Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....

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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....

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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...

una vita... un cammino
Intervista a Albina Pinho
Bina
puoi presentarti , raccontaci la tua vita..la tua storia?
Sono nata
nel mese di marzo del 1956, in un piccolo paesino chiamato Santo Tirso del
comune di Porto (Portogallo) in
una famiglia con sette figli.
Mi sento
benedetta per essere nata in una famiglia umile, semplice e cristiana, molto
impegnata nel lavoro e nelle cose più semplici della vita quotidiana. Il lavoro
nei campi era l’occupazione giornaliera de miei genitori e dei fratelli
maggiori. Da qui veniva il sostegno per la casa e per tutto quanto era
necessario per vivere. Dopo aver terminato il quarto anno di scuola elementare
chiesi ai miei genitori di imparare a cucire. Loro mi diedero il permesso e così
cominciai un percorso di vita diverso da quello dei miei fratelli e da quanto
era normale svolgere in quel tempo. Eravamo negli anni sessanta. Sono stata
educata in una famiglia cattolica praticante e i miei genitori, pur avendo
tanto lavoro, accettavano con molta disponibilità di collaborare alle attività
della parrocchia. Avevo diciotto anni quando, avendo ormai un po’di
preparazione nell’ambito del cucito, riuscii a trovare lavoro in un fabbrica di
confezioni, vicino a casa mia. Questo mi diede la possibilità di apprendere
altre cose e di entrare meglio in questo campo ormai già industrializzato. Dopo
sei anni cambiai di nuovo inserendomi in un'altra industria dove mi affidarono
la responsabilità di insegnare il lavoro a sessanta donne. Questo fu un incarico
molto serio e impegnativo perché dovetti
affrontare diverse sfide come: difendere le mie colleghe quando i responsabili
del settore esigevano una forte produzione e il poco tempo a disposizione non
lo consentiva, richiedere un salario giusto, uguale per tutti, pagare onestamente le ore straordinarie, ecc.
Sono stati due anni di grande impegno e fatica, soprattutto per chi come me,
non aveva grande esperienza del mercato di lavoro, ma è stato anche un tempo in
cui ho conosciuto meglio come i lavoratori venivano sfruttati, soprattutto in
questo settore che
aveva come unico obiettivo il lucro. Dopo due anni mi sono licenziata e rimasi
a casa per cinque mesi. Ripresi poi il lavoro in un laboratorio di alta moda,
lavorando per venti anni. Questo ambiente è stato molto importante per me
perché ho imparato molte cose nuove. Inoltre, in poco tempo da laboratorio si
trasformò in fabbrica sviluppandosi sempre più. L’obiettivo era quello di
entrare nel mercato internazionale con il miglior prodotto nel campo classico.
Tutto questo si è riusciti a realizzarlo
attraverso una equipe, collaborando e aiutandosi in maniera molto positiva. Il mio lavoro
consisteva nel realizzare modelli per
presentarli poi come collezioni. Un lavoro che esigeva molto, però sono sempre
riuscita a dare risposte giuste
attraverso l’esperienza che avevo e anche perfezionando quanto già sapevo; mi
piaceva molto! Anche il clima tra noi era molto buono sia nelle relazioni con le colleghe sia con chi ci
guidava. La responsabilità cresceva ma mi dicevo: responsabilità ed impegno stanno bene insieme! E’ stato un
periodo intenso e ho trovato tempo anche
per studiare un po’alla sera dopo il lavoro.
Dopo venti anni presi la decisione di
continuare a lavorare in proprio rimanendo a casa mia, anche perché mio padre
cominciava ad avere problemi di salute e di età.
In
seguito hai scelto la CM. Come ha reagito la tua famiglia?
Questa avventura così svariata e allo
stesso tempo impegnativa mi portò a riflettere sulla mia vita: cosa fare, cosa scegliere?
A livello vocazionale sentivo l’esigenza di una scelta diversa dalle solite:
matrimonio, il convento, non avevo chiaro cosa scegliere. In quel periodo della mia vita avevo trascorso alcuni
anni senza svolgere attività nella parrocchia. Ripresi quindi i contatti: mi
inserii nel coro e
nella catechesi dove conobbi Laura, missionaria
del gruppo di Porto. Un
giorno, mi invitò a casa della Compagnia Missionaria dove conobbi Lucia Correia
e Teresa Castro. Subito dal primo
contatto con loro mi sono sentita a mio agio, come fossi a casa mia. Nonostante
questa impressione e in seguito pur frequentandole non capivo bene ancora cosa
fosse la CM, l’Istituto secolare…Ricordo che ci volle del tempo prima di
scoprire che, forse era questo il luogo che cercavo per la mia vita futura. In
seguito, ho cominciato a partecipare ai
loro ritiri, a capire di più la loro realtà soprattutto cosa voleva dire laica
consacrata dentro il mondo, tutte cose a me nuove. Il tempo passava e questo
accresceva in me la volontà di donarmi a una vita di servizio nella chiesa e
nel mondo. Capivo che questo era quanto cercavo. Dio mi veniva incontro come un
Padre provvidente, presentandomi diversi cammini. Nel frattempo, scoprivo anche
alcuni segni che rafforzavano la mia decisione: la devozione al Sacro Cuore di
Gesù che mia mamma aveva trasmesso a tutta la nostra famiglia, il gruppo della
CM che mi faceva sentire in casa, lo stile di vita sobrio che vivevano, sapere che c’erano missionarie anche in
Africa. Questo era il sogno che avevo fin da piccola e che ancora desideravo
realizzare.
