Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....

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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....

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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...

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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...

l'agnello mistico
Fabrice Hadjadj, trentotto anni, francese, nato da genitori ebrei di origini tunisine e convinzioni maoiste, ama presentarsi come un «ebreo di nome arabo e di confessione cattolica». Al cattolicesimo è approdato dopo una giovinezza trascorsa tra l’ammirazione degli ideali rivoluzionari della Comune di Parigi e l’immersione nella lettura dei grandi nichilisti del Novecento. Ha scelto di battezzarsi e diventare cattolico alla soglia dei trent’anni e se gli domandi perché l’ha fatto replica divertito: «Sono io che mi chiedo: perché non l’ho fatto prima?». Fabrice Hadjadj insegna in un liceo e nel seminario diocesano di Tolone, ma è soprattutto un filosofo, una specie di Nietzsche cattolico, autore di una decina di libri in forma di saggi e drammi teatrali. È sposato e ha tre figlie. Il suo percorso ci parla del modo meraviglioso come Dio ci conduce e testimonia di una Europa che, nonostante le sue stravaganze, ha ancora linfa sufficiente per fare scaturire personalità cristiane significative.
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Cristo immolato
Nella tradizione, il Cristo è simbolizzato da differenti specie di animali: pesce, leone, montone, capro, aquila, pellicano, gallina, ed anche dal serpente (quello di bronzo che Mosè alza nel deserto), o ancora dal verme di terra…Il Verbo fatto uomo ricapitola in lui sia la fauna sia tutto il cosmo. (Uomini e bestie tu salvi, Signore, dice un versetto del salmo 36, principio ancora inconcepibile di un’ecologia soprannaturale). Ma, tra tutte le specie di questo zoo mistico, l’agnello è sempre l’animale prediletto. Per il suo candore, per la sua grazia, per la sua età e la sua docilità, lui rappresenta meglio degli altri la vittima innocente. La sua immagine si trova già nelle catacombe. Possiamo dire che ha la stessa età della Croce. Sul legno del supplizio, i primi crocifissi sospendono un agnello, non un uomo…E, la porta dei tabernacoli, ancora oggi, è abitualmente ornata da un agnello attraversato da una croce simile ad una lancia.
Questa preminenza simbolica dell’agnello viene dalle Scritture sante e si vede confermata dalla liturgia della Chiesa. Nella Genesi, è senza dubbio la prima offerta gradita a Dio: Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso (Gen. 4, 4). Nell’Esodo, è l’animale della Pasqua che gli Ebrei devono mangiare: il suo sangue sugli stipiti e sull’architrave delle case li proteggerà dal passaggio dell’angelo sterminatore. In Isaia e in Geremia, è la metafora del Messia sofferente: Il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello (Is. 53, 6-7) – E io, come agnello mansueto che viene portato al macello…(Ger. 11, 19). Anche il Battista designa Gesù come l’Agnello di Dio… (Gv. 1,29 e 36). Questo stesso vangelo dice ancora, al momento del colpo di lancia: Non gli sarà spezzato alcun osso (Gv. 19, 36), prescrizione dell’Esodo riguardo all’agnello pasquale (12,46). È una citazione cruciale, giacché fa della Passione il compimento della Pasqua giudaica, e del Crocifisso il vero Agnello. San Paolo può dire ai Corinzi: Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! (1Cor. 5,7). Infine, nel Apocalisse, la vittima sofferente diviene vittima trionfante: L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione (Ap. 5,12).
Il legame diretto con l’agnello mangiato durante la cena pasquale fa di lui il simbolo per eccellenza dell’Eucaristia: parla allo stesso tempo del sacrificio e della comunione, ma parla anche della triplice dimensione di memoriale, di viatico e di anticipazione della gloria futura. Proprio prima di consumarla, il prete presenta l’ostia usando le parole di Giovanni Battista: Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! E la riforma liturgica aggiunge queste parole sublimi: Beati qui ad coenam Agni vocati sunt, “Beati quelli che sono chiamati alla cena dell’Agnello”.
