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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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ESERCIZI SPIRITUALI DEL GRUPPO DI FUNCHAL
Posted by Companhia Missionária

Presi dallo stupore

Gli esercizi si sono svolti presso il Collegio Missionario del Sacro Cuore dal 19 al 23 luglio 2021, orientati da P. Pascoal, sacerdote diocesano. Il tema scelto: "Presi dallo stupore" comprendente vari sottotemi. Si iniziava con un testo biblico facendo riferimenti anche a diversi autori sia religiosi che laici.

Il tema del primo giorno è stato: “il silenzio” iniziando con un testo di Matteo 1,18-25, con riferimenti a vari testi della Sacra Scrittura e ad opere attuali come "Il Libro del Silenzio" di Sara Mailand, scritti di Santa Teresa di Calcutta, di Thomas Merton… “Dio è silenzio ed è nel silenzio che si rivela quando stabiliamo un dialogo con lui”. San Giuseppe è una figura che deve interpellarci e sfidarci.

La seconda conferenza riguardava “l'umiltà”, (Matteo 11, 25-30). La beatitudine: “Felici i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli". S. Teresa d'Avila veniva indicata con la frase "L'umiltà è la verità"; S. Agostino "Saremo più grandi se fossimo più umili". Vivere l'umiltà è riconoscersi peccatore, fragile, piccolo, ma Dio mi ama e io posso comunicare, testimoniare e diffondere il suo Amore. (frase di San Bernardo).

Seguì poi ”La Delicatezza”, (Luca 10,38-42). Papa Francesco dice che dovrebbero essere recuperati gli atteggiamenti: "Scusa; Perdono; Permesso; Grazie". Il racconto di Betania (Lc. 10, 38-42) mostra una Marta indaffarata che riceve Gesù ma interiormente assente, mentre Maria sta ai piedi di Gesù il Maestro e lo ascolta. Sorprende quando Gesù dice che Maria ha scelto la parte migliore perché ha assunto un atteggiamento contemplativo. Nel ritiro dobbiamo essere contemplativi.

Il Dono, (Luca 7, 36-49). "La felicità è più nel dare che nel ricevere" (Atti 20,35). Il dono di sé che viene fatto, simboleggia il nostro apprezzamento, la nostra stima, l’amicizia. Il significato cristiano del dono è “darsi”, essere dono per l'altro. Nel testo del Vangelo, citato sopra, una peccatrice della città irrompe nella sala e, senza chiedere permesso, si avvicina a Gesù, l'ospite, che reagisce in modo insolito, non stabilito dalla legge. Gesù rovescia la situazione. Quella che ne ebbe grande vantaggio è stata la donna peccatrice perché ha goduto del dono più grande che è Gesù.

La Gratitudine, (Luca 17,11-19). Nella nostra vita, dire "grazie" (essere grati, ringraziare) è riconoscere nell'altro il favore, il beneficio, il bene che è stato fatto. Tuttavia, nella vita pratica ci sono molte situazioni di ingratitudine, mancanza di riconoscimento nei confronti degli altri. Il brano biblico della guarigione dei dieci lebbrosi in cui chiedono a Gesù misericordia e Lui li invia ai sacerdoti. Dopo essere stati curati solo uno di loro - uno straniero - torna indietro per ringraziare e dare gloria a Dio. La priorità è dare gloria a Dio, lodare Dio.

E io ho dato gloria a Dio? Ho ringraziato? Lodato? La mia preghiera è il campo in cui spargo lode e ringraziamento a Dio per tutto ciò che mi dà?

La Speranza, (Romani 5, 1-11). La speranza è una delle virtù teologali, assieme alla fede e alla carità. La speranza è un regalo meraviglioso per coloro che sono in cammino, che non hanno tutto ciò che vogliono. La speranza suscita una sensazione di presenza. San Tommaso d'Aquino diceva: "La giovinezza è la ragione della speranza ... la giovinezza ha molto futuro e poco passato". La speranza è la virtù che ringiovanisce tutte le persone (Isaia 40,31). Nella Bibbia è speranza di un buon futuro. Il garante del futuro è Dio. Un futuro buono e santo, migliore del passato e del presente. Nella nostra storia portoghese, i portoghesi passarono il Cabo das Tormentas, che divenne noto come Cabo da Boa Esperança. Dante nella "Divina Commedia", guardando l'inferno, formula la frase: "Abbandonate ogni speranza o voi che entrate". Vivere senza speranza è un inferno. Papa Benedetto XVI ha scritto un'enciclica col titolo: "Salvati nella speranza". Negli scritti di san Paolo la Speranza è unita alla Fede ed alla Carità. Non si possono separare perché l’una si appoggia all’altra. Il pellegrino è qualcuno che sta cercando: la bussola è la fede, la carità – amore, è il programma e la speranza è lo stimolo che è la forza per credere nel domani.