La vita è piena di sfide, una dovevo assolutamente affrontare:
comunicare alla mia famiglia la decisione che stavo per prendere. Non fu
facile, soprattutto far capire loro che la mia scelta non era il convento,
ma un modo nuovo di vivere la
consacrazione nel mondo. Sono stati momenti di prova che il Signore ha permesso
e mi hanno aiutato ad assumere meglio la mia vocazione. Man mano che il tempo
passava, la mia famiglia comprese meglio e accettò serenamente questa mia
scelta di vivere in famiglia la mia consacrazione. E questo mi diede coraggio
per continuare il cammino.
Quando
hai cominciato la tua avventura in Africa: Guinea Bissau…Mozambico…
La chiamata di partire per la missione è
stata sempre presente nel mio cuore. Nel 1989, la CM mi fece la proposta di
partire per il Mozambico. Un sogno che come dicevo, avevo fin da bambina! La
mia prima reazione fu quella di ringraziare il Signore, esultavo di gioia! Però
mi chiedevo: come farò a comunicarlo alla mia famiglia? Ma Dio aveva preparato
per me un progetto ben diverso. Passò solamente un mese dalla proposta, quando
il Signore chiamò nel suo regno la mia mamma. Allora la mia vita cambiò
direzione perché dovetti rinunciare per aiutare mio padre e mio fratello che
aveva appena diciotto anni. Così la porta appena aperta si era chiusa e rimase dentro di me la
sofferenza di aspettare altri ventidue anni prima di partire! La mia vita
cambiò e all’improvviso diventò complicata: gestire la casa, il lavoro
professionale, la parrocchia, il gruppo…E dentro di me la domanda: come superare questa perdita della mamma?
In questo periodo ci sono stati anche
momenti di crescita spirituale, di impegno, donazione, gratuità, spirito di
servizio…tutto era diventato un atto di continua donazione. Il salmo 23 diventò il mio sostegno diario; nelle
parole incontravo la forza per ricominciare ogni giorno: “Il Signore è il mio pastore
niente mi manca…”.
L’età
di mio padre avanzava e la sua salute cominciava a diventare fragile, precaria,
aveva bisogno di assistenza, di attenzione. Fu allora che lasciai il
lavoro e questo mi permise di
accompagnarlo da vicino fino agli ultimi anni della sua vita.
La prima esperienza missionaria
risale al 2009: quarantacinque giorni in
Guinea Bissau La mia famiglia che conosceva bene i miei sogni, mi sostituì nei
lavori di casa in questo periodo per darmi la possibilità di fare questa
piccola esperienza. Nel 2010 trascorsi trenta giorni in Mozambico. In questo
stesso anno morì mio padre, 21 anni dopo la morte di mia mamma.
Nel 2011 inizia la mia presenza più
prolungata in Africa.
Dopo aver dialogato con i miei fratelli (
Luigi il più giovane non era ancora
sposato), tutti furono d’accordo per collaborare in quanto fosse necessario pur
di aiutarmi a realizzare il mio sogno. Ringrazio
Dio per il dono della mia famiglia la quale dopo aver capito la mia scelta di
vita è stata sempre al mio fianco per
appoggiarmi.
Destino: Guinea Bissau: Sono partita con
una stretta al cuore perché lasciavo dietro di me cinquantacinque anni di vita
tessuta da piccoli ritagli, uniti tra loro, che davano un colore nuovo al mio
essere consacrata nella CM al servizio della chiesa e del mondo. Anni di
crescita umana e spirituale, dove ho imparato a contemplare la bellezza della
cose semplici della vita, recuperare la felicità e la speranza, valori che ho sempre
sentito dentro di me.
