Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
un viaggio lungo e meraviglioso
Lo scorso 6 marzo ho preso l’aereo
per Lisbona, meta Timor Est, su invito della ARTESAL, un’Organizzazione non
Governativa (OnG) che lavora con tessuti fatti a telaio, fondata da Mariana,
una signora rumena che ha sposato un cittadino della Guinea e che ha vissuto in
Guinea per 33 anni; e dalla CABAZ DI TERRA –OnG, che lavora nella
commercializzazione dei tessuti fatti a telaio, anch’essa fondata da Mariana e
dal CIDAD – Centro di intervento Amilcare Cabral, a Lisbona.
Il viaggio aveva lo scopo di
aiutare le donne guineensi ad imparare questo lavoro. In quasi tutto il mondo
sono le donne ad occuparsi di tessitura, ma nella Guinea Bissau lo fanno gli
uomini ed esiste un mito che dice che le donne non devono fare questo lavoro
perché, se lo facessero, morirebbero. In Guinea solo due etnie fanno questo
tipo di attività: a Manjaca e a Papel.
Secondo informazioni raccolte,
in tutto il Paese in questo momento esistono soltanto 20 artigiani tessitori e,
per questo, vogliamo che le donne assumano questo lavoro al fine di poter
mantenere nel tempo la cultura e la tradizione della tessitura a telaio e anche
per conquistarsi una maggiore autonomia e potere. Nell’aeroporto di Bissau,
come tutti noi sappiamo, non ci sono condizioni per una persona con handicap
fisico di poter viaggiare comodamente e, per questo, per salire sull’aereo mi
hanno portato una sedia a rotelle, a cui sono stata legata con delle cinghie e
quattro uomini mi hanno sollevato fin dentro l’aereo. Arrivata a Lisbona, mi
sono trovata in condizioni migliori: mi hanno messa sempre su una sedia a
rotelle, e, poi con un sollevatore e mi hanno fatta scendere dall’aereo senza
grandi difficoltà. All’uscita, Mariana, responsabile della ARESAL mi stava
aspettando per portarmi all’Hotel Imperador, in via 5 ottobre 55. Erano le
quattro del mattino.
Il giorno dopo, l’8 marzo, ho
conosciuto Carlos che era venuto ad unirsi al nostro gruppo. Carlos è di CIDAD
ed è uno dei coordinatori, che conosce bene l’inglese e il ”tétume”, per cui ci
ha fatto da interprete.
Appena arrivati all’aeroporto
di Singapore, di mattina presto, un’altra sedie a rotelle mi aspettava.
Anche all’aeroporto di Timor –
la situazione era come quella di Guinea Bissau – non erano forniti di servizi
“speciali” e nelle mie condizioni non c’era modo di spostarsi. Allora ho
tentato da sola di scendere le scale che non erano …corte, infine, con l’aiuto
di alcune braccia, grazie a Dio, ce l’abbiamo fatta.
Il 12 marzo abbiamo avuto il
nostro primo incontro con la Fondazione ALOLA (Direzione) e con la ALOLA
speranza delle donne tessitrici. Nello stesso giorno siamo andati al centro di
riabilitazione motoria per chiedere in prestito una sedia a rotelle.
Il 13 marzo abbiamo visitato
tutti i negozi di artigianato di Dìli e, il giorno dopo, abbiamo incontrato
anche gruppi di donne che fanno cesti con materiale vegetale.
Il 15
successivo avevamo programmato un incontro con l’Ambasciata del Portogallo, ma
non è stato possibile. Il 16 c’è stato l’incontro con l’unità di appoggio del
gabinetto del Primo Ministro, Coordinatore della Società Civile e questo fu
molto proficuo. Si è concluso con la firma di un accordo di partenariato a
livello di CPLP.
Il 19 seguente siamo andati al
nord, verso le montagne (LOSPALO), insieme con lo staff della Alola; siamo
passati per Bachau, città che i portoghesi consideravano la 2° capitale, perché
era in montagna, in un ambiente pù fresco; dopo aver fatto pranzo, abbiamo
proseguito il viaggio in direzione di Lospalo. Il giorno dopo abbiamo
incontrato lì diversi gruppi di donne, impegnate nella produzione di “tais”, un
telo che si porta ai fianchi e tessuti fatti a telaio.
Il
giorno 20 siamo arrivati ai confini con Timor, nella parte nord, dove ci siamo
resi conto, increduli, dell’altezza della montagna dove ci trovavamo….era una
cosa impressionante, mai avrei immaginato che un giorno sarei salita sulla cima
di un monte tanto alto… e mai avrei pensato di fare un viaggio tanto meraviglioso!
Considero il viaggio come opera
di Dio. Io… che non ho tanta forza come in passato… fare un viaggio come questo!
Bisognava proprio avere del coraggio e affidarsi alla provvidenza di Dio - e
questo è quanto ho fatto: mi sono abbandonata completamente nelle sue mani, ho
incontrato persone meravigliose che mi sono state di aiuto in ogni senso, ho
avuto anche la fortuna di essere ospitata nel Centro Giovanile di Balide, della
Diocesi di Balide, accolta in casa delle suore che parlavano soltanto inglese o
tétume.
Sono tornata a casa con un
orizzonte più aperto; ho imparato molte cose sull’artigianato; ho visto il mondo
da un’altra prospettiva; ho contemplato le grandi meraviglie di Dio ed ho
incontrato molte persone buone: un popolo umile, accogliente, amabile e molto
religioso.
