Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
il signore mi ha accompagnato e mi ha parlato
Dal
2 al 4 dicembre 2013 ho avuto l’opportunità di condividere con il gruppo delle
missionarie di Maputo momenti di preghiera, di convivialità, di condivisione di
preoccupazioni, di sogni e di progetti. La missione del gruppo: è impegnato principalmente nell’ambito
educativo, pastorale e nell’animazione vocazionale. Irene continua a coordinare
il Centro Infantile Speranza, Giannina dirige la scuola elementare e medie
Nostra Signora delle Vittorie, Julieta è catechista e docente all’Università e
Leonia insegna italiano ai seminaristi. Ciascuna cerca, a suo modo, di
contribuire per la crescita e lo sviluppo integrale della comunità educativa a
cui appartiene e partecipa, nella misura del possibile, alla vita diocesana e
pastorale.
Il
giorno prima del mio rientro in Italia, 12 gennaio 2014, ho trascorso il
pomeriggio a Maputo a casa di Alice,
nostra missionaria,. L’accettazione della sua disabilità fisica, l’atteggiamento
di oblazione, la capacità di delimitare il campo di missione in sintonia con la
sua realtà esistenziale (pregare, ascoltare, consigliare, stare con…) rivelano
una grande dignità, fede e sapienza di vita.
A
Nampula, dal 5 al 29 dicembre 2013, ho condiviso con Helena e le ragazze in
formazione e accompagnamento momenti di preghiera, fraternità, lavoro, convivialità,
dialogo e festa. Con Gabriela, nonostante che non avesse ferie quando sono
stata a Nampula, ho avuto l’opportunità di conversare, a Invinha e di conoscere
il suo impegno educativo nell’Istituto di Formazione degli insegnanti, nel
gruppo e nell’animazione.
Considero
come punti forti del cammino interiore delle nostre giovani: preghiera,
capacità di animazione, impegno e responsabilità nello studio, compimento degli
impegni domestici e dei lavori nei campi (machamba).
L’incontro
con le giovani è stato molto significativo perché mi ha fatto conoscere
qualcosa della storia vocazionale di ciascuna di loro, l’azione di Dio nella
loro vita, la mediazione di varie persone nell’animazione e il loro cammino
come aspiranti CM.
Ho
avuto l’opportunità di trovarmi con il Gruppo
di Amici di Nampula e di ascoltare le motivazioni che li hanno portati ad
aderire e a rimanere nel gruppo: crescita e sviluppo personale e sociale,
partecipazione sociale, dimensione spirituale.
Il
gruppo di Nampula evidenzia chiaramente i valori dell’accoglienza e della
scelta dei poveri: è un’autentica Betania. La vita lì è molto esigente: lavoro
professionale, nei campi, studio, la
responsabilità nell’accompagnare le ragazze, la biblioteca del Centro Culturale
Napipine, gli amici i collaboratori…sono impegni che esigono molto dalla
comunità. Tuttavia, chiunque arriva trova sempre qualcuno che accoglie, invita
ad entrare, a sedersi…
Il 29 dicembre sono partita in autobus (machibombo) alle 3.30 del mattino con
Helena e le ragazze (Alefa, Joana e Rosa) per Invinha, dove mi sono trovata con
tutte le missionarie dei gruppi del Mozambico (con eccezione di Alice e Gina
che, per motivi di salute, non erano presenti) e con le ragazze in formazione
(Ana Rita e Isabel), e altre quattro giovani in discernimento del gruppo di
Invinha. Ho partecipato ai lavori della mini-assemblea dal 31 dicembre al 1
gennaio 2014 segnati da un clima di trasparenza, serenità e apertura allo
Spirito.
Il
ritiro annuale, animato da mons. Francesco Lerma, vescovo del Gurue, è iniziato
il 2 gennaio, con l’introduzione al tema ed è terminato con l’Eucarestia nella
quale Dalaina ha fatto la sua prima emissione dei voti il 7 gennaio. Il tutto
seguito da un tempo di fraternità e convivialità con familiari e amici.
