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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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"NOI CM" davanti all'oggi della storia, scolpite dallo Statuto, sospinte dallo Spirito
Posted by Martina, Serafina, Lucia, Orielda, Graciela

Carissime,
dopo un tempo di preparazione collegiale viene alla luce questa lettera programmatica che vuole essere nel segno della continuità con l’VIII Assemblea celebrata. Ed è un testo che sintetizza le intuizioni ed i suggerimenti emersi dal dialogo che ha caratterizzato i lavori di quei giorni. Teniamo conto che gli Atti sono il punto di partenza e se ne presuppone la lettura per poter lavorare in questo prossimo sessennio sulle priorità che ci siamo date.
Ci aspettano anni nei quali dobbiamo fare nostre le parole di Papa Francesco che ci chiede di “uscire per incontrare il volto dell’altro”; uscire dai nostri schemi precostruiti, dai nostri programmi per inventare un modo nuovo di vivere le sfide del nostro tempo. “Signore fa’ che io sia del mio tempo e non della mia età” dice P. Pronzato.
                        E non perdiamo il nostro tempo a voler cambiare gli altri secondo i nostri schemi ma cerchiamo di utilizzarlo per una conversione radicale personale dove abbiamo veramente la possibilità di un lavoro di crescita che parte prima di tutto da noi stesse.
                        E siamo soprattutto piene di benevolenza accogliendo i nostri limiti ed il nostro peccato sapendo che abbiamo un Padre che ci vuole davvero bene.
Lo Spirito ci sostenga e ci sospinga con la sua forza e creatività perché doniamo la gioia a quanti incontriamo sul nostro cammino. Gioia che viene da Cristo Risorto e presente in mezzo a noi.
                        In Comunione.

La Presidente e il suo Consiglio
Martina, Serafina, Lucia, Orielda, Graciela

Bologna, 2 febbraio 2014

Introduzione

Ricordiamo alcuni temi importanti della lettera programmatica del sessennio precedente 2007-2013:

- Nuovo stile di vita, per essere oggi segno e profezia;

- In cammino verso il “NOI CM”;

- Con un nuovo e creativo slancio, la Compagnia Missionaria darà il suo frutto.

Abbiamo vissuto la nostra VIII Assemblea partendo da un titolo veramente profetico: “Noi CM” davanti all’oggi della storia, scolpite dallo Statuto, sospinte dallo Spirito. Lo scegliamo anche per la Lettera Programmatica 2014-2019.

Ringraziamo il Signore per tutto quello che abbiamo vissuto in quei giorni; abbiamo cercato di sensibilizzarci per una maggiore assunzione delle nostre responsabilità ed una collegialità creativa, vissuta da parte di tutte e di ciascuna.

Abbiamo preso maggior coscienza del fatto che il nostro Statuto è fonte di vita e che dobbiamo ritornare a confrontare la nostra vita  con esso e nell’oggi della storia. Abbiamo compreso meglio il “Noi CM” vissuto insieme tra missionarie delle tre modalità di vita e familiares, riscoprendo le varie specificità per vivere la comunione nella diversità e nella reciprocità.

Ci siamo impegnate a dare più importanza ai coordinamenti nazionali o internazionali per arrivare ad un maggior decentramento. Abbiamo confermato la necessità di costituire l’equipe formativa internazionale per un lavoro sempre più qualitativo ed attento alle aree dove c’è maggiore bisogno, e abbiamo ribadito la necessità dell’equipe economica.

Riteniamo importante continuare ad impegnarci nell’animazione vocazionale, giovanile e missionaria nei nostri ambienti di vita, affrontando con creatività e speranza le situazioni di anzianità, avendo cura le une delle altre.  

La realtà odierna è un appello a guardare ed ascoltare le povertà emergenti con il cuore del Buon Samaritano che si avvicina, con amore, ed ha cura di coloro che incontra sulla propria strada. Ci sentiamo confermate:

- a proseguire il nostro lavoro nell’ambito educativo con i giovani e le famiglie;   

- ad essere “profezia” nell’oggi della storia e nelle “periferie esistenziali”, nei luoghi di povertà e di sofferenza in comunione con tutta la Chiesa.