Ho visto cose che mai avrei
immaginato di vedere. Ne è valsa la pena! È stato difficile, ma con l’aiuto di
Dio, tutto si è risolto bene. Senza la sedia a rotelle e senza quelle persone
meravigliose, non sarei arrivata tanto
lontano.
Grazie, mio Dio, per tutte le meraviglie che hai fatto in
me, grazie per aver messo persone meravigliose nella mia vita: grazie Signore,
per ognuna di queste persone (Carlos, Mariana e altre).
Sono tornata a casa con il cuore pieno di gratitudine a
Dio, a ciascuna persona e per tutto quanto ho vissuto. Sono grata al Consiglio
Centrale e al mio gruppo della Guinea che ha deciso che io facessi questo
viaggio. Grazie ad ARTISAL, grazie a CABAZ DE TERRA e grazie a CIDAD!
un altro mondo
VISITA DELLA PRESIDENTE IN GUINEA BISSAU
Dal 6
dicembre 2018 al 9 gennaio 2019 in Guinea Bissau per visitare il gruppo CM che
vive e lavora in questo paese dell’Africa occidentale bagnato dall’Oceano
Atlantico.
6 dicembre: viaggio con Royal Air Maroc (RAM) per la prima volta. Alcune
persone gentili mi aiutano a salire e scendere dall’aereo portandomi il
bagaglio a mano. Ne sono loro grata e le benedico. Siamo stipati in un aereo
con sedili mini, molta gente comunica ad alta voce tranquillamente senza la
minima preoccupazione di dare disturbo agli altri: tutti insieme
appassionatamente … Sarà così per quasi tutto il viaggio. A Casablanca tempo ridotto per raggiungere la coincidenza
per Bissau ma un funzionario ci fa passare prioritariamente tra la ressa dei
passeggeri. Troviamo il nostro aereo quasi pieno di passeggeri provenienti da
altri paesi. Sarà così anche a Capo Verde dove ci fermiamo per far scendere
alcuni passeggeri e salire altri. Sembra di stare su un autobus! A Bissau
scendiamo ma altri rimangono per andare in Costa d’Avorio. Questa linea aerea occidentale dell’Africa è
coperta in buona parte da RAM infatti è più economica di altre. In Guinea Bissau giungiamo il mattino presto – ore 3.30 del
7 dicembre: mi aspettano Antonieta e Ivone. Si avvicina un funzionario
dell’aeroporto, Abu, figlioccio di Antonieta, che mi aiuta nel disbrigo delle
formalità per uscire rapidamente. Subito a nanna ed il sonno sarà compagno
benefico nei giorni seguenti di assestamento tra le temperature europee e
quelle africane. Dormo, dormo, dormo e
mi fa bene. Oggi,
domenica partecipo alla Messa all’aperto, sotto gli alberi ed un grande albero
di castagna cajù, attorniata da tanta gente e tantissimi bambini. Alla fine
dell’Eucaristia devo presentarmi con un altro credente proveniente dalla Guinea
Conakry. Si usa così e vuole essere un modo per accogliere e far sentire che
sei in sintonia con la comunità. 10 dicembre: giornata internazionale dei Diritti Umani.
Siamo invitate da Ivone ad un incontro nel Centro Culturale Francese dove si
parla di inclusione sociale delle persone con handicap. Andiamo tutte:
Antonieta, Ivone, Nhamo, Silvia ed io. Molte persone partecipano a questo
evento dove si raccontano storie di vita di persone che hanno lottato per
affrontare dignitosamente e con determinazione il loro limite riuscendo ad
impegnarsi ed a lavorare affinché molti altri connazionali potessero accedere a
migliori condizioni di vita. Una di queste persone é appunto la nostra Ivone.
Una serata di festa con canti e danze che coinvolgono un poco tutti. Vita quotidiana: il mattino dopo la preghiera e la colazione
ciascuna va o a scuola (Silvia e Nhamo, Antonieta), o al lavoro (Ivone) ed io
rimango in casa. Jaime (custode di giorno) si occupa di varie cose, galline,
cani, giardino, e vigila sull’ampio spazio dove si affacciano la nostra
abitazione, la scuola, l’atelier (dove imparano a cucire alcune donne). Rosa,
sordomuta, lavora come inserviente nella scuola ma viene tutte le mattine ed ha
cura della pulizia esterna di una parte della casa, ... tutte persone che sono
preziose per l’andamento della casa e che mi insegnano la fedeltà quotidiana al
proprio dovere. Il
pomeriggio ci dedichiamo agli incontri tra di noi e cerco di cogliere e di
capire attraverso il dialogo ciò che le persone vivono. Antonieta e Ivone (46
anni) fanno parte della CM da 14 anni e Nhamo (30 anni) da 4 anni; Silvia vive
con noi da settembre 2017 e frequenta il primo anno della Università per
educatrici d’Infanzia; sta vivendo il periodo di accompagnamento iniziale ed ha
21 anni. Colgo le storie familiari e quello che sentono nel loro cuore. La scuola, della quale è direttrice Antonieta, con 450
alunni dal lunedì al venerdì riempie di voci il cortile dove si affacciano le
nostre abitazioni. Oltre alla scuola c’è anche l’atelier che ha una sua
organizzazione con l’appoggio e l’impegno appassionato di Ivone. Feste natalizie: canti ben preparati e liturgie curate con
la presenza dei francescani OFM della parrocchia di Brà che fedelmente
celebrano l’Eucaristia nello spazio davanti alla nostra casa e sotto un grande
albero di caju. La presenza della comunità di S. Paolo abbastanza corposa ed
attiva con l’appoggio e la collaborazione delle nostre missionarie. 26 dicembre: passeggiata a Nhoma dai frati francescani che
lì hanno una scuola ed un liceo in una zona che dista circa 30 km da Bissau.
