Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
-
09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
-
09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
“vivere comunione e missione con cuore accogliente e misericordioso”
Il corso di Esercizi
spirituali di quest’anno era stato programmato un anno fa: dal 19 al 24 giugno
2018 a Teluk vicino a Lampung,(isola di Sumatra), con Padre Teja SCJ nella casa
del Buon Pastore. Purtroppo la data scelta è coincisa con gli esercizi spirituali
dei fratelli SCJ, nello stesso luogo, per cui abbiamo dovuto cercare altrove. Dopo vari tentativi
finalmente trovammo un altro posto chiamato Casa SCJ a Teluk Tanjung Karang,
sempre nell’ isola di Sumatra. Casa Teluk , è familiare a noi CM in Indonesia.
Anche Santina conosce questo posto, perché nel suo secondo viaggio dopo gli
incontri formativi personali al Seminario, c’eravamo spostate tutte a Teluk per
fare il corso di formazione che avrebbe tenuto lei e Padre Sugino SCJ. Spero
che Santina se lo ricordi…
A questi esercizi, io e Antonia
siamo andate in pullman perché non siamo arrivate in tempo per prenotare il
viaggio in treno. Il 17 Giugno 2018 alle ore 17 siamo partite da Palembang e siamo
arrivate di notte all’ 1:45 a Casa Teluk. Siamo state subito accolte dal
signor Jumadi responsabile della Casa. La mattina dopo abbiamo partecipato alle
lodi e santa messa celebrata da padre Dani e Padre Teja. Dopo aver fatto
colazione insieme ai Padri, abbiamo organizzato la sistemazione nelle camere e
andate a fare la spesa; per comprare quanto serviva alla signora addetta alla
cucina, in questi giorni di ritiro. Il giorno dopo siamo state invitate a
recarci in pellegrinaggio a La Verna, ( un luogo simile a quello che c’è in
Italia). Qui padre Wicak ha incontrato
alcuni confratelli venuti dall’India, mentre noi abbiamo sostato davanti alla grotta di Maria, pregato insieme il
rosario per affidare a lei il nostro corso di esercizi spirituali. Ritornate a
casa abbiamo trovato Lucy arrivata il 19 giugno 2018 nel pomeriggio. Così si è
completata la presenza dei partecipanti agli esercizi: Ibu Surtinha, Mudji,
Susi, Antonia, Ludo e Lucy.
Abbiamo iniziato il ritiro con la
celebrazione Eucaristica. Il tema di quest’anno era "Vivere comunione e missione con
un cuore accogliente e misericordioso”. Questo tema suggerito
dal Centro CM ci richiama al valore della spiritualità e del carisma, come deve
essere concretizzato. Un tema molto importante per noi perché ci aiuta ad
essere consapevoli della nostra missione a non lasciarci trascinare dalle
intense correnti che circolano nel mondo, ci aiuta a resistere e a testimoniare i nostri valori
con fedeltà e audacia. L'unione - comunione diventa la forza unificante dei
membri nel mezzo delle sfide dei tempi. La vita quotidiana diventa
l'incarnazione della missione che è espressione dell'atteggiamento del cuore e
della spiritualità. Il primo giorno P. Teja ha iniziato con l’ introduzione: “il cuore della mia attività”. Una
riflessione che ci ha permesso di rivisitare profondamente la nostra chiamata,
con la sua storia…e di riflettere anche sulla nostra presenza di CM nel mondo e
nella Chiesa. Rivedere l'inizio della chiamata riscoprendo l'incredibile,
energico, appassionato sentimento della nostra giovinezza, la straordinaria passione
della nostra risposta davanti a Dio, alle volte anche attraverso un lungo e
faticoso viaggio, è stato veramente importante per tutte. Ci è stato ricordato
come i nostri sentimenti s’ innamorano come pazzi , veri pazzi di Dio. Ci siamo
lasciate portare in un lungo e appassionato viaggio della nostra storia, in
parte gioiosa e in parte con le sue fatiche. Abbiamo riflettuto anche sulla
nostra presenza nel mondo e nella chiesa.