I - “NOI CM”

1. NOI CM: il carisma della comunione

Il n. 2 del nostro Statuto, che presenta “le componenti essenziali della nostra donazione” si apre con un significativo “noi missionarie”,  che dà volti personali a quella Compagnia Missionaria della cui identità si parla al n. 1. La prima di quelle componenti essenziali è la spiritualità di amore e oblazione che scaturisce dalla contemplazione del Cuore trafitto di Cristo crocifisso. La modalità in cui questa spiritualità si incarna e si manifesta è la comunione: il carisma della Compagnia Missionaria, dono dello Spirito (cf St. 26); solo nella fedeltà attiva ad esso  può avere senso, significato, vita e fecondità la missione.
In ben 23 numeri dello Statuto si parla della comunione e l’intero capitolo IX è dedicato alla “comunione fraterna nella Compagnia Missionaria”, che trova il suo modello e la sua fonte nella comunione trinitaria (St. 72).
Il nostro Statuto parla della comunione come di un dono dello Spirito che deve incarnarsi, esprimersi, manifestarsi in atteggiamenti concreti e si alimenta attraverso scelte precise.  Anzitutto siamo chiamate a vivere la comunione con Dio Trinità che alimenta la comunione con sorelle e fratelli di ideale  (cf St. 8 e 18 ), con i membri del proprio gruppo, con la chiesa, con il mondo intero.

2. NOI CM: corresponsabilità di famiglia
I nn. 24 e 72 parlano della Compagnia Missionaria come famiglia. Questa esperienza di famiglia, che è la più alta forma di vita di comunione, si rende concreta anzitutto nella vita di gruppo, dove siamo chiamate a “vivere assieme momenti di preghiera, fraternità, verifica, formazione, condivisione” (St. 21). È evidente che il vivere insieme queste esperienze permette di sentire la CM come famiglia e fa crescere l’appartenenza, che si concretizza in una partecipazione attiva alla vita di gruppo.
La comunione che è radice e forza dell’appartenenza alla CM e della condivisione al suo interno, chiede di alimentarsi ai corsi periodici di formazione, al ritiro mensile e agli esercizi spirituali annuali organizzati dall’Istituto (cf St. 33 e 69). Attraverso questi strumenti, ogni membro acquisisce preparazione umana spirituale ecclesiale, stile proprio della Famiglia, senso di appartenenza, senso di corresponsabilità. La partecipazione agli incontri non è finalizzata solo a ricevere formazione e carica spirituale: è necessario che ognuna offra il suo contributo e il suo servizio. La vita di ogni gruppo non dipende essenzialmente dalla responsabile, ma da ciascuna e da tutte insieme nell’organizzare e realizzare i vari incontri.  Così la vita dell’Istituto non dipende solo dalla Presidente e dal suo consiglio. Dipende da tutte/i noi.

3. NOI CM: progetto personale e progetto comune
La comunione si esprime nel vivere come missione CM – cioè con la sensibilità e lo stile proprio - ogni impegno quotidiano, in ambiente familiare, professionale, ecclesiale, sociale; ma la missione si esprime anche nelle iniziative e attività che sostengono la vita dell’Istituto: il governo, il servizio della segretaria del Consiglio, l’attività di segreteria, l’amministrazione economica, la formazione di base, l’attività della Casa per ferie indispensabile all’economia, la redazione di Vinculum e di In Dialogo, la gestione del Sito, la produzione di materiale per questi mezzi di comunicazione. Le iniziative dei coordinamenti a sostegno dei gruppi locali.
L’ “essere in comunione” si esprime e manifesta in un “fare comunione” attraverso  servizi concreti, realizzati in uno stile CM: nelle attività personali e di gruppo, e in risposta alle esigenze della Famiglia. Il mistero dell’Incarnazione, che è il fondamento della nostra consacrazione secolare e della nostra spiritualità, ci chiama a un “essere che si esprime in un fare coerente”.
“Ai cristiani di tutte le comunità del mondo desidero chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). È quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa … in noi … perché il mondo creda»(Gv 17,21)”. (PAPA FRANCESCO, Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” 99)[1]

