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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Tutto alla luce di Dio
Posted by Santina Pirovano
La meditazione che presentiamo è  continuazione dei pensieri spirituali, relativi alle Assemblee CM,
pubblicati in “Vinculum” 3/2019

Prendiamo come programma di comportamento la figura di Mosè: sempre nel disbrigo della nostra missione come consacrate CM, ma in particolare nel lavoro dell’Assemblea … Il Cardinal Martini commentando un altro passo del cammino del popolo di Israele verso la terra promessa, osserva che “la responsabilità di Mosè è grande, al punto che non riesce a rispondere a tutto quanto gli viene richiesto. Il popolo che gli è stato affidato è difficile, esigente, facilmente pronto a mormorare. Come esce il grande Mosè da questa situazione di schiacciante responsabilità? Attraverso la riscoperta della funzione fondamentale della sua missione: l’intercessione. Egli si pone davanti a Dio con la preghiera. Una preghiera ardita che, a volte, arriva a porre al Signore domande quasi accusatrici. Ad es. “Perché hai trattato così male il tuo servo?” (Num 11,11). A volte sembra volergli suggerire ciò che, a suo parere, è meglio: “O mi ascolti e perdoni al tuo popolo. Altrimenti cancellami dal tuo libro” (Es 32,32).

Attraverso la preghiera Mosè si fa accompagnare nel suo cammino da Dio. E Dio si fa collaboratore della sua fatica e della sua missione travagliata. La figura di Mosè, intercessore e mediatore tra Dio e Israele rappresenta per noi un programma di comportamento, soprattutto per il lavoro dell’Assemblea. Domandiamoci:

Con quale spirito siamo venuti a questo appuntamento di studio e di lavoro. Per farne un trampolino di lancio delle nostre vedute umane o per riflettere e risolvere tutto nella luce di Dio?

Quale spazio vogliamo lasciare a Dio perché in ogni circostanza, egli sia efficace nella sua collaborazione? Ricordiamo la prassi del 1° Concilio di Gerusalemme: ”Abbiamo deciso lo Spirito santo e noi” (Atti 15, 28). Proponiamoci allora di vivere con intensità di presenza e di attenzione i momenti di preghiera. Sono momenti di lode di Dio, della consultazione della sua volontà, del suo sacrificio di ogni idea troppo nostra … perché tutto sia portato avanti e risolto con Dio, nel dono inestimabile della pace.

Maria, nostra Maestra di vita

La benedizione di Dio è scesa sulla Compagnia Missionaria, fin dal suo primo vagito, attraverso Maria. Si legge infatti nella cronaca degli inizi della nostra Famiglia che il 24 dicembre 1957, durante il ritiro che ha preparato l’apparire del primo Gruppo CM sulla ribalta della Chiesa, la nostra Famiglia è stata consacrata a Maria eletta responsabile Centrale e perpetua …

Una domanda necessaria per verificare l’autenticità della nostra fede e del particolare dovere di riconoscenza che come membri CM, dobbiamo a Maria: ”Fino a che punto Maria ci vede associati/e alla sua missione specifica: l’accoglienza di Gesù e la sua manifestazione al mondo nelle espressioni del nostra vivere quotidiano?”. Maria è colei che medita sugli avvenimenti che hanno impresso una svolta alla sua vita. Nella meditazione di Maria c’è il segno e il segreto della sua grandezza, della sua capacità di collaborare al progetto salvifico di Dio.

Il silenzio e la meditazione sono la strada maestra per giungere alla pace. Il rumore e la frenesia sono spesso occasione e causa di conflitti. Solo in un clima di silenzio e di riflessione si possono dire le cose che si hanno nel cuore e ascoltare l’altro fino a capire le sue ragioni, accogliere la sua verità, segnalare le differenze che ci distinguono da lui, senza per questo spezzare l’amicizia …

Ma il silenzio e la meditazione sono soprattutto la condizione per ascoltare la parola di Dio e farla scendere nella nostra vita. Se poi crediamo che Dio, in Cristo, ci ha reso suoi figli adottivi, allora dobbiamo ascoltare la sua parola con l’attenzione con cui ascolteremmo un messaggio prezioso, esclusivo per noi, decisivo per la nostra vita e la nostra santità. La bontà della Vergine santissima ci ottenga da Dio la fedeltà di camminare quotidianamente sulle sue orme.

(Assemblea 2001)

“O Padre, che esaudisci sempre la voce dei tuoi figli, ricevi il nostro umile ringraziamento, e fa’ che in una vita serena e libera dalle insidie del male, lavoriamo con rinnovata fiducia all’edificazione del tuo regno. Per Cristo nostro Signore”.

Con questa liturgia eucaristica che stiamo per concludere si conclude anche la celebrazione del 50° anno di vita della Compagnia Missionaria. Ha inizio un nuovo periodo che vorremmo emulo del primo in fervore di vita e di donazione alla spiritualità e alla attività apostolica che la provvidenza di Dio ha assegnato alla Compagnia Missionaria.

