Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
-
09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
-
09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
verifica e prospettive dell’attività di evangelizzazione diretta e itinerante
Le missionarie impegnate
nell’attività di evangelizzazione diretta e itinerante, insieme con alcuni
familiares si sono incontrati a S. Antonio Abate, il 6 e 7 ottobre, per
riflettere sul tema:
L’attività dell’evangelizzazione itinerante in Italia: sguardo
storico – motivazioni, risultati e difficoltà, sviluppi, cambiamenti,
prospettive.
Lucia , dopo aver mostrato il calendario delle attività itineranti
dal 1966 a oggi, aiutata anche dai ricordi di Luisa e Camilla, presenta la
storia dell’attività dell’evangelizzazione itinerante, sottolineandone lo
sviluppo e anche i cambiamenti avvenuti nella realtà sociale e ecclesiale e, di
conseguenza, la ricerca di metodi sempre più adatti.
Si ricorda come si è passati da missioni svolte una di seguito
all’altra, negli anni sessanta, con p. Albino, a missioni più distanziate e
anche più preparate. Nel corso degli anni hanno collaborato sempre più i padri
dehoniani e la presenza di p. Albino si è diradata a causa di altri suoi
impegni. Così, soprattutto negli anni novanta, è aumentata la collaborazione di
numerosi laici e anche di altri
religiosi. È cambiato anche il modo di preparare le missioni, con un maggiore
coinvolgimento dei laici delle parrocchie interessate, non solo nella
preparazione, ma anche nello svolgimento della missione. Negli anni novanta si
è tentato anche di continuare un contatto di aiuto con le parrocchie dopo la
missione, per preparare i laici a continuare da soli i centri di ascolto.
Intanto è andata aumentando la difficoltà, soprattutto in città, di visitare le
famiglie, perché assenti o perché non disponibili.
Nel confronto con altri gruppi missionari, abbiamo imparato a
inserire nuovi elementi nel nostro metodo: data la difficoltà di incontrare le
famiglie in casa, in alcuni casi abbiamo tentato di fare un punto di animazione
e diffusione in strada con un gazebo ed è stato positivo; fino a metà degli anni novanta, i centri di
ascolto si svolgevano per tre sere consecutive in uno stesso luogo con le catechesi
sul battesimo, sulla confessione e sull’eucaristia, che la terza sera veniva
celebrata; progressivamente abbiamo dovuto accettare di fare un solo incontro
in ogni famiglia disponibile e siamo passati dalla catechesi alla lectio
divina. Quando è stato possibile, fin dall’inizio dell’attività, abbiamo
inserito nella missione momenti di animazione e di preghiera all’aperto:
processioni, marce, via crucis…
Negli ultimi dieci anni
abbiamo tentato di incontrare le famiglie tramite appuntamenti previ raccolti
dagli animatori, ma non ha dato grandi risultati per la difficoltà degli
animatori a fare questo servizio: il problema è stato sempre di più la non
disponibilità degli animatori, e dei parroci, a fare una formazione
approfondita nello spirito della missione.
Abbiamo lavorato molto nell’animazione delle missioni fino
all’anno santo del 2000. Dopo, le richieste di missioni popolari sono andate
diminuendo, fin quasi a scomparire. Sono continuate, invece, le richieste di
novene, tridui, esercizi spirituali, quarantore, ritiri, corsi di formazione per
catechisti, per fidanzati, per famiglie, per operatori pastorali.
Abbiamo la percezione che, nelle parrocchie, si è sempre più
impegnati a conservare l’esistente e non c’è la spinta a tentare percorsi nuovi
di evangelizzazione che coinvolga gli operatori pastorali. Le parrocchie hanno
difficoltà a sentirsi veramente missionarie, aperte alle periferie, secondo
l’esortazione di papa Francesco. Si rischia di ignorare la scristianizzazione e
anche il dato di fatto che tante tradizioni religiose si sono svuotare di vera
fede, di spiritualità. Si continua a fare catechesi per l’iniziazione
cristiana, ma manca la prima evangelizzazione.