Una zona difficile dal punto di vista pastorale. Grande accoglienza e una
giornata vissuta nella gioia della fraternità squisitamente francescana. Un
giorno di distensione che fa bene a tutte. 30 dicembre: visita alle famiglie delle missionarie:
iniziamo con la famiglia di Antonieta che abita relativamente vicina lì
preparano il pranzo con la presenza del papà e dello zio con parte della sua
grande famiglia. I vicini partecipano alla nostra festa che diventa festa per
tutti. Scambio di regali: ricevo il tessuto tipico che qui viene realizzato a
mano. Anche dalla famiglia di Ivone che abita vicino alla parrocchia di Fatima
(in centro) veniamo ricevuti con molta gioia ed anche qui scambio di doni.
Proseguiamo e visitiamo il fratello di Antonieta, Alberto con la sua famiglia
ed infine la mamma di Nhamo. Un grande giro che mi dà occasione di conoscere
alcuni quartieri della città di Bissau. Un pomeriggio pieno di incontri che
rendono gioiosa e bella questa ultima domenica dell’anno. La sera del 31 dicembre partecipiamo alla messa di
ringraziamento di fine anno nella parrocchia centrale di Brà di cui fa parte la
comunità di S. Paolo ed altre 4 comunità. E’ una messa molto animata con canti
e danze. I Frati Francescani Minori animano questa Eucaristia. Sono tutti
giovani sacerdoti della Guinea e si sente questo clima gioioso che fa bene al
cuore. 2 gennaio 2019: visita a Takir, alla Casa Regionale dei
missionari del PIME presenti in Guinea da più di 70 anni. Incontro con P. Fabio
Motta Superiore regionale del PIME, che ci fa conoscere questo luogo dove sono
vissuti molti missionari. La presenza ed il servizio missionario si svolge non
solo a Bissau ma anche in varie missioni. Collaborano anche molti laici. La
Compagnia Missionaria deve molto ai missionari del PIME perché sono loro che
hanno accolto l’inizio del cammino vocazionale di Antonieta ed Ivone ed
accompagnato la nascita della CM in terra di Guinea. Un ringraziamento sentito
a loro, (soprattutto a p. Dionisio Ferraro, ora in Italia) che ha collaborato fin dal 1994 per la nascita
e la crescita della comunità di S. Paolo, la scuola e le iniziative sociali e
missionarie in questa zona della città. Proseguiamo il nostro giro visitando anche il Centro di
N’Dame creato da un missionario del PIME. Incontriamo due suore missionarie
(provenienti dall’India – Kerala) dell’Istituto Oblate del Sacro Cuore –
Frascati (Roma). Sono loro che accolgono i vari gruppi delle due diocesi della
Guinea, (Bissau e Bafatà) sia per esercizi spirituali che per incontri
diocesani di vario genere. E’ un luogo molto frequentato. Riusciamo
a dedicarci alle varie visite per il fatto che siamo in tempo di vacanze e cerchiamo di intercalarle con incontri vari
tra di noi così da valorizzare queste giornate con un lavoro di approfondimento
di alcuni temi specifici CM. La Guinea Bissau ha circa un milione e mezzo di abitanti e
una conformazione geografica particolare contornata dal mare. Attualmente si
dibatte tra vari problemi grandi e piccoli. Finalmente dopo vari rimandi, sono
state indette le elezioni per il 10 marzo 2019 ma molti partiti si contendono
il potere. In questo periodo ci sono stati sia gli scioperi degli insegnanti
della scuola pubblica sia quello dei trasporti collettivi. Finalmente gli
insegnanti hanno interrotto lo sciopero ed hanno ripreso il 7 gennaio 2019; gli
ospedali sono molto precari… Un paese con grandi problemi dove emerge l’impegno
di tanti ma anche il prevalere di situazioni che per ora non trovano una via di
miglioramento reale per la maggior parte della popolazione. Il 4 gennaio: viene a trovarci il Vescovo D. José Câmnate na Bissign, è un momento bello e significativo.
Attraverso il dialogo con lui colgo le sue preoccupazioni sia pastorali che
sociali ed il suo impegno, assieme a tanti missionari, diocesani e operatori
pastorali, per un miglioramento delle condizioni di vita e di futuro di questo
popolo. So dell’impegno della diocesi a livello educativo con più di
40 scuole elementari ed altrettante scuole dell’infanzia. Altre scuole di
livello superiore molto importante per la crescita delle persone. La Caritas ha un ruolo importante nel favorire progetti sia
agricoli che di promozione della donna … Una chiesa piena di vita impegnata a
promuovere e ad alimentare la fede e la speranza. Mi viene spontanea la comparazione con il Mozambico (dove ho
vissuto molto tempo e dove siamo presenti come CM) e vedo tante cose uguali ed
altre diverse ma tutte con uno sguardo che coglie la bellezza della gente
d’Africa. Quel non so che di mistero che abita questo continente e che lo rende
attraente ma che a volte interroga per le molte contraddizioni. Qualcosa che ti
appassiona e ti fa pensare … E rimane aperta una riflessione che non può
contenere e comprendere fino in fondo un altro mondo che guardo con speranza ed
empatia.
la divina misericordia
Quest’anno mi pare di
essere cresciuta abbastanza a livello umano e spirituale, grazie soprattutto
alla lettura attenta della Parola di Dio e all’impegno per approfondirla nella
mia vita.