E’ così il 25 luglio 2011 arrivo in terra africana, precisamente in Guinea
Bissau e questa volta per un tempo più lungo. Ricordo che un’aria calda mi ha
avvolto al momento in cui scendevo
dall’aereo e mi ha fatto prendere subito coscienza che non solo il clima era ben diverso del mio abituale, ma anche la
cultura, gli usi e i costumi sarebbero
stati diversi dall’Europa. L’accoglienza che mi fecero le missionarie del
gruppo della Guinea ( composto da Teresa Castro, Antonieta e Ivone consacrate e
da Nhamo in formazione) facilitò il mio inserimento nel gruppo. Era anche la
mia prima esperienza in un gruppo di vita fraterna ( la mia scelta nella CM è
di vita in famiglia). Mi sono sentita subito a casa, mi adattai molto bene, non
ebbi problemi di salute. Considerai tutto una grande grazia che il Signore mi
concedeva e un segno per la mia permanenza e continuità in questa terra. Mi
presentavo con un unico progetto: essere a servizio del gruppo in tutto quanto
avesse bisogno, totalmente disponibile.
E così avvenne: collaboravo nella gestione della casa e nella segreteria della “Scuola di S. Paolo”.
In
Guinea Bissau ho trovato un paese molto povero, mancava di tutto, ma un popolo molto solidale che non dimenticherò mai.
La natura incantevole, gli uccelli bellissimi che venivano a dissetarsi nel
giardino della nostra casa, con il loro cinguettio mi aiutavano a lodare il
Creatore per le Sue creature. Ci tengo a sottolineare che anche la relazione con gli alunni della
scuola, i professori ed educatori è stata un’esperienza gratificante. Nella
comunità cristiana collaboravo nella catechesi, liturgia…nella celebrazione
domenicale che avveniva nel cortile.
In poco tempo ho capito la sofferenza di
questo popolo, le difficoltà che incontrava a vivere con tante precarietà.
L’aspetto che più mi colpiva ed era molto carente riguardava la poca efficienza nel campo della salute;
anche l’Ospedale centrale non aveva a disposizione mezzi o strutture per dare
più sicurezza e assistenza alla gente.
Tuttavia, anche per questa esperienza sono
grata al Dio della mia vita, per tutto
quanto mi ha dato da vivere in questa bellissima terra, per la sua Bontà,
Tenerezza e Misericordia.
Sono stati sei anni ricchi di avvenimenti belli e meno belli, (come ogni vita ,dove ci sono rose e
anche spine) che mi hanno aiutato a
vedere la vita in altra forma a dare valore alle piccole cose, soprattutto a
capire che non è necessario possedere molto per essere felici e sentirsi
realizzati. Ci vuole solamente un cuore per amare e lasciarsi amare come ha
fatto Gesù.
Alla fine del 2017, dopo sei anni di Guinea
Bissau, sono rientrata in Portogallo.
Nel 2018 e dopo aver trascorso un po’ di
tempo con la mia famiglia, mi sono messa ancora disponibile per la CM: in Africa oppure dove fosse più necessario. Mi fu
proposto Invinha, in Mozambico…
Com’è
il tuo lavoro, la missione che svolgi oggi?
Ho accettato la proposta di andare ad
Invinha - Guruè, nord del Mozambico ed è qui che ora mi ritrovo a scrivere un
po’ di storia della mia vita e a ricostruire il percorso dei cammini fatti fino
ad oggi.
Sono arrivata il giorno 14 di maggio del
2018, in un luogo di grande bellezza naturale. Un posto poco abitato, un
ambiente calmo con un panorama spettacolare, circondato da una cordigliera di montagne…e dove soprattutto lo sguardo aiutato dalla
meraviglia e dalla contemplazione, può
andare anche oltre! Le varie tonalità del verde della vegetazione e la pianura
delle piantagioni di té incantano!
Il mio impegno in casa: non so bene come
definirlo: con l’aiuto di Dalaina e Isabel, svolgiamo i lavori di casa, dei
campi ( machamba), faccio un po’ di tutto, collaborando con le altre. Con noi
vivono 11 ragazze che stanno facendo un cammino di discernimento. A noi
consacrate è affidato il compito e la responsabilità di creare un ambiente
familiare e formativo, facendo conoscere, attraverso la nostra vita, la nostra
vocazione missionaria di consacrate al servizio della chiesa e del mondo.
In questo ambiente africano, la
consacrazione secolare non è ben capita dalle persone che ci conoscono, ma per
quanto dipende da noi cerchiamo ogni occasione per chiarire lo stile della
nostra vita, di camminare con questo popolo semplice e sofferente, quasi
dimenticato e abbandonato alla sua sorte.
Lodo il Signore, che sempre mi accompagna
con la sua forza e la luce del suo Spirito. Ho la certezza che è Lui che
conduce la mia vita, e a Lui va la mia gratitudine per dire come Maria il mio
SI’, continuando con la mia fedeltà il progetto della mia vita.
Una vita…un cammino…

un po' di vita
Carissimi tutti,
un saluto di pace e di speranza, in questo tempo molto particolare che stiamo
vivendo a livello internazionale. Qui a Nampula cerchiamo di organizzarci al
meglio con le 8 ragazze che sono qui con noi. Approfittiamo per intensificare
la formazione alternata con lavori pratici.