L’Eucaristia, (Giovanni 6, 35-51). L'Eucaristia è il sacramento in cui Gesù si rivela e si dona. È la celebrazione di una Presenza; è il Memoriale, è l'Alleanza. Papa Francesco nella catechesi sulla Santa Messa ci riferisce che un gruppo di cristiani perseguitati da Diocleziano aveva affermato "Senza la domenica non possiamo vivere". L'Eucaristia è un evento meraviglioso in cui è presente Gesù Cristo, la nostra vita. Partecipare alla Messa è rivivere la passione e la morte redentrice del Signore. È la teofania: il Signore si fa presente sull'altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo. La Messa è preghiera, dialogo, relazione personale con Dio ed è un momento privilegiato per stare con Gesù e con Lui, con il Padre e con i fratelli e sorelle; è partecipare alla vittoria del Risorto per essere illuminati dalla sua Luce. Eucaristia è lo Spirito Santo che ci fa partecipi della vita divina, ci fa incontrare con Gesù, ascoltare la sua Parola, nutrirci alla sua mensa e diventare Chiesa, Suo Corpo mistico nel mondo.

Servizio, (Marco 10, 35-45). Ciò che rende credibile la Chiesa è la sua capacità di essere al servizio degli altri, come ad esempio nelle istituzioni e movimenti ecclesiali, nelle Conferenze di san Vincenzo de' Paoli, nelle catechesi ... Nel contesto dell'Ultima Cena (Giovanni 13,3-17) Gesù si inchina per lavare i piedi ai suoi... In Matteo 20,20-28 la madre dei figli di Zebedeo fa la richiesta che i suoi figli si siedano in posti di rilievo. Anche in Marco 10,35-45 sono i figli di Zebedeo che formulano la supplica di stare nei primi posti. La richiesta è sinonimo di tentazione: idea trionfalista, progresso nella carriera, «voler distinguersi», affermazione dell'io che si giudica superiore o migliore degli altri = vanità. Luca nel suo vangelo afferma: “ colui che governa sia come colui che serve” (Luca 22,26). La risposta del Maestro: “Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”; (Marco 10,45; Matteo 20,28). Servire alla maniera di Gesù Cristo è mettere in pratica ciò che Egli ha vissuto e ci ha lasciato in eredità. “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato. Per questo sapranno che siete miei discepoli, se vi amate gli uni gli altri”; (Giovanni 13,34 -35)

Maria, Testo biblico (Giovanni 2,1-12). Maria è per eccellenza la pedagoga del silenzio. Con Maria impariamo a coltivare atteggiamenti di: ascolto, accoglienza, contemplazione, fedeltà, attenzione, cura, umiltà. Temi citati in questi giorni e che si adattano alla Persona e alla vita di Maria. La sua spiritualità è legata all'amore per gli altri: la visita alla cugina Elisabetta. La gioia celebrata e vissuta nell'incontro delle due donne ... La risposta al momento dell'Annunciazione: "Avvenga di me secondo la tua parola" traduce e sintetizza tutto ciò che è accaduto nella sua vita, compresi gli eventi più drammatici nella vita di suo Figlio. Maria è Madre e Discepola. È l'Arca della Nuova Alleanza. Il suo “Eccomi” è l’accettazione nella Fede, un cammino alla presenza di Dio perché compie la volontà divina. È la discepola di suo figlio. È stata lei per prima ad accogliere la Buona Novella della Salvezza. Nel testo delle Nozze di Cana, in Galilea, anticipa la missione del Figlio suo: "Fate quello che vi dice". L'obiettivo è sempre mettere al primo posto Gesù. Maria percorre la vita di Gesù fino alla crocifissione e accetta la missione che gli affida il Figlio: essere Madre di tutta l'umanità. Maria e i santi sono intermediari presso Gesù. L'essenziale è Gesù. La guida poi ha invitato ogni partecipante a comunicare ciò che Maria rappresenta per lui/lei. L’Angelo Gabriele saluta Maria dicendo "Ave”, che è l'opposto di Eva, la prima peccatrice, mentre Maria è il modello della creazione di Dio. Che la Madonna ci aiuti ad essere fedeli al disegno di Dio.

