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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Maria e la Compagnia Missionaria
Posted by Lucia Capriotti
Nel frontespizio del piccolo volume che raccoglie lo Statuto e il Regolamento di vita della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore sono riportate due espressioni del Nuovo Testamento: «Ecce venio» (Eb 10, 7), «Ecce ancilla » (Lc 1, 38).
Nell’introduzione alla prima parte del II capitolo, riguardante la spiritualità, è riportata un’ espressione di p. Leone Dehon: «Nell’Ecce venio di Cristo e nell’Ecce ancilla di Maria è compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le nostre promesse».
La spiritualità di p. Dehon è la radice da cui è fiorita la Compagnia Missionaria, una spiritualità che, mentre fissa l’attenzione al Cuore trafitto di Cristo, intende incarnare il suo atteggiamento di obbedienza oblativa e riparatrice espressa proprio nell’Ecce venio. Ad esso corrisponde, dal primo istante dell’incarnazione, l’atteggiamento di obbedienza di sua Madre espresso nell’Ecce ancilla. Per questo la spiritualità oblativo-riparatrice, che si ispira e partecipa all’amore obbediente e riparatore di Gesù, è comunione anche all’obbedienza fiduciosa di Maria; in essa trova l’esempio di più alta partecipazione e imitazione dell’Ecce venio, vissuto da una persona umana.


Maestra e guida

Maria è dunque maestra e guida per questa Famiglia che, nel contemplare l’amore di Dio nell’icona del Cristo crocifisso dal cuore trafitto, si ispira al suo esempio «per aderire sempre più alla persona di Cristo, al mistero del suo Cuore ed annunciare il suo amore». (St 2) Nella comunione con Gesù e con Maria, le missionarie imparano a offrire integralmente la loro vita alla volontà di Dio. «Per questo l’”Ecce venio” di Gesù e l’”Ecce ancilla” di Maria costituiscono il centro e lo stile della nostra vita» (RdV 7). «Come Gesù e la Madonna ci manterremo aperte al “sì” (cf Eb 10,5-9; Lc 1, 38) e disponibili al servizio per amore (cf Gv 13,12-17)». (St 7)
Un modo molto semplice, ma che mantiene vigili e fiduciosi, nel consacrare a Dio, per amore e con amore, ogni azione e ogni avvenimento quotidiano, è la recita di quella che chiamiamo piccola preghiera di offerta: «Mio Dio, io ti offro… in unione a Gesù, per mezzo di Maria, in Spirito di amore, per l’avvento del tuo regno nel mondo». Maria è stata il luogo nel quale ha avuto inizio l’offerta obbediente di Gesù, è stata il mezzo attraverso il quale Egli è stato offerto e consacrato al Padre, nel tempio; così è attraverso di lei che, uniti a Gesù, animati dallo Spirito-Amore, offriamo al Padre ogni espressione della vita.


Madre

La Compagnia Missionaria è nata nel Natale 1957 e appartiene al Cuore di Cristo, in esso ha la sua origine, il suo riferimento, la fonte della sua vita. Questo legame a Gesù illumina di particolare significato il rapporto con Maria, sua Madre, proprio a partire dalla circostanza del Natale. Il Figlio di Dio, fatto carne, nella debolezza di un bambino, a Natale, entra nel mondo affidato all’amore materno, alla custodia e alla guida di Maria. La Compagnia Missionaria, nascendo a Natale, come il Dio fatto Uomo al quale si lega con alleanza sponsale, si affida all’amore materno, alla custodia, alla guida di sua Madre.
Al n.4 dello Statuto, a Maria vengono assegnati tre titoli che dicono le “tre missioni” di Maria nei confronti della Compagnia Missionaria. È madre, perché lo è di Gesù e da Lui, come tutti i discepoli, l’abbiamo ricevuta; è maestra e guida nell’educarci a vivere la spiritualità di amore e di oblazione e il carisma della comunione; è custode perché viviamo nella fedeltà alla vocazione e alla missione ricevute. Guardando, infatti, la storia della Compagnia Missionaria, si nota come sia segnata da alcuni avvenimenti importanti legati a ricorrenze che hanno una particolare fisionomia mariana.
La prima approvazione ad experimentum fu data dal Card. Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna, il 25 marzo 1958, solennità dell’Annunciazione del Signore: grande significato acquista questa coincidenza proprio in riferimento all’Ecce venio di Cristo e all’Ecce ancilla di Maria. Il decreto di erezione della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore a istituto secolare di diritto diocesano, invece, fu concesso dall’Arcivescovo Enrico Manfredini, in data 8 settembre 1983, festa della Natività di Maria.


