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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENNITA\' DEL SACRO CUORE DI GESU\'
    Venerdì 11 giugno 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLENIDADE DO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS
    Sexta-feira 11 de junho de 2021... Continua
  • 14 / 05 / 2021
    SOLEMNIDAD DEL SAGRADO CORAZÓN DE JESÚS
    Viernes 11 de junio de 2021... Continua
eccomi in compagnia
 
Eccomi in compagnia In una splendida giornata di primavera, il 26 marzo abbiamo festeggiato, a S:Antonio Abate, presso il Santuario Gesù Bambino, la Festa dell’Eccomi, una giornata davvero ricca e bella. Per la prima volta, oltre alle missionarie, i familiares e gli amici della Cm, hanno accolto il nostro invito anche gli Oblati della Famiglia Dehoniana e questa è stata un’occasione preziosa per conoscerci meglio, meditare insieme la Parola, condividere, approfondire insieme la bellezza e la fecondità di una spiritualità comune, vivere e testimoniare il sentirsi famiglia, anche nella prospettiva di aprire nuovi cammini di collaborazione. La giornata si è svolta secondo un’organizzazione già sperimentata: alle 9 le Lodi, poi la meditazione del relatore padre Ciro Moschetta, una pausa di silenzio per non perdere quanto la Parola ha suscitato in ciascuno di noi, e condivisione del nostro sentire e vivere l’Ecce Venio di Gesù e l’Ecce Ancilla di Maria. Alle 13 la condivisione del pranzo, alle 15 l’Adorazione; alle 16 la Santa Messa. Padre Ciro ci ha aiutato a fare memoria di come p. Dehon ha colto nelle Parole dell’Ecce Venio e dell’Ecce Ancilla, la strada per configurarsi a Cristo e come l’abbia vissuto e insegnato tenendo sempre lo sguardo rivolto a Gesù. Nell’Eccomi di Gesù si esprime tutto l’amore del Figlio per il Padre, la scelta che lo renderà fedele alla volontà del Padre fino in fondo. Nella condivisione che è seguita tra noi, sono stati molti gli aspetti emersi secondo le esperienze e le sensibilità personali e, nell’ascolto reciproco, molte le provocazioni che abbiamo ricevuto e portiamo nel cuore: importanza della preghiera e di una preghiera che nasca dal cuore; necessità di rispolverare le nostre scelte iniziali, perché i nostri Eccomi non siano emozionali, ma maturino nella riflessione, in un discernimento serio, nello Spirito che illumina; essere vigilanti ed attenti, non frettolosi, non legati all’apparenza, allenati a cogliere ciò che è essenziale oggi; fare esercizio di umanità per non ridursi ad essere spettatori ma costruttori di una vita nuova. Sono le scelte concrete che diventano semi di vita, di vitalità; i gesti di amore, l’ offerta libera ha sempre un costo, ma porta frutto, non è mai inutile. Soprattutto superare quel senso di impotenza così diffuso oggi; Dio conosce il nostro cuore e sa che possiamo seguire la via dell’Eccomi; non c’è da scoraggiarci, anche quando ci sono rinunce da fare e molta umiltà. Lavorare per trasformare, per innovare richiede fatica, umiltà e capacità di lavorare insieme. Come famiglia dehoniana siamo chiamate a vivere i nostri “sì” in comunione, “in compagnia”, se vogliamo che siano fecondi di vita. Con gratitudine per tanta ricchezza che portiamo nel cuore e con tanta amicizia, ci siamo salutati riconoscendo l’importanza di camminare assieme e di dare continuità a questa festa dell’Eccomi che ci vede riuniti per approfondire il carisma così delineato da p. Dehon:” Nelle parole di Gesù: Ecco io vengo o Dio per fare la tua volontà e in queste: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto, è compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le nostre promesse”. (p .Leone Dehon). Marinella Martucci