Maddalena Ribeiro

La bontà e la delicatezza di Gesù

“Gli apostoli tornarono da Gesù e gli raccontarono tutto ciò che avevano fatto e insegnato. Egli disse loro: Venite in disparte, in un luogo deserto e riposatevi un po'”.  (Mc. 6, 30-31).

Meditando questo brano del Vangelo di Marco, mi vengono in mente molte cose. Rifletto sulla cura, la delicatezza, lo zelo che Gesù ha per tutti i suoi seguaci: Il discepolo deve riposare.

“La delicatezza non si insegna, è diversa dal rispetto. La delicatezza è un meraviglioso difetto, una consegna irreversibile" (Fabrício Carpinejar)

La delicatezza deve essere nel nostro DNA.

“È la cultura della cura, come cammino di pace per sradicare l'indifferenza, lo scarto, il conflitto” (Papa Francesco).

Marta, tutta presa dai lavori di casa, venne da Gesù e disse: Signore, non ti dispiace che mia sorella mi lasci sola a servire? Digli di aiutarmi. Il Signore le rispose: - Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta (Lc.10,40-42).

Nel vangelo di Giovanni (11, 5) troviamo scritto che Gesù amava Marta e Maria. Ma mentre Marta non si fermò un attimo dal suo lavoro, Maria seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua Parola.

Delicatezza è: ascolto attento dell'altro. Non possiamo dedicarci solo all'attivismo. Dobbiamo essere contemplativi, in ascolto della Parola che ci riempie il cuore e ci illumina. La vita interiore spirituale e la vita concreta esteriore hanno le stesse radici.

Le architetture di senso si costruiscono con piccoli gesti che sembrano insignificanti!

C'è qualcosa di sacro nel prendersi cura dell'altro! Riposiamoci per amare di più, per evangelizzare di più.

San Giuseppe, specchio di bontà e delicatezza, prega per noi.

Vieni, Spirito Santo, in aiuto delle nostre necessità della mente e del cuore! Vieni, Spirito Santo, a rinnovare la Terra!

Celestina Camacho

L'Eucaristia

In che modo i cristiani la comprendono (cf Giovanni 6, 35-51)

L'Eucaristia fa la Chiesa. Questa celebra l'Eucaristia, che è la convocazione che Dio fa al suo popolo. È il Sacramento dove Gesù si dona; è la celebrazione di una Presenza; è il memoriale; è l'Alleanza.

L'Eucaristia è il mistero dell'amore di Dio che si rivela; è l'opportunità che abbiamo di incontrarci con la vita divina rivelata in Gesù Cristo il solo che è la Via, la Verità e la Vita. È attraverso l'Eucaristia che siamo chiamati all'unione con Cristo e alla fratellanza umana. Eucaristia è comunione con il Signore e con i fratelli.

L'Eucaristia è un dono gratuito. Gesù non chiede nulla; Dà sé stesso e dà tutto gratuitamente. Gesù vuole essere l’alimento universale poiché si fa alimento per tutti.

Gesù ha detto che non c'è prova d'amore più grande che dare la vita per i suoi amici.

Nell'Eucaristia celebriamo la vita. Sull'altare del sacrificio, chi non offre anche sé stesso non offre niente. Nell'Eucaristia entra in gioco tutta la nostra vita. Comprendiamo veramente il dono della vita di Gesù Cristo solo quando faremo di tutta la nostra vita un dono, un'offerta, un sacrificio.

C'è tutto un dinamismo di consegna che inizia con l'Eucaristia e finisce con la vita. Non riesco a comprendere la mia vita senza riferimento all'Eucaristia, nei momenti più vari e particolarmente quando le prove si sono manifestate più dolorose.

Maria da Conceição Teixeira da Silva

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