La
disponibilità di quattro giovani del gruppo in discernimento di Invinha,
Angelina, Ilda, Inés e Edy, che preparavano i pasti, ha fatto sì che potessimo
vivere il ritiro in un clima sereno e tranquillo. La casa di Invinha è in una
fase abbastanza avanzata. Mi pare che la scelta del 2011 di costruire in questo
luogo, autentica “periferia esistenziale”, è l’incarnazione di quanto ci chiede
il nostro Statuto al n. 16: “l’attenzione
e il servizio ai fratelli più poveri”, e una risposta all’appello di papa
Francesco. E’ stata una scelta profetica. E’ uno spazio meraviglioso, un luogo
idilliaco da dove si vede perfettamente il monte Namùli che, per il popolo Lomwè-Macua, è il monte
sacro che rappresenta la sua origine, ma si notano anche le baracche povere dei
vicini. Questa casa è uno spazio di accoglienza, con porte e finestre aperte al
mondo, per le ragazze che chiedono di essere accompagnate nel loro discernimento
vocazionale, per la Chiesa locale, per i poveri e gli amici… Lisetta, con la
sua saggezza, accompagna le giovani e i lavori della casa. Con la
collaborazione di Dalaina e delle ragazze questo spazio sta diventando un
giardino, un frutteto, un campo che produce fiori, frutti, cereali,
legumi…benessere. Mariolina è stata ed è, senza dubbio, l’anima di questo
progetto.
Nei
giorni 10 e 11 gennaio 2014, con le missionarie di Maputo, ad eccezione di
Alice, siamo passate da Quelimane, dove abbiamo incontrato Gina Santana e
insieme abbiamo vissuto una condivisione ricca di comunione e amicizia.
Nella
CM in Mozambico c’è una proliferazione di vocazioni che sono una benedizione,
una sfida e una responsabilità. Questa realtà interpella tutta la CM e abbiamo
bisogno di trovare una risposta adeguata. Le sfide formative che sono emerse
recentemente in questo contesto sono completamente nuove per noi: l’età delle
aspiranti, la provenienza, la dipendenza economica…Credo che la programmazione
dell’incontro delle responsabili di formazione dovrà tener conto delle esigenze
di questa realtà.
Permettetemi
di condividere le due esperienze che più mi hanno toccato nel contatto con i
poveri e i fratelli nella fede.
1 –
Un giorno, a Nampula, dopo il lavoro nel campo, seduta su una pietra,
accompagnata dall’ombra di alcuni alberi da frutto tropicali e dall’azzurro
intenso del cielo, dalla solidità delle montagne…mi sono sentita toccare dalla
bellezza e bontà del Creatore che “veste
i gigli del campo e nutre gli uccelli dei cielo che non seminano, non hanno né
dispensa né granaio…”. La manifestazione del Creatore nella natura è sorta
in me come una voce dolce e tenera che mi diceva: riposa, lasciati incontrare,
contempla la gratuità delle cose, deliziati al banchetto dell’armonia che ti
avvolge nella brezza soave della mia presenza in te, con te. Sono rimasta lì
come un bambino nelle braccia di Dio Padre e nell’abbraccio di madre terra.
Non
sono tardati ad arrivare, come caduti
dal cielo, cinque bambini: due portavano dietro la schiena un fratellino e
nelle mani una lattinavuota. L’hanno riempita e se la sono rovesciata sulla
testa, poi se ne sono andati velocemente come qualcuno che ha cose importanti
da fare. Sono rimasta, non so per quanto tempo, ad interrogarmi su questi
innocenti che non hanno diritto ad essere bambini e che, nonostante i piedi nudi, i vestiti sudici, il
peso del lavoro…hanno uno sguardo brillante, un sorriso che incanta ed un passo
spedito. Immersa nel mistero della bellezza e della povertà, consapevole della
presenza di Dio, ho continuato a contemplare la sua opera e a pensare alla
missione che Lui ci affida, cioè di curare con sollecitudine l’opera delle sue
mani.
Più
tardi sono giunti altri sei ragazzi, tutti fratelli, il più grande aveva 13
anni. Si sono avvicinati a me, stracciati, sudici, scalzi e rilassati. Si sono
accoccolati per terra, in semicerchio intorno a me. Ho cominciato a dialogare
con loro. All’inizio non è stato facile perché rispondevano di sì a tutto e
così mi sono resa conto che il loro vocabolario era molto esiguo. Ho tentato di
spiegare il significato della parola amico/nemico e bene/male.
Non
sapevano leggere né scrivere, ma conoscevano il nome dell’insegnante. Il più
grande è riuscito a scrivere il suo nome in terra. Tanto meno sapevano pregare.