Consegnati a Maria

Sapendo che è nella preghiera che si custodisce e rafforza la fedeltà, i membri della Compagnia Missionaria alimentano quotidianamente la loro vita consacrata con la celebrazione e l’adorazione eucaristica, con la meditazione della Parola di Dio e la celebrazione delle ore liturgiche; ma la preghiera prevede anche «uno spazio di tempo vissuto in comunione con Maria per esprimere il nostro amore e rinnovarle la nostra consacrazione» (St 68).
La preghiera di consacrazione recita così: «O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore si consacra oggi a te, perché tu abbia a regnare nella nostra famiglia con la tua protezione materna e con il tuo spirito modello di ogni virtù. Degnati di prendere pieno possesso di questa famiglia che vuole essere il piccolo regno del tuo Cuore e del Cuore di Gesù. Amen».
Appartenere a Maria, considerarla propria madre, significa appartenere a suo Figlio e alla comunità dei redenti che Egli unisce a sé con alleanza sponsale; con questa preghiera, ogni giorno, la Compagnia Missionaria si consegna alla Madre di Dio, perché, come regina – madre, guida e custode – ne prenda possesso e la formi alla scuola delle sue virtù, così da appartenere totalmente al Cuore di suo Figlio, trafitto sul trono della croce, dal quale venne proclamato re.
Oltre che maestra di contemplazione, Maria lo è anche di silenzio e di ascolto di quella Parola, che in lei si è fatta carne, che ha sempre conservato, meditandola, nel suo cuore.


Nel carisma e nella missione

Nella spiritualità di amore e di oblazione che si alimenta alla contemplazione del Cuore trafitto di Cristo, si radica il carisma che la Compagnia Missionaria accoglie dallo Spirito e del quale si impegna a dare testimonianza. «Come missionarie del Sacro Cuore, siamo chiamate a vivere la vita d’amore fino a farci comunione con Dio e con i fratelli, secondo il modello che Cristo ci ha lasciato, e ad imitazione della prima comunità cristiana (cf. At 2,42)» (St 6). Secondo gli Atti degli Apostoli, al centro della comunità dei discepoli è Maria, la Madre di Gesù. «Con lei che “serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce “ (LG n.58) vivremo gli impegni della comunione anche quando essi richiedono l’immolazione di noi stesse» (St 78).
Espressione di comunione e servizio ad essa è l’incarico di responsabilità, che riguardi tutto l’istituto, o un gruppo o la formazione. «Alla Vergine Santissima è stata affidata la Compagnia Missionaria. Coloro che sono chiamate ad assumerne la guida, si lascino condurre da Maria, sicure che potranno obbedire con lei allo Spirito Santo e mostrare a tutti e in tutto Gesù» (St 84).
Poiché un’espressione del carisma della comunione, nella Compagnia Missionaria, è la possibilità, per le missionarie, di vivere in gruppi di vita fraterna, Maria ne è il modello, lei che ha vissuto intensamente l’unione con Dio e con i fratelli.
Il carisma e la spiritualità, insieme con la consacrazione secolare, informano la missione di evangelizzazione e promozione umana: «La disposizione con cui vivremo la nostra missione sarà di continua comunione con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, con tutta la Chiesa, le sorelle e i fratelli di ideale. Ci lasceremo guidare da Maria perché, ovunque ci troviamo e lavoriamo, possiamo essere testimoni credibili della missione salvifica di Cristo» (St 18), quella missione che, da Nazaret a Gerusalemme, ha trovato le più diverse espressioni.


Nella consacrazione

Anche la vita di consacrazione, che è partecipazione alla consacrazione di Gesù al Padre per la salvezza del mondo, trova in Maria sua madre, vergine obbediente piena di grazia, il modello, la guida, il sostegno dell’intercessione.
«Maria, nella castità più perfetta, è divenuta la porta di Dio disceso tra gli uomini. Ci affideremo tutti i giorni all’amore e alla guida di questa tenera madre per poter, come lei, fare di noi stesse un dono gioioso di Dio agli uomini».
«Come l’obbedienza di Cristo, così la nostra obbedienza è comunione con la volontà del Padre e attua il “sacrificio spirituale” di noi stesse nelle condizioni ordinarie della vita. Così ripetiamo l’oblazione del Verbo che entrando nel mondo disse al Padre: “Ecce venio” e la risposta di Maria dinanzi al progetto di Dio: “Ecce ancilla” ».
Al momento della prima emissione dei voti e nella rinnovazione durante l’incorporazione temporanea, Maria viene invocata e accolta come modello e guida, perché la vita di colei che Dio consacra diventi, come quella di Gesù, un servizio di amore. Nella formula di consacrazione per l’incorporazione perpetua è ancora invocata l’intercessione di Maria.



Per imparare l’amore

La Compagnia Missionaria del Sacro Cuore sente di avere uno speciale legame con la Madre di Gesù. Guidate da lei, divenuta sul Calvario madre dell’umanità e quindi anche nostra, sostiamo ai piedi del Crocifisso per contemplare, con lei e con il discepolo dell’amore, il Cuore trafitto da cui sgorga la fonte della vita e imparare cosa significa vivere l’ amore: nell’accoglienza, nella semplicità, nel dono di sé, nel sacrificio oblativo, nel perdono, nell’ascolto, nella dolcezza, nella disponibilità, nella comunione con tutta l’umanità, fino a «perdersi» per ritrovarsi in Lui. A Maria, che ha custodito nel cuore la luce della fede anche sui sentieri più bui della vita, noi consegniamo la nostra fede e la nostra vita perché sia lei a custodirle nella fedeltà. Mentre nelle vie quotidiane, nascoste o manifeste, semplici o impervie della vita del mondo, lo Spirito ci invia a testimoniare e evangelizzare l’Amore, a servire la vita di ogni uomo e di ogni donna creati a immagine di Dio, ci consegniamo alla guida e alla custodia di Maria che «in fretta raggiunse una città di Giuda» (Lc 1, 39) per servire Elisabetta e, nel cenacolo, divenne regina degli apostoli, inviati sino agli estremi confini della terra.




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