Il
ritiro mensile del nostro gruppo e i temi trattati nella formazione con
Antonieta mi hanno aiutato a crescere nel mio cammino. Nel ritiro annuale,
realizzato in casa nostra, abbiamo fatto una profonda riflessione sulla
misericordia di Dio nel Nuovo e nell’Antico Testamento. Il Salmo 136 mi ha
toccato particolarmente, perché cantare la misericordia di Dio è sempre
meraviglioso. L’amore di Dio è eterno! La storia della salvezza scaturisce
dall’amore di Dio. La misericordia di Dio supera la giustizia degli umani.
Nell’ultimo
giorno di ritiro ho rinnovato i voti. Sono contenta perché mi sento aperta
all’amore di Dio. Con queste parole, desidero esprimere la mia gioia per
l’incontro con il Signore, ringraziarlo per tutto quello che ha fatto nella mia
vita, compreso il mio servizio alla CM.
A
tutte le missionarie sia del mio gruppo della Guinea Bissao che degli altri
gruppi va il mio grazie per le preghiere. Il nostro Statuto ci mostra che Maria
è per noi modello, lei che ha realizzato la sua missione nel silenzio di
Nazaret. Spero che sia così la mia vita: abbandonarmi alla provvidenza divina,
con una donazione di me stessa per la crescita della fede dei miei fratelli.
Nhamo
Francisco Abna
amerò sempre questa guinea, terra sacra
L’emozione
e il timore, dopo gli attacchi terroristici in Francia e la situazione di
massima allerta in Belgio, la sofferenza delle persone più direttamente colpite
dal terrorismo e la mia fragilità fisica erano lo scenario di fondo nei giorni
precedenti alla mia partenza per la Guinea Bissau. Ricordavo un canto che avevo
imparato nella chiesa dello “Espinheiro”, in Brasile: “Da solo non posso niente” e pensavo: ma io non sono sola, Dio è
presente, anche se nascosto nelle pieghe di questo mondo perturbato, negli
incontri e scontri, nella salute e nella malattia, nelle situazioni di unione e
di separazione…In terra, nell’aria, in
mare, di notte e di giorno e nella gioia io so e sento che da sola non posso
niente ed è per questo che Lui mi prende
in braccio, mi conduce in pascoli erbosi e rigenera l’anima mia.
Il giorno 25 novembre, nella tratta
Bologna-Casablanca, l’equipaggio era quasi tutto di colore. Pregavo, chiedendo
la benedizione per tutti e per ciascuno perché, come me, con i piedi lontani
dalla terra, portava certamente nel cuore le persone che aveva lasciato e
quelle che avrebbe incontrato. Ho vissuto questo volo come un tempo
privilegiato per stare solo con Dio e per decifrare quanto di più genuino
abitava il mio essere. Quando spensero le luci per prepararsi all’atterraggio,
ho sentito dentro di me una tenerezza libera e leggera come una farfalla,
semplice come un bimbo, delicata come i gigli e le camelie, umile come le
violette…non avevo con me né oro né argento, solamente la tenerezza da dare a
tutte le persone, a tutte le creature.
Le 4 ore d’attesa nella sala
d’imbarco in Marocco sono state un tempo di fraternità animato da musica di
fondo; conversazioni incrociate; bambini che giocavano, correvano e piangevano;
la condivisione di cioccolata e di piccoli gesti e sguardi.
Finalmente in Guinea Bissau. Mi
aspettava Roberto, un giovane della comunità di San Paulo, impiegato
dell’aeroporto, che mi chiese: Sei Serafina? Bina ti sta aspettando, dammi il
passaporto così riempio i moduli. Simpatico! Bina, Antonieta e Nhamo, dopo
abbracci e sorrisi, mi portarono a casa. Appena due messaggi per dire che ero
arrivata bene e via a letto, alle 5 del mattino del 26 novembre.
Dopo
giorni di riposo, i primi contatti e una
visita alla città, abbiamo fatto il ritiro mensile. La mattina, mentre
aspettavamo il relatore, regnava un clima di silenzio e di raccoglimento. Avevo
davanti a me un gruppo giovane, pronto ad ascoltare, ad accogliere, a lasciarsi
incontrare da Dio. Nelle giovani di questo gruppo traspariva la freschezza di
un “sì” rinnovato e sempre nuovo e
la bellezza della fecondità con la presenza di tre giovani: Marisol (periodo di
orientamento), Claudia era la prima volta
che si avvicinava il gruppo, Luzia (giovane universitaria che già frequenta i
ritiri mensili e che molte volte si trova a pregare con il gruppo).
All’esterno
c’era un ambiente di festa. Si sentiva pulsare la vita presente nella natura:
il canto degli uccelli, delle colombe, del gallo, il coccodè delle galline, il
pio-pio dei pulcini, il mormorio dei bambini nei diversi e grandi gruppi per la
catechesi sotto i giganteschi alberi di caju e di carrube, la danza delle
foglie degli alberi e degli arbusti e i più diversificati suoni che facevano
parte dell’orchestra. Tutto invitava a cantare inni e salmi di lode a Dio per
le sue creature.