sorridi alla vita che è in te e attorno a te
 
Intervista a Rita Bertuletti Ciao Rita! Raccontaci un po’ di te: potresti presentarti...fare memoria di alcuni momenti importanti della tua vita? Quali ricordi positivi, momenti di fatica…? Ciao a tutte e a tutti. Sono Rita Bertuletti, una bergamasca residente in Bonate Sotto (BG) nella Regione Lombardia. Sono l’ottava di nove fratelli, ma divenuta la prima in un arco di tempo veloce poichè i miei sette fratelli/sorelle sono “volati alla casa del Padre”. A dieci anni, circa, ho perso papà, già da tempo malato, e mi sono trovata a “fare la grande” ancora troppo piccola, accanto alla mamma e Giovanni mio fratello minore. Le mie giornate scorrevano su un filo rosso cadenzato come segue: ore 6.00, del primo mattino, al pascolo con la mucca, ore 8.30 presente nella scuola sino alle 12.30. Nel pomeriggio piccola operaia alle prese con una macchina da maglieria. Alla sera condivisione di tempo e di giochi con i ragazzi e ragazze del vicinato.  A quattordici anni sono stata assunta nell’azienda “arti-grafiche” e vi sono rimasta sino a venti anni. Sempre sul luogo di lavoro ricavavo tempo per studiare, aiutata dalle mie compagne, che si improvvisavano “professoresse”, poichè nelle ore serali frequentavo la scuola media. Avevo un sogno che mi inseguiva sin da piccola “fare l’insegnante”. In me albergava il sentire di Don Milani, priore di Barbiana, “la cultura” come l’arma più potente da passare ad ogni persona grande o piccola perchè potesse esprimere, sempre e comunque, il suo pensiero coronato dai sentimenti propri. Questo sogno prese “carne” verso gli anni ottanta.  La mia prima esperienza di insegnante avvenne nella colonia di Selvino in un territorio montano bergamasco. In quella sede stavo con ragazzi di dieci anni condividendo con loro giorno e notte: erano persone esportate dal territorio milanese perchè figli e figlie della “nuda strada” fatta e incarnata da bande di microcriminalità e di prostituzione. In quel tessuto esistenziale mi sentivo e ci stavo benissimo… con loro e, grazie a loro, sono “cresciuta” come donna in tutti gli aspetti… erano i miei maestri di vita. In seguito ritornai a valle, poichè la colonia selvinese chiuse i battenti, arricchendomi di svariate esperienze, tutte “generative di vita”. Da quanto tempo conosci la Compagnia Missionaria? La tua esperienza politico – sociale vissuta per alcuni anni nel “comune” del tuo paese cosa ti ha insegnato? Negli anni 80 conobbi la Compagnia Missionaria e nell´ 84 feci il mio primo ingresso in essa. Negli anni 90 mi sentivo inquieta vedendo gli approcci territoriali sociali e politici poco propensi a realizzare il “bene comune”. Decisa sulla necessità di una cultura politica frequentai la “scuola politica”, conobbi il pensiero politico di Giorgio La Pira, feci mio il suo manifesto che recitava cosi “costruire la città dell’uomo a misura d’uomo”. Mi candidai nelle amministrative del mio paese e venni eletta: in quegli anni era impensabile trovare una donna nel consiglio comunale, infatti fui l’unica beata e stimata tra una miriade di maschi. Nella mia vita prendeva “carne” un sogno-utopico che da tempo mi abitava e che Papa Paolo VI definiva la forma più alta di carità. La “ricerca del bene comune” metteva in gioco una forte carica ideale, ossia il coraggio di porsi e porre l’interrogativo: “quale città dell’uomo