In preghiera davanti all’Eucaristia, abbiamo ascoltato alcuni
brani dell’Evangelii Gaudium di Papa
Francesco e ci siamo interrogati: A quali
ambienti e ambiti sentiamo di doverci fare più attenti e di dover privilegiare
nel nostro servizio? Quali esigenze e
problematiche della chiesa e della società ci interpellano, oggi? Quali scelte e metodi nuovi ci sembrano più
adeguati? Quali aspetti del nostro metodo di evangelizzazione possono ancora
essere validi e quali non lo sono più?
Sono seguiti la condivisione e il confronto, per arrivare a un
discernimento comunitario, in vista anche di un incontro più allargato con i
padri dehoniani e altri collaboratori:
ü Abbiamo ricevuto dei doni: la
fede in Cristo e la vocazione nella CM: tutto dobbiamo condividere nella
missione secondo lo stile CM
ü I doni ricevuti non ci rendono
superiori agli altri, ma ci impegnano al servizio in nome di Cristo, per la
salvezza di tutti
ü Anche l’incontro con il Sermig, a
Napoli, ci ha ricordato che oggi i poveri sono i giovani, perché noi adulti
siamo incapaci di trasmettere loro i valori umani e cristiani. La nostra
assemblea generale dello scorso anno ci ha riconsegnato come ambiti della
nostra missione, i giovani, le famiglie, le periferie esistenziali.
ü La missione della CM è anzitutto
“vivificare con la forza del Vangelo l’ambiente in cui viviamo”. Perciò
missionarie e familiares vivono la missione di evangelizzazione in ogni forma e
in ogni circostanza possibile ai laici. Però, fin dai primi anni, P. Albino ha
formato le missionarie all’annuncio diretto del Vangelo, anzitutto ai giovani.
Camilla ricorda di aver conosciuto la CM nella quaresima 1965, quando Cesarina
e Giuseppina Martucci andarono a incontrare i giovani della diocesi di Biella;
dopo quell’incontro decise di entrare nella CM.
Perciò
riteniamo di non poter abbandonare la forma itinerante di evangelizzazione,
anche se da anni siamo più impegnate nel servizio di evangelizzazione sul
territorio in cui siamo inserite.
ü Considerando le esperienze
vissute e i metodi seguiti, ci sembra che alcune cose siano ancora valide:
· La visita
alle famiglie, dove è possibile
· L’animazione
di strada insieme con i collaboratori della parrocchia
· Il dialogo
personale
· Il
coinvolgimento di altri laici, sia delle parrocchie in cui siamo invitate, sia
amici che vengono con noi; in particolare abbiamo sempre apprezzato la
collaborazione di coppie di sposi
· Organizzare
la missione insieme: missionarie, familiares e altri collaboratori
· Ci sembra
sia stata molto opportuna la scelta di non andare più singolarmente nella
visita alle famiglie, ma insieme con laici della parrocchia: è una scelta
evangelica e segno di comunione
ü Emergono alcuni suggerimenti:
· Non sembra
più possibile la visita a tappeto delle famiglie, soprattutto in città
· Occorre
uscire sempre dagli schemi, per aprirci al nuovo, per dialogare e cercare
metodi e risposte nuove per una nuova evangelizzazione
· Sentiamo di
non essere più abbastanza competenti nell’evangelizzazione dei giovani; abbiamo
bisogno di confronto con altri gruppi che stanno lavorando in questo ambito.
Dobbiamo metterci sempre in discussione: non possiamo fare quello che abbiamo
sempre fatto. Come riuscire ad ascoltare i giovani e a dialogare con loro?
· L’evangelizzazione
passa attraverso lo STARE con Gesù (preghiera e approfondimento della Parola di
Dio e della Chiesa), con le persone
(ascolto-dialogo-partecipazione-condivisione della vita), con la realtà
socio-ecclesiale in cui viviamo (conoscere, essere coinvolti e solidali con
problemi, impegni, iniziative)
· Nell’ultimo
decennio stiamo trovando difficoltà a lavorare nelle parrocchie, dove ci sembra
che si voglia mantenere le tradizioni, più che promuovere una vera
evangelizzazione, formazione e spiritualità. Per questo pensiamo che non sia
necessario solo attendere che un parroco ci chieda una missione in parrocchia;
luoghi concreti dove evangelizzare sono anche la strada e le case: si può fare
un lavoro meno organizzato e istituzionale, ma certamente più semplice e
attento alle periferie: le famiglie sono una realtà sofferente.