I giorni si sono alternati
toccando temi molto importanti per la nostra vita missionaria. P. Teja ci ha
presentato la riflessione sulla spiritualità e il carisma stimolandoci ad
aprire e a esplorare il nostro Statuto e Regolamento di vita soprattutto i
primi numeri. Una riflessione importante per noi è stata anche quella di pensare
sul modo di vivere “insieme” noi CM indonesiana dove non esiste un tetto unico
dove tutte siamo riunite nella stessa casa. Un tema che fa scaturire le nostre esperienze quotidiane,
che descrivono la nostra maniera di vivere in unità, in comunione tra noi pur
nella distanza. E’ per ciascuna come una verifica sia per i momenti di gioia e
fraternità sia nelle difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. Nel
silenzio e nell’ adorazione scopriamo che tutto contribuisce a rafforzare la
nostra unione con Cristo e tra di noi.
“Vivere in Missione “ :ci ha portato sulle orme dei profeti dell'amore e della
costruzione della pace. C'è un detto che nessun profeta è rispettato nella sua
città natale o dove vive. In effetti questo dire diventa il nostro turbamento
interiore ogni volta che ci sentiamo coinvolti in questa realtà…. I profeti
possono essere solo persone dalla mentalità aperta, in grado di vedere e
sentire la voce di Dio, in ogni avvenimento della storia. E’ colui che nelle
varie situazioni sociali sa parlare con coraggio e far riflettere per poter
costruire un mondo più giusto e più dignitoso. La sfida per noi missionarie è
stare dentro le situazioni quotidiane con i vari conflitti per saperle cambiare a vantaggio del bene comune. La
nostra disposizione interiore deve avere come riferimento atteggiamenti aperti
e misericordiosi. Saper coltivare saggiamente cuori aperti e compassionevoli.
Specchiare la nostra storia in quella del nostro Maestro:Gesù profeta e nel cuore
aperto di Dio, ci porta più in profondità nel suo amore e nelle relazioni nella
nostra vita quotidiana con i nostri fratelli e sorelle che ci circondano.
Soprattutto nel nostro mondo immediato: la comunità nel gruppo, nell’ambiente
di lavoro, la comunità parrocchiale, il paese e il mondo. Questa riflessione è
molto profonda, perché è come una sfida a diventare profeti dell'amore, con la
disposizione interiore di atteggiamento aperto e compassionevole.
Padre Teja ha svolto il nostro
ritiro usando diversi power point..con un metodo di insegnamento e anche di
pratica di meditazione svolta in vari modi. Ci ha condotto con uno stile di
meditazione orientale, ma anche con uno stile di meditazione insegnato da
alcuni contemplativi della Chiesa occidentale. Inoltre ci è stata consegnata
una sessione di domande e risposte, un materiale ricco e prezioso da continuare
a riflettere anche quando gli esercizi saranno finiti. Abbiamo avuto anche il
tempo di condividere insieme come gruppo, parte della nostra vita e i risultati
ottenuti durante nel ritiro. Questi momenti li abbiamo vissuti alla fine di
ogni sessione. L'adorazione quotidiana e il silenzio assoluto sono state la
base del nostro cammino.
Abbiamo terminato il nostro corso
con la celebrazione penitenziale guidata da padre Dani SCJ. A sera con p. Teja
abbiamo voluto esprimere la nostra gioia e fraternità alla “Pizza Hut” locale
dove abbiamo gustato una buonissima pizza. Il giorno seguente siamo andate alla
spiaggia e pranzato fuori perché era il nostro giorno comunitario di vacanza
insieme. Verso sera mi ritrovo ancora
con Antonia sul treno di ritorno … In serata anche Mudji e Lucy partono per Palembang per partecipare
all’incontro della Famiglia Dehoniana = THE AWAM COMMUNITY DEHON. Tutte e tre
(Mudji, Lucy ed io) ci siamo ritrovate a vivere questo evento con la famiglia
Dehon Awam. Con noi c’era anche Yosephine, una giovane, amica della Compagnia
Missionaria che in questo periodo ci sta accompagnando perché interessata a conoscere meglio il nostro Istituto.
Spero che la nostra partecipazione a questi incontri di giovani e la nostra
presenza CM Indonesia, renda anche i giovani affascinati e innamorati della CM.
Luglio 2018 – Palembang IndonesiaLudovika Endang Sulastri
in coppia, con cristo
Intervista a Rosa De Conte e Clemente Statzu
Per conoscerci meglio vi
chiediamo di sfogliare insieme alcune pagine delle vostra vita, facendo memoria
delle “grandi cose” che il Signore ha compiuto sul vostro cammino.
