Con
questa frase nel cuore siamo partite ( io e Santina) per l’isola di Flores (
Indonesia) e precisamente per la città di Ruteng. Sì, ci sentivamo mandate per
una missione!
Il 7
luglio alle ore 5,30 siamo uscite dalla casa di Mudji per dirigerci verso
l’aeroporto “Soekarno” di Jakarta. Con noi c’erano anche Martina e Mudji che
andavano a Palembang per incontrarsi con Ludo e Lucy. Consegnati i bagagli al
check-in siamo uscite di nuovo per
salutare Martina e Mudji e ci siamo augurate un reciproco buon viaggio. A un
certo punto il mio sguardo si è fermato su una ragazza. Ciò che mi aveva
colpito di lei era il suo aspetto europeo e mi sono detta: “forse è
un’italiana”. Immediatamente l’ho
salutata con un “ciao”,al quale lei ha risposto: “Ciao!”. Allora mi sono detta:
“Questa è un’ italiana!” Ho chiamato Santina che camminava un poco più avanti a
me per farle conoscere la giovane. Santina si è fermata, si sono salutate e
hanno scambiato alcune notizie su di lei, su di noi…In realtà era una ragazza
italiana che si trovava all’aeroporto di Jakarta per problemi di Visto…Nulla di
particolare, che può capitare a chiunque viaggia all’estero. Un semplice
incontro che per me ha assunto un aspetto positivo, un buon presagio per la
nostra missione.
Alle
21,15 puntualmente l’aereo è partito da Jakarta per Kupang dove siamo arrivate
alla sera. Questa era la prima tappa della nostra missione. All’aeroporto
“Eltari” di Kupang abbiamo trovato Fratel Dismas che ci ha portato nella sua
comunità per trascorrervi la notte, in attesa di proseguire il giorno dopo per la città di Ruteng, destinazione finale
della nostra missione. Così è stato. Il giorno dopo,con un piccolo aereo, siamo
finalmente arrivate all’aeroporto “Fra Sales Lega” di Ruteng. Anche qui ci
stava aspettando qualcuno, Fratel Felix, francescano, che ci ha offerto di
ospitarci nella sua comunità. Questi incontri ci hanno incoraggiato e
tranquillizzato. Mi hanno fatto pensare che non sarebbero mancati altri buoni
samaritani sul nostro cammino.
In
questa comunità cattolica di Ruteng abbiamo cominciato a seminare il carisma
CM, presentando in sintesi la realtà della nostra Famiglia. Dall’espressione di
meraviglia mista a perplessità di chi ci ascoltava, ho subito capito che
stavamo comunicando loro qualcosa di molto nuovo riguardo alla consacrazione
nella Chiesa. Credo fosse la prima volta che sentivano parlare di istituto
secolare. Questo non ha impedito ai presenti, parroco e giovani, di farci molte
domande, sia sui voti che sul nostro modo di essere testimoni in mezzo alla
gente, nel quotidiano, sul nostro lavoro, come e dove vivono le missionarie
indonesiane… quante missionarie ci sono, in quali nazioni, e molto altro, a cui
abbiamo risposto con semplicità e chiarezza.
Il
nostro viaggio è continuato con la
visita alla comunità di Suor Adelina della Congregazione di Maria di Galeazza, una fondazione italiana. La
comunità è formata da aspiranti e da diverse novizie che ci hanno accolto gioiosamente, parlando anche un
poco italiano. In attesa che arrivasse suor Adelina, impegnata in quel momento
in parrocchia, le ragazze si sono unite a noi e ci hanno offerto un buon caffè
“italiano”. Mi sono sembrate entusiaste di conoscere la CM e la realtà
degli Istituti Secolari, che appariva loro come una grande novità. L’arrivo di Suor
Adelina è stato davvero gioioso ed entusiasmante. Mi sono sentita felice nel
vedere
La
gioia e l’accoglienza di questa comunità ha ravvivato il nostro coraggio per
continuare il programma di animazione
che ci aveva spinto ad “uscire” da Jakarta. Tuttavia non è stato così facile.
Per esempio, in una parrocchia dove eravamo ospitate non ci è stato possibile
fare nulla di concreto proprio a causa di una certa chiusura, diffidenza (?) a
conoscere dal vivo la nostra identità di consacrate di istituto secolare. Era
una novità forse “troppo audace” per la
chiesa locale, ma non solo, anche le giovani erano perplesse per l’assenza di
una divisa, per non essere riconoscibili da tutti come “suore”. Una novità che
faceva paura? Penso proprio di sì ma dobbiamo lasciare che i tempi maturino.