Vediamo dunque l’Agnello Mistico in piedi sulla tovaglia bianca dell’altare l’arteria forata e il suo sangue che scaturisce e cade nel calice d’oro. Il rosso del sangue è rafforzato dal rosso dell’altare. Intorno, gli angeli agitano il turibolo, otto sono in ginocchio a mani giunte, quattro tengono le Arma Christi. Da destra a sinistra, il primo tiene gli steli di canna e la colonna della flagellazione; il secondo il flagello e, sopra un’asta, la spugna imbevuta di aceto; il terzo la lancia e i chiodi; il quarto la corona di spine e la Croce sormontata dall’iscrizione in ebraico, greco e latino: Gesù Nazareno, re dei Giudei. Nessuna arma, nessun attrezzo, nessuna macchina è più efficace di questi stessi strumenti. Loro sono i gioielli insuperabili della tecnica. Sono gli strumenti della Salvezza.
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La fontana della vita
Centriamo adesso la nostra attenzione sulla striscia scura che spezza a metà la parte bassa del Retablo aperto. Essa ci conduce alla fine dell’Apocalisse. Il suo ultimo capitolo comincia con queste parole: L’angelo mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello (Ap. 22, 1). Qui il fiume è una fontana. Questa fontana irriga tutta la Gerusalemme celeste. È il principio ecologico della sua flora trasfigurata. Questo stesso messaggio è scritto sul bordo di marmo della fontana: Ecco la sorgente dell’acqua viva che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello. Quest’ultimo nome è rivelatore: questa fontana esce da una piaga. La sorgente profonda è nel cuore di Cristo, Agnello immolato, aperto dal colpo di lancia del soldato. Anche questo, Giovanni l’ha visto. Prima ancora che nella Città celeste, l’angelo gli fa vedere il fiume di vita sul Golgota; lì Giovanni ha visto scorrere il sangue e l’acqua (Gv. 19, 33-35). La Chiesa esce così dal fianco di Cristo come Eva è uscita dal fianco di Adamo. Il sangue e l’acqua corrispondono ai due principali sacramenti che la generano. «Dal fianco di Cristo scaturisce l’acqua che lava e il sangue che riscatta. Per questo il sangue si rapporta al sacramento dell’Eucaristia, e l’acqua a quello del Battesimo» (Santo Tommaso d’Aquino).
Il catino della fontana è ottagonale. Sono numerosi i Battisteri che hanno questa forma. Il numero otto rimanda alle beatitudini (Mt. 5, 3-10): Beati i poveri…Beati i perseguitati…Ci ricorda che il peso della gloria si dirige di preferenza verso la Croce. Ma ci ricorda anche che il peso della Croce sbocca nella gloria: è questa la cifra della Risurrezione. La Risurrezione di Cristo è avvenuta in una domenica, primo giorno della settimana. Ma questa domenica si può comprendere come il giorno dopo il settimo giorno: questo ottavo giorno dove la settimana esce dai binari, dove tutta la Creazione varcherà il muro del tempo per entrare nello splendore dell’Eterno. Possiamo dire che la prospettiva di questo catino ottagonale comanda tutta la composizione del pannello. Se la fontana irriga il Paradiso, non è certo per dei canali tracciati a righello, ma in una forma veramente pittorica.
Questa si allarga alla forma ottagonale degli angeli intorno all’altare e poi ancora ai quattro gruppi dei beati. La sua freschezza si irradia per omotetìa, come un fiore che si apre.
Come la colomba irradia con grande splendore nella parte superiore, la fontana irradia discretamente nella parte inferiore. Questa si situa nell’asse verticale della divinità [guardare tutto il polittico]. Quest’asse parte dal cielo per arrivare alla terra, dalla presenza di Dio in lui stesso alla presenza di Dio nei sacramenti. Comincia con il Signore in maestà, continua con la colomba dello Spirito, incontra il candore eucaristico dell’Agnello, finisce su questo catino battesimale allo stesso tempo limpido e oscuro. Se a partire da esso tutto sembra aprirsi, tutto in esso sembra anche riassorbirsi. Esso conduce agli elementi i più materiali. All’acqua e alla creta dell’origine. Origine della Genesi e origine dell’opera stessa. La terra e l’acqua forniscono i materiali alla pittura. Ma essi costituiscono anche i suoi due limiti formali: l’informe e la trasparenza. Siamo allora alla sorgente simbolica e reale, allo stesso tempo, dell’arte e della vita. E il pittore ci invita a bere a questa sorgente. Non vedete proprio in basso questo rivolo oscuro che ci chiama? L’asse della divinità finisce in una canalizzazione. Essa vuole riversarsi sopra l’altare, al di fuori del quadro. Vuole anche discendere fino allo spettatore. A tal punto da fare di questo spettatore un attore e che questo ascolti, per finire, alcune delle ultime parole dell’Apocalisse: Lo Spirito e la Sposa dicono:”Vieni!”. E chi ascolta, ripeta: “Vieni!”. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita (Ap. 22, 17).