Una prima conoscenza tra me e
Clemente è avvenuta a S. Antonio Abate intorno al 1978. Ma poi per diverse
situazioni siamo vissuti lontani senza legami particolari, solo qualche ricordo
sporadico da buoni amici. Questa conoscenza è stata ripresa intorno al 1981,
quando, dopo il terremoto per necessità Clemente ha trovato appoggio a Napoli
in viale Colli Aminei, presso un’anziana persona sola, che aveva bisogno di
compagnia, in una casa tutta puntellata perché gravemente lesionata dal
terremoto. Era in attesa di un lavoro che gli era stato assicurato.
Il 07 gennaio 1982, dopo
attenta e ponderata decisione giunse il giorno del nostro
matrimonio. Una festa straordinaria, anche perché nella
stessa celebrazione eravamo due coppie a celebrare il matrimonio. È stato, lo
dobbiamo dire con franchezza, un matrimonio molto chiacchierato, e qualcuno ha
giocato i numeri su quanto accadeva… chissà ??? Per noi è stato un momento di
grazia nonostante alcune avversità evidenti, frutto di pettegolezzi, di
pregiudizi e di maldicenze. Nonostante le avversità mai è venuta meno la fede
nel Signore e ne abbiamo sempre avvertito la Sua presenza. Accanto abbiamo
avuto sempre un santo sacerdote, il nostro padre spirituale, che ci ha guidati
e accompagnati amorevolmente. Precedente al matrimonio e nei primi mesi di
matrimonio, mentre Clemente si adoperava in svariati modi per raccogliere i
fondi necessari per andare avanti, anche se vi era un appoggio totale nella mia
famiglia, io continuavo ad andare all’università dove mi ero iscritta presso la
facoltà di medicina. Clemente a settembre del 1982 riusciva ad inserirsi come
applicato nella biblioteca comunale e da lì, per necessità fu inserito nel
Comando Vigili Urbani, sempre come applicato.
Il 25 novembre del 1982 una
grande gioia, la nascita del nostro primogenito Giovanni. A settembre del 1983
Clemente ebbe l’incarico, da parte della Curia di Castellammare di Stabia, come
docente di Religione a S. Antonio Abate. Anche la situazione economica
incominciava ad avere una maggiore stabilità e ci permetteva una piena
indipendenza, che precedentemente mancava. Da subito abbiamo preso, insieme, la
decisione di collaborare nella comunità parrocchiale e a livello ecclesiale,
secondo le nostre capacità e conoscenze. Clemente nel guidare le celebrazioni
con il canto e entrambi come catechisti. Anche in virtù del nostro impegno
ecclesiale fu possibile per Clemente avere l’incarico come docente di
religione. Con la nascita di Gianni, per problemi di salute sono stata
costretta a lasciare l’università e a dedicarmi maggiormente al bambino.
Intorno al 1985, a seguito
della conoscenza, in maniera più forte, della Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore, insieme, abbiamo deciso di entrare a far parte di questo Istituto
secolare come familiares, colpiti e coinvolti dalla spiritualità e
dall’entusiasmo delle Missionarie e dei Familiares. Successivamente Clemente ha
sentito forte la chiamata a prestare il suo servizio nella Chiesa Diocesana
come Diacono permanente e, dopo averne preso coscienza e aver valutato quanto
poteva incidere in positivo e anche, perché no, in negativo sulla nostra
famiglia, presentò richiesta al Vescovo. Insieme abbiamo preso la decisione di
accogliere questo progetto che il Signore aveva messo nel cuore di Clemente, e
ne sono stata ben lieta di partecipare con la mia collaborazione fattiva alla
sua scelta. È stato un cammino lungo ma bello, circa dieci anni, che ha portato
Clemente a ricevere il sacramento dell’ordine per il diaconato il 30 dicembre
del 2000. Nel tempo, gli impegni per Clemente non sono mancati anche a livello
di familiaris della CM, che mi hanno, di volta in volta, sempre coinvolta, e ne
sono stata lieta. Tutto partiva dal confronto e dalla scelta operata
concordemente. Spesso chi ci frequentava non riusciva a capire chi dei due
avesse voce in capitolo circa le decisioni e per noi era una conferma che
camminavamo sempre in armonia. Come familiaris Clemente è stato eletto come
primo consigliere e vice-responsabile dal 1989 al 1999 (per due mandati) e
successivamente, per altri due mandati,
dal 1999 al 2009 come responsabile centrale.