in questo contesto storico e geopolitico?”, accompagnato da una pacata disposizione al dialogo, che sempre si approccia alla pluralità come ad una chance per accogliere le differenze come risorse da abitare egenerare alla vita. Questa esperienza durò per venti anni tra fatiche, gioie, successi e insuccessi, portando vicendevolmente “i pesi gli uni degli altri” con dignità e umanità. In sintesi posso narrare che mi ha forgiato di umanizzazione scolpendo in me questa triade semplice e profonda che così recita: 1° - ascoltare per parlare, 2° - vedere per mostrare, 3° - stare per andare. Nel 2000 la morte di mia mamma Rosa… evento dolorosissimo… una nuova tessera-puzzle da lasciare incastonare nella mia vita da Dio-Trinità. Rita prima a destra(FOTO) Che rapporto hai con le persone del territorio, con le varie realtà che ti circondano…quali sogni porti ancora nel cuore?  Le esperienze socio-politiche-culturali sperimentate mi hanno introdotto in un vasto “mondo relazionale” costituito da etnie-culture-tradizioni-fedi-vissuti-esistenziali-sociologici diversificati e variopinti. Vivere del mondo non solo nel mondo, lasciarmi formare dalla vita è la mia “nuova missione”. Il pensiero sociologico, filosofico e non di Madeleine Delbrel, grande donna francese del nostro tempo, e del sociologo Zygmunt Bauman mi aiutano ad abbracciare la novità dei tempi nuovi, a stare dentro bene nelle situazioni, sentendo di condividere lo stesso destino delle persone e della società contemporanea. Da loro imparo a lasciarmi “provocare”, a sentire una istintiva simpatia verso i miei simili con la convinzione che non c’è  condizione umana che, insieme alle insidie, non presenti delle opportunità.  La missione che mi attende quotidianamente è quella di recuperare dalla “società liquida” nuove potenzialità umane allargando, così, il regno della libertà umana. L’amore è affidato alle mie e nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno. La costante e sempre nuova scoperta-consapevolezza che Dio in Gesù cerca l’umano da umano e crede nella nostra libertà, anche quando le nostre idealità si affievoliscono, innesca una formidabile disposizione generatrice, che ha come direzione obbligata il “volere-l’altro-come-altro”. Il mio futuro si gioca in questa nuova chiamata: “farmi donna della strada” per annunciare, con creatività, passione e gioia che Gesù di Nazareth è risorto, è vivo e… cammina con noi sulle strade della quotidianità. Concludo con una stupenda riflessione di Madeleine Delbrel, di come lei si lasciasse incontrare e abitare da ogni sua giornata nel modo seguente: “ogni mattina, è questa nostra giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata d’una cifra e di un mese. La trattiamo alla leggera, come un foglio di carta… Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano. E se avessimo un po’ di fede, sentiremmo il desiderio di inginocchiarci dinanzi alla nostra giornata cristiana. Noi siamo “caricati” di energia senza proporzioni con le misure del mondo: la fede che solleva le montagne, la speranza che nega l’impossibile, la carità che fa bruciare la terra. Ogni minuto della giornata permette al Cristo di vivere in noi in mezzo agli uomini e donne del nostro tempo..”. A cura di Santina Pirovano
pane… spezzato
 