· Una
possibile iniziativa di evangelizzazione fuori dalla parrocchia potrebbe essere
fatta in spiaggia: sarebbe importante coinvolgere i giovani. Camilla ha già
partecipato a un’esperienza di questo genere nella parrocchia della Gran Madre
di Dio a Grottammare.
· L’attività
della casa per ferie, nella CM, è stata voluta fin dall’inizio, non solo come
fonte di mantenimento economico, ma anche come luogo di animazione cristiana
del tempo libero, come anche l’agenzia di viaggi, che purtroppo abbiamo dovuto
chiudere già da anni. Crediamo, però, che sia importante non rinunciare a
organizzare gite e pellegrinaggi, perché sono grandi opportunità per viver
esperienze di spiritualità. Così crediamo di dover ripensare, insieme con le
missionarie impegnate a Villa S. Giuseppe, un’animazione significativa, che ci
impegni nei periodi più intensi (estate
e feste natalizie). Occorrerà organizzarsi, anche con la partecipazione
volontaria di qualche giovane, in modo da vivere serenamente la collaborazione
part-time al lavoro e l’impegno di animazione spirituale.
· NOI CM è la
luce e lo stile della nostra attività di
evangelizzazione diretta, locale o itinerante. La relazione fraterna tra noi è
fondamentale per la missione che siamo chiamati a svolgere. L’annuncio del
Vangelo deve passare attraverso la nostra relazione fraterna, che in se stessa
è testimonianza evangelica. Occorre dunque riqualificare le nostre relazioni,
tra missionarie e tra missionarie e familiares. Sentiamo che è la sfida per noi
in questo anno della vita consacrata.
Nel
2016, l’attività dell’evangelizzazione itinerante compirà 50 anni. Celebreremo questo anniversario
come momento di ringraziamento e di rinnovato impegno, coinvolgendo missionarie
e familiares, religiosi e laici, che hanno dato la loro collaborazione,
sacerdoti e parrocchie nelle quali abbiamo svolto il nostro servizio.
All’inizio
del nuovo anno, ci incontreremo con alcuni Padri Dehoniani del nord e del sud
Italia, per uno studio e una riflessione sull’evangelizzazione diretta nella
situazione socio-ecclesiale nel nostro Paese.
Ringraziamo il Signore che ci ha
concesso, dopo alcuni anni, di ritrovarci anche con la partecipazione di
familiares a ricordare, riflettere, verificare e… “guardare lontano”.
Con papa Francesco, non vogliamo
farci rubare la speranza e la gioia dell’evangelizzazione.
maria e la compagnia missionaria
Noi invochiamo abitualmente Maria
chiamandola Madre, guida e custode della
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù.
Cerchiamo di cogliere la pregnanza di queste parole.
A) MADRE
- Il
primo motivo, il fondamentale è perché la voluta tale Gesù per tutti gli
uomini, in
particolare i credenti in Cristo, i battezzati.
“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella
di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre
e li accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: ‘Donna ecco
il tuo figlio’ , poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua madre’. E da quel momento
il discepolo la prese in casa sua (Giov. 19,25-27).
Nell’atto
di affidamento a Maria, proclamato dal Papa l’8 ottobre del 2000, in piazza S.
Pietro, davanti alla statua della Madonna di Fatima, rilevo quanto è più
espressivo e impegnativo per noi della Compagnia Missionaria.
Maria, risuona particolarmente dolce per noi questa
parola del tuo Gesù, che a te ci rinvia, facendoti nostra madre: “Donna, ecco
il tuo Figlio. Come l’apostolo Giovanni, noi vogliamo prenderti nella nostra
casa, farti, cioè posto nella nostra
vita, per imparare da te a conformarci al tuo Figlio.
Ottienici, o Madre con la tua intercessione che i semi
di grazia (depositati nel nostro cuore dalla nostra vocazione cristiana e della
Compagnia Missionaria) non inaridiscano per il nostro scarso impegno, le nostre distrazioni, la
nostra indifferenza…., ma si sviluppino fino alla piena misura della santità a cui tutti siamo
chiamati.