4. NOI CM: Modalità di vita e valorizzazione della sua specificità
“Nel nostro Istituto sono previste tre modalità di vita: da sole, in famiglia, in gruppi di vita fraterna. Tali modalità sono ritenute costitutive della sua identità e vitalità. Le missionarie sono costituite in gruppi aperti a tutte e tre le modalità di vita” (St. 21).
Le tre modalità di vita, costituiscono una grande ricchezza. Sono segno e profezia tanto quanto ciascuna è fedele alla vocazione ricevuta. Per questo l’assemblea ci ha invitate ad approfondire la riflessione sul valore e sul significato delle diverse modalità di vita, all’interno dei nostri gruppi, nella formazione iniziale e permanente. E’ necessario tener conto che la vita di gruppo è essenziale all’essere CM. (cf. Atti VIII Assemblea Ordinaria CM 2013, p. 25)[2].
Per le missionarie che si sentono “chiamate  a vivere abitualmente insieme” (St. 21) e costituiscono i “gruppi di vita fraterna, per ripetere con la loro vita l’esempio della Chiesa primitiva e manifestare la fisionomia della CM” (St.22) la vita di comunione si esprime anzitutto nella “solidarietà reciproca in tutte le esigenze della vita quotidiana” (idem) che richiede una specifica dinamica interna.
Qualunque sia la modalità di vita in cui il Signore ci ha chiamato, non dobbiamo dimenticare che siamo chiamate a vivere “in misura alta”[3] la nostra vocazione CM. La vita del gruppo, in particolare in un gruppo misto, ci sfida a coniugare diverse esigenze: la realtà ecclesiale e pastorale, il lavoro, la vita di famiglia, la fedeltà e la comunione nella vita del gruppo. Ora, la domanda che sorge è “come” collaborare e crescere insieme nella specificità di ciascuna, avendo come riferimento essenziale lo Statuto.
Alcune esperienze positive sono già state fatte da missionarie che hanno dato la disponibilità in Europa nei servizi all’Istituto e nella Casa per Ferie, in Africa e in America Latina. Questo ha avuto ed ha tuttora una ricaduta positiva nella collaborazione e nell’intercambio internazionale nella CM.
Per crescere nella comunione tra i gruppi ci può aiutare l’icona della visitazione (cf Lc 1,39-56): visitare, condividere la vita di un altro gruppo è esperienza che fa crescere (cf Atti p. 25). E’ esperienza già in atto e che riteniamo bello incentivare
 in quanto segno di comunione:        
- la disponibilità alle varie attività dell’Istituto;
- lo scambio missionario tra i vari gruppi nelle realtà dove siamo presenti.

5. NOI CM: collegialità
Nel prepararsi ad eleggere la Presidente e il Consiglio e anche nel lavoro successivo, considerando l’intercontinentalità della CM e grazie anche alla testimonianza di papa Francesco, l’assemblea ha ritenuto importante prospettare una maggiore collegialità nel servizio di animazione,  guida e amministrazione della nostra Famiglia. Ci impegniamo ad esprimere la collegialità attraverso alcune scelte concrete:
· Condivisione del lavoro tra presidente e consigliere
- redazione a più mani di questa lettera programmatica;
- contatti e animazione delle diverse realtà geografiche e linguistiche della CM in collaborazione con i coordinamenti.
· Coordinamenti
Fin dal 1990, si è costituito un coordinamento in Portogallo, in seguito in Italia e quindi negli altri Paesi, con modalità diverse a seconda della situazione.  Sono stati pensati e voluti come espressione di comunione e di responsabilità delle realtà locali, per promuovere la formazione permanente, i ritiri mensili, gli esercizi spirituali, per fare un programma annuale e per verificare le varie scelte.
L’assemblea ha dato alcuni orientamenti importanti, (cf Atti p. 13) a partire dai quali i coordinamenti potranno elaborare percorsi e proposte che facciano crescere in creatività, corresponsabilità e decentramento, in comunione tra i gruppi e con il CC.
· Équipe formativa internazionale. Per la formazione di base esiste già una commissione composta dalle responsabili di formazione delle varie aree. L’assemblea, però, ha ritenuto opportuno che venga costituita un’équipe formativa composta da membri CM provenienti dalle varie nazioni che possano esprimere competenze diverse e collaborino con le responsabili di formazione. Questa équipe può anche aiutare la preparazione delle responsabili di formazione su ciò che è specifico della CM.
· Équipe economica. Già nell’assemblea precedente era stata raccomandata la formazione di un’équipe per l’amministrazione economica dell’Istituto. Il CC costituisce l’équipe con i seguenti compiti:
- pensare, ragionare e fare scelte per il bene dell’Istituto.
- accompagnare e aiutare i gruppi che hanno difficoltà nel gestire l’amministrazione.