Una  breve riflessione di una mattinata un po’ diversa dal solito. E’ quanto abbiamo vissuto della festa dell”Eccomi” svoltasi a Bologna ,nella nostra casa di Via Guidotti 53, il 25 marzo festa dell’Annunciazione. E’ un appuntamento ormai consolidato, vissuto come famiglia, al quale NOI CM rispondiamo in diversi modi e altrettanti stili, a secondo della realtà dei continenti e delle città, dove siamo presenti. La nostra casa di Bologna è considerata Centro CM. Alcuni giorni prima ci arrivavano echi sulle date e iniziative che altri gruppi CM avevano stabilito per questo avvenimento: dal Portogallo, Mozambico, Indonesia, Cile, Argentina… Queste notizie ci sembravano piccole luci , fari luminosi che pian piano si accendevano per illuminare le strade del mondo, ma avevano anche il potere di farci sentire in comunione di cuori e di ideale, cancellare le distanze tra noi, accogliere risposte concrete al “Noi CM”. Così succede ogni anno quando i gruppi, missionarie, familiares e amici ricordano e celebrano insieme il Si di Gesù e di Maria:” Ecce Venio – Ecce Ancilla”. E’ una adesione quasi unanime fatta di riflessione, preghiera e ricordi condivisi tra noi e che abbiamo voluto chiamare semplicemente: “Festa dell’”Eccomi”. E’ diventata uno spazio di accoglienza per vivere e condividere insieme la spiritualità, il carisma, il senso missionario , l’amicizia. Anche questa volta ci siamo ritrovati: missionarie, alcuni amici, e una buona rappresentanza di Padri dehoniani. Quest’anno noi missionarie di Bologna abbiamo creduto opportuno riflettere sul tema che la nostra chiesa ha stabilito per l’Anno del Congresso Eucaristico Diocesano ( dal 13 novembre 2016 all’8 ottobre 2017): “Voi stessi date loro da mangiare”. Ci ha aiutato nella riflessione p. Marco Bernardoni SCJ. P. Marco nella sua introduzione ha riassunto bene la motivazione: Un’idea felice che onora il respiro ecclesiale della Compagnia Missionaria del Sacro cuore, il suo desiderio ovunque si trovi, di mettersi al passo e al servizio della Chiesa locale. Il tema è stato presentato con entusiasmo e convinzione. Oltre a farci riflettere ci ha suggerito alcune indicazioni per continuare con fedeltà in questo cammino e ci ha soprattutto provocato a “ trovare la spiritualità adeguata a questo passaggio di epoca Si tratta,dunque,di intuire le direzioni verso quali lo Spirito spinge la Chiesa”. Le risonanze e interventi dei presenti hanno arricchito la riflessione. Ci sembra di aver trovato risposte adatte anche per rispondere all’obiettivo che si vuole raggiungere in questo anno del Congresso Eucaristico presentato dal nostro Vescovo Matteo:”…Gesù ci insegna a rispondere alla fame di tanti. Per farlo non dobbiamo cercare capacità particolari o possibilità straordinarie, che non avremo mai, ma solo offrire il poco che abbiamo e condividerlo, affidarlo al suo amore perché tutti siano saziati, noi e il prossimo”. Una mattinata trascorsa nell’ascolto della Parola, nella condivisione, nella semplicità, nell’amicizia. Il depliant che avevamo preparato come invito alla festa diceva: “Desideriamo condividere con ciascuno/a di voi una mattinata di amicizia, riflessione e gioiosa convivialità”. Nel nostro piccolo possiamo dire che ci siamo riuscite, perché il poco che avevamo lo abbiamo condiviso. Al termine dell’incontro abbiamo voluto concretizzare attraverso un simbolo la continuità di questa condivisione, anche fuori dal nostro ambiente: a ogni partecipante è stato consegnato un piccolo pane, non come semplice ricordo, ma come “segno concreto” da spezzare e condividere una parte, con chi ci è vicino. Pane per un cammino insieme! Santina Pirovano
effondere l’amore
 