Ho
provato ad uscire e a piedi mi sono avviata verso un piccolo santuario della
Madonna situato poco lontano dalla casa dove eravamo ospitate. Sulla strada ho
incontrato un gruppo di ragazze che tornavano da scuola. Le ho fermate e ci
siamo presentate. Poco più in là un gruppetto di donne stavano chiacchierando
tra loro. Ho preso coraggio e mi sono avvicinata. Anche a loro ho potuto dire
chi ero e ho consegnato loro il depliant dove è presentata la CM. Ho
ringraziato il Signore per questi “piccoli” incontri che mi hanno fatto
ricordare le cinque vergini prudenti del Vangelo. Ho cercato di interpretare questi eventi con occhi di
fede che sempre portano al cuore gioia e sicurezza. In tutto quello che abbiamo
fatto, abbiamo sentito che c’erano due maniere di guardarci: una di attento
ascolto, l’altra quasi di rifiuto, di paura, di incomprensione…
Il
giorno dopo abbiamo avuto l’incontro con il Vescovo di Ruteng, Monsignor
Hubertus Leteng, che ci ha accolte con gentilezza e ci ha ascoltato. Anche lui
però ha avuto un’espressione di meraviglia ed era un po’ sorpreso che non
avessimo alcun segno esteriore o un distintivo che ci definisse consacrate,
anche se di istituto secolare! Per lui, per la cultura locale, non è
ammissibile appartenere ad una congregazione o ad un istituto senza avere una
divisa, un segno che ci distingua dalla gente comune.
Al
pomeriggio siamo andate a fare animazione in una delle parrocchie di Ruteng. Il
parroco, padre Gabriele Harim, ci ha accolte con entusiasmo e questo ci ha dato
coraggio e gioia. All’incontro programmato hanno partecipato una ventina di
giovani: ragazze e ragazzi. Ho dato a Santina l’opportunità di aprire lei
l’incontro, di farsi conoscere. Poi ho preso la parola io presentando la CM.
Avevamo con noi un Powerpoint su cui abbiamo presentato la figura del
Fondatore, Pe. Albino Elegante scj, la spiritualità che ci caratterizza e che
nasce dal Cuore di Gesù, la nostra missione, i vari gruppi CM sparsi nel mondo.
I ragazzi hanno seguito tutto con molta attenzione, curiosi di sapere, di
conoscere qualcosa di nuovo nella Chiesa e della Chiesa. Al termine
dell’esposizione, diversi di loro hanno posto domande: sugli istituti secolari,
sul cammino formativo nella CM, sui voti, sulla difficoltà di non avere una
divisa per essere capiti dalla loro cultura e tanto altro ancora. Ho cercato di
rispondere il meglio possibile, ma ho notato che il nostro discorso suscitava
ancora un senso di meraviglia e di curiosità sugli IS., ma mancavano loro
esempi concreti di vita di consacrate secolari. Credo che questa sensazione si
può capire bene se si tiene presente che a Ruteng ci sono oltre 55 istituti e
congregazioni religiose, per cui non è facile presentare e far capire che
esiste “altro” di diverso da queste realtà.
Eravamo
quasi alla fine del nostro incontro. Fuori c’era un clima freddo e pioveva. Né io né Santina
abbiamo pensato di portarci un maglione, un ombrello per ripararci. Il nostro
programma finisce qui. Siamo pronte per ritornare in città. Rientrate in
parrocchia ci aspetta una sorpresa che ci fa divertire e rilassare. P. Felix ci
avvisa che l’indomani mattina ci accompagna all’aeroporto un’ ambulanza, perché
in città non ha trovato altri mezzi disponibili. Ma la cosa divertente è che
questa ambulanza appartiene ad una clinica qui vicino, gestita da suore e serve
solamente per urgenze delle partorienti
del luogo. Lasciamo immaginare la nostra
reazione!!! Decidiamo di pregare, affinché durante la notte o nella mattina
seguente non avvengano parti urgenti che potrebbero togliere a noi questa
esperienza originale!!! E soprattutto ci farebbero perdere l’aereo!
Concludendo, la mattina seguente senza altri problemi ripartiamo per Kupang
dove ancora una volta ad aspettarci c’è p. Dismas che ringrazio di cuore per la
disponibilità e l’accoglienza che ci ha riservato. E’ da qui che domattina riprenderemo il
viaggio verso Palembang.
Sull’aereo
di ritorno rivolgo così la mia preghiera al Signore per questa missione
compiuta: “Benedetto sei tu Signore. Abbiamo accolto il tuo invito di uscire in
missione per “accendere e lanciare il fuoco” del tuo amore. Siamo partite nel
tuo nome. Benedici tutte le persone che abbiamo incontrato sul nostro cammino.
O mio Dio, ti offriamo tutti gli eventi che abbiamo sperimentato, le persone
che abbiamo incontrato in questo viaggio di animazione…in unione a Gesù per
mezzo di Maria, in spirito di amore e per l’avvento del tuo Regno nel mondo.
Amen”.
Un
grazie di cuore anche alla nostra Presidente Martina Cecini e al Consiglio che
hanno affidato a Santina e a me questo compito missionario. Un grazie a
Santina, amica e vicina compagna di questa esperienza, grazie di tutto e di
cuore per il tuo aiuto! Grazie a tutte le mie sorelle indonesiane e a tutti
coloro che ci hanno accompagnato con la preghiera.
Il
Sacro Cuore di Gesù benedica la CM e tutto il mondo!