- Poi
perché la Compagnia Missionaria, prima ancora di nascere nella notte di Natale 1957 fu affidata al
Cuore di Maria.
Leggiamo nelle prime pagine della cronaca della
Compagnia Missionaria, a proposito della giornata di ritiro, tenuto il
24/12/1957, in preparazione alla nascita dell’Istituto:
“Nel secondo trattenimento spirituale, il
Padre ci comunica, con nostra grande gioia, che la Direttrice della Compagnia
Missionaria del Sacro Cuore sarà in perpetuo la Madonna. Costituita dalla
sapienza divina la Direttrice di Gesù, è giusto che sia anche la Direttrice di
coloro che compongono la nuova Famiglia di Gesù.
Ciò detto, il Padre consacra solennemente il primo
nucleo della Compagnia Missionaria leggendo la preghiera che sarà ripetuta
tutte le mattine, dopo la celebrazione della Messa.
- E,
terzo motivo, perché Maria ha donato la Compagnia Missionaria alla Chiesa e al
mondo nella notte stessa in cui ha
donato l’umanità a Gesù.
Continuando
la lettura delle prime pagine della
cronaca della Compagnia Missionaria:
Mezzanotte del 25/12/1957. La S. Messa ha inizio,
mentre una profonda commozione pervade i nostri cuori. In questo momento più
nulla ci sembra di avere importanza: nulla viene a distrarci dalla stupenda
realtà: stiamo per promettere a Gesù, in forma solenne che per la vita e per la
morte, saremo tutte sue. Dopo la S. Messa viene esposto il SS.mo Sacramento e
ha così inizio la funzioncina della nostra prima accettazione nella Compagnia
Missionaria del S. Cuore. Le mani di Maria, ancora una
volta si sono tese per presentarci al suo Gesù.
B) GUIDA
- l’esempio
di Maria può guidare sapientemente il nostro cammino cristiano e di membri
della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.
Fissiamo
lo sguardo in particolare su due espressioni della vita di Maria:
- la
quotidianità,
- la
sua totale disponibilità a Dio nella fede.
1) La
quotidianità
- Non
è stata di un giorno, ma di una cinquantina d’anni, almeno.
- Consumato
nello squallore estremo di Nazaret.
- Ma
in una serenità costante, dove le nuvole, anche se densissime di acqua e di
tempesta, erano solo di passaggio.
La
quotidianità può facilmente essere anche per tutti noi la condizione normale di
vita.
2) La
totale disponibilità a Dio nella fede
- L’espressione
più significativa di questa disponibilità: quando si presenta a Maria l’angelo
dell’annunciazione che le propone di prestarsi a divenire la madre del Figlio
di Dio.
- La
missione è sublime, oltre ogni desiderio e immaginazione. Ma chi, di coloro che
stavano attorno a Maria, avrebbe potuto capire il mistero del concepimento di
Gesù per opera dello Spirito Santo?
- Maria
si rende conto del disagio a cui andava incontro, del clima di sospetto in cui
avrebbe dovuto vivere, in una parola della sofferenza morale che l’attendeva.
- Ciò
nonostante, con piena fiducia nella Parola di Dio, risponde all’angelo:
“Eccomi! Sono la serva del Signore. Si compia in me la tua parola”.
- E
questa disponibilità integrale a Dio, nella fede, l’accompagnerà fino al
Calvario, fino ai piedi della croce a cui è appeso il suo Gesù. Con il cuore
squarciato dal dolore ripeterà: “Eccomi! Sono la serva…..”
- Maria,
donaci un briciolo della generosità della tua fede, perché la nostra missione
nella Compagnia Missionaria ci vuole proprio così: capaci di camminare nella piena disponibilità a Dio, fidandoci di Lui.
- Questo
è nella specificità della nostra spiritualità:
· La
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore trova nella spiritualità d’amore e di
oblazione l’alimento della sua vita interiore e della sua missione (Stat. N. 1)
· Vivremo
il nostro ideale soprattutto in una intensa e operosa unione a Cristo. Con Lui
e assieme a tutta l'umanità, ci offriremo al Padre, in docilità allo Spirito,
come oblazione viva, santa e gradita a Dio, nella accoglienza umile e serena
della sua volontà in qualunque forma si manifesti…” (Statuto
n. 7 )
· Padre Dehon afferma, in proposito,: Nell’Ecce venio di
Cristo e nell’Ecce ancilla di Maria è compendiata tutta la nostra vocazione”.