Ho insegnato loro a farsi il segno di croce e tutti allo stesso tempo si sono
segnati diverse volte, manifestando una grande voglia di imparare. Ho recitato
con loro il Padre Nostro, li ho incoraggiati a studiare e dopo esserci
salutati, hanno ripreso la strada da dove erano venuti. Loro se ne sono andati,
ma io ho continuato a lasciarmi interpellare, a sentire l’esigenza di vivere
dell’essenziale…Come dice Mia Couto: Non
è il volare sui luoghi che segna la memoria. E’ quanto quei luoghi
continueranno a volare dentro di te”.
2 – Ho trascorso il Natale più felice della mia vita:
senza regali, spoglio di beni materiali, centrata sull’essenziale: accogliere
Gesù.
La
vigilia di Natale, al mattino, ha bussato alla porta un uomo accompagnato da
due figli e una brocca. Questo era il presepio vivente, il Gesù che era
necessario accogliere nel povero capace di scambiare la farina con l’alcool
lasciando che i figli soffrissero la fame. Dopo di che mi sono recata alla
chiesa di San Pietro per la Riconciliazione.
L’Eucaristia della notte di Natale ha avuto
una durata di circa 3 ore e 40 minuti e non mi sono resa neanche conto di tutto questo tempo. La
luce, la gioia, i canti, le danze, la scenografia, le letture, l’omelia… tutto
è stato meraviglioso. Una notte unica! Un vero Natale!
Il
Signore mi ha accompagnato e mi ha parlato: nella brezza e nel calore, in un
presepio senza regali, nei piedi scalzi di un fratello, nella tenerezza di uno
sguardo, nella mano che si tende e stringe la mia con un gesto fraterno,
nell’ombra di un albero di noccioline, nella “capulana”colorita, nelle danze e
nelle trecce…
Tu, Signore, Tu parli,E un cammino nuovo si
apre ai nostri piedi,Una luce nuova brilla
nei nostri occhi,Atrio di luminosità,PaneDi grano e di libertà,Splendore che infiamma
il cuore.Passa un’altra volta,
Signore, dacci una mano,Rialzaci,Non lasciarci oziosi
nelle piazze,Seduti ai margini
delle strade,Sonnolenti,Discordi,A riassettare borse o
reti.Saziaci.Inviaci, Signore,E condivideremoIl pane,Il perdono,Fino a quando nasca in
ciascuno di noi un fratello. (Antonio Couto)
Signore insegnaci, insegnaci ad ascoltare i tuoi
appelli e ad andare, con fede, dove tu ci invii per aprirci nuovi orizzonti di
vita e di missione, per dare e ricevere il pane della fraternità.
Serafina Ribeiro
rispondere all'amore con l'amore
Prima
emissione dei voti
In
questi giorni di ritiro che precedono la mia consacrazione che avverrà il
giorno 7 gennaio 2014, sto cercando di favorire in me le condizioni, mediante
il silenzio e la docilità allo Spirito Santo, per il mio cammino nella
Compagnia Missionaria.
Nel
giorno del mio ingresso nell’Orientamento, prima tappa di formazione, mi è
stata consegnata l’immagine di Maria, “Madre, guida e custode” e, nella
cerimonia d’inizio del Biennio di formazione, l’immagine del Cuore trafitto di
Cristo, dal quale sgorgò sangue ed acqua. Nel mio cammino “con Gesù e la Madonna”, ho sempre cercato di mantenermi aperta al
“sì” e di rispondere alla chiamata a “vivere
la vita d’amore…secondo il modello che Cristo ci ha lasciato”(St nn 6 e 7).
L’immagine
di San Giuseppe nella sala della CM, a Invinha (Gurue) e nella mia casa evoca
momenti in cui siamo ricorse a lui per chiedergli protezione e aiuto. Ricordo
in modo particolare un periodo in cui non avevamo acqua e dovevamo andare a
prenderla a un pozzo lontano. Mariolina tentò di trovare una soluzione a questa
carenza: comprò una pompa e chiamò un idraulico per attivarla, ma questi non ci
riuscì. Facemmo una novena a San Giuseppe chiedendogli che intercedesse per noi
al fine di riuscire ad avere acqua, un bene indispensabile per la vita e lui
venne in nostro aiuto.