Prima
di entrare nella quarantena, le ragazze erano impegnate in un servizio di
volontariato, per mezza giornata, nella scuola materna della parrocchia (una) e
nell’orfanotrofio di bambini fino ai 10 anni circa. Abbiamo chiesto loro una
piccola testimonianza della vita qui e anche il loro servizio. Sono
testimonianze semplici ma cercano di comunicare qualcosa della propria vita.
Anna
Maria
Sono Nilsa, sono
entrata a far parte della Compania Missionaria per iniziare il cammino
vocazionale nel 2017, ho frequentato il decimo, l'undicesimo e il dodicesimo
anno alla scuola secondaria ad Invinha.
Questi tre anni sono stati un'esperienza molto importante e molto interessante
per me, grazie allo studio e alla vita condivisa, con le altre giovani, nel
cammino formativo. Nel gennaio 2020 le responsabili mi chiesero di fare una
nuova esperienza a Nampula dove mi fu proposto di fare l'educatrice ausiliare
alla scuola di S. Pedro nella nostra parrocchia. Ho risposto di sì, con tutto l'amore, il
desiderio, l'energia e il sorriso, perché mi piace lavorare e giocare con i
bambini. Tutto è stato nuovo per me. Veramente è stata una nuova e prima
esperienza nella mia vita. Soprattutto ho imparato a prendermi cura dei bimbi
con amore e affetto. Ho imparato molte cose da loro e loro da me. Ho insegnato
loro a disegnare e leggere le immagini, a ballare e a cantare. Mi sono davvero
divertita con i bambini e ho constatato che sono molto semplici, umili e capaci
di rispetto. E’ stata la prima volta che mi sono sentita così in sintonia e che
mi sono divertita così: poca cosa ma molto importante per me, mi ci è
voluto tanto coraggio, era la mia prima
esperienza. Un mese dopo poi è arrivata
la pandemia del COVID 19 e per una settimana ci fu chiesto di non fare scuola,
così peri tutti gli educatori e i bambini, vedendo poi che la situazione era grave ci sospesero ancora per un altro mese , ma i casi di contagio del
coronavirus aumentavano ancora di più e fino a questo mese di maggio siamo
rimasti in casa. Nonostante tutto spero
e confido in Dio che tutto questo passi. Ora chiusi nel nostro cortile, per paura del contagio, per non perdere tempo
stiamo intensificando la nostra formazione e stiamo imparando anche un po 'di italiano.
In questo periodo mi accompagna un passo della Parola di Dio che mi ha sempre attratta
e che ha marcato fortemente la mia vita e la mia vocazione. Il brano dice: “Chi
dovrò inviare? E chi andrà per noi?
Eccomi, Signore, manda me! ”. (Is. 6,
8). Questa è anche la mia risposta.
Infine, ringrazio Dio per il
dono della mia vocazione per la grande opportunità che mi ha dato di ascoltare
e conoscere la sua Parola.
Nilsa
Io, Marta Felizardo José, nata in Zambézia, distretto dell'Alto Molocué, di
Mugema, nata il 12 maggio 1998, dopo aver terminato il 12 ° anno di scuola,
sono entrata a far parte della Compagnia Missionaria il 24 gennaio 2019 a Invinha-Gurué. Sono stata ricevuta con affetto, gioia e
amore. I compiti che, subito mi hanno affidato, riguardavano la vita domestica, la cucina, l’orto. Il campo
ecc. Inoltre accompagnavo i Padri della
Parrocchia nelle visite alle comunità cristiane più lontane dalla parrocchia
stessa..
Mi è davvero piaciuta
l'esperienza che ho fatto a Invinha perché ho imparato molte cose buone che
possono aiutarmi nella mia vita e nella mia crescita. Quest'anno continuo la mia collaborazione nella
comunità di Nampula dove 17 febbraio 2020 quando sono arrivata sono stata accolto con piacere e affetto, le
sorelle, mi hanno fatto visitare la casa: camera da letto, sala da pranzo,
cappella ... Il giorno seguente mi sono presentata in chiesa luogo benedetto dove anch’io vado per
la preghiera e lì mi sono unita alla corale Santa Cecília. Oltre la mia vita
in casa, ho iniziato a collaborare
all'asilo. Aiuto i bambini a leggere, scrivere, lavorare nei campi, giocare e
molte altre cose. Attività che ho fatto per un mese e tre settimane, ma ho
dovuto smetterei a causa della pandemia del coronavirus, ora sto a casa e
insieme facciamo una formazione più
intensa. Mi sto davvero godendo l'esperienza che sto vivendo.
Voglio ringraziare Dio per il dono della vita che
mi dà giorno, dopo giorno e chiedergli di aumentare la mia fede, il mio
coraggio, la mia pazienza e la mia santità nel cammino di vita che mi sta donando di percorrere. Grazie,
Signore!
