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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
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In cammino solidale con la Compagnia Missionaria
Posted by Compagnia Missionaria

Un contributo di amicizia e fraternità tra C.M e SCJ

“… riceverete su di voi la forza dello Spirito …” (Atti 1,8)

E lo Spirito aiuta ad accettare e valorizzare il presente come a vivere il pellegrinaggio verso il futuro. Ma non da soli, bensì in “compagnia” di tanti fratelli e sorelle che transitano per le stesse strade o, forse, sentieri.

Nel cinquantesimo della C.M. mozambicana (1968-2018) e della mia ordinazione sacerdotale (1968-2018) un incontro a Bologna fa scoppiare scintille e riemergere ricordi e sogni. E aggiungerei, perché no? Anche gli anni della mia presenza a Madeira (1963-1965) e in territori del continente africano: Mozambico (1970-2004) e Angola (2004 ad oggi).

I primi incontri si riallacciano al tempo degli studi teologici, con la presenza di alcune signorine della C.M.; continuati in altre occasioni di ricorrenze e feste: primi passi di scoperte e sfide per il futuro.

Prima di partire per il Mozambico, dove le consacrate laiche C.M. mi hanno anticipato, ho sentito il dovere di incontrare P. Albino Elegante, il quale, oltre ad incoraggiarmi, ha condiviso alcune sue preoccupazioni riguardanti le prime missionarie C.M. in Zambezia (circa l’accoglienza, la collaborazione, l’inserimento in quella chiesa locale).

Arrivato a Milevane le ho incontrate al lavoro nella nostra Scuola Apostolica e Missione di Nauela. Le insegnanti Ilda e Teresa attente a migliorare il mio portoghese e Lisetta infermiera nella zona, paziente nell’accettare la mia povera collaborazione nel settore sanitario e pastorale.

Qui è iniziato un cammino di reciprocità e di comunione umana e spirituale importante per crescere e qualificare la nostra presenza tra le persone del posto.

Significativa la nostra partecipazione ad una chiesa post-conciliare che sentiva il bisogno di rinnovarsi nello Spirito ma troppo condizionata dal passato ed esitante nelle scelte concrete. L’esempio e l’aiuto ci fu dato dalla Chiesa vicina di Nampula. Ma dopo abbiamo avuto il coraggio di proseguire, di coscientizzarci e di cercare la collaborazione dei laici, che non erano i soli catechisti. Così sono nate gradualmente, le piccole comunità cristiane, aperte ad una reale partecipazione e collaborazione, parte attiva della famiglia diocesana.

Tutto questo ci ha preparato al grande evento dell’Indipendenza del Mozambico (1975). Un momento unico e vibrante, ma per i cristiani ed i cattolici, in particolare, si è trasformato in un incubo. A certo astio o rabbia anti-coloniale si è unita l’ideologia marxista-leninista dei nuovi padroni. La Chiesa ha sofferto e tutti ne abbiamo pagato le conseguenze.

Noi, già nella missione di S. Tiago di Namarroi, siamo stati accusati di antinazionalismo per il semplice fatto di aver partecipato in una riunione di animatori in preparazione alla visita del nostro Vescovo Bernardo Governo. Ci accusarono di “riunione con il nemico”. Le conseguenze? Espulsione definitiva dalla missione, e alcuni, imprigionati. Così c’è stata dispersione di tutto il personale missionario! Religiosi scj e signorine (missionarie) C.M. Ma l’amicizia e spiritualità hanno operato a distanza, fortificandoci nella vocazione e missione. E poi la gente ci è stata ancora più vicina e in attesa di tempi nuovi. Non posso dimenticare le umiliazioni di Elisabetta, nel tentativo isolato di riprendere il suo servizio di infermiera nel posto sanitario.

Per le Missionarie laiche e consacrate si sono come rinnovati i tempi della prima chiesa: la persecuzione e dispersioni le hanno portate ad operare e testimoniare in luoghi differenti, dove il loro carisma era una sorprendente novità, non solo per i cristiani ma anche per le persone di altri istituti missionari.

Ricordo con nostalgia l’opera di Mª Amélia Magalhães; lavorava assiduamente con i piccoli, figli degli operai di una fabbrica di Quelimane, e la simpatia suscitata da questa presenza sociale.

I tempi hanno creato nuove iniziative e le missioni hanno accolto ed accompagnato delle giovani, alcune delle quali le hanno seguite nel carisma e nella spiritualità. Tutto è opera prioritaria dello Spirito che ha trovato cuori attenti, umili e generosi, persone di simpatia e santa cocciutaggine, capaci di essere dono e stimolo nel pellegrinaggio della vita umana e cristiana. Con Agostino possiamo dire: “Se questi e queste … perché non io?”.

Che Dio continui a benedire questo carisma di generosa e aperta oblazione. Guardiamo sempre al futuro, insieme!

P. Maggiorino Madella scj

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