Sento importante esprimere e condividere la gioia e la
gratitudine per tutto quello che il Signore ha fatto per me: grazie, Signore,
perché mi hai formato nel grembo materno, mi hai chiamato alla vita, al
battesimo e alla consacrazione a Te nella Compagnia Missionaria del sacro
Cuore, dove mi hai inviato a seguirti con umiltà, coraggio, pazienza e
determinazione mediante i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.
Voglio abbracciare la missione che mi
affidi, di amore e di servizio, nella Chiesa e nel mondo.
Signore,
tu mi conosci perfettamente e la mia consacrazione è soprattutto una
manifestazione del tuo amore. Insegnami a rispondere all’Amore con l’amore.
Grazie, Signore, per la creazione, per il mondo dove incontro gli uomini e le
donne simili a te nel sorriso amabile e accogliente, nella bontà…
Ti
lodo, Signore, Creatore e Padre, per gli innumerevoli doni che mi hai concesso
lungo la mia vita: mi hai dato forza per ascoltare e aderire alla tua Parola;
per imparare a pregare la Liturgia delle Ore; per comprendere e scusare i
fratelli e per riconoscere che, in ogni situazione, la preghiera è una medicina che guarisce, dà forza e rigenera. Signore,
che il tuo Spirito mi unga con il dono della sapienza, intelligenza e
discernimento.
Mi
piace pronunciare il Tuo nome, chiamarti Padre e Pastore che mi conduce, vivere
alla tua presenza, sentire che “mi avvolgi tutta e poni su di me la tua mano”,
invocare la famiglia di Nazaret e i santi protettori della CM. Signore, ti
ringrazio per la protezione che mi hai concesso per intercessione di S.
Giovanni Evangelista, San Paolo, Santa Teresa di Gesù Bambino, San Francesco
Saverio, Maria della Pace e p. Dehon, nostro nonno-fondatore dei Sacerdoti del
S. Cuore. Signore, ti ringrazio per la vita del nostro fondatore p. Albino Elegante, perché per la sua ispirazione,
preghiera, oblazione, parole…sempre è stato con noi, come un padre che ci
guida, insegna…
Ti
chiedo, Signore, che continui a effondere su di lui la tua benedizione e la tua
forza. Signore, tu sei grande e operi meraviglie, accogli la mia offerta “perché la mia vita si trasformi in un perenne servizio d’amore”.
Dalaina Armando
le orme di dio nella mia vita
Ammissione
al biennio di formazione
Sono
Isabel Rodrigues Massai, nata in Zambezia, distretto di Alto Molocuè, in una
famiglia cristiana e sono stata battezzata quando avevo un anno. All’età di
cinque anni, quando vedevo le suore che venivano nel nostro gruppo di catechesi
cominciai a sentire simpatia per la vita consacrata e, a undici anni la spinta
a rispondere alla chiamata premeva dentro di me. Fu un momento difficile perché
avevo paura di affrontare la mia famiglia e anche di rispondere alla voce che mi chiamava. Cercai
il mio parroco, p. Luis Muilonge, perché mi aiutasse in questa ricerca
interiore.
Quando
comunicai ai miei genitori il mio desiderio di entrare in una congregazione
religiosa, mi consigliarono di aspettare almeno fino ai 18 anni. Così a 16 anni
entrai nel collegio delle Suore Francescane Ospedaliere dell’Immacolata
Concezione come alunna interna per proseguire i miei studi e qui cominciai a
partecipare agli incontri vocazionali. Dopo tre anni di partecipazione a questi
incontri, decisi di cercare informazioni sugli Istituti di vita consacrata per
una decisione chiara e consapevole. Andai ad Alto Molocuè per parlare
nuovamente con p. Luis Muilonge del mio percorso vocazionale e per chiedergli
informazioni al fine di una mia scelta. Mi diede del materiale su cinque
Congregazioni religiose e di un Istituto Secolare, la Compagnia Missionaria del
S. Cuore (CM). Fu proprio quest’ultimo che attirò la mia attenzione. Mediante
il suddetto sacerdote ebbi la possibilità di conoscere prima Irene Ratti e
successivamente Mariolina, incaricata dell’accompagnamento vocazionale delle
giovani aspiranti. Dopo alcuni contatti e incontri, il 17/12/2010 sono entrata,
come aspirante, a far parte del gruppo di Nampula. Ho iniziato così il cammino
di accompagnamento che mi ha aiutato ad ascoltare la voce di Dio che chiama
perché ama.