Sabato 11 Marzo come gruppo CM Lombardia Liguria ( familiares e missionarie), abbiamo vissuto  con un gruppo di amici la festa dell'Eccomi. E' stato bello preparare insieme questo evento ed è stato bello presentarci così come siamo: laiche/i che vivono diverse realtà condividendo la spiritualità che li rende famiglia all'interno della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Abbiamo voluto presentare con dei power point e due video le nostre realtà: i familiares, le missionarie, come entrambi viviamo l'Eccomi e la missione là dove il Signore ci chiama. Non abbiamo offerto una conferenza bella e arricchente tenuta da qualche padre come solitamente avviene; abbiamo voluto inviare il messaggio che chiunque è chiamato a fare della sua vita un Eccomi. Nell'immaginario collettivo le missionarie o i missionari, sono eroi che lasciato tutto.: casa, lavoro , affetti..., si trasferiscono in Paesi poveri per aiutare e portare Cristo a poveretti bisognosi di tutto, salvo poi, scoprire che Cristo lo si incontra lì e che quello che si porta è proprio poco rispetto a quello che si riceve. Si pensa di non essere in grado di appartenere a questa schiera di eroi e si fa quel che si può raccogliendo soldi per qualche progetto, visitando l'amica missionaria e raccontare poi in che stato di indigenza l'ha portata a vivere la sua scelta ( o il suo sì), tutto in perfetta buona fede ; non vorrei essere fraintesa. Quello, però, che mi è sembrato un messaggio bellissimo e forte , è stata la conclusione di un'intervista di Anna Maria Berta che abbiamo presentato come video, in cui dice: “ [...]la donna africana va aiutata ma va soprattutto amata”. Questa è la chiave giusta per vivere la missione: AMARE. Vuol dire diffondere ed effondere l'amore come un olio profumato. Andare incontro all'altro con le nostre fragilità e le nostre paure e accogliere le sue fragilità e le sue paure. Maria con il sui SI ha vinto le sue e ha contribuito a cambiare il mondo. Il messaggio è ,quindi , che ognuno di noi: missionarie, familiares, cristiani, uomini e donne di buona volontà, è chiamato a dire il suo SI' dove la vita lo pone, sia l'Africa, L'America Latina ,L'Asia, una città della Liguria o un piccolo paese del Piemonte. Ovunque “ dobbiamo imparare a penetrare le cose e trovarci Dio” ( Master Ekard) ed a accoglierlo, aggiungo io; l'Africa ci viene incontro e noi ne abbiamo paura, vediamo un nemico e ci chiudiamo a riccio e non ci accorgiamo che questo atteggiamento ci porta alla morte. Noi realizziamo la nostra umanità quando sappiamo entrare in relazione, quando si esce da se stessi per vivere in comunione con Dio, con gli altri, con l'ambiente( cfr LS 240). Chiedo scusa, mi sono fatta prendere la mano dalle mie riflessioni e forse sono uscita dal “seminato” però credo sia stato bello presentare i nostri Pawr point con l'intento di cui sopra. Subito non c'è stata una grande risonanza ma nel momento conviviale che è seguito, parlando a tu per tu con alcune persone si è proprio giunti a questo: il Signore chiama tutti e alla nostra risposta generosa segue la scoperta che il regno di Dio è anche nell 'infinitamente piccolo delle cose che ci circondano e che non vi sono eroi irraggiungibili e mediocri scontenti. Termino con: C'è una buona notizia e una cattiva. La prima è che anche in un mondo dominato da titanici centri di potere finanziario, costruire il bene comune e accrescere la possibilità di decidere veramente delle nostre vite è ancora possibile. La seconda è che non possiamo farlo mettendo semplicemente una croce su una scheda e poi tornare a guardare le TV. ( Noam Chomsky) Maria Dolores Biggio.
