
Realizaron sus promesas dos nuevas familiares Elva y Alicia que viven en Carlos Paz - Córdoba. También renovó sus votos Ely misionera de Chile e ingresó al Periodo de Orientación Yilda Pasotti que vive en San Martín - Chaco. Damos gracias por todas estas bendiciones y acompañamos con la oración a estas hermanas.
Se realizó la Asamblea latinoamericana en la que participamos las misioneras de los grupos de Chile y Argentina un encuentro fraterno y fecundo.
Graciela Magaldi
Come ogni anno, noi missionarie cilene ci troviamo con il gruppo dell’Argentina per fare insieme
gli esercizi spirituali. Quest’anno ci è stato proposto di andare qualche giorno prima per
trascorre insieme a Villa Carlos Paz – Cordova, giornate di fraternità. Ho accettato l’invito e sono partita
sperando di trovare anche Letizia,
Andrea e Irma che avevano programmato queste giornate.
La casa che ci ha accolto ci
ha sorpreso. E’ una struttura chiamata:
”Casa dell’amicizia”, un’opera dei padri dehoniani. E’ stata voluta anni
fa; attrezzata con mezzi moderni e resa accogliente per
ospitare persone della terza età e adulti in generale.
“Oggi la speranza di vita in America
Latina è stata calcolata così: l’81%
delle persone che nascono in Latinoamerica vivranno fino ai 60 anni, mentre il
42% andrà oltre gli 80 anni. Si prevede che nel 2025, saranno 15 milioni le persone con 80 o più anni” (SENAMA).
Questa residenza è composta di
quaranta stanze ben attrezzate per persone anziane autosufficienti che non
hanno case proprie e qui trovano un luogo ospitale e tranquillo per vivere con
dignità la loro vita. Collaborano al loro mantenimento con un contributo
modesto.
Ciò che maggiormente colpisce
oltre la struttura, i saloni, la cappella, i laboratori (che funzionano molto
bene) è lo stile dehoniano, che si respira tra gli ospiti. Emerge un clima di
fraternità, di collaborazione, di accoglienza. Abbiamo avuto la possibilità di
condividere con loro alcune giornate, godere della loro gioia, dei loro spazi, della loro casa che veramente
rispecchia il nome che porta: “Casa
dell’amicizia”.
Noi, con Elba, Adriana, Susana
e Alicia, familiares che vivono qui, abbiamo avuto la possibilità di venire qualche giorno prima ed
è stato veramente molto bello perché abbiamo approfittato di questo tempo per
condividere anche un po’ della nostra vita nella semplicità.
“La comunione all’interno dei nostri gruppi si concretizza …
nell’accoglienza e la stima reciproca”(RdV n. 74)
“Siamo chiamate a percorrere l’itinerario di comunione … per
ricreare o rafforzare un tessuto di comunione tra tutti i membri CM …”(RdV n.
8).
Ringrazio Dio e la famiglia
della CM per il tempo e la disponibilità che ci hanno dato.
Elisabeth Tiayna Mollo