6. NOI CM: Collaborazione
Come la collegialità, anche la collaborazione si esprime in scelte concrete, secondo i suggerimenti dell’Assemblea.
· Segretaria del Consiglio, scelta dal consiglio; ha il compito di redigere i verbali e le comunicazioni.
· Segreteria  che si occupa della redazione e spedizione di Vinculum e delle varie pubblicazioni e altro materiale del consiglio
· In Dialogo: una maggiore partecipazione può rispondere all’esigenza dei lettori che leggono più volentieri le nostre testimonianze di vita ed accompagnano con maggiore interesse ciò che viviamo sia come singole che come gruppi.
· Vinculum è uno strumento di condivisione del nostro vissuto ma anche di formazione permanente ed al senso di appartenenza. Sarebbe bello sentirci stimolate ad aprire il nostro cuore per donarci reciprocamente quello che siamo e facciamo.
· Siti CM e  Guardare  Lontano:  sono  uno  spazio molto
bello   che   ci   apre   alla   interculturalità;   visitiamoli   e
 valorizziamoli.
· Internet:  dobbiamo  continuare  a  sentire  anche   questo
mezzo come una grande stimolazione a comunicare tra di noi ed a creare anche a distanza legami di comunione.

7. NOI CM: missionarie e familiares
I Familiares sono un ramo della CM che ha cominciato a costituirsi negli anni ’60 per una profonda amicizia attorno a Padre Albino e ad alcune missionarie che, periodicamente, visitavano i gruppi accompagnando i Familiares in quel processo di crescita che li ha portati alla prima assemblea celebrata il   23-24 Aprile 1989. Da allora molto cammino è stato fatto e molto ne resta da fare. Ecco perché  “NOI CM”, missionarie e familiares, dobbiamo crescere nella consapevolezza
- dell'unità dei due rami in un unico albero;
- della diversità nel vivere la spiritualità e la missione secondo la propria vocazione
- nell’ascolto attivo ed attento le une degli altri e viceversa, per vivere il carisma della comunione nella reciprocità.
E' importante quindi, prendere in considerazione alcuni suggerimenti scaturiti dall'assemblea che rendono feconda questa reciprocità:
· Collaborazione più intensa tra i due Consigli Centrali CM e familiares, per realizzare un cammino comune e condiviso e programmare insieme nel rispetto della vocazione di ciascuno;
· Sollecitare incontri tra familiares e missionarie per conoscerci meglio e crescere nella comprensione, nella comunione, nella collaborazione, sentendosi un'unica famiglia;
· Pensare itinerari di formazione permanente e iniziative di animazione vocazionale e missionaria comuni.
Vivere il NOI CM, cioè il carisma della comunione, significa vivere con forte consapevolezza l’appartenenza all’unica Famiglia e offrire concretamente e responsabilmente  il proprio contributo, nella disponibilità gioiosa e generosa a condividere l’Ecce venio di Cristo e l’Ecce ancilla  di Maria.

8. NOI CM: Accoglienza degli amici
Gli amici sono una realtà di vita ricca e preziosa da accogliere e accompagnare e che gravita intorno a molti nostri gruppi. Accoglierli è condividere la spiritualità, il carisma ed il senso missionario della CM.  E’ cammino di apertura del nostro Istituto a persone provenienti da realtà religiose e sociali diverse, è coltivare un germoglio che ha diritto di crescere nei valori umani e sociali che ispirano il nostro vivere CM.

                                     II - DAVANTI ALL’OGGI DELLA STORIA

“…preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze…” (EG 49)

Siamo incarnate nella storia dell’umanità ed inevitabilmente influenzate dai rapidi e profondi cambiamenti. Come consacrate secolari, abbiamo la vocazione di essere “un laboratorio sperimentale nel quale la Chiesa verifica le modalità concrete delle sue relazioni con il mondo” (PAOLO VI, Discorso agli Istituti Secolari, 1976).
Abbiamo bisogno di avere una coscienza chiara della nostra identità, una conoscenza della realtà nella quale ci muoviamo ed esistiamo e fiducia in Colui che cammina con noi. Con la nostra madre Chiesa crediamo “di trovare nel nostro Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana e che al di là di tutto ciò che muta, stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che   è  sempre  lo  stesso  ieri,  oggi  e  sempre” (CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes, 10).
Metterci davanti all’oggi della storia vuol dire essere capaci di vedere la presenza del divino negli avvenimenti, nelle
persone,  nella  vita,  in  tutta  la creazione ed ascoltare il  grido
dell’indigenza delle persone. Siamo chiamate a contemplare la bellezza e la bontà di Dio nelle sue creature, a vedere ed ascoltare quelli che nelle “periferie esistenziali” aspettano il buon samaritano che si avvicini con tenerezza e compassione, per prendersi cura di loro e far rinascere la speranza. Dobbiamo essere profeti dell’amore.
Il nostro Statuto al n. 22 ci offre i fili per tessere una nuova cultura intessuta di fraternità:
a) Vivere tra loro un efficace rapporto di comunione che si esprime in attenzione e solidarietà reciproca per tutte le esigenze della vita quotidiana;
b) Farsi realmente presenti nell’ambiente in cui vivono, per sentirsene responsabili e dare il proprio contributo di testimonianza e di azione come lo richiede la consacrazione nel mondo.