Il 05 luglio 1990 è nato il
secondogenito Pasquale e il 25 giugno1997 il nostro terzogenito Daniele. Gli
impegni non ci hanno assolutamente distolto dalle premure necessarie
nell’educazione e crescita dei nostri figli, e continuiamo, seppur con i nostri
limiti a compiere il nostro ruolo di genitori. Accanto ai momenti di gioia
diversi eventi di sofferenza hanno segnato la nostra vita e i tentativi di
scoraggiamento non sono mai mancati, ma non sono valsi a distruggere la nostra
vita di coppia e ciò che ci ha dato forza è stata sempre la preghiera, e la
costante partecipazione all’Eucarestia e al sacramento della riconciliazione.
Inoltre ciò che ci manteneva fortemente legati al Signore era la certezza che
anche nella notte più buia non ci avrebbe mai lasciati soli.
Papa Francesco nella sua visita
pastorale all’arcidiocesi di Milano ha detto ai diaconi presenti che:
“Il diaconato è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il
servizio…parola chiave per capire il vostro carisma.” (Incontro con sacerdoti e
consacrati - 25.03.2017). Clemente, qual
è la tua esperienza: gioie e difficoltà…
La mia esperienza di diacono la ritengo molto bella ed
entusiasmante. Però, devo ammetterlo, non è facile vivere il servizio. Di
fronte alle difficoltà iniziali di ammissione al sacramento - non vi erano
diaconi permanenti in Diocesi - e tante erano le difficoltà. Anche il cammino
di
formazione, oltre agli studi teologici fatti in precedenza
per l’insegnamento della religione, è stato lungo e non facile. Ma anche una
volta diventato diacono le difficoltà non sono mancate. Agli inizi, dovevo
spesso farmi violenza perché avrei voluto che tutto funzionasse per il verso
giusto, o meglio secondo il mio modo di vedere. La grazia di Dio ha piano piano
agito in me e mi sono lasciato toccare e illuminare dalla Parola di Dio e così i miei punti di vista sono andati
diminuendo, lasciando spazio alla condivisione, alla collaborazione e al
silenzio, imparando a proporre in maniera diversa ciò che io ritenevo
importante per la vita della comunità. Con la collaborazione di mia moglie, e
non esagero se dico che è più diacono lei di me, in quanto mi ha sempre
incoraggiato e sostenuto nelle varie situazioni di difficoltà, ho potuto
rendere il mio servizio fattivo e collaborativo nelle diverse comunità dove il
Vescovo mi ha inviato. E il Signore ci ha sempre sostenuti e ricolmati del Suo
Amore.
Il vostro cammino nella
Compagnia Missionaria, la conoscenza del fondatore P. Albino, la collaborazione
alle attività CM, i momenti più significativi…
Parlare di momenti
significativi è riduttivo, crediamo di aver sperimentato sempre la bellezza di
appartenere alla CM e di vivere le nostre giornate conformandole alla Volontà
di Gesù secondo la spiritualità CM. La collaborazione, secondo le nostre
possibilità vi è sempre stata e speriamo continui ad esserci, nonostante le
tante difficoltà incontrate. Partecipazione alle attività di governo CM da
parte di Clemente, alle missioni popolari da parte mia e di Clemente, la
collaborazione alla casa di ferie sia ad Asiago che a Monguelfo sono stati
sempre vissuti splendidamente e ci hanno offerto delle soddisfazioni e gioie
grandi.
Il legame poi con P. Albino è
stato molto forte e significativo. Il Padre ha avuto un ruolo importante sia
nella nostra vita di coppia che nel cammino come familiares della CM aiutandoci
a crescere nel conoscere e sperimentare il grande Amore del Cuore trafitto di
Gesù. Ritornano spesso alla nostra mente i momenti belli vissuti con lui.
Fare memoria è sì un ricordare
ma sempre con lo sguardo proiettato al futuro. Quale messaggio vorreste comunicare ai nostri lettori?
