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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto 2024
    Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
un nuovo natale
 
Sono a Bologna in via Guidotti nella sede centrale della Compagnia Missionaria, perché impedito a movimenti normali per un improvviso malessere alla gamba destra. Devo stare in carrozzina e muovermi con questo aiuto. Alle missionarie che mi ospitano ho presentato un cartoncino di cui avevo curato la stampa nel passato. E’ di insegnamento e di conforto. Mi serviva per la corrispondenza. Rappresenta un ammalato, lui pure in carrozzina, che viene spinto dai suoi amici. Sotto la figura c’è una scritta che dice: “ Ero ammalato, non potevo muovermi. Ma voi mi avete messo in carrozzella. E circondato di affetto e attenzione. Vi ricordo che a queste persone, Gesù ha promesso la ricompensa del cielo”. E’ questa ora la mia situazione! Sto leggendo un libro molto interessante perché insegna la costruzione di una vita buona e bella nei confronti di coloro con cui condividiamo la nostra quotidianità o incontriamo sulla strada del nostro cammino . Ci insegna che se questo non è intonato a una sincera stima e a un profondo rispetto non è sinceramente cristiano. Detto libro ha delle espressioni sconvolgenti per insegnarci la strada di un autentico amore. Ad esempio: "E’ perduta la giornata in cui non riusciamo ad essere amanti dei nostri fratelli". E ancora : “Non si vive veramente se non il tempo in cui si ama”. Questo è il tempo del Santo Natale in cui il Figlio di Dio ci appare concretizzato nell’amore. Egli si presenta a noi nella dimensione di un tenero bimbo che sa solo balbettare, piangere e sorridere. Sorridere a tutti indistintamente anche a coloro che hanno l’abitudine di spargere sugli altri cattiveria o malanimo. Quale scuola di umiltà e di grazia ci mostra la sua incarnazione! Egli, pur potendo, non si è presentato a noi in forma trionfalistica, ma nella forma più povera e più umile per richiamarci anche noi alla bontà. Non è esagerato allora augurare ai nostri lettori un Natale con una visita al presepio colma di buona volontà, nella disposizione a stabilire con tutti: fratelli piccoli e grandi, amici e nemici, un rapporto di amore e di rispetto. Perchè sarà l’amore e il rispetto che ci farà grati a Dio e agli uomini e ci condurrà al termine di una stabile pace. “Quanto farete al più piccolo dei miei fratelli, - ci insegna Gesù - lo considererò fatto a me”. Buon Natale a tutti. Con affetto
cuore di gesu'
 
fonte di vita e santità Carissimi, siamo ancora nel solco della solennità di Pentecoste e lo Spirito, insistentemente invocato, ci prepara a vivere la festa del Sacro Cuore. Festa che ci aiuta a contemplare il centro e la sorgente della nostra spiritualità. P. Dehon scriveva: “ Ho bisogno di contemplare il costato aperto, per vedere come sono stato amato e come io sono chiamato ad amare”. Questo cuore diventa per noi scuola di amore. E’ da questo cuore che ha amato senza misura e senza calcolo che possiamo intraprendere cammini nuovi per dire al mondo l’Amore che salva. Un’invocazione che troviamo nelle litanie del Sacro Cuore ci può aiutare a cogliere questo programma di vita: contemplare il dono totale di Gesù e imparare come rispondere a questo appello: “Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità.” Ci lasciamo guidare da questa espressione per cogliere alcune riflessioni che ci possono aiutare a vivere bene la nostra festa. Cuore di Gesù fonte. La fonte ci richiama tutta la simbologia dell’acqua: l’acqua del nostro battesimo; l’acqua che purifica che disseta…; l’acqua che promette alla Samaritana… l’acqua che io darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna…; Gesù stesso ci richiama che è lui che disseta… chi ha sete venga a me e beva chi crede in me perché fiumi di acqua sgorgheranno dal suo grembo… Il Cuore di Gesù fonte ci invita ad attingere acqua alla vera fonte con l’impegno ad essere a nostra volta sorgente di acqua che zampilla per la vita. Cuore di Gesù fonte di vita. Siamo chiamati alla vita! Gesù il risorto, colui che è vivo ci chiama ad una vita piena, significativa, propositiva, carica di speranza. Il soldato romano quando trafigge il costato di Gesù, è come se mettesse la parola fine, per lui tutto è terminato… per Gesù TUTTO E’ COMPIUTO… e da quel cuore sgorga la vita. Attingere alla vera fonte, essere a nostra volta sorgente per vivere e testimoniare una vita di santità. Cuore di Gesù fonte di vita e