1. Le sfide

Siamo chiamate ad essere nel mondo vivendo questi due aspetti: incarnare e partecipare. Perciò diventa importante guardare e vedere il mondo alla luce del Vangelo, per cogliere la realtà nei suoi aspetti positivi e problematici. Ci sentiamo interpellate da alcune sfide che papa Francesco evidenzia nella Evangelii Gaudium: “La crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo” (EG 55); “…si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri … la cultura del benessere ci anestetizza…” (EG 54); “Il processo di secolarizzazione tende a ridurre la fede e la Chiesa all’ambito privato e intimo. Inoltre, con la negazione di ogni trascendenza, ha prodotto una crescente deformazione etica, un indebolimento del senso del peccato personale e sociale e un progressivo aumento del relativismo…” (EG 64); “La famiglia attraversa una crisi culturale profonda, come tutte le comunità e i legami sociali” (EG 66).

La nostra VIII Assemblea ha sottolineato in particolare tre ambiti, che rappresentano tre sfide, in cui sentiamo importante coinvolgerci in questo sessennio: la famiglia, i giovani, l’educazione.
È fondamentale anche scoprire, in ciascun paese,  le “periferie esistenziali” e chiamarle per nome. Esse sono il luogo della presenza dei poveri. Non dobbiamo solo proiettarci verso grandi cose ma anche nel nostro piccolo siamo chiamate a guardare con il cuore del samaritano che cura e si lascia curare”. (cf Atti p.28)

2. La formazione permanente

La formazione permanente costituisce una sfida ed una esigenza basilare in tutto l’arco della nostra vita e contribuisce ad una continua rinascita, ad elevare al massimo le nostre capacità, ad accettare di lavorare sui nostri punti fragili ed a vivere in fedeltà e creatività la nostra vocazione. Non possiamo essere negligenti. (cf Statuto e RdV 23)      

È importante saperci e sentirci agenti attivi del nostro processo di crescita e del nostro sviluppo integrale; stimolate ad assumere con gioia ed entusiasmo un lavoro serio e continuo per la nostra formazione verso una pienezza di vita. Assumere con impegno una dinamica di formazione continua significa assimilare sempre di più e sempre meglio i sentimenti di Cristo. E’ importante cogliere, dalle diverse situazioni e stagioni di vita, gli aspetti che emergono e che sono una sfida per crescere: apertura all’altro; salute e malattia; lavoro e riposo; successo e insuccesso; gioventù e anzianità … Tutto, assolutamente tutto, può contribuire alla nostra formazione.

            Come un alpinista che scala la montagna, si dimentica della fatica della salita, ponendo tutto il suo entusiasmo nel desiderio di raggiungere la meta, così ciascuna di noi, anche se il cammino è faticoso, ha bisogno di percepire la libertà che viene dalla fedeltà a Dio, a se stessa, agli altri, allo Statuto ed al Regolamento di Vita.

Coscienti del fatto che “uno dei primi frutti di un cammino di formazione permanente è la capacità quotidiana di vivere la vocazione come dono sempre nuovo da accogliere con cuore grato” e che “il consacrato è, per sua natura, anche animatore vocazionale” (CIVCSVA, Ripartire da Cristo: un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio, 16) collaboriamo con lo Spirito, che forma e trasforma, e la nostra presenza contagiante contribuirà certamente ad una cultura vocazionale. L’Esortazione Apostolica Vita Consecrata di Giovanni Paolo II (cf nn. 69-71) ci offre un contributo prezioso per la programmazione della formazione permanente in modo da considerare le diverse fasi della vita nelle varie dimensioni: umana e fraterna, culturale e professionale, spirituale.