Lasciare un messaggio è un può
arduo. Tuttavia possiamo sintetizzare ciò che per noi è diventato fondamentale
nel nostro cammino di coppia. Alla base vi è la scelta radicale di appartenere
a Cristo Gesù e cercare di vivere secondo il suo volere. Il percorso di coppia,
ne eravamo a conoscenza, poteva essere spigoloso e per questo prima di sposarci
avevamo scelto come impegno, partendo da una frase della lettera di San Paolo
agli Efesini “non tramonti il sole sopra
la vostra ira” (4, 26), di chiarire ogni cosa prima di addormentarci. Senza
Gesù non si va avanti, e questo lo abbiamo sperimentato sempre. Preghiera,
ascolto della Parola, partecipazione all’Eucarestia, dialogo, condivisione,
sempre pronti ad essere dono l’uno per l’altro, tutto nell’amore del Signore,
sono aspetti fondamentali se si vuole crescere e camminare insieme. Momenti critici?
Sempre! Non ne sono mancati e ne siamo certi non mancheranno, ma una certezza
vi è ed è forte: Gesù non ci abbandona mai, nonostante le nostre fragilità.
vita di speranza e compimento
Assemblea generale della
Conferenza Asiatica Istituti Secolari (ACSI) 2018 in Vietnam
Per la prima volta ho partecipato alla
Conferenza Asiatica degli Istituti secolari dell’Asia. L'evento si è svolto in
Vietnam dal 4 al 6 settembre 2018. Il tema è stato: "Dentro e fuori
l'Asia: gli istituti secolari vivono una vita di speranza e compimento". I
partecipanti provenivano da diversi paesi: Filippine, India, Tailandia,
Giappone, Corea del Sud, Laos, Indonesia, Hong Kong, Francia e Vietnam…eravamo
circa 27 istituzioni laiche e una presenza di una cinquantina di partecipanti.
Il primo giorno è iniziato con la Celebrazione
eucaristica presieduta dal Prefetto della Congregazione per gli istituti di
vita consacrata e Società di vita apostolica, il cardinale Joao Braz De Aviz,
che ha concelebrato con i Vescovi Peter Nguyen Van De, Fernando Capalla.D.D. e
altri sacerdoti. Il cardinale Joao Braz De Aviz ha commentato il
libro “Consacrazione e secolarità”. E’ stata una presentazione molto bella e
profonda, che mi ha aiutato a rendermi un po’ più consapevole del mio essere
membro di un istituto secolare dentro la chiesa e di sentirne tutta la sua
bellezza. C’è stata poi la presentazione dei partecipanti dei vari istituti e
l’informazione delle varie realtà. La Responsabile Miss Lily Fernandes dell'India
ci ha aiutato in questo cammino di condivisione della speranza e adempimento.
Il secondo giorno abbiamo ascoltato la
conferenza del Dr. Emilio Tresalti dell'Istituto Secolare di Cristo Re, di
Roma, che è stato con noi per tutto il tempo dell’incontro asiatico. Ci ha
parlato e dato suggerimenti sulla secolarità consacrata.
C’è stato un lavoro di riflessione in piccoli gruppi (4 gruppi): Gruppo 1:
Filippine; Gruppo 2:
India; Gruppo 3: Tailandia, Hong Kong,
Taiwan, Laos, Giappone, Indonesia, Corea del Sud; Gruppo 4: Vietnam.
I risultati della discussione sono
stati presentati alla fine e riassunti in un programma concreto per i prossimi
4 anni. E’ stato suggerito di: tradurre l'opuscolo "Consacrazione e
secolarità" nelle varie lingue. Trovare modi e mezzi per consegnare ai
Vescovi che conosciamo una copia di questo opuscolo. Invitare persone preparate
o membri di Istituti Secolari come relatori principali. Creare almeno un
programma di formazione per i formatori. Pensare a un Consiglio di amministrazione…
Al termine c’è stata l’elezione del prossimo direttivo che
rimarrà in carica da settembre 2018 ad agosto 2022. Sono state elette: Presidente - Lilly Fernandes
dell’India, segretaria - Kim Quyen,
Vietnam; amministratrice - Maria
Conception Conie, Filippina; consigliere
- Agustina Dwi, Indonesia e Kim Sook (Cecilia), Corea del Sud. Si sta
pensando di fare il prossimo Convegno del 2022 in Indonesia! Per noi CM sarà
una sfida!