santità! Vivere la santità è vivere in pienezza le esigenze del Battesimo. Vivere il nostro battesimo è alla base per poter vivere la nostra donazione totale al servizio del Regno. Vivere il battesimo nell’ordinarietà della nostra vita con l’impegno di essere portatori dell’amore del Cuore di Cristo e nello stesso tempo saper scorgere la presenza di Dio intorno a noi. A proposito di santità così si esprime M. Delbrel: “Compiere il proprio dovere quotidiano è accettare di rimanere dove si è, perché il regno di Dio giunga fino a noi e si estenda su questa terra che noi siamo. E' accettare con un'obbedienza magnanima la materia di cui siamo fatti, la famiglia di cui siamo membri, la professione in cui lavoriamo, il popolo che è il nostro, il continente che ci circonda, il mondo che ci serra, il tempo in cui viviamo”. La festa del Sacro Cuore ci richiama a contemplarlo come fonte di vita e santità e dalla croce con il fianco trafitto dice ancora a noi: “…quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me… non c’è amore più grande di dare la vita… se il chicco di grano caduto a terra non muore non porta frutto… Padre che tutti siano uno… per loro io consacro me stesso…” Cuore di Gesù, fonte di vita e santità Donaci un cuore capace di discernere tra le tante fonti la vera fonte che scaturisce da te. Donaci il gusto della bellezza di una vita donata alla causa del Regno. Insegnaci il camino di santità per meglio seguirti e con passione annunciarti. Cuore di Gesù fonte di vita e santità, benedici tutti coloro che confidano in te. Conforta, chi tra noi è chiamato a salire il calvario della sofferenza e malattia. Maria, tua Madre, ci insegni a stare ai piedi della croce e con lei rinnoviamo il nostro Ecce Ancilla. Amen Il Cuore di Cristo, fonte di vita e santità, ci benedica! In comunione
rischio di amare
 
E’ gia trascorso un mese dalla mia entrata nel periodo di orientamento nella Compagnia Missionaria. Con questo scritto voglio condividere quanto ha significato per me la cerimonia tanto semplice e significativa. Guardando indietro, al cammino della mia vita, ritrovo persone, cisrcostanze, popoli fratelli, la Parola di Dio, che hanno dato senso a tutto il percorso e mi hanno fatto sentire nel profondo del cuore che la strada percorsa finora non è stata vana, che niente è successo per caso. La vita è un mistero che si deve imparare a scoprire piano piano, anche se tutto questo può avvenire attraverso lacrime ne varrà sempre la pena, perchè verrà anche il tempo del raccolto, quando tra gioia e canti raccoglieremo i frutti che ci verranno offerti da Dio Padre. Quando si è già sperimentato la chiamata di Dio alla vita, al Regno, alla missione è difficile non rispondere a Colui che ci muove e dà senso alla nostra vita. E’ stato per questo che dopo un tempo vissuto un po’ pellegrinando da un posto all’altro e un po’ in solitudine mi sono sentita un’altra volta chiamata da Dio Padre, attraverso il testo di Luca al capitolo 5, dove la Parola torna ad interpellarmi e a chiedermi di gettare nuovamente le reti, di avere speranza, di mettere la mia fiducia in Lui e nel suo progetto. Eccomi di nuovo lanciata in un’avventura per cercare il posto nella vita. Dopo aver bussato a varie porte ecco che incontro la CM, un Istituto dove si coniuga una proposta di consacrazione secondo lo stile del Cuore di Gesù, con un carisma missionario, attraverso il quale ho conosciuto di più il Signore ,che da sempre mi ha attratto. Ripenso all’incontro e gli esercizi vissuti ad Alta Gracia, la presenza di Dio tra noi , insieme a persone per me quasi tutte sconosciute, ma allo stesso tempo molto vicine e familiari, tutte in sintonia con il progetto di Dio. La preghiera tranquilla e profonda mi hanno confermato ed incoraggiato che questo passo dato è “ per annunciare l’anno di grazia del Signore” ( Lc.4,19) nella mia vita, è una nuova opportunità che mi dà la possibilità di essere testimone della bontà di Dio nei miei confronti. Con questa attenzione da parte di Dio è quasi impossibile non rispondere al suo Amore e correre il rischio di amare. Spero che questa tappa iniziale possa aiutarmi ad essere attenta alle manifestazioni di Dio, negli incontri di formazione, nel mio lavoro in mezzo ai bambini dell’altopiano, con la mia famiglia, con la comunità parrocchiale e nella preghiera fedele che mi dispone ad ascoltare in quali avvenimenti Dio sta passando . Ho fiducia che Dio porti a buon termine l’opera che ha iniziato e che la CM sia intermediaria di tutto questo. .
