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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Grazie, San Giuseppe
Posted by Santina Pirovano

Con la lettera apostolica “Patris Corde”  Papa Francesco ha

annunciato uno speciale anno dedicato a S. Giuseppe ( 8 dicembre 2020 – 8 dicembre 2021). Al termine di questo cammino proponiamo una riflessione di p. Albino sulla figura di questo Santo che la Compagnia Missionaria invoca e venera come Protettore dell’Istituto.

Ritengo espressione di una magnifica intuizione quanto proposto da Anna Maria, la nostra Presidente nella “Lettera Programmatica” : prepararci alla celebrazione del Giubileo della Compagnia Missionaria(2007), condotti per mano dai santi Protettori dell’Istituto, perché le riflessioni dettateci dal loro esempio ci aiutino a rinnovarci nella “grazia delle origini”, aprire l’animo al ringraziamento e guardare con sicura speranza ai giorni futuri. Quest’anno lo vogliamo dedicare allo studio di S. Giuseppe.

Le linee che inquadrano la sua grandezza e la sua azione: Giuseppe è il servitore esemplare di Cristo e della sua santissima Madre “i tesori più preziosi di Dio Padre”. S. Giuseppe continua questa missione di sostegno e di aiuto per tutta la Chiesa e per la particolare porzione della Chiesa che è la nostra Famiglia: la Compagnia Missionaria del S. Cuore.

L’ “annunciazione” di S. Giuseppe

Quale fu la strada che condusse S. Giuseppe alla porta dell’evento redentore? Una notte egli dormiva. Forse il suo animo stava incontrando una pausa di sollievo nell’angustia che da qualche tempo lo tormentava. Maria, la “sua” promessa sposa, era incinta. Come mai non aveva retto la sua fedeltà e si era lasciata sedurre? Così Giuseppe aveva deciso di licenziarla in segreto perché il suo animo profondamente buono non voleva esporre al pubblico disprezzo colei che egli amava intensamente e che riteneva intaccabile anche dalla più forte emozione.

Giuseppe, dunque, dormiva e gli si accostò un angelo del Signore che gli disse:”Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati”(Matteo 1, 20 - 21).

Che mistero di luce e di grazia si apriva allo sguardo di Giuseppe! Il Vangelo non dice che egli sia rimasto abbagliato o sconvolto. Dice semplicemente che “destatosi dal sonno, Giuseppe “fece” come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.

Questa fu l’ “annunciazione” di Giuseppe. Si accostava a quella avuta da Maria, per l’immediata e totale accoglienza della volontà del Signore, nella fede e nella fiducia più aperta e luminosa. Ma mentre Maria aveva espresso con la parola la disponibilità piena nell’animo, dichiarandosi la “serva” che volentieri accettava quanto le era proposto, Giuseppe tacque e “fece”. Meraviglioso silenzio di chi sa solo adorare il dono splendido, unico, irraggiungibile che Dio stava facendo all’umanità.

Una via difficile…

La vita che gli si apriva davanti sarebbe stata per Giuseppe difficile e grande. Egli, infatti, ha fatto della sua vita un servizio e un sacrificio continuato al mistero dell’Incarnazione e alla missione redentrice congiunta. Ha usato della autorità legale che gli spettava, non come di una superiorità che gli permetteva di imporsi, ma come di una prerogativa che gli chiedeva il dono totale di sé, della sua vita, del suo lavoro. Egli ha saputo convertire la sua umana vocazione all’amore domestico, nella sovrumana oblazione di sé, del suo cuore, di ogni capacità nell’amore posto al servizio di Gesù e di Maria.

S. Giuseppe è il modello degli umili che il cristianesimo solleva a grandi destini. S. Giuseppe è la prova che per essere buoni e autentici seguaci di Cristo non occorrono grandi cose, ma si richiedono solo virtù comuni, umane, semplici, ma vere e autentiche.

… e grande

Però nel silenzio e nella umiltà più profonda, Giuseppe è stato chiamato da Dio al compimento di una grande missione. Ne rileviamo tre aspetti.

Il primo è tutto personale, ma forse il più espressivo della sua generosità. Egli venne informato dall’angelo che quanto si è compiuto in Maria è “opera dello Spirito Santo” e che quindi non deve temere di prenderla come sua sposa. Non bisogna forse pensare che anche l’amore d’uomo di Giuseppe sia stato rigenerato dallo Spirito Santo? E che, in forza di tale rigenerazione, egli per tutta la vita, sia stato capace di rispettare l’esclusiva appartenenza a Dio di Maria .

Un secondo aspetto è ancora legato alla persona di Giuseppe, alla sua carne e al suo sangue. Egli, secondo la rappresentazione evangelica è un discendente della dinastia davidica. “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo” (Mt. 1,16). Dunque, Giuseppe, attraverso la sua realtà “biologica” di discendente davidico, prepara il terreno storico entro cui si inserirà Gesù, presenza perfetta di Dio in mezzo a noi…. Un grazie anche a Giuseppe di questo dono della presenza di Dio tra noi…

Il terzo aspetto ritorna all’apparizione dell’angelo a Giuseppe. Questo tocca il vertice della grandezza nella consegna della missione che l’angelo fa a Giuseppe.”Tu lo chiamerai Gesù” (nel linguaggio israelitico Yehossuà = Dio salva). Il nome per il semita non era, come per noi, una pura espressione verbale. Sono parecchie le testimonianze della Bibbia che ci dicono come il nome stesse invece ad indicare la missione di una persona nella storia. Giuseppe è perciò il primo precursore, il profeta, l’annunciatore al mondo della realtà profonda del figlio della sua sposa. “Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt. 1,21).

Vogliamo dire la nostra riconoscenza a Gesù per averci restituito all’amicizia di Dio a prezzo del suo sangue. Ma vogliamo dirla anche a Giuseppe, la cui adesione fiduciosa alla parola di Dio l’ha fatto apostolo della “lieta notizia” che, ancora una volta, la bontà di Dio stava chinandosi sulla nostra povertà.

S. Giuseppe e noi

Ma in tema di povertà, sollevata dalla provvidenza di Dio per la mediazione di S. Giuseppe, ne ha fatto esperienza, per suo verso, anche la Compagnia Missionaria. Era appena nata la CM . E si sa che tutti gli inizi delle opere di Dio navigano nei desideri di grandi ideali, ma nella ristrettezza pronunciata delle risorse economiche. A lui parlavamo e affidavamo la soluzione di alcuni casi difficili…Diverse vicende lo potrebbero testimoniare. Che alcuni di questi casi siano stati un vero e proprio miracolo della provvidenza, personalmente mi sentirei di affermarlo. Comunque, oggi rinnovo il mio “grazie” e il “grazie” di tutta la Compagnia Missionaria all’assistenza vigile di S. Giuseppe e concludo con la supplica che Anna Maria ci ha consegnato per la recita quotidiana di quest’anno:

S. Giuseppe, sempre ci hai aiutato nelle nostre urgenze di vita.

Dacci un cuore fiducioso, libero, aperto

per servire innanzitutto il Regno di Dio. Amen!

(dagli scritti di P. Albino Elegante)

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