a monguelfo l'amore di dio mi invade
 
Il mio lungo silenzio può apparire di “morte”, ma non è così. Come sapete continuo a vivere, con grande sofferenza, il fatto della sparizione dal luglio 2015 di mia sorella Isabel. L’abbiamo cercata costantemente, ma non sappiamo come e dove trovarla. Questa situazione mi ha impedito di dare la mia collaborazione nella nostra Casa per Ferie a Monguelfo, attività che risale quasi alle origini della CM e che considero come una grande missione e nella quale mi piace collaborare. Nel 1989 lasciai la mia bella “Isola dei fiori” (Madeira) e l’immenso Oceano Atlantico per andare a Siusi, piccolo villaggio sulle Dolomiti per dare lì il mio contributo di lavoro in questa espressione della nostro missione e me ne innamorai immediatamente. Nonostante la difficoltà della lingua, non sapevo niente di italiano, mi sono adattata con molta facilità e, durante i quattro anni trascorsi lì, ho sentito che vivevo, con molta gioia, la mia vocazione di consacrata secolare. Posso affermare che mi ha subito affascinata la simpatia delle missionarie e delle persone in generale, la grandiosità degli immensi prati verdi e delle montagne che sembravano raggiungere il cielo. Da allora ho scoperto che il lavoro nella Casa per Ferie è davvero un grande campo di azione missionaria. Sono rimasta incantata! La missione in quell’attività era ed è come sentire l’infinito dentro e fuori di me stessa. Lì c’è tempo per tutto: Eucaristia, adorazione, comunicazione con gli ospiti, fare passeggiate, contemplare la natura e far proprio il servizio affidatoci a secondo delle varie esigenze. Quando tutto è ben organizzato, ci sentiamo in armonia. Tante volte ho detto al mio gruppo di Funchal che, quando do la mia collaborazione a Villa San Giuseppe, Monguelfo, sento che l’amore di Dio mi invade. Non trovo parole per descrivere la felicità che provo in questo campo di missione. Siamo consapevoli che la nostra vita non è esente da tensioni, conflitti, difficoltà e, perché “l’amore domini tutte le espressioni della nostra vita e appaia evidente nella testimonianza espressa mediante la vivacità della donazione, il sorriso, la semplicità, l’accoglienza…” (Statuto CM n.9), bisogna saper perdonare e essere misericordiose come è misericordioso il Padre nostro. Tutte le volte che do la mia disponibilità al servizio nella Casa per Ferie, mi sento nella famiglia CM e, per questo, non mi limito a quei servizi che mi sono affidati, anzi, spontaneamente mi offro per altri servizi e, a volte, prendo l’iniziativa di curare anche i fiori e l’orto…Sono consapevole che lì non sono un’impiegata, ma una missionaria in missione che cerca di fare tutto con amore e gioia e, come ho detto sopra, c’è tempo per tutto, anche per la siesta. Ringrazio per le preghiere che avete fatto per me e per la mia famiglia. Riconosco che Dio ha fatto in me cose grandi e credo che solo la grazia può trasportare le montagne. Per tutto cantiamo: Magnificat!
50 anni di consacrazione
 
La mia  storia di consacrazione a Dio nella Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù, è iniziata il 29 settembre 1965,con la prima emissione dei voti di castità, povertà e obbedienza, a Bologna nella sede centrale dell’Istituto. In quel giorno, mentre mi avvicinavo all’altare per pronunciare il mio SI, mi uscirono spontaneamente dal cuore queste parole: “Prendi, Signore tutta la mia vita, dammi il tuo amore e la tua grazia e mi basta”. Lo Statuto della Compagnia Missionaria al N° 2 dice: “scelte da Dio, scegliamo Dio, come unico bene della nostra vita. Queste parole, hanno rimosso dal mio cuore, timori, paure, incertezze ect., convinta veramente che era Dio che mi era venuto incontro, mi aveva chiamata, cercata e incoraggiata a seguire Gesù; Lui voleva essere il mio unico sposo. Si, sebbene sperimentavo tutta la mia limitatezza, fragilità e incapacità, ebbi la forza di andare avanti certa che c’era Gesù con me. Sono passati 