Sono quasi le 17,30, le sedie sono state
riposte nel garage, il proiettore e il
PC sono nella mia stanza, il nostro “soggiorno” all’aperto è
vuoto. Sono tornati tutti a casa loro. Affacciata sulla scala della cucina
guardo giù e penso a Chica, Gulugulu, Julieta M., che alle 14 erano già qui a
dare una mano, ce ne fosse stato bisogno; a Luisa, Tomàs, Julia con il
figlioletto, Marta, Claudina; ad Ana Maria, che ha lasciato a casa Zeferino con
i tre figli. Infine a Maria Elisa, la nuova del gruppo. Vengono tutti dalla
periferia e si sono messi in strada già alle 12,45, chi con l’auto, chi con il chapa, per arrivare puntuali alle
14,30. Rivedo Alice, che con Julieta M. fa parte del nostro gruppo, e che è
arrivata un po’ dopo, a causa della sua malattia. Le sue gambe perdono le forze
e anche oggi per lei è una conquista essere presente all’incontro spingendo il
suo carrellino. E poi Irene e io - manca Giannina, in Italia per ragioni di
salute delle sue sorelle - che abbiamo fatto la prima accoglienza preparando,
per la grande, umile e povera Festa
dell’Eccomi, un panettone italiano con dolciumi e bevande fresche e
dissetanti.
Al finire della giornata si vede tutto
con occhiali rosa: il vento sottile, il calore sopportabile…, il proiettore di
prima esperienza, il percorso formativo e informativo sulla nascita della C.M.,
la nostra spiritualità, le nostre icone, le letture scelte… e la nostra
personale capacità di comunicare, che in Irene ha radici lontane e profonde,
mentre per me si tratta di gestire le poche centinaia di parole, che ad oggi
conosco, per spiegare concetti e esperienze attinenti al tema.
Abbiamo concentrato la forza del
messaggio sulle due letture classiche: quella della lettera agli Ebrei e quella
del vangelo secondo San Luca. È stato un viaggio meraviglioso, tra le figure di
Gesù, che va incontro alla volontà amante e salvifica del Padre proprio al
momento del suo ingresso nel mondo e quella di Maria, avvolta nel mistero del
nulla umano che, con il suo “Eccomi!”, inizia con il Figlio nel grembo a far
conoscere, in primis nella sua famiglia,
la misericordia di Dio Padre. Con l’esplosione del “Magnificat”, Maria racconta
la storia del suo Popolo Israele, lodando la grandezza dell’operare di Dio. Le
nostre due icone hanno esse stesse il linguaggio dell’ascolto e del dialogo,
dell’offerta di sé per un progetto senza confini e dell’affidarsi a Colui che
ama personalmente ogni sua creatura.
Abbiamo consegnato agli Amici un
promemoria di preghiere quotidiane in preparazione ai tempi liturgici forti,
una coroncina per “rimanere con” Maria lungo il giorno, per strada, nel
compimento dei nostri impegni, in casa, per tenere il nostro cuore in costante
“connessione” con Lei, che è nostra Madre, Guida e Custode. È stata un segno
gradito anche la consegna dell’immagine di Maria, quella delle origini, che
abbiamo a Bologna, accompagnata dalla breve preghiera di offerta. È con
commozione che ho spiegato agli Amici come quella statua sia per noi una
“presenza”, che andiamo ad incontrare al nostro rientro dalle missioni, nei
momenti in cui il suo Cuore di mamma ci può sostenere e consolare, a dirle grazie
per la sua vicinanza. A Lei abbiamo affidato persone, eventi, forti di una fede
coraggiosa, la sua fede, il suo “Eccomi”, che va oltre il momento presente. È
stata proprio una bella, semplice, gioiosa festa.
Comunicare è una ricchezza… solo poche
righe e alcune foto, segno del NOI CM che ha messo radici anche in Mozambico.
Un abbraccio,