C) CUSTODE
- Compito
del custode: mantenere nell’integrità quanto gli è stato affidato.
- Rinnoviamo il nostro affidamento a Maria perché Ella
ci custodisca:
+ nella grazia della nostra vocazione,
+ nel fervore della nostra dedizione,
+ nella volontà di essere per tutti (fratelli e
sorelle) richiamo alla fiducia, alla santità, alla pace:.
Ricordiamo
il detto, attribuito a S. Caterina da Siena: “se noi non ardiamo, molti moriranno di freddo!”
(dagli scritti di p. Albino)
pace a voi
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e
sulla terra pace agli uomini, che egli ama”
Lc 2,14
Carissime/i,
pace a ciascuno/a di voi, pace ad
ogni Paese e popolo dove il Signore ci ha seminate, pace a questo mondo
travagliato che nutre la speranza più bella che è quella della venuta di Colui
che ci porta la pace. Una pace “non come la dà il mondo” ma una pace da
costruire con la Sua Grazia e con la nostra libertà, creatività e responsabilità.
Mi piace citare qui il fervido
invito alla pace di Paolo VI nel suo pellegrinaggio in Terra Santa del 1963: “Nel momento di lasciare Betlem, questo
luogo di purezza e di calma dove nacque venti secoli or sono Colui che
preghiamo come il Principe della pace, sentiamo il dovere imperioso di
rinnovare ai Capi di Stato e a tutti coloro che hanno la responsabilità dei
popoli, il Nostro pressante appello a favore della Pace nel mondo. … Che essi
collaborino ancor più efficacemente per l’instaurazione della pace nella
verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore fraterno …”. (X.
TOSCANI ( a cura), Paolo VI Una biografia – Ed Studium, Roma, p. 376)
Come possiamo lavorare
instancabilmente anche noi per la pace? Quanti testimoni attorno a noi ci stimolano
con il loro esempio a lavorare alacremente per offrire questo dono al mondo
assetato di riconciliazione e di perdono. Una pace che parte dal nostro cuore,
dai nostri gruppi e si comunica con la nostra testimonianza di comunione.
Con Luisa Chierici abbiamo
partecipato, in ottobre, all’incontro
del CIIS a Roma ed in quella occasione, con altri membri degli IS e con tanta
gente, siamo state presenti, in nome di tutta la CM, alla beatificazione di
Paolo VI. Un momento veramente significativo che ci conferma nella nostra
vocazione tanto amata da questo Papa.
Il periodo dell’Avvento ci stimola a
rinnovarci ed a convertirci per preparare i sentieri del Signore come la Parola
di questo periodo ci suggerisce. “Consolate,
consolate il mio popolo – dice il vostro Dio -. … Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate
nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte
e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e
quello scosceso in vallata. … (cf. Is 40,1-5)
L’Anno della Vita Consacrata è un’altra occasione preziosa
che ci è offerta per rinnovare la nostra consacrazione e per accogliere tutti
gli stimoli che ci vengono donati in abbondanza da varie parti. Come possiamo
viverlo al meglio personalmente e nei nostri gruppi?
Anche le nostre assemblee nazionali
CM che si sono svolte, e si svolgeranno in tempi diversi, a seconda della
programmazione di ogni Nazione dove siamo presenti; hanno un ruolo importante
per il nostro cammino di comunione, di crescita e di corresponsabilità. Dagli
echi e dalle relazioni che ci stanno giungendo, cogliamo “quanto è bello che le sorelle si ritrovino insieme” e possano
condividere scelte e iniziative che diano nuovo vigore a ciascuna ed a tutte.
E’, per certi versi, una sperimentazione importante perché ciascuna si senta
sempre più coinvolta e capace di dare il proprio contributo originale alla
crescita della CM.