Mi pare che per questa finalità la Sacra Scrittura ci offra un quadro di vita e di azione sul cui esempio sia da modellare quanto è oggi negli aneliti di tutti i membri dell’Istituto. Il quadro Scritturale lo troviamo nel “Primo Libro di Samuele” che inizia con la presentazione di una donna, la futura madre del profeta Samuele, profondamente travagliata dalla sua condizione di donna sterile. Al tempio di Silo prega con forte insistenza e lacrime che Dio la tolga da questa situazione, che in quel tempo era considerata una situazione di vergogna. “Se mi darai un figlio maschio, io l’offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita” (1 Sam 1,11). Il sacerdote Eli, appreso che era il dolore e l’amarezza della situazione a suggerire a quella donna quanto esponeva al Signore, “Va in pace -- le disse - e il Dio di Israele ascolti la domanda che gli hai fatto” (1 Sam 1,17).

E avvenne proprio cosi. Al finir dell’anno Anna partorì un figlio che chiamò Samuele. L’esempio che abbiamo colto dalla Sacra Scrittura segna la via del nostro ricambio riconoscente per il periodo di servizio e di bene che il Signore apre davanti alla nostra generosità. Non temiamo la nostra debolezza e la facilità, a cui purtroppo siamo soggetti, di dimenticare le nostre promesse. Abbiamo detto nel Salmo di ringraziamento, recitato prima della S. Messa, che: “Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero (Salmo 145,18).

E cosi sia, sempre, in piena verità e in sovrabbondanza di aiuto …

E con la celebrazione dell’Assemblea Generale iniziamo un secondo, nuovo periodo di vita della Compagnia Missionaria, che, come ho detto, desidererei vissuto da me e da tutta la CM nella piena coerenza e nella piena fedeltà.

L’obbiettivo base che ci proponiamo, a cominciare dall’Assemblea Generale, è tutto nel responsorio che la santa Chiesa ci ha fatto recitare molto frequentemente nel tempo di Avvento: “Gerusalemme, città di Dio, su di te sorgerà il Signore. In te apparirà la sua Gloria”.

Gerusalemme è figura di ciascuno di noi, e noi dobbiamo essere rivelazione della santità e della grandezza di Dio.

Il mondo laico è questo che si aspetta. E potrebbe non aver bisogno d’altro, da noi, per vivere con lealtà e fervore la sua fede cristiana. Diceva il Mauriac (scrittore francese e buon cattolico): “Per me la predicazione più efficace del sacerdote è sempre stata la sua vita: io lo guardo e ciò mi basta”. E' questa la viva preoccupazione della liturgia della Chiesa che, ad esempio, nella Colletta del 4 gennaio mette sulle labbra del sacerdote l'invocazione. "Dio onnipotente, il Salvatore che tu hai mandato, luce nuova all'orizzonte del mondo, sorga ancora e risplenda su tutta la nostra vita …".

Se sapessimo mettere tanta fedeltà e tanto amore nella missione che il Signore ha messo nelle nostre mani! Ad esempio: noi siamo stati eletti per l’Assemblea Generale dove si trattano e discutono tante cose che domandano un nuovo respiro di donazione, di accettazione, di vitalità per una CM splendida ... So darne l'esempio con la mia impostazione di vita, o ne svilisco il valore, l'urgenza nel racconto di piccole cose, in rilievi senza significato o forse anche in qualche mormorazione? ... Vorrei che la mia parola di questa mattina fosse un po' come il riepilogo di quanto abbiamo meditato in questi giorni. Mi introduco con un pensiero di S. Agostino. "E' venuto - egli dice - il Signore, maestro di carità, e ci ha insegnato che tutta la Sacra Scrittura (la Legge e i Profeti) si fonda sui due precetti dell'amore … Essi non si devono mai cancellare dal nostro cuore. Sempre, cioè in ogni circostanza dobbiamo aver presente che bisogna amare Dio e il prossimo. Dio con tutto il cuore e il prossimo come noi stessi …" "Infatti - specifica S. Paolo - vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo … a immagine del Creatore. Nel suo giudizio e nella sua valutazione non c' è più greco o giudeo, circonciso o incirconciso, barbaro o Sciita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, di sentimenti che siano copia sentimenti, cioè di misericordia e di bontà" (Col. 3,10-12).

Quando prenderemo tutto questo come programma di vita? Oggi stesso! Il Signore ci ha fatto il dono della grazia di partecipare all'Assemblea. Dobbiamo tornare ai nostri Gruppi portando la nostra fisionomia tutta luminosa di serenità e di amore.

(Assemblea 2007)

Dagli scritti di p. Albino

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Assemblea 2013. Dalla Relazione finale della Presidente Anna maria Berta:

“Per la prima volta è assente p. Albino Elegante perché ormai impedito dalla malattia. Ecco l’ultimo suo messaggio in risposta ai miei auguri di buon natale:

Carissima Anna Maria… ti scrivo anche per un motivo strettamente personale che riguarda la tua appartenenza alla CM. Nella prossima estate la Compagnia Missionaria celebrerà l’Assemblea. E’ una circostanza di un forte impegno per la nostra famiglia. Ci impegneremo a prepararci spiritualmente con la recita della bella preghiera al “Cuore Trafitto” dove si supplica incessantemente il Cuore di Gesù per la Compagnia Missionaria. Auguri a te e a tutti. Con affetto P. Albino (Bologna 7 dicembre 2012)

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