III - Scolpite dallo Statuto

 “Lo Statuto delinea una vocazione, non un recinto. La Regola apre canali per vivere la carità e sarebbe mortificante viverla come una compressione o addirittura una mortificazione della nostre qualità e delle nostre aspirazioni. Come fa con la sua Parola e la sua Legge, Dio si serve dello Statuto non per amputarci, ma per scolpire in noi la sua immagine, per dare figura concreta e “solida” alla sua presenza in noi.
Avete scelto la via della povertà, castità e obbedienza non perché questo vi renda “migliori”, più “perfette”, ma perché così è Dio: povero, casto e obbediente. E lo Statuto scolpisce in voi questi tratti del volto di Dio.” (MARCELLO MATTÈ, Relazione all’VIII Assemblea Ordinaria CM, in ATTI p. 37)

Ci sembra importante richiamare, ancora una volta, alla nostra attenzione alcuni aspetti fondamentali del nostro Statuto.

1. Spiritualità
“La nostra spiritualità scaturisce dalla contemplazione di Cristo nel mistero del suo Cuore trafitto (cfr.Gv.19,37), segno di amore totale per il Padre e per gli uomini, sorgente di vita ecclesiale, strumento di universale redenzione” (St 5).
I numeri dello Statuto dal 6 al 10 altro non sono che un richiamo per ciascuna di noi ad appropriarci sempre di più di ciò che ci fa essere missionarie del Sacro Cuore.
Sentiamo di doverci impegnare in una seria revisione di vita personale e di gruppo affinché, per essere scolpite dallo Statuto, ciascuna di noi viva nella fedeltà quotidiana agli aspetti essenziali della nostra spiritualità: vita d’amore e di oblazione nella vivacità della donazione, nel sorriso, nella semplicità, nell’accoglienza; comunione espressa in ascolto, disponibilità, dolcezza, rispetto, ponte d’incontro, forza unitiva.

2. Missione
“La nostra missione, come la spiritualità, nasce e si alimenta al Cuore di Cristo. Il costato trafitto è come un epilogo che riassume ed insieme suggella tutto l'ineffabile mistero dell'amore divino, che si é donato nel Cristo e che nella sua efficacia, perdura perenne nella Chiesa” (St 11).
I numeri dal 12 al 18, che siamo invitate a rileggere e meditare, ci richiamano gli aspetti più importanti della nostra missione.
“Alle origini della missione/missionarietà c’è la scelta di Gesù: Mc 3,14«per stare con lui e per mandarli a predicare». Non c’è missionarietà senza “stare” e non c’è missionarietà senza “andare a predicare”… Si è missionarie a partire dall’essere chiamate a far parte della compagnia di coloro che condividono lo stare con Gesù.
Sapersi missionarie comporta accettare, ciascuna personalmente e insieme come compagnia, la logica del seme: per portare frutto è necessario morire a se stessi, per salvare la vita bisogna perderla, perché sia estate è necessario attraversare l’inverno” (MATTÈ in Atti pp. 33-34). Non solo riconoscerete e servirete Cristo nelle persone che incontrerete nel vostro cammino missionario, ma darete corpo a Cristo nelle vostre persone perché lui possa continuare a essere se stesso, a servire i fratelli che sono anzitutto fratelli suoi. Il vostro servizio è consacrazione perché attraverso di esso Cristo prende eucaristicamente corpo oggi. Con il vostro servizio voi offrite a Dio la possibilità di essere oggi quello che lui dal principio del mondo vuole essere: il Servo. Date spazio alla sua libertà” (MATTÈ in Atti pp. 38-39).

Per lasciarci scolpire dallo Statuto è necessario verificare personalmente e in gruppo le scelte che riguardano il nostro impegno missionario, considerando l’oggi della storia nostra e dell’umanità.

