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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Una realtà completamente nuova
Posted by Ivone Gomes
Sono nata l’1 marzo 1972 a Bissau, figlia di João Dinis Gomes (già morto) e di Marta Gomes (per fortuna ancora in vita) e residente nello stesso quartiere. Ho sette fratelli e ho fatto i miei primi studi a Bissau; ma i problemi che sono sorti quando avevo quattro anni, mi hanno portato a Canchungo, dove viveva allora una mia zia. Così è stato a Canchungo che ho frequentato la scuola dalla 2ª alla 5ª elementare.
Tutto è iniziato con un’iniezione anti-malarica sbagliata nell’ospedale centrale di Bissau. Il risultato è stato questo: la paralisi della gamba. Per tentare di risolvere questo problema, i miei genitori mi hanno mandata a Canchungo, dove c’erano medici cinesi e dove abitava una mia zia. Sono stata lì durante alcuni anni, ma per sfortuna, non sono riuscita ad ottenere nessun risultato positivo. Più tardi, già di nuovo a Bissau, sono stata operata dal Dr. Ernesto nel Centro di Riabilitazione Motrice (a Klelé). Dopo l’operazione il medico mi ha consigliato di usare “l’apparecchio” specifico per questi casi, ma l’ho usato soltanto un anno perché crea difficoltà nel camminare ed è troppo caldo. Attualmente lo uso ogni tanto, perché il non usarlo può portare a problemi gravi nel futuro, per ex. alla colonna vertebrale. Ma, alla fine della Laurea in Economia, andrò in Portogallo, per verificare meglio lo stato in cui mi trovo e, eventualmente, trovare un apparecchio più perfetto e più leggero.

La mia formazione cristiana
Sono figlia di genitori cristiani. Mio padre è stato battezzato da piccolo e mia madre già da adulta. Ho iniziato il catechismo a Canchungo, ma il battesimo l’ho ricevuto nel 1987 nella cappella di Bissau Novo, in quel tempo appartenente alla parrocchia di Bandim. Qui ho ricevuto anche la Cresima. Dopo ho cominciato a far parte del gruppo vocazionale della Parrocchia di Fatima, dove era parroco il p. Dionisio Ferraro. Ci incontravamo ogni sabato e a me piaceva molto pregare. Sono stata in questo gruppo durante diversi anni e, ad un certo punto, p. Dionisio ha iniziato a farmi una proposta vocazionale e a parlarmi della consacrazione laicale. Lo stesso padre animava anche un Gruppo di laici (l’Assemblea di S. Pietro) ed io ho partecipato anche a diversi incontri di questo gruppo. Ma, dopo un certo tempo, nel 1994, io e altre quattro ragazze (tra le quali c’era anche Antonieta N’Dequi) abbiamo iniziato a formare un gruppo che voleva essere di laiche consacrate; avevamo riunioni ogni sabato, sempre orientate dallo stesso p. Dionisio. Il 30 novembre 1994, siamo venute ad abitare a S. Paolo, non ancora nella residenza attuale (che allora non esisteva), ma in una casa in affitto. Lì abbiamo vissuto tre o quattro anni, sempre accompagnate nella formazione da p. Dionisio.
Anche Suor Aidmé, allora segretaria nella Curia diocesana, ci ha aiutato un poco, parlando con un gruppo di laiche consacrate di Zinguinchor in Senegal. Io ed Antonieta siamo anche andate a trovarle a Zinguinchor e a parlare con loro, ma la lingua francese si è rivelata un grande ostacolo; non ci permetteva una formazione in comune e neanche un rapporto semplice. Per tutto questo abbiamo deciso di rinunciare a questo progetto.

L'incontro con la Compagnia Missionaria
Chi ci ha portato a conoscere la Compagnia Missionaria è stata Simonetta, una volontaria italiana della Caritas. Lei è di Bologna, dove sta il Centro della Compagnia Missionaria e, naturalmente, conosceva alcune laiche consacrate di questo Istituto. Ha parlato loro del nostro piccolo gruppo guineano e in certo modo le ha provocate a venire a conoscerci. È così che è venuta per prima Lúcia credo nel 1997. È stata ospite a Casa Verona (Bissau), dove viveva anche Simonetta, ed è stata presentata a P. Dionisio. Dopo di lei, è venuta più volte anche Anna Maria Berta. E così si è potuto iniziare finalmente la nostra formazione in portoghese. Dopo un certo tempo la Compagnia Missionaria ci ha chiesto che cosa volevamo essere: membri effettivi della stessa o soltanto laiche consacrate senza appartenere all’Istituto, ma ricevendo un aiuto nella formazione. Noi abbiamo risposto che volevamo appartenere alla Compagnia Missionaria, già che eravamo poche e senza la formazione necessaria per potere essere “autonome”, e creando una realtà completamente nuova. E continuo a pensare che abbiamo fatto molto bene.
Ho pensato anche all’ipotesi del matrimonio e ho avuto anche un fidanzato, ma la cosa non è riuscita. Io avevo certe esigenze nel modo di concepire la mia futura maternità e questo non è stato capito bene dalla famiglia del mio ragazzo. Di conseguenza, dopo un certo tempo, tutto è finito tra di noi. Dopo di che, non ho avuto più dubbi. Ho scelto questa vita di consacrazione, con le esigenze che comporta, e sono molto felice di averlo fatto.
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