50 anni, e non mi sembra vero, perché è come se fosse ieri; il tempo è volato, anche perché ho lasciato dietro a me ogni dubbio ed ogni paura e mi sono fidata di Lui. In questi 50 anni, Dio è sempre stato con me, non mi ha lasciata sola, non mi ha fatto mancare nulla. In particolare: - la sua grazia, Lui, ha posto nel mio cuore il desiderio della preghiera, di una profonda comunione con Lui, cuore a cuore e gioiosamente quella comunitaria. La forza della preghiera mi ha sempre fatto desiderare il bene, anche quando non era facile, ma la sua grazia in me ha lavorato rendendomi capace di discernere ciò che era gradito a Dio, ai fratelli e sorelle. - Inoltre, ho fatto forte esperienza della fedeltà di Dio. Mi ha reso forte e capace di stare con Lui, di non venire meno agli impregni presi. SI, Dio è fedele e la sua fedeltà è la mia forza, il mio coraggio, entusiasmo e audacia. - Altra grazia molto bella e particolarissima è stata ed è la sua misericordia, cioè sentirmi sempre amata e accolta con tutta me stessa, e dandomi la forza di ricominciare ogni volta che la mia fragilità mi si imponeva e mi si impone. In questi 50 anni di vita consacrata, ho avuto grazie particolari di cui, per dare gloria a Dio, voglio fare memoria, perché Lui ha fatto tutto in me; io nella mia povertà non potrei nulla. Non posso non fare memoria della presenza di Padre Elegante nella mia vita. Lui è stato lo strumento che mi ha guidata, aiutata a vivere in Dio, con Dio e per Dio, aprendomi orizzonti perché il regno di Dio si estendesse a tutti. Inoltre un ricordo va anche alla mia famiglia naturale, che sebbene erano contrari alla mia scelta, dopo erano orgogliosi di me e mi hanno sostenuta sempre, aiutata e voluta bene. Il mio ricordo va anche ad ogni sorella della Compagnia Missionaria che con amore, tenerezza e rispetto mi sono state vicine e aiutata nel mio cammino. Non posso no ricordare i sacerdoti che ho incontrato nel mio cammino, e quanto bene ho ricevuto da tutti. Quando c’era l’occasione e potevo recarmi nelle loro parrocchie per testimoniare la mia gioia missionaria e ricordare che tutti mediante il Battesimo si è missionari, era per me e per tutti loro motivo di grande gioia e gli inviti si ripetevano, (in particolare quando mi recavo in Sardegna per un periodo di riposo e per stare con i miei). I miei giorni erano sempre pochi per rispondere alle esigenze di tutti, ma nella misura del possibile mi rendevo disponibile. Inoltre a tante altre, tantissime persone va il mio grazie, e in particolare alla comunità di origine: Atzara: ad Atzara ho ricevuto il Battesimo, il sacramento della confermazione, e sono cresciuta nelle file dell’Azione cattolica, ed ho ricevuto tantissimo. Tutti ad Atzara, mi ricordano, mi hanno voluta molto bene e continuano a volermi bene, ho sempre sentito tutti molto vicini con la preghiera e l’aiuto anche materiale per la mia attività missionaria. Dopo la prima emissione dei voti, ebbi un bellissimo dono datomi da Dio, ma offertomi dal Padre Fondatore: lui mi chiese se volevo andare in missione, in Mozambico. Era questo il mio forte desiderio, cioè consacrami a Dio per aiutare tutti, i vicini e i lontani. La missione è un grande dono, ma è una bellissima rosa con tante spine, che non si può fare a meno di amare: si ama, si ama tanto, perché i fratelli e le sorelle a cui sono stata inviata mi hanno accolto con cuore grande, aperto e generoso. In tutti ho trovato una grande sete di Dio, aspettano e amano tanto i missionari e le missionarie. SI, rendo grazie al mio Dio per quanto ho vissuto in terra Mozambicana, per la gente che ho incontrato, curato, i bimbi che sono nati, i lebbrosi che ho avvicinato, i tubercolotici che ho curato; i catechisti con i quali ho lavorato, le comunità cristiane con le quali ho pregato e sofferto con loro. A distanza di tempo, tanta gente è ancora presente nel mio cuore e nella mia preghiera, la missione non finisce mai. Ora che vivo