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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
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Tempo e umiltà per pregare
Posted by Santina Pirovano

Era l’ anno 1970 quando p. Albino ebbe l’idea di scrivere alcune  riflessioni sullo Statuto della Compagnia Missionaria del S. Cuore. Un impegno che continuò per alcuni anni e che aiutò l’ Istituto a dare solidità e concretezza al suo cammino.

Penso di mettermi in contatto con voi, quest’anno, anche a mezzo di questo foglio. Vi arriverà senza uno stretto impegno di periodicità: ogni volta che mi sarà possibile, cogliendo i momenti di particolare disponibilità a Dio e approfittando dei ritagli di tempo, tra un’opera e l’altra di apostolato.

Il numero 1 dello Statuto ci offre, a mio parere, una panoramica completa della nostra Famiglia. Nata piccola, come un tenero germoglio, lentamente la Provvidenza ha introdotto, la nostra Famiglia, su nuove strade di progresso di testimonianza mai pensate prima. “La Compagnia Missionaria del Sacro Cuore è un Istituto secolare di diritto pontificio che trova nella spiritualità d’ amore e di oblazione, colta dalla Sacra Scrittura ed espressa in modo culminante dal mistero del Cuore trafitto di Cristo, l’alimento della sua vita interiore e della sua missione…”.

Canto di riconoscenza

Un grazie sincero al buon Dio. Riconosciamo che la sua mano ci ha condotti ben oltre i nostri meriti e le nostre capacità. Un grazie altrettanto caldo di affetto e di riconoscenza alla Madonna. Ha fatto, con evidente impegno, la parte di direttrice. Ma è più esatto dire: la sua parte di madre. Non trascuriamo di invocarla così, come abbiamo cominciato ad invocarla sul nascere della nostra Famiglia: “O Maria, madre, guida e custode della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, prega per noi!” Possiamo proseguire tranquilli il nostro cammino se ci accompagna, per ogni passo, la preghiera e la benevolenza di Maria.

Un grazie vivissimo anche a tutti voi che, nel corso di questi anni, avete dato un contributo così generoso di pensiero e di opere per l’affermazione materiale e per lo sviluppo della nostra Famiglia. Ma questo forse è il meno, perché molte volte la vostra parola e il vostro esempio mi sono stati luce allo spirito per tracciare con più concretezza e con più evidenza le linee del nostro servizio a Dio e ai fratelli. Manteniamoci in questa affettuosa ed operosa “comunione”. È l’amore e l’interesse di Cristo che ci ha riuniti e che ci mantiene solidali nel lavoro, nella preghiera e nella speranza, Cristo sarà con noi e costruirà con noi. “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (cfr. Matteo 18,20).

Una realtà: l’amore e l’imitazione di Gesù si stabiliscono nelle abitudini della nostra vita soprattutto con la preghiera. La preghiera comunitaria e liturgica presuppone la preghiera personale e in essa trova alimento e contenuto. È indispensabile, dunque, che anche noi e i giovani che incontriamo siano avviati con coraggio alla contemplazione che è preghiera necessaria ad ogni vita cristiana e tanto più all’anima consacrata per la quale costituisce l’atteggiamento tipico della sua verginità.

Non si dimentichi tuttavia che unico maestro nella vita di preghiera è lo Spirito Santo, il quale si nasconde ai superbi e si rivela ai piccoli e solo a questi si concede come spirito di filiazione, nel quale gridiamo: Abba, Padre.

Accanto allo Spirito, un compito misterioso e irrinunciabile spetta a Maria. La sua presenza silenziosa e materna ci aiuterà a conservare la “semplicità dei più piccoli del vangelo”, ci difenderà dal pericolo di entrare nel numero di quei saggi e abili che non capiscono le cose del Regno, ci farà veramente poveri, miti, affamati di santità, misericordiosi, puri di cuore, quelli ai quali, concederà la pace di Dio. È importante trovare tempo e umiltà di pregare. Se la preghiera ha tanto valore, se è, in definitiva, la strada necessaria per incontrare Cristo ecco alcune riflessioni su questo tema scaturite da Marco 1, 29-39.

Un autore dei nostri giorni, proprio su questo brano evangelico, ha detto: “Gesù fa i primi passi del suo ministero: insegna e guarisce con un successo tale che potrebbe oscurare il significato della sua missione. Per questo egli si riserva uno spazio di tempo per mettersi in contatto con la volontà del Padre nella preghiera e nel ritiro. Questa volontà non muta le sue linee direttive: Gesù deve andare verso il più gran numero possibile di uomini. Così Gesù lascia i suoi concittadini per percorrere tutta la Galilea”.

Se qualche volta rileviamo degli sbandamenti nella nostra vita, ci sentiamo irrealizzati e irrequieti; non sarà perché interessi, vedute nostre, il gioco delle circostanze ci hanno portato fuori dalla strada che Dio aveva tracciato per noi? Forse perché non abbiamo saputo trovare il tempo e l’umiltà per metterci in ascolto di lui, per pregare.

Statuto n. 18 e n. 68 “Ci lasceremo guidare da Maria perché ovunque ci troviamo e lavoriamo, possiamo essere testimoni credibili della missione salvifica di Cristo… Uno spazio di tempo vissuto in comunione con Maria per esprimere il nostro amore e rinnovarle la nostra consacrazione…”. Maria è modello di quell’amore materno di cui devono essere animati quanti, nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini” (L.G. n° 65).

Aggiungerei una parola sulla recita del Rosario. È una preghiera antica, ma sempre nuova. Quando lo si recita pare essere trasportati ed elevati a meditare, con l’aiuto di Maria, i misteri della vita di Gesù che disse: ”Quello che ho fatto io fatelo anche voi”.

I misteri gaudiosi sono i misteri della fede che nasce dall’umiltà di Maria e dalla sua carità verso Elisabetta, dalla povertà del presepio, dalla ricerca di Simeone ed Anna, dal tempio dove si prega.

I misteri dolorosi sono i misteri della speranza: non vi è speranza dove non vi è dolore. Se il seme non marcisce, non germoglia e non fiorisce. Nell’abbandono di Gesù nel Getsemani, nel suo corpo flagellato, nel suo capo coronato dalle spine dell’umiliazione e della ingratitudine, sulla via del Calvario, nella sua morte in croce, la nostra speranza diventa certezza di eterna beatitudine.

I misteri gloriosi sono i misteri dell’amore: nella risurrezione di Gesù, inseriti nella sua umanità con infinito amore, siamo divenuti figli di Dio e fratelli di tutti gli uomini; nell’Ascensione abbiamo udito la nostra vocazione all’apostolato, apostolato dell’amore; nella Pentecoste lo Spirito Santo ci rende ardenti come il fuoco e risonanti come il tuono nel mondo, nell’Assunzione di Maria pensiamo alla sua morte d’amore e alla sua glorificazione in paradiso dove ci aspetta per godere con Lei l’eterna beatitudine dell’amore.

Il Rosario non è una devozione individuale: nel Pater e nell’Ave si prega per noi e per tutti. È una liturgia che trova nella famiglia (e quindi anche nei nostri gruppi) il luogo più conveniente per la sua recita.

(Dagli scritti di p. Albino Elegante)

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