Comunione e creatività personale
possono coniugarsi bene quando sappiamo
tenere conto dell’insieme e rispettare le capacità ed i doni che ciascuna porta
con sé. Amare ed accogliere reciprocamente le nostre ricchezze e, nel contempo
portare con magnanimità e realismo le nostre fragilità senza ansie e paure
eccessive. Gesù ci dice: “Ad ogni giorno
basta la sua pena”. Se invece vogliamo già vivere la pena che ci sarà
chiesta fra qualche anno sarà difficile portarne il peso adesso. La saggezza ci
chiede di accogliere l’oggi con amore e pazienza come del resto fanno tante
persone intorno a noi, provate come e più di noi. L’essere consacrate al
Signore non ci esime anzi chiede quell’amore che impariamo continuamente da
Colui che ci ha chiamate e ci vuole alla sua sequela.
Auguro a me stessa e a tutti/e voi un Natale riccoi di fiducia e di abbandono nelle mani
provvidenti e previdenti di Dio e sotto la protezione della Vergine Maria.
Martina
A Maria Aurora di
Salvezza
Maria, tu sei l'annuncio
Maria, tu il preludio,
Maria, tu l'aurora, Maria, tu la vigilia,
Maria, tu la preparazione immediata,
che corona e mette termine
al secolare svolgimento
del piano divino della redenzione;
tu il traguardo della profezia,
tu la chiave d'intelligenza
dei misteriosi messaggi messianici,
tu il punto d'arrivo del pensiero di Dio,
«termine fisso d'eterno consiglio »,
come Dante si esprime.
La tua apparizione, o Maria,
nella storia del mondo
è come l'accensione d'una luce
in un ambiente oscuro;
una luce del mattino,
ancora pallida e indiretta,
ma soavissima,
ma bellissima;
la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare;
il destino felice dell'umanità,
la sua possibile salvezza, è ormai sicuro.
Tu, o Maria, lo porti con te.
(Paolo VI - 8 settembre 1965, festa della natività di Maria Santissima)
uscire con cuore aperto
Carissimi/e,
riprendiamo la nostra comunicazione
dopo la pausa estiva e proiettate verso il mese di ottobre – mese missionario.
Per noi è molto importante ricordare quello che ci dice Papa Francesco nel suo
messaggio per la giornata missionaria mondiale 2014:
“Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!
Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in
grado di illuminare la vostra vocazione e missione. Vi esorto a fare memoria,
come in un pellegrinaggio interiore, del “primo amore” con cui il Signore Gesù
Cristo ha riscaldato il cuore di ciascuno, non per un sentimento di nostalgia, ma
per perseverare nella gioia. Il discepolo del Signore persevera nella gioia
quando sta con Lui, quando fa la sua volontà, quando condivide la fede, la
speranza e la carità evangelica”.
Come Compagnia Missionaria ci è propria questa
missione evangelizzatrice che ci richiama continuamente ad “uscire” per
condividere con cuore aperto le tante situazioni di sofferenza e di fatica che
vediamo intorno a noi, vicino e lontano. Siamo solidali con le tante minoranze
dell’Iraq che soffrono indicibilmente in queste settimane, con tuti coloro che
subiscono tante sofferenze causate dalle guerre e dalle malattie (es. Ebola),
che a volte ci sgomentano …
"Se in un'epoca come
questa non si crolla per la tristezza,
o non ci si indurisce e si
diviene cinici, o non si tende alla rassegnazione
- e tutto questo per
proteggere se stessi -
allora si diventa sempre più teneri e dolci, e sciolti, comprensivi e
affettuosi" (Etty Hillesum a Julius Spier, luglio 1942)
La nostra missionarietà si misura in
modo molto immediato anche con le sofferenze e fatiche di “casa nostra”. Sono
molte le situazioni che ci chiamano a “portare
i pesi le une delle altre” sia singolarmente che come gruppi CM, anche mettendo
in atto una generosità creativa e generosa.
Le varie partenze – presenze di
questi mesi: Edvige in Mozambico con i giovani volontari, Santina e Anna Maria
in Indonesia, Serafina in Mozambico, Elvira in Guinea Bissau ci sollecitano ad
una preghiera più intensa e ad una offerta che accompagni ognuna con la nostra
sollecitudine spirituale.