L'evento è terminato con una preghiera
conclusiva. Speriamo che tutti i programmi concordati possano essere
concretizzati con successo. Grazie!
Susi
rimanete in me
4° Incontro della Famiglia Dehoniana
Rendiamo
grazie al Signore
che ci ha dato l’occasione di partecipare a questo incontro molto bello, dopo una settimana di silenzio per gli esercizi spirituali annuali. L’incontro è stato programmato
dal 29 giugno al 1 luglio
presso la casa di
ritiro Giri Nugraha a Palembang. Hanno partecipato circa 106 persone venute da tutte le entità
della FD: SCJ, CM, laici, e giovani.
I laici sono venuti da varie
città: Palembang, Bengkulu, Jambi, Belitang,
Lampung e Yogyakarta. Il gruppo di
Palembang ha organizzato tutto sotto la guida di
Ibu Sri Pujiati responsabile
della Famiglia dehoniana.
Il momento per stare
insieme come famiglia è sempre un’occasione molto bella e preziosa. Ogni partecipante
è arrivato con molto allegria e con il
volto sorridente.
Veramente un incontro desiderato da tutti. Abbiamo lasciato il nostro
quotidiano e il lavoro per poter partecipare. Nonostante questo siamo
venuti da vari luoghi e entità
e ci siamo sentiti parte di una vera famiglia.
All’ apertura abbiamo ascoltato le parole della sig. Sri, del sig.
Philipus Haryadi responsabile generale dei laici dehoniani in Indonesia,
e padre Sapto provinciale dei dehoniani. Ecco il contenuto dei loro interventi: “perchè
siamo insieme e possiamo stare insieme” ! E’ stata sottolineata la
crescita della famiglia dehoniana, soprattutto dei laici. La nuova vocazione SCJ è abbastanza feconda, è inviata per la missione, anche all’estero. Si desidera che la famiglia dehoniana si allarghi fino a raggiungere
Riau e Papua dove ci sono i
padri SCJ, e si
vuole in questa espansione aiutare anche per far conoscere la CM. Padre Agus invece ha
spiegato la spiritualità della Sacro Cuore di Gesù. Durante la
messa,
all’omelia, p. Agus ha parlato dei santi
Pietro e Paolo, due persone grandi della chiesa, con carattere diverso, ma uniti insieme nella
liturgia. Come noi, nella nostra realtà,siamo diversi ma siamo chiamati a essere
uno, come ha detto
Gesù nella sua preghiera del ‘sint
unum’.
Quest’incontro è stato
ben preparato con varie attività: riflessione sulla
spiritualità, la santa messa, momento di preghiera, discussione, gita alla casa
provincialato e alla città, e poi serata di fraternità dove ogni gruppo ha presentato uno spettacolo.
Durante la serata di
fraternità abbiamo cantato
e ballato.
Ci siamo molto divertiti quando il gruppo di Yogya ha presentato un talkshow.
Poi tre
giudici hanno
valutato ogni gruppo e la sua creatività. E’ stata veramente una serata piena di
allegria. Per chiudere la
giornata, padre Een ci ha poi invitato a fare la via
crucis meditativa. Abbiamo
cantato un canto di Taize, e
subito creato un bel clima di silenzio...pronti
per pregare.
Alla fine,
padre Een ci ha dato
la benedizione per ottenere un buon
riposo e poter
essere pronti per l’attività del giorno seguente che
comincerà alle ore
05.45 con la meditazione.
Il secondo
giorno l’attività è stata molto
intensa...me sempre con allegria. Ci siamo divisi in due grandi gruppi. Un primo
gruppo di 30 persone scelti per
essere animatori e per
guidare il momento di condivisione
del giorno dopo. L’ altro
gruppo è stato
guidato da padre Kris, padre Kamto e padre Agus. Nel pomeriggio abbiamo visitato
la casa del provincialato. Padre Sapta provinciale ci ha accolto con gioia
insieme anche a padre Titus e padre Kelik. Davvero ci siamo sentiti come una
grande famiglia. Qui abbiamo ascoltato la testimonianza del Sign. Haryadi, di
come vive la spiritualità dehoniana nella sua vita quotidiana. L’ esperienza è
molto bella e ispirata. A sera siamo andati a visitare la città…con un
traffico intensissimo.