vocazione difficile
 
Sabato e domenica 14 – 15 Maggio presso la parrocchia di Sant’ Antonio di Padova a Jakarta ci sono state due giornate dedicate all’animazione vocazionale. Il programma è stato preparato da una apposita commissione composta da vari rappresentanti tra i quali Ibu Surtina, nostra grande amica e Mudji. Sono stati invitati alcuni Istituti maschili e femminili e la Compagnia Missionaria. Ciascuno ha lavorato per allestire degli stand, dove ognuno poteva presentare un po’ l’itinerario della storia del suo Istituto attraverso foto e scritti vari. Eravamo presenti più di una decina di istituti...alcuni avevano esposti anche dei libri di lettura spirituale... La partecipazione è stata numerosa. Tante persone sono venute alle messe del sabato e della domenica e poi hanno visitato i vari stand. Le persone potevano girare liberamente fermandosi ad osservare quanto esposto sui tavoli e ascoltare le nostre spiegazioni. Qualche Istituto era ben organizzato per presentarsi attraverso film e foto al computer. Anche noi avevamo i nostri cartelloni dove attraverso foto e scritte varie abbiamo presentato la Compagnia Missionaria nel mondo, in particolare in Indonesia. Sabato pomeriggio ha piovuto forte, però questo non ha influenzato negativamente lo spirito che animava tutti quanti: sacerdoti, seminaristi, suore e noi. Nel programma ci è stato dato anche lo spazio di dare la nostra testimonianza nelle messe. Noi della CM abbiamo parlato alla domenica, in due messe. Prima ha parlato Ludovika alla messa delle 7,15 e poi Lucy alla messa delle ore 9. Ludovica ha condiviso la storia della sua vocazione, come ha conosciuto e scelto la CM. Ha presentato anche la CM nelle tre modalità di vita ecc. E’ stata molto semplice e concreta. Poi nella messa seguente anche Lucy ha dato la sua testimonianza continuando sulla linea di Ludo, sottolineando soprattutto la diversità che esiste tra Istituti religiosi e Istituti secolari.. Queste sono state le testimonianze di Ludovica e di Lucy, però a queste giornate erano presenti anche Mudji ed Anet che hanno aiutato ad animare gli altri momenti. Il Parroco Padre Paolo Sarmono SCJ nella sua omelia ha sottolineato l’importanza della chiamata battesimale che è rivolta a tutte le persone. Ciascuno poi risponde a secondo delle sue capacità, dei suoi talenti. Ha detto che: “la chiamata è personale e ciascuno sceglie liberamente: c’è chi risponde per diventare sacerdote, chi suora, chi frate, chi invece sceglie una consacrazione, chi pensa di sposarsi , chi vive da sola. Sono varie scelte di vita, tutte valide! Tutti fanno parte del popolo di Dio. Sono un riflesso del popolo di Dio. La Chiesa Cattolica apprezza queste scelte di vita. In altre parole è la stessa fede in Cristo che dà la possibilita e la forza di rispondere alla chiamata di Dio. Noi, come tutte le persone che hanno fede, siamo consapevoli che la vocazione alla vita è legata alla realtà del sacramento del Battisimo che noi abbiamo ricevuto. Nella vita con la vocazione è come ricevere una missione: quella di collaborare alla costruzione del Regno di Dio in questo mondo seguendo la vita di Cristo. La vocazione non è qualcosa di separato dal Sacramento del Battesimo, ma rappresenta, attraverso la vita, il Battesimo. La Chiesa è consapevole che ogni persona è chiamata ed educata alla fede nella Famiglia. E’ qui che cresce la sua vocazione. Per questo la Chiesa dà molta importanza alla Famiglia. Tutti noi dobbiamo essere consapevoli degli impegni che assumiamo con il sacramento del Battesimo. La vocazione è vitalità perchè la radice è proprio nel Battesimo. La Famiglia dev’essere il luogo dove si riceve questa educazione alla fede”. Comunque oggi vivere la propria vocazione non è tanto facile, anzi è difficile. Abbiamo visto che anche questa iniziativa che abbiamo svolto qui in parrocchia, i giovani che hanno risposto sono stati pochi. Hanno partecipato più adolescenti, bambini... Tuttavia come ci ha detto anche P. Guntoro SCJ non dobbiamo scoraggiarci, ma sperare sempre e credere che tutto questo che stiamo facendo può diventare seme per future vocazioni. Per questo continuiamo a pregare per le vocazioni e per le famiglie, perchè diventino l’humus dove possono crescere i semi di una futura vocazione.