Abbiamo iniziato il ritiro con una
dinamica che ci ha aiutato ad assumere un atteggiamento di spogliamento e
distacco per lasciarci incontrare da Colui che ci ha creati liberi per la vera
libertà di figli. Ho ammirato particolarmente la capacità di silenzio delle tre
giovani per tutto il giorno e anche durante il pranzo. L’ascolto silenzioso ha generato un clima di tranquillità e
di disponibilità interiore in sintonia con il salmo 23 (22): “Il Signore è il mio pastore”. Ho
riposato, ho recuperato forze, mi sono saziata alla mensa che Lui mi aveva
preparato…. Davvero bello, molto bello.
L’11 dicembre vennero a pranzo due
giovani portoghesi: David e Tiago che erano di passaggio in Guinea per studiare
la possibilità di fare volontariato in campo educativo. Fu un momento emozionante
quando presentarono il loro progetto, la loro associazione, l’impegno e il
lavoro per racimolare fondi anche con la raccolta di carta… Così ho finito per
scoprire, quando dissero che erano di Lixa, che conosco il loro parroco e che
Zé, un mio ex alunno di Amarante, è un membro dell’associazione da loro
fondata. Mi sono sentita pronta ad adottare, dentro di me, ciascuno di questi
giovani e il loro progetto.
Il giorno dopo ho visitato la scuola
di S. Paulo. Mi ha commosso la gioia dei bambini, le domande che mi
rivolgevano: “Anche tu sei una missionaria come Antonieta”? Le canzoni e soprattutto la bellezza e la
vivacità dei loro sguardi quando parlavo con loro. Ho raccomandato loro di non dimenticarsi di
essere felici tutti i giorni della loro vita e li ho salutati con le parole di
papa Francesco: “Per favore, non
dimenticatevi di pregare per me!” ed ho promesso che avrei pregato per loro.
Il 13 dicembre, 3° domenica di
Avvento e della gioia, è stata davvero segnata dalla gioia che ho notato nel
sorriso del parroco e dei suoi accoliti che si preparavano all’Eucarestia, nel
clima di festa di quella comunità giovane che avevo trovato quando sono
arrivata al tempio della natura, sotto l’albero di caju. Alcuni già seduti,
altri arrivavano con la loro sedia, i catechisti portavano panche e
accoglievano bambini e adolescenti. Il silenzio invitava all’intimità, alla
contemplazione e a prepararci alla celebrazione del giorno del Signore. Tutto
era musica e armonia sotto l’albero di caju. Non riesco a trovare parole per
descrivere l’esperienza del divino che manifestava la sua presenza amorosa e
affettuosa. Il cielo era lì nell’Assemblea cristiana pronta e predisposta a
celebrare il banchetto Eucaristico, nella Parola, nel Corpo di Cristo spezzato
e condiviso. La Messa in criolo per cui
capivo poco dell’omelia e dei canti, ma senza impedire minimamente la mia
partecipazione. Ringrazio la comunità di San Paulo che, saggiamente, rispetta
il tempo del Signore, sotto l’albero di caju, con il silenzio prima e durante
le celebrazioni.
Nel pomeriggio siamo andate a casa
di Marisol, la giovane in formazione nel periodo di orientamento. Nei villaggi
(tabanca) dove passavamo si vedevano galline, capretti, maiali neri che mi
sembravano cinghiali. Un viaggio piacevole e tutte ridevano quando confondevo i
capretti con i porci e viceversa. Quando siamo arrivate ci aspettavano, sotto
l’albero di caju, Marisol, i genitori, la sorella e alcuni bambini. L’incontro
con questa famiglia è stato bello, un vero incontro di comunione. La brezza
soave che ci sfiorava, il dialogo semplice e affettuoso, le canzoni, la natura
piena di vitalità: pulcini, galline e cuccioli di cane, zucche, maracujà,
alberi di papaia, nidi di uccelli sulla cupola della palma, la piantagione di
mandioca… tutto pareva un canto di lode al Creatore. Alla buona maniera
guineense ci hanno offerto una pollastra e due zucche.
Al ritorno ci siamo fermate nella
comunità dei padri di Murialdo per comprare il miele. Abbiamo incontrato p.
Giovanni, italiano, da 30 anni in Guinea. Subito ci ha fatto entrare, Ci ha
offerto un dolce da lui preparato. E’ stato un vero momento di condivisione
fraterna di vita: progetti pastorali, la necessità di un’animazione vocazionale
lì a Bula, zona di Antonietta e di Marisol.
Dopo siamo andate a casa di Mario,
cugino di Ivone. Era felicissimo per la nostra visita! Uomo semplice,
lavoratore, accogliente e desideroso di condivisione. Tutto coltivato a mano da
chi sa coltivare, trattare, curare e imprestare le mani a Dio nella continua creazione.
Ci ha offerto un sacchetto di noccioline, un secchio di limoni e vino di caju.
Ho sempre sentito dire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, ma quel
giorno ho visto brillare negli occhi, nel sorriso aperto di quest’uomo dal
volto nero il fratello che dà il frutto del suo lavoro come il tesoro più
prezioso che possiede.
Il 17 dicembre sono andata con Bina
e Antonieta a far visita al vescovo di Bissau, D. Josè. Un incontro breve, centrato sulle sfide
pastorali, nella preparazione del Sinodo Diocesano di Bissau nel 2017,
nell’urgenza di accelerare il proseguimento della costruzione della chiesa
della comunità S. Paulo, nella gioia e nella speranza che ci offre il giubileo
della misericordia, nella necessità dell’animazione vocazionale e della
formazione di questa Chiesa giovane e assetata dell’annuncio della Buona
Novella. E’ una Chiesa che tende la mano e chiede una collaborazione, anche se
temporanea soprattutto per la formazione e animazione.