3. Consacrazione
“La nostra vita di consacrazione a Dio nella CM mediante i consigli evangelici di castità, povertà, obbedienza, è una risposta alla chiamata di Dio perché realizziamo una somiglianza più integrale all'oblazione di Cristo, alla sua assoluta disponibilità per amore al Padre e agli uomini” (St 43).
Il Capitolo VII dello Statuto traccia le linee guide della nostra vita consegnata a Dio e ai fratelli e alle sorelle.
“La povertà non è rinuncia a qualcosa, ma è dono di tutto, fare di tutto un dono, della mia vita un dono perché, come Dio, se non “sono” dono non sono vivo.
La castità è restituire totalmente l’amore a Dio e così permettere a lui di vivere, permettere a noi di vivere. È «scegliere Dio come pienezza delle aspirazioni della nostra vita» (St 2). Dio è casto: è amore dato, dato tutto e per sempre. L’amore che mi dà – cioè lui stesso – non viene chiesto indietro, ma gli è necessario che gli venga restituito.
Dio   è   casto  perché   è   sempre   vergine:   si   dona   sempre totalmente, nuovamente, come fosse sempre la prima volta. Anche dopo il nostro no, il nostro sciupio del suo amore.
Dio è obbediente: nella Trinità ognuno si consegna e mette tutto se stesso nella volontà di un altro. La vita di ognuno, nella Trinità, dipende dalla volontà degli altri che vogliono la sua vita. Questa stessa obbedienza trinitaria Dio la vive con noi: si consegna alla nostra volontà. Se noi non ci stiamo, Dio non ha niente. La nostra obbedienza dice la nostra totale dipendenza da lui e le une dalle altre: consegniamo noi stesse alla volontà delle altre, reciprocamente, come fa Dio nella sua Trinità. Là dove lo Statuto ci parla di obbedienza, ci aiuta a scolpire nella nostra vita questa immagine di Dio, questa sua consegna, questa sua dipendenza” (MATTÈ in Atti pp. 37-38).

La nostra verifica personale con la responsabile e la nostra revisione di vita in gruppo sono momenti privilegiati che fanno crescere la nostra fedeltà alla vita di consacrazione la qualità delle nostre relazioni. Abbiamo bisogno di vivere questo in un clima sereno e accogliente delle nostre storie personali e del nostro cammino di gruppo.

4. Preghiera
“La nostra preghiera dovrà anche scaturire dal senso profondo della nostra missione di amore e di servizio nella chiesa e nel mondo. Sarà essa ad aiutarci a scoprire l’amore operante di Dio nella storia, a fare nostre le inquietudini degli uomini e la loro sete di speranza e di salvezza”(St 65).
Lo Statuto, dal 68 al 70, delinea i momenti privilegiati della nostra preghiera.

“Riconoscete che lo Statuto delinea la vostra vita come una vita di preghiera. Non nel senso limitato che vi impegna a momenti di preghiera, ma perché modella, scolpisce la vostra vita come preghiera: dialogo – ascolto e risposta – con Dio.
Di nuovo, non per fare cosa gradita a Dio, ma perché lui è così e voi accettate di venire scolpite a sua immagine.
È un Dio che ci parla e ci ascolta. Che ci dona la sua Parola e il suo dono è radicale… La preghiera non è un’azione, è un atteggiamento permanente, che si sostanzia anche in alcuni momenti specifici e dedicati. In questo, lo Statuto scolpisce in voi l’atteggiamento permanente di preghiera.
«La contemplazione si ispira all’esempio di Maria per aderire sempre più alla persona di Cristo, al mistero del Cuore ed annunciare il suo amore» (St 2)” (MATTÈ in Atti p. 38).

La fedeltà e l’intensità della nostra vita di preghiera ci permettono l’ascolto di Dio per una apertura accogliente della realtà e per discernere il nostro modo di vivere l’amore e il servizio nella Chiesa e nel mondo.

5. Approfondimento per una  possibile revisione dello Statuto
Essere scolpite dallo Statuto esige un lavoro di riflessione e di approfondimento per un cammino di fedeltà allo stesso. L’obbiettivo è di guardare con gli occhi di Dio per cercare di cogliere la profezia che proviene dallo Statuto. Occorre anche lasciarci guardare da Dio attraverso l’ascolto, la preghiera e la contemplazione.

Riproponiamo i suggerimenti dell’Assemblea affidando il lavoro ai coordinamenti locali:
a. Avviare un approfondimento dello Statuto nei gruppi.
b. A metà del sessennio si potrebbero convocare assemblee locali per tentare una sintesi dei contributi dei gruppi, che sarà consegnata al CC per un ulteriore lavoro.
c. Il lavoro è una prova di decentramento, collegialità, corresponsabilità, libertà creativa.

IV - SOSPINTE DALLO SPIRITO

“La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria. La sperimentano i settantadue discepoli, che tornano dalla missione pieni di gioia (cfr Lc 10,17). La vive Gesù, che esulta di gioia nello Spirito Santo e loda il Padre perché la sua rivelazione raggiunge i poveri e i più piccoli (cfr Lc 10,21)… Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Ma ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre” (EG 21).