Lungo
questi anni ho passato momenti belli ma ci sono state anche sofferenze che mi
hanno aiutato nella mia crescita personale e nell’adesione alla spiritualità e
missione CM. Tuttavia mi sono sentita sempre più in sintonia con la
spiritualità di questa famiglia. Mi piace molto il lavoro formativo. Metto in
evidenza gli aspetti che più mi hanno toccato:
· La spiritualità
e la missione della CM che ha il
suo fondamento nella vita d’amore e di oblazione nel mistero del Cuore trafitto
di Cristo e che si realizza nella testimonianza viva dell’amore di Cristo;· La bellezza della missione che, vissuta nella
semplicità e gioia, si esprime attraverso l’annuncio della Parola di Dio
ovunque;· L’impegno missionario nel mondo e nella Chiesa
promuovendo la giustizia e la pace;· Il lavoro professionale condividendo i problemi di
tutti e testimoniando i valori cristiani;· L’accoglienza dei fratelli più poveri, malati,
carcerati, emarginati come il Gesù dei vangelo di Luca, che è venuto per tutti
i poveri;· L’impegno per la crescita integrale dei bambini e dei
giovani mediante l’inserimento professionale nella scuola pubblica o privata;· La formazione umana mi ha fatto crescere nella
conoscenza, crescita e accettazione di me stessa e della mia storia in vista di
una maggiore maturità.
Oggi, con la consapevolezza che ho, mi sento decisa a
fare un passo avanti nelle tappe
formative del mio cammino nella CM e cioè il Biennio di formazione.
Isabel Rodrigues
nella semplicità del mio cuore offro tutto al signore
Quest’anno
con grande dispiacere non ho potuto partecipare al ritiro annuale della CM in
Mozambico tenutosi a Invinha (Gurue) perché ero ammalata. Il ritiro è sempre un
tempo di incontro più profondo con Dio e di condivisione con le sorelle.
Ringrazio
Dio perché ora sto meglio, anche se cammino con una certa difficoltà. So che la
mia malattia non ha possibilità di guarigione e chiedo al Signore che continui
a darmi forza e coraggio per saper accettare con serenità, in atteggiamento
oblativo, i limiti inerenti alla mia situazione attuale.
Rileggendo
la storia della mia vita, riconosco e ringrazio il Signore per il bene che Lui
ha fatto, per mezzo di me, nella famiglia, nella Chiesa e nel mondo. Sono
consapevole che avrei potuto fare di più e meglio.
Riconosco
il grande amore che Dio ha avuto per me e lo ringrazio. Lui ha sempre guidato i
miei passi, mi ha spinto per la missione e ad aver cura dei miei figli – 8
figli miei e una bambina adottata. A 43 anni, in un Paese in guerra
(Mozambico), con la morte prematura di mio marito, ho dovuto assumere la
missione di essere madre e padre al tempo stesso. Dopo che il Signore aveva
chiamato a sé mio marito, ha chiamato me ad una vita consacrata nella Compagnia
Missionaria del S. Cuore; a collaborare nella segreteria della parrocchia della
Polana e ad essere responsabile della commissione Evangelizzazione e Fede. Mi
sentivo felice in questa missione di accoglienza e di annuncio di Gesù ai
bambini e ai giovani catecumeni.
Per garantire il sostentamento alla famiglia cominciai
a fare torte su ordinazione e anche le mie figlie mi aiutavano. Vedo la mano di
Dio nella mia storia e lo ringrazio perché mi ha resa capace di accogliere i
suoi doni nel dolce/amaro della mia vita; per aver ascoltato, accolto l’appello a seguirLo e a fare della
mia vita un dono di amore e di servizio in famiglia, nella CM, nella Chiesa e
nel mondo. Accolgo l’impossibilità di deambulare che attualmente vivo come una
chiamata a vivere soprattutto a livello di essere: ascoltare, incoraggiare,
accompagnare, pregare per tutti coloro che me lo chiedono…
Ricordo
con molto affetto p. Albino, nostro fondatore, che presiedette la cerimonia
della mia consacrazione. Mi piacerebbe rivederlo, ma ora non ho più la forza
per affrontare il viaggio. Offro al Signore per lui, per le aspiranti in
formazione, per la CM…l’impossibilità di concretizzare questo sogno. Il gruppo
mi ha aiutato molto. Le missionarie sono state il mio Cireneo.