Nella Bibbia, ciò che mi entusiasma di più è la
vocazione di Matteo (Mt 9, 9) dove è scritto: “Gesù vide un uomo chiamato
Matteo, seduto al banco delle imposte,
e gli disse: “ seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì ”.
Marta
"Il Signore è il mio pastore, non manco nulla,
su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca
l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome." (Sal 22 (23), 1 – 3).
Sono Luisa Feliciano
Pachuela, nata il 04/07/1996 ad Invinha Distretto del Gurué in Zambézia; Figlia di Feliciano Pachuela e di Elisa
Bernardo.
Il mio cammino nella Compagnia Missionaria è
iniziato il 18/01/2019; Ho continuato i
miei studi frequentando il 12 ° Anno nella scuola secondaria di Invinha, nello
stesso anno, li ho conclusi. È stata per me la prima esperienza di vita in una
comunità. Ho imparato molte cose che mi ha segnato molto positivamente. Ho
imparato a dialogare con Dio attraverso le preghiere, ad aprire il breviario,
pregare ogni giorno e fare il ritiro ... la formazione, il canto, la cucina,
prendermi cura degli animali, lavorare nei campi ... Il cammino formativo mi ha aiutato a vivere nel rispetto degli altri, nella dedizione in
studi e ai servizi della casa.
Quest'anno sono arrivata nella
comunità di Nampula. Le sorelle subito mi hanno accompagnata a vedere tutti gli
ambienti della casa ... e la Cappella.. In parrocchia faccio parte del gruppo corale S. Cecilia. Da poco tempo
ho iniziato il mio servizio all'orfanotrofio. Nei primi giorni, sembrava fosse
difficile, ma poi sono riuscita a relazionarmi con loro e il lavoro è andato
bene, mi sono resa conto che la cosa più importante per questi bambini è
aiutarli a non scoraggiarsi mai. Per tutto ringrazio il Signore, grazie per avermi chiamata nella Compagnia Missionaria. Grazie per la formazione e l’ aiuto che
ricevo ogni giorno essendo una donna a
servizio dell’umanità.
Luisa
“ Rimanete in me ed io
in voi Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.Gv.,15,4° -5b). Sento che sono figlia di Dio e che è mio Padre, ed io sono suo frutto.
Io - Argelia João Rafael, nata a
Regone-Namarrói, l'8 febbraio 2019,sono
stata trasferita per continuare il mio percorso professionale di Infermiera - materna infantile, nella
comunità di Invinha nel Gúrué, dove sono stata accolta molto bene dalle responsabili sia dalle più anziane che dalle più giovane, datoche non era la prima
volta che appartenevo al gruppo di Invenha. Già nel 2013 quando la
casa era in costruzione ho fatto parte di quella comunità . Allora ero
impegnata nei lavori di casa: cucinare …
poi nel lavoro del campo a raccogliere mais, riso … e ancora nel
giardino, ecc. Quando poi le sorelle più giovani del gruppo cominciarono la scuola, io sono rimasta a casa con Albina e Dalaina per aiutarle in ciò di cui c’era bisogno. Dopo un certo periodo di formazione CM. mi è arrivata una bella notizia: la mia
richiesta di entrare nel biennio della formazione è stata accettata. Così
Il 29 giugno 2019, sono entrata nel biennio
della formazione, la cerimonia si è svolta nella cappella della comunità di
Invinha. Padre Sandro (Dehoniano), ha
presieduto la liturgia. E’ stata una giornata
molto importante e significativa e gioiosa sia per me che per il gruppo. Quest'anno
sono ancora nella stessa comunità in cui sono stata inserita l'anno scorso e mi
sto davvero godendo la comunità. Mi
sento soddisfatta del lavoro che faccio. E voglio ringraziare Dio per il dono
della vita che mi dà ogni giorno che sorge, chiedere al Signore di aumentare la
mia Fede, la mia forza e il mio coraggio. Nonostante le
difficoltà che incontro nel mio cammino, queste non sono una ragione per
scoraggiarmi. Grazie Signore per tutto
ciò fai per me!
Argelia
Flora Rafael Jone, nata a Inrove,
Insizi; provincia dello Zambézia; sono nata l'8 Dicembre 1998; figlia di Rafael
e Jacinta Yaruma.
Esperienza
ad Invinha
L'inizio della
mia esperienza è stato a Invinha; per tre anni ho studiato per completare la
scuola secondaria, e anche facendo servizi in casa, come: cucinare, lavorare
nel campo, prendersi cura degli animali …ecc. Per un cero periodo 'ho collaborato con la parrocchia di Nossa Senhora
da Immaculada Conceição de Invinha. Sempre a Invinha, ho accompagnato i
Sacerdoti per la pastorale nelle varie comunità, con noi c’erano anche due
missionare: Elena e Dalaina. In quell’esperienza ho imparato molte cose. Ringrazio anche le sorelle che mi hanno
aiutato a rendere quei giorni positivi e motivo di crescita nei valori del
Vangelo e della vita.