una ford, un lungo viaggio, un sogno realizzato
 
Di questi tempi i viaggi sono per molte persone un modo di conoscere, rilassarsi, distrarsi e così via, in molti casi una necessità. Con Mariolina decidiamo di comperare ed andare a prendere la nuova macchina (una jeep marca Ford, grigia con canopy) a Maputo e viaggiare fino a Nampula e di farci appunto un viaggio per conoscere una parte del Mozambico che ci é sconosciuta. Il motivo principale é il risparmio ma il vero motivo é conoscere e capire. Personalmente, in questi ultimi tempi, sono meno propensa a fare viaggi lunghi per vari motivi e, per questo viaggio avevo le mie riserve vedendo l’alto numero di incidenti sulla strada che dovevamo percorrere ed i molti chilometri: circa 2000. Varie persone a cui abbiamo detto che facevamo il viaggio da sole ci hanno detto che eravamo pazze. Bisogna sapere che Mariolina ed io abbiamo 64 anni e non abbiamo un fisico al cento per cento (Mariolina ha fatto un grave incidente l’anno scorso di cui ci sono ancora alcune conseguenze ed io ho il mio problema ai piedi). A Maputo aspettiamo i vari documenti della macchina e ci troviamo proprio nel momento in cui entrano in vigore le nuove targhe concordate da tutti i paesi dell’Africa Australe. L’attesa é di quindici giorni in più del previsto. Questo dà la possibilità a Lisetta (che voleva venire a Nampula per riposarsi un poco e stare con noi) di aggregarsi a noi per questo viaggio. Lisetta ha 70 anni! Prima di procedere nel nostro viaggio proviamo la macchina (che ci viene consegnata il 26 aprile ma della quale dobbiamo ancora completare la documentazione) andando a Manhiça, località a circa 70 km da Maputo. Cogliamo l’occasione per una visita alla famiglia di Helena (che vive con noi a Nampula). Ad aspettarci c’é la sorella con i suoi figli e la mamma. Ci accolgono con grande affetto e ci fanno una grande festa. Hanno preparato per Helena varie cose che porteremo a Nampula. Concordiamo insieme a Mariolina che é bene fare il viaggio di giorno, (c’è anche il problema degli assalti) e che ce la prenderemo con calma dedicando almeno tre giorni a questo lungo viaggio. Si parte il pomeriggio di giovedì (28 aprile 2011) per arrivare a Xai – Xai (che dista circa 300 km da Maputo) da D. Lucio Muandula ( amico e vescovo di quella Diocesi) che ci ospita per una notte. Questo primo tratto di strada é molto trafficato. Andiamo con calma. La macchina é davvero confortevole e si guida senza fatica. In questo primo tratto ci accompagna un prete mozambicano, P. Atanasio (parroco dell’Isola del Mozambico) che rimarrà a Xai- Xai per alcuni giorni. D. Lucio ci accoglie con grande simpatia. Nota importante: arriviamo all’imbrunire e, pur con indicazioni precise, sbagliamo strada almeno tre volte prima di arrivare alla casa della Diocesi. Comunque grande festa e dialogo vivace e molto animato. Qui conosciamo Veronica volontaria proveniente dell’Argentina che lavora alla Caritas Diocesana di Xai – Xai e due suore sempre dell’Argentina, giunte da poco tempo in Mozambico e che collaboreranno nella pastorale diocesana. Da notare che i missionari/e Latino Americani stanno aumentando la loro presenza nelle diocesi mozambicane proporzionalmente alla diminuzione di missionari/e Europei. Il mattino dopo alle 6 ci ritroviamo per la celebrazione Eucaristica (D. Lucio ci aiuta a riflettere sulle letture pasquali con la sua solita profondità e competenza) e la colazione. Ripartiamo verso le 7 e 30 da Xai – Xai. Anche D. Lucio e P. Atanasio partono per una missione lontana della diocesi per visitare le comunità e per i battesimi e rimarranno fuori circa 3 giorni. Ci seguono a distanza con molta attenzione ed affetto mandando continuamente messaggi e telefonando per sapere se il nostro viaggio procede bene. Un dato importante: il Mozambico ha una lunghezza di costa di circa 3000 km e in ugual [img2bdx]misura di strada nazionale. La strada principale che collega tutto il Mozambico