Sappiamo che Samila (una giovane di
Brugherio) ha vissuto positivamente la sua presenza in Argentina e che Marlene
(di Occhiobello) partirà il 13 settembre per un anno di servizio in Guinea
Bissau. Vivono anche loro la missionarietà accompagnate dalla nostra simpatia.
Anche le missionarie di Monguelfo,
coadiuvate da alcune di noi, hanno vissuto e vivono la loro missionarietà
assieme a volontarie/i tutti/e molto impegnate/i perché possiamo sostenere le nostre presenze
“ad gentes”.
Ognuna nel suo luogo di vita porta avanti questo valore della
missionarietà nelle parrocchie o nel suo ambiente di vita, sia con la parola
che con la testimonianza. Ed in particolare pensiamo a tante situazioni di
malattia e sofferenza che molte missionarie o le loro famiglie stanno vivendo.
Un’occasione importante per aiutarci
a realizzare insieme questa “missionarietà” con scelte mirate e concrete sono
anche le Assemblee annuali (dei coordinamenti nazionali) locali. L’Assemblea italiana,
che si terrà dal 31 ottobre al 2 novembre, potrà senz’altro portare una ventata
d’aria nuova se sapremo ascoltarci con cuore aperto e fiducioso le une le
altre.
Invitiamo a leggere integralmente il
messaggio del Papa ed a rinverdire davvero il “primo amore”, per coltivare quella gioia che scaturisce da “gesti comprensivi e affettuosi” che
lasciano da parte pessimismi e ricordi negativi per ricominciare sempre
relazioni nuove anche tra di noi.
Il nostro statuto e Rdv al n. 11 ci
ricordano che: “Qualificano la nostra
missione: la comunione, l’oblazione, la semplicità, la
solidarietà-condivisione, la missionarietà”. Ce lo ricordiamo a vicenda
perché possiamo concretizzare nelle nostre scelte di ogni giorno quanto ci
chiedono i nostri documenti.
La preghiera, l’incontro intimo con
il Signore è il fondamento di tutto questo. “Guardate a Lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno
arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le
sue angosce” . (Salmo 34 (33) 6,7)
In comunione.
Martina
“Francesco (Saverio) non fu mai un
missionario in attesa di raggiungere la sua postazione. Se, ad esempio, dovevarestare in nave per un anno, quell'anno e quella nave e quei compagni di
viaggio (anche se si trattava di marinai ubriaconi, pervertiti e bestemmiatori)
erano la sua missione, notte e giorno. Tutti coloro che lo attorniavano erano o
i suoi fedeli o i suoi pagani, di cui si sentiva responsabile davanti a Dio. Si
curava della catechesi, del rinnovamento morale, della preghiera; preparava
malati e morenti all'incontro con Dio, anche se doveva farlo quand'era lui
stesso febbricitante o in pericolo di vita. Lo stesso avveniva durante i lunghi
viaggi per terra, nei villaggi dove sostava, con i viandanti che incontrava.
Francesco non era mai in viaggio verso la sua missione: era sempre in
missione”. (Schegge)
la piccola preghiera di offerta
“Mio Dio, io ti offro questa azione… in
unione a Gesù , per mezzo di Maria, in spirito di amore e per l’avvento del tuo
regno nel mondo”.
Questa piccola
preghiera, tenuta molto in considerazione fin da primi tempi della Compagnia
Missionaria, recitata all’inizio della giornata e ripetuta spesso, costituisce
un mezzo semplice ma efficace per situare la propria vita nella semplicità
dell’amore.
Le parole, “per
mezzo di Maria” mettono in evidenza la sua funzione di mediatrice, per mezzo di
Maria tutto può diventare più puro e più accetto a Dio.
Questa piccola
preghiera è:
la chiave
d’oro che apre la porta di ogni circostanza, anche la più ordinaria, al
nostro carisma, perché tutto sia fatto nell’amore e con amore;
la fiamma
di fuoco che ci unisce a Dio come “due
pezzi di cera che si fondono in uno solo e nessuno può separare”;
il mezzo
provvidenziale con il quale possiamo dare a ogni azione,
anche le più ordinarie, un significato ampio di offerta e di salvezza.