Voglio
sintetizzare questa mia condivisione con un ritornello che abbiamo cantato nel
giorno della mia consacrazione:
“Nella semplicità del mio cuore offro tutto al
Signore”.
Alice
Silva
“togliti i sandali perché questa è terra sacra”
L’11
settembre 2014 sono arrivata all’aeroporto di Maputo dove mi aspettava
Giannina. Verso sera, dopo l’Eucaristia, mi sono trovata con Irene che, piena
di entusiasmo, stava preparando il materiale per una “Fiera Vocazionale” del 13
settembre a Inhambane. Alle 22.00 siamo andate all’aeroporto a prendere
Gabriela in arrivo da Nampula, per poi partire il giorno seguente con Irene e
Catarina, una giovane aspirante, per la suddetta Fiera dove non andavano né a
vendere né a comprare, ma per far conoscere gli Istituti Secolari e, tra loro,
la Compagnia Missionaria.
Né i
dolori alla schiena di Irene, né la stanchezza di una settimana di Gabriela e
di studio per Catarina hanno impedito loro di partire all’incontro dei giovani
per far loro conoscere, insieme agli
Istituti Religiosi, la diversità dei carismi che lo Spirito Santo suscita nella
Chiesa. Ho sentito un desiderio enorme di accompagnarle, ma avevo già combinato
di trovarmi con Anna Maria che, proprio in quel giorno arrivava a Maputo, di
passaggio per l’Indonesia per una missione di formazione e animazione in
collaborazione con Santina.
Eravamo
tutte in diaspora per la formazione, accompagnamento e animazione vocazionale –
missionaria. In questo vai e vieni costante, il gruppo di Maputo è stata la
nostra tenda d’incontro: punto di arrivo, di accoglienza, di riposo e di
partenza.
Dal
14 settembre al 19 ottobre, per la terza volta, sono stata a Nampula per
rimanere con le missionarie, le ragazze in formazione e le aspiranti della
Compagnia Missionaria. In un primo momento la mia missione sembrava ben
definita e preparata. Ma dinanzi alla realtà, con piedi saldi a terra, ho
capito subito la necessità di pormi in un atteggiamento umile e semplice per
ascoltare, intuire la cultura, percepire ciascuna persona come un essere unico
e irrepetibile, portatore di una sua storia personale. Avevo già appreso, nella
mia professione, l’importanza di programmare e pianificare con responsabilità
le attività e, allo stesso tempo, essere flessibile dinanzi agli imprevisti, al
nuovo… Essere flessibile, tenendo presente la meta da raggiungere, mi ha
aiutato a spogliarmi non per indossare la capulana, ma per pormi in un
atteggiamento di libertà interiore che mi permettesse di stare dinanzi al
mistero dell’altro, capace di meravigliarmi e inginocchiarmi dal di dentro.
Conoscere e aiutare ciascuna delle ragazze in
formazione e le aspiranti a conoscersi meglio nelle loro qualità e capacità,
nei loro punti deboli e nei loro limiti ha richiesto un grande sforzo di
inculturazione e di apprendimento. Ho cercato di camminare a fianco e nella
stessa direzione, disponibile ad accogliere e cogliere l’altra nella sorpresa e
nella novità. C’è in ciascuna e in tutte una volontà enorme di crescere, di
essere protagonista del loro proprio processo di sviluppo integrale.
Davanti al mistero del fratello – lo sconosciuto,
l’inatteso, il nuovo, il diverso – Dio continua oggi, come al tempo di Mosè, a
dirmi e a dirti: “Togliti i sandali
perché questa e terra sacra”.
Non
so quale sarà il futuro di queste nove giovani della CM a Nampula: tre sono in
formazione nella casa di sopra: due in Orientamento, Alefa e Joana, una nel
Biennio, Isabel; sei in accompagnamento nella casa di sotto: Ana Paula,
Angelina, Argèlia, Ilda, Edilmisa e Natalia. Tuttavia so e sento che la CM,
accompagnando queste giovani nel loro discernimento vocazionale, nella loro
formazione e crescita umana, spirituale, culturale, accademica e sociale, sta
collaborando con Dio nella creazione continua e risponde all’appello di papa
Francesco di andare alle periferie esistenziali.