è stato un sogno che si è realizzato grazie a vari intervenienti ed attualmente questa rete stradale è abbastanza buona eccetto in alcuni tratti. In effetti viaggiamo bene da Xai Xai (Provincia di Gaza) a Morrumbene (altri 300 km circa) (Provincia di Inhambane) ci fermiamo per mangiare qualcosa. Subito troviamo un luogo dove ci dicono che oggi non si cucina ma la soluzione alternativa viene subito: comperare una decina di panini e una specie di frittelle di fagioli tipici di questi lati e che conosciamo perché ce li cucina Helena sapendo che ci piacciono; ci prendiamo alcune bibite mangiando i nostri panini con “bagias”. Il luogo ha un nome particolare: “Fala Certo Sitoe e Filhos” (parla sinceramente Sitoe e figli). Gabriela che vive con noi a Nampula ha il cognome di Sitoe ed è oriunda di questa zona e pensando a lei ci facciamo raccontare la storia di questo nome. Una storia simpatica. Da Morrumbene a Muxungue che dovrà essere la nostra prossima meta dovremo fare circa 400 km) La parte sud del Mozambico é più sviluppata turisticamente ed ogni tanto ritroviamo dei luoghi tipici africani di ristoro, o delle scritte che indicano dei piccoli villaggi turistici sul mare. Uno dei più noti è Vilanculus. E, fino a questa località appunto, la strada è piuttosto bella e scorrevole senza però quel traffico che pensavamo di trovare. Difatti le strade sono ancora abbastanza prive di automezzi che forse sono più presenti nei fine settimana. Dopo Vilanculus abbiamo un tratto di strada piuttosto mal messa con alcuni buchi da scansare ed altri tratti meno impegnativi ma tutto sommato nell’insieme non ci si può lamentare. La strada nazionale prosegue fino al “Rio Save” che divide il sud dal centro del Mozambico. All’altezza del ponte sul fiume Save paghiamo il pedaggio di 20 meticais (neanche mezzo euro) e attraversiamo il ponte con calma e solennità. Sulla riva opposta dove inizia la Provincia di Sofala (zona centro del Mozambico) troviamo due militari che normalmente fanno la verifica della merce come se entrassimo in un altro Paese! Ci stupiamo di questo fatto che ci pare piuttosto offensivo per la gente del centro e che non avviene nella riva opposta per entrare nel Sud del Mozambico. Comunque a noi é riservato un trattamento diverso vista la nostra età e il fatto che ci caratterizzano come missionarie. Proseguiamo verso nord, verso la missione di Muxungue retta da una comunità Comboniana previamente avvisata del nostro arrivo. La missione si trova all’entrata della cittadina omonima e dopo un piccolo errore (un poco prima c’é una comunità anglicana che scambiamo con quella comboniana) entriamo nella missione dove vivono quattro missionari di diverse etá e nazionalità: 1 messicano, 1 italiano, 1 portoghese, 1 polacco. Il padre messicano é il responsabile e si chiama P. Luís. Un tipo accogliente. Ceniamo, pernottiamo e facciamo colazione e di nuovo ripartiamo avendo come meta Quelimane che dista circa 600 km. Siamo al sabato giorno 30 aprile ed il primo incrocio importante é quello di Inchope dove si diramano varie strade in direzioni diverse: a ovest verso Chimoio, Tete, Malawi, Zimbabwe; a est c’é la strada che porta a Beira. La strada che prosegue verso nord é quella che porta alla Gorongosa che é una grande foresta piuttosto famosa e che si snoda per una lunghezza di più di 100 km. É per questa strada che passiamo. La natura é rigogliosa ed in lontananza si vedono grandi montagne. Sulla strada vediamo venditori di miele (famoso per la sua bontà e qualità). In certi punti si vende carne di gazzella affumicata (la comperiamo e ce ne mangiamo un poco durante il viaggio, il resto la offriamo a Gina che é molto contenta di questa carne prelibata e piuttosto rara). La strada é più bella anche perché la Riserva della Gorongosa offre molte attrattive turistiche. Noi proseguiamo a buon ritmo e, come il giorno prima ci abbuffiamo di banane, mandarini, pane a cui si aggiunge oggi la carne di