Esperienza
a Nampula
Sono arrivata a
Nampula a febbraio; con alcuni sorelle, siamo stati accolte con grande gioia e
con un buon pranzo. Non c’è stata molta differenza dalla vita che ha vissuto a
Invinha, riguardo alle sue attività domestiche; come la cucina, le pulizie e il menu era lo stesso. Poco dopo sono stata
inserita nella scuola di infanzia, dove sono rimasta per un mese e alcune
settimane. Lavoravo dal lunedì al venerdì. Il primo giorno la direttrice mi ha
introdotta nel lavoro e abbiamo iniziato subito a lavorare con bambini e bambine. I compiti da svolgere erano molti:
studiare, leggere, scrivere, aiutare in cucina, nell'orto, rifare il
letto, lavare, pulire, cantare, ballare,
giocare e molto altro ... Peccato che il coronavirus abbia interrotto questa
attività speriamo di riprendere presto.
Flora

corso di formazione permanente del gruppo di porto
Il
lavoro che ci siamo prefissati di fare in questo Corso è stato di riflettere
sugli
Atti dell'ultima Assemblea G.O. del 19-28
luglio 2019.
È stata un'opera di grande ricchezza che ci ha rese più consapevole delle dinamiche di un'Assemblea e dello spessore
dei suoi contenuti.
Era presente anche Martina che ha
partecipato al Corso di formazione con noi. Alla fine mi ha posto una domande a cui cercherò di rispondere, secondo
le mie capacità.
Cosa
ti è piaciuto del Corso di formazione?
1. Mi è piaciuta la
dinamica del corso stesso: Ci siamo divise in piccoli gruppi e a ciascun gruppo sono stati proposti alcuni
punti su cui riflettere al fine di aprire nuovi orizzonti e ravvivare il dono
della nostra missionarietà.
2. La presenza di
Martina, è stata per il gruppo e anche
per lei ... una presenza ricca. Ha condiviso le sue opinioni e la sua
esperienza di vita CM, con la competenza e la serenità che le sono
caratteristiche, segno di una donna molto matura!
3. Le sfide per il
futuro del nostro gruppo devono essere o potrebbero essere: ANIMAZIONE VOCAZIONALE.
Per fare ciò, è necessario essere disponibili, dinamiche, con capacità di rischiare, di lavorare, di uscire … questo
alla nostra età non è così facile per mancanza di salute, ecc ... sarebbero
necessarie persone giovani ...
4. Al corso hanno
sono intervenuti anche due Parroci: Il parroco della parrocchia di Giustina e
Gloria è venuto a celebrare domenica nel tardo pomeriggio, mentre il Parroco
della parrocchia di Cármen e di Laura è
venuto lunedì mattina; assieme abbiamo recitato le lodi, poi ci siamo
incontrate come gruppo in un dialogo
sereno e aperto che ha favorito la conoscenza reciproca. Il Parroco ci ha parlato di sé, della sua vocazione, dalla
sua famiglia. Abbiamo poi continuato l’incontro con la Lectio Divina:
Gesù e il
samaritano.
Le tentazioni di
Gesù.
La trasfigurazione
del Signore.
La guarigione del
cieco alla nascita.
Resurrezione di
Lazzaro.
Alla fine di questa condivisione,
abbiamo celebrato l'Eucaristia e concluso con il pranzo. La presenza del
Parroco l’abbiamo ritenuta molto salutare e felice, sia per noi come gruppo che
per lui: una mattinata di preghiera, condivisione e convivialità, molto
fraterna.
5. Ho sentito di aver
vissuto in questi giorni, così come ognuno, credo, come una grande ricchezza:
preghiera, riflessione, profondità,
ascolto, e nell’accoglierci l’un
l’altra sempre con desiderio di crescere
nell’amore reciproco. Questo ci fa assaporare e sentire la bellezza di quanto sia bello conoscerci meglio e amarci di
più, come gruppo e come consacrate CM.
Martedì giorno conclusivo del corso,
abbiamo avuto con noi il Vescovo emerito di Porto, D. João Miranda che da molti
anni è nostro amico ed è sempre stato
disponibile per accompagnarci e sostenerci nel nostro cammino.
A te, Martina, il
nostro grazie , per la tua presenza, per ciò che hai trasmesso e che hai
vissuto con noi.
Concludo con queste
parole: L'audacia e la grandezza della fede, uniscono fraternamente le cose più
belle della vita, che sono le persone.

gesù fonte di vita!
