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Purificazione del tempio
Posted by Lucia Capriotti

Entro nel silenzio: del corpo (cerco una posizione in cui stare comoda, ma concentrata e ferma), della mente, del cuore, della bocca.

Prendo consapevolezza della presenza di Dio, che vuole parlarmi e invoco lo Spirito Santo.

Leggo attentamente il brano. Se siamo in gruppo una persona proclama la Parola:

Gv 2,13-22

In silenzio rileggo, cercando di cogliere, anche sottolineando, le parole o frasi che attirano la mia attenzione, che suscitano un sentimento di commozione, di gioia, di timore, che provocano perplessità, incomprensione…

Per cogliere il significato di alcune frasi o parole, è utile andare a leggere ciò che precede il brano che voglio meditare, o cercare in altri brani frasi simili. Si tratta di leggere la Bibbia con la Bibbia.

È molto utile entrare nell’episodio descritto, fare la composizione del luogo: immaginare il posto, al situazione, le persone, l’avvenimento che viene narrato, e porre me stessa all’interno del racconto, trovare il mio ruolo; posso identificarmi con uno dei personaggi presenti, comunque è importante coinvolgermi in ciò che leggo.

Medito. Se siamo in gruppo, una persona può suggerire alcuni spunti di meditazione.

v. 13: … la Pasqua… a Gerusalemme

La Pasqua è la festa della liberazione che prepara l’alleanza nuziale tra Dio e il popolo. Gerusalemme è la città santa, la città di Dio, la città dell’alleanza. È la sposa, l’amata. Il segno dell’alleanza è il tempio dove Dio abita nel cuore della città. Dopo il segno a Cana, dove si rivela come lo Sposo, Gesù sale a Gerusalemme per la Pasqua. Va a cercare la sua sposa. Per liberarla.

vv. 14-15: … fece una frusta di cordicelle … gettò a terra…

Il secondo segno nuziale. Il bell’annunciovangelo, offerto già dai profeti, e che Gesù è venuto a compiere, è che Dio ama tanto l’umanità da volerla come sposa libera, a cominciare da Gerusalemme. La sua presenza nel Tempio, cuore della città, è la testimonianzaprofezia di questo amore.

Ma quando lo Sposo viene nella sua casa, trova la sposa, liberata un tempo dalla schiavitù politica, schiava dell’idolatria, intenta a mercanteggiare l’amore. Di quell’amore totale e gratuito che Dio offre, la sposa ne fa mercato. Crede di comprare con denaro, con offerte di animali, la benevolenza di Dio, che invece offre se stesso e il suo Unigenito per amore. Poiché il grande potere, nelle relazioni umane, è quello del denaro, anche nella relazione con Dio, il vero  potere è riconosciuto al denaro. E così anche davanti a Dio l’umanità si deve dividere in ricca o povera, a seconda del denaro che ha per comprare l’offerta del sacrificio.

La reazione violenta di Gesù è segno profetico, manifesta la sua passione d’amore, perché l’amore che si compra è prostituzione. Il tempio, luogo sacro dell’Amore è trasformato in luogo di prostituzione. Dio non si compra con l’offerta di agnelli e buoi. Entra nel tempio il vero Agnello di Dio che offre se stesso al popolo per liberarlo dalla mortale idolatria.

vv. 16-17: … ai venditori di colombe… non fate della casa del Padre mio un mercato!

La colomba è simbolo di Israele. Nel Cantico dei Cantici, l’innamorato così si rivolge all’amata: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto!

O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole”. (Ct 2,13-14).

E nella Casa del Padre, le colombe immagine della sposa, vengono vendute. Ancora un’immagine dell’amore sottoposto a mercato, segno del tradimento dell’amore. La casa è il luogo dell’amore nuziale, della fedeltà, dell’intimità tra lo sposo e la sposa. La casa dell’Amore di Dio è profanata, insozzata dall’idolatria: il vero dio di cui si riconosce il potere è il denaro, tradimento dello sposo e schiavitù della sposa. Questa ira di Gesù rivela la gelosia di Dio. Dio è geloso di noi, nel senso che ci difende, a costo della sua vita, dall’idolatria che ci uccide.

E i discepoli cominciano a comprendere le parole del salmo 69: “La passione per la casa dell’amore mi divora”.

vv. 18-21: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”

I giudei chiedono a Gesù le credenziali dei segni, per poter riconoscere la sua autorità. Anche a noi, troppo spesso, non bastano la Parola e la Vita di Gesù per credere, chiediamo segni straordinari, miracoli. Ma l’unico segno sarà l’antisegno: il crocifisso! L’esatto contrario di ciò che ci aspettiamo: aspettiamo i segni del potere. Ci verrà dato il segno della debolezza dell’amore.

Con questo gesto della purificazione del Tempio, Gesù vuole purificare noi, liberarci dall’idolatria e dalla schiavitù del denaro e del potere che con esso crediamo di acquistare.

E vuole rivelarci che il vero tempio non è più quello di pietre e in muratura. Il vero Tempio è Lui e viene distrutto: anche di Lui fanno mercato, venduto per trenta denari! Ma Lui non si vende al successo e alla menzogna, per questo muore, fedele all’amore del Padre e fedele all’amore anche verso coloro che lo uccidono, perché piova su loro il perdono del Padre e abbiano la vita eterna. E la risurrezione al terzo giorno suggella la vittoria dell’amore sulla morte.

v. 22: Quando fu risuscitato dai morti…

Noi siamo discepoli, siamo la chiesasposa, ma come i discepoli di allora ancora oggi proviamo disagio di fronte a questa scena, a questo comportamento di Gesù. Ci sembra che contraddica tutto ciò che egli ci rivela dell’amore e della misericordia. L’evangelista dichiara che solo se abbiamo contemplato il crocifisso risorto possiamo accogliere questo segno che Gesù compie. È la stessa passione d’amore che lo ha condotto a offrirsi liberamente alla passione dolorosa e alla morte di croce. Non ha reagito con la frusta contro chi oltraggiava e torturava lui. Ma reagisce con la frusta contro chi, in nome dell’onore da offrire a Dio, rende schiava la sua sposa e oltraggia il Padre.

Lasciamoci stupire dall’agire di Gesù, lasciamoci stupire dalla sua croce, che è la piena rivelazione di Dio. E lasciamo che ci scandalizzi la passione del suo Cuore, se è la sua arma per distruggere immagini false e idolatriche che ancora inquinano il nostro rapporto con lui, lo Sposo che ama e si dona, non l’idolo che attende di essere conquistato con preghiere e offerte a pagamento.

Se siamo in gruppo, dopo qualche momento di silenzio, è bene fare la condivisione, dove ciascuno parla e ascolta, senza discussione. È lo Spirito che parla in ognuno.

Infine prego o preghiamo a partire dalla Parola ascoltata.

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