gazzella; senza fermarci troppo per il pranzo ma mangiando in macchina con il cambio di guida che rigorosamente al mattino é di Martina più sveglia in quelle ore e il pomeriggio é di Mariolina più vivace nell’arco di questo tempo. Passando da Gorongosa ci ricordiamo della Dr Anna Cattane che ci parlava di questa zona come la più bella del Mozambico. Cerchiamo disperatamente caffè e lo troviamo solo a Caia dove fanno l’espresso come si deve. Caia si trova sulla riva del fiume Zambesi dal lato della Provincia di Sofala. A questa altezza é stato costruito recentemente (2009)[img3bcx] il ponte che collega il Centro ed il Nord del Mozambico. Dall’altro lato c’é la cittadina di Chimuara che si trova nella Provincia della Zambezia. Per il pedaggio paghiamo 100 meticais pari a poco più di due euro. È lungo quasi 3 chilometri ed unisce le due sponde del fiume Zambesi. C’é un libro interessante che parla di questo e di cui consiglio la lettura per capirne l’importanza (Um Rio uma Ponte uma Nação di Francisco Pereira – Editora Missanga Ideias & Projectos). È valsa la pena di vedere questo famoso ponte. Dal lato di Chimuara visitiamo il Lodge “Cocoa” proprietá di amici di Lisetta e miei: Marlene e Rogerio. Un luogo molto bello con vista sul fiume e sul ponte. Qui parliamo con i lavoratori per capire un poco come vivono questo tipo di presenza e ci sorprende il loro impegno pur nell’assenza dei proprietari, le presenze di turisti sono costanti ed in aumento. Un luogo particolare ma adatto a persone con una buona disponibilità finanziaria. Proseguiamo poi per luoghi conosciuti, Mopeia e Morrumbala ci ricordano gli amici Cappuccini di Bari, Fortunato, Bruno, Francesco, Prosperino... ed arriviamo presto a Licoari e Nicoadala e finalmente a Quelimane. Pernottiamo nella nostra casa e davvero ci rilassiamo per avere forze per affrontare il viaggio fino a Nampula il giorno seguente. Gina Santana con le sue sorelle, come di solito, ci preparano cose buone da mangiare e possiamo riposarci meglio dopo aver fatto una buona doccia. Alle 7,30 di domenica 1 maggio ripartiamo da Quelimane ed affrontiamo questo ultimo tratto di circa 550 km. A Nicoadala comperaimo il “matago” tipico di queste zone. È riso lavorato in un certo modo e di cui Helena ed altri amici vanno ghiotti. A Mocuba cerchiamo di salutare alcuni amici Cappuccini ma non li troviamo perché é domenica e sono in visita alle comunità. Qui troviamo un lungo corteo per la festa dei lavoratori, variopinto e piuttosto numeroso. Purtroppo facciamo un calcolo sbagliato e partiamo senza disel sufficiente fino al prossimo luogo di rifornimento. Arrivate a Mugeba troviamo un tratto di strada pessima che non é stata ancora asfaltata ma non é neanche la strada fuoripista. È una strada in rifacimento con ghiaia e polvere a non finire. Un tratto di circa 40 km che ci pare lunghissimo e che ci fa continuamente diminuire la marcia con maggior dispendio di disel. Decidiamo di puntare fino a Ile per fare rifornimento facendo così 80 km in più. In compenso vediamo luoghi che ci sono cari e che abbiamo percorso varie volte in tempi anteriori. Notiamo come le strade ed i ponti sono migliorati in questo tratto di strada. Troviamo sulla strada vari gruppi con persone che stanno facendo festa per i battesimi o i matrimoni. Comperiamo i soliti mandarini che in questo tratto costano meno ed anche dei pomodori. Arriviamo a Molocue dove ci fermiamo per salutare i padri dehoniani che non ci sono perché é il periodo in cui si va nelle comunità per i battesimi ed i matrimoni e si ritorna piuttosto tardi. Troviamo però Maria una volontaria portoghese che ci accoglie e che già conosciamo. L’ultimo tratto fino a Nampula richiede molta pazienza per la presenza di molti ubriachi sulla strada soprattutto nell’ultimo tratto ma, grazie a Dio arriviamo bene. Sono le 18,30 quando varchiamo il portone della nostra casa fra le grida festanti delle giovani che ci accolgono con gioia.