gesù fonte di vita!
"Il
sangue e l'acqua scorrono dal lato aperto e l'amato discepolo è testimone di
questa fonte di grazia e tenerezza, il vero Corpo del Signore" (canto
liturgico)
«Il lato aperto»
Sì,
nel lato aperto, sulla croce, Gesù ci aspetta perché possiamo entrarvi. Non c'è
porta. È spalancato. Basta voler entrare e rimanervi. Questo cuore accogliente
e misericordioso attende pazientemente. «Vivere la comunione e la missione con
un cuore accogliente e misericordioso» (ultima Assemblea della Compagnia
Missionaria 2019)
Ho il dovere di vivere questa
dimensione di apertura del mio cuore, per entrare nel mistero dell'apertura del
Cuore di Gesù. Apertura a Dio Trinità, all'uomo e alla donna di oggi in tutti
gli aspetti della vita: gioie, speranze, sfide, delusioni. Prendersi cura del
cuore in modo che non si chiuda, o nel peggiore dei casi, è sempre stato chiuso
senza intravedere la più piccola scintilla di accoglienza e misericordia.
«Corre sangue e acqua»
Senza
questi due liquidi (sangue e acqua) non esiste vita che possa sussistere,
umanamente parlando. Lo stesso per la vita spirituale.
L'acqua,
che rende fertile la terra che ci presenta i frutti vari e deliziosi. L’acqua
elimina e supera gli ostacoli; da parte sua, ha così tante forze impetuose che
porta tutto con sé, lasciando una scia di distruzione. Tuttavia, dopo questa
distruzione apparente o reale, la terra inondata nasce con una forza più
rilevante. Acqua della vita in abbondanza, donata dal giorno in cui siamo
entrati ufficialmente nella Chiesa del Corpo di Gesù, "Immersi con Cristo
nella morte, con Lui prendiamo parte alla Risurrezione"
Gesù ha dato il suo sangue.
Il
sangue è vita, la vita che Gesù ha dato per TUTTI, tutti senza preferenze di
persone, razza, colore, condizioni sociali, per tutti! Per tutti con le luci e
le ombre che ognuno porta in sé. Ha versato il sangue, ha dato la vita fino
alla fine. Ognuno ha il dovere di dare la propria vita fino alla fine. Forse
non ci verrà chiesto di versare il sangue, ma di versare un "altro
Sangue", tutto ciò che abbiamo, a favore di tutti, nell'accoglienza,
nell'intelligenza, nel tempo, nel dialogo, nella professione, nella malattia,
nella casa degli anziani; accettazione di ciò che siamo e abbiamo e di tutto
ciò che ci viene offerto. È bene non fermare questo dono della VITA a metà
strada, è urgente dare senza misura fino alla fine! E per poter dire come Gesù,
sulla croce: "Tutto è compiuto!"
«L'amato discepolo è testimone di questa fonte di grazia e
tenerezza»
Fonte
di grazia dove si puoi ricorrere senza abbatterci, sempre e in qualsiasi
circostanza ci troviamo.
Fonte
di tenerezza, come diceva Papa Francesco: "NON AVERE PAURA DELLA
TENEREZZA!" Il mondo ha bisogno di grazia e di tenerezza, questi non sono
negoziabili, sono doni. Cerchiamo di essere fonte, poiché essa scorre senza
sosta, senza limiti, e si offre a chi le si avvicina. Ovunque passa c'è una
scia di vita, da entrambe le parti.
Il
Discepolo Amato è un testimone e anche noi siamo testimoni delle grazie
ricevute da questa fonte di grazia e tenerezza, che si manifesta nei più
piccoli gesti della vita quotidiana! Nell'aspetto sereno del bambino,
dell'anziano, della gioventù o dell'adulto, nel lavoro che riceviamo e
offriamo, dal più in vista al più nascosto. Nei giorni miti, con il brutto
tempo, nel calore del sole e nella dolce brezza, nel canto del passero, nel
mormorare dell’acqua ... Questo è vero Corpo del Signore.
Siamo
il Corpo del Signore, non abbiamo dubbi! E in questo modo, impariamo a essere
una fonte di grazia e di tenerezza. Saziamoci a questa fonte per essere con Lui
ed in Lui FONTE DI VITA.