a Bologna sto facendo una raccolta di “perle” per me sono perle, mentre non è così per tutti. Cioè mi trovo con la fragilità che è propria della mia età, ma che mi aiuta a vivere in stato di missione. Spesso mi trovo a percorrere strade su cui ho camminato, e questo in Italia, in Portogallo e in Mozambico. Sento vivo in me la forza dello Spirito che mi sospinge, mi fa sognare e desiderare, ed io voglio accogliere con tutta sincerità lo Spirito Santo, perché mi aiuti sempre a dare il primato a Dio e ogni giorno fargli quello spazio necessario perché possa operare in me. Maria, Madre, Guida e Custode della Compagnia Missionaria, è per me il modello che mi aiuta a riconoscere l’azione di Dio e dargli tutto lo spazio nella mia vita. Anch’io con Maria esclamo: l’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore! Ecco ho raccontato in breve ciò che Dio ha operato in me durante questi 50 anni, e voglio rendergli grazie e lodarlo per tutta la mia vita. Elisabetta Todde In questa tappa della mia lunga vita che segna il mio 50mo di consacrazione, mi porto dentro stupore, gioia e lode al Dio Amore per avermi creata, voluta, amata, chiamata alla sequela di Cristo Gesù nella Compagnia Missionaria del S. Cuore; per avermi portata, ri-generata, inviata… per un servizio umile, nascosto, da me offerto e vissuto come sacrificio d’amore e di riparazione perché il  Regno di Dio raggiunga tutti i cuori. Durante questo anno ho pensato e penso spesso ai miei 50 anni di consacrazione. E ogni volta mi sale dal cuore un inno di benedizione a Dio Trinità perché in tutta la mia vita mi ha riempita dei suoi immensi doni; mi ha ricolmata della sua grazia; ha avuto pietà, da sempre, della mia pochezza, fragilità, meschinità. Sì, il 50mo della mia consacrazione è soprattutto rivelazione dell’amore fedele, paziente e misericordioso del Padre che, nel suo Figlio dal cuore trafitto, mi ha amato fino alla fine. Per questo sento che l’essere stata chiamata come missionaria del s. Cuore è il dono più prezioso che abbia ricevuto nella mia vita. Un dono che sento vivo e vitale in me, nel concreto del mio vivere quotidiano. Un quotidiano che cerco di vivere in docilità filiale, in solidarietà fraterna, in dimensione oblativa e con uno sguardo continuo, ampio e attento al mondo con le sue gioie, speranze, conflitti, grida di aiuto… Solo così, portando in me la Parola di Dio e vivendo con questa attenzione – apertura – servizio …, sento che la mia vita ha un senso e mi genera dentro una profonda pace e serena gioia, frutto dello Spirito Santo, invocato quotidianamente. Una pace e serena gioia che rimangono anche nelle situazioni di conflitto, di fatica, di incomprensioni… che inevitabilmente segnano il cammino di tutti. Sì, sono profondamente grata al Padre, al Figlio dal Cuore Trafitto e allo Spirito Santo per come hanno “segnato” la mia vita; a Maria che mi è sempre stata madre, guida e custode sapiente. E il mio grazie profondo e affettuoso va anche a tutta la Compagnia Missionaria, che ho sempre sentito come la “mia” preziosa e cara famiglia nella Chiesa; a p. Albino che, obbedendo alla voce dello Spirito Santo, ha dato origine con coraggio, fede e concretezza alla CM. Sento importante infine dire il mio grazie anche a tutte le persone che Dio Amore ha messo sul mio cammino, a partire dalla mia amata famiglia di origine e a tutta la Famiglia Dehoniana . Sì, grazie per come ogni persona, a suo modo, anche chi certe volte non mi ha compresa, mi ha aiutato a crescere come donna e come missionaria CM. E, se per tutto quello che è stato dico un grazie pieno di gioia e gratitudine, per quello che sarà dico un sì nell’abbandono pieno alle mani del Padre perché “Lui è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare” (Sal 62). Marta Bartolozzi
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COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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