Siamo chiamate ad essere seme di santità gettato a piene mani nei solchi della storia, ad annunciare “la bellezza di Dio e della sua creazione”, a riconoscere che il luogo del nostro “apostolato è tutto l’umano”, nelle diverse realtà esistenziali. (cf BENEDETTO XVI, Discorso ai partecipanti alla Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari, 3 febbraio 2007)
Ci permettiamo di suggerire che la profezia dell’amore, a cui lo Spirito ci sospinge, si esprima attraverso:

· Evangelizzazione
È servire una piena formazione umana e spirituale che fa crescere nella libertà e nella rettitudine, apre alla speranza, rende sensibili alle necessità degli altri, in una gratuità gioiosa e fraterna, nella luce di Cristo.

· Promozione umana
Essere dentro le realtà in cui viviamo, avendo gli occhi aperti, il cuore dentro le problematiche sociali; avere una particolare attenzione ai diritti umani; educare al bene comune, alla legalità, alla giustizia, all’interculturalità, alla pace. 
È importante la cooperazione a progetti comuni con riferimento alla nostra Associazione Guardare Lontano.

· Animazione vocazionale e missionaria
“Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa” (EG 35).

Dobbiamo ripartire da alcune domande di fondo: che cosa ci ha attirato nella CM? Di quello che ci ha attirato cosa potremmo riproporre? Cosa abbiamo visto della CM che corrispondeva a ciò che Dio pensava di noi? Cosa si vede della CM nella Chiesa locale e nella società?
Invitiamo a riprendere il  materiale della Consulta 2011 e continuarne la riflessione personalmente e in gruppo.

Suggeriamo alcune occasioni di animazione vocazionale:

- Festa dell’Eccomi

- Festa del Sacro Cuore

- Giornata vocazionale

- Anniversari della CM

- Partecipazione a giornate con adolescenti e giovani; con altri Istituti Secolari; con i segretariati di animazione vocazionale parrocchiali e diocesani, e con i Padri Dehoniani.

Fondamentale  e necessario è l’impegno di tutte nell’animazione missionaria. Importante è crederci e maturare la disponibilità anche ad andare...
La nostra sensibilità missionaria ci spinge a scelte quotidiane di sobrietà e di consumo critico per non crearci bisogni superflui. Le tante situazioni di povertà e di ingiustizia ci devono coinvolgere.
I Coordinamenti locali abbiano a cuore queste due dimensioni dell’animazione, fondamentali per la vitalità del nostro Istituto.

APPUNTAMENTI NEL SESSENNIO 2013-2019

- Assemblea dei Familiares -  2015

- Incontro delle Formatrici – 2015  e 2017

- Consulta delle Responsabili - 2016

- Incontro della CM Africana

- IX Assemblea Generale Ordinaria - 2019

“Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. È la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio» (Lc 1,39). Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione. Le chiediamo che con la sua preghiera materna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo.

Vergine e Madre Maria,

tu che, mossa dallo Spirito,

hai accolto il Verbo della vita

nella profondità della tua umile fede,

totalmente donata all’Eterno,

aiutaci a dire il nostro “sì”

nell’urgenza, più imperiosa che mai,

di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

Tu, ricolma della presenza di Cristo,

hai portato la gioia a Giovanni il Battista,

facendolo esultare nel seno di sua madre.

Tu, trasalendo di giubilo,

hai cantato le meraviglie del Signore.

Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce

con una fede incrollabile,

e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,

hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito

perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti

per portare a tutti il Vangelo della vita

che vince la morte.

Dacci la santa audacia di cercare nuove strade

perché giunga a tutti

il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,

madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,

intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,

perché mai si rinchiuda e mai si fermi

nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione,

aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,

del servizio, della fede ardente e generosa,

della giustizia e dell’amore verso i poveri,

perché la gioia del Vangelo

giunga sino ai confini della terra

e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,

sorgente di gioia per i piccoli,

prega per noi.

Amen. Alleluia.

(EG 288)



[1] In seguito l’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di papa Francesco sarà indicata con la sigla EG e nelle citazioni sarà seguita dal numero del paragrafo.
[2] In seguito gli Atti dell’VIII Assemblea Ordinaria CM saranno indicati come Atti e il numero della pagina
[3] Cf  GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica “Novo Millennio ineunte” 31

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