responsabilità
 
Ritiro-Incontro mese di luglio del 2010 Il giorno 26 luglio del 2010 iniziamo il nostro ritiro e i nostri incontri con p. Aderito Gomes Barbosa. Questo ritiro lo abbiamo realizzato nella casa dei Monaci. Il tema era il Santo Cura d’Ars. P. Aderito e “mana” [nome affettuoso di sorella] Gabriela ci hanno aiutato a riflettere su questo tema. Il Cura d’Ars è stato un padre semplice, onesto, santo; pregava molto, aveva fiducia in Dio e amore per le persone. P. Aderito ci ha parlato anche della sua infanzia e gioventù. I genitori erano contadini e hanno insegnato al figlio a conoscere e ad amare la vita e il lavoro e ad amare i poveri. Il Curato d’Ars aveva un amico sacerdote che lo ha aiutato ad essere uomo di riconciliazione e lo ha aiutato a trovare e a fare trovare Dio nei Sacramenti. Parlando della sua vita sacerdotale: il 13 agosto 1815 è stato ordinato sacerdote a Grenoble e ha iniziato una vita sacerdotale austera e semplice, ad avere un cuore di pastore, vivendo con altri sacerdoti nella casa di Ecuely. Dopo è nominato parroco di una piccola parrocchia a Ars dove le persone erano lontane dalla Chiesa. Al suo arrivo, prima di iniziare la sua grande missione ha fatto questa preghiera: “Mio Dio, concedimi la conversione della mia parrocchia, accetto di soffrire tutto quello che vorrai, per tutto il tempo della mia vita…” . Ritiro – Incontro mese di dicembre 2010 Nel mese di dicembre abbiamo avuto un altro ritiro con la Presidente della CM – Anna Maria – che è iniziato il 21 dicembre. Si è realizzato nella casa dei Monaci. Mi è piaciuto molto perché i temi erano molto importanti e parlavano delle nostre paure, dei cambiamenti della vita che è la nostra conversione, del coraggio di uscire da sè stesse, della responsabilità. Del tempo come Kairos e come Kronos. Esercizi spirituali annuali – anno 2011 È stato predicato da p. Constantino Bugio ed è stato un corso di esercizi meravigliosi; ho imparato molte cose sia della parte spirituale che sociale. Il tema dei salmi di benedizione della vita è stato molto bello. Inoltre avere vissuto tutto in un clima di silenzio è stato molto utile perché aiuta a vivere in un clima di fraternità e è molto fecondo. Oltre a tante altre cose di cui ci ha parlato p. Constantino, a me quello che più mi ha colpito è stato il tema della responsabilità. E partendo da questi esercizi il mio sogno è di crescere in questo aspetto, avere la capacità di pensare di più alle conseguenze di quello che si fa prima o dopo a certo lavoro o azione. Non posso dimenticare il luogo dove abbiamo vissuto questi giorni, il Centro Catechetico di Anchilo con la presenza dei Preti Comboniani che ci hanno accolto con amore e gioia; il contesto di silenzio è stato molto importante per lasciare entrare il Cristo nel mio cuore e dialogare con Lui. Così penso di vivere i doni che ho ricevuto in mezzo all’amore delle mie sorelle con un buon comportamento ed essere fedele al progetto che Dio ha per me.
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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