Nei giorni 19 e 20 ho animato un
incontro con le giovani che partecipano al ritiro. Abbiamo lavorato
sull’onestà, la contemplazione della bellezza dell’universo e delle meraviglie
di Dio. Come base del lavoro personale di ciascuna e in gruppo hanno scritto un
inno di lode a Dio. C’è stata anche l’opportunità di fare un piccolo percorso
storico della CM con la proiezione di un PowerPoint.
Il 19 dicembre, mentre le giovani
facevano il loro lavoro personale, mi sono trovata con gli insegnanti della
scuola di S. Paulo, dove ho sottolineato che essere insegnanti è un privilegio,
una vocazione, una missione sacra in quanto si agevola la crescita e lo
sviluppo integrale degli alunni; che ciascun alunno è unico irrepetibile e
quindi è fondamentale trattare ciascuno per nome, conoscerlo e aiutarlo a far
emergere le ricchezze del suo essere, ad essere se stesso; che la dimensione
affettiva è molto importante nella relazione insegnante-alunno e viceversa; che
i nostri alunni hanno bisogno di trovare nella scuola un riferimento positivo,
sentire che vogliamo loro bene, che sono importanti per noi e che hanno bisogno
di essere accolti e amati. Ho messo in risalto l’importanza di insegnare “non solo i contenuti di una materia, ma
anche i valori e costumi di vita…Per imparare i contenuti è sufficiente il
computer, ma per capire come si ama, quali sono i valori e i costumi che creano
armonia nella società è necessario essere un buon insegnante”(papa Francesco).
Ho lasciato loro l’appello ad essere suscitatori di
sogni, “giardinieri” della vita.
Nello
stesso giorno, nel pomeriggio, mi sono trovata con le funzionarie della
sicurezza ed era presente anche Antonieta. Ho messo in risalto l’importanza
di sentirsi agenti dell’azione
educativa; che il loro lavoro e impegno è fondamentale per il buon
funzionamento della scuola e contiamo su tutti per favorirne maggiormente la
qualità per rendere questo spazio più accogliente, più pulito e più bello. Ho
ricordato loro che hanno il compito di collaborare nell’aspetto educativo della
scuola, compiendo e facendo osservare le norme di convivenza sociale e civica.
Ho anche incontrato tutte e ciascuna
delle giovani che frequentano il gruppo e tutte mi hanno detto che piace loro
pregare e fare l’adorazione con le missionarie. Ecco la testimonianza di Luzia:” L’esperienza che sto facendo nel gruppo CM
mi aiuta a scoprire che il Signore ha bisogno di me e che io ho bisogno di uno
stile di vita di preghiera, di fraternità, di formazione e di condivisione.
Capisco anche che devo essere coraggiosa per essere fermento cristiano e per
mettere al centro della mia vita la spiritualità di amore e di vivere con
impegno il Vangelo. Lodato sia il Signore per il dono della vita e per le
meraviglie che ha operato in me”.
Mi sono trovata anche con le donne
del laboratorio di sartoria diretto da Ivone. Questa attività ha come finalità
la promozione dell’autonomia e della dignità della donna mediante il lavoro. Mi
sono messa in ascolto di queste donne e delle loro testimonianze. Mi hanno
comunicato che era la prima volta che si trovavano a parlare dei benefici di
questa esperienza lavorativa e dell’interiorizzazione dei valori che qui hanno
scoperto. Sono molto grate a Ivone per la sua dedizione e aiuto. Sono rimasta
contenta perché alcune di queste donne sono riuscite a fare un corso di scuola
superiore, grazie al frutto del lavoro di sartoria.
Il giorno dopo il Natale siamo
andate al mare per stare insieme e riposare un poco. Una giornata meravigliosa
e con la voglia di dire: Facciamo qui tre
tende…ma la missione ci aspettava a S. Paulo e siamo rientrate a casa
felici e contente.
Dal 27 al 31 dicembre abbiamo fatto il ritiro annuale
nella casa del PIME, a Takir. Ci siamo sentite accolte e come a casa nostra. Ho
capito che i padri del PIME in Bissau sono molto uniti alla CM fin dagli inizi.
La fame e la sete di Dio che ho sentito durante il
ritiro ha suscitato in me un atteggiamento di accoglienza e di apertura allo
Spirito perché fosse Lui a saziarmi. Le riflessioni, che avevano come base il
nostro Statuto, la Parola di Dio e documenti ecclesiali mi hanno aiutato a
creare uno spazio interiore e una disponibilità piena ad accogliere il dono di
Dio. Ho sentito come non mai il fascino per la vita consacrata e la
disposizione a lasciarmi interpellare, potare e rinnovare… E’ stato un vero
tempo di grazia.
Camminare più intensamente, in questi quattro giorni,
con Nhamo per la preparazione della sua
consacrazione, mi ha aiutato a rivedere la mia storia di vita consacrata, a
rinnovare il mio “sì”e a contemplare in una luce nuova la grandezza del dono
ricevuto. Ringrazio il Signore che in questo anno della vita consacrata mi ha
preso e, per puro dono, mi ha portato sul Tabor per farmi contemplare il suo
volto pieno di tenerezza e di bontà. Al termine del ritiro mi sono sentita
interiormente inviata ad essere “padre/madre” di misericordia e ad amare tutti
incondizionatamente e sempre, a non
lasciarmi cadere nella mediocrità dell’egoismo, ma amare come Gesù sino alla
fine, senza limiti. La misura dell’amore che Gesù propone è incommensurabile: “Amatevi come io vi ho amati”. Questo “come io” mi spinge ad uscire, a donare
e donarmi nell’unica ricchezza che possiedo: “Gesù Cristo e il suo Vangelo”.