"Il
sangue e l'acqua scorrono dal lato aperto e l'amato discepolo è testimone di
questa fonte di grazia e tenerezza, il vero Corpo del Signore" (canto
liturgico)
«Il lato aperto»
Sì,
nel lato aperto, sulla croce, Gesù ci aspetta perché possiamo entrarvi. Non c'è
porta. È spalancato. Basta voler entrare e rimanervi. Questo cuore accogliente
e misericordioso attende pazientemente. «Vivere la comunione e la missione con
un cuore accogliente e misericordioso» (ultima Assemblea della Compagnia
Missionaria 2019)
Ho il dovere di vivere questa
dimensione di apertura del mio cuore, per entrare nel mistero dell'apertura del
Cuore di Gesù. Apertura a Dio Trinità, all'uomo e alla donna di oggi in tutti
gli aspetti della vita: gioie, speranze, sfide, delusioni. Prendersi cura del
cuore in modo che non si chiuda, o nel peggiore dei casi, è sempre stato chiuso
senza intravedere la più piccola scintilla di accoglienza e misericordia.
«Corre sangue e acqua»
Senza
questi due liquidi (sangue e acqua) non esiste vita che possa sussistere,
umanamente parlando. Lo stesso per la vita spirituale.
L'acqua,
che rende fertile la terra che ci presenta i frutti vari e deliziosi. L’acqua
elimina e supera gli ostacoli; da parte sua, ha così tante forze impetuose che
porta tutto con sé, lasciando una scia di distruzione. Tuttavia, dopo questa
distruzione apparente o reale, la terra inondata nasce con una forza più
rilevante. Acqua della vita in abbondanza, donata dal giorno in cui siamo
entrati ufficialmente nella Chiesa del Corpo di Gesù, "Immersi con Cristo
nella morte, con Lui prendiamo parte alla Risurrezione"
Gesù ha dato il suo sangue.
Il
sangue è vita, la vita che Gesù ha dato per TUTTI, tutti senza preferenze di
persone, razza, colore, condizioni sociali, per tutti! Per tutti con le luci e
le ombre che ognuno porta in sé. Ha versato il sangue, ha dato la vita fino
alla fine. Ognuno ha il dovere di dare la propria vita fino alla fine. Forse
non ci verrà chiesto di versare il sangue, ma di versare un "altro
Sangue", tutto ciò che abbiamo, a favore di tutti, nell'accoglienza,
nell'intelligenza, nel tempo, nel dialogo, nella professione, nella malattia,
nella casa degli anziani; accettazione di ciò che siamo e abbiamo e di tutto
ciò che ci viene offerto. È bene non fermare questo dono della VITA a metà
strada, è urgente dare senza misura fino alla fine! E per poter dire come Gesù,
sulla croce: "Tutto è compiuto!"
«L'amato discepolo è testimone di questa fonte di grazia e
tenerezza»
Fonte
di grazia dove si puoi ricorrere senza abbatterci, sempre e in qualsiasi
circostanza ci troviamo.
Fonte
di tenerezza, come diceva Papa Francesco: "NON AVERE PAURA DELLA
TENEREZZA!" Il mondo ha bisogno di grazia e di tenerezza, questi non sono
negoziabili, sono doni. Cerchiamo di essere fonte, poiché essa scorre senza
sosta, senza limiti, e si offre a chi le si avvicina. Ovunque passa c'è una
scia di vita, da entrambe le parti.
Il
Discepolo Amato è un testimone e anche noi siamo testimoni delle grazie
ricevute da questa fonte di grazia e tenerezza, che si manifesta nei più
piccoli gesti della vita quotidiana! Nell'aspetto sereno del bambino,
dell'anziano, della gioventù o dell'adulto, nel lavoro che riceviamo e
offriamo, dal più in vista al più nascosto. Nei giorni miti, con il brutto
tempo, nel calore del sole e nella dolce brezza, nel canto del passero, nel
mormorare dell’acqua ... Questo è vero Corpo del Signore.
Siamo
il Corpo del Signore, non abbiamo dubbi! E in questo modo, impariamo a essere
una fonte di grazia e di tenerezza. Saziamoci a questa fonte per essere con Lui
ed in Lui FONTE DI VITA.

segni dei tempi
Ho iniziato a pensare a
come potrei essere utile, in questo momento, per un servizio a questa umanità
sofferente. In questo periodo di pandemia in cui il mondo non ha più piedi per
camminare, sembra che tutto si sia fermato. Angoscia e paura hanno preso il
sopravvento sulle persone, ma poiché Dio è misericordia, ho fiducia in Lui e
prego per la liberazione di tutti i popoli.
In questi giorni in cui il tempo si è
fermato, incertezze, angoscia e paure stanno affliggendo la nostra fragile
umanità, a me non è venuta meno la serenità e la gioia di
vivere i doni e le meraviglie del gruppo di Porto e del mio gruppo
Guinea-Bissau.