Ammiro
la capacità che manifestano nell’organizzazione e esecuzione responsabile dei
compiti domestici, liturgici e scolari. Sanno gestire il tempo in modo da dare
a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio e questo, in
pratica, significa essere Betania. Possonoessere occupate nei loro studi o
altro, ma sono sempre pronte ad accogliere il bambino che bussa alla porta a
chiedere un bicchiere d’acqua, i colleghi/amici, i poveri e li fanno entrare,
sedere in veranda e fanno loro compagnia. Sono dotate per l’ospitalità. In
realtà Gesù, come allora in Betania, continua oggi qui, nella persona del
fratello, a cercare uno spazio per riposare e recuperare energie…
Ho
vissuto giorni tranquilli, molte ore da sola, ma la solitudine e la monotonia
non le ho sentite lì, anzi ho potuto cantare con p. Zezinho:”Molta gente vive senza amore e sente la
solitudine, ma qui in questa casa del Signore, la solitudine non esiste”. E’
sempre possibile trovare il nuovo e il bello nella semplicità del quotidiano…
Basta contemplare il tramonto, la foglia secca che, nel ballo della discesa
entra nella danza delle sue compagne, lo sguardo di un bambino, le piante
fiorite… per dimenticare le
preoccupazioni e semplicemente entrare in comunione con il Creatore e con le
sue creature.
Abbiamo
vissuto momenti di gioia e di fraternità davvero gratificanti come l’essere
andate alla spiaggia delle Chocas, alla diga e al monte Monapo. Inoltre abbiamo
partecipato tutte al matrimonio di Claudina, del gruppo degli amici CM di
Nampula. Una festa molto bella. Ho sperimentato una grande libertà quando hanno
distribuito una t-shirt e una capulana a tutte le missionarie, alle ragazze e
signore del gruppo degli amici CM, come nostro abito per la partecipazione al
matrimonio. Ho ammirato la serietà e responsabilità
nel preparare la celebrazione eucaristica, la partecipazione di tutti, senza
fretta né stanchezza…Tutto era gioia, colore, danza…manifestazione di una fede
di chi dà il primato a Dio. Davvero un giorno meraviglioso.
Un
altro momento importante è stata la partecipazione all’incontro mensile di
riflessione del gruppo degli amici di Nampula, animato da Imaculada. Ho colto
che investono con molta serietà nella formazione, nella condivisione, nel senso
del gruppo e nella preghiera. La condivisione evidenzia chiaramente un grande
cammino e molta volontà di crescere. Riconoscono e ringraziano per il molto che
hanno ricevuto dalla CM e anche noi riconosciamo e ringraziamo per il molto che
riceviamo da loro.
La mia visita alla comunità di S. Paolo è stato un
momento molto significativo. Giocare a palla con i bambini, incontrare e
conversare con persone che vivono nelle “palhotas” mentre preparano le foglie
di mandioca per fare “matapa” e con altre rinnovano la copertura delle
suddette palhotas mi ha fatto sperimentare una gioia
profonda e una maggiore comprensione nei
confronti dei missionari ammalati e anziani che non vogliono ritornare al
conforto delle loro case in Europa, ma preferiscono rimanere lì, darsi fino in
fondo a questa gente, sempre pronta ad accogliere la Buona Novella. Senza
dubbio quei bambini pieni di polvere, scalzi, ricoperti di stracci…sono
totalmente disponibili ad accogliere, giocare, stare con noi e darci il meglio
di quello che hanno: la gioia, il sorriso…
Mi
sarebbe piaciuto stare anche con le ragazze di Invinha, ma non mi è stato
possibile.
Il 19
ottobre, al termine della Giornata Missionaria Mondiale, sono tornata a Maputo.
All’aeroporto mi aspettavano Irene e Giannina. Nei giorni 20 e 21 ho avuto
l’opportunità di vivere con loro momenti di condivisione e preghiera e anche di
meravigliarmi nel vedere la gioventù dovuta a tante primavere accumulate, la
convinzione che guadagna la vita chi la
perde e che vale di più, secondo il detto di p. Almiro, spendersi anziché arrugginirsi, dà loro
ali per andare, per stare sempre in uscita: alla scuola, all’ospedale, agli
incontri di animazione vocazionale e missionaria…
In
quei giorni ho avuto anche l’opportunità di trovarmi con Catarina e Julieta e
di dialogare con ciascuna e con il gruppo. Ho passato tre pomeriggi con Alice –
uno al mio arrivo e due prima di rientrare – e abbiamo avuto l’opportunità di
stabilire un dialogo esistenziale ricco di comunione che ha contribuito a
rafforzare legami di amicizia e di famiglia.