Il 31 dicembre abbiamo celebrato l’Eucarestia nella
“cappella” improvvisata nella nostra casa qui a S. Paulo e Nhamo ha fatto la
sua prima emissione dei voti. E’ stato un momento alto della mia visita al
gruppo. Tutti erano raggianti di gioia per avere un’altra missionaria
guineense. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da p. Domingos (ofm)
che aveva orientato il ritiro annuale e quelli mensili. Tra i partecipanti
erano presenti la famiglia di Nhamo, le giovani in discernimento e altri amici…
E’ stata una manifestazione di comunione per la nuova missionaria, la CM, la Chiesa e il mondo. Nhamo era
raggiante, serena… molto bella.
Mi ha fatto molto piacere visitare, alla vigilia del
mio rientro in Italia, la famiglia di Antonieta. Ho ringraziato di cuore per il
modo caldo e generoso con cui mi hanno accolto, stimato e condiviso quanto
avevano. Ho colto che lì tutti vengono accolti e che anche i vicini sono
famiglia per loro… Che bello!
Al gruppo CM di Bissau va il mio grazie e riconosco la
loro apertura allo Spirito Santo che le aiuta a camminare unite, l’accoglienza
delle proposte di formazione da me offerte, la disponibilità per gli incontri
personali e di gruppo, la fiducia che hanno avuto in me, i momenti di
preghiera, di fraternità, la capacità di fare comunione tra noi e con chi entra
in casa anche senza suonare il campanello. Ho ricevuto davvero molto dal
gruppo, dalla comunità di S. Paulo, dalla Chiesa locale e da tutti coloro che
ho incontrato.
Ho visto ognuna di loro come missionarie giganti nella
loro donazione agli altri, nella loro capacità di uscire per andare agli altri:
accompagnare all’ospedale, giocare con i bambini che cercano un appoggio,
ascoltare e consigliare gli insegnanti e i bidelli, sostenere le famiglie in
difficoltà… Un via vai costante che spinge ad un’uscita da loro stesse in modo
costante. Mi sento di dire che questo gruppo è un’autentica Betania aperta
tutti i giorni e a tutte le ore verso chi cerca un incontro, una parola amica,
un insegnamento o un pugno di riso per saziare la fame.
Lì c’è tempo e spazio per scoprire novità nelle più
piccole cose. Mi divertivo molto con le peripezie che Bina mi raccontava del
gallo che era stato abbandonato dalla madre ed era nato in cima ad una
parabolica. Ogni giorno il gallo ne inventava una per confermarsi capo del
pollaio. Sapeva accogliere e difendere le pollastre che ci avevano offerto e,
con il suo sguardo, tono di voce e canto, metteva ordine nel pollaio e non
permetteva che le nuove arrivate venissero aggredite dalle altre galline.
Qui c’è sempre spazio per un’altra missionaria, un
volontario o amico che sia disposto a uscire, ad andare alle periferie esistenziali, disponibile per accogliere il dono di
Dio, per dare e donarsi. Può darsi che oggi, come allora per il Samaritano, Dio
ti chiami a farti prossimo, con amore, di questo popolo ricco di speranza e
avido di una mano amica che formi, condivida e accolga le diverse ricchezze
personali e culturali che può donare. “Se
oggi udite la voce del Signore, non chiudete i vostri cuori”. Il popolo ha bisogno di te, di voi e anche
il gruppo di S. Paulo ha bisogno di un rinforzo anche se temporaneo.
Amerò sempre questa Guinea, terra sacra, che mi ha
offerto uno spazio vitale di incontro con il divino, con le persone, con la
madre terra fertile di saporosi cereali, legumi e frutti, con l’orchestra
formata da variati toni e suoni degli uccelli, canti acuti della natura…
dio mi ha chiamata
“Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né
mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano”
(1Cor 2,9).
Quando
guardo la storia della mia vita, sento che sono un mistero di Dio e riconosco i
suoi segni nelle meraviglie che ha operato in me.
Dio
mi ha sempre accompagnato e collocato sul mio cammino persone che mi hanno
amato e si sono prese cura di me. Ho avuto l’opportunità di stare con mia madre
durante la mia infanzia e di non separaci mai l’una dall’altra. A 11 anni ho
avuto la gioia di andare con mia madre a far visita a mia zia Sadia, sorella di
mio padre, a Bafatà. A 12 anni ho iniziato la catechesi nella parrocchia di S.
Giovanni Battista. Mi piaceva molto l’accoglienza del catechista per ciascuno
del nostro gruppo, le storie che ci raccontava e la condivisione delle cose più
significative avvenute durante la settimana nella famiglia e nella scuola. Ciò
che mi piaceva di più era ascoltare dalla sua bocca quando ci guardava e
diceva: “ Noi siamo a immagine somiglianza di Dio”. Sono stati molto importanti
i momenti di preghiera: rimanevamo in silenzio e pregavamo.