Attualmente mi trovo nel gruppo di
Porto, ad approfondire la mia formazione umana e spirituale e ad allargare gli
orizzonti di altre realtà. Con tutta semplicità e affetto sento la Compagnia
Missionaria presente nel mio cammino, alcune persone, anche lontane, pregano,
comunicano … e tutti questi sono segni che non possiamo dimenticare. Il nostro fondatore ci diceva: “perdete
tutto, ma non perdete la carità”. Ho sentito in questo momento di pandemia,
questa grande connessione tra noi e con gli altri.
La mia esperienza nel gruppo portoghese è un momento di
grazia per me; Vorrei esprimere il mio amore e la mia ammirazione a tutte, per
il loro modo di rapportarsi l’una con l’altra con amore e cura. Sin dal primo giorno mi sono sentita coinvolta nel gruppo
come amica e sorella. Come consacrate siamo chiamate a vivere nella logica di
Gesù e Maria, che è una logica di servizio; è la logica dell’ "Ecce
venio" di Cristo e dell’ "Ecce
ancilla" di Maria. Questo è il discepolato: seguire i passi del Maestro. Dire
di sì, come Maria, a un amore più grande non è facile, ma con l'aiuto di Dio
potrò dare quel poco che ho nel mio cuore e essere una testimone per tutto il popolo della
Guinea-Bissau.
In verità, il mondo ha
bisogno di amore, di comunione e di condivisione. Il mio desiderio è di
testimoniare l'amore di Dio per ogni essere umano, la mia gratitudine per
tutti.

spigolando il fascino della vita consacrata
Ciao carissima CM e amici!
Prima di tutto, inizio augurandovi un grande bene per la bella iniziativa di scrivere il primo libro in
portoghese sulla vita della Compagnia Missionaria con il bellissimo titolo:
"60 anni di storia sulle strade del mondo". A dire il vero, parlando
della nostra vocazione in un Istituto Secolare (e per noi specificamente nella
Compagnia Missionaria del Cuore di Gesù), la cui missione è il vasto mondo con
tutti i problemi inerenti ad esso ed è lì che la mia / nostra missione deve
essere esercitata con molto amore, sorrisi e gioia nonostante i momenti bui che
possono sorgere.
Tuttavia, i momenti meno buoni di una vita consacrata non
sono esenti dall'essere lievito, luce e sale. Non appena ho iniziato a leggere
il libro, sono rimasta affascinata da tutto ciò che comporta l'inizio della
fondazione di un Istituto e da tutto il percorso che deve essere fatto per
arrivarci. Ho lodato e continuo a lodare il Signore per il grande privilegio di tornare alle Origini
(grazie a tutte le missionarie che si
sono impegnate perché questo tesoro
potesse arrivare a ogni missionaria) per gustare il vero Fascino della nostra
storia e allo stesso tempo essere in grado di trarre profitto da questo grande
tesoro è sentire dentro di me passo dopo passo ciò che il Fondatore e le prime
missionarie hanno vissuto e combattuto con grande determinazione e grande
convinzione nella certezza che l'Amore del Cuore di Gesù e il Suo Spirito li
hanno sempre guidati in avanti, nonostante alcune indecisioni, paure, progressi
e battute d'arresto. Inoltre, ho scoperto che il nostro
Fondatore ancor prima di fondare la CM, ha vissuto intensamente in preghiera permanente
e senza cessare.
Dovremmo fare un po’ come Padre Albino, invece di leggere
qualche fatto o notizia, ha tenuto gli occhi fissi sul Signore vivo e presente.
Nell'Enciclica: “Lo splendore della
verità”, Papa Giovanni Paolo II affermava che: la migliore diagnosi in questo
mondo è "mantenere gli occhi fissi sul Signore Gesù". “È il segreto
formativo per salvare il mondo”.
L'adorazione e l'Eucaristia sono i pilastri fondamentali nel
cammino di una missionaria che ha optato per una consacrazione nel mondo in un
Istituto Secolare. Senza questi grandi
pilastri non sarà in grado di percorrere le strade della vita.
P. Albino e le prime missionarie hanno pregato molto per
poter superare i momenti meno luminosi fino a quando dal movimento
dell’Apostolato della Riparazione è nata la CM - Istituto Secolare. Ancora oggi
L’EUCARISTIA, l’Adorazione e la preghiera, personale o di gruppo, rimangono i
pilastri fondamentali per continuare il progetto che Dio ha scelto o sognato
per ognuna di noi. Attraverso la fede e la grande speranza nello Spirito Santo,
che il nostro Fondatore ha implorato moltissimo, è arrivato il grande momento …
e Dio ha ascoltato la sua richiesta. Dobbiamo essere donne di Preghiera contemplativa e attiva. La vita
continua ...
E’ necessario scoprire oggi questo vero fascino della nostra
vocazione, la nostra società continua a aver molto bisogno del nostro tempo o
meglio, del tempo che solo Dio può fornirci, perché il tempo non è nostro è suo
e la nostra vita dipende solamente da Dio e del suo Spirito.
Sempre
in comunione