Ringrazio
Dio, le missionarie, le ragazze e gli amici CM in Mozambico, i Padri Dehoniani
e altri padri amici della CM, alcuni dei quali già li conoscevo e che hanno
avuto la delicatezza di accogliermi e farmi sentire Chiesa, una Chiesa
missionaria e fraterna.
nella biblioteca del centro culturale di napipine
La mia preparazione come supervisora nella biblioteca
è iniziata l’anno scorso. Frequentavo la scuola media superiore di Napipine e
tutti i giorni ero là per leggere, scrivere, fare ricerche.
Tante volte mi ero seduta al lato di Lurdes, l’allora
supervisora, per imparare da lei come accogliere il pubblico e per capire gli impegni
che quell’incarico comportava. Osservavo con attenzione il modo come lei
accoglieva le persone: ascolto, ritiro della tessera di ognuno degli utenti, il
registro con i fogli numerati, nome, attività richiesta, lettura e utilizzo del
computer…
Quando è arrivato il mio momento di
prestare questo servizio comunitario di intervento civico e sociale, Anna Maria
mi ha affidato questo impegno-missione e mi ha dato alcune indicazioni su come
agire. L’orario di apertura è dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 11.30 e
dalle 14.00 alle 17.00. Mi trovo bene a contatto con gli studenti ed ho una
buona relazione con tutti loro. Infatti sanno come usare, rispettare l’ambiente
di una biblioteca e collaborare quando è necessario.
Riconosco che questo spazio è molto
importante per l’esito accademico di coloro che lo utilizzano perché offre loro
buone condizioni di lavoro. Normalmente funziona bene. Tuttavia a volte ci sono
dei problemi e reclami perché mancano libri, soprattutto quelli più ricercati. Preso atto di questo disagio,
abbiamo avviato un lavoro di elencazione dei libri più richiesti e per i quali
non abbiamo risposta. Questa elencazione sarà inviata alla ONLUS insieme ad una
relazione di fine anno con la speranza di trovare una risposta più efficace per
i nostri studenti che frequentano la biblioteca.
I nostri undici collaboratori sono
distribuiti, dal lunedì al venerdì, in due turni, mattino e pomeriggio. Hanno
assunto in modo responsabile il loro lavoro e sanno utilizzare bene il tempo
anche per i loro studi universitari e s’impegnano a collaborare nello studio e
uso dei computers con gli utenti che
hanno maggiori difficoltà. Frequentano la biblioteca, oltre agli studenti
iscritti, anche le giovani in accompagnamento vocazionale della Compagnia
Missionaria.
Durante questo anno ho approfittato
per approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura. Il prossimo anno mi
piacerebbe riprendere gli studi. L’esperienza di lavoro in biblioteca sarà per
me un valore aggiunto per il prosieguo degli studi. Il mio amico Cecilio,
conosciuto da molto tempo dalle missionarie CM, ci ha aiutato molto a risolvere
vari problemi dei computers.
Ringrazio Dio per la sua chiamata
Desidero anche condividere con voi
il mio primo passo nella Compagnia Missionaria. Con l’aiuto di Dio, e delle
missionarie Mariolina, Helena, Martina e Anna Maria, dopo un periodo di
preparazione umana e cristiana, il 14 giugno di quest’anno ho iniziato il
periodo di Orientamento. E’ stato un avvenimento meraviglioso che mi ha fatto esultare di gioia per essermi decisa
a seguire Gesù. Gabriella mi ha accolto nella CM: mi ha consegnato la Bibbia
perché mi sia lampada ai miei passi, luce per il mio cammino e perché mi
insegni a vivere con sapienza e fedeltà il mio battesimo; il libro di preghiere
come alimento quotidiano della spiritualità CM; un’immagine della Madonna delle
origini perché io sappia ricorrere sempre a lei come Madre, Guida e Custode.
Il messaggio che Helena ha letto, la
presenza dei monaci di Rex e delle missionarie di Nampula mi hanno fatto
sentire amicizia e comunione.