Il terzo
giorno è iniziato con la Santa Messa nella cappella, insieme alla gente del
luogo. La celebrazione è stata animata da canti eseguiti dal coro della
Famiglia Dehoniana. Padre Agus nella sua omelia ha spiegato cos’è la Famiglia
Dehoniana e come ottenere una fede salda. Dopo colazione, abbiamo lavorato in
gruppo: dieci gruppi, ogni gruppo di 6 – 8 persone, guidato da 2-3 animatori.
Io insieme a Novanto abbiamo guidato un gruppo di 6 persone. Quasi tutti hanno
detto di aver conosciuto da poco la Famiglia Dehoniana. La loro esperienza in
questa realtà è nuova e l’hanno conosciuta tramite i padri dehoniani, adesso
vorrebbero conoscere meglio questa realtà. Tutto è stato molto interessante.
Prima di chiudere l’incontro, con padre Agus e padre Een abbiamo stabilito i
prossimi appuntamenti: incontro nazionale della Famiglia Dehoniana si farà ogni
due anni, nel 2020 a Belitang e 2022 a Bengkulu; poi faremo il primo incontro
per il gruppo di animatori a Gisting a Lampung 17-20 novembre 2018. Siamo
tornati a casa tutti felici e con il desiderio di incontrarci presto.
Marcellina Mudji
in cammino solidale con la compagnia missionaria
Un contributo di
amicizia e fraternità tra C.M e SCJ
“… riceverete su di voi la
forza dello Spirito …” (Atti
1,8)
E lo Spirito aiuta ad accettare e valorizzare il presente
come a vivere il pellegrinaggio verso il futuro. Ma non da soli, bensì in
“compagnia” di tanti fratelli e sorelle che transitano per le stesse strade o,
forse, sentieri.
Nel cinquantesimo della C.M. mozambicana (1968-2018) e della
mia ordinazione sacerdotale (1968-2018) un incontro a Bologna fa scoppiare
scintille e riemergere ricordi e sogni. E aggiungerei, perché no? Anche gli
anni della mia presenza a Madeira (1963-1965) e in territori del continente
africano: Mozambico (1970-2004) e Angola (2004 ad oggi).
I primi incontri si riallacciano al tempo degli studi
teologici, con la presenza di alcune signorine della C.M.; continuati in altre
occasioni di ricorrenze e feste: primi passi di scoperte e sfide per il futuro.
Prima di partire per il Mozambico, dove le consacrate laiche
C.M. mi hanno anticipato, ho sentito il dovere di incontrare P. Albino
Elegante, il quale, oltre ad incoraggiarmi, ha condiviso alcune sue
preoccupazioni riguardanti le prime missionarie C.M. in Zambezia (circa l’accoglienza, la collaborazione,
l’inserimento in quella chiesa locale).
Arrivato a Milevane le ho incontrate al lavoro nella nostra
Scuola Apostolica e Missione di Nauela. Le insegnanti Ilda e Teresa attente a
migliorare il mio portoghese e Lisetta infermiera nella zona, paziente
nell’accettare la mia povera collaborazione nel settore sanitario e pastorale.
Qui è iniziato un cammino di reciprocità e di comunione
umana e spirituale importante per crescere e qualificare la nostra presenza tra
le persone del posto.
Significativa la nostra partecipazione ad una chiesa
post-conciliare che sentiva il bisogno di rinnovarsi nello Spirito ma troppo
condizionata dal passato ed esitante nelle scelte concrete. L’esempio e l’aiuto
ci fu dato dalla Chiesa vicina di Nampula. Ma dopo abbiamo avuto il coraggio di
proseguire, di coscientizzarci e di cercare la collaborazione dei laici, che
non erano i soli catechisti. Così sono nate gradualmente, le piccole comunità
cristiane, aperte ad una reale partecipazione e collaborazione, parte attiva
della famiglia diocesana.
Tutto questo ci ha preparato al grande evento
dell’Indipendenza del Mozambico (1975). Un momento unico e vibrante, ma per i
cristiani ed i cattolici, in particolare, si è trasformato in un incubo. A
certo astio o rabbia anti-coloniale si è unita l’ideologia marxista-leninista
dei nuovi padroni. La Chiesa ha sofferto e tutti ne abbiamo pagato le
conseguenze.