volgendo lo sguardo a colui che abbiamo trafitto
Tu, Gesù,
sei il Dio fedele
fino alla croce, fino alla lancia
nel cuore.
Tu, generato
dal Padre prima di ogni creatura.
Tu, generato
dallo Spirito
nel seno verginale di Maria.
Tu,
annunciato dai profeti,
Emmanuele
Consigliere ammirabile
Dio potente
Padre per sempre
Principe della Pace.
Tu, il
Figlio dell’uomo,
Tu il santo,
Figlio dell’Altissimo.
Tu, la
Parola che era in principio
presso Dio ed era Dio,
Tu, la
Parola eterna fatta carne.
Tu, il
Cristo, il Figlio di Dio,
Tu, l’Amato
in cui il Padre si compiace.
Tu, Gesù,
Figlio di Maria
la sposa di Giuseppe della casa di
Davide.
Tu, che sei
prima di Abramo,
Tu, luce del
mondo
Via, Verità e Vita,
sorgente che zampilla per la vita
eterna.
Tu, Pane di
vita e risurrezione.
Tu, Re di
Israele e dell’universo,
coronato di spine
flagellato
e
condannato a morte.
Tu, carne
crocifissa
Cuore trafitto
Sangue sparso per amore.
Tu,
misericordia e perdono.
Tu, Figlio
obbediente,
il più bello tra i figli degli
uomini,
reietto e disprezzato,
Uomo dei dolori,
trafitto per i nostri peccati.
Tu, che noi
abbiamo trafitto.
Tu, morto e sepolto.
Tu, il
Risorto.
Tu,
vittorioso sulla morte e sul peccato.
Tu, agnello
immolato
Sposo della Chiesa
nata dal tuo fianco trafitto.
Tutti là siamo nati.
Tu, su noi
peccatori effondi il tuo Spirito
con l’acqua e il sangue
che sgorgano dal tuo cuore come da
sorgente.
Tu, fin
nella morte ci hai cercati e raggiunti
e ci riconduci al Padre come figli
amati.
Tu, gioia
del Padre
e nostra gioia.
Tu, come
sposo ci hai desiderati,
cercati, chiamati, amati.
Tutta la
nostra vita sia
con Te
in Te
per
Te
adorazione
eucaristia amore,
vita
con la tua donata.

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