Sì, è la
nostra piccola “preghiera di
offerta”:
Ø Che ci immerge
nella “comunione” con il Cuore di Gesù
Ø In tutti i momenti che vogliamo
Ø In tutte le
circostanze in cui possiamo trovarci
Ø Che diventa quasi la mano che conduce a
comportarci, in ogni momento e in ogni circostanza, non secondo il nostro
“sentire” o la nostra “improvvisazione” umana, ma secondo il sentire, secondo
la grazia del Cuore di Gesù.
Forse non abbiamo sufficientemente approfondito il valore potente di questo
semplice, quasi volgare mezzo, di poter “rendere a Dio ciò che è di Dio”: cioè i
singoli momenti, le singole espressioni della nostra giornata, dono del suo
amore provvidente che noi gli restituiamo colmi della santità stessa del suo
Figlio.
Noi con la nostra piccola preghiera di offerta seminiamo sul nostro cammino
il “profumo di Cristo “(Cor. 2, 15). Questo mi pare sia tutto per la missione a
cui siamo stati chiamati.
Questa è la
luce che noi siamo chiamati a porre sul candelabro della nostra quotidianità
per essere veri figli dell’Altissimo (cfr:Lc.6,35) e perché i nostri fratelli
si sentano irresistibilmente attirati dal fascino del nostro esempio, verso la
bontà e la salvezza di Dio (cf. Mt.5,16 ).
Supplico Maria
che ci mantenga su questa completa disponibilità all’amore. E questo
vorrei che fosse il significato che voi pure date alla invocazione che tanto
spesso le rivolgiamo:” Maria, madre,
guida e custode della Compagnia Missionaria, prega per noi”.
(Riflessioni tolte dagli scritti di p. Albino in
occasione della celebrazione del 30° anniversario della Compagnia Missionaria -1987-
e nel Corso di formazione permanente 1990)
festa dell'eccomi
Il sì di Maria ha fatto in modo che l’Incarnazione avvenisse per il bene della Chiesa
“ECCO
LA SERVA DEL SIGNORE: avvenga per me secondo la tua parola”. Questa è stata la
risposta di Maria, la ragazza di Nazaret. Questa parola ha fatto sì che la
Parola si facesse carne, visto che esisteva prima della creazione del mondo.
Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi, in ciascuno di noi, nella Compagnia
Missionaria.
Come sempre questa festa è molto importante per noi
perché, per il sì di Maria al progetto del Padre anche tutta la Compagnia
Missionaria è un sì alla volontà del Padre. Un tale tesoro non possiamo tenerlo
solo per noi. L’abbiamo perché venga donato. Un dono che cerchiamo di
condividere e diffondere.
I
tesori vanno condivisi
Noi abbiamo condiviso questo bellissimo tesoro il 23
marzo 2014, la domenica precedente all’Annunciazione del Signore. Ci siamo
riuniti: amici e familiares intorno ad un tavolo, sotto lo stesso tetto. In
famiglia non può certo essere diverso. E insieme abbiamo riflettuto sul valore
di questa festa per la Chiesa e per tutta la Compagnia Missionaria. In
particolare abbiamo sottolineato il “peso” di grazia che consiste nell’avere
Maria come GUIDA della Compagnia
Missionaria. E quello che rappresenta.
Come
disse Gesù: “Non di solo pane vive
l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”(Mt 4,4), ci siamo
poi disposti intorno all’altare, per saziarci del pane della Parola e del pane
dell’Eucaristia. Momento alto di festa. La sfida ci ha spinto poi a bere
l’acqua della vita che è Gesù, offerta anzitutto alla Samaritana.
Il Signore vuole che i fratelli vivano in armonia. E
così abbiamo gustato insieme una buona merenda, arricchita da un’armoniosa
conversazione. Ciascuno ha comunicato quanto aveva nel cuore. La gioia di un
incontro come questo così tanto atteso. Lo stare insieme sulla “cima del monte”
ha segnato il nostro pomeriggio tanto che sembrava non terminasse mai.
A
volte pensiamo che tutto è finito e invece è l’inizio di tutto. Siamo ritornati
alle nostre case, alle nostre famiglie, dai nostri vicini, alle nostre
professioni che sono luoghi teologici che Dio ci ha donato. Così, con
semplicità di cuore ci siamo lasciati con il desiderio di incontrarci ancora.
In comunione
Gloria
Neto