Noi, già nella missione di S. Tiago di Namarroi, siamo stati
accusati di antinazionalismo per il semplice fatto di aver partecipato in una
riunione di animatori in preparazione alla visita del nostro Vescovo Bernardo
Governo. Ci accusarono di “riunione con il nemico”. Le conseguenze? Espulsione
definitiva dalla missione, e alcuni, imprigionati. Così c’è stata dispersione di
tutto il personale missionario! Religiosi scj e signorine (missionarie) C.M. Ma
l’amicizia e spiritualità hanno operato a distanza, fortificandoci nella
vocazione e missione. E poi la gente ci è stata ancora più vicina e in attesa
di tempi nuovi. Non posso dimenticare le umiliazioni di Elisabetta, nel
tentativo isolato di riprendere il suo servizio di infermiera nel posto
sanitario.
Per le Missionarie laiche e consacrate si sono come
rinnovati i tempi della prima chiesa: la persecuzione e dispersioni le hanno
portate ad operare e testimoniare in luoghi differenti, dove il loro carisma
era una sorprendente novità, non solo per i cristiani ma anche per le persone
di altri istituti missionari.
Ricordo con nostalgia l’opera di Mª Amélia Magalhães; lavorava assiduamente
con i piccoli, figli degli operai di una fabbrica di Quelimane, e la simpatia
suscitata da questa presenza sociale.
I tempi hanno creato nuove iniziative e le missioni hanno
accolto ed accompagnato delle giovani, alcune delle quali le hanno seguite nel
carisma e nella spiritualità. Tutto è opera prioritaria dello Spirito che ha
trovato cuori attenti, umili e generosi, persone di simpatia e santa
cocciutaggine, capaci di essere dono e stimolo nel pellegrinaggio della vita
umana e cristiana. Con Agostino possiamo dire: “Se questi e queste … perché non
io?”.
Che Dio continui a benedire questo carisma di generosa e aperta oblazione. Guardiamo sempre al futuro, insieme!
P. Maggiorino Madella scj
“dobbiamo fiorire dove il signore ci ha messo” fiorirò?
Pina,
con l’aiuto di sua sorella Carla, ci ha fatto pervenire uno scritto. Ci pare
bello condividerlo. Pina vive a Como in una casa per anziani e Carla, sua
sorella, va tutte le mattine a trovarla. Il pomeriggio c’è una crocerossina
amica, Nicoletta. La domenica la visita Eufemia l’altra sorella di Pina. C’è
poi Graziella, nostra missionaria, che ogni settimana le telefona ed ancora noi
che ogni tanto la andiamo a trovare e che la accompagniamo nel limite del
possibile. Pina vive in comunione con tutta la Compagnia Missionaria, con
grande convinzione.
“Mi trovo qui da 12 anni, mi
trovo abbastanza bene perché a Como sono nata ed ho vissuto fino a 26 anni poi,
la volontà del buon Dio ed il destino, hanno voluto che a Como tornassi. Morti
i miei genitori e la dolorosa scomparsa di mia sorella maggiore Maria Grazia,
malata terminale di tumore e che qui ha terminato il suo cammino terreno. Aveva
quattro anni più di me ed io la conoscevo abbastanza bene. Ora non sono lontana
dalla mia famiglia come quando ero a Carugate, dove sono rimasta 21 anni. Le
due sorelle che mi rimangono Eufemia e Carla per me fanno quello che possono,
perché anche loro sono già avanti in età e con i loro problemi di salute.
Per quanto riguarda il mio “nutrimento
spirituale” devo tutto alla mia memoria, ancora buona, alla fede che tante
volte ho dovuto mettere a dura prova, ed a Graziella, mia sorella anche nei
voti nella CM, nel lontano 1969, insieme alla carissima Lia. Graziella è
l’aiuto della mia anima; lei mi riporta a padre Albino quando mi ha preso nella
CM perché ha detto che gli servivo. Mi viene quasi da ridere – io servire a
lui?
Solo Dio lo sa, sono stata per
morire due volte e le mie sorelle Eufemia e Carla hanno preparato il vestito
per la bara. Ma è rimasto lì.
Non dimenticherò mai Ausilia;
veniva spontanea, con la sua sapiente semplicità.
So che pregate per me.
“Dobbiamo fiorire dove il Signore ci ha messo”. Fiorirò?
Pina
Martinelli
orgogliosamente
CM.