Il
mio battesimo, a 16 anni, è stato un momento molto significativo: lì ho
sperimentato la presenza di Dio che ha cambiato la mia vita. L’inizio della
formazione CM è stato un altro momento speciale per me. L’accoglienza, la
volontà di crescere, l’atteggiamento di ascolto di questa famiglia mi ha dato
molta gioia ed è stato uno stimolo per progredire nel mio cammino. Ho scoperto
che il valore della comunione proposto nel cap. IX del nostro Statuto è fondamentale
per essere una missionaria del S. Cuore. Trascrivo alcune espressioni che mi
toccano di più: “la vostra carità
non sia ipocrita: detestate il male,
attaccatevi al bene…La vita di comunione, prima che altrove, deve
concretizzarsi all’interno della CM…abbiate in voi gli stessi sentimenti…”
All’avvicinarsi
del giorno tanto importante della mia consacrazione a Dio, 31 dicembre 2015,
sento la grande responsabilità di portare l’annuncio del Vangelo a tutti i miei
fratelli mediante la parola, la testimonianza, la valorizzazione dell’altro
cercando di vedere in Lui il volto di Cristo.
Il ritiro che ho fatto dal 27 al 31 dicembre mi ha
aiutato a riflettere, ad ascoltare e ad accogliere con gioia la Parola di Dio e
del nostro Statuto. La mia gioia è grande, sento che Dio è con me e mi spinge a
“guardare lontano”.
Ringrazio
anzitutto Dio che mi ha chiamata per una “ missione
di servizio nella Chiesa e nel mondo”; mia mamma che sempre mi ha
incoraggiato; le mie formatrici (inizialmente Lùcia Correia e, attualmente
Antonieta); tutti i membri della CM della Guinea Bissau; p. Domingos (ofm) che
ci ha animato, quest’anno, i ritiri mensili e quello annuale; le persone che
hanno pregato perché il progetto di Dio si realizzasse in me.
Maria,
madre del Verbo incarnato e mia dolce madre, in ginocchio, ti chiedo che tu
diriga sempre i miei passi in un cammino di fedeltà e di comunione perché la
mia vita si trasformi in un perenne servizio d’amore.
in te, signore, la mia speranza!
Nel
giorno del nostro ritiro mensile, il 20 dicembre 2014, abbiamo vissuto la
cerimonia dell’entrata nell’Orientamento di Marizol. E’ una giovane che ha
trascorso con noi un periodo di tempo ed ha partecipato ai nostri ritiri con
assiduità. Ha 18 anni, frequenta la scuola superiore. Abita poco distante da
noi e per questo può passare i fini settimana con noi.
E’
stato un giorno bello: il sabato mattina abbiamo avuto, come al solito, una
meditazione tenuta da p. Jaquité (che ci sta accompagnando da un certo tempo)
aiutandoci ad approfondire il brano biblico della chiamata di Samuele (1Sam
c.3). Molto arricchente per tutte, ma in particolare per me, perché questo
brano ha avuto molta importanza nella mia vocazione e decisione per seguire il
progetto di Dio nella Compagnia Missionaria.
Durante
la mattinata abbiamo avuto un bel momento nell’Adorazione eucaristica. Nel
pomeriggio c’è stata l’Eucaristia con la cerimonia di entrata di Marizol che,
pubblicamente, ha chiesto di iniziare il periodo di orientamento nella CM.
Abbiamo vissuto un grande momento di
gratitudine al Signore per le meraviglie che sta operando in questa terra e in
questo gruppo. Marizol l’ha vissuto in modo particolare sentendosi accolta dal
nostro gruppo e da tutta la CM, soprattutto dal gruppo di Porto con cui siamo
entrate in contatto via Skype, cantando insieme: Canterò al Signore per tutto
quello che ha fatto per me. E’ stato un momento di grande gioia per
tutte noi.
Il
sabato precedente abbiamo fatto visita al parroco di Marisol, p. Joao Martelli
ed abbiamo avuto con lui una conversazione importante e insieme l’opportunità
di farci
conoscere come CM.
Siamo poi andate a casa di Marizol, dove abbiamo
incontrato i suoi genitori e alcuni fratelli e nipoti che ci hanno accolto con
molto affetto e simpatia. Una famiglia cristiana, simpatica e numerosa. La cosa interessante è che i genitori hanno
accolto molto bene la decisione della figlia, senza mai opporsi alla scelta
della sua vocazione. E’ stato davvero bello cogliere questa disponibilità ad
affidare la figlia ad una nuova famiglia, la Compagnia Missionaria del sacro
Cuore. Hanno lasciato trasparire tutta la loro gioia. Bello!!! Che Dio li
benedica!
Anno della vita consacrata
Stiamo
vivendo come Chiesa universale l’anno dedicato alla vita consacrata. Per
rimanere in sintonia con tutti i consacrati, l’apposita Commissione della
Guinea Bissau ha aperto l’anno con una celebrazione eucaristica nella
cattedrale, il 6 dicembre 2014, celebrata dal vescovo ausiliare, Dom José
Lampra Cà. Molti consacrati, provenienti da varie parti della Guinea, hanno
partecipato alla celebrazione segnata da gioia ed entusiasmo tanto da
permetterci di vivere insieme questo evento così significativo.
In questa terra che tanto ha bisogno di missionarie/i
per vivere con questo popolo dove l’evangelizzazione è un campo urgente,
dobbiamo tener conto delle parole di S. Paolo: “Guai a me se non annuncio il
Vangelo”. Così anche il nostro papa Francesco, nella Evangelii Gaudium:
“Dobbiamo essere una chiesa in uscita”.
Vogliamo
unirci a tutte le nostre sorelle di ideale per vivere in profondità l’essere
consacrate CM; insieme nel cammino verso la terra promessa. Che il Cuore di
Gesù ci conceda di camminare con Lui sempre più solide nella fede, fiduciose nella Divina Provvidenza. E che non
ci manchi mai il dono della fortezza e della sapienza